Leggi - I Cistercensi
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Tutte le antiche impressioni di quel giovane nel contemplare un<br />
Monastero si sono oggi trasformate in una sola cosa, una cosa che un<br />
tempo gli mancava: Dio!<br />
Che importa il colore dell'abito? E che le campane abbiano un<br />
suono acuto o grave? Che importanza ha per il nostro fine che sia<br />
estate o inverno? Prescindiamo da tutto dò che è esterno e cerchiamo<br />
le nostre impressioni in Dio solo e nella pura fede.<br />
Per questo, com'è difficileper un cistercense scrivere le sue impressioni<br />
sui monasteri cistercensi.<br />
Colui che arriva dal mondo trova in queste abbazie motivi sufficienti<br />
per meditare, pensare e riflettere, e se è un po' artista potrà godere<br />
del silenzio e della pace del monastero, ma non creda che si trovi<br />
Dio in tutto ciò, anzi per trovare Dio si deve prescindere da tutto ciò.<br />
Solo Dio deve occupare l'anima. La pace non viene dal silenzio, né<br />
dai cipressi del chiostro, né dal canto degli uccelli.., la pace del monaco<br />
è Dio, e all'infuori di Lui non c'è nulla che valga qualcosa.<br />
Signore, Tu solo. Tu solo rimani... non c'è nulla sotto il sole che<br />
possa appagare il cuore dell'uomo all'infuori di Te. E il mio cuore è<br />
assetato di Te e Ti cerca come il cervo le fonti, secondo l'espressione<br />
di Davide. All'infuori di ciò che Tu sei, tutto è tenebra ».<br />
(Dagli scritti di Fr. M. Rafael Arnàiz y Baròn)<br />
«Il piacere della speranza, Milano 1967, pago 237-241 passim »<br />
* * *<br />
Rafael Arnàiz y Baròn nacque nel 1911 da una agiata famiglia<br />
spagnola e visse fino a 23 anni in un ambiente di raffinate comodità.<br />
Per indossare l'abito cistercense abbandonò il successo nella vita,<br />
l'avvenenza e la prestanza fisica, abbandonò intelligenza, cultura, denaro,<br />
e una famiglia disposta ad assecondarlo in tutto.<br />
Nell'Abbazia di S. Isidoro a Venta de Baiios fu sùbito per tutti<br />
esempio di santità di vita, di soprannaturale letizia che traspariva costantemente<br />
dalla sua persona e dai suoi atti; fu specchio di umiltà,<br />
di mansuetudine, di pazienza nell'esercizio dei suoi doveri quotidiani.<br />
Entrato in monastero il 16 gennaio 1934, dovette uscirne due<br />
volte, minato da un male inesorabile, e due volte vi ritornò, deciso a<br />
percorrere fino in fondo il cammino intrapreso.<br />
Quest'anima nobile ha voluto celare la sua luce sotto il moggio<br />
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