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ITALO PANTANI<br />

ne stabilita per la città lagunare dall’«eterna clava». Trovandosi a<br />

Venezia, comprensibilmente il Vannozzo si premura in conclusione<br />

<strong>di</strong> avvisare che a dettargli tanta in<strong>di</strong>gnazione sono i mali che la città<br />

soffre a causa dei suoi pessimi governanti, quin<strong>di</strong> l’amore stesso per<br />

la comunità che lo ospita 65 . Tuttavia, non c’è dubbio che l’enfasi<br />

posta a <strong>di</strong>fesa dell’operato <strong>di</strong> Francesco il Vecchio sottintenda una<br />

speranza ancora forte <strong>di</strong> poterne finalmente guadagnare i favori.<br />

In tale con<strong>di</strong>zione psicologica, troverebbe a mio avviso collocazione<br />

perfetta il solo testo de<strong>di</strong>cato dal Vannozzo alla propria<br />

città natale, un sonetto meritevole della massima attenzione, lungo<br />

il nostro percorso:<br />

Io me veggio mancare i sensi tutti,<br />

s’io non ritorno a la fontana viva<br />

che ’l cor mio lasso <strong>di</strong> piacer notriva<br />

e gli occhi or molli miei teneva asciutti;<br />

e farò stare i mal<strong>di</strong>centi mutti,<br />

che tanto sopra me lor bocca apriva,<br />

<strong>di</strong>cendo ch’io con frottole assentiva<br />

Venesia trista. E voi, sfacciati putti,<br />

contra <strong>di</strong> voi non <strong>di</strong>xi mai né volli,<br />

né contra la città mai <strong>di</strong>r porria<br />

ch’à fatto oggi tacere e l’acque e i colli;<br />

ma <strong>di</strong> color mi par gran fantesia,<br />

ru<strong>di</strong> intellecti, mente frali e molli,<br />

che m’àn sospecto che ciò vero sia,<br />

però ch’io fui <strong>di</strong> quel bel sito nato,<br />

sì che l’onor suo bramo e ’l buono stato. 66<br />

In realtà, è doveroso premettere, non solo questo testo offre<br />

scarsissimi in<strong>di</strong>zi circa la sua datazione, ma neppure vi risulta assolutamente<br />

in<strong>di</strong>scutibile l’identificazione con <strong>Padova</strong> della «fontana<br />

viva» che l’autore rimpiange: le <strong>di</strong>fficoltà interpretative poste<br />

dai vv. 7-8, e la povertà <strong>di</strong> documenti <strong>di</strong>sponibili circa la città <strong>di</strong><br />

nascita del Vannozzo, possono far nascere dubbi in merito, sino<br />

ad<strong>di</strong>rittura a far apparire preferibile l’ipotesi che la città natale<br />

rimpianta dal poeta sia piuttosto Venezia 67 . Eppure, tutto consi-<br />

65 Cfr. vv. 513-517: «Pesami del tuo male: / perch’io non sia Nadale – o Loredano,<br />

/ saper non te <strong>di</strong>e strano, / ch’io son pur tuo cristiano, / benché ca’ Travisano<br />

– a popol sia»).<br />

66 Son. XXVI ed. MEDIN, XX ed. MANETTI.<br />

67 Tale è almeno la conclusione che più convince R. Manetti; la quale, prima<br />

ancora che nel contributo offerto a questo convegno, già nella sua tesi <strong>di</strong> dottorato<br />

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