Leggi - I Cistercensi
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ancor più. Non è certo che adone componesse opere musicali (cf. Saint<br />
Odo n et son oeuvre musicale, in Actes du Congrès de Cluny, 1950),<br />
ma è indiscutibile che egli amava la musica e le cerimonie liturgiche,<br />
e che a cominciare dal suo abbaziato il coro divenne l'occupazione principale<br />
del monaco cluniacense. Gli si sarebbe potuta benissimo attribuire<br />
la risposta che un giorno S. Uberto fece a un chierico che gli chiedeva<br />
se non era possibile abbreviare un pò l'Ufficio: «No, recitatelo<br />
più a lungo e meglio possibile ». Il benedettino Ruperto di Deutz, che<br />
viveva realmente la liturgia, considerava il Verbo Divino come il Grande<br />
Strumento musicale del Padre e tutte le creature come strumenti<br />
della lode di Dio. A maggior ragione il monaco avrebbe dovuto dedicarsi<br />
giorno e notte alla lode. E quando si trattava di glorificare Dio<br />
nessuno splendore poteva considerarsi eccessivo. È il « lusso per Dio »,<br />
che si manifesta non soltanto nella grandiosità delle cerimonie ma in<br />
tutto ciò che riguarda il Tempio di Dio: architettura, decorazione, arredamento.<br />
Lo spirito di Cluny risiedeva essenzialmente in una concezione<br />
molto elevata della grandezza di Dio. Quoniam Deus magnus<br />
Dominus, et Rex magnus super omnes deos. Per questo Cluny era<br />
destinata a divenire una vasta scuola d'arte che si sarebbe irradiata<br />
in tutto l'Occidente (cf. F. MERCIER, Les Primitifs Français, éd. Picard,<br />
1931). La chiesa abbaziale fatta erigere da S. Ugo a cominciare dal<br />
1088, la più vasta dopo S. Pietro in Roma, era un capolavoro d'arte<br />
con i suoi 68 pilastri, le sue 300 finestre, il suo colonnato di marmo,<br />
la cupola sull'abside con un immenso affresco che rappresentava la<br />
gloria dell' Eterno Padre, le cappelle, i mausolei, i reliquiari e tanti altri<br />
tesori. Il lavoro negli studi di pittura, scultura, oreficeria, miniatura,<br />
d'ora in poi occuperà il posto del lavoro manuale nei campi, lasciato<br />
quasi esclusivamente ai coloni e ai familiari. D'altronde il tempo<br />
lasciato libero dal lungo Ufficio era veramente poco. Ed è per questo<br />
che anche lo studio non veniva approfondito. Se si eccettua Pietro<br />
il Venerabile, Cluny non conta grandi nomi tra i letterati. Essi brillarono<br />
piuttosto nell'arte della copiatura e della miniatura. Tuttavia,<br />
come testimonia una lista di «libri di Quaresima» distribuiti a 63<br />
monaci nel 1042, la biblioteca era ricca e il livello di cultura abbastanza<br />
elevato.<br />
Se l'Ordine non ha mai fatto professione di alta cultura intellettuale,<br />
esso va però giustamente lodato per le sue opere di carità. L'abbazia<br />
di Cluny, nella misura in cui fu grandiosa nel culto di Dio, fu anche<br />
grande e generosa nell'elemosina; e queste due note caratteristiche<br />
restano la sua gloria imperitura.<br />
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