Leggi - I Cistercensi
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I Monaci e la scrittura, secondo il Concilio Vaticano II<br />
Sacrosanctum Concilium 24<br />
Quando leggo le divine Scritture, Dio passeggia<br />
con me nel Paradiso (S. Ambrogio, epist.<br />
49 n. 3).<br />
« ...Per promuovere la riforma, il progresso e l'adattamento della<br />
Sacra Liturgia, è necessario che venga favorita quella soave e viva<br />
conoscenza della Sacra Scrittura, che è attestata dalla venerabile tradizione<br />
dei riti sia orientali che occidentali ».<br />
Sacrosanctum Concilium 61<br />
« Affinché la mensa della parola di Dio sia preparata ai fedeli con<br />
maggiore abbondanza, vengano aperti più largamente i tesori della<br />
Bibbia, in modo che, in un determinato numero di anni, si leggano<br />
al popolo le parti più importanti della Sacra Scrittura ».<br />
Perfectae Caritatis 6<br />
Perciò i membri degli istituti coltivino con assiduità lo spinto<br />
di preghiera e la preghiera stessa, attingendoli dalle fonti genuine della<br />
spiritualità cristiana. In primo luogo abbiano quotidianamente tra le<br />
mani la Sacra Scrittura, affinché dalla lettura e dalla meditazione<br />
dei Libri Sacri imparino «la sovreminente scienza di Gesù Cristo»<br />
(Fil. 3,8).<br />
Dei V erbum 21<br />
«La chiesa ha venerato sempre le Divine Scritture come ha<br />
fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto<br />
nella Sacra Liturgia, di nutrirsi del Pane della Vita dalla mensa sia<br />
della Parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli...<br />
È necessario dunque che la predicazione ecclesiastica come la stessa<br />
religione cristiana sia nutrita e regolata dalla Sacra Scrittura ».<br />
Dei V erbum 25<br />
Perciò è necessario che tutti i chierici, principalmente i sacerdoti<br />
e quanti, come i diaconi e i catechisti, attendono legittimamente al<br />
ministero della parola, conservino un contatto continuo con la Scrittura,<br />
mediante la sacra lettura assidua e lo studio accurato, affinché<br />
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