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Tecnica e psicologia del colpo<br />
più importante nel golf<br />
a cura di<br />
Andrea Zanardelli<br />
PGA Professional & TPI Certified<br />
www.golfacademy.it
Dedicato a tutti i miei allievi.<br />
E a tutti coloro che amano questo sport.
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Aggiornamento 1.1 2012<br />
Indice dei contenuti<br />
Introduzione<br />
Perché il putting è diverso da tutti gli altri colpi → Capitolo 1<br />
Tipi di putters, bilanciamenti e tipi di pendolo → Capitolo 2<br />
Diversi modi d'impugnare il putter → Capitolo 3<br />
Il setup del corpo nel putting → Capitolo 4<br />
Allinearsi correttamente al bersaglio → Capitolo 5<br />
La meccanica del pendolo → Capitolo 6<br />
Il controllo della distanza → Capitolo 7<br />
La lettura del green → Capitolo 8<br />
La routine d'esecuzione del putt → Capitolo 9<br />
Allenare la meccanica del pendolo → Capitolo 10<br />
Allenare la sensibilità sulla distanza → Capitolo 11<br />
Allenarsi alla prestazione in campo → Capitolo 12<br />
Attitudine mentale positiva → Capitolo 13<br />
Club fitting: personalizzare il putter → Capitolo 14<br />
Putters lunghi e Yips → Capitolo 15<br />
Conclusione<br />
Chi è Andrea Zanardelli<br />
Video di supporto: www.golfacademy.it/Video/Putting<br />
Copyright © Andrea Zanardelli 2012 - Tutti i diritti riservati - Vietata qualsiasi duplicazione del presente eBook
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
INTRODUZIONE<br />
Fino a quando le regole del golf premieranno chi fa cadere la pallina in buca con il minor<br />
numero di colpi possibile, il golf riguarderà sempre il saper giocare bene con il putter. E' inutile<br />
negarlo, se vuoi giocare bene a golf ed ottenere buoni risultati devi pattare bene! Molto bene.<br />
Anzi, dovrai letteralmente innamorarti del putting e dell'arte di far rotolare la pallina in buca.<br />
Perché il putting è l'anima di questo gioco, il colpo che dà senso a tutti quelli eseguiti in<br />
precedenza. Un driver fantastico sparato a 250 metri tra un filare di alberi vale esattamente<br />
quanto un putt mancato da pochi centimetri!<br />
Sai qual'è l'unico colpo che non potrai più recuperare in campo? Il tuo secondo putt. Se quello<br />
non entra in buca allora puoi dire di aver perso irrimediabilmente un colpo.<br />
Ma per fortuna il putting è tecnicamente facile, è divertente e se forse nella tua vita non<br />
riuscirai mai a lanciare la pallina come i migliori giocatori del mondo, di certo in green potrai<br />
avere la possibilità di sfidare e battere qualsiasi campione.<br />
In questo eBook voglio quindi svelarti tutti i segreti di questo colpo che non riguardano solo la<br />
tecnica ma anche e soprattutto l'aspetto psicologico, l'attitudine mentale e la confidenza<br />
intorno alla buca.<br />
Se fino ad oggi hai odiato o dato poca importanza al putting... credo sia giunta l'ora di<br />
imparare a giocare veramente a golf!<br />
Ti auguro una buona lettura.<br />
Copyright © Andrea Zanardelli 2012 - Tutti i diritti riservati - Vietata qualsiasi duplicazione del presente eBook<br />
Brescia, Estate 2012
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 1 – Perché il putting è diverso da tutti gli altri colpi (pag. 1 di 4)<br />
PERCHE' IL PUTTING E' DIVERSO DA TUTTI GLI ALTRI COLPI<br />
Il putting è il putting. Non esiste un'altro colpo<br />
simile nel golf. Il putting è un colpo diverso da<br />
tutti gli altri per tanti motivi. Primo fra tutti<br />
perché è quello che ti fa arrabbiare di più.<br />
Quello più incostante e imprevedibile.<br />
E poi è l'unico colpo in cui la palla non vola ma<br />
rotola soltanto. In realtà anche nel putting<br />
vola, ma talmente poco che non te ne accorgi.<br />
Ciò che cambia è la tua intenzione: nel putting<br />
non vuoi far volare la palla. E questo cambia<br />
tutto.<br />
Inoltre, nel putting, la palla viene colpita<br />
piano. E questo è un fattore chiave. Non solo<br />
viene colpita piano ma viene colpita da un<br />
bastone, il putter, che presenta un loft della<br />
faccia del bastone molto basso. Da 2° a 4°<br />
circa, molto meno della metà del bastone con<br />
meno loft in sacca: il driver.<br />
Quindi, nel putting, la palla viene colpita piano<br />
da un bastone completamente diverso da tutti<br />
gli altri nella sacca. E questo ovviamente<br />
renderà le cose diverse. Molto diverse...<br />
Poiché viene colpita piano, la pallina non subisce deformazione all'impatto. Viene toccata e,<br />
senza comprimersi sulla testa del bastone, riparte. Così com'è. Nessuna risposta elastica!<br />
Non essendoci loft (o per lo meno essendoci poco loft) questa non slitta sulla faccia del<br />
bastone e se lo fa... lo fa molto poco.<br />
Per questo motivo il tempo di rimanenza a contatto tra la pallina e la faccia del putter è la più<br />
bassa di tutte: meno di 1/2000 di secondo! Sempre per questo motivo la scienza ci dice che la<br />
traiettoria della pallina viene influenzata per quasi il 90% dalla posizione della faccia del<br />
bastone all'impatto e solo per il 10% circa dalla traiettoria della testa del bastone.<br />
Ciò significa che un ipotetico taglio della pallina durante il colpo, a meno che non sia di grande<br />
entità, è praticamente trascurabile. Lo ripeto perché voglio fissartelo molto bene nella testa:<br />
un ipotetico taglio della pallina durante il colpo è praticamente trascurabile!<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 1 – Perché il putting è diverso da tutti gli altri colpi (pag. 2 di 4)<br />
Chiarito questo fondamentale concetto possiamo affermare che:<br />
Se la pallina rotola solo ed esclusivamente nella direzione verso la quale<br />
è orientata la faccia del bastone all'impatto, è altrettanto vero che<br />
la faccia del bastone all'impatto tenderà ad essere sempre orientata<br />
nella direzione verso la quale è orientata la concentrazione del giocatore!<br />
Per questo motivo il putting è un gioco in cui l'aspetto mentale influisce in proporzione ancora<br />
più alta rispetto ad altri colpi. E' un gioco nel quale è necessario dare molto spazio all'istinto e<br />
alla creatività ragionando con il lato destro del cervello.<br />
Ps: infatti le donne, se ben allenate, possono facilmente essere delle bravissime giocatrici in<br />
green! Essendo portate ad utilizzare maggiormente il lato destro del cervello e l'istinto possono<br />
davvero ottenere grandi risultati nel putting.<br />
Dal punto di vista puramente tecnico e meccanico è inoltre<br />
doveroso avere il coraggio di ammettere una grande verità:<br />
il putting è facile! Un vero gioco da bambino.<br />
Questa è una presa di coscienza che qualunque giocatore che<br />
ambisca a diventare un ottimo pattatore deve prendere e<br />
accettare.<br />
Il putting è un gioco tecnicamente facile, un gioco da<br />
bambino. Pensate al mini-golf! E' facile, tutti lo giocano!<br />
Ovviamente sto parlando di tecnica, di pura meccanica. Altra cosa è imbucare un putt in<br />
pendenza da tre metri sull'ultimo green di una gara importante. Quello è difficile, anzi, molto<br />
difficile e poco ha a che fare con la tecnica. Ma andiamo con ordine.<br />
Ora ti faccio riflettere. Se tu desideri acquisire doti tecniche nello swing del gioco lungo<br />
paragonabili a quelle di un professionista del PGA Tour, in teoria, ti servirebbero almeno<br />
10.000 ore di allenamento sia in campo che in palestra. Questo dato è uscito da uno studio<br />
scientifico effettuato da Malcolm Gladwell e descritto nel libro “Fuoriclasse, storia naturale del<br />
successo”, edito da Mondadori. E' la famosa “teoria delle diecimila ore”.<br />
Se invece desideri acquisire una meccanica nel pendolo del putting simile (o perlomeno<br />
paragonabile) a quella di un giocatore di alto livello ti possono bastare poche settimane di<br />
allenamento. Ripeto, poche settimane.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 1 – Perché il putting è diverso da tutti gli altri colpi (pag. 3 di 4)<br />
Lo so che mi stai dando del pazzo, ma ti sto parlando di tecnica, di meccanica... non di lettura<br />
del green, sensibilità sulle distanze e sangue freddo nei colpi cruciali. Per quelli non basta una<br />
vita di esperienza in gara e di certo a poco serve la sola tecnica.<br />
Non a caso alle finali del “Campionato Mondiale di Putting” ogni anno accedono non solo<br />
giocatori di golf professionisti ma anche bambini e persone comuni portatori di handicap. Il<br />
putting è davvero il gioco più democratico che ci sia!<br />
Capito e soprattutto accettato questo fondamentale concetto, possiamo tranquillamente<br />
convenire che il successo in green è determinato in percentuale da tre aspetti fondamentali:<br />
• 10% attrezzatura: è facilissimo, basta fare un fitting del putter al fine di adattare le<br />
caratteristiche del bastone alle proprie caratteristiche fisiche;<br />
• 30% abilità tecnica: è abbastanza facile, si allena in poche settimane con esercizi che<br />
stimolano la parte sinistra e quindi razionale del cervello;<br />
• 60% abilità mentali e attitudine: è la parte meno facile, si allena in più tempo con<br />
esercizi che stimolano la parte destra e quindi istintiva del cervello.<br />
Possiamo quindi riconoscere quattro diversi gruppi di pattatori:<br />
1. Gruppo “sprovveduti”: ne fa parte la maggior parte<br />
dei giocatori, i quali solitamente non curano nessuno<br />
dei tre aspetti. Comprano il primo putter che trovano in<br />
pro-shop, non prendono lezioni di tecnica, variano<br />
spesso impostazione e impugnatura e non hanno la più<br />
pallida idea di cosa fare o pensare durante il colpo.<br />
Risultato? Prova ad indovinare. Talvolta, però, sono<br />
fortunati perché il putter casualmente acquistato,<br />
altrettanto casualmente risulta essere della lunghezza<br />
giusta e del bilanciamento giusto per loro. In ogni caso<br />
non vanno oltre il 10% di rendimento in green!<br />
2. Gruppo “tecnici”: ne fanno parte i maniaci della<br />
tecnica, quelli che sanno tutto di grip, setup, pendolo,<br />
polsi, braccia, triangolo, faccia del bastone square,<br />
eccetera, eccetera, eccetera. Quelli che colpiscono bene<br />
la pallina e la fanno rotolare bene... ma sbordano<br />
sempre! Sono i pattatori sfortunati! Quelli che si<br />
lamentano sempre, che toccano sempre i bordi ma la<br />
palla non casca mai... nonostante passino ore ad<br />
allenarsi in putting green! A volte possiedono un putter<br />
perfetto ma non vanno oltre il 40% di rendimento in<br />
green. A loro sfugge qualcosa, sfugge la parte istintiva<br />
ed invisibile del putting. Quella più importante... A<br />
Ti riconosci?<br />
Bernard Langer ha<br />
avuto molti problemi<br />
sul green...<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 1 – Perché il putting è diverso da tutti gli altri colpi (pag. 4 di 4)<br />
questo gruppo sono appartenuti il grande Ben Hogan ed<br />
il tedesco Bernard Langer, famosi per essere stati dei<br />
grandi giocatori... da tee a green (e basta).<br />
3. Gruppo “artisti”: ne fanno parte i giocatori più<br />
eccentrici ed istintivi (sicuramente ne conosci uno anche<br />
tu). E' quello che ti fa imbestialire ogni volta che imbuca<br />
con il suo modo strano d'impugnare e di mettersi di<br />
fronte alla pallina. Quello famoso al circolo perché<br />
mette i piedi tutti storti, s'ingobbisce e muove i polsi.<br />
Quello che imbuca da tutte le parti e non si capisce<br />
come faccia. Esatto, è proprio lui. E quelli come lui sono<br />
quelli che pensano meno, i più istintivi. Quelli che<br />
possiedono, senza saperlo, il 60% di ciò che serve per<br />
imbucare una pallina da golf. A volte possiedono un<br />
putter perfetto e così, allenandosi la metà dei supertecnici,<br />
possono raggiungere il 70% di rendimento in<br />
green. A questo gruppo è appartenuto in passato il<br />
sudafricano Bobby Locke ed oggi il campione Bubba<br />
Watson. Ed oltre a loro molti bambini che purtroppo,<br />
crescendo, perderanno presto la loro innata abilità<br />
intorno alla buca.<br />
4. Gruppo “campioni”: infine ci sono i grandi pattatori.<br />
Quelli che hanno curato nei minimi dettagli la<br />
meccanica del pendolo rendendola semplice e ripetitiva<br />
e che quando giocano sono totalmente focalizzati<br />
sull'unico scopo: imbucare. Ovviamente giocano sempre<br />
un putter perfetto per loro perché nulla è lasciato al<br />
caso prima di scendere in campo ma quando sono<br />
davanti alla pallina non pensano. Semplicemente<br />
imbucano. A questo gruppo appartengono pochi<br />
giocatori tra cui i migliori sono stati Tiger Woods e Ben<br />
Crenshaw.<br />
Il grande Bobby Locke<br />
giocava il putt tagliandolo<br />
dall'interno verso l'esterno<br />
con la faccia del bastone<br />
chiusa!<br />
Il grandissimo Ben<br />
Crenshaw in green<br />
sembrava un angelo<br />
E tu che pattatore vuoi essere? Nei prossimi capitoli ti spiegherò come costruire, allenare e<br />
consolidare una tecnica corretta.<br />
Ti insegnerò come scegliere ed adattare il putter alle tue caratteristiche fisiche.<br />
Ma soprattutto... ti spiegherò come allenare e sviluppare il lato destro del cervello al fine di<br />
smettere di far rotolare meravigliosamente bene la pallina a bordo buca e iniziare a farla<br />
rotolare semplicemente... in buca!<br />
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Capitolo 2 – Tipi di putters, bilanciamenti e tipi di pendolo (pag. 1 di 5)<br />
TIPI DI PUTTERS, BILANCIAMENTI E TIPI DI PENDOLO<br />
Esistono diversi tipi di putters che differiscono per forma, lunghezza e bilanciamento. Più<br />
avanti, nel capitolo dedicato alla personalizzazione del proprio putter, ti spiegherò come<br />
individuare la giusta lunghezza, il giusto diametro di grip ed il giusto angolo di lie per far sì che<br />
questo ti permetta di assumere una posizione non solo comoda ma anche e soprattutto biomeccanicamente<br />
ideale ad ottenere lo scopo: far rotolare la pallina dritta sulla linea di tiro.<br />
Prima di affrontare gli aspetti tecnici e meccanici del putting (e certamente molto prima di<br />
affrontare quelli mentali e psicologici) è opportuno capire meglio l'attrezzato che si tiene in<br />
mano se desideri migliorare il tuo gioco in green.<br />
Insomma, ti presento, il putter! Cerca di conoscerlo bene e di fartelo diventare amico perché<br />
ne avrai bisogno! Parecchio bisogno...<br />
Come ti dicevo, esistono diverse forme di teste di putter che possiamo racchiudere in tre<br />
diverse tipologie:<br />
• blade: teste a forma rettangolare con base stretta;<br />
• mallet: teste a forma semicircolare con base di media larghezza;<br />
• allungata: teste a forma variabile con base larga per favorire l'allineamento.<br />
Esempi di testa blade Esempi di testa mallet Esempi di testa allungata<br />
Le teste blade sono le più comuni, con forme molto classiche, caratterizzate da un segno di<br />
allineamento piccolo (una piccola linea o un puntino) o addirittura assente.<br />
Le teste mallet sono considerate anch'esse classiche e sono caratterizzate da un segno di<br />
allineamento leggermente più lungo.<br />
Le teste allungate sono invece di concezione più moderna e sono totalmente orientate<br />
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Capitolo 2 – Tipi di putters, bilanciamenti e tipi di pendolo (pag. 2 di 5)<br />
nell'aiutare il giocatore ad allinearsi al bersaglio. Inoltre, per via della forma, offrono un MOI<br />
(momento d'inerzia) della testa del bastone più alto, ossia una più alta stabilità della testa nei<br />
colpi presi fuori dal centro della faccia (lo sweet-spot).<br />
Sulla carta dovrebbero essere quindi le migliori, ma in realtà non sempre è così in quanto,<br />
come vedremo, il putting è un gioco in cui la mente ha grossa influenza. Il gusto personale ha,<br />
quindi, priorità assoluta sulla scelta della forma ideale di putter.<br />
Diverso è invece, a parità di forma, la scelta del bilanciamento ideale del proprio putter.<br />
Tipi di bilanciamento<br />
All'interno della stessa forma di putter (blade,<br />
mallet o allungata), è possibile riconoscere tre<br />
diversi bilanciamenti:<br />
• face-balanced: il baricentro del putter<br />
è al centro della faccia del bastone;<br />
• mid-hang: il baricentro del putter è<br />
leggermente spostato verso il tacco;<br />
• toe-down: il baricentro del putter è<br />
completamente spostato sul tacco.<br />
Esempi di teste<br />
face-balanced.<br />
La faccia del bastone è<br />
parallela al terreno.<br />
Esempi di teste<br />
mid-hang.<br />
La faccia del bastone è<br />
inclinata di circa 45°.<br />
Esempi di teste<br />
toe-down.<br />
La faccia del bastone è quasi<br />
perpendicolare al terreno.<br />
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Capitolo 2 – Tipi di putters, bilanciamenti e tipi di pendolo (pag. 3 di 5)<br />
A differenza della forma, che dovrebbe essere scelta dal giocatore in base al suo gusto<br />
personale, il bilanciamento ha invece un effetto importante sulla tecnica e il rotolo della pallina<br />
e dovrebbe essere scelto con criterio.<br />
Bisogna quindi sapere questa regola: più il baricentro del putter è spostato verso il<br />
tacco, meno la faccia del bastone tenderà a chiudersi durante il colpo.<br />
Tipi di pendolo<br />
Mentre la scelta della forma è un aspetto puramente personale, la scelta del baricentro<br />
dovrebbe essere in funzione del tipo di pendolo, ossia del tipo di arco seguito dal tuo putter.<br />
Esistono tre tipi di pendolo:<br />
• pendolo molto dritto: in un putt da 3 metri la faccia del bastone di apre e si chiude<br />
durante lo swing di massimo 3 gradi;<br />
• pendolo ad arco leggero: in un putt da 3 metri la faccia del bastone di apre e si<br />
chiude durante lo swing di 4-6 gradi;<br />
• pendolo ad arco accentuato: in un putt da 3 metri la faccia del bastone di apre e si<br />
chiude durante lo swing di 7 gradi e oltre.<br />
Pendolo molto dritto Pendolo leggermente arcuato Pendolo molto arcuato<br />
A tale scopo è necessario sapere quanto marcata è la propria attitudine a richiudere la faccia<br />
del bastone durante il movimento e, di conseguenza, scegliere il bilanciamento più adeguato:<br />
• Poca tendenza a chiudere la faccia: si consiglia un bilanciamento face-balanced.<br />
• Media tendenza a chiudere la faccia: si consiglia un bilanciamento mid-hang.<br />
• Molta tendenza a chiudere la faccia: si consiglia un bilanciamento toe-down.<br />
Ok, ma come faccio a sapere con che tendenza richiudo la faccia del bastone durante il<br />
pendolo? Domanda legittima. Ti rispondo... Ci sono tre metodi.<br />
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Capitolo 2 – Tipi di putters, bilanciamenti e tipi di pendolo (pag. 4 di 5)<br />
Il primo è misurando in modo elettronico il proprio pendolo. E'<br />
possibile farlo utilizzando un iPhone 4 o iPod Touch, scaricando<br />
l'app gratuita iPING e acquistando l'apposito supporto da<br />
montare sullo shaft. E' molto facile, attacchi il tuo Apple device<br />
allo shaft del tuo putter ed esegui cinque colpi da tre metri di<br />
distanza dalla buca. L'applicazione iPING ti dirà esattamente<br />
che tipo di bilanciamento sarebbe ideale per te! E non solo, ti<br />
svelerà anche il ritmo del tuo pendolo e la posizione della<br />
faccia del putter all'impatto! Geniale.<br />
Il secondo è misurando in modo visivo il proprio pendolo.<br />
Posiziona una stecca da allineamento sotto il putter e cerca di<br />
capire quanto la punta del putter si allontana da questa linea.<br />
Se si allontana molto poco significa che il pendolo segue un<br />
arco leggero (favorisci un bilanciamento mid-hang), se si<br />
allontana tanto allora segue un arco accentuato (preferisci un<br />
bilanciamento toe-down). Se non si allontana per niente allora<br />
muovi il putter su una traiettoria molto dritta (scegli senza<br />
dubbio un putter face-balanced).<br />
Arco dritto = face-balanced Arco leggero = mid-hang Arco accentuato = toe-down<br />
Il terzo è osservando il rotolo della pallina: se questa tende ad<br />
andare spesso a sinistra rispetto a dove miri, allora dovresti<br />
preferire un bilanciamento toe-down.<br />
Viceversa, se tende ad andare a destra, preferisci un<br />
bilanciamento del putter face-balanced.<br />
Se invece va dritta... allora è perfetto! :-)<br />
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Capitolo 2 – Tipi di putters, bilanciamenti e tipi di pendolo (pag. 5 di 5)<br />
Indicatore di mira: quale scegliere?<br />
Le teste dei putters possono essere:<br />
• totalmente prive di segni;<br />
• dotate di un semplice puntino;<br />
• dotate di un linea corta;<br />
• dotate di una linea di media lunghezza;<br />
• dotate di una linea lunga.<br />
La scelta del tipo di segno di allineamento che desideri vedere sul tuo putter dipende dal tuo<br />
personale modo di concepire il putting e dal tuo gusto estetico. Io personalmente amo vedere<br />
un segno molto piccolo, un puntino oppure una linea corta.<br />
Altri giocatori desiderano vedere una linea più lunga poiché questa li aiuta ad allineare il putter<br />
in posizione di address e li aiuta a muoverlo più dritto.<br />
Altri giocatori ancora, specialmente quelli che tendono a tagliare la pallina, preferiscono non<br />
vedere nulla poiché desiderano essere liberi di muovere il putter in modo più istintivo senza<br />
ricevere feedback del movimento della testa.<br />
E' quindi puramente una scelta personale, frutto di un compromesso tra semplice estetica,<br />
aiuto nell'allineamento alla buca e confidenza visiva durante il pendolo.<br />
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Capitolo 3 – Diversi modi d'impugnare il putter (pag. 1 di 7)<br />
DIVERSI MODI D'IMPUGNARE IL PUTTER<br />
Durante il pendolo del putting, a differenza dello swing del gioco lungo, le mani ed i polsi<br />
rimangono fermi e stabili. Per questo motivo è possibile impugnare il bastone in diversi modi.<br />
Ciò che conta, infatti, è semplicemente garantire l'allineamento della faccia del bastone square<br />
al bersaglio all'impatto con costanza. Non ci sono esigenze legate alla potenza del colpo, come<br />
nel gioco lungo. Qualunque impugnatura soddisfi questo requisito è considerata corretta.<br />
Tuttavia, esiste una posizione riconosciuta come la più diffusa, logica e corretta. Una posizione<br />
utilizzata dalla maggioranza dei professionisti e dei buoni giocatori in genere. Prima di<br />
descriverla è però importante chiarire due concetti:<br />
1. nel gioco lungo le mani devono obbligatoriamente essere posizionate in modo<br />
specifico sul bastone poiché si muovono e reagiscono alla rotazione del bastone<br />
intorno al corpo;<br />
2. nel putting è considerata corretta qualsiasi posizione delle mani che permetta al<br />
giocatore di mantenere con costanza i polsi stabili e la faccia del bastone square al<br />
bersaglio durante il movimento.<br />
E' proprio per questo motivo che le regole del golf permettono di adottare sul proprio putter (e<br />
solo sul proprio putter) un manico (il grip) dalla forma non perfettamente circolare ma più<br />
ergonomica, con la superficie superiore piatta ed il profilo tendente all'ovale.<br />
Detto questo, ti illustro quella che viene considerata l'impugnature più adatta a tale scopo e, di<br />
conseguenza, la più diffusa tra i migliori giocatori al mondo: la reverse-overlap.<br />
Per prima cosa il bastone viene posizionato<br />
trasversalmente nella mano sinistra, con il<br />
dorso parallelo al bersaglio.<br />
A differenza della classica impugnatura di un<br />
normale ferro, il bastone è posizionato<br />
leggermente più alto e in verticale rispetto al<br />
palmo al fine di favorire una presa più stabile<br />
nella mano e soprattutto di limitare, durante lo<br />
swing, il movimento del polso sinistro.<br />
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Capitolo 3 – Diversi modi d'impugnare il putter (pag. 2 di 7)<br />
Nota la differenza con la posizione del bastone<br />
nell'esecuzione di uno swing completo. Questo<br />
viene posizionato tra la base del palmo e la<br />
prima falange del dito indice.<br />
Nel putting viene posizionato tra il centro del<br />
palmo e la prima falange del dito indice.<br />
Anche nell'impugnatura del putter sono le dita<br />
a mantenere il bastone saldo, anche se ora è<br />
possibile che tra il bastone ed il mignolo si<br />
formi un piccolo spazio o un piccolo buco<br />
causato dalla posizione leggermente più alta<br />
nel palmo del bastone.<br />
Visto frontalmente, la posizione della mano<br />
sinistra presenta il pollice disteso in asse con il<br />
bastone e il dorso perfettamente parallelo alla<br />
faccia del bastone e quindi anche al bersaglio.<br />
Proprio per mantenere una migliore relazione<br />
tra palmi, faccia del bastone e bersaglio, il grip<br />
del putter è l'unico al quale le regole<br />
permettono di non avere obbligatoriamente<br />
sezione circolare ma di avere un lato piatto sul<br />
quale, appunto, si appoggiano i pollici in linea<br />
tra loro.<br />
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Capitolo 3 – Diversi modi d'impugnare il putter (pag. 3 di 7)<br />
La mano destra si posiziona sotto la sinistra,<br />
impugnando il bastone maggiormente nelle<br />
dita.<br />
Per poterlo fare è necessario prima alzare il<br />
dito indice della mano sinistra.<br />
Il palmo è in relazione alla faccia del bastone,<br />
parallelo al bersaglio, e aderisce in modo<br />
uniforme al pollice della mano sinistra,<br />
impugnandolo.<br />
Il dito indice della mano sinistra si sovrappone<br />
alle dita della mano destra, ancorandosi tra il<br />
dito medio e quello anulare.<br />
Da qui il nome di "overlap rovesciato".<br />
Vista frontalmente, un'impugnatura corretta<br />
del putter presenta i pollici di entrambe le<br />
mani in asse con lo shaft, con i palmi e i dorsi<br />
paralleli tra loro e in relazione sia alla faccia<br />
del bastone che al bersaglio.<br />
In questo modo le mani sono molto ben unite<br />
tra loro e tenderanno a muoversi insieme<br />
durante il corto ma preciso swing del putt.<br />
Soprattutto, questo tipo d'impugnatura vuole<br />
inibire l'azione involontaria dei polsi, che<br />
andrebbe a modificare la posizione tecnica più<br />
importante nel putting: quella della faccia del<br />
bastone all'impatto.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 3 – Diversi modi d'impugnare il putter (pag. 4 di 7)<br />
Come puoi osservare in questa fotografia, le<br />
mani vengono posizionate dritte e parallele tra<br />
loro sul bastone.<br />
Questa posizione è molto importante per<br />
creare una relazione ben definita tra esse e la<br />
faccia del bastone.<br />
Nel putting tutto dev'essere parallelo al<br />
bersaglio e alla faccia del bastone al fine di<br />
favorire in modo naturale la faccia del bastone<br />
rivolta al bersaglio all'impatto.<br />
Varianti nella posizione dell'indice sinistro<br />
Giocatori con lunghezze e forma di mani diverse possono trovare diverse posizioni dell'indice<br />
della mano sinistra sulle dita della mano destra. Vediamo quali.<br />
Indice più alto, tra il mignolo<br />
ed il medio della mano destra.<br />
Indice più basso, tra l'indice e<br />
l'anulare della mano destra.<br />
Indice completamente disteso<br />
verso il pollice della mano<br />
destra.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 3 – Diversi modi d'impugnare il putter (pag. 5 di 7)<br />
Un errore molto diffuso ed istintivo è quello<br />
che io chiamo “indice da mini-golf”. Si tratta<br />
dell'indice della mano destra disteso lungo il<br />
fianco del bastone.<br />
Questa posizione è da evitare poiché tende ad<br />
influire sulla posizione della faccia del bastone<br />
all'impatto!<br />
Infatti, l'indice allungato tende a “spingere” la<br />
pallina, facendo cedere il polso sinistro<br />
all'impatto.<br />
La giusta pressione<br />
La pressione delle mani sul putter può variare da persona a persona ed essere più o meno<br />
leggera.<br />
Nonostante sia assolutamente da evitare una pressione troppo forte che ti farebbe perdere<br />
controllo e sensibilità, qualunque sceglierai di adottare è importante tu la mantenga costante<br />
durante l'esecuzione del colpo.<br />
Personalmente preferisco avere ed insegnare una presa del putter con poca pressione delle<br />
mani per favorire tocco e sensibilità e per evitare d'irrigidire inutilmente le braccia che<br />
impedirebbero un'azione fluida e libera del bastone.<br />
Tuttavia, la sensazione che l'impugnatura ti deve trasmettere è quella di stabilità del bastone<br />
nelle mani, di sensibilità nelle dita e di scioltezza nelle braccia e nelle spalle. Adegua quindi<br />
la presa al fine di trovarle tutte e tre.<br />
A questo scopo è utile ricordare che, al contrario, una presa troppo leggera produrrebbe<br />
un'azione eccessiva dei polsi durante il movimento e certamente un impatto poco solido.<br />
Per trovare la giusta pressione nelle mani prova ad eseguire questo semplice esercizio.<br />
Impugna il tuo putter e posiziona il tuo piede sinistro in avanti, al posto della pallina. Esegui<br />
qualche pendolo colpendoti il lato della scarpa con la testa del putter.<br />
Cerca di farlo trovando un ritmo fluido e sinuoso di spalle e braccia e allo stesso tempo trova la<br />
pressione necessaria nelle mani a mantenere il bastone stabile all'impatto con la scarpa.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 3 – Diversi modi d'impugnare il putter (pag. 6 di 7)<br />
Scoprirai che all'aumentare del pendolo (e della conseguente velocità d'impatto) dovrai<br />
assumere in modo istintivo una pressione maggiore rispetto ad un pendolo più breve ed un<br />
colpo più corto. Questo esercizio è semplice quanto geniale! In pratica è l'impact-bag da<br />
putting!<br />
Un altro ottimo accorgimento per gestire al meglio la pressione<br />
e la tensione di mani, braccia e spalle è quello di mantenere il<br />
putter sollevato da terra in attesa d'iniziare il pendolo.<br />
Questo accorgimento ti aiuta ad iniziare il movimento con un<br />
ritmo più fluido e ti aiuta a mantenere in modo istintivo una<br />
pressione muscolare costante in tutto il corpo.<br />
Metodi alternativi per impugnare un putter<br />
Oltre all'impugnatura reverse-overlap, esistono<br />
altre impugnature molto diffuse.<br />
La prima è quella denominata a mani<br />
invertite o cross-handed, simile alla reverseoverlap<br />
con la differenza che la mano destra<br />
viene posizionata più alta rispetto alla sinistra<br />
anziché più bassa.<br />
Questa impugnatura è amata dai giocatori che<br />
tendono a flettere il polso sinistro durante il<br />
pendolo poiché conferisce la sensazione di<br />
mantenere il polso più facilmente piatto e<br />
quindi fermo.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 3 – Diversi modi d'impugnare il putter (pag. 7 di 7)<br />
Una terza impugnatura è quella denominata<br />
ad artiglio o claw-grip.<br />
In questa impugnatura la mano sinistra si<br />
posiziona alta mentre la destra si posiziona<br />
sotto e staccata da essa, incastrando il<br />
bastone tra il pollice e l'indice destro.<br />
E' consigliato posizionare ll gomito destro<br />
staccato dal fianco e in linea con lo shaft e le<br />
mani.<br />
Ma desidero ricordarti un'ultima volta che nel putting l'impugnatura corretta è<br />
semplicemente quella che ti permetterà, con costanza e facilità, di mantenere la<br />
faccia del bastone ferma durante il pendolo.<br />
Prova inizialmente la reverse-overlap, sono sicuro darà anche a te la sensazione migliore. Solo<br />
se dovessi riscontrare problemi di gioco ti consiglio di provare impugnature alternative fino a<br />
scoprire quella più adatta al tuo stile.<br />
Talvolta è possibile scegliere un'impugnatura di riserva da adottare in via “provvisoria” nei<br />
momenti in cui si sente il bisogno di ritrovare fiducia e sentire un feeling diverso nelle mani al<br />
fine di “dimenticare” sensazioni negative dovute ad un periodo di scarsi risultati in green.<br />
Ma non incorrere nell'errore di cambiare continuamente presa. Ricordati! Le mani nel gioco del<br />
putting sono ferme e poco importa come le posizioni. L'importante è che tu, un volta<br />
posizionate, le mantenga ferme!<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 4 – Il setup del corpo nel putting (pag. 1 di 6)<br />
IL SETUP DEL CORPO NEL PUTTING<br />
La posizione del corpo nel putting deve favorire un corretto pendolo delle braccia e del putter<br />
sotto le spalle in direzione del bersaglio.<br />
I piedi sono larghi quanto le spalle, con le<br />
punte perpendicolari alla linea di tiro. Questa<br />
posizione è importante per aiutare la<br />
visualizzazione della linea sulla quale far<br />
rotolare la pallina.<br />
Le ginocchia sono leggermente piegate verso<br />
le punte, quel tanto che serve per garantire<br />
stabilità al corpo ed il massimo equilibrio sulla<br />
pianta dei piedi.<br />
Il peso è distribuito equamente su entrambi i<br />
piedi, con una leggera preferenza, se si<br />
desidera, su quello sinistro.<br />
Le braccia non sono tese né piegate ma semplicemente distese in modo naturale sotto le<br />
spalle e rilassate. I gomiti leggermente flessi e rivolti all'interno verso i fianchi.<br />
Il busto è flesso verso la palla abbastanza da<br />
permettere alle braccia di muoversi<br />
liberamente sotto le spalle con i gomiti davanti<br />
ai fianchi.<br />
Le mani sono sulla perpendicolare delle spalle<br />
al terreno per permettere alla testa del<br />
bastone di muoversi restando molto vicino alla<br />
linea del bersaglio.<br />
Gli avambracci sono in linea con lo shaft del<br />
bastone mentre gli occhi sono perfettamente<br />
posizionati sopra la linea di tiro, perpendicolari<br />
ad essa.<br />
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E' importante notare che la posizione della<br />
schiena nel putting differisce da quella assunta<br />
con un normale ferro.<br />
Infatti non è dritta ma più ricurva verso la<br />
palla in quella che viene denominata postura a<br />
“C” della colonna.<br />
Questa posizione permette alle spalle, ossia<br />
alla parte superiore della schiena (quella<br />
responsabile del movimento del pendolo) di<br />
trovarsi parallela al terreno.<br />
In questo modo il pendolo risulterà essere il<br />
più possibile in linea con il bersaglio, riducendo<br />
la tendenza naturale che le braccia hanno di<br />
ruotare la faccia del bastone durante il<br />
movimento.<br />
Da vista posteriore è possibile notare come i<br />
gomiti non siano larghi tra loro ma ben<br />
orientati verso i fianchi. Inoltre, puoi notare la<br />
posizione più in linea della schiena al fine di<br />
mantenere le spalle più parallele al terreno<br />
rispetto ad un setup da swing completo.<br />
La posizione della pallina<br />
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Capitolo 4 – Il setup del corpo nel putting (pag. 2 di 6)<br />
La pallina andrebbe posizionata appena davanti al punto più<br />
basso dell'arco dello swing, ossia all'inizio dell'up-swing del<br />
pendolo del putter.<br />
In questo modo è possibile conferire alla pallina un ottimale<br />
rotolo in top-spin, evitando che saltelli sul green.<br />
Questa posizione corrisponde alla linea della tua<br />
guancia sinistra. Per capire meglio la posizione corretta della<br />
pallina in relazione agli occhi è sufficiente osservare questa<br />
fotografia. Gli occhi sono appena a destra della pallina!<br />
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Deloftare il bastone<br />
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Capitolo 4 – Il setup del corpo nel putting (pag. 3 di 6)<br />
Al fine di ottimizzare il loft del bastone (riducendolo di un paio di gradi per favorire un miglior<br />
rotolo della pallina) è utile inclinare leggermente lo shaft del putter verso il bersaglio, lasciando<br />
che il tappo punti appena a sinistra dell'ombelico. Su green molto alti e lenti, invece, è<br />
consigliato mantenere le mani più centrali poiché avrai bisogno di più loft per far sentire meno<br />
alla pallina le imperfezioni del terreno.<br />
Posizione ottimale delle mani<br />
in green più alti e lenti.<br />
La posizione dei piedi<br />
Al fine di favorire una migliore<br />
visualizzazione della linea di<br />
tiro e facilitare una traiettoria<br />
dritta del pendolo, fai<br />
attenzione a posizione le punte<br />
dei piedi perpendicolari<br />
rispetto alla linea del colpo<br />
evitando una posizione dei<br />
piedi aperta verso l'esterno.<br />
Posizione ottimale delle mani<br />
in green più corti e veloci.<br />
posizione non corretta posizione corretta<br />
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Capitolo 4 – Il setup del corpo nel putting (pag. 4 di 6)<br />
Le due posizioni più importanti da controllare<br />
Al fine di rendere la meccanica del putting un gesto automatico ed efficace, evitando la<br />
rotazione della faccia del bastone durante il pendolo e al fine di allineare la faccia del putter<br />
correttamente con costanza, devi porre attenzione a due posizioni tecniche fondamentali.<br />
La prima è la posizione delle mani<br />
perpendicolare alle spalle.<br />
Queste devono trovarsi esattamente sotto le<br />
spalle per favorire un pendolo perfetto di<br />
braccia e bastone. I gomiti possono invece<br />
stare interni alle spalle.<br />
La seconda posizione è quella degli occhi<br />
perpendicolari alla linea di tiro.<br />
Se ciò non accade, ad ogni putt di diversa<br />
distanza guarderesti la buca da un'angolazione<br />
differente, causando confusione visiva e<br />
favorendo imprecisione nel tuo allineamento.<br />
Una posizione delle mani troppo alta ed esterna alle spalle ti porterebbe a sviluppare una<br />
traiettoria troppo interna della testa del putter.<br />
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Capitolo 4 – Il setup del corpo nel putting (pag. 5 di 6)<br />
Al contrario, una posizione delle mani troppo bassa ed interna alle spalle ti porterebbe a<br />
sviluppare una traiettoria troppo esterna della testa del putter.<br />
Posizione più alta del corpo<br />
Alcuni giocatori preferiscono adottare una posizione più alta e meno inclinata della schiena. La<br />
comodità nel putting è un fattore primario e per questo motivo, nonostante dal punto di vista<br />
bio-meccanico la posizione più inclinata della schiena permetta un pendolo più dritto, molti<br />
giocatori ottengono risultati migliori adottando una posizione più alta e comoda. Tra questi<br />
Tiger Woods.<br />
Questi giocatori hanno gli occhi appena<br />
interni alla linea di tiro e le spalle non<br />
parallele al terreno. Tenderanno, quindi,<br />
a muovere il putter su una traiettoria più<br />
curva.<br />
Questi giocatori dovrebbero evitare putters<br />
face-balanced preferendo bilanciamenti midhang<br />
o toe-down.<br />
Ricordati sempre che la tua personale “comodità" ha priorità su ogni cosa. Il<br />
sentirsi comodi e confidenti davanti alla pallina è talvolta più importante che<br />
l'essere corretti dal punto di vista accademico.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 4 – Il setup del corpo nel putting (pag. 6 di 6)<br />
Routine per assumere un buon setup nel putting<br />
In posizione eretta unisci i<br />
gomiti ai fianchi e posiziona il<br />
putter parallelo al terreno.<br />
Mantenendo la gambe distese,<br />
fletti il busto in avanti<br />
curvando la schiena a “C”.<br />
Infine, fletti le ginocchia verso<br />
le punte dei piedi e trova il<br />
massimo equilibrio.<br />
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Capitolo 5 – Allinearsi correttamente al bersaglio (pag. 1 di 5)<br />
ALLINEARSI CORRETTAMENTE AL BERSAGLIO<br />
Per capire l'importanza dell'allineamento nel putting basta ricordare il fatto che in questo colpo<br />
la pallina, a differenza dei colpi lunghi, non subisce nessuna compressione all'impatto con la<br />
testa del putter per via della sua bassa velocità.<br />
Ciò significa che questa tenderà a partire e a<br />
rotolare principalmente dove mira la faccia del<br />
putter all'impatto e meno in direzione della<br />
traiettoria della testa del bastone.<br />
A tale scopo sarà importante posizionare prima<br />
di tutto la faccia del putter parallela al<br />
bersaglio e tutte le parti del corpo<br />
perpendicolari ad essa, ossia perfettamente<br />
parallele alla linea del putt, al fine di garantire<br />
il mantenimento square della faccia del putter.<br />
La faccia del putter<br />
Per questo motivo l'allineamento della faccia<br />
del putter è sicuramente l'elemento più<br />
importante nel determinare la riuscita del<br />
colpo.<br />
Cura sempre con molta attenzione la tua mira<br />
aiutandoti con strumenti che ti possano<br />
assicurare la corretta posizione della faccia del<br />
bastone al bersaglio (come le stecche da<br />
allineamento o due ferri della tua sacca).<br />
Un ottimo esercizio per allenare la capacità di<br />
allineamento è pattare sulla linea di gesso<br />
segnata sul green o su un tappeto con disegni<br />
geometrici in casa.<br />
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Le linee del corpo<br />
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Capitolo 5 – Allinearsi correttamente al bersaglio (pag. 2 di 5)<br />
Essendo il putter azionato da spalle e braccia insieme è<br />
fondamentale allineare le spalle ed i gomiti paralleli alla linea<br />
di tiro nonché gli occhi, che guidano istintivamente il<br />
movimento di tutto lo swing sulla giusta linea.<br />
Infine, è buona cosa cercare di allineare anche fianchi e punta<br />
dei piedi. Ma questi hanno minor influenza e, se non ti senti<br />
comodo, puoi cercare la posizione della parte inferiore che più<br />
ti piace.<br />
Molti campioni, come Jack Nicklaus, si trovano bene con uno<br />
"stance" dei piedi leggermente aperto perché permette loro di<br />
vedere meglio la linea di tiro dietro alla pallina.<br />
Le spalle<br />
La seconda parte del corpo più importante da<br />
allineare parallela alla linea di tiro sono le<br />
spalle. Queste sono il principale responsabile<br />
della traiettoria del pendolo e dovranno,<br />
quindi, essere accuratamente orientate.<br />
In special modo, è molto facile incorrere<br />
nell'errore di orientare le spalle “aperte”, ossia<br />
orientate a sinistra della buca perché la spalla<br />
destra spesso tende a spostarsi in avanti.<br />
Verifica costantemente di non commettere<br />
questo errore.<br />
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Gli occhi<br />
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Capitolo 5 – Allinearsi correttamente al bersaglio (pag. 3 di 5)<br />
Gli occhi sono la terza cosa più importante da<br />
allineare.<br />
Infatti, influiscono sull'istinto con il quale<br />
guiderai il putter al fine di far rotolare la<br />
pallina in buca.<br />
Se la tua visuale non è allineata al bersaglio,<br />
guiderai la pallina altrove!<br />
I gomiti<br />
I gomiti sono la quarta parte del corpo più<br />
importante da allineare e sono direttamente<br />
influenzati dall'allineamento delle spalle.<br />
E' molto importante curarne l'allineamento<br />
poiché influenzano fortemente la rotazione<br />
delle braccia e quindi della faccia del bastone<br />
durante il pendolo.<br />
Quando sono allineati nel modo corretto<br />
dovrebbero nascondersi a vicenda, come in<br />
questa fotografia.<br />
In queste due fotografie puoi<br />
notare le posizioni non<br />
allineate dei gomiti: aperta<br />
verso sinistra e chiusa verso<br />
destra.<br />
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Fianchi, ginoccia e piedi<br />
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Capitolo 5 – Allinearsi correttamente al bersaglio (pag. 4 di 5)<br />
Nel putting la parte inferiore del corpo non<br />
lavora durante l'esecuzione del colpo, per<br />
questo motivo la sua posizione è meno<br />
rilevante.<br />
Tuttavia, allineare con cura fianchi e ginocchia<br />
anch'essi paralleli alla linea di tiro ed i piedi sia<br />
paralleli che dritti aiuta il giocatore ad allineare<br />
la parte alta del corpo, quella più importante.<br />
Cosa influenza cosa<br />
Ora che hai capito come allineare perfettamente il tuo putter ed il tuo corpo al bersaglio, voglio<br />
ricordarti un'ultima volta da cosa viene influenzato principalmente il rotolo della tua pallina<br />
verso la buca. Più divieni consapevole di queste dinamiche, maggiore sarà la tua capacità di<br />
auto-correggerti in campo.<br />
1. La palla rotola in direzione della faccia del bastone e secondariamente in direzione della<br />
testa del bastone.<br />
2. Le spalle influenzano la traiettoria della testa del putter e aiutano l'allineamento degli<br />
occhi.<br />
3. Gli occhi influenzano istintivamente l'allineamento della faccia del putter in partenza e la<br />
traiettoria della testa del putter durante il pendolo.<br />
4. I gomiti influenzano la rotazione della faccia del putter durante il pendolo.<br />
5. I fianchi, le ginocchia ed i piedi aiutano l'allineamento della parte superiore del corpo.<br />
6. Le punte dei piedi dritte aiutano a muovere la testa del putter in linea con la buca.<br />
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Segnare la pallina<br />
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Capitolo 5 – Allinearsi correttamente al bersaglio (pag. 5 di 5)<br />
Molti giocatori amano segnare la propria pallina con una linea<br />
per aiutarsi ad allinearsi al bersaglio. Questo accorgimento può<br />
essere un aiuto se non distrae eccessivamente il giocatore dal<br />
pensare alla linea di tiro ed al bersaglio.<br />
E' utile soprattutto a giocatori molto “visivi”, abituati a fidarsi<br />
solo di ciò che vedono, con difficoltà ad immaginare la linea di<br />
tiro.<br />
E' un accorgimento invece meno adatto a giocatori più<br />
“cinestesici”, ossia più abituati ad ascoltare le sensazioni<br />
interne, con buona capacità di visualizzare ed immaginare in<br />
modo vivido la linea di tiro verso la buca.<br />
Personalmente, preferisco vedere la pallina bianca senza alcun segno poiché mi permette di<br />
mantenere viva la concentrazione sulla traiettoria che vorrò far seguire alla pallina e sul<br />
bersaglio.<br />
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Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 1 di 16)<br />
LE MECCANICA DEL PENDOLO<br />
Lo swing del putter assomiglia molto all'oscillazione di un<br />
pendolo.<br />
Il perno di tale pendolo si trova sulla colonna vertebrale, in<br />
mezzo alle spalle. Tale perno deve, quindi, rimanere<br />
perfettamente stabile durante l'intera esecuzione del colpo.<br />
Le spalle ruotano in senso verticale intorno a tale perno: nel<br />
back-swing la spalla sinistra si abbassa mentre la destra si<br />
alza; nel forward-swing la spalla destra si abbassa e la spalla<br />
sinistra si alza.<br />
Di conseguenza alla rotazione delle spalle si muovono le braccia. Le mani sono, quindi,<br />
perfettamente sincronizzate con il movimento delle spalle ed il triangolo formato da braccia e<br />
spalle non subisce alcun cambiamento di forma.<br />
La stabilità dei polsi è un aspetto cruciale per il trasferimento di tale oscillazione spalle-braccia<br />
al putter. Si può quindi affermare che il pendolo del putting venga azionato esclusivamente dal<br />
movimento delle spalle.<br />
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Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 2 di 16)<br />
A tale scopo è interessante notare il ruolo dei muscoli addominali obliqui, responsabili della<br />
rotazione delle spalle. Prenderne coscienza aiuta ad isolare i movimenti.<br />
Se desideri sperimentare in modo immediato la corretta rotazione delle spalle nel putting puoi<br />
eseguire un semplice esercizio. Appoggia lo shaft di un bastone sulle tue spalle o una stecca<br />
da allineamento e posizionati all'interno di una qualsiasi porta aperta. Metti la stecca (o lo<br />
shaft) a contatto con il muro e falla scivolare su e giù mentre oscilli con le spalle. Ti sarà facile<br />
capire il diverso piano di rotazione delle spalle (più verticale) rispetto ad uno swing classico<br />
(più piatto).<br />
Se desideri sperimentare la stabilità della parte inferiore del corpo durante il putting,<br />
appoggiati allo stipite di una porta con il peso leggermente sul piede sinistro ed esegui qualche<br />
pendolo. Ti risulterà molto facile ed immediato sentire come l'azione di spalle e braccia sia<br />
isolata rispetto al resto del corpo.<br />
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Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 3 di 16)<br />
Infine, se desideri sperimentare la stabilità della colonna durante il pendolo, appoggia la testa<br />
ad un muro. Ti risulterà molto facile ed immediato sentire come il mantenimento dell'angolo<br />
della schiena sia direttamente responsabile della precisione di tiro. Questo esercizio è inoltre<br />
utile per trovare una buona posizione degli occhi sopra la linea di tiro.<br />
Nelle sequenze fotografie che seguono sforzati di notare gli aspetti tecnici fondamentali:<br />
• la stabilità delle gambe;<br />
• il mantenimento fisso del peso al centro dei piedi;<br />
• il mantenimento costante dell'angolazione dei polsi;<br />
• la stabilità della testa e dello sguardo fisso sul terreno;<br />
• la stabilità della colonna vertebrale;<br />
• la rotazione in verticale delle spalle;<br />
• il mantenimento del triangolo spalle-braccia;<br />
• il mantenimento dei gomiti equi-distanti tra loro e vicini al corpo;<br />
• il mantenimento di tutti gli angoli del corpo.<br />
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Il piano del pendolo<br />
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Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 4 di 16)<br />
Il pendolo del putter si può muovere su tre distinti piani e<br />
traiettorie:<br />
• piano a 90° denominato straight-arc (arco dritto);<br />
• piano a 70° denominato slide-arc (arco leggero);<br />
• piano a 64° denominato strong-arc (arco accentuato).<br />
Nella fotografia puoi notare tre strumenti che utilizzo per<br />
allenare i tre diversi piani: 90° in rosso, 70° in bianco e 64° in<br />
nero.<br />
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Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 5 di 16)<br />
Il primo è il piano a 90° straight-arc, ossia la testa del<br />
bastone si muove perfettamente dritta e in linea con la linea di<br />
tiro.<br />
E' il piano teorizzato da Dave Pelz ed è quello che io preferisco.<br />
La faccia del putter rimane costantemente rivolta verso<br />
la palla e la buca senza alcuna rotazione della faccia<br />
del bastone.<br />
Nell'eseguire questo tipo di pendolo la sensazione è di portare la testa del bastone<br />
leggermente esterna e chiusa nel back-swing, perfettamente dritta all'impatto e<br />
leggermente esterna e aperta nel finish.<br />
Il secondo è il piano a 70° slide-arc, ossia la testa del<br />
bastone si muove leggermente interna rispetto alla linea di<br />
tiro. E' il piano teorizzato da Harold Swash ed è quello più<br />
utilizzato dai professionisti di tutto il mondo.<br />
La faccia del putter si apre impercettibilmente durante<br />
il back-swing, torna square al bersaglio all'impatto e si<br />
chiude impercettibilmente nel finish.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 6 di 16)<br />
Nell'eseguire questo tipo di pendolo la sensazione è di muovere la testa del bastone<br />
perfettamente dritta. Questo è dovuto al fatto che spalle e braccia sono<br />
naturalmente abituate a ruotare leggermente durante lo swing.<br />
Il terzo è il piano a 64° strong-arc, ossia la testa del bastone<br />
si muove decisamente interna rispetto alla linea di tiro.<br />
E' il piano teorizzato da Stan Utley ed è quello utilizzato da chi<br />
preferisce una postura del corpo più alta con gli occhi<br />
leggermente interni alla linea di tiro.<br />
La faccia del putter si apre durante il back-swing, torna<br />
square al bersaglio all'impatto e si chiude nel finish.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 7 di 16)<br />
Nell'eseguire questo tipo di pendolo la sensazione è di muovere la testa del bastone<br />
internamente e di aprire e chiudere leggermente la faccia del bastone.<br />
Come scegliere il proprio arco di pendolo ideale<br />
Tutti e tre questi pendoli funzionano nella misura in cui vengono ripetuti in modo costante dal<br />
giocatore. Nel putting, per tutti i motivi che abbiamo visto, non è necessario possedere una<br />
tecnica di tiro perfetta.<br />
Piuttosto, è di estrema importanza possedere una tecnica ripetitiva e costante. Devi quindi<br />
capire quale di questi tre pendoli si adatta al meglio alle tue caratteristiche personali e al tuo<br />
putter.<br />
Pendolo dritto su un piano a 90°: è quello<br />
meccanicamente e idealmente migliore perché non contempla<br />
alcuna rotazione della faccia del bastone (se non minima e<br />
impercettibile). Tuttavia può sembrare “strano” in quanto la<br />
sensazione è di muovere il bastone esterno-dritto-esterno e<br />
chiuso-dritto-aperto.<br />
Questo pendolo può essere eseguito solo da giocatori che presentano un setup del corpo con<br />
gli occhi perfettamente sulla pallina, le spalle parallele al terreno e le mani perfettamente<br />
posizionate sotto le spalle. Si addice maggiormente ai giocatori più razionali e pragmatici.<br />
Pendolo ad arco leggero su un piano di 70°: è quello più<br />
semplice e naturale e per questo motivo è il preferito dalla<br />
maggior parte dei golfisti. La faccia del bastone ha una<br />
leggerissima rotazione (si apre nel back-swing e si chiude dopo<br />
l'impatto) mentre la testa viaggia su una traiettoria<br />
leggermente interna-dritta-interna.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 8 di 16)<br />
Tuttavia il giocatore non percepisce questi movimenti ma sente il putter muoversi<br />
perfettamente dritto in quanto asseconda in modo perfettamente naturale la rotazione degli<br />
avambracci. Rispetto al pendolo dritto richiede più ritmo e più allenamento per mantenerlo<br />
costante.<br />
Pendolo ad arco accentuato su un piano di 64°: è<br />
indicato solo a giocatori che assumono una posizione del corpo<br />
alta sulla palla, con gli occhi all'interno della linea di tiro e le<br />
spalle non parallele al terreno. La faccia del bastone si apre<br />
sensibilmente per richiudersi durante l'impatto ed il giocatore<br />
sente chiaramente una traiettoria interna-dritta-interna della<br />
testa del bastone.<br />
Questo pendolo richiede molto ritmo e molto feeling da parte del giocatore per essere eseguito<br />
in modo costante. Si addice maggiormente ai giocatori più istintivi e creativi.<br />
Il pendolo del putter visto frontalmente<br />
Indipendentemente dal piano del pendolo scelto, è importante notare la “forma” del pendolo<br />
visto frontalmente. Molti credono che il putter debba rimanere vicinissimo al terreno durante<br />
tutto il movimento ma ciò non corrisponde alla realtà.<br />
Infatti, come in tutti i normali movimenti a pendolo, la testa del putter si alza gradualmente nel<br />
back-swing, per riabbassarsi fino all'impatto, per poi rialzarsi gradualmente verso il finish.<br />
L'arco nero in fotografia ne rappresenta una perfetto esempio.<br />
Putter in posizione di partenza. All'apice del back-swing la<br />
testa del bastone si è alzata<br />
mentre la faccia del bastone è<br />
rivolta verso il basso.<br />
In posizione di finish la testa<br />
del bastone si è alzata mentre<br />
la faccia del bastone è rivolta<br />
verso l'alto.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 9 di 16)<br />
E' interessante notare come la “forma” del pendolo risulti leggermente “allungata” nel finish.<br />
Infatti, nonostante il giocatore abbia l'intenzione di eseguire un movimento oltre la pallina e<br />
verso la buca speculare e uguale a quello eseguito nel back-swing, l'inerzia dovuta<br />
all'accelerazione della testa del putter allunga la posizione di finish di circa il 20%<br />
rispetto a quella assunta all'apice del back-swing.<br />
L'impatto con la pallina<br />
La pallina va colpita alla fine del punto più basso del pendolo, ossia all'inizio della salita della<br />
testa del putter, perfettamente al centro dell'equatore della pallina e con un loft dinamico della<br />
faccia del putter di 1.5 o 2.5 gradi. In questo modo la pallina, dopo un breve salto iniziale,<br />
inizierà a rotolare in top-spin (ossia con un effetto rotatorio verso la buca) evitando di saltare<br />
sulla superficie del green.<br />
A tale scopo si tiene la pallina a sinistra dell'occhio sinistro e si posiziona il tappo del bastone<br />
appena a sinistra dell'ombelico, al fine di garantire un perfetto angolo d'attacco del bastone<br />
verso la palla e un perfetto loft dinamico all'impatto.<br />
Impatto perfettamente piatto<br />
con il giusto loft.<br />
Impatto troppo piatto con<br />
troppo loft: la palla salta.<br />
Impatto troppo verticale con<br />
poco loft: la palla salta molto.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 10 di 16)<br />
E' molto importante impattare la palla nel centro esatto della<br />
faccia del bastone, ossia in corrispondenza del baricentro della<br />
testa del putter. Tale punto viene solitamente chiamato<br />
sweet-spot in quanto è il solo a garantire un impatto dolce e<br />
senza vibrazioni con la pallina.<br />
Un impatto verso la punta farebbe aprire la faccia del putter<br />
all'impatto deviando la pallina verso destra. Un impatto verso il<br />
tacco farebbe chiudere la faccia del putter deviando la pallina<br />
verso sinistra.<br />
Utilizzando una telecamera a 1.000 fotogrammi al secondo ho potuto immortalare il piccolo<br />
salto iniziale della pallina.<br />
Nota l'ombra della pallina allontanarsi da essa durante il piccolo salto iniziale e nota la<br />
posizione della marca della pallina inclinarsi all'indietro: anche nel putting la pallina inizia<br />
a volare con un leggerissimo back-spin all'indietro prima di toccare terra e iniziare<br />
a rotolare in top-spin verso la buca!<br />
Ciò ottimizza il rotolo della pallina su una superficie irregolare come l'erba di un green e<br />
maggiore è la sua irregolarità, maggiore sarebbe la necessità di far saltare inizialmente la<br />
pallina scegliendo un putter con più loft (o assumendo una posizione più centrale delle mani).<br />
Il ritmo dello swing nel putting<br />
Il pendolo del putting segue un preciso ritmo. Il back-swing dovrebbe indicativamente<br />
impiegare lo stesso tempo necessario ad eseguire tutto il forward-swing attraverso la pallina<br />
fino alla posizione finale.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 11 di 16)<br />
In pratica, all'impatto con la pallina la testa del putter dovrebbe avere una velocità<br />
all'incirca doppia rispetto a quella avuta durante il caricamento.<br />
E' dimostrato che i migliori pattatori al mondo imprimono un'accelerazione durante<br />
il pendolo in avanti tra il 50 ed il 130%. Ma il fattore più importante è che,<br />
indipendentemente da quale sia la propria accelerazione, questa rimane costante<br />
colpo dopo colpo da qualsiasi distanza.<br />
Nonostante il ritmo del pendolo ideale venga considerato di 2.0 (ossia la velocità del forwardswing<br />
doppia rispetto a quella del back-swing), non tutti i giocatori hanno la stessa<br />
accelerazione e lo stesso tempo di esecuzione. Scoprire il proprio tempo ed il proprio ritmo è<br />
davvero molto importante.<br />
Un esercizio molto utile e semplice è contare "uno" nel back-swing e contare "due" nel<br />
forward-swing. In questo modo è facile garantire un impatto accelerato e ben ritmato molto<br />
vicino al rapporto 1:2 (back:forward).<br />
Ma per trovare il ritmo ideale del tuo pendolo, quello che meglio si adatta alla tua personalità,<br />
posiziona due libri o due cuscini per terra alla distanza di 30 cm l'uno dall'altro. Esegui, senza<br />
pallina, qualche pendolo toccando con la testa del putter i libri. Tic-toc. Fallo diverse volte fino<br />
a trovare il tic-toc che più ti piace, che più senti tuo, che più senti naturale e ripetitivo.<br />
A questo punto utilizza un metronomo e fallo funzionare a 75 battiti al minuto, che è la<br />
media del Tour. Cerca di capire se questo è il tuo ritmo, se è troppo lento o troppo piano.<br />
Aumentalo o diminuiscilo di 5 battiti al fine di adeguarlo perfettamente al tuo tempo. Al primo<br />
bit tocca il primo libro o il primo cuscino, al secondo bit tocca il secondo libro o il<br />
secondo cuscino.<br />
Una volta individuato il tuo ritmo perfetto e naturale, sposta i libri a 40, 50 e 60 cm. Tic-toc.<br />
Continua con l'esercizio, toccando ad un bit il primo libro ed al secondo bit il secondo libro.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 12 di 16)<br />
Dovresti riuscire a farlo indipendentemente dalla lunghezza del pendolo: la velocità cambia,<br />
la lunghezza del pendolo cambia insieme ad essa ma il ritmo rimane costante.<br />
Questo è uno dei segreti dei migliori pattatori del mondo. La costanza del ritmo con<br />
il quale eseguono i loro putts da qualsiasi distanza!<br />
Allenandoti all'uno-due con il ritmo a te ottimale, riuscirai molto presto a sviluppare con<br />
costanza una corretta e sempre uguale accelerazione attraverso l'impatto. Fattore<br />
estremamente importante per garantire stabilità della testa del putter all'impatto e controllo<br />
della forza.<br />
Tuttavia, non è assolutamente detto che la tua velocità all'impatto risulti esattamente doppia<br />
rispetto a quella del back-swing. Come detto, i migliori giocatori del mondo hanno un rapporto<br />
di velocità back-swing:impatto tra 1:1.5 e 1:2.3. Non ha importanza quale tu abbia.<br />
L'importante è che rimanga in questo range e che sia costante, sempre la stessa. E<br />
il modo più sicuro per restare in questo range è l'esercizio del metronomo o dell'uno-due<br />
mentale.<br />
Esistono due applicazioni per iPhone molto belle per allenare il ritmo del putting. Il primo e<br />
Tour Tempo, il secondo e Golf Tempo. L'unico modo che invece conosco per verificare<br />
velocemente e facilmente il proprio ritmo è l'applicazione iPING per iPhone o iPod Touch.<br />
Gli errori tecnici da evitare assolutamente<br />
Non mi stancherò mai di ripetere l'importanza di evitare i tre errori cruciali più diffusi tra gli<br />
amateurs. Per questo motivo voglio ricordarteli in modo tale tu possa costantemente verificare<br />
di evitarli.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 13 di 16)<br />
La rotazione delle braccia, che farebbe aprire e chiudere eccessivamente la faccia del putter.<br />
La flessione dei polsi, che muoverebbe la posizione della faccia del putter<br />
e darebbe velocità aggiuntiva e incontrollata alla pallina.<br />
Lo slittamento e la rotazione dei fianchi, che renderebbe impreciso l'impatto<br />
e darebbe velocità aggiuntiva e incontrollata alla pallina.<br />
Un test illuminante: il taglio della pallina<br />
Se il taglio inferto alla pallina dalla traiettoria della testa del bastone influisce solo del 10% si<br />
può affermare che in un putt cruciale di 1 metro servirebbe un taglio di quasi 45°<br />
(quarantacinque gradi!) per mancare di poco la buca.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 14 di 16)<br />
Ciò significa che se la faccia del bastone sarà square alla linea di tiro all'impatto,<br />
indipendente dal taglio, quasi certamente la pallina cadrà in buca.<br />
Considerando che con un minimo di attenzione è molto difficile superare i 5 gradi di taglio, si<br />
può affermare che la traiettoria della testa del bastone è il fattore meno influente e meno<br />
importante allo scopo d'imbucare una pallina da golf. Ma, stranamente, è il più considerato e<br />
più controllato da tutti i giocatori durante il putting (che dimenticano, così, di concentrarsi su<br />
ciò che davvero conta).<br />
Utilizzando una telecamera ad altissima velocità, ho fatto alcuni test dimostrando la scarsa<br />
influenza che la pallina subisce da un taglio molto accentuato sia dall'esterno che dall'interno.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 15 di 16)<br />
Detto questo, possiamo definitivamente affermare che occorre sfatare il mito del<br />
“putt perfetto”. Per far rotolare la pallina in buca non serve un “pendolo perfetto”<br />
ma un “pendolo ripetitivo” in grado di riportare con costanza la faccia del putter<br />
dritta all'impatto. Infatti, anche molti tra i migliori giocatori al mondo tagliano<br />
leggermente la palla... ma lo fanno sempre allo stesso modo!<br />
Ricapitolando... è proprio un pendolo!<br />
Devi scusarmi... ti ho davvero riempito di tanti concetti tecnici e non vorrei tu ti fossi<br />
dimenticato l'aspetto più importante del putting: il pendolo! In queste immagini voglio darti un<br />
ultimo esempio capace di farti capire la relazione tra centro delle spalle e testa del putter in<br />
un'azione di spalle-braccia perfettamente a pendolo.<br />
Sequenza fotografica riassuntiva<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 6 – La meccanica del pendolo (pag. 16 di 16)<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 7 – Il controllo della distanza (pag. 1 di 5)<br />
IL CONTROLO DELLA DISTANZA<br />
La distanza percorsa dalla pallina sul green è determinata dalla sua iniziale velocità di<br />
rotazione, la quale è determinata dalla velocità della testa del putter all'impatto e la velocità<br />
della testa del putter è determinata esclusivamente dalla lunghezza del pendolo (a<br />
parità di ritmo), ossia dalla lunghezza dell'arco disegnato dal putter durante il movimento.<br />
Ogni putt che andrai a giocare potrà essere corto, medio o lungo. Per questo motivo anche il<br />
pendolo dovrà essere corto, medio o lungo.<br />
Un pendolo corto è adatto a un putt di corta lunghezza, inferiore ai 5 metri:<br />
Un pendolo medio è adatto a un putt di media lunghezza, tra i 5 metri e i 10 metri:<br />
Un pendolo lungo è adatto a un putt di maggiore lunghezza, oltre i 10 metri:<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 7 – Il controllo della distanza (pag. 2 di 5)<br />
Per putt e pendoli più lunghi, se desideri, puoi ricercare istintivamente una posizione<br />
leggermente più larga dello stance dei piedi al fine di garantirti maggiore stabilità della parte<br />
bassa del corpo.<br />
Puoi scegliere di allargare leggermente il tuo stance in relazione alla lunghezza del pendolo.<br />
La lunghezza del pendolo cambia, il ritmo mai!<br />
Non cercare mai di cambiare il tuo personale ritmo di esecuzione del pendolo, rallentando o<br />
dando brusche accelerazioni alla testa del putter. Lascia semplicemente che una maggiore<br />
rincorsa permetta al bastone di accelerare in modo naturale nel forward-swing attraverso<br />
l'impatto fino al finish.<br />
Abbiamo visto come una corretta accelerazione della testa del putter verso la palla possa<br />
essere del 50% fino al 130%, ma ciò che conta è che tale accelerazione sia sempre la<br />
stessa e la velocità d'impatto venga determinata esclusivamente dalla quantità di<br />
escursione del pendolo.<br />
Molti giocatori, quelli meno precisi e costanti, quelli che hanno problemi con le distanze,<br />
eseguono sempre lo stesso pendolo variando l'accelerazione della testa. Niente di più sbagliato<br />
nel putting! A tale scopo è davvero utilissimo allenarsi con un semplicissimo metronomo o<br />
un'applicazione per smartphones come Tour Tempo o Golf Tempo. In assenza di strumenti<br />
tecnologici, conta “uno-due” nella tua testa.<br />
Ricordati che il back-swing richiede all'incirca un'unità di tempo come tutto il forward-swing nel<br />
quale la testa del bastone compie il doppio del movimento eseguito nel caricamento. Questo<br />
permette un'impatto pallina/putter sempre in accelerazione.<br />
Controlla sempre che il movimento della testa del putter oltre la pallina sia speculare a quella<br />
ricercata nel back-swing (o leggermente più lunga per via dell'inerzia), indipendentemente<br />
dalla distanza che ti separa dalla buca.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 7 – Il controllo della distanza (pag. 3 di 5)<br />
Noterai che nei putts corti la pressione delle mani sarà più morbida mentre nei putts più lunghi<br />
o in salita questa aumenterà per garantire la stabilità necessaria all'impatto a causa della<br />
maggiore velocità del bastone.<br />
Infine, nei putt molto lunghi è possibile permettere una leggerissima oscillazione dei polsi per<br />
garantire maggiore velocità della testa del bastone e maggiore fluidità del pendolo.<br />
Ci vuole coerenza!<br />
Il concetto di “coerenza” tra la lunghezza del pendolo e la distanza dalla buca è, a mio avviso,<br />
tra i più importanti da assimilare. E' un concetto che non mi stancherò mai di ripetere a tutti i<br />
miei allievi perché troppo spesso non lo vedo applicare in campo. Il concetto di coerenza del<br />
pendolo è molto semplice: il pendolo è lungo o corto quanto lungo o corto è il putt da<br />
giocare!<br />
Molto spesso vedo giocatori eseguire pendoli medio/lunghi da una breve distanza ottenendo i<br />
seguenti risultati:<br />
• se il ritmo del pendolo è buono, la palla parte troppo forte e rotola troppo lontana;<br />
• se la testa del putter viene decelerata, la palla parte alla forza giusta ma imprecisa.<br />
Allo stesso modo, quando vedo giocatori eseguire pendoli troppo corti da una lunga distanza<br />
vedo ottenere i seguenti risultati:<br />
• se il ritmo del pendolo è buono, la palla parte troppo piano e rotola troppo corta;<br />
• se la testa del putter accelera bruscamente, la palla parte alla forza giusta ma<br />
imprecisa.<br />
Ancora una volta possiamo affermare che il ritmo è tutto nel putting. Trova il tuo<br />
ritmo e allenati al fine di mantenerlo da ogni distanza. Se mantieni il ritmo,<br />
eseguirai sempre un pendolo perfettamente coerente con la distanza da ricoprire.<br />
Una buona e una cattiva notizia<br />
Quando si parla di forza e calibrazione della distanza in green si tocca sempre un tasto<br />
delicato. Molti giocatori soffrono di carenza di sensibilità e molto difficilmente riescono a<br />
trovare la giusta velocità da dare alla pallina, soprattutto da lontano. Per loro ho una buona e<br />
una cattiva notizia.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 7 – Il controllo della distanza (pag. 4 di 5)<br />
La cattiva notizia è che fino a quando non svilupperanno questa sensibilità possono<br />
tranquillamente dire addio a qualsiasi soddisfazione nel golf. Senza sensibilità in green è<br />
impossibile far rotolare la palla in buca sulla giusta traiettoria e questo significa incorrere<br />
spesso e volentieri nei famigerati 3-putts. E il terzo putt è il colpo che nessuno vorrebbe mai<br />
tirare... l'unico che non potrai in nessun modo recuperare!<br />
La buona notizia è che la sensibilità è una dote innata posseduta da tutte le<br />
persone. La sensibilità sulla forza da dare ad una pallina è una capacità inconscia<br />
che tutti, nessuno escluso, possiede all'interno dell'incredibile, affascinante<br />
macchina del corpo umano e del suo cervello.<br />
Il problema è che molti non lo sanno. La sensibilità sulla distanza non solo è una dote<br />
facilmente allenabile (nei prossimi capitoli ti spiegherò come allenarla) ma è anche una dote<br />
della quale non dovrai assolutamente preoccuparti. Quando imparerai (continuando la lettura<br />
di questo eBook) a “reagire” al bersaglio durante una corretta routine d'esecuzione del putt,<br />
scoprirai come sarà facile far rotolare la pallina alla giusta distanza, su qualsiasi green, anche<br />
passando da greens di diversa velocità.<br />
I tuoi occhi, le tue mani, i tuoi sensi sono così tanto sviluppati che ti basteranno pochi putts<br />
eseguiti in putting green (o sulle prime due buche del percorso) per adattarti perfettamente a<br />
qualunque tipo di green e superficie. Dovrai solo imparare a fidarti maggiormente del tuo<br />
istinto.<br />
Tu lo sai che il calabrone ha un rapporto peso/dimensione del corpo rispetto alle ali che non gli<br />
permetterebbe di volare in nessun modo? Eppure vola! Lo sai perché vola? Perché il calabrone<br />
non lo sa... che non potrebbe volare. Sbatte le ali e vola! Punto! Allo stesso modo, cerca di<br />
dimenticarti quanto difficile possa essere indovinare sempre la forza da dare alla<br />
pallina. Il tuo istinto lo farà per te, e rimarrai sorpreso con che precisione sarà in<br />
grado di farlo sempre!<br />
Nei prossimi capitoli ti spiegherò come fare! Quindi... nessuna scusa. E' solo questione di<br />
leggere fino in fondo questo eBook e mettersi un pochino al lavoro!<br />
Il Texas Wedge<br />
Molto spesso, quando le condizioni del terreno lo permettono, è consigliato giocare il putter<br />
anche da fuori green. Questo modo di approcciare è molto diffuso in Texas, dove il forte vento<br />
rende difficile controllare il volo della palla ed il terreno molto duro ne permette un ottimo<br />
rotolo anche in fairway e intorno al green.<br />
Solitamente questi putts sono più lunghi e richiedono un pendolo a volte molto lungo. Per<br />
questo motivo risulta difficile ottenere un impatto preciso e stabile. Ecco alcuni consigli.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 7 – Il controllo della distanza (pag. 5 di 5)<br />
• Adotta una pressione più forte delle mani sul grip. L'impatto sarà più violento ma<br />
probabilmente non sarà perfettamente centrato. Una pressione maggiore ti permetterà<br />
di evitare la rotazione della faccia del bastone.<br />
• Nel caso di dover eseguire un pendolo molto lungo permetti una leggerissima<br />
oscillazione dei polsi alla fine del back-swing. Questo ti aiuterà ad eseguire un<br />
movimento più fluido e ritmato.<br />
• Concentrati maggiormente sulla forza che sulla precisione. Quando colpisci da<br />
così lontano ciò che conta è indovinare la giusta forza e la giusta distanza. La linea è<br />
importante ma secondaria alla velocità.<br />
• Colpisci più forte del solito ma non esagerare! Nel primo metro (specialmente nei<br />
putts colpiti più forte) la palla tenderà a volare e saltare leggermente, ciò significa che<br />
subirà molto poco l'influenza dell'erba più alta. Per questo motivo adatta la forza in<br />
base a quanta strada deve percorrere la pallina fuori dal green ma senza enfatizzare la<br />
cosa.<br />
Da molto lontano stringi maggiormente il<br />
putter e permetti una leggera oscillazione dei<br />
polsi. Aggiungi un pochino più di forza per<br />
affrontare l'erba iniziale più alta.<br />
Da bordo green puoi quasi trascurare il<br />
rallentamento iniziale della pallina ed<br />
affrontare il colpo come se tu fossi in green.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 1 di 17)<br />
LA LETTURA DEL GREEN<br />
Che tu ci creda o no, questo è il capitolo più importante per diventare un buon pattatore. La<br />
lettura del green rappresenta, in assoluto, la qualità principiale di chi è capace di far rotolare la<br />
pallina in buca. Più importante di qualunque altra abilità che hai imparato fino ad ora.<br />
Vuoi sapere quando una pallina rotola in buca? Quando la lettura del green è giusta, la forza è<br />
giusta e la faccia del bastone è dritta all'impatto, oppure quando due o tutte e tre questi fattori<br />
sono sbagliati e si compensano: ossia ciò che capita quasi sempre!<br />
Esatto! Quasi sempre, ogni volta che imbuchi un putt, sei riuscito a compensare un<br />
errore con un altro errore. Ogni volta! Lo so che non sei d'accordo con me, ma adesso ti<br />
spiego quello che test scientifici molto approfonditi hanno dimostrato. Ora ti svelo qualcosa che<br />
ti sorprenderà!<br />
Tutti i golfisti (e per golfisti intendo giocatori di qualunque livello) tendono a sottovalutare la<br />
pendenza dei greens di circa il 70%. Incredibile, del 70%! I professionisti del PGA Tour non<br />
sono tanto più bravi... loro la sottovalutano di circa il 60%! Pazzesco! Ciò significa che se un<br />
putt presenta una pendenza di 1 metro da destra a sinistra, un dilettante medio deciderà di<br />
mirare solo 30 cm a destra mentre un professionista del Tour solo 40 cm a destra.<br />
Ma com'è possibile? In questo modo non imbucherebbero mai o quasi mai! Infatti, se è vero<br />
che i professionisti hanno una media di putts a giro molto bassa è anche vero che sbagliano la<br />
maggior parte dei loro putts al di sopra dei 3 metri. Ciò significa che anche loro hanno un buon<br />
margine di miglioramento nel putting.<br />
A questo proposito è interessante sapere che sul PGA Tour la media dei putts imbucati sotto i<br />
180 cm è dell'85% mentre quelli imbucati da 250 cm è del 75%. Ma come fanno questi<br />
giocatori ad imbucare comunque molti putts nonostante stimino così male la pendenza dei<br />
greens? Per fortuna esiste l'inconscio, l'istinto.<br />
Nonostante questi giocatori mirino solo per il 30%-40% contro pendenza, tendono tutti<br />
(nessuno escluso) ad allinearsi molto più alti rispetto alla buca: il 60-80% contro pendenza.<br />
Quindi, nel caso fatto in precedenza, pensano di mirare 30-40 cm a destra e invece si allineano<br />
60-80 cm a destra. Senza accorgersene! E se glielo fai notare... nemmeno ci credono!<br />
Ok, ma questo non basta! Comunque la loro pallina partirà troppo bassa e non entrerà in<br />
buca! Infatti, è ciò che la maggior parte delle volte accade. La palla non entra in buca! Per<br />
questo motivo hai comprato questo libro e per questo motivo i professionisti dedicano al<br />
putting così tanto tempo di allenamento. Perché le loro statistiche di putting non sono mai<br />
abbastanza buone! Hanno sempre tanto da migliorare!<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 2 di 17)<br />
Per fortuna, dicevo, esiste l'inconscio, l'istinto, il lato destro del cervello che, durante il<br />
pendolo, porta il giocatore a modificare “in corsa” la posizione della faccia del bastone<br />
(aprendola o chiudendola) al fine di far partire la pallina su una linea molto vicina a quella<br />
ideale. In realtà raramente risulta essere quella ideale, il più delle volte tra l'85% ed il 95%<br />
della linea ottimale.<br />
Quindi, ricapitolando, nel caso visto in precedenza, il giocatore stima la pendenza di soli 30-40<br />
cm da destra a sinistra (anziché 1 metro), si addressa senza saperlo 60-80 cm a destra e<br />
colpisce aprendo la faccia del bastone verso un punto 85/95 cm a destra della buca.<br />
Risultato? La palla adesso ha buone possibilità di entrare. Infatti, sotto i 3 metri molto spesso<br />
entra. Sopra no, perché quel 5/10% che manca conta e conta sempre di più all'allontanarsi<br />
dalla buca.<br />
Infatti, le statistiche dimostrano chiaramente che sopra i tre metri anche i professionisti del<br />
PGA Tour reputano “normale” sbagliare il primo putt.<br />
La stessa pallina potrebbe, però, entrare se viaggiasse ad una velocità troppo alta. In questo<br />
caso terrebbe di più la linea, sentirebbe meno la pendenza e compenserebbe la traiettoria<br />
leggermente bassa, cadendo in buca. Per questo motivo, e solo per questo motivo, la maggior<br />
parte dei golfisti subisce tre putts da lontano finendo spesso troppo oltre la buca, ossessionata<br />
dal detto “never up, never in!”.<br />
Ecco dimostrato perché la maggior parte delle volte che imbuchi un putt non è merito tuo ma<br />
della casuale compensazione inconscia di due o più errori di tiro e valutazione! Incredibile<br />
vero?<br />
Ricapitolando nuovamente, l'inconscio, l'istinto, il lato destro del cervello è il principale<br />
responsabile del risultato del tuo colpo. La parte razionale arriva al 30-40%, il resto lo fa<br />
l'inconscio. E se lo fa l'inconscio, perché preoccuparsene?<br />
Perché meno costringi l'inconscio a “compensare” più ripetitivo e facile sarà il tuo<br />
colpo e maggiori saranno i putt che imbucherai!<br />
Per questo motivo, se desideri far rotolare la tua pallina non solo “bene” ma anche “in buca”<br />
dovrai, per forza di cose, diventare molto abile nella lettura dei greens e dovrai imparare ad<br />
addressarti sulla vera pendenza, non su quella “mentale”. In questo modo potrai affidarti alla<br />
tua meccanica, senza compensazioni, e potrai far rotolare la pallina in buca molte più volte.<br />
Ecco, quindi, dimostrata la premessa iniziale: la tecnica del putting è facile! Anzi, molto facile!<br />
Ciò che rende difficile imbucare un putt è la lettura del green e il rimanere coerenti con essa<br />
durante l'allineamento ed il colpo.<br />
L'inconscio ti aiuterà sempre, aggiustando la mira di pochissimo durante l'esecuzione del colpo,<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 3 di 17)<br />
rendendo il tutto più ripetitivo, semplice ed efficace! Ma meno aiuto le chiedi più accurato e<br />
ripetitivo sarà il suo intervento.<br />
Per diventare un ottimo pattatore dovrai quindi passare per quattro diverse fasi:<br />
1. prendere coscienza che tendi a sottovalutare le pendenze compensandole;<br />
2. imparare a leggere la pendenza reale;<br />
3. iniziare a sbagliare i putts sopra la linea e non sotto la linea;<br />
4. imparare a ridurre la compensazione istintiva e iniziare ad imbucare molti più putts!<br />
Se consideri che il 98% dei putts che giocherai da oggi in avanti presenta almeno una<br />
pendenza, ti conviene iniziare ad allenarti fin da subito! Infatti, solo il 2% è un putt puramente<br />
dritto ma comunque sempre in salita o in discesa...<br />
Nessun architetto progetterebbe un green con una zona perfettamente a bolla! Altrimenti<br />
l'acqua piovana stagnerebbe proprio in quel punto... Logico!<br />
Questo è il motivo per il quale un putt perfettamente dritto ti mette spesso in crisi. Perché 98<br />
volte su 100 il tuo inconscio è abituato ad intervenire compensando. E, purtroppo, lo fa anche<br />
quelle 2 volte che se ne dovrebbe stare in disparte. Lo fa per abitudine! Deviando la pallina a<br />
destra o a sinistra.<br />
Ma per quale motivo siamo tutti così poco abili nel leggere le pendenze? Domanda legittima!<br />
Per un motivo molto semplice: la pendenza dei greens non si vede! Ma come non si<br />
vede??? Proprio così, non si vede. E' invisibile! Ora ti spiego il motivo e so che ti sorprenderà!<br />
Quando una pallina parte sulla linea giusta (nel nostro caso un metro a destra), inizia<br />
immediatamente a scendere verso la buca per via della forza di gravità. Il giocatore percepisce<br />
e interpreta la pendenza con ciò che vede e, ovviamente, interpreta la pendenza in base al<br />
punto più alto raggiunto dalla pallina durante il suo tragitto.<br />
Ebbene, statisticamente, il punto più alto raggiunto da una pallina durante il suo<br />
tragitto verso la buca è circa 1/3 della pendenza reale.<br />
Per questo motivo i tuoi occhi vedono sempre solo 1/3 della pendenza reale e ti portano,<br />
giustamente, a voler mirare sempre e solo 1/3 più a destra o a sinistra di quanto dovresti. In<br />
pratica, la pendenza reale è invisibile, ed è sempre circa 2/3 più sopra rispetto a quanto<br />
vedi/pensi.<br />
Questi 2/3 vengono compensati dal tuo inconscio ma solo poche volte del tutto, quindi, più<br />
impari a vedere la vera e invisibile pendenza dei greens, più imparerai a far rotolare la pallina<br />
in buca!<br />
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La reale pendenza del green è<br />
rappresentata dal punto rosso<br />
Man mano che rotola la palla<br />
si allontana dalla linea gialla.<br />
Mancano pochi centimetri e la<br />
palla entrerà in buca.<br />
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Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 4 di 17)<br />
La pallina inizia a rotolare sulla<br />
linea gialla verso il punto rosso<br />
Ad un certo punto la palla<br />
raggiunge il “picco” della<br />
curva, il punto più lontano<br />
dalla linea rossa palla-buca.<br />
La palla è finalmente entrata<br />
in buca e...<br />
La gravità fa scendere subito<br />
la palla verso la linea rossa<br />
della buca<br />
Superato questo punto la palla<br />
inizia ad avvicinarsi sempre più<br />
alla linea palla-buca ed alla<br />
buca stessa.<br />
…il giocatore ha visto la pallina<br />
rotolare su una traiettoria il cui<br />
punto più alto era molto più<br />
basso rispetto alla pendenza<br />
reale, quello disegnato dalla<br />
linea blu! Ne deduce che il<br />
putt pendeva molto meno di<br />
quanto fosse in realtà.<br />
Un vero inganno!!!<br />
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Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 5 di 17)<br />
Per questo motivo, tutti i golfisti vedono semplicemente la pendenza disegnata in blu e solo<br />
con l'istinto compensano facendo partire inconsapevolmente la pallina verso la vera pendenza<br />
disegnata in giallo rendendo il risultato del colpo estremamente incerto.<br />
Linea ottimale e velocità della pallina<br />
Come ben sai, più la pallina rotola veloce meno sentirà la pendenza e viceversa. E, come ben<br />
sai, la pallina può entrare in buca a diverse velocità. Esistono, quindi, diverse linee che la palla,<br />
a velocità diverse, può seguire per entrare in buca.<br />
Ciò che conta è, quindi, aver ben chiaro in mente prima di tutto la velocità con la quale vorrai<br />
far entrare la pallina in buca perché è in relazione ad essa che dovrai valutare la pendenza del<br />
green.<br />
Utilizzando uno stimp-meter in grado di dare alla pallina sempre la stessa identica velocità di<br />
rotolamento, ho provato a far partire tre diversi putts in tre diverse direzioni.<br />
In questo primo caso la velocità si è sposata perfettamente con la pendenza e la linea sulla<br />
quale ho fatto rotolare la pallina. La pallina, infatti, è morta in centro buca.<br />
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Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 6 di 17)<br />
In questo secondo caso ho fatto partire la pallina con la stessa velocità ma su una linea più<br />
alta. La palla ovviamente non è andata in buca e per imbucare avrei dovuto far rotolare la<br />
palla con minore velocità, rischiando di non raggiungere la buca.<br />
In questo ultimo caso ho ancora fatto rotolare la pallina alla stessa identica velocità ma su una<br />
linea troppo bassa. La palla ovviamente è finita sotto la buca e per imbucare avrei dovuto far<br />
rotolare la palla con maggiore velocità, rischiando di andare molto oltre ad essa.<br />
Con questo piccolo test è facile intuire come la pendenza sia in funzione della velocità e la<br />
velocità sia in funzione della pendenza. Ma poiché la palla non può rotolare né troppo piano<br />
(altrimenti non raggiungerebbe la buca o lo farebbe troppo lentamente, rischiando di essere<br />
deviata facilmente dalle imperfezioni del terreno) né troppo veloce (altrimenti rischierebbe di<br />
allontanarsi troppo da essa o di sbattere violentemente contro il bordo posteriore deviando<br />
fuori buca), ne consegue che la velocità con la quale voler far rotolare la pallina è la<br />
prima cosa che il giocatore dovrà stimare. Di conseguenza, ne risulterà la pendenza<br />
in funzione della velocità stabilità dal giocatore.<br />
Per questo motivo è difficile farsi dare la linea da un caddie che non conosce il tuo modo di<br />
colpire la pallina o, peggio ancora, farsi influenzare dai putts eseguiti dai compagni di gioco.<br />
La traiettoria che seguirà la pallina lungo la pendenza è figlia della velocità con la<br />
quale il giocatore deciderà di far rotolare la pallina verso la buca. Mai il contrario!<br />
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Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 7 di 17)<br />
Ma qual'è la velocità ideale con la quale far rotolare la pallina?<br />
Si stima che la velocità ideale per far entrare una<br />
pallina in buca è quella che permetterebbe alla palla di<br />
fermarsi circa 40 cm dopo di essa nel caso la<br />
mancasse.<br />
Ossia, circa due spanne.<br />
Questa velocità permetterebbe alla pallina di entrare<br />
sufficientemente decisa per non sentire le imperfezioni del<br />
green (che intorno alla buca sono molto accentuate per via<br />
dell'intenso traffico di giocatori) e allo stesso tempo<br />
sufficientemente lenta da lasciare un eventuale corto putt<br />
di ritorno.<br />
In discesa o su greens veloci dovrai, quindi, far entrare la pallina più lentamente rispetto allo<br />
stesso putt in salita o su un green lento, con lo scopo comune di far fermare un tuo eventuale<br />
putt sbagliato a non più di due spanne oltre la buca. Allenare la velocità di rotolamento della<br />
palla è estremamente importante poiché è la forza della pallina a determinare la linea con la<br />
quale questa entrerà in buca e non viceversa. Il giocatore, per prima cosa stabilisce la velocità<br />
di rotolo, dopodiché stabilisce la linea che questa seguirà.<br />
Voglio ripeterlo: la linea del putt è figlia della velocità del putt. Per questo motivo è necessario<br />
allenare il tocco e la sensibilità sulla distanza con grande attenzione. Ogni putt è diverso dagli<br />
altri, la meccanica e la posizione del corpo o delle mani sarà la stessa ma la forza no, quella<br />
cambia ogni volta. Per questo motivo è indubbiamente l'aspetto più delicato nel putting.<br />
Riuscire ad impartire la giusta velocità alla pallina è un'abilità davvero complessa e per farlo<br />
serve saper leggere con estrema attenzione non solo le pendenze ed il verso di crescita<br />
dell'erba, ma anche la sua altezza, il suo spessore, la sua umidità, la forma della sua foglia e la<br />
consistenza del terreno. Tutti elementi che rendono più o meno veloce un green.<br />
Solitamente un green veloce è più marrone, con erba corta lucente e presenta un terreno<br />
duro. Un green lento è di un colore verde più scuro, con erba alta e terreno più morbido.<br />
Un errore che vedo fare molto spesso in green è quello di calcolare prima una generica<br />
pendenza del terreno per poi cercare di dare la velocità alla pallina al fine di farle seguire<br />
quella linea, con il risultato di restare spesso corti o andare troppo oltre la buca.<br />
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La velocità dei greens viene misurata da uno<br />
strumento che si chiama stimp-meter. Io ne<br />
possiedo uno e consiglio a tutti coloro che<br />
sono veramente appassionati di putting di<br />
acquistarne uno.<br />
Questo semplicissimo strumento permette la<br />
misurazione della velocità di un green in base<br />
a quanto la pallina rotola dopo essere stata<br />
fatta accelerare sulla lunghezza dello<br />
strumento (che viene inclinato rispetto al<br />
terreno di 20°).<br />
Se la palla rotola:<br />
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Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 8 di 17)<br />
• a 4.5 piedi: il green è lento per i dilettanti;<br />
• a 6.5 piedi: il green è medio per i dilettanti o lento per i professionisti;<br />
• a 8.5 piedi: il green è veloce per i dilettanti o medio per i professionisti;<br />
• a 10.5 piedi: il green è veloce per i professionisti;<br />
• a 12.5 piedi: il green è velocissimo come quelli dell'Augusta National!<br />
Chiedete al vostro super-intendent, solo per curiosità, la velocità dei greens del vostro circolo.<br />
Più riferimenti avete, più abili diventerete nel valutare la forza di ogni vostro singolo putt.<br />
Ma io lo utilizzo per un altro motivo. Far rotolare la pallina giù da uno stimp-meter mi permette<br />
di ricreare un rotolo perfettamente dritto della pallina e mi consente di sperimentare le reali<br />
pendenze del green o del putting green, aiutandomi a migliorare la mia capacità di lettura dei<br />
greens.<br />
Ogni traiettoria è fatta di quattro punti immaginari<br />
Per visualizzare al meglio la traiettoria dei tuoi putts in pendenza devi imparare a visualizzare e<br />
fissare nella mente tre punti distinti.<br />
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Il primo punto è il punto capolinea, ossia il<br />
punto posto all'altezza della buca verso il quale<br />
la pallina dovrà iniziare a rotolare.<br />
Questo punto determina anche la forza con la<br />
quale vorrai colpire la pallina e potrebbe<br />
essere da te scelto poco più corto nei putts in<br />
discesa e poco più lungo nei putts in salita.<br />
Il secondo punto è il punto di mira ed è un<br />
punto che sceglierai pochi centimetri davanti<br />
alla pallina e in linea con il punto capolinea.<br />
Questo punto ti aiuterà a visualizzare la linea<br />
di tiro e a mirare la faccia del putter in<br />
posizione di address.<br />
Il terzo punto è il punto picco della curva,<br />
ossia il punto più alto raggiunto dalla pallina<br />
rispetto alla linea che unisce la pallina<br />
direttamente alla buca.<br />
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Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 9 di 17)<br />
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Il quarto punto è il punto d'ingresso della<br />
pallina nella buca e va visualizzato sul bordo<br />
della buca, in corrispondenza della traiettoria<br />
stabilita.<br />
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Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 10 di 17)<br />
Questi quattro punti ti permetteranno di visualizzare in modo ottimale e perfetto qualunque<br />
traiettoria in pendenza sul green.<br />
Talvolta ti ritroverai di fronte a una doppia pendenza e, raramente, a una tripla pendenza. In<br />
questo caso dovrai scegliere i punti in relazione alla pendenza successiva. Dovrai quindi essere<br />
molto abile nell'immaginare la traiettoria della pallina. Il tuo obiettivo, in questo caso, sarà<br />
fissare i punti al fine di far passare la pallina con la velocità giusta nel punto d'inizio della<br />
pendenza successiva.<br />
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Nei putts dritti puoi, invece, visualizzare e<br />
focalizzare l'attenzione su due soli punti<br />
immaginari: il punto capolinea (che<br />
corrisponde al punto d'ingresso) ed il punto<br />
di mira.<br />
In discesa puoi visualizzare il punto<br />
capolinea prima della buca mentre in salita<br />
puoi visualizzarlo dopo la buca.<br />
In questi casi ricordati sempre di visualizzare il<br />
punto d'ingresso in cui la palla entrerà in<br />
buca.<br />
Se desideri, visualizza sulla linea un punto<br />
intermedio. Ti aiuterà a far rotolare la palla<br />
più dritta.<br />
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Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 11 di 17)<br />
E' molto utile sapere che più piccoli sono i punti di<br />
riferimento sui quali poni l'attenzione, maggiore sarà la<br />
tua coordinazione e la precisione di tiro.<br />
Esattamente come quando lanci un oggetto ad una persona,<br />
se miri “in generale la persona” otterrai un risultato, ma se miri<br />
“il bottoncino della camicia” di quella stessa persona le<br />
probabilità di eseguire un lancio perfetto aumenteranno<br />
drasticamente.<br />
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Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 12 di 17)<br />
In campo aiutati a vedere i punti concentrandoti su un filo<br />
d'erba, su una piccola macchiolina, immaginando un piccolo<br />
tee sporgere dal terreno o una monetina.<br />
Il tuo riferimento potrà trovarsi in linea con la buca (più avanti<br />
o più indietro in base alla forza da dare alla pallina) o più<br />
spostato a destro o a sinistra in base alla pendenza del<br />
terreno.<br />
Putt in salita e putt in discesa<br />
Devi sapere che la stessa pendenza in discesa si sente maggiormente che in salita. Il putt in<br />
pendenza e allo stesso tempo in discesa è, infatti, il putt più difficile da giocare perché il<br />
giocatore tenderà a sottostimare la pendenza (la quale in questo caso è ancora più<br />
accentuata) quindi inconsciamente tenderà ad accelerare il colpo per far tenere la linea alla<br />
pallina. Risultato? Colpirà il putt di ritorno da molto lontano, facendo 3 putts!<br />
In salita, invece, è più facile imbucare poiché la palla subisce meno la pendenza del terreno e<br />
quindi riduce la sottostima della pendenza che, come detto, tutti tendono ad avere.<br />
Putt da destra a sinistra e da sinistra a destra<br />
Come sai, un errore d'impatto influenza la direzione iniziale del rotolo. Una palla colpita verso<br />
la punta spinge la palla a destra mentre, al contrario, una palla colpita sul tacco spinge la palla<br />
verso sinistra. Per questo motivo, se soffri di problemi d'impatto, nei soli putts in costa ti<br />
suggerisco di adottare un piccolo e furbo stratagemma.<br />
Nei putts da destra a sinistra addressati con la pallina spostata<br />
verso la punta di un paio di millimetri.<br />
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Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 13 di 17)<br />
Nei putts da sinistra a destra addressati con la pallina spostata<br />
verso il tacco di un paio di millimetri.<br />
Questo piccolo accorgimento ti permetterà di evitare di colpire la pallina dalla parte sbagliata<br />
della faccia del bastone: sul tacco nei putts da destra a sinistra e sulla punta nei putts da<br />
sinistra a destra. Se ciò dovesse accadere, infatti, le probabilità di mancare la buca sotto<br />
pendenza aumenterebbero clamorosamente.<br />
Il nap: la direzione di crescita dell'erba<br />
La maggior parte dei giocatori non considera la crescita dell'erba un fattore determinante sul<br />
rotolo della palla. In realtà lo è ma è utile considerarla solo se si possiedono le giuste<br />
conoscenze e la giusta esperienza per valutarne gli effetti. Altrimenti è meglio ignorarla<br />
del tutto.<br />
Solo raramente l'erba del green cresce o è<br />
orientata verso l'alto. Quasi sempre è rivolta<br />
verso una direzione e solitamente verso la<br />
fonte d'acqua più vicina. Il pelo dell'erba<br />
tenderà, quindi, ad orientarsi verso l'ostacolo<br />
d'acqua più vicino. Ma l'irrigazione artificiale<br />
dei campi potrebbe alterare questa regola.<br />
Quando il green è molto bene irrigato, l'erba<br />
non ha sete e quindi non cerca l'acqua. In<br />
questo caso tende a seguire la direzione del<br />
sole del pomeriggio. Se invece il green è<br />
all'ombra, allora tende semplicemente a<br />
seguire le pendenze del terreno.<br />
Per questo motivo, molto spesso i putts in discesa sono resi ancora più veloci dal pelo dell'erba<br />
in favore della discesa e viceversa. Per capire la reale direzione di crescita dell'erba cerca di<br />
osservarne il colore: quando l'erba appare più lucida e scintillante hai il “nap” (ossia la<br />
direzione di crescita) a favore, quando appare più scura e opaca ce l'hai contro.<br />
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Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 14 di 17)<br />
Osservandola da vicino potrai visivamente capire la reale direzione. Nei giri non di gara, con<br />
una mano o con il putter, strofina il pelo dell'erba al fine di capire al meglio la sua direzione e<br />
prendi nota. Ti aiuterà nei giorni di gara.<br />
Ma la direzione dell'erba influisce? Certamente! Ma quanto?<br />
• pattare contro nap può ridurre il rotolo fino al 20% e tende a far maggiormente sentire<br />
le pendenze del greens;<br />
• pattare a favore di nap può aumentare il rotolo fino al 20% e tende a far sentire meno<br />
le pendenze del greens;<br />
• pattare con un nap trasversale può aumentare o ridurre la pendenza fino al 10%.<br />
Il mio consiglio è di prendere coscienza del nap e di prendere piccolissimi<br />
accorgimenti al fine di prevederne gli effetti. Ma non farti ossessionare dalla<br />
direzione dell'erba! In ogni caso, è l'ultimo elemento da valutare e ricordati che i<br />
suoi effetti saranno più marcati intorno alla buca, dove la palla viaggia più<br />
lentamente.<br />
Per questo motivo puoi limitarti ad osservare i bordi della buca<br />
per capire la direzione dell'erba e prenderla in considerazione<br />
solo nella fase finale del rotolo della pallina.<br />
E' nell'ultimo metro che maggiormente influisce il<br />
taglio dell'erba!<br />
Pattare nel vento...<br />
Sai qual'è la condizione atmosferica che maggiormente mette in difficoltà i professionisti? Il<br />
freddo? No, per quello basta un maglione. La pioggia? No, quella rende più morbidi e lenti i<br />
greens e quindi più facile il gioco. E poi esistono gli ombrelli (ed i caddies che te lo tengono)!<br />
L'unica condizione di gioco capace di mettere in ginocchio anche i migliori campioni del mondo<br />
è il vento! Nei giorni di vento anche i migliori giocatori al mondo faticano a mettere la pallina<br />
vicino alla bandiera con i ferri o addirittura a raggiungere il green. Ma il vero problema inizia...<br />
proprio in green!<br />
E' infatti dimostrato che il vento, anche leggero, non solo influisce sulla traiettoria della pallina<br />
ma è praticamente incalcolabile da parte del giocatore poiché questo soffia quasi sempre a<br />
intermittenza e mai in direzione perfettamente costante.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 15 di 17)<br />
Ciò che è importante sapere è che il vento influisce in green ed anche i migliori giocatori al<br />
mondo in giornate ventose non riescono ad imbucare molti putts per i birdies o per salvare il<br />
par, consegnando a fine giornata risultati molto alti. Per gli errori in green, non da tee a green.<br />
Il vento non solo influenza sensibilmente la traiettoria della pallina ma rende anche difficile da<br />
parte del giocatore eseguire un pendolo preciso e stabile. Per questo motivo ti voglio dare<br />
qualche semplice consiglio.<br />
Adotta una posizione sulla pallina che ti<br />
permetta di aumentare la stabilità del tuo<br />
corpo e del tuo pendolo.<br />
Allarga i piedi, abbassa le ginocchia, inclina<br />
maggiormente la schiena e impugna il putter<br />
più basso con le braccia più distese.<br />
Questa posizione ti aiuterà a rimanere più<br />
fermo nel vento.<br />
Cerca di eseguire la tua routine di tiro velocemente, senza inutili e lunghe pause. Il vento<br />
potrebbe cambiare improvvisamente e variare la percezione del colpo e della linea che ti sei<br />
creato in mente.<br />
Infine, solo in caso di vento forte, correggi forza e linea di tiro in base alla sua direzione. Non<br />
puoi sapere di quanto, ma di certo influirà sul rotolo della pallina. Dopodiché, aspettati di<br />
non imbucare. Nessuno lo farà quel giorno e vince chi mantiene maggiormente la<br />
calma!<br />
Ma prima di diventare un grande pattatore da vento... lavora per diventare un grande<br />
pattatore da giornata senza vento! :-)<br />
Rituale corretto per una corretta lettura del green<br />
La lettura del green è un momento speciale. E' un momento in cui il giocatore si prende del<br />
tempo non solo per studiare la pendenza del terreno e stabilire il tipo di putt da giocare ma<br />
anche per rilassarsi un attimo e raccogliere idee e concentrazione dopo gli impegnativi colpi<br />
lunghi che lo hanno portato in green.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 16 di 17)<br />
Inizia a studiare la pendenza da dietro la pallina. Immagina in<br />
modo vivido con che velocità la pallina rotolerà verso la buca e<br />
seguendo quale pendenza.<br />
Prova ad immaginare che stia piovendo per capire come<br />
l'acqua scorrerebbe in green. Ti aiuterà a capire le pendenza<br />
del terreno. Immagina addirittura il suono che il tuo putter farà<br />
all'impatto. Ti aiuterà a capire ancora meglio la forza da dare<br />
alla pallina.<br />
Cammina verso la buca per stimarne la distanza.<br />
Dai velocemente uno sguardo da dietro la buca per avere<br />
conferma di quanto già visto.<br />
Gira intorno alla buca e torna verso la pallina. In questo modo<br />
avrai visto la pendenza del green da ogni punto di vista,<br />
togliendoti ogni dubbio.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 8 – La lettura del green (pag. 17 di 17)<br />
Infine, siediti un'ultima volta dietro la pallina e stabilisci con<br />
sicurezza la linea sulla quale vorrai far rotolare la pallina.<br />
E' il momento di scegliere definitivamente i punti immaginari.<br />
Ora sei pronto per completare la routine ed eseguire il colpo.<br />
Ah, dimenticavo! Se anche tu sei tra quei bizzarri giocatori che<br />
studiano la pendenza chiudendo un occhio e facendo cadere in<br />
verticale il proprio putter sappi che... non serve a nulla!<br />
E' invece utile osservare da vicino e da posizione molto bassa il profilo della buca. Questo ti<br />
suggerirà la pendenza del green nell'ultimo e cruciale metro intorno ad essa, dove la palla<br />
rotola più lentamente e maggiormente sente l'influenza dei dislivelli.<br />
Questa buca è in piano. Questa buca è in pendenza da<br />
sinistra a destra.<br />
Questa buca è leggermente in<br />
pendenza da destra a sinistra.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 9 – La routine d'esecuzione del putt (pag. 1 di 11)<br />
LA ROUTINE D'ESECUZIONE DEL PUTT<br />
Vuoi sapere qual'è la vera differenza tra chi ottiene risultati in green e chi, invece, imbuca<br />
raramente? Non è la tecnica o l'abilità del giocatore in sé, bensì la sua capacità di sfruttare ciò<br />
che sa effettivamente fare nei pochi secondi a disposizione per eseguire il putt.<br />
Diciamoci la verità, quasi tutti noi in putting green (da soli o con gli amici) siamo dei fenomeni<br />
e imbuchiamo putts da ogni distanza. Ci sentiamo rilassati, fiduciosi, sicuri e nel sentirci tali<br />
sfruttiamo il 100% delle nostre capacità per far rotolare la pallina dritta in buca. E molto<br />
spesso accade!<br />
Ma appena si scende in campo, tutto cambia. Ti ritrovi davanti alla pallina a pochi istanti<br />
dall'eseguire il tuo colpo e, improvvisamente, sale la nebbia totale. L'insicurezza dell'incertezza<br />
del risultato ti assale e ti sembra di non ricordare come colpire. Hai la sensazione che non ci<br />
sia tempo a sufficienza per raccogliere le idee ed eseguire un putt perfetto, ti sembra di non<br />
essere mai pronto a fare una cosa che centinaia di volte hai già fatto prima.<br />
Il risultato? Sfrutti molto poco di ciò che sai effettivamente fare e la pallina non rotola in buca.<br />
E ti arrabbi, provando frustrazione. Come quando durante un'interrogazione, in passato, hai<br />
dimenticato improvvisamente tutto ciò che avevi studiato per ore! Questa cosa si chiama<br />
“panico da prestazione” e capita a tutti davanti ad un putt cruciale, anche a me che insegno<br />
per professione e ai migliori giocatori del mondo.<br />
Come si può, quindi, imparare a sfruttare tutta l'abilità tecnica acquisita in allenamento<br />
(meccanica di tiro, sensibilità della distanza e lettura del green) nei pochi secondi cruciali che<br />
precedono un putt importante? Il segreto risiede nel costruirsi una routine ipnotica<br />
capace di zittire la tua mente, calmare i tuoi pensieri e orientare la concentrazione<br />
esclusivamente sullo scopo finale: imbucare quella benedetta pallina!<br />
Per routine intendo una serie di azioni, gesti e movimenti sempre uguali da ripetere, come in<br />
un rituale, prima di ogni colpo al fine di attingere al 100% delle proprie risorse e capacità<br />
tecniche nel brevissimo tempo che avrai a disposizione per colpire la pallina.<br />
Ma prima di tutto, voglio spiegarti come si comporta il golfista medio prima di eseguire un putt<br />
(che ovviamente mancherà clamorosamente).<br />
La non-routine del golfista medio<br />
Il golfista medio, quello che non imbuca, approccia la pallina ripetendosi decine di volte frasi<br />
negative come: “non devo sbagliare questo putt, questo putt è importante, devo imbucarlo<br />
altrimenti è un disastro, prenderò la virgola, segnerò una bella X e il giro sarà compromesso”.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 9 – La routine d'esecuzione del putt (pag. 2 di 11)<br />
Guarda la pendenza da dietro la pallina, capisce più o meno come pende, la guarda anche da<br />
dietro la buca e si fa venire dei dubbi perché vede una pendenza diversa.<br />
E' molto concentrato a muovere correttamente il putter e trascorre la maggior parte del suo<br />
tempo a fissare la pallina e la testa del bastone, verificando che questa si muova dritta.<br />
A volte fa una prova, a volte due, a volte nessuna e a volte un'infinità. Dipende da come gli<br />
gira al momento. Infine, colpisce la pallina con titubanza e paura facendole seguire una linea<br />
vaga, spesso cambiata all'ultimo momento, sperando che la pallina rotoli in buca.<br />
La cosa ancora più buffa è che, subito dopo aver colpito la pallina, lascia la posizione di finish<br />
ed inizia ad assumere posizioni strane cercando di deviare la pallina col pensiero e la telecinesi!<br />
Il golfista medio studia<br />
sommariamente la linea e<br />
senza farsi un'idea chiara<br />
prende posizione sulla pallina.<br />
Si concentra molto sulla palla<br />
e sulla tecnica e le prove, se le<br />
fa, ne fa di un numero<br />
variabile diverso ogni volta.<br />
Infine colpisce perdendo<br />
subito la posizione finale e<br />
volgendo prematuramente lo<br />
sguardo al bersaglio.<br />
Una routine efficace, invece, deve aiutarti a sviluppare fiducia, calma, tranquillità, una visione<br />
decisa e sicura della traiettoria, certezza della forza, nessun pensiero tecnico, totale<br />
focalizzazione sul bersaglio e totale focalizzazione sulla linea che la pallina dovrà seguire per<br />
rotolare in buca. Non certo sul “come far rotolare la pallina in buca”.<br />
Immaginati mentre sei alla guida della tua auto. L'auto hai imparato ad usarla tempo fa. Pensi<br />
forse a “come guidare” mentre torni a casa? Non penso. Penso, invece, che sei totalmente<br />
concentrato e assorto sulla strada da seguire, quella che ti porterà dritto a casa. La stessa cosa<br />
devi fare quando giochi un putt. Devi pensare solo a che strada far seguire alla pallina, quella<br />
che la farà entrare nella sua casa... la buca!<br />
Non è il momento di pensare alla tecnica, a quella hai pensato durante l'allenamento indoor o<br />
in putting green utilizzando qualche strumento utile a ricevere feedback meccanico. Ora è il<br />
momento di pensare solo a “dove” mandare la pallina lasciando che la tua abilità tecnica<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 9 – La routine d'esecuzione del putt (pag. 3 di 11)<br />
accumulata a livello inconscio lavori per te. E' i momento di “reagire” al beraglio.<br />
Esattamente come fanno tutti i migliori giocatori al mondo: reagiscono al bersaglio!<br />
Cosa significa “reagire al bersaglio”? Significa farsi ispirare da esso e fare in modo che sia il<br />
bersaglio a “tirar fuori” da te il colpo e non viceversa. Immagina quante volte hai dovuto<br />
lanciare un oggetto ad una persona, per esempio un mazzo di chiavi dimenticato. Ti ricordi che<br />
cosa hai istintivamente fatto ogni volta? Hai soppesato le chiavi un paio di volte per capirne il<br />
peso e, fissando con attenzione il tuo amico, gli hai istintivamente lanciato le chiavi, centrando<br />
il tuo obiettivo. Anzi, molto probabilmente non ti sei focalizzato sulla sua figura ma sul<br />
bottoncino della sua maglietta perché l'istinto ti ha detto che se miri un punto piccolo hai più<br />
probabilità di centrare il tuo obiettivo: il tuo amico!<br />
Quando lanci un oggetto ad una persona, per prima cosa la fissi attentamente<br />
quindi, senza distogliere lo sguardo dal tuo obiettivo, soppesi un paio di volte<br />
l'oggetto per capirne la forza da applicare durante il lancio e infine, senza mai<br />
distogliere lo sguardo, lanci senza alcun pensiero tecnico di “come lanciare”.<br />
Semplicemente lanci (e raramente fallisci). In poche parole, reagisci a ciò che i tuoi<br />
occhi vedono. La stessa cosa puoi farla con il putting perchè la tecnica del putting è<br />
facile quanto il lancio a mani nude.<br />
Eppure non ti sei mai tecnicamente allenato al lancio delle chiavi! Non sei mai andato su un<br />
green per allenare a lanciare chiavi a diverse persone! E poi, non sei tu quello che non ha<br />
sensibilità? Avresti dovuto far cadere le chiavi molto davanti ai suoi piedi o colpirlo così forte da<br />
fargli male! Eppure il lancio, il più delle volte, è risultato perfetto. Lo hai guardato, hai fissato<br />
qualcosa di piccolo in lui, hai lanciato e lui le ha afferrate. Facile!<br />
Vuoi sapere davvero perché il lancio è riuscito? Perché, istintivamente, hai applicato una<br />
routine pre-lancio perfetta reagendo al bersaglio (il tuo amico) in modo perfetto. A questo<br />
punto... facciamo tesoro di questa esperienza quotidiana e applichiamo tutto questo al tuo<br />
putting. Esattamente come fanno i grandi campioni.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 9 – La routine d'esecuzione del putt (pag. 4 di 11)<br />
La corretta routine d'esecuzione del putt<br />
Una volta che hai sviluppato una tecnica ed una meccanica di tiro sufficientemente corretta per<br />
garantirvi un colpo di qualità, per imparare ad imbucare è necessario costruire una routine di<br />
preparazione al colpo molto precisa ed accurata.<br />
Questa è davvero molto importante e sarà ciò che vi permetterà di rendere al massimo nei<br />
momenti più importanti e nei putts più cruciali di un giro.<br />
Mi piace considerare la routine come una piccola auto-ipnosi nella quale, immergendoti nel<br />
tuo piccolo mondo, ti isoli da ogni pensiero distraente e ti focalizzi solo sul presente e sul<br />
bersaglio. Tutti i grandi campioni hanno routine straordinarie e sempre costanti.<br />
Uno: leggi il green e visualizza la traiettoria della pallina<br />
E' la prima cosa da fare. Ciò che conta nella<br />
lettura è la decisione e la fiducia. Evita di<br />
perderci troppo tempo, la prima impressione è<br />
quasi sempre quella giusta. E' inutile leggere e<br />
rileggere le minime pendenze.<br />
Sprecare troppo tempo nella lettura di un<br />
green significa cercare un modo per sbagliare<br />
il putt piuttosto che per imbucarlo! E' più<br />
importante essere certi della propria scelta<br />
ancor più che questa sia realmente esatta.<br />
Solo quando lo ritieni necessario (e quando il tempo te lo permette) cammina velocemente<br />
intorno alla buca per valutarne al meglio sia la distanza che le pendenze del terreno.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 9 – La routine d'esecuzione del putt (pag. 5 di 11)<br />
Studiato il green, visualizza la linea del putt ed<br />
immagina con precisione la traiettoria che<br />
questa eseguirà e la velocità con la quale<br />
rotolerà in buca. Immagina addirittura il<br />
suono che il putter produrrà contro la<br />
pallina. Individua anche il punto picco della<br />
curva.<br />
Questa vivida visualizzazione fornirà al tuo<br />
inconscio tutte le informazioni necessarie per<br />
eseguire un colpo preciso senza dover<br />
consciamente pensare alla tecnica o alla<br />
velocità da imprimere. Il tuo inconscio sa<br />
esattamente come riprodurre quella traiettoria<br />
e non ha bisogno che tu interferisca troppo<br />
con lui!<br />
Due: scegli un bersaglio molto piccolo<br />
Individua ora la traiettoria di partenza della<br />
pallina al fine di ottenere la curva immaginata<br />
e scegli un punto capolinea molto piccolo<br />
verso il quale mirare e orientare la<br />
concentrazione. Un piccolo filo d'erba nella<br />
buca, un granello di sabbia o una macchiolina.<br />
La cosa importante è che sia molto piccolo per<br />
focalizzare meglio l'attenzione.<br />
Oppure, immagina un semplice tee o una<br />
monetina sul quale concentrarti. Più piccolo è<br />
il punto capolinea maggiore sarà la tua<br />
coordinazione e maggiore sarà il margine<br />
d'errore paragonato alla dimensione grande di<br />
una buca da golf.<br />
Nei putts in pendenza scegli un punto capolinea fuori dalla buca, in modo da immaginare di<br />
eseguire un colpo sempre dritto che poi calerà in modo naturale verso di essa. Nei putts in<br />
discesa il punto può essere appena prima della buca mentre in quelli in salita appena dopo per<br />
aiutarti a calibrare la forza.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 9 – La routine d'esecuzione del putt (pag. 6 di 11)<br />
Una volta scelto il punto capolina, individua il<br />
punto di partenza pochi centimetri davanti alla<br />
pallina, sulla linea di tiro.<br />
Nei putts in pendenza continua a visualizzare<br />
la curva che seguirà la pallina, ricordando la<br />
posizione del punto picco dove la pallina<br />
raggiungerà il suo punto più alto rispetto alla<br />
buca.<br />
Sei ora pronto ad eliminare il superfluo: tutti i<br />
punti fin d'ora visti (ad esclusione di uno) e la<br />
buca.<br />
Rimani totalmente concentrato nella<br />
visualizzazione della traiettoria di tiro e del<br />
punto capolinea.<br />
Dimentica la buca. Lei rimani lì dov'è e non<br />
si muove, in attesa di ricevere le palline che<br />
vorranno farle visita.<br />
Tre: senti la forza<br />
Avvicinati alla palla allineandoti parallelo alla<br />
linea di tiro immaginaria e posizionando la<br />
testa del putter qualche centimetro sotto la<br />
pallina.<br />
Esegui DUE swing di pratica paralleli alla linea<br />
di tiro. Fallo guardando costantemente il<br />
punto capolinea che hai scelto e la<br />
traiettoria che dovrà seguire la pallina.<br />
Evita di guardare la palla o, peggio ancora, la<br />
testa del putter. Farlo non servirebbe a nulla,<br />
non è il momento di controllare la tecnica!<br />
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Capitolo 9 – La routine d'esecuzione del putt (pag. 7 di 11)<br />
E' il momento d'iniziare a “reagire al bersaglio”. Senti il colpo ed immagina la palla andare<br />
verso la buca mentre rotola sulla linea da te scelta. Evita tutto ciò che ti possa far pensare alla<br />
meccanica, alla tecnica, al “guidare" la testa del bastone sulla giusta linea.<br />
Ti consiglio di eseguire solitamente due<br />
prove. Due prove sono sufficienti per sentire<br />
perfettamente la forza che dovrai imprimere al<br />
colpo. Due prove ti permettono di provare e<br />
riprovare il colpo senza allungare inutilmente<br />
la routine, favorendo un gioco veloce.<br />
Nel caso di putts molto lunghi, nei quali<br />
la forza è di estrema importanza,<br />
concediti una terza prova. Ti darà fiducia<br />
nell'esecuzione del colpo. Da lontano la forza è<br />
più importante della precisione.<br />
Nel caso di putts molto corti riduci le prove ad una soltanto. Ti insegnerà a non<br />
titubare troppo davanti ad un corto putt e meno tempo lascerai passare meno sentirai ansia o<br />
pressione. Da vicino la forza non è un problema, conta solo la precisione e la decisione.<br />
Ricordati!<br />
Esegui le prove mantenendo fisso lo sguardo e l'attenzione sul bersaglio.<br />
Guarda la linea. Guarda il punto capolinea finale.<br />
Senti la forza guardando solo DOVE la palla deve andare.<br />
Lascia che sia la posizione della buca ad ispirare la tua sensibilità e la tua forza.<br />
Terminato l'ultimo swing di pratica, hai a disposizione ben 8 secondi per procedere con la<br />
routine fino al colpo decisivo. Esatto, 8 secondi. Non un secondo in più, altrimenti perderesti la<br />
sensazione acquisita durante le prove. La memoria muscolare dura 8 secondi, non di<br />
più! Ma non temere, arrivato a questo punto, 8 secondi sono un'infinità. Ormai sei quasi<br />
pronto per colpire!<br />
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Quattro: prendi posizione sulla pallina<br />
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Capitolo 9 – La routine d'esecuzione del putt (pag. 8 di 11)<br />
Fai un piccolo passo in avanti mantenendo<br />
sempre perfettamente il tuo allineamento<br />
parallelo alla linea di tiro immaginaria verso il<br />
punto a cui miri e prendi la posizione di<br />
address sulla pallina.<br />
Allinea con molta attenzione e cura la faccia<br />
del putter square al punto capolinea che hai<br />
scelto: sia esso dritto, a destra o a sinistra<br />
della buca.<br />
A tale scopo poni molta attenzione a<br />
visualizzare il punto di partenza scelto pochi<br />
centimetri dopo la pallina, esattamente sopra<br />
la linea di tiro scelta.<br />
Cinque: guarda un'ultima volta il bersaglio<br />
Volgi lo sguardo un'ultima volta al<br />
bersaglio per fotografarlo ed imprimerlo<br />
chiaramente nella tua testa. Cerca di<br />
vedere un'ultima volta la traiettoria che la<br />
pallina disegnerà sul green per rotolare in<br />
buca e fissa nella mente, come in una<br />
fotografia, il piccolo punto capolinea verso il<br />
quale vuoi colpire.<br />
Farlo è di estrema importanza, è il momento in<br />
cui devi totalmente “immergerti” mentalmente<br />
nel bersaglio e nella traiettoria che la pallina<br />
dovrà seguire per raggiungerlo, dimenticando<br />
ogni concetto tecnico.<br />
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Sei: riguarda la pallina<br />
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Capitolo 9 – La routine d'esecuzione del putt (pag. 9 di 11)<br />
Riguarda la pallina, ora sei pronto. I tuoi occhi<br />
vedono la pallina ma la tua mente pensa al<br />
piccolo punto che hai scelto. Il punto<br />
capolinea!<br />
Molti campioni descrivono questo momento<br />
come se avessero un terzo occhio posizionato<br />
sulla tempia sinistra. Questo terzo occhio<br />
rappresenta la loro attenzione, la quale è<br />
costantemente rivolta su DOVE la palla deve<br />
iniziare a rotolare e andare.<br />
Immagina uno studente in classe con lo sguardo fisso alla lavagna ma il pensiero rivolto alla<br />
fidanzata. Sa con esattezza cosa vede ma non ascolta la lezione, pensa ad altro! Lo stesso devi<br />
fare tu. Devi guardare la pallina, sapere dov'è rispetto al tuo putter... ma devi pensare ad altro!<br />
Devi pensare al bersaglio, ossia al punto capolinea.<br />
E' dimostrato che più tempo passa dall'ultimo sguardo fotografico dato alla pallina ed il<br />
momento in cui esegui il colpo, maggiori sono le probabilità di sbagliare. Il motivo? Il motivo è<br />
che la fotografia che hai impresso nella mente del piccolo punto finale pian piano sbiadisce e<br />
più tempo passerai a guardare la pallina (e probabilmente a riempirti d'inutili pensieri tecnici o,<br />
peggio ancora, di pensieri negativi e ansiosi) più dimentichi DOVE la pallina dovrà rotolare.<br />
Ricordati, hai solo 8 secondi per colpire la pallina<br />
dall'ultimo swing di prova eseguito!<br />
Cerca, quindi, di essere deciso e fiducioso. Hai fatto tutto ciò che dovevi fare per eseguire un<br />
putt perfetto. Il migliore che tu sei in grado di fare. Ti sei allineato perfettamente ed hai<br />
sperimentato perfettamente la forza che dovrai dare alla pallina. Non ti resta che colpire con<br />
decisione mantenendo le mani ferme e stabili.<br />
Evita di congelarti sulla palla poiché inevitabilmente inizierai a domandarti se hai letto bene il<br />
green, se hai scelto il punto giusto, se ti sei allineato in modo corretto. Il dubbio ti farà perdere<br />
la sicurezza necessaria per eseguire il miglior colpo che puoi fare.<br />
Cerca di essere spedito e deciso, meno tempo passa dall'ultimo sguardo dato alla linea di tiro<br />
al colpo più aumentano le probabilità d'imbucare. La mente registra la posizione della buca ma<br />
la dimentica in fretta, sbrigati! E infine...<br />
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Sette: colpisci con decisione<br />
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Capitolo 9 – La routine d'esecuzione del putt (pag. 10 di 11)<br />
...colpisci con decisione e con fiducia verso il<br />
punto di partenza senza mai distogliere la<br />
mente dal punto capolinea! Sai che un<br />
eventuale taglio non produrrebbe grossi<br />
problemi al rotolo della pallina perché sai che<br />
questa rotolerà nella direzione verso la quale<br />
mirerà la faccia del putter all'impatto.<br />
Infatti, hai fatto ogni cosa per allinearla in<br />
modo perfetto e sai che solo un movimento<br />
dei polsi o la rotazione delle braccia potrebbe<br />
cambiarne la posizione. Ti basta rimanere<br />
fermo e solido con mani e braccia, colpendo in<br />
accelerazione, garantendo grande stabilità del<br />
putter all'impatto.<br />
Colpisci con decisione e fiducia. Non smetterò mai ripetertelo. Con decisione e<br />
fiducia. Fallo entro 8 secondi dall'ultimo swing di prova. Entro pochi secondi<br />
dall'ultimo sguardo dato al bersaglio. Fallo pensando solo a DOVE la palla deve<br />
rotolare, lasciandoti “guidare” da ciò che hai “sentito” durante gli swing di prova (e<br />
che ricordi ancora bene) e da cosa hai “visto” con i tuoi occhi poco prima.<br />
Otto: mantieni, osserva e impara<br />
Mantieni, come una statuina, la posizione<br />
finale perfettamente immobile mentre osservi<br />
la pallina rotolare esattamente sul punto picco<br />
e sulla curva che hai immaginato. Osserva la<br />
palla rotolare e accettane qualsiasi risultato<br />
poiché meglio di così non avresti potuto<br />
preparare ed eseguire il colpo.<br />
Mantieni questa posizione per qualche<br />
secondo (almeno 4), è molto importante!<br />
Mentre lo fai conservi nella mente le<br />
sensazioni del colpo che, unite al rotolo<br />
della palla che stai osservando, ti<br />
permettono di accumulare<br />
un'esperienza. Unendo causa ad effetto<br />
impari e migliori!<br />
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Capitolo 9 – La routine d'esecuzione del putt (pag. 11 di 11)<br />
Non a caso tutti i peggiori pattatori del mondo perdono immediatamente la posizione finale...<br />
Quindi, accetta il risultato. Qualunque esso sia. Se la palla rotola in buca non<br />
sorprenderti. Hai fatto tutto ciò che un golfista, nei pochi secondi di tempo a disposizione, può<br />
fare e lo hai fatto al meglio, unendo razionalità scientifica al talento e all'istinto.<br />
Se la palla non entra in buca non sorprenderti ugualmente. Il putting è un gioco imprevedibile<br />
e il terreno è pieno d'imprevisti, di fattori che tu e nessuno può controllare. Osserva, impara da<br />
ciò che osservi per migliorarti e accettane il risultato, qualunque esso sia.<br />
Accettare il risultato e avere la coscienza a posto di aver eseguito con estrema<br />
attenzione la routine ti metterà nella migliore condizione emotiva per eseguire il<br />
colpo più importante di tutti: quello successivo!<br />
Impariamo da Doug...<br />
Ricordati sempre cosa comporta una cattiva<br />
routine. Quando la testa pensa e parla troppo.<br />
Quando i dubbi incalzano e l'indecisione fa da<br />
padrona. Quando la routine non è spedita, non<br />
è un rito ma al contrario improvvisata, casuale,<br />
lenta e titubante... possono succedere solo<br />
disastri.<br />
Come a Doug Sanders nel 1970, quando ebbe<br />
questo corto putt per vincere il British Open e<br />
dopo un'attesa di ben 12 secondi congelato<br />
davanti alla pallina, lo sbagliò.<br />
E impariamo qualcosa da Jack...<br />
Era il Masters del 1986 ed un grande campione di 46 anni sul green della sedicesima buca, il<br />
famoso par 3, era in procinto di giocare un importante e difficile putt. Senza esitazione, in<br />
modo spedito e ritmato, Jack Nicklaus eseguì una perfetta routine imbucando un putt che<br />
scrisse la storia del golf, avviandosi a vincere il suo diciottesimo e ultimo torneo Major.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 10 – Allenare la meccanica del pendolo (pag. 1 di 8)<br />
ALLENARE LA MECCANICA DEL PENDOLO<br />
Allenare la meccanica del putting significa imparare a far rotolare la pallina dritta con costanza<br />
e ripetitività, favorendo un rotolo pulito e senza rimbalzi.<br />
Ha poco a che fare con il “far rotolare la pallina in buca”, ma piuttosto con il “far rotolare la<br />
pallina bene”. La maggior parte dei golfisti si ferma a questo stadio: impara un'ottima<br />
meccanica e impara presto a far rotolare perfettamente la pallina in green con una tecnica<br />
invidiabile. Peccato che questa non rotoli quasi mai in buca.<br />
L'allenamento della meccanica è il primo passo verso l'eccellenza nel putting. E'<br />
come la scuola elementare per chi ambisce alla laurea. E' la base e può essere allenata in<br />
putting green o anche indoor e a casa sul proprio tappeto.<br />
Infatti, molti esercizi non necessitano di un bersaglio o di una buca e a volte neppure della<br />
pallina. Inoltre, è ideale allenare la meccanica del pendolo su una superficie perfettamente in<br />
piano. Ecco i migliori esercizi che ho selezionato per te.<br />
Putting mirror<br />
Utilizzando uno specchio da putting puoi<br />
verificare ed allenare il corretto allineamento<br />
della faccia del putter ma soprattutto degli<br />
occhi e delle spalle.<br />
Inoltre, potrai verificare che i tuoi occhi si<br />
trovino perpendicolari sopra la linea di tiro<br />
appena dietro la pallina.<br />
Farlo con costanza è molto importante poiché<br />
è facile, nel tempo, perdere le giuste posizioni<br />
ed i giusti allineamenti.<br />
V-Easy<br />
Utilizzando questo geniale strumento a forma di V potrai allenare in modo estremamente<br />
efficace la connessione bastone-braccia-spalle, sperimentando un perfetto pendolo del putter<br />
azionato da spalle e braccia, evitando alcun movimento dei polsi. E' in assoluto il mio drill<br />
preferito per insegnare un pendolo uniforme eseguito dai grandi muscoli del corpo.<br />
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Towel drill<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 10 – Allenare la meccanica del pendolo (pag. 2 di 8)<br />
Questo esercizio è molto utilizzato per allenare lo swing del gioco lungo ma risulta<br />
estremamente efficace anche per educare la tecnica del tuo putting. Prendi la salvietta che<br />
utilizzi per pulire i tuoi ferri e posizionala sotto le ascelle. Esegui qualche colpo e riuscirai<br />
immediatamente a sviluppare un buon pendolo braccia-spalle educando i gomiti a restare vicini<br />
ai fianchi. Proprio come a tavola!<br />
Elastico per braccia<br />
Un altro ottimo esercizio, utilizzato anche per il gioco lungo, è<br />
l'elastico per braccia. Questo aiuta a mantenere equidistanti i<br />
gomiti tra loro durante il movimento.<br />
Molti giocatori, infatti, tendono a flettere il gomito destro nel<br />
back-swing ed il sinistro nel finale, ottenendo impatti molto<br />
imprecisi.<br />
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Putting plane<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 10 – Allenare la meccanica del pendolo (pag. 3 di 8)<br />
E' uno dei miei strumenti preferiti per allenare<br />
i miei allievi sul putting. Si tratta di un piano<br />
sul quale appoggiare semplicemente il tacco<br />
della testa del putter.<br />
Mantenendo questa sempre a contatto con il<br />
piano e facendola scivolare contro durante lo<br />
swing (con o senza pallina), il giocatore può<br />
sperimentare in modo pressoché perfetto<br />
l'ideale traiettoria della testa del bastone.<br />
In commercio sono disponibili piani completamente dritti con inclinazione a 90° per i giocatori<br />
alla ricerca di un pendolo perfettamente dritto, oppure con inclinazione a 70° o 64° per i<br />
giocatori alla ricerca di un pendolo più ad arco.<br />
Putting clip<br />
Imparare a colpire la pallina al centro della<br />
faccia del bastone (nello sweet-spot) con<br />
regolarità è un presupposto fondamentale sia<br />
per il controllo della distanza che per la<br />
precisione del rotolo della pallina.<br />
A tale scopo esistono delle clips adesive<br />
d'applicare sulla faccia del putter che ti<br />
obbligano a colpire con estrema precisione.<br />
Ne esistono di diverse misure, dalla più larga<br />
(adatta ai principianti) fino a quella più stretta<br />
per i giocatori più esperti.<br />
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Steel ball<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 10 – Allenare la meccanica del pendolo (pag. 4 di 8)<br />
E' rossa e sembra una pallina da golf<br />
normalissima... in realtà è d'acciaio e pesa<br />
come 5 palline messe insieme! Con la steel<br />
ball puoi allenare i putts più corti (un metro<br />
circa) imparando due abilità straordinarie per il<br />
putting: colpire la pallina perfettamente al<br />
centro della faccia del bastone mantenendo<br />
stabili mani e polsi.<br />
L'impatto, infatti, risulterà piuttosto “duro” e<br />
senza queste due caratteristiche ti risulterà<br />
impossibile far rotolare la palla in buca.<br />
Sweet-spot gate<br />
Un altro esercizio molto comune tra i<br />
professionisti è quello di posizionare la testa<br />
del proprio putter tra due tees posti ad una<br />
larghezza poco maggiore della lunghezza del<br />
putter.<br />
In questo modo sarai costretto a passare in<br />
mezzo al “cancello” creato dai tees,<br />
garantendoti un impatto solido perfettamente<br />
nel centro dello sweet-spot.<br />
Square the tees drill<br />
Un errore molto comune è quello di ruotare la faccia del putter durante l'impatto con la pallina,<br />
chiudendola od aprendola. Un esercizio utile a correggere questo errore è quello di posizionare<br />
la pallina tra due tee posti molto vicino ad essa e paralleli al bersaglio.<br />
All'impatto con la pallina dovrai cercare di fermare la faccia del tuo putter perfettamente a<br />
contatto con entrambi i tees. Se la faccia del bastone sarà chiusa colpirai solo il tee più alto.<br />
Viceversa, se la faccia sarà aperta colpirai solo il tee più basso. Semplice!<br />
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Wrist ball<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 10 – Allenare la meccanica del pendolo (pag. 5 di 8)<br />
E' un drill che faccio eseguire spesso ai miei allievi. Lo amo perché è semplice e come tutte le<br />
cose semplici funziona! Aiuta a sviluppare un'azione indipendente di braccia e spalle inibendo<br />
totalmente l'uso delle mani durante il pendolo.<br />
Prendi una normalissima pallina dalla tua sacca e incastrala tra l'avambraccio destro ed il tappo<br />
del putter. Colpisci qualche pallina evitando di farla cadere. Rimarrai sorpreso dalla sensazione<br />
di stabilità nelle mani e dal ritmo del movimento che otterrai.<br />
Binario<br />
E' l'esercizio più comune e banale ma che non passerà mai di<br />
moda. E' il binario dentro al quale far muovere il proprio putter<br />
ed è uno dei metodi più veloci ed efficaci per verificare ed<br />
allenare il tuo allineamento iniziale e la traiettoria corretta della<br />
testa del putter durante il pendolo.<br />
Utilizzando dei semplici tees potrai inoltre arricchirlo di utili<br />
feedback per correggere diversi errori.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 10 – Allenare la meccanica del pendolo (pag. 6 di 8)<br />
Posiziona un tee dietro alla testa del bastone se desideri accorciare il movimento del backswing<br />
e favorire un impatto più in accelerazione:<br />
Se tendi a tagliare il colpo dall'esterno verso l'interno, posiziona due tee come in figura al fine<br />
di obbligarti a colpire più dall'interno e quindi in linea:<br />
Se tendi a tagliare il colpo dall'interno verso l'esterno, posiziona due tee come in figura al fine<br />
di obbligarti a colpire più dall'esterno e quindi in linea:<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 10 – Allenare la meccanica del pendolo (pag. 7 di 8)<br />
Se invece tendi a muovere il putter in modo brusco e veloce, posiziona una pallina dietro la<br />
testa del putter ed abituati ad “accompagnarla” dolcemente indietro durante il back-swing:<br />
Right only drill<br />
Questo esercizio consiste nel pattare utilizzando solo la propria mano destra e aiuta a sentire<br />
quanta importanza riveste il braccio più forte e coordinato che hai (se sei destrorso) nel<br />
mantenere il bastone stabile e in linea. Nell'eseguire i colpi poni particolare attenzione a<br />
mantenere perfettamente costante l'angolo che il polso forma con l'avambraccio.<br />
iPING App<br />
E' l'applicazione che PING ha realizzato per il tuo iPhone o iPod<br />
Touch grazie alla quale potrai monitorare e migliorare in modo<br />
estremamente efficace i dati inerenti:<br />
• il tempo del pendolo;<br />
• il tipo di arco disegnato dal pendolo;<br />
• l'allineamento della faccia del putter all'impatto.<br />
E, cosa ancora più importante, potrai verificare la “costanza”<br />
con la quale manterrai tali dati colpo dopo colpo.<br />
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My Line<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 10 – Allenare la meccanica del pendolo (pag. 8 di 8)<br />
E' il putting tool che ho personalmente<br />
studiato e realizzato per tutti i miei allievi e<br />
che oggi, con grande soddisfazione, viene<br />
utilizzato da numerosi professionisti del Tour<br />
europeo ed americano durante i loro<br />
allenamenti.<br />
Con il My Line potrai correggere e migliorare<br />
moltissimi aspetti tecnici: l'allineamento, la<br />
posizione degli occhi, la quantità di pendolo<br />
nei putts di diversa lunghezza, la traiettoria del<br />
movimento e l'allineamento della faccia del<br />
bastone all'impatto.<br />
Chalk line<br />
E' la linea di gesso, quella che trovi disegnata<br />
su ogni green ogni volta che un professionista<br />
si sta allenando.<br />
La linea di gesso è probabilmente l'esercizio<br />
più diffuso sul Tour ed è straordinariamente<br />
efficace.<br />
Allena perfettamente l'allineamento e la<br />
visualizzazione della linea di tiro. La linea di<br />
gesso è davvero magica!<br />
Quando la proverai rimarrai sconvolto dalla<br />
quantità di putts consecutivi che riuscirai ad<br />
imbucare, anche da oltre tre metri!<br />
Il suo segreto? La linea non solo la pensi e<br />
immagini ma la vedi con i tuoi occhi! E quando<br />
la vedi non puoi più sbagliare. Per questo<br />
motivo è di estrema importanza allenarsi ad<br />
immaginarla in modo vivido e chiaro nella tua<br />
mente.<br />
Ian Poulter mentre traccia<br />
la chalk line in putting green<br />
per iniziare una<br />
sessione di allenamento.<br />
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Capitolo 11 – Allenare la sensibilità sulla distanza (pag. 1 di 6)<br />
ALLENARE LA SENSIBILITA' SULLA DISTANZA<br />
Una volta sviluppata un'ottima e ripetitiva meccanica di tiro, è necessario tu impari a far<br />
rotolare la pallina alla giusta distanza applicando la giusta quantità di forza. In realtà, il tuo<br />
istinto è già pronto per permetterti di giudicare alla perfezione la giusta forza da dare ad ogni<br />
colpo, devi solo prenderne coscienza con alcuni esercizi che ti illustrerò, in modo tale da<br />
imparare a fidarti maggiormente del tuo inconscio.<br />
L'inconscio è la parte più intelligente di te. Quella che soffochi con tutte le tue preoccupazioni.<br />
Ti ricordi l'esempio del calabrone? Se il calabrone si preoccupasse della forma del suo corpo<br />
non riuscirebbe a volare! Eppure vola. Allo stesso modo, la tua preoccupazione ti fa sbagliare<br />
forza e ti fa giocare il colpo che nessuno vorrebbe mai tirare: il terzo putt!<br />
Allenare la sensibilità sulla distanza è il secondo passo verso l'eccellenza nel<br />
putting. E' la dote che ti farà imbucare quasi certamente in due colpi, evitando i<br />
famigerati 3 putts. Ma non è la chiusura del cerchio... La chiusura del cerchio l'avrai quando<br />
imparerai, nel prossimo capitolo, a leggere le pendenze e a gestire la pressione emotiva in<br />
campo.<br />
Ecco qualche semplice esercizio che ho selezionato per te.<br />
Putt verso il nulla<br />
Il primo modo per iniziare ad allenare la forza<br />
giusta da applicare alla pallina e di<br />
conseguenza la quantità di pendolo da<br />
eseguire è quello di pattare verso un bersaglio<br />
indefinito.<br />
In questo modo non avrai alcuna<br />
preoccupazione legata al dover far rotolare la<br />
pallina in una buca e potrai totalmente<br />
focalizzare la tua attenzione sull'obiettivo<br />
dell'esercizio: la forza e la distanza.<br />
Posizionati al centro del putting green e mira in modo generico verso il “collar” esterno, dove<br />
l'erba è più alta. Cerca d'imprimere alle tue palline la forza necessaria per raggiungere e<br />
toccare il collar, facendole fermare contro il suo bordo.<br />
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Capitolo 11 – Allenare la sensibilità sulla distanza (pag. 2 di 6)<br />
Sperimenterai un movimento molto fluido e rilassato, totalmente diverso dal pendolo forzato e<br />
guidato che hai quando vuoi controllare la traiettoria della pallina. Esattamente ciò che dovrai<br />
provare quando sarai in campo.<br />
Il righello<br />
Prendi undici tees dalla tua sacca e posizionali<br />
in linea distanziati un passo l'uno dall'altro. In<br />
questo modo formerai una sorta di “righello”<br />
lungo 10 passi che ti indicherà la lunghezza<br />
ricoperta da ogni tuo putt.<br />
Posiziona la palla in corrispondenza del primo<br />
tee e scegli di quanti passi desideri far rotolare<br />
la palla.<br />
Allenati a tirare diversi colpi facendo fermare le<br />
palline esattamente in corrispondenza del tee<br />
corretto.<br />
Questo esercizio ti trasmetterà tantissimo controllo della distanza e in campo ti basterà contare<br />
i passi che ti separano dalla buca per ricordare al tuo istinto la forza necessaria per<br />
raggiungere la buca.<br />
Questo esercizio può essere eseguito anche ad occhi chiusi,<br />
per interiorizzare ancora meglio la sensazione della giusta<br />
forza e sviluppare maggiore sensibilità.<br />
Tee nella buca<br />
Questo esercizio è molto intelligente e aiuta a dosare la forza con la quale la pallina dovrebbe<br />
entrare in buca. Infila un tee nel bordo posteriore di una buca rivolto verso di te. Lascia che<br />
sporga dal terreno di un paio di centimetri.<br />
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Due spanne<br />
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Capitolo 11 – Allenare la sensibilità sulla distanza (pag. 3 di 6)<br />
Nei putts in salita cerca di colpire in modo leggermente più aggressivo<br />
così che la pallina colpisca il tee:<br />
Nei putts in discesa cerca di colpire più dolcemente<br />
in modo che la pallina cada in buca evitando di toccare il tee:<br />
Posiziona un bastone due spanne dietro la buca (a circa 40<br />
cm), ossia la distanza ideale alla quale la tua pallina dovrebbe<br />
fermarsi oltre la buca nel caso tu la mancassi. 40 centimetri è,<br />
quindi, la distanza dalla quale dovresti pattare ogni tuo putt di<br />
ritorno.<br />
Allenati affinché ogni tuo putt mancato si fermi appena prima<br />
dello shaft del bastone posto a terra o si appoggi<br />
delicatamente contro ad esso.<br />
Look & shoot<br />
E' l'esercizio per eccellenza. Il migliore che sia mai stato inventato per il putting. E' il mio<br />
esercizio preferito ed è l'esercizio capace di far migliorare in modo drastico chiunque decida di<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 11 – Allenare la sensibilità sulla distanza (pag. 4 di 6)<br />
provarlo. Si tratta di colpire la pallina con lo sguardo fisso e rivolto alla buca.<br />
All'inizio di questo eBook ti ho spiegato che la<br />
pallina tende a rotolare in direzione della<br />
faccia del putter all'impatto e che la faccia del<br />
putter, all'impatto, tende a guardare nella<br />
direzione verso la quale è orientata la tua<br />
concentrazione.<br />
Ebbene, con questo esercizio imparerai ad<br />
orientare TOTALMENTE la tua attenzione al<br />
bersaglio, ossia “dove” la palla deve andare,<br />
dimenticando per qualche istante il “come”<br />
questa ci deve andare.<br />
Imparerai così a “reagire” al bersaglio,<br />
scoprendo una straordinaria e innata capacità<br />
di valutare la forza giusta da imprimere alla<br />
pallina e un'incredibile ed inaspettata<br />
precisione di tiro.<br />
Molto spesso questo metodo risulta essere più<br />
efficace rispetto al metodo classico,<br />
specialmente quando il giocatore è<br />
ossessionato da pensieri tecnici (dal “come”) e<br />
tende e dimenticare “dove” far rotolare la<br />
buca.<br />
Provalo anche in campo mentre giochi con gli<br />
amici e, se ne hai il coraggio, anche in gara<br />
quando il tuo putting ti sta facendo soffrire.<br />
Rimarrai sorpreso dalla quantità di one-putts<br />
che ti regalerà!<br />
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My Line<br />
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Capitolo 11 – Allenare la sensibilità sulla distanza (pag. 5 di 6)<br />
Utilizzando il My Line, concentrati a muovere il<br />
pendolo con un ritmo costante alle diverse<br />
lunghezze indicate dai colori verde, bianco e<br />
rosso e osserva la distanza ricoperta dalla<br />
pallina.<br />
Questo esercizio ti aiuterà a sviluppare<br />
memoria muscolare del pendolo in relazione<br />
alla distanza da ricoprire.<br />
Boccette<br />
E' un esercizio talmente facile e banale da sembrare inutile. In realtà è uno dei più importanti<br />
ed efficaci. E' il gioco delle boccette utilizzando palline da golf. E' impensabile poter credere di<br />
avere sensibilità con il proprio putter quando non si ha sensibilità con le proprie mani.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 11 – Allenare la sensibilità sulla distanza (pag. 6 di 6)<br />
Prendi qualche pallina e, osservando le diverse<br />
buche del putting green, lanciale in modo<br />
molto istintivo, focalizzando totalmente<br />
l'attenzione sul bersaglio. Ti consiglio di<br />
continuare a farlo fino a quando non riuscirai a<br />
farle rotolare tutte molto vicine alla buca.<br />
Ricordati che la sensibilità con il putting è<br />
legata alla capacità del tuo cervello di reagire<br />
al bersaglio e questo ne rappresenta<br />
l'allenamento principale. Scoprirai, infine, che<br />
utilizzando un putter sarà ancora più facile e<br />
preciso (rispetto alle mani nude) far rotolare la<br />
pallina alla giusta distanza e sulla giusta<br />
direzione.<br />
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Capitolo 12 – Allenarsi alla prestazione in gara (pag. 1 di 7)<br />
ALLENARSI ALLA PRESTAZIONE IN GARA<br />
Ci siamo! E' quasi giunta l'ora di scendere in<br />
campo. Hai allenato la meccanica del pendolo<br />
ed ora tocchi molto bene la pallina, hai un<br />
ottimo controllo della stabilità della faccia del<br />
bastone durante il colpo ed il rotolo risulta<br />
fluido e pulito. Hai anche imparato a dosare<br />
molto bene la forza da ogni distanza,<br />
rispettando sempre il tuo ritmo personale.<br />
Puoi ora considerarti un buon pattatore in<br />
quanto raramente, anzi, molto raramente<br />
incorri nei 3 putts. Ma sai di poter ottenere di<br />
più. Sai di poter diventare un grande<br />
pattatore. Un giocatore in grado di scendere<br />
sotto la media dei 30 putts a giro.<br />
Ciò che rende difficile pattare bene in campo è prima di tutto la difficoltà di leggere<br />
ed interpretare alla perfezione le pendenze dei greens. La seconda difficoltà è la<br />
pressione emotiva subita dal contesto di gara. Entrambe queste difficoltà sono difficili da<br />
replicare sui greens di prova ma con questi esercizi potrai realmente puntare all'eccellenza nel<br />
putting.<br />
Un piccolo tee<br />
E' l'esercizio che i professionisti fanno<br />
solitamente quando trovano il putting green<br />
particolarmente affollato e non hanno buche a<br />
disposizione. Nei giorni precedenti il torneo<br />
può capitare spesso.<br />
Infilano un tee nel terreno (o appoggiano una<br />
piccola moneta a terra) e lo utilizzano come<br />
bersaglio al posto della buca. Questo drill è<br />
straordinario in quanto abitua la tua mente a<br />
mirare verso qualcosa di piccolo, sviluppando<br />
grande coordinazione.<br />
Fallo anche tu, in campo la buca ti sembrerà<br />
davvero enorme!<br />
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Buca ridotta<br />
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Capitolo 12 – Allenarsi alla prestazione in gara (pag. 2 di 7)<br />
In commercio esistono degli anelli capaci di ridurre le dimensioni della buca creando una sorta<br />
di “cancello” dentro al quale far passare la pallina. In alternativa, è possibile utilizzare due<br />
tees. L'obiettivo è farti concentrare sul punto d'ingresso della pallina nella buca in base alla<br />
linea che questa dovrà seguire. Visualizzare la porzione di buca giusta e più utile ad accogliere<br />
la pallina è un'abilità che tutti i migliori pattatori hanno in comune.<br />
La porta dello sciatore<br />
Questo esercizio mi piace molto perché aiuta<br />
le persone in difficoltà a visualizzare ed<br />
immaginare le pendenze a crearsi una migliore<br />
immagine mentale di quella che dovrà essere<br />
la traiettoria della pallina.<br />
Individua un putt in pendenza e posiziona due<br />
tee in corrispondenza del picco massimo della<br />
curva, come se fosse la porta di una gara di sci<br />
da gigante.<br />
Cerca di farci rotolare la pallina attraverso ed osservane la traiettoria curva. Ricordare il picco<br />
della curva ti aiuterà moltissimo a sviluppare la capacità d'interpretazione delle pendenze.<br />
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Stai sù!<br />
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Capitolo 12 – Allenarsi alla prestazione in gara (pag. 3 di 7)<br />
Come ben sai, la maggioranza dei nostri putts<br />
giocati in pendenza finiscono sotto la buca.<br />
Questo esercizio ti aiuterà notevolmente a<br />
ridurre la percentuale di volte in cui<br />
sottostimerai la reale pendenza del terreno.<br />
Individua un putt in pendenza e posiziona un<br />
bastone per terra in linea tra la pallina ed il<br />
centro buca.<br />
Allenati a far passare la pallina sopra al<br />
bastone senza mai toccarlo. Rappresenta<br />
un'ottima immagine mentale da ricrearti in<br />
campo.<br />
Lo spartitraffico<br />
Questo esercizio è molto utile per aiutarti a leggere con molta più attenzione le pendenze e per<br />
individuare al meglio il punto d'ingresso della pallina nella buca.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 12 – Allenarsi alla prestazione in gara (pag. 4 di 7)<br />
Scegli un putt in pendenza e infila un tee in corrispondenza del<br />
centro buca.<br />
Nei putt da destra a sinistra sarai obbligato a far entrare la<br />
pallina a destra del tee. Nei putt da sinistra a destra sarai<br />
obbligato a far entrare la pallina a sinistra del tee.<br />
In questo modo la probabilità di far rotolare la pallina sotto la<br />
pendenza si ridurrà notevolmente.<br />
La bolla<br />
In commercio esistono piccolissime bolle di<br />
forma circolare. Io ne tengo sempre una in<br />
sacca in quanto è uno strumento utilissimo per<br />
individuare le pendenze in prossimità della<br />
buca.<br />
Durante i giri di pratica la utilizzo per capire le<br />
pendenze dei greens nei punti in cui fatico a<br />
farmi un'idea precisa.<br />
Se la utilizzi sui greens del tuo circolo otterrai<br />
così tante informazioni in merito alle loro<br />
pendenze da poter ambire ad imbucare ogni<br />
putt che giocherai in futuro!<br />
La linea<br />
Forma una linea con cinque palline poste alla<br />
distanza di un putter (o di un passo) l'una<br />
dall'altra. Allenati nel tentativo d'imbucarle<br />
consecutivamente partendo dalla più vicina<br />
fino a quella più lontana.<br />
Questo esercizio è straordinario per ricreare la<br />
tensione psicologica provata in campo, dove<br />
non è concesso sbagliare.<br />
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L'orologio<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 12 – Allenarsi alla prestazione in gara (pag. 5 di 7)<br />
Posiziona otto palline tutte intorno alla buca<br />
alla distanza di un putter.<br />
Allenati ad imbucarle tutte di fila,<br />
consecutivamente.<br />
Questo esercizio non solo aiuta a tenere alta la<br />
tensione psicologica ma ti insegna a dover<br />
giocare i corti putts da tutti i tipi di pendenze:<br />
in salita, in discesa, da destra a sinistra e da<br />
sinistra a destra.<br />
My line<br />
Il My Line è uno dei pochi putting tools capaci<br />
di allenare la tua capacità d'individuare la<br />
pendenza reale di ogni singolo putt, quella<br />
invisibile ai propri occhi.<br />
Dovendo la palla obbligatoriamente passare<br />
nella stretta porta formata dai tees, non potrai<br />
in nessun modo compensare inconsciamente il<br />
colpo aprendo o chiudendo la faccia del<br />
bastone durante lo swing.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 12 – Allenarsi alla prestazione in gara (pag. 6 di 7)<br />
Al contrario, sarai obbligato ad attenerti alla linea scelta (chiaramente indicata dalla freccia<br />
bianca), rimanendo perfettamente coerente con la tua originale lettura del green. Rimarrai<br />
sorpreso da quanto la pendenza reale sia maggiore rispetto alla pendenza percepita ed<br />
abituandoti a vedere svelata la vera pendenza di ogni singolo putt ti trasformerai in breve<br />
tempo di un eccellente pattatore.<br />
Deformazione della realtà<br />
Le immagini sono per il tuo cervello ciò che i programmi sono<br />
per i computers. Il tuo cervello lavora per immagini e le<br />
immagini possono essere modificate a piacimento al fine di<br />
ottenere qualcosa dal tuo corpo.<br />
Esattamente come ti viene l'acquolina in bocca mentre<br />
immagini di mangiare il tuo piatto preferito, allo stesso modo il<br />
modo in cui immagini la buca può influenzare il tuo modo di<br />
pattare.<br />
Chi patta con scarsi risultati, solitamente, si crea inconsciamente nella mente un'immagine<br />
mentale di una buca molto piccola nella quale solo un putt perfetto potrà a malapena entrare.<br />
Un esercizio mentale molto utile per migliorare la percezione della buca in campo e ottenere<br />
risultati migliori è quello di pattare ad occhi chiusi immaginando di tirare verso una<br />
buca molto grande dotata di un aspiratore interno che aspirerà dentro sé tutte le palline<br />
che passeranno vicine al suo bordo. Io lo penso sempre ogni volta che gioco un putt e questo<br />
mi aiuta a rimanere calmo e fiducioso e ad eseguire un pendolo ritmato e fluido.<br />
PGA Tour per un giorno<br />
L'ultimo esercizio che ti suggerisco di fare è quello di simulare un giro perfetto da tee a green.<br />
Immagina, per un istante, di essere diventato un vero professionista del PGA Tour e di aver<br />
eseguito un giro da tee a green impeccabile, prendendo nei colpi regolamentari 18 greens su<br />
18! Chiunque si aspetterebbe di consegnare uno score bassissimo e di essere leader in clubhouse!<br />
Bene, è arrivato il momento di dimostrarlo vincendo il tuo primo US Open!<br />
Come ti ho spiegato, per giocare da tee a green come un professionista del Tour ti ci<br />
vorrebbero anni di allenamento (e non è detto che tu ci possa riuscire), mentre per pattare<br />
come un professionista ti possono bastare solo qualche mese di allenamento. Negli Stati Uniti<br />
esiste un campionato mondiale di putting in cui bambini e persone con problemi fisici hanno<br />
sfidato e battuto devi veri professionisti. Quindi non hai scuse. Il putting è facile tecnicamente<br />
e chiunque può diventare molto bravo. Anche tu!<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 12 – Allenarsi alla prestazione in gara (pag. 7 di 7)<br />
Per fare questo esercizio gioca 18 buche in putting green alternando:<br />
• 6 putts da lunga distanza (tra 11 e 15 passi);<br />
• 6 putts da media distanza (tra 6 passi e 10 passi);<br />
• 6 putts da corta distanza (tra 2 e 5 passi).<br />
Ad ogni colpo studia con cura la pendenza, ripara i pitch-marks, marca la pallina, togli gli<br />
impedimenti sciolti ed esegui l'esatta routine di movimenti che faresti in campo. Il tuo obiettivo<br />
sarà consegnare in club-house uno score da sogno: 66 colpi! Ossia 6 sotto il par del campo!<br />
Devi riuscire quindi a fare almeno 6 birdies evitando i tre putts. Esattamente come farebbe un<br />
professionista che prende 18 greens su 18!<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 13 – Attitudine mentale positiva (pag. 1 di 6)<br />
ATTITUDINE MENTALE POSITIVA<br />
“In tutta la mia vita non ho mai giocato un putt che non avessi potuto imbucare.”<br />
Dave Stockton<br />
Non mi ritengo un fanatico del pensiero positivo a tutti i costi, del semplicistico pensiero<br />
positivo fine a se stesso, tuttavia, sono fortemente convinto (e ne ho avuto conferma nella mia<br />
esperienza di gioco) che sviluppare un atteggiamento mentale positivo in campo e soprattutto<br />
in green aiuta a migliorare i propri risultati.<br />
Fiducia, confidenza e calma sono tre stati<br />
mentali indispensabili per giocare al<br />
meglio ogni colpo da golf. Per questo<br />
motivo voglio darti qualche suggerimento al<br />
fine di mantenere sotto controllo l'ansia, la<br />
paura e lo sconforto che tutti, nessuno<br />
escluso, in campo (e specialmente in green)<br />
prima o poi provano, rischiando di entrare in<br />
un vortice di emozioni negative capaci di<br />
distruggere totalmente il proprio gioco.<br />
Leggere la pendenza di un green è principalmente un atto creativo. E' un atto<br />
puramente istintivo, inconscio. L'abilità di predire la traiettoria che la pallina seguirà per<br />
rotolare in buca e la velocità con la quale lo farà è pura creatività legata ad una razionale<br />
fantasia e può essere allenata.<br />
Sai chi penso siano i migliori pattatori ed i<br />
migliori lettori di pendenze? I bambini. I<br />
bambini non sanno nulla o quasi nulla sulle<br />
imperfezioni del terreno, sugli spike-marks o<br />
sul nap dell'erba. I bambini osservano,<br />
decidono, guardano il bersaglio e ci fanno<br />
rotolare la pallina. I bambini ed i campioni lo<br />
fanno in modo molto simile. Per questo<br />
motivo, se desideri diventare un ottimo<br />
pattatore dovrai tornare ad essere un po' più<br />
bambino, fidandoti di più del tuo istinto e della<br />
tua ispirazione.<br />
Ti assicuro che è molto più importante essere sicuri della linea scelta ancora più<br />
che questa sia effettivamente corretta. Se ti senti "sicuro" il tuo inconscio tenderà<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 13 – Attitudine mentale positiva (pag. 2 di 6)<br />
comunque ad aggiustare la linea del colpo affinché la palla rotoli dove vuoi che vada, in buca.<br />
L'insicurezza porta, invece, a frenare e bloccare il colpo, facendo deviare anche il più perfetto<br />
dei colpi.<br />
La prima impressione della pendenza, quella che ti si forma in mente nei primissimi<br />
secondi in cui leggi il green, è nella maggior parte dei casi quella giusta. Quando<br />
studi la linea del putt è come se tu stessi mettendo a fuoco un'immagine. Ad un certo punto<br />
tutto è chiaro ed è quello il momento di fermarsi ed entrare nella "routine" del colpo. La<br />
seconda impressione è spesso meno corretta della prima.<br />
Molti giocatori, leggendo e rileggendo la linea, sono spesso in cerca di un modo per<br />
"sbagliare" il putt piuttosto che per imbucarlo!<br />
La nostra cultura ci fa credere che essere molto metodici ci farà ottenere migliori risultati. Ma il<br />
putting non è un compito di matematica! E' un gioco creativo legato all'immaginazione ed alla<br />
sensibilità. Si patta bene quando si è decisi, confidenti ed istintivi. Fidarti della tua prima<br />
impressione ed accorciare i tempi di esecuzione del putt ti aiuta ad essere tale.<br />
Ricordati che non c'è una sola linea giusta per imbucare un putt in pendenza. Ce ne sono<br />
diverse in relazione alla velocità con cui deciderai di far rotolare la pallina. Inoltre non c'è solo<br />
un punto per far entrare la pallina in buca, ce ne sono diversi.<br />
Ciò significa che non serve un colpo perfetto<br />
per imbucare un putt, ma potrai ugualmente<br />
entrare in buca anche deviando leggermente il<br />
colpo o variando leggermente la velocità.<br />
In questa fotografia ti mostro 5 palline su 5<br />
diverse linee: tutte e 5 entreranno in buca.<br />
Già, che tu ci creda o meno... la buca è molto<br />
più grande di una pallina!<br />
Quando affronto un difficile putt mi piace<br />
pensare che una di queste 5 palline sarà<br />
la mia!<br />
Talvolta, è possibile tu sia davvero incerto e quindi senti il bisogno di studiare la pendenza da<br />
un altro punto di vista, magari dietro alla buca. Fallo solo se necessario e solo se lo fai davvero<br />
per capirci qualcosa di più e non per confonderti ulteriormente le idee, convincendoti che quel<br />
colpo è davvero così difficile.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 13 – Attitudine mentale positiva (pag. 3 di 6)<br />
Molto spesso, da dietro la buca, vedo una pendenza opposta rispetto a quella vista da dietro la<br />
pallina. In questi casi preferisco sempre fidarmi di ciò che vedo dal punto di visto dal quale<br />
dovrò tirare, ossia da dietro la pallina.<br />
E se il dubbio persiste... mira dritto alla buca! La maggior parte dei putts hanno<br />
pendenze minime e sono piuttosto facili. Siamo noi ad immaginarli impossibili. Le pendenze,<br />
quando ci sono, si vedono! Se non si vedono, non ci sono! Ma ricordati che un putt<br />
perfettamente dritto sarà in salita o in discesa. Non troverai mai un putt dritto e allo stesso<br />
tempo in piano.<br />
Talvolta, noto giocatori con vere e proprie fobie a riguardo delle imperfezioni del terreno.<br />
Giocatori che sono ossessionati dai pitch-marks non perfettamente livellati o dalle impronte<br />
delle scarpe. Eppure è incredibile come quasi sempre siano insignificanti queste imperfezioni<br />
sulla traiettoria della palla. Prova a mettere un bastone per terra davanti alla buca: pattando<br />
con decisione riuscirai a scavalcare lo shaft e ad imbucare ugualmente! Le imperfezioni del<br />
terreno sono un elemento totalmente fuori controllo e preoccuparsene non serve<br />
assolutamente a nulla.<br />
Proprio come per qualsiasi altra fobia, dipende dalla tua interpretazione interna. Chi ha paura<br />
dei ragni trasforma nella propria testa un piccolo ed innocuo ragnetto in un ragno enorme,<br />
nero, peloso e cattivo. Allo stesso modo molti giocatori tendono ad immaginare le imperfezioni<br />
del terreno come dei crateri o come delle montagne. Io ho imparato ad affidarmi a questa<br />
idea: una volta studiata la linea e, se necessario, riparato un pitch-mark, immagino<br />
la superficie del green (anche se in cattive condizioni) perfetta e liscia come il<br />
tappeto di un biliardo.<br />
Questo mi aiuta a colpire la palla con confidenza e fiducia evitando di farmi influenzare da<br />
fattori che, comunque, non posso controllare. E se la palla devierà per colpa di una granello di<br />
sabbia... pazienza. Non avrei comunque potuto prevederlo! Né io, né Tiger Woods!<br />
In buca... e basta! E' una delle cose più importanti che devi metterti in testa. Ogni volta che<br />
ti trovi su un green con un putter in mano, una pallina ai tuoi piedi ed una buca a cui mirare,<br />
non importa dove essa sia, il tuo unico intento, scopo ed obiettivo dovrà essere quello<br />
d'imbucare. Nessun putt dovrebbe essere giocato con l'intenzione di "metterla vicino". Di certo<br />
anche adottando questa attitudine moltissimi putts non entreranno in buca, ma di sicuro<br />
tenderanno a fermarsi molto più vicino di quanto avresti mai sperato!<br />
Pensa solo al bersaglio. Sarai in grado di eseguire il tuo migliore colpo ed imbucherai molti<br />
più putts se riuscirai a pensare solo ed esclusivamente al bersaglio e mai alla tecnica o alla<br />
meccanica. Il tuo inconscio è molto più abile a muovere il putter sulla giusta linea se riuscirai a<br />
non interferite cercando di guidare la testa del bastone. Più piccolo sarà il bersaglio sul quale<br />
avrai scelto di concentrarti e meglio il tuo cervello ed il tuo corpo reagirà per mandarci la palla.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 13 – Attitudine mentale positiva (pag. 4 di 6)<br />
Io, solitamente, mi concentro su un singolo filo d'erba, una piccola macchiolina dell'erba<br />
oppure immagino un tee o una monetina verso i quali mirare.<br />
Per guadagnare controllo, perdi controllo! Cercare di controllare con troppa attenzione la<br />
linea, la forza, la tecnica e la meccanica del pendolo servirà soltanto a farti sbagliare il colpo.<br />
Nel putting occorre fiducia e coraggio. Fidati della tecnica costruita in allenamento perché<br />
proprio a questo serve la pratica: a creare automatismi inconsci. Cerca di avere il coraggio di<br />
affidarti al tuo inconscio lasciando scorrere liberamente la testa del bastone come se la buca<br />
fosse di dimensioni enormi. E' l'unico modo per colpire la palla in modo fluido e deciso.<br />
Accetta e dimentica. L'incapacità di dimenticare i putts sbagliati è infinitamente più<br />
devastante dell'incapacità di ricordare quelli imbucati. Non c'è nulla di peggio per il tuo putting<br />
che continuare a rammaricarsi nel tempo di un corto putt mancato. Questo atteggiamento<br />
negativo serve solo a far radicare in te l'identità di "pessimo pattatore", alimentando<br />
insicurezze ed incertezze che ti faranno sbagliare sempre più colpi in futuro. Dimentica, e alla<br />
svelta!<br />
Tutti sanno che anche un putt perfetto può non entrare in buca per via d'infiniti fattori non<br />
controllabili direttamente dal giocatore. Se hai eseguito attentamente la routine ed hai colpito<br />
stando concentrato sul bersaglio è giusto che ti aspetti sempre che la palla entri. Ma se ciò non<br />
accade (e succede a tutti molto spesso) semplicemente impara ad accettare con serenità il<br />
risultato.<br />
Meravigliati che la tua abilità abbia fallito ma non arrabbiarti poiché hai davvero fatto il<br />
massimo. Piuttosto, domandati se hai eseguito con attenzione e metodo la routine e<br />
rimproverati se non l'hai fatto! Infine, dimentica subito poiché ti sta aspettando un colpo<br />
ancora più importante: il prossimo. Ricordati e fissa invece nella memoria tutti i colpi di<br />
successo.<br />
La routine è la tua sola arma vincente. Ricordati sempre che una routine costante<br />
rappresenta un fondamentale per ogni buon pattatore. Sotto pressione è come se entrassi nel<br />
tuo piccolo mondo personale dove nulla e nessuno ti potrà condizionare. Quando il momento<br />
arriva, guarda il bersaglio, guarda la palla e lascia scorrere il colpo senza indugi o ritardi.<br />
Nessun giocatore, nemmeno il più grande campione, è immune dalla paura e dalla tensione.<br />
Se le tue mani tremano, lasciale tremare. Se il tuo cuore batte forte, lascialo battere. Sotto<br />
pressione, semplicemente, concentrati sul bersaglio ed immergiti nella tua routine. Per qualche<br />
secondo non pensare a nulla se non alla buca!<br />
Osserva e lascia andare i tuoi pensieri inutili. A chiunque capita, durante il gioco, di<br />
avere pensieri inutili per la testa negli istanti che precedono il colpo. Problemi di lavoro o<br />
personali che nulla hanno a che vedere con il gioco sono normali per ogni giocatore. Quando<br />
questo accade cerca semplicemente di prenderne atto e di lasciar fluire e finire i pensieri.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 13 – Attitudine mentale positiva (pag. 5 di 6)<br />
Riprendi da capo la tua routine e decidi di regalarti pochi secondi di totale concentrazione. Ciò<br />
che non devi fare è rimproverarti per aver permesso alla tua testa di vagare. Non puoi avere il<br />
controllo su tutto ed è normale, se hai qualcosa che ti preoccupa, venire distratti. Ciò che<br />
conta è saperlo ed evitare di colpire proprio nel momento in cui questo accade.<br />
Anche tu hai sensibilità e tocco. Devi solo crederlo! L'ultima cosa da fare è proprio quella<br />
di preoccuparsi della velocità da dare alla pallina. E' un valore automatico che il tuo inconscio ti<br />
fornisce durante il colpo. A te basta visualizzare il colpo e concentrarti sull'obiettivo, fornendo<br />
così al tuo cervello le informazioni e le immagini di cui ha bisogno per trasmettere alle braccia<br />
il movimento necessario.<br />
Con pochi putt il tuo cervello si sintonizzerà subito sulla velocità dei greens di quel giorno.<br />
Fidati. Per pattare bene serve relazionarsi istintivamente con il bersaglio, esattamente come fai<br />
quando lanci un mazzo di chiavi ad una persona. Lo guardi, senti il peso delle chiavi e le lanci<br />
senza paura. Così dovresti fare anche in green!<br />
"Never up, never in" e altre frasi inutili. E' la frase più comune che si dice a riguardo del<br />
putting, ma di certo non è la più utile. Un putt sbagliato è un putt sbagliato, sia che la pallina<br />
si fermi prima o dopo la buca. La maggior parte dei tre putts vengono fatti perché si passa di<br />
troppo la buca. Ogni putt ha una giusta velocità per entrare in buca in relazione alla linea<br />
scelta e ciò che conta è che si sia cercato d'imprimere quell'esatta velocità.<br />
La palla deve entrare in buca e se non entra non ha alcuna importanza se questa si sia fermata<br />
prima che dopo la buca. La maggior parte dei golfisti, nel sentire la fatidica frase "passa la<br />
buca", "serve solo dentro" o "never up, never in" tende a colpire con troppa forza, vanificando<br />
la linea studiata e finendo diversi metri dopo la buca. Il risultato? I 3 putts sono dietro l'angolo!<br />
Un po' di narcisismo in green fa bene! Innamorati del tuo putter, innamorati del tuo stile<br />
personale, del tuo modo di pattare e del tuo tipo di colpo. Non esiste il colpo perfetto o lo stile<br />
ideale, esiste solo il tuo miglior stile e dovrai imparare a sfruttarlo.<br />
Esci e rientra! Certe volte, la pressione psicologica che precede l'esecuzione di un corto putt<br />
importante è tale da diventare davvero esagerata. La tensione e lo stress, che se tenuti sotto<br />
controllo permettono al giocatore di attingere alla propria massima concentrazione, diventano<br />
così elevati da rendere praticamente impossibile mantenere la lucidità.<br />
E' il momento di estraniarti per un secondo dalla situazione. Pensa ad altro, a qualcosa di bello<br />
che ti fa stare bene, a qualcosa di molto più importante rispetto ad un semplice putt. Pensa<br />
alla tua famiglia, ai tuoi figli, alle cose che più ti rilassano. Immagina di gustare per un istante<br />
il tuo piatto preferito davanti ad un tramonto sul mare. Rilassati e sorridi, il putt che stai per<br />
affrontare tra pochi istanti l'avrai imbucato!<br />
E ricordati che ci sono un miliardo di cinesi a cui non importa nulla del tuo colpo! ;-)<br />
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E infine... prova il pensiero negativo! A<br />
volte, poco prima di pattare, mi piace<br />
immaginare un mio colpo sbagliato appena<br />
sopra la buca e un mio colpo sbagliato appena<br />
sotto la buca.<br />
Farlo mi rilassa, esorcizza dentro di me<br />
l'errore, e quando mi preparo al tiro penso che<br />
una terza volta non posso sbagliare, che devo<br />
solo tirare la palla su una linea a metà tra i<br />
due errori precedenti. E quasi sempre accade.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 13 – Attitudine mentale positiva (pag. 6 di 6)<br />
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Capitolo 14 – Club fitting: personalizzare il putter (pag. 1 di 5)<br />
CLUB FITTING: PERSONALIZZARE IL PUTTER<br />
La personalizzazione del proprio putter è un'operazione tanto facile quanto importante. Con<br />
l'aiuto di un qualificato club fitter è oggi abbastanza semplice potersi costruire un putter che<br />
assecondi le proprie caratteristiche fisiche e tecniche e sicuramente è altamente consigliato<br />
farlo. Per questo motivo ritengo che chiunque dovrebbe verificare di avere in sacca un putter<br />
adatto a sé ed eventualmente modificarlo o cambiarlo.<br />
La lunghezza del putter<br />
La lunghezza corretta del putter dovrebbe<br />
permettere al giocatore di:<br />
• assumere una corretta posizione della<br />
schiena con le spalle parallele al<br />
terreno;<br />
• mantenere gli occhi perpendicolari alla<br />
linea di tiro;<br />
• mantenere le mani perpendicolari sotto<br />
le spalle;<br />
• mantenere le braccia leggermente<br />
flesse.<br />
Soddisfatti tutti questi requisiti, la lunghezza si può definire assolutamente ottimale.<br />
Un putter troppo lungo porterebbe il giocatore ad assumere<br />
una postura della schiena troppo alta, gli occhi troppo<br />
all'interno della linea di tiro, le mani esterne alle spalle e le<br />
braccia troppo flesse.<br />
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Capitolo 14 – Club fitting: personalizzare il putter (pag. 2 di 5)<br />
Un putter troppo corto porterebbe il giocatore ad assumere<br />
una postura della schiena troppo bassa, gli occhi all'esterno<br />
della linea di tiro, le mani interne alle spalle e le braccia troppo<br />
distese.<br />
La lunghezza media per gli uomini è di 34” (pollici), mentre per le donne di 33”. Ma ogni<br />
giocatore presenta un rapporto “altezza/lunghezza delle braccia/lunghezza del busto”<br />
differente e per questo motivo è possibile avere bisogno di putters più lunghi (per esempio<br />
35”) o più corti, anche fino a 31”.<br />
Il lie del putter<br />
Il "lie" di un bastone misura l'angolo tra la suola della testa e lo shaft. Sui ferri questo dato è<br />
molto importante poiché influenza notevolmente la posizione della testa del bastone all'impatto<br />
e quindi la direzione iniziale del volo di palla. E nel putter?<br />
E' stato condotto un test utilizzando un robot su putts<br />
perfettamente dritti da una distanza di 1.5 metri dalla buca.<br />
Il primo test è stato fatto utilizzando un putter con lie standard<br />
di 72°, la cui suola appoggiava perfettamente al suolo.<br />
Ovviamente, 10 colpi su 10 finirono in buca.<br />
Successivamente, il lie è stato modificato di ben 10° upright,<br />
ossia portato a 82°!<br />
Il putter appoggiava sul tacco e presentava la punta<br />
notevolmente alzata.<br />
Ancora una volta, 10 colpi su 10 finirono in buca.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 14 – Club fitting: personalizzare il putter (pag. 3 di 5)<br />
Infine, il lie fu modificato di 7° flat e portato a 65°.<br />
Questa volta la punta appoggiava a terra ed il tacco era alto.<br />
Ancora un volta 10 colpi su 10 finirono in buca.<br />
L'esperimento fu ripetuto da 3, 4.5, 6 e 7.5 metri e da ogni distanza tutti i colpi finirono in<br />
buca! Ciò significa che, a causa del bassissimo loft del putter (solitamente inferiore a 4°), il lie<br />
non influisce sulla direzione di tiro. Le palline iniziarono a deviare dalla buca solo a partire da<br />
un loft di 6°!<br />
Per questo motivo, a differenza dei ferri, è raro intervenire su questo dato e solo in casi<br />
eccezionali è necessario variare il lie del putter al fine di adattarlo alle caratteristiche del<br />
giocatore.<br />
L'impugnatura<br />
Esistono diverse impugnature disponibili per i putters. La più<br />
comune è quella denominata Pistol Grip, caratterizzata da<br />
una parte superiore piatta ed una parte posteriore ovale.<br />
Ciò che realmente può fare la differenza non è tanto il modello<br />
di grip quanto il suo diametro. Possiamo distinguere cinque<br />
diverse dimensioni:<br />
• standard;<br />
• mid-size;<br />
• jumbo;<br />
• giant o super-jumbo;<br />
• two-thumbs (a due mani).<br />
Il modello standard è il più sottile ed è adatto a chi ha mani piccole o a chi è dotato di<br />
maggiore sensibilità e capacità di mantenere ben stabili le mani durante il pendolo.<br />
Il modello mid-size si adatta perfettamente a giocatori con mani leggermente più grandi e offre<br />
un ottimo compromesso tra sensibilità, stabilità e controllo del bastone.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 14 – Club fitting: personalizzare il putter (pag. 4 di 5)<br />
Misure maggiori favoriscono la stabilità delle mani durante il pendolo a discapito della<br />
sensibilità sulla testa del bastone. Giocatori con problemi di controllo della testa del<br />
bastone possono trovare, quindi, giovamento da grips di diametro maggiore.<br />
Grip Mid-Size Grip Jumbo Grip Giant Grip a due mani<br />
Le impugnature possono, inoltre, essere costruiti in tre diversi materiali:<br />
• in gomma: feeling più duro;<br />
• in polycord: feeling più morbido;<br />
• in gomma misto corda: feeling più ruvido.<br />
Il materiale oggi più diffuso è il polycord.<br />
Bilanciamento<br />
Il colpo in green è molto diverso dal colpo<br />
lungo in quanto non è necessario ottenere una<br />
prestazione in termini di distanza della pallina.<br />
Per questo motivo il giocatore ha la reale<br />
possibilità di personalizzare totalmente il<br />
bilanciamento del proprio putter assecondando<br />
in modo assoluto il proprio gusto ed il proprio<br />
feeling.<br />
Tour Lock Pro è una rivoluzionaria tecnologia<br />
di pesi che permette ad ogni golfista di<br />
aggiustare, personalizzare e sviluppare la<br />
performance del proprio putter.<br />
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Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 14 – Club fitting: personalizzare il putter (pag. 5 di 5)<br />
I test dimostrano che ottimizzare il bilanciamento di un bastone produce un colpo più preciso e<br />
consistente e porre del peso in punta al bastone da golf è una pratica che si fa da molto<br />
tempo. Il grip stesso è, in pratica, un peso stesso.<br />
Tour Lock Pro ha evoluto il posizionamento del peso a un livello superiore rendendolo semplice,<br />
intercambiabile e soprattutto abbordabile ad ogni golfista.<br />
Ecco i benefici:<br />
• maggiore facilità: aggiungendo massa al putter aumenta la sua resistenza alla torsione<br />
e alla flessione, migliorando la precisione e il controllo della distanza (questo è ottenuto<br />
senza appesantire la testa del putter);<br />
• migliore stabilità della traiettoria: posizionando il peso nella posizione necessaria il<br />
putter si muoverà su una traiettoria più costante;<br />
• migliore controllo del feeling: spostando la posizione del peso interno è possibile<br />
ottimizzare e personalizzare il feeling del proprio putter.<br />
I pesi interni (denominati “opti-vibe”) vengono prima inseriti e poi fissati all’interno dello shaft.<br />
Il peso complessivo del putter aumenta in base alla scelta del peso interno ma il vantaggio di<br />
questo sistema è che lo “swing-weight” può essere aggiustato semplicemente muovendo il<br />
peso più in alto o in basso all’interno dello shaft.<br />
Questo permette a chiunque di rendere la percezione della testa del proprio putter pesante o<br />
leggera in base alle preferenze individuali (senza effettivamente appesantire la testa). Il centro<br />
di gravità di questi pesi può essere posizionato molto accuratamente e poi fissato nella<br />
posizione desiderata utilizzando una chiusura a compressione brevettata.<br />
I pesi opti-vibe disponibili sono: 25 gr, 50 gr, 75 gr, 100 gr, 150 gr e 200 gr.<br />
I pesi sotto i 100 gr sono ideali per migliorare la stabilità del putter di giocatori con una buona<br />
tecnica ed un buon tocco, abituati a giocare su green di velocità media o veloce. Al contrario, i<br />
pesi sopra i 100 gr sono adatti a giocatori drasticamente alla ricerca di una maggiore stabilità<br />
di tiro e di un maggiore ritmo, abituati a giocare su green più lenti.<br />
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<strong>NO</strong> <strong>MORE</strong> 3 <strong>PUTTS</strong>!<br />
Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 15 – Putters lunghi e Yips (pag. 1 di 3)<br />
PUTTERS LUNGHI E YIPS<br />
Ultimamente vanno molto di moda putters di lunghezza più lunga, i belly-putters e i longputters<br />
(chiamati anche broom-sticks o pattoni). I primi sono lunghi circa 45” e si appoggiano<br />
alla pancia. I secondi sono lunghi circa 55” e si tengono con le mani separate come fosse una<br />
scopa.<br />
Il belly-putter, come dice il nome, si appoggia<br />
alla pancia del giocatore.<br />
Il long-putter si appoggia al petto.<br />
I putters più lunghi non rappresentano un modo “migliore” di pattare bensì “alternativo” e<br />
sono utili e molto preziosi quando il giocatore ha fortemente bisogno di cambiare metodo di<br />
putting durante un periodo di scarsa fiducia in green.<br />
Non sono un fanatico dei putters lunghi in quanto nessuno ha mai ottenuto risultati eccezionali<br />
con tali putters. Tuttavia, ritengo siano ottimi rimedi per evitare di pattare peggio di quanto si<br />
stia facendo e iniziare ad invertire il vortice negativo nel quale un giocatore sfiduciato si ritrova.<br />
In definitiva, i giocatori che ottengono scarsissimi risultati in green e che sono sulla strada<br />
dell'Yips o del “ticchio”, trovano giovamento da questo tipo di putter poiché non possono<br />
muoverlo a scatto in quanto è molto più pesante.<br />
Inoltre, il punto d'appoggio aggiuntivo (la pancia o il petto) rappresenta un riferimento nuovo<br />
in grado di dare maggiore stabilità al pendolo e maggiore fiducia al giocatore.<br />
Il putter lungo rappresenta, quindi, una sorta di paracadute o di giubbotto salvagente per<br />
evitare di sparire dalle classifiche per via di un putting disastroso. Ritengo, infatti, che un<br />
putter più lungo sia un ottimo metodo alternativo per evitare di pattare molto male e non un<br />
metodo nettamente migliore di putting. E resterò di questa idea fino a quando la maggioranza<br />
dei giocatori del PGA Tour continueranno ad utilizzare i modelli tradizionali.<br />
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<strong>NO</strong> <strong>MORE</strong> 3 <strong>PUTTS</strong>!<br />
Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 15 – Putters lunghi e Yips (pag. 2 di 3)<br />
Molti professionisti, infatti, utilizzano il putter lungo solo per un periodo limitato di<br />
tempo. Il periodo necessario a “dimenticare” le sensazioni negative avute con il<br />
putter classico per poi tornare ad utilizzarlo poiché è certamente più preciso.<br />
In alternativa ad un putter lungo io consiglierei, piuttosto, di appesantire il proprio putter con i<br />
pesi Tour Lock da inserire nello shaft. Molti professionisti e giocatori hanno avuto un grande<br />
beneficio dall'appesantire il putter per ritrovare un ritmo ottimale del pendolo, per poi tornare<br />
al bilanciamento classico.<br />
Guarire per sempre dall'Yips<br />
L'Yips è un problema serio che affligge moltissimi giocatori e<br />
ha chiuso la carriera di numerosi campioni tra cui Arnold<br />
Palmer e Ben Hogan.<br />
L'Yips o “ticchio” con il putter è l'incapacità di giocare i putts<br />
corti senza evitare un movimento a scatto che fa<br />
irrimediabilmente deviare la pallina dalla traiettoria.<br />
Molti pensano sia un problema di nervi legato all'avanzare<br />
dell'età, ma non è assolutamente vero. Il ticchio sul putt è<br />
un problema prettamente psicologico che anche i<br />
giovani possono avere. Bernard Lager l'ha avuto a 19<br />
anni!<br />
Ma ciò che più conta è che dall'yips chiunque può guarire.<br />
Chi è ammalato di “scattino da putt corto” soffre di una fortissima ansia, paura e<br />
insicurezza legate al risultato che gli impedisce totalmente di muovere il putter con un ritmo<br />
costante e fluido. Il colpo risulta quindi bloccato, a scatto, e la pallina quasi sempre non entra<br />
in buca.<br />
Per guarire da tale stato di ansia è necessario prima di tutto dotarsi di due putters diversi o<br />
simili:<br />
• il primo putter verrà utilizzato solo ed esclusivamente in campo;<br />
• il secondo putter verrà utilizzato per allenarsi fuori dal campo fino alla fine della cura.<br />
Il primo putter, quello di gioco, dovrà essere molto pesante. Per questo motivo potrebbe<br />
essere un belly o long-putter o ancora meglio un putter corto appesantito.<br />
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<strong>NO</strong> <strong>MORE</strong> 3 <strong>PUTTS</strong>!<br />
Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
Capitolo 15 – Putters lunghi e Yips (pag. 3 di 3)<br />
Saranno necessari almeno 150 o 200 gr da inserire all'interno dello shaft al fine di renderlo<br />
molto pesante.<br />
Il secondo putter, quello della cura, dovrà essere un putter normale, quello che attualmente<br />
stai utilizzando e che tornerai col tempo a giocare al meglio.<br />
Per tornare a scalare le classifiche dei tuoi tornei di golf dovrai riappropriarti del tuo putting e<br />
più precisamente del tuo ritmo di pendolo. Serviranno 20.000 esecuzioni ad occhi aperti e<br />
chiusi, concentrandoti solo ed esclusivamente sul ritmo con l'ausilio di un<br />
metronomo o di un'applicazione per sviluppare il giusto tempo da seguire.<br />
Per 60 giorni dovrai allenarti 10/15 minuti ogni giorno, per un totale di oltre 300 esecuzioni<br />
giornaliere:<br />
• per i primi 20 giorni esegui colpi senza palla ad occhi aperti e chiusi, concentrandoti solo<br />
sul ritmo del pendolo;<br />
• dal 21° al 40° giorno esegui colpi con la palla ma senza buca, concentrandoti solo sul<br />
ritmo del pendolo.<br />
• dal 41° al 60° giorno esegui colpi con la palla ed un bersaglio molto grande (per<br />
esempio un libro appoggiato per terra), concentrandoti solo sul ritmo del pendolo.<br />
Durante tutto questo periodo utilizzerai, invece, il putter alternativo (più lungo o appesantito)<br />
ogni volta che giocherai in campo al fine di non aggravare il tuo yips.<br />
Dal 61° giorno abbandona il putter pesante in campo... e torna a vincere tornei di golf!<br />
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<strong>NO</strong> <strong>MORE</strong> 3 <strong>PUTTS</strong>!<br />
Tecnica e psicologia del colpo più importante nel golf<br />
CONCLUSIONE<br />
Immagina quante lezioni di golf vengono date ogni anno in tutto il mondo... Quante di queste<br />
credi riguardino il gioco del putting? Non si può dire con esattezza, ma tutti noi sappiamo che<br />
sono un numero ridicolo rispetto alla sua importanza nel determinare il successo nel golf.<br />
La maggior parte dei giocatori non presta abbastanza attenzione a questa parte del gioco.<br />
Molto spesso i dilettanti credono che la loro abilità intorno alla buca sia dettata principalmente<br />
dalla sensibilità di quel giorno e meno dalla tecnica o dall'importanza di costruire con un<br />
qualificato maestro PGA un personale metodo efficace e ripetitivo.<br />
La mia opinione è che nulla è frutto del caso e chiunque può fare grandi progressi nel putting,<br />
dando così una vera svolta ai propri risultati in campo. Il putting è una parte del gioco che<br />
adoro, è un colpo che in passato mi ha creato molti problemi e che nel tempo, studiandolo,<br />
capendolo e soprattutto apprezzandolo, ho trasformato nella parte migliore del mio gioco.<br />
Riguardando le pagine di questo libro, mi rendo conto di quante cose si possano dire su un<br />
colpo apparentemente così semplice e sono felice di aver condiviso con te tutti questi concetti.<br />
Molti li ho voluti appositamente ripetere numerose volte poiché solo ripetendoli ho la certezza<br />
di avertene trasmesso l'importanza.<br />
Ora tocca a te. Guarda nella tua sacca da golf e inizia a guarda il putter con occhi diversi. Fallo<br />
diventare tuo amico, anzi, fallo diventare il tuo migliore amico in campo perché è grazie a lui<br />
che vincerai i tuoi tornei.<br />
Innamorati di questo gioco e ricordati che il vero golf... inizia quando raggiungi il green.<br />
Un ringraziamento speciale al Golf Club Arzaga per la meravigliosa location<br />
e a mio fratello Pietro, futuro grande fotografo.<br />
Copyright © Andrea Zanardelli 2012 - Tutti i diritti riservati - Vietata qualsiasi duplicazione del presente eBook<br />
Brescia, Estate 2012
ANDREA ZANARDELLI<br />
profilo professionale<br />
Andrea Zanardelli è nato a Brescia il 23 Aprile 1975 ed è professionista di golf<br />
dal 1999 con la qualifica di “Maestro” acquisita presso il centro tecnico<br />
federale. E' membro della PGA Italiana ed è titolare di Golf Academy<br />
Company Srl con sede a Brescia dove vive e svolge la sua attività di maestro<br />
e imprenditore.<br />
Dal 2000 al 2002 ha svolto la sua attività di insegnante presso il Golf Club<br />
Bogliaco avviando nel contempo le scuole del Golf Club Colombaro e del Golf<br />
Club Serenissima.<br />
Dal 2002 al 2005 ha condotto al fianco di Donato Di Ponziano la prestigiosa<br />
Accademia di Palazzo Arzaga e insieme a lui ha viaggiato diverse volte in<br />
India per seguire personalmente l'allenamento delle nazionali maschile e<br />
femminile indiane.<br />
Nel 2004 è stato relatore, a soli 28 anni, al seminario annuale<br />
sull'insegnamento della PGA Italiana sulle tecniche di comunicazione<br />
tra maestro ed allievo.<br />
Nel 2006 ha fondato GOLFACADEMY.it, il primo portale italiano di lezioni di<br />
golf on-line divenendo in breve tempo il sito nazionale di golf più seguito e un<br />
punto di riferimento costante per migliaia golfisti.<br />
Nello stesso periodo ha aperto a Brescia la prima GOLFACADEMY.it School<br />
presso il Bresciagolf Country Club dove svolge la sua attività di maestro.<br />
Dal 2005 al 2009 è stato consigliere della PGA Italiana, l'associazione<br />
nazionale dei professionisti di golf.<br />
Nel 2007 apre GOLFACADEMY.it Shop e Distribution, un negozio di<br />
attrezzatura e abbigliamento per il golf e una società di distribuzione<br />
nazionale di prodotti per il golf, tra i quali spicca su tutti il marchio<br />
Bridgestone Golf.<br />
Nel 2008 ha ideato e brevettato a suo nome il My Line, un “training tool” per<br />
l'insegnamento e l'allenamento del putting attualmente utilizzato dai migliori professionisti del mondo, dalle nazionali italiane e<br />
distribuito in Europa e negli Stati Uniti.<br />
Nel febbraio 2011 ha ricevuto un incarico ufficiale di collaborazione da parte della Presidenza della decima Commissione del<br />
Senato per la consulenza ai disegni di legge 2367 dei Ministri Brambilla, Matteoli, Prestigiacomo, Bondi, Fitto e 1471 del Senatore<br />
Filippi inerenti la promozione del turismo legato al golf e la realizzazione di campi.<br />
Nel maggio 2011 ha seguito e superato il corso di formazione per entrare a far parte dello staff del celebre coach americano Chuck<br />
Cook con il quale organizza golf clinic in Italia.<br />
Solo un mese dopo ha conseguito a Washington DC negli Stati Uniti il TPI Certified da parte del prestigioso Titleist Performance<br />
Institute inerente la valutazione funzionale dello stato atletico del giocatore di golf al fine di individuare le carenze nella mobilità e nella<br />
stabilità delle varie parti del corpo che influenzano lo swing.<br />
Nel settembre dello stesso anno a Gainsborough in Inghilterra ha seguito il corso di club fitter presso la sede europea dell'azienda PING,<br />
leader nel mercato dell'attrezzatura su misura, divenendo PING Authorised Club Fitter.<br />
Nel 2012 ha iniziato la formazione come Personal Trainer presso la Scuola Nazionale Personal Trainer di Milano ed ha conseguito il<br />
certificato Golfsmith di Club Maker.<br />
Ad arricchimento della sua professione ha partecipato a diversi seminari e conferenze internazionali sull'insegnamento e viaggia<br />
costantemente in tutto il mondo, specie negli Stati Uniti, visitando le più importanti scuole e strutture di golf e ha incontrando i migliori<br />
insegnanti, giocatori e golf business internazionali.<br />
Dal punto di vista agonistico ha partecipato ai tornei dell'Alps Tour, il circuito professionistico europeo di terzo livello.<br />
Oltre ai contenuti didattici video pubblicati quotidianamente sul portale www.golfacademy.it, ha realizzato dvd didattici e collaborato per<br />
diverse riviste e trasmissioni televisive sia su enti locali che nazionali (Rai e Sky Sport). Appassionato di architettura e psicologia, è<br />
laureando in Architettura Ambientale al Politecnico di Milano.<br />
Andrea Zanardelli<br />
PGA Professional & TPI Certified<br />
PING Fitter & Golfsmith Maker<br />
andrea.zanardelli@golfacademy.it<br />
www.golfacademy.it
Tutti gli eBook di Andrea Zanardelli li trovi su www.golfacademy.it.<br />
Anche in versione per giocatori mancini!<br />
Prepara il tuo Swing<br />
I fondamentali corretti per la preparazione al tiro<br />
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Il metodo più moderno ed efficace per eseguire lo swing<br />
No More 3 Putts!<br />
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Gioca come Mangi!<br />
Alimentarsi correttamente dentro e fuori dal campo<br />
a cura del dott. Aronne Romano<br />
ABC... Golf!<br />
Introduzione pratica al gioco del golf per principianti.<br />
...e molti ancora su www.golfacademy.it!
Grazie!