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III - Biblioteca Virtual Miguel de Cervantes

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Un poeta illuminista : Melén<strong>de</strong>z Valdés<br />

Vicino a questo mondo d'idillio che vive di un preciso sentimento morale è anche il tentativo<br />

drammatico di Melén<strong>de</strong>z Valdés: la commedia pastorale Las bodas <strong>de</strong> Camacho el rico che, su<br />

un piano proposto da Jovellanos, Melén<strong>de</strong>z Valdés iniziò nel 1778, compose con una certa lentezza<br />

199 e completò e rifiní per presentarla a un concorso bandito verso la fine <strong>de</strong>l 1783 dalla città di<br />

Madrid e nel quale risultò vincitore. Al successo acca<strong>de</strong>mico non corrispose il successo teatrale<br />

poiché l'opera, rappresentata il 16 luglio 1784, non piacque al pubblico né fu ripresa sulle scene. Il<br />

Colford s'è occupato <strong>de</strong>lla commedia per quel che concerne le sue fonti letterarie, la versificazione e<br />

il contenuto che Melén<strong>de</strong>z Valdés trae dal noto episodio di Camacho <strong>de</strong>l Don Quijote di <strong>Cervantes</strong><br />

(II, 20-21) e adatta al gusto <strong>de</strong>l suo tempo. Il Colford non giudica riuscita quest'opera so prattutto<br />

per il suo ritmo monotono e la lentezza <strong>de</strong>ll'azione 200 . Può compren<strong>de</strong>rsi come il dramma pastorale<br />

non incontrasse il favore <strong>de</strong>l pubblico quando si consi<strong>de</strong>ri ch'esso fu indubbiamente concepito piú<br />

come poesia da leggersi che come azione da agire su una scena. E di ciò era certamente consapevole<br />

Melén<strong>de</strong>z Valdés che non fece ulteriori tentativi per farla rappresentare, ma non esitò a ripubblicarla<br />

nella raccolta <strong>de</strong>lle sue poesie di Valladolid <strong>de</strong>l 1797, in cui occupa l'ultima parte <strong>de</strong>l II tomo, e poi<br />

a inclu<strong>de</strong>rla nell'edizione <strong>de</strong>finitiva <strong>de</strong>lle sue opere, che sarà pubblicata soltanto postuma (Madrid,<br />

1820), ove occupa la prima parte <strong>de</strong>l <strong>III</strong> volume. Tuttavia a ben osservare non si può nemmeno, a<br />

nostro giudizio, affermare che l'opera manchi di drammaticità. Si tratta però di un dramma fatto piú di<br />

sfumature sentimentali e rattenuto nell'espressione, qual cosa totalmente lontana dal gusto romantico<br />

o naturalistico (on<strong>de</strong> si spiega storicamente l'abituale giudizio negativo <strong>de</strong>lla critica): un dramma in<br />

cui i personaggi di origine romanzesca sono guardati dall'autore con un certo distacco, <strong>de</strong>rivante dalla<br />

consapevolezza <strong>de</strong>lla finzione, ma non senza umanità anche se questa non vuol mai prorompere: il<br />

tono d'insieme è quello di un brioso gioco scenico, quasi di un ben mimato balletto (e proprio questa<br />

funzione di balletto d'accompagnamento sembrano avere i numerosi cori che sono tutti allegri inviti<br />

alla gioia campestre, composti con versi agili e leggeri, di ritmo ben scandito). Gli stessi personaggi di<br />

Don Quijote e Sancho partecipano di questo carattere fondamentalmente festoso anche se Don Quijote<br />

appare, come in <strong>Cervantes</strong>, il difensore <strong>de</strong>ll'i<strong>de</strong>ale <strong>de</strong>lla libertà di coscienza e interviene in favore di<br />

Quiteria per ché ella si liberi dall'imposizione paterna e sposi chi ama veramente, cioè Basilio, benché<br />

povero. A completare il caratter e festoso <strong>de</strong>l componimento (non si di mentichi che il concorso era<br />

stato bandito dalla città di Madrid per celebrare la pace <strong>de</strong>l 1783 e la nascita <strong>de</strong>i principi gemelli<br />

199 W. E. COLFORD, op. cit. , pp. 297-298. (N. <strong>de</strong>l A.)<br />

200 Ibid. , p. 300. (N. <strong>de</strong>l A.)<br />

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