III - Biblioteca Virtual Miguel de Cervantes

Un poeta illuminista : Meléndez Valdés
Non è improbabile che Meléndez Valdés conoscesse sia Rousseau che Parny e si sia liberamente
ispirato alle due fonti: del resto altre se ne possono indicare, classiche 159 . A parte dunque le
fonti che Meléndez sa, come sempre, trattare con estrema libertà senza perdere in genuinità, è da
sottolineare la coerenza delle composizioni che non solo tematicamente si uniscono a delineare
narrativamente la vicenda d'amore, dal momento dell'accendersi della passione del poeta per la
cantante, alla dichiarazione, al desiderio, al piacere soddisfatto, fino ai dubbi, alle suppliche, alla
delusione, all'invettiva e all'abbandono che ridona la libertà, ma sono strettamente fuse nella tonalità,
quasi che il canto fosse il protagonista: un incantesimo il cui effetto a poco a poco dilegua:
y amor que encendió el viento
cual viento se deshizo , 160
come cioè lo spegnersi di una voce in un silenzio definitivo.
bene apprendere la lingua italiana), « los menazantes gritos » si riferiscono al personaggio di Armida,
appartenente al repertorio lirico della cantante. Altrove ci sono simili accenni: nell'ode I s'allude a
Didone abbandonata, ad Arianna, ad Angelica, nell'ode III ancora ad Arianna e all' hechicera Armida .
Del resto si tratta di personaggi frequentissimi nel teatro musicale del Settecento. Basterà ricordare
che la Didone abbandonata del Metastasio fu rappresentata a Napoli per la prima volta nel 1724 con la
musica di Domenico Sarro e durante il corso del secolo fu piú volte presa a soggetto da altri musicisti:
inoltre si conosce una Didone di Scarlatti e una di Piccinni (1783); una Arianna compose Händel nel
1734 e una Haydn; Armida , su libretto del Quinault, ebbe la musica di Lulli nel 1686 e poi quella di
Gluck, ma c'è anche una Armida del Cherubini (1782) e una di Haydn (1784), nonché un Rinaldo di
Händel. Infine il personaggio d'Angelica era presente in opere come l' Orlando di Händel (1733), il
Roland di Piccinni (1778) e l' Orlando paladino di Haydn (1782). (N. del A.)
159 Dell'Ode VIII della raccolta, El jilguero , il DEMERSON ( op. cit. , p. 494) dice che « rappelle
étrangement le poème latin du Jesuite Strada traduit par Dorat sous le titre Le combat d'un musicien et
d'un rossignol » . Si tratta di un poemetto di 58 esametri del gesuita Famiano Strada, la stessa probabile
fonte del noto brano dell'usignolo del Marino ( Adone , VII, ott. 32-56). Vedi al riguardo: F. MANGO,
Le fonti dell'Adone , Torino, 1891, pp. 121-128. Ed ecco un esempio di chiara reminiscenza classica:
si tratta di un ricordo saffico-catulliano: Mi sangre se enardece, trémulas mis palabras, en una espesa
nube, los ojos se me apagan ( Poesías , p. 117) (N. del A.)
160 J. MELÉNDEZ VALDÉS, Poesías , p. 120. (N. del A.)
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