Leggi - I Cistercensi
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d) si preparano progetti e piani da realizzarsi poi con la collaborazione di tutti; si cerca nello sforzo comune la soluzione delle difficoltà; e) si suggerisce l'uso migliore e più razionale delle forze materiali e individuali. Per provvedere nel modo migliore al bene comune, il Capitolo della Congregazione sia convocato spesso, e se sarà opportuno, si favoriscano anche convegni di altro genere tra i membri del Capitolo della Congregazione. 3. L'Abate Preside della Congregazione. 115. L'Abate Preside governa la Congregazione secondo le direttive del Capitolo della Congregazione, ed è il simbolo dell'unione fraterna dei Monasteri tra loro. Egli presta il suo servizio perché, secondo le Costituzioni della sua Congregazione, nelle famiglie monastiche fiorisca, si consolidi e si sviluppi la vita monasteriale. Per il bene della Congregazione incrementi le relazioni fra i monasteri. Gli Abati e i monaci dei singoli monasteri aiutino l'Abate Preside a coltivare tra loro rapporti fraterni, a incontrarsi volentieri gli uni gli altri, a collaborare negli studi, a promuovere convegni di natura spirituale e amministrativa, a conoscersi e a stimarsi sempre di più. 4. Le visite regolari. 116. La «Charta Charitatis » stabilì la VISIta annuale che, secondo la legge della «filiazione », doveva essere fatta dall'Abate del monastero fondatore o da un suo delegato. La visita aveva lo scopo di esortare alla carità, e, se necessario, di correggere fraternamente e caritatevolmente. La visita annuale era il perno della struttura giuridica dell'Ordine Cistercense; era stimata da tutti, anche dagli estranei all'Ordine, e giovò moltissimo a consolidare e a sviluppare la vita nei monasteri. Il visitatore infatti, dopo la visita, può spesso suggerire ottimi consigli all'Abate del luogo, può richiamarne l'attenzione su punti e problemi che egli forse non aveva avvertito o dei quali non aveva valutato pienamente la interdipendenza e gli aspetti personali. Se poi rilevasse che nel monastero visitato fossero violate leggi dell'Ordine, - 126-
allora egli, col consiglio dell'Abate del luogo potrà correggere con carità. La legge della «filiazione» oggi non vige che in pochi casi: all'antico legame quasi naturale che si chiamò « filiazione », è sostituita l'unione di Monasteri in Congregazioni, così che, in genere, il Visitatore ordinario è l'Abate Preside della Congregazione, salvo i casi nei quali è in vigore la legge della « filiazione» o le Costituzioni delle rispettive Congregazioni non provvedono diversamente. 117. Lo scopo delle visite non è mutato neppur oggi, anche se alcune formalità nel modo di effettuare le visite devono essere adattate alle attuali condizioni di vita. Per provvedere tempestivamente alle necessità dei monasteri, le visite siano frequenti anche oggi; ma non è necessario che siano sempre visite canoniche. Un visitatore non è certamente un legislatore né un « riformatore », ma deve esortare tutti ad un esame di coscienza. La soluzione dei problemi non nasce infatti dalla imposizione ma dalla intima convinzione; e ciò richiede molto impegno sia da parte del visitatore che da parte dei visitati. Dato che svolge soprattutto un servizio di carità, il visitatore prima di ogni altra cosa cerchi di conoscere lo stato d'animo della comunità. Dovrà anche badare alla legittima autonomia del monastero e ai suoi fini particolari legalmente approvati: solo così la visita recherà un vero profitto al monastero. È necessario però che i visitati con umiltà e sincerità aprano l'animo alla ricerca del vero bene delle anime e del progresso della comunità nel servizio di Dio. Abbiano presenti anche i vari limiti di una visita, perché ristretto è il campo in cui il visitatore può intervenire e scarse le reali possibilità dei suoi provvedimenti. Spesso una visita rimane senza frutto a causa della sconsiderata e infondata attesa di molti membri della comunità, i quali prima chiedono al visitatore cose impossibili, quindi non tardano a dichiararsi da lui ingannati. 5. Importanza delle Congregazioni nella struttura dell'Ordine Cistercense. 118. Le Congregazioni hanno una importanza vitale nell'Ordine Cistercense: se infatti i singoli monasteri sono troppo piccoli e deboli per vivere e lavorare in piena ed assoluta indipendenza e autosufficienza, l'Ordine d'altronde raggruppa tanto varie e differenti osservanze e forme - 127-
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di tutti; si cerca nello sforzo comune la soluzione delle difficoltà;<br />
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Per provvedere nel modo migliore al bene comune, il Capitolo<br />
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anche convegni di altro genere tra i membri del Capitolo della<br />
Congregazione.<br />
3. L'Abate Preside della Congregazione.<br />
115. L'Abate Preside governa la Congregazione secondo le direttive<br />
del Capitolo della Congregazione, ed è il simbolo dell'unione<br />
fraterna dei Monasteri tra loro. Egli presta il suo servizio perché, secondo<br />
le Costituzioni della sua Congregazione, nelle famiglie monastiche<br />
fiorisca, si consolidi e si sviluppi la vita monasteriale.<br />
Per il bene della Congregazione incrementi le relazioni fra i monasteri.<br />
Gli Abati e i monaci dei singoli monasteri aiutino l'Abate<br />
Preside a coltivare tra loro rapporti fraterni, a incontrarsi volentieri<br />
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4. Le visite regolari.<br />
116. La «Charta Charitatis » stabilì la VISIta annuale che, secondo<br />
la legge della «filiazione », doveva essere fatta dall'Abate del<br />
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La visita annuale era il perno della struttura giuridica<br />
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Il visitatore infatti, dopo la visita, può spesso suggerire ottimi<br />
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