Leggi - I Cistercensi

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16.06.2013 Views

una volta sola, nel ri-crearmi ha detto molte parole, ha operato molti prodigi, ha sofferto molti dolori. « Che cosa dunque renderò al Signore per tutti i benefici ricevuti? ». Nella prima creazione Dio donò me a me stesso; nella seconda mi donò se medesimo, e, nel darmi se stesso, restituì anche me a me stesso. Prima beneficiato col dono della vita, poi nuovamente beneficiato, sono debitore di me in cambio di me stesso, e due volte sono debitore di me. Ma che cosa renderò a Dio per il dono che mi ha fatto di sé? Se anche potessi spendere mille volte la mia vita, che cosa sono io in cambio di un Dio? Vedi bene quindi che la misura con cui dobbiamo amare Dio è di amarlo senza misura. È Dio che ci ama, la cui grandezza non ha fine, la cui sapienza non ha misura, la cui pace supera ogni intelligenza: e noi dovremmo contraccambiarlo con misura? « Che io ti ami, o Signore, mia forza, mio sostegno, mio rifugio, e mio liberatore (Salmo 17, 2-3).Mio Dio, mio aiuto, che io ti ami per i tuoi doni e nella mia misura, certamente inferiore a quanto ti è dovuto, ma tuttavia non inferiore a quanto è in mio potere, perché anche se non posso amarti quanto dovrei, io non posso amarti più di quanto è nelle mie possibilità. Lo potrò, certo, anche di più, quando tu ti degnerai di farmene capace; e tuttavia mai per quanto tu meriteresti. "I tuoi occhi hanno visto quanto c'è in me di imperfetto ", ma tuttavia "nel tuo libro saranno scritti tutti" coloro che fanno quanto possono, anche se non possono quanto debbono ». (San Bernardo: De diligendo Deo, 15-16) - 122-

Elementi principali della vita Cistercense odierna 1969 (*) Dichiarazione del Capitolo Generale dell' Ordine Cistercense parte quarta C. LE CONGREGAZIONI CISTERCENSI 1. Origine) ragione e fine delle Congregazioni Cistercensi. a) Origine delle Congregazioni. 108. San Benedetto nella sua Regola non prevede monasteri uniti tra loro. Egli coordina solamente la vita interna di un monastero. Tuttavia, nel corso dei secoli, i monasteri si unirono tra loro in maniere varie, per organizzare e garantire le osservanze proprie della vita religiosa. Talune di queste unioni per ovviare ai pericoli dell'isolamento si organizzarono in congregazioni, pur rispettando sempre la legittima autonomia dei monasteri; in altre unioni si giunse invece ad una forma di centralizzazione in cui i singoli monasteri dipendevano da una abbazia centrale, come avvenne a Cluny e, in genere, nelle fondazioni di Molesme. 109. I fondatori di Cistercio, fedeli ai principi esposti nella « Charta Charitatis », istituirono i Capitoli Generali e le Visite Annuali: e con queste due istituzioni cercarono di assicurare la legittima autonomia dei monasteri senza mettere in pericolo la necessaria unione e l'aiuto scambievole fra un monastero e l'altro. Tuttavia, cresciuto l'Ordine a dismisura, e mutate non poco nel corso dei secoli le condizioni di vita, sorsero in seno all'Ordine le Congregazioni, come abbiamo brevemente visto nel n. 24 e sego (*) Le altre parti della Dichiarazione sono state pubblicate nel fascicolo gennaiofebbraio di «Notizie Cistercensi », II (1969), pp. 3-30 e fascicolo gennaio-aprile III (1970), pp. 26-39. - 123-

una volta sola, nel ri-crearmi ha detto molte parole, ha operato molti<br />

prodigi, ha sofferto molti dolori. « Che cosa dunque renderò al Signore<br />

per tutti i benefici ricevuti? ». Nella prima creazione Dio donò me<br />

a me stesso; nella seconda mi donò se medesimo, e, nel darmi se<br />

stesso, restituì anche me a me stesso. Prima beneficiato col dono<br />

della vita, poi nuovamente beneficiato, sono debitore di me in cambio<br />

di me stesso, e due volte sono debitore di me. Ma che cosa renderò<br />

a Dio per il dono che mi ha fatto di sé? Se anche potessi spendere<br />

mille volte la mia vita, che cosa sono io in cambio di un Dio?<br />

Vedi bene quindi che la misura con cui dobbiamo amare Dio è di<br />

amarlo senza misura. È Dio che ci ama, la cui grandezza non ha fine,<br />

la cui sapienza non ha misura, la cui pace supera ogni intelligenza:<br />

e noi dovremmo contraccambiarlo con misura?<br />

« Che io ti ami, o Signore, mia forza, mio sostegno, mio rifugio,<br />

e mio liberatore (Salmo 17, 2-3).Mio Dio, mio aiuto, che io ti ami per i<br />

tuoi doni e nella mia misura, certamente inferiore a quanto ti è dovuto,<br />

ma tuttavia non inferiore a quanto è in mio potere, perché anche<br />

se non posso amarti quanto dovrei, io non posso amarti più di<br />

quanto è nelle mie possibilità. Lo potrò, certo, anche di più, quando tu<br />

ti degnerai di farmene capace; e tuttavia mai per quanto tu meriteresti.<br />

"I tuoi occhi hanno visto quanto c'è in me di imperfetto ",<br />

ma tuttavia "nel tuo libro saranno scritti tutti" coloro che fanno<br />

quanto possono, anche se non possono quanto debbono ».<br />

(San Bernardo: De diligendo Deo, 15-16)<br />

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