III - Biblioteca Virtual Miguel de Cervantes

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16.06.2013 Views

ánimo al cielo mismo pone guerra , 303 Un poeta illuminista : Meléndez Valdés oppure nell' Oda XXXIII: La creación o la obra de los seis días 304 dove Meléndez Valdés parla della creazione di Adamo e Eva, della loro colpa e della loro cacciata dall'Eden che rese necessaria la redenzione, mentre poi altrove si trova l'idea di una originale innocenza dell'uomo non macchiata dal peccato originale ma piuttosto da una corruzione intervenuta ad opera della società, idea chiaramente derivata dal pensiero illuministico e in particolare da J. J. Rousseau 305 . Per esempio la descrizione ch'egli fa nell' Epístola V: A Candamo 306 degli indios d'America che sono ancora « inocentes » e dove si trovano « abrigadas las virtudes » e ingenere la sua visione rousseauiana della vita primitiva di fronte ai difetti de la sociedad, fecunda engendradora de culpas 307 , rivela che sul problema Meléndez ha avuto incertezze ed è passato attraverso diverse fasi di pensiero. Non meravigli la nostra insistenza sulla problematica filosofica di Meléndez poiché essa ci appare utile non soltanto ai fini di una piú precisa caratterizzazione della sua personalità nell'ambito della cultura spagnola del Settecento ma ai fini stessi del riconoscimento dell'individualità di questa sua poesia che da un travaglio essenzialmente ideologico prende le mosse e si realizza per via di una situazione spirituale essenzialmente dialettica. Questo appunto avviene per il tema della celebrazione di Dio la cui idea, come abbiamo visto, non scaturisce da una fede certa nella rivelazione ma che per Meléndez Valdés si configura in quella di un Essere la cui esistenza viene supposta attraverso l'osservazio ne e l'ammirazione dell'ordine stesso della Natura ma al quale egli non riesce a riconoscere un valore di Persona, anche se lo cerca e l'invoca. 303 Ibid. , pp. 226-227. (N. del A.) 304 Ibid. , pp. 245-248. (N. del A.) 305 Sulla problematica sorta nell'Illuminismo intorno al tema del peccato originale e dell'innocenza turbata dall'influsso della società, cfr. E. CASSIRER, op. cit. , p. 195 ss. (N. del A.) 306 J. MELÉNDEZ VALDÉS, Poesías , pp. 204-205. (N. del A.) 307 J. MELÉNDEZ VALDÉS, Discurso II: El hombre fue criado para la virtud y sólo halla su felicidad en practicarla , in Poesías , p. 258. (N. del A.) 90

Un poeta illuminista : Meléndez Valdés Dio resta davvero un Essere incomprensibile ( Oda VIII: Al Ser incomprensibile de Dios ) 308 . Per il poeta questo Essere è insieme « patente y escondido » , è per lui un Ente que adoro, mas no entiendo. Egli lo cerca con l'ansia di chi brama conoscerlo: ¿Quién eres? ¿Dónde estás? ¿No me respondes? e tutto il creato, ammonendolo: contempla -dice- adora, admira y ruega y gózame escondido. Il mistero prevale sulla certezza e la religiosità nasce dal senso stesso del mistero: Yo, así, abismado en tanta maravilla, con miedo reverente ceso y humilde inclino la rodilla y la devota frente. La medesima situazione appare nel Discurso III: Orden del universo y cadena admirable de sus seres 309 ove l' « ordenada fábrica » della « gran Naturaleza » si presenta prodotta dal « Gran Ser » : una catena meravigliosa di creature che sono l'una causa ed effetto dell'altra: Nada hay que no sea efecto y juntamente causa no sea; e i cui elementi ...el Bueno, el Inmutable, el Poderoso, el Sabio, cuanto hiciera, 308 J. MELÉNDEZ VALDÉS, Poesías , pp. 222-223. Sull'incomprensibilità di Dio, cfr. J. J. ROUSSEAU, Émile , cit., p. 335 : « J'aperçois Dieu partout dans ses oeuvres; je le sens en moi, je le vois tout autour de moi; mais sitôt que je veux le contempler en lui-même, sitôt que je veux chercher où il est, ce qu'il est, quelle est sa substance, il m'échappe et mon esprit troublé n'aperçoit plus rien » . (N. del A.) 309 J. MELÉNDEZ VALDÉS, Poesías , pp. 259-262. (N. del A.) 91

ánimo al cielo mismo pone guerra , 303<br />

Un poeta illuminista : Melén<strong>de</strong>z Valdés<br />

oppure nell' Oda XXX<strong>III</strong>: La creación o la obra <strong>de</strong> los seis días 304 dove Melén<strong>de</strong>z Valdés parla<br />

<strong>de</strong>lla creazione di Adamo e Eva, <strong>de</strong>lla loro colpa e <strong>de</strong>lla loro cacciata dall'E<strong>de</strong>n che rese necessaria la<br />

re<strong>de</strong>nzione, mentre poi altrove si trova l'i<strong>de</strong>a di una originale innocenza <strong>de</strong>ll'uomo non macchiata dal<br />

peccato originale ma piuttosto da una corruzione intervenuta ad opera <strong>de</strong>lla società, i<strong>de</strong>a chiaramente<br />

<strong>de</strong>rivata dal pensiero illuministico e in particolare da J. J. Rousseau 305 . Per esempio la <strong>de</strong>scrizione<br />

ch'egli fa nell' Epístola V: A Candamo 306 <strong>de</strong>gli indios d'America che sono ancora « inocentes » e<br />

dove si trovano « abrigadas las virtu<strong>de</strong>s » e ingenere la sua visione rousseauiana <strong>de</strong>lla vita primitiva<br />

di fronte ai difetti <strong>de</strong><br />

la sociedad, fecunda engendradora<br />

<strong>de</strong> culpas 307 ,<br />

rivela che sul problema Melén<strong>de</strong>z ha avuto incertezze ed è passato attraverso diverse fasi di pensiero.<br />

Non meravigli la nostra insistenza sulla problematica filosofica di Melén<strong>de</strong>z poiché essa ci appare<br />

utile non soltanto ai fini di una piú precisa caratterizzazione <strong>de</strong>lla sua personalità nell'ambito <strong>de</strong>lla<br />

cultura spagnola <strong>de</strong>l Settecento ma ai fini stessi <strong>de</strong>l riconoscimento <strong>de</strong>ll'individualità di questa sua<br />

poesia che da un travaglio essenzialmente i<strong>de</strong>ologico pren<strong>de</strong> le mosse e si realizza per via di una<br />

situazione spirituale essenzialmente dialettica.<br />

Questo appunto avviene per il tema <strong>de</strong>lla celebrazione di Dio la cui i<strong>de</strong>a, come abbiamo visto, non<br />

scaturisce da una fe<strong>de</strong> certa nella rivelazione ma che per Melén<strong>de</strong>z Valdés si configura in quella di<br />

un Essere la cui esistenza viene supposta attraverso l'osservazio ne e l'ammirazione <strong>de</strong>ll'ordine stesso<br />

<strong>de</strong>lla Natura ma al quale egli non riesce a riconoscere un valore di Persona, anche se lo cerca e l'invoca.<br />

303 Ibid. , pp. 226-227. (N. <strong>de</strong>l A.)<br />

304 Ibid. , pp. 245-248. (N. <strong>de</strong>l A.)<br />

305 Sulla problematica sorta nell'Illuminismo intorno al tema <strong>de</strong>l peccato originale e <strong>de</strong>ll'innocenza<br />

turbata dall'influsso <strong>de</strong>lla società, cfr. E. CASSIRER, op. cit. , p. 195 ss. (N. <strong>de</strong>l A.)<br />

306 J. MELÉNDEZ VALDÉS, Poesías , pp. 204-205. (N. <strong>de</strong>l A.)<br />

307 J. MELÉNDEZ VALDÉS, Discurso II: El hombre fue criado para la virtud y sólo halla su<br />

felicidad en practicarla , in Poesías , p. 258. (N. <strong>de</strong>l A.)<br />

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