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Leggi - I Cistercensi

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che impossibile elencare tutti gli artisti che hanno prestato la loro opera<br />

alla Certosa.<br />

Tra gli architetti si ricordano in modo particolare: nel quattrocento<br />

Bernardo da Venezia, Giacomo da Campione, Cristoforo da<br />

Conigo, Giovanni e Guiniforte Solari; nel cinquecento il perugino Galeazzo<br />

Alessi. Assai più numerosi sono gli scultori: i fratelli Cristoforo<br />

e Antonio Mantegazza, Giovanni Antonio Amadeo, Benedetto Briosco,<br />

Stefano da Sesto, Biagio da Vairone, Alberto Maffioli, Cristoforo Romano,<br />

Angelo Marini, Ambrogio Volpi, Francesco Brambilla, Bernardino<br />

da Novate, Giuseppe Rusnati, Dionigi Bussola, Tommaso Orsolino,<br />

Carlo Simonetta, il Volpino (G. B. Maestri), Annibale Fontana,<br />

Giovanni da Cairate, Rinaldo de Stauris, Baldassarre degli Embriaci,<br />

Macrino d'Alba, Antonio da Lecco, Cristoforo Solari.<br />

Ci sono poi gli intarsiatori sia in legno che in marmo: i Fratelli<br />

Sacchi di Pavia (sec. XVII), Bartolomeo dei Polli e Pietro da Vailate.<br />

Tra i pittori non si possono dimenticare Bernardino Luini, B. F. Barbieri<br />

(Guercino), Ambrogio da Fossano (Bergognone) col fratello Bernardino,<br />

Jacopo de Mottis, Bernardino de Rossi, Carlo Cane, G. B.<br />

Carlene, Ottavio Semini, Daniele Crespi, G. B. Crespi (il Cerano), C. F.<br />

Nuvolone, Camillo, Ercole, Cesare e Giuseppe Procaccini, il Montagna.<br />

Ci sono poi alcuni specialisti nella lavorazione del vetro: Antonio de<br />

Pandino, Nicola da Varaldo e sopratutto Cristoforo de Mottis.<br />

Gli anni che vanno dal 1700 ai giorni nostri sono, invece, caratterizzati<br />

dal continuo fluire di varie comunità nella Certosa. Questo fatto<br />

era già stato previsto da Desiderio Erasmo da Rotterdam. «Ci fu un<br />

uomo dal volto gialliccio, affilato, dagli occhi penetranti che, alzando<br />

lo sguardo sulle decine di operai che lavoravano alla facciata, scrollò<br />

la testa borbottando: «Pazzi! Pazzi! Pazzia è il sudore dell'arte, perché<br />

effimera è la sua gloria! Perché mai profondere tanto denaro per il salmeggiare<br />

di pochi monaci che saranno molestati dal concorso di coloro<br />

che cercheranno solo il lusso dei marmi? » (M. Brambilla «500 anni<br />

di storia alla Certosa »).<br />

Lasciata dai Certosini nel 1782, la Certosa venne occupata due<br />

anni dopo dai <strong>Cistercensi</strong>, che l'abbandonarono dopo 14 anni, cedendo<br />

il posto ai Padri di Como. Anche questi ultimi non ebbero maggior<br />

fortuna e la lasciarono dopo appena due anni, sostituiti dai Padri Carmelitani<br />

che vi resistettero per 3 anni dal 1807 al 1810. Finalmente<br />

nel 1843 la gloriosa Certosa rivede le sue celle ripopolarsi, e i bianchi<br />

monaci certosini riprendono il loro antico monastero per alcuni decenni.<br />

Cacciati nel 1880 non vi ritorneranno che nel 1932. Questa volta vi<br />

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