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ITALO PANTANI<br />

fanciullo del luogo; ma non certo con l’amicizia tra il padre <strong>di</strong> quest’ultimo<br />

e un Petrarca ancora adolescente. Questa più salda amicizia,<br />

non c’è dubbio, risale alla giovinezza avignonese del poeta: un<br />

contesto che può in effetti aver coinvolto Floriano da Rimini, non<br />

certo Vannozzo <strong>di</strong> Bencivenne 58 .<br />

L’estraneità del nostro autore all’episo<strong>di</strong>o riportato nella Sen. XI 5,<br />

se lascia il sonetto Con ciò sia cosa che quel laureato quale unico<br />

documento <strong>di</strong> una crisi <strong>di</strong> rapporti tra Petrarca e il Vannozzo, ha<br />

comunque l’effetto positivo <strong>di</strong> liberarlo da ogni tentazione <strong>di</strong> collegarlo<br />

cronologicamente a quella epistola, risalente come visto al<br />

1368. E allora, se contrasto col Petrarca davvero vi fu, riesce <strong>di</strong>fficile<br />

immaginarlo anteriore alle cor<strong>di</strong>ali corrispondenze intrattenute,<br />

nei primissimi anni settanta, con un fedelissimo del Petrarca<br />

come il Don<strong>di</strong>, e scinderlo dallo scontro con un altro ammiratore<br />

del poeta, come Checco da Lion: il che ci porta, come inizialmente<br />

ipotizzato, proprio intorno a quel 1473 in cui avvenne la prima<br />

grave crisi dei rapporti tra il Vannozzo e la corte <strong>di</strong> <strong>Padova</strong>.<br />

5. Una insod<strong>di</strong>sfatta, ma ostinata fedeltà<br />

Effetto <strong>di</strong> questa frattura, e della fuga a Venezia <strong>di</strong> un protettore<br />

come Marsilio da Carrara, non fu un <strong>di</strong>stacco definitivo dalla<br />

corte <strong>di</strong> Francesco il Vecchio, ma un lungo periodo <strong>di</strong> crescente<br />

insod<strong>di</strong>sfazione, non a caso caratterizzato dai primi importanti,<br />

seppur saltuari, contatti con i signori <strong>di</strong> Verona. Così, se esplicitamente<br />

ai «mille e trecento / anni settanta quatro» (vv. 1-2) si data<br />

58 Il tutto, ovviamente, tenendo conto dei criteri me<strong>di</strong>evali <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinzione delle<br />

età umane, secondo cui l’adolescenza si protraeva dai 14 ai 25 anni, la gioventù fino<br />

ai 45 o 50. Nel 1349, il già quarantacinquenne Petrarca rientrerebbe <strong>di</strong> misura entro<br />

i limiti della iuventus; e se accettassimo per il Vannozzo <strong>di</strong> quel tempo un’età <strong>di</strong> 4-5<br />

anni, troverebbe sostegno quanto il nostro autore si fa <strong>di</strong>re dal maestro nella sua<br />

I canzone: «surge, figliuol mio <strong>di</strong>letto, / che da quel dì ch’ussisti de le fasse / amore<br />

in un le nostre voglie serra» (vv. 18-20). Ma se un contatto amichevole tra il Petrarca<br />

e la famiglia del Vannozzo al tempo del primo arrivo del poeta a <strong>Padova</strong> fu certamente<br />

possibile, non è ad esso che può riferirsi l’ep. Sen. XI 5: perché, guardando<br />

alla sua seconda in<strong>di</strong>cazione, bisogna dedurne che l’amicizia tra un Petrarca ancora<br />

adulescens e il padre del musico superficiale non può essere posteriore al 1330,<br />

dunque a un periodo <strong>di</strong>fficilmente compatibile con un’amicizia tra il poeta e il padre<br />

del nostro Francesco (sul quale, registrato in documenti padovani come «Iohannis<br />

<strong>di</strong>ctus Vanocius q. Bencivenne de Aricio», cfr. LEVI, Francesco <strong>di</strong> Vannozzo, cit.,<br />

pp. 12-15, 461-463).<br />

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