Relazione Stato - Provincia di Lucca

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16.06.2013 Views

Rapporto sullo Stato dell'Ambiente migrazione in tempi diversi e per motivi diversi e il fatto che le Alpi Apuane costituiscono spesso il limite geografico della loro distribuzione. Gli ambienti di altitudine delle Apuane, con le loro condizioni di vita estremamente selettive, hanno favorito la differenziazione di specie nuove che sono sopravissute, prive di concorrenza, ed hanno dato origine ad un cospicuo gruppo di specie che limita la sua presenza alle sole Alpi Apuane come: Silene lanuginosa, Athamanta cortina, Carum apuanum, Centaurea arachnoidea, Salix crataegifolia, Astrantia pauciflora, Poligala carueliana, Santolina leucantha, Saxifraga autumnalis var. atrorubens, Galium purpureum var. apuanum, Aquilegia bertolonii. Un altro gruppo di specie è costituito da piante che si trovano diffuse nell’Europa occidentale e per le quali le Alpi Apuane rappresentano spesso il limite orientale della distribuzione come: Ulex europeus, Euphorbia hyberna subsp. insularis, Hymenophyllum tumbridgense e Vandeboschia speciosa. Il popolamento vegetale delle Apuane è frutto anche di piante artico-alpine che si sono spinte fino a sud durante le glaciazioni e che durante la ritirata dei ghiacciai sono rimaste accantonate qua e là come stazioni relitte come: Dryas octopetala, Woodsia alpina e Arenaria moehringioides. Tra gli endemiti più significativi della flora apuana vi sono specie distribuite solamente sulle Alpi Apuane e sull’Appennino settentrionale come: Globularia incanescens, Rhamnus glaucophyllus, Saxifraga etrusca, Saxifraga latina, Leontodon anomalus, Senecio nemorensis var. apuanus, Cirsium bertolonii, Thesium somieri, Carex macrostachys, Cerastium apuanum e Rhinanthus apuanus. Cenni su alcune fanerofite rare del versante interno delle Alpi Apuane11 Nel seguito si riportano i risultati di un recente studio sul significato geobotanico del ritrovamento di fanerofite termofile mediterranee e submediterranee nel territorio della Garfagnana. L’area oggetto del ritrovamento si trova lungo il corso inferiore della Turrite secca nella zona sita nel comune di Castelnuovo di Garfagnana. Le fanerofite rinvenute sono: Rhamnus alaternus, Phillyrea latifolia, Prunus mahaleb e Sorbus torminalis. La distribuzione di queste entità nella zona interna delle Alpi Apuane è dovuta a motivi differenti che possono andare dalla situazione di stazione relitta termofila come quella del Rhamnus alaterno a situazioni di recente conquista come nel caso del Sorbus torminalis e della Phillyrea latifolia. Queste due specie sembrano proporre un modello alternatico di colonizzazione del territorio, frutto di una risalita, lungo il fondovalle del fiume Serchio, dalla Piana di Lucca fino a Castelnuovo Garfagnana. Mentre differente è il caso del Rhamnus alaterno, un’entità steno-mediterranea, che ha trovato in questa zona i fattori favorevoli per la sua conservazione. Per quanto concerne il Prunus mahaleb è difficile proporre interpretazioni di sorta, in ragione della sua distribuzione estremamente frazionata. 11 P.E. Tomei e A. Bartelletti,” Dendroflora della Provincia di Lucca . VII. Su alcune fanerofite rare del versante interno delle Alpi Apuane”, Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Serie B, 101 (1994). 154

Flora della Macchia lucchese 12 Stato - Sistema Paesaggio e Natura La flora della Macchia lucchese, concentrata su una superficie di circa 540 ha, risulta straordinariamente ricca in dipendenza dalla confluenza in quest’area di due grandi contingenti floristici: quello boreale, mesofilo e igrofilo delle piane umide e palustri e quello xerofilo mediterraneo dei rilevati dunali più caldi ed asciutti della fascia costiera. Complessivamente sono state censite 538 specie, di cui 15 impiantate dall’uomo e 17 segnalate in passato ma non più rinvenute. E’ rimarchevole la presenza a Viareggio di un gran numero di specie ad ampia distribuzione (15,6% di cosmopolite e subcosmopolite) e di avventizie (8,1%). In questa fascia litoranea sabbiosa sono presenti alcuni elementi endemici come: Solidago litoralis, Centaurea subciliata, Poligala nicaeensis ssp. mediterranea var. italiana, Leucanthemum pachyphyllum, Stachys recta var. psammophila. Il tipo di endemismo rilevabile è progressivo (neoendemismi) in quanto nelle zone territorialmente vicine è possibile rinvenire le specie corrispondenti in funzione del fatto che quest’area è di recente colonizzazione e non un luogo di conservazione. La presenza di molte specie avventizie nel territorio viareggino è da mettersi in relazione all’elevata antropizzazione della pianura costiera ed alcune di esse (Amorpha fruticosa, Robinia pseudoacacia, Oenothera sp. pl., Lonicera japonica, Bidens frondosa, Juncus tenuis) si sono pienamente insediate nei tipi di vegetazione naturale locale svolgendovi a volte un ruolo non secondario. Un altro processo che si può segnalare è la progressiva spontaneizzazione di piante coltivate che nel particolare ambiente della Macchia lucchese si sono insediate e naturalizzate come: Parthenocissus quinquefolia, Acer negando, Platanus hybrida, Coniza bonariensis, Eragrostis cilianensis, Oxalis corymbosa e Oxalis fontana. Flora del Lago di Massaciuccoli 13 La notevole ricchezza floristica dell’area umida di Massaciuccoli vede la contemporanea presenza di elementi assai diversi dal punto di vista geobotanico ed ecologico, rari e spesso in pericolo di scomparsa. Questa coesistenza di elementi floristici differenti permette di considerare queste paludi di grande interesse naturalistico per l’intero bacino del Mediterraneo. Dagli studi condotti si compila una lista che annovera 53 famiglie alle quali afferiscono 159 entità; di queste 90 sono da ritenersi comuni in tutto il territorio, 56 rare, 6 rarissime mentre 6 sono da considerarsi estinte si tratta in particolare di: Carex panicolata, Fimbristylis dicotoma, Isolepis cernua, Marsilea quadrifolia, Oeanthe lachenalii e Oeanthe silaifolia var. media. Le 6 specie che in Toscana sono da ritenersi ormai rarissime ed in via di scomparsa e che invece dalle indagini risultano ancora presenti a Massaciuccoli sono: Anagallis 12 P.V. Arrigoni, “Flora e vegetazione della Macchia lucchese di Viareggio”, Webbia 44(1): 1-62. 1990. 13 P.E Tomei, E. Guazzi, A. Barsanti “Contributo alla conoscenza floristica delle paludi e del lago di Massaciuccoli” Stampato nel Novembre 1995 a cura di P.E. Tomei ed E. Guazzi. 155

Flora della Macchia lucchese 12<br />

<strong>Stato</strong> - Sistema Paesaggio e Natura<br />

La flora della Macchia lucchese, concentrata su una superficie <strong>di</strong> circa<br />

540 ha, risulta straor<strong>di</strong>nariamente ricca in <strong>di</strong>pendenza dalla confluenza in<br />

quest’area <strong>di</strong> due gran<strong>di</strong> contingenti floristici: quello boreale, mesofilo e<br />

igrofilo delle piane umide e palustri e quello xerofilo me<strong>di</strong>terraneo dei<br />

rilevati dunali più cal<strong>di</strong> ed asciutti della fascia costiera.<br />

Complessivamente sono state censite 538 specie, <strong>di</strong> cui 15 impiantate<br />

dall’uomo e 17 segnalate in passato ma non più rinvenute.<br />

E’ rimarchevole la presenza a Viareggio <strong>di</strong> un gran numero <strong>di</strong> specie ad<br />

ampia <strong>di</strong>stribuzione (15,6% <strong>di</strong> cosmopolite e subcosmopolite) e <strong>di</strong><br />

avventizie (8,1%). In questa fascia litoranea sabbiosa sono presenti alcuni<br />

elementi endemici come: Solidago litoralis, Centaurea subciliata,<br />

Poligala nicaeensis ssp. me<strong>di</strong>terranea var. italiana, Leucanthemum<br />

pachyphyllum, Stachys recta var. psammophila. Il tipo <strong>di</strong> endemismo<br />

rilevabile è progressivo (neoendemismi) in quanto nelle zone<br />

territorialmente vicine è possibile rinvenire le specie corrispondenti in<br />

funzione del fatto che quest’area è <strong>di</strong> recente colonizzazione e non un<br />

luogo <strong>di</strong> conservazione.<br />

La presenza <strong>di</strong> molte specie avventizie nel territorio viareggino è da<br />

mettersi in relazione all’elevata antropizzazione della pianura costiera ed<br />

alcune <strong>di</strong> esse (Amorpha fruticosa, Robinia pseudoacacia, Oenothera sp.<br />

pl., Lonicera japonica, Bidens frondosa, Juncus tenuis) si sono<br />

pienamente inse<strong>di</strong>ate nei tipi <strong>di</strong> vegetazione naturale locale svolgendovi a<br />

volte un ruolo non secondario.<br />

Un altro processo che si può segnalare è la progressiva spontaneizzazione<br />

<strong>di</strong> piante coltivate che nel particolare ambiente della Macchia lucchese si<br />

sono inse<strong>di</strong>ate e naturalizzate come: Parthenocissus quinquefolia, Acer<br />

negando, Platanus hybrida, Coniza bonariensis, Eragrostis cilianensis,<br />

Oxalis corymbosa e Oxalis fontana.<br />

Flora del Lago <strong>di</strong> Massaciuccoli 13<br />

La notevole ricchezza floristica dell’area umida <strong>di</strong> Massaciuccoli vede la<br />

contemporanea presenza <strong>di</strong> elementi assai <strong>di</strong>versi dal punto <strong>di</strong> vista<br />

geobotanico ed ecologico, rari e spesso in pericolo <strong>di</strong> scomparsa. Questa<br />

coesistenza <strong>di</strong> elementi floristici <strong>di</strong>fferenti permette <strong>di</strong> considerare queste<br />

palu<strong>di</strong> <strong>di</strong> grande interesse naturalistico per l’intero bacino del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo. Dagli stu<strong>di</strong> condotti si compila una lista che annovera 53<br />

famiglie alle quali afferiscono 159 entità; <strong>di</strong> queste 90 sono da ritenersi<br />

comuni in tutto il territorio, 56 rare, 6 rarissime mentre 6 sono da<br />

considerarsi estinte si tratta in particolare <strong>di</strong>: Carex panicolata,<br />

Fimbristylis <strong>di</strong>cotoma, Isolepis cernua, Marsilea quadrifolia, Oeanthe<br />

lachenalii e Oeanthe silaifolia var. me<strong>di</strong>a. Le 6 specie che in Toscana<br />

sono da ritenersi ormai rarissime ed in via <strong>di</strong> scomparsa e che invece<br />

dalle indagini risultano ancora presenti a Massaciuccoli sono: Anagallis<br />

12<br />

P.V. Arrigoni, “Flora e vegetazione della Macchia lucchese <strong>di</strong> Viareggio”, Webbia 44(1): 1-62.<br />

1990.<br />

13<br />

P.E Tomei, E. Guazzi, A. Barsanti “Contributo alla conoscenza floristica delle palu<strong>di</strong> e del lago<br />

<strong>di</strong> Massaciuccoli” Stampato nel Novembre 1995 a cura <strong>di</strong> P.E. Tomei ed E. Guazzi.<br />

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