“ARRIVANO I NOSTRI” - Parrocchia S. Pio X
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NATALE.<br />
TRA POVERTÀ<br />
MATERIALI E<br />
RICCHEZZE<br />
SPIRITUALI<br />
Sandro Morici<br />
Con l’approssimarsi del Natale mi sembra che il cuore sia<br />
sempre più sensibile alle problematiche relative alla povertà<br />
materiale, presente tra l’umanità dei nostri tempi. E questo<br />
sentire lo avverto, paradossalmente, proprio in questi<br />
giorni, aprendo la cassetta postale con la solita pubblicità<br />
delle solite super-offerte, guardando alla TV i martellanti<br />
messaggi augurali con visi di bambini che cantano jingle<br />
bells, andando per le strade ove luci multicolori e scintillanti,<br />
poste nelle vetrine dei negozi, mi abbagliano gli occhi.<br />
Certo, questi miei occhi non mi hanno mai visto povero: se<br />
mai, al massimo, si sono limitati ad incrociare sguardi di<br />
persone bisognose. Per mia fortuna sono nato in un Paese<br />
occidentale industrializzato, in una famiglia del ceto medio,<br />
ho potuto studiare, ho trovato un posto di lavoro fisso, ho<br />
vissuto in una casa decente e quando sono stato male ho<br />
avuto il danaro per pagarmi uno specialista. Quand’ero<br />
piccolo, però, dopo la fine della seconda guerra mondiale,<br />
mi rendevo conto della limitatezza dei beni: mia mamma mi<br />
educava al risparmio, che è paradigma di sobrietà e non<br />
certo di avarizia. I giocattoli non solo erano pochi, ma<br />
la maggior parte erano fabbricati in casa, ricorrendo al<br />
cartone o a tavolette di legno, residui delle lavorazioni<br />
dell’amico falegname (che forniva anche un po’ di colla....).<br />
Ricordo l’episodio in cui feci l’esperienza del povero<br />
“ignudo”: avevo circa sette anni e in paese un mio zio<br />
burlone mi invitò a giocare con uno strano dado a forma di<br />
trottola, sulle cui facce c’era scritto: “perdi 1”, “perdi 2”,<br />
“perdi tutto”, “prendi 1”, “prendi 2”, “prendi tutto”. Mi<br />
invogliò prestandomi 5 figurine e illudendomi che ne avrei<br />
vinto decine e decine. E invece il dado era truccato ed io<br />
cominciai a perdere. Ma lo zio mi incoraggiò a rilanciare:<br />
“Dai, prova a giocarti il maglione”, e poi fu la volta delle<br />
scarpe, dei pantaloncini, finché io, disperato e tra le<br />
lacrime, volli smettere. Ma i debiti di gioco si dovevano<br />
rispettare: e così ritornai a casa in canottiera e mutandine.<br />
In paese dovevo solo attraversare la strada, ma mi sentii<br />
profondamente mortificato per quel, pur momentaneo,<br />
stato di indigenza. Avevo sperimentato la povertà “cercata”,<br />
quella che da grandi si raggiunge con il vizio dei tanti<br />
giochi d’azzardo. Poi ci sono altre forme: sicuramente la più<br />
drammatica è la povertà “ambientale”, endemica, quella<br />
che riguarda interi strati della società, interi quartieri,<br />
intere famiglie, di generazione in generazione, quella che<br />
abbiamo immaginato fin da ragazzi leggendo Victor Hugo e<br />
Charles Dickens, i cui romanzi sono mistura di tragico e<br />
comico, di grottesco e quotidiano. Anche il nostro romanticismo,<br />
soprattutto con il Manzoni, si occupava dei miseri,<br />
dei più diseredati, ai quali prima o poi giungeva la consolazione<br />
della Provvidenza.<br />
Assicapital srl<br />
Agenzia Generale di Assicurazioni<br />
00136 Roma Tel. 06. 35450954<br />
Via Ugo de Carolis 92/d Tel. 06. 35497914<br />
agenzia300@groupama.it Tel. 06. 35347777<br />
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Con l’evoluzione della società e lo sviluppo dei mezzi di<br />
comunicazione i dati, le situazioni, le statistiche sono man<br />
mano venuti a galla: malgrado i programmi di sostegno<br />
avviati da Organizzazioni internazionali, la discrasia<br />
incorporata negli scompensi sociali si e’ sempre più<br />
amplificata. Innanzi tutto nel rapporto tra Nord e Sud del<br />
mondo, tant’è che la Banca Mondiale stima che 2,7 miliardi<br />
di persone vivono con meno di 2 dollari al giorno, che circa<br />
un miliardo e mezzo non ha accesso a beni essenziali come<br />
l’acqua potabile, che 800 milioni soffrono per malnutrizione<br />
grave.<br />
E le diseguaglianze si riscontrano anche all’interno dei<br />
Paesi più fortunati, considerati più avanzati in termini di<br />
welfare, come le nazioni europee e, tra esse, l’Italia.<br />
L’edizione 2011 del Rapporto su povertà ed esclusione<br />
sociale in Italia, curato dalla Caritas - dal significativo<br />
titolo “Poveri di diritto” – fornisce i seguenti dati: gli italiani<br />
in situazione di povertà relativa costituiscono il 13,8%<br />
dell’intera popolazione, percentuale che scende al 5,2%<br />
in termini di povertà assoluta. Qui viene denunciato il<br />
persistere del bisogno materiale (abitativo, alimentare,<br />
economico, sanitario) assieme a quello post-materiale<br />
(disagio psicologico, dipendenze, conflittualità relazionale).<br />
Allargando lo sguardo, è abbastanza noto come molte parti<br />
del pianeta restino drammaticamente colpite da fenomeni<br />
di povertà endemica e, in particolare, dallo scandalo della<br />
fame per centinaia di milioni di persone.<br />
Di fatto dovremmo aspirare con fermezza a quel “vero<br />
umanesimo integrale” auspicato nell’enciclica Caritas in<br />
Veritate, rivolto alla lotta alla miseria, alla promozione<br />
della dignità umana, all’impegno sobrio e responsabile da<br />
parte di noi tutti per una giustizia equa e per il bene<br />
comune.<br />
Questo impegno, sancito a chiare lettere nella dottrina<br />
sociale della Chiesa, diviene per noi cristiani un forte<br />
motivo di speranza che si vivifica proprio in questi giorni di<br />
Avvento, in vista della luce del Natale.<br />
Il Natale infatti è l’evento di un umanesimo nuovo, fondato<br />
su una visione del nostro destino aperto su beni trascendenti,<br />
che forse appaiono misteriosi e tuttavia sicuri, che<br />
sono quelli che prendono forma nel vangelo delle<br />
Beatitudini: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di<br />
Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati.<br />
Beati voi che ora piangete, perché riderete.<br />
Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi<br />
metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il<br />
vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo.<br />
Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la<br />
vostra ricompensa è grande nei cieli» (Lc 6,20-23).<br />
Con lo stesso senso della semplicità e dell’umiltà che ci ha<br />
indicato Francesco d’Assisi, accendiamo quindi la stella del<br />
presepe, in un’atmofera di povertà perché fatto di miseri<br />
pastori, di pacifici animali domestici, di un pò di paglia e di<br />
muschio, attendendo gioiosi il grande, meraviglioso mistero<br />
storico dell’incarnazione di Gesu’, figlio di Dio, che viene in<br />
mezzo agli uomini.<br />
E proprio là, in un attimo di silenzioso raccoglimento,<br />
sentiamo forte la ricchezza della nostra fede, che ci fa<br />
trascendere tutte le poverta’ di questo mondo.<br />
PARRUCCHIERE<br />
CLAUDIO<br />
Via Attilio Friggeri 140<br />
tel. 06. 35347385