Leggi - I Cistercensi
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trimento e nel vestire, rivalutazione del lavoro manuale. Qualche riformatore<br />
cerca di completare la Regola in alcuni punti che essa non<br />
precisa, in particolare nelle relazioni dei monasteri tra loro: bisogna<br />
trovare un compromesso tra l'autonomia assoluta e l'unione sotto una<br />
direzione centralizzata di tipo pacomiano, ripresa da Benedetto d'Aniano<br />
e da Cluny. Per quanto concerne la Regola di S. Benedetto qualcuno<br />
vuole superarla, qualcun altro vuole rimettere in vigore soltanto una<br />
parte delle sue prescrizioni, altri ancora vogliono semplicemente seguida<br />
con più fedeltà.<br />
In linea generale, i fondatori e i riformatori dell' XI secolo hanno<br />
l'assillo della solitudine: tendenza che del resto è conforme allo spirito<br />
della vocazione monastica. Nel secolo successivo, il premostratense<br />
Reimbaud da Liegi nel suo Liber de diuersis ordinibus ecclesiae<br />
fa una netta distinzione tra i monaci che vivono vicino agli uomini del<br />
mondo, come i Cluniacensi, e i monaci che si ritirano lontani dal mondo,<br />
come i <strong>Cistercensi</strong>. I <strong>Cistercensi</strong> nel secolo XI non esistono ancora, ma<br />
si possono prevedere (cf. Le monacbisrne à l'apparition de saint Bernard,<br />
in Bernard de Clairuaux, pp. 45-63).<br />
Bisogna distinguere tra vita comune più o meno separata dal mondo<br />
e vita eremitica o semi-eremitica. In rapporto alla prevalenza dell'una<br />
o dell'altra, possono classificarsi due tipi di fondazioni dell' XI secolo.<br />
1. Fondazioni di tipo eremitico: La vita eremitica non aveva mai<br />
cessato di sedurre anime generose. Ma dopo S. Nilo (910-1005) si nota<br />
in Occidente una vera infatuazione per tale vita. E cosi sorgono ordini<br />
su una base di vita eremitica o semi-eremitica.<br />
La prima fondazione in ordine cronologico è quella dei Camaldolesi.<br />
SANROMUALDO(952-1027), dopo una vita raminga e un soggiorno<br />
a S. Michele di Cuxa in Catalogna, nel 1012 si stabilì a Camaldoli. Aveva<br />
come principio che la vita cenobitica fosse una specie di noviziato<br />
in preparazione alla vita eremitica. Quest'ultima, però, non era lasciata<br />
al capriccio di ciascuno: sia gli eremiti che i cenobiti camaldolesi restavano<br />
sempre sotto la guida di un abate e di una regola.<br />
S. PIER DAMIANI(1007-1072) portò la vita eremitica a Fonte Avellana,<br />
fondata da Landolfo discepolo di S. Romualdo. Divenuto abate,<br />
fondò una congregazione conlo stesso nome di Fonte Avellana. Più tardi<br />
fu eletto vescovo di Ostia (1057).<br />
Nel 1076 S. STEFANODA MURET, che aveva sperimentato la vita<br />
eremitica in Calabria, si stabilì in un luogo isolato della diocesi di Limoges,<br />
nei pressi di Grandmont. Il monastero di Grandmont da lui fon-<br />
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