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Leggi - I Cistercensi

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dei suoi monaci elevati al Soglio Pontificio (Urbano II e Pasquale II),<br />

ed egli stesso rifiutò la tiara più volte. L'energico Gregorio VII, nella<br />

sua opera di riforma della Chiesa, trovò nell'abate di Cluny il suo<br />

migliore aiuto, e gli conferi il privilegio dei pontificalia.<br />

Prima di parlare dello spirito di Cluny che assicurò il successo<br />

e l'influenza dell'« impero di Cluny» sulle innumerevoli case sparse in<br />

tutta Europa (se ne contavano più di 1400), vogliamo dare uno sguardo<br />

all'organizzazione dell' Ordine. «Perché fu nella struttura dell' Ordine<br />

e della sua gerarchia che Cluny veramente innovò. Portò una concezione<br />

nuova del monachesimo, con la quale si iniziò un nuovo periodo<br />

della vita claustrale: d'ora in poi questa avrà la sua forza non più nelle<br />

sue applicazioni e nei suoi meccanismi, bensì nella ricerca dell'unità e<br />

della centralizzazione, per cui un gran numero di case separate verranno<br />

riunite in un'unica osservanza e sotto un unico capo ». (D. Ph. SCHMITZ,<br />

Hist. de l'Ordre de S. Benoit, t. I, p. 135).<br />

L'organizzazione dell' Ordine<br />

L'idea di riunire i monasteri in un corpo organizzato, sconosciuta<br />

a S. Benedetto, appena intravista da S. Benedetto d'Aniano, non fu<br />

dapprima familiare neppure a Cluny, ma poi, a poco a poco, vi prese<br />

forma. Già Bernone nel suo testamento auspicava che tra i suoi monasteri<br />

regnasse l'unità (unanimitas ... tam in psalmodia quam in obsercatione<br />

silentii sed et qualitate victus et vestitus).<br />

Cluny era «sotto la protezione di S. Pietro ». Odone fece rinnovare<br />

questo privilegio nel 931 da Giovanni XI, che l'autorizzò anche<br />

ad accogliere tutti i monasteri che desiderassero essere riformati.<br />

S. Odone usò questo metodo: percorreva la Francia e l'Italia da un'abbazia<br />

all'altra; si fermava in ciascuna di esse per un periodo più o meno<br />

lungo, ogni mattina spiegava la Regola in capitolo, cercava di attirare<br />

i bene intenzionati, quindi vi lasciava o faceva venire qualche cluniacense<br />

che continuasse l'opera, e tornava di tanto in tanto per rendersi<br />

conto dei risultati e per infondere nuovo coraggio. I successori continuarono<br />

sulla stessa linea a tal punto da guadagnarsi la fama di perenni<br />

viaggiatori. L'unione cosi formata tra Cluny e i monasteri riformati<br />

era quasi soltanto morale. Sotto S. Maiolo e' soprattutto sotto<br />

S. Ugo prese maggior consistenza. Si potevano distinguere nettamente<br />

diversi gruppi di case cluniacensi: da una parte le case mediate, dipendenti<br />

da un grande monastero, soggetto a sua volta direttamente a<br />

Cluny; dall'altra le case immediate, da classificarsi in tre categorie:<br />

1 0 i priorati completamente soggetti a Cluny, che avevano come abate<br />

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