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Leggi - I Cistercensi

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Le contraddizioni di un Santo<br />

Nel luglio 1121 Chiaravalle fonda l'Abbazia-figlia di Foigny. S.<br />

Bernardo affida questa nuova fondazione (la terza) a uno tra i suoi<br />

monaci più fedeli e vigilanti, a uno dei suoi figli più cari: Rainaldo.<br />

Entrato al noviziato nel 1117, dopo appena quattro anni, ancora<br />

giovane e senza esperienza, Rainaldo è strappato al dolce nido di Chiaravalle<br />

ed è posto a capo di una nuova comunità. In breve si trova<br />

a dover risolvere i gravi problemi che sempre si accompagnano ad una<br />

nuova fondazione: problemi di alloggio, di vitto, di bonifica, ecc....<br />

Una baracca di legno serviva da dormitorio e da refettorio. Allora<br />

era estate; ma presto sarebbe arrivato l'inverno ...<br />

Anche a Chiaravalle, Rainaldo aveva conosciuto rudi privazioni.<br />

Ma a Chiaravalle c'era Bernardo, focolare di luce e di calore che faceva<br />

tutto sopportare.<br />

Ora, invece, è solo, e brancola nell'incertezza.<br />

Scriverà a Bernardo, e lo supplicherà di venire ad illuminarlo.<br />

E Bernardo gli risponde (lettera 72): gli dice che se non si fosse<br />

trattato della volontà di Dio, non avrebbe mai potuto sopportare di<br />

vivere lontano dal suo Rainaldo, compagno tanto caro e necessario,<br />

tanto obbediente e zelante, dalla memoria cosi pronta che lo rendeva<br />

utile nel disbrigo di tanti affari.<br />

Ma non va a trovarlo e a consolarlo.<br />

Rainaldo, deluso, non sa far di meglio che riprendere in mano<br />

la penna per una seconda lettera che, purtroppo, non possediamo.<br />

Bernardo gli risponde (lettera 73) con tanta tenerezza, materna<br />

e paterna insieme, tenerezza che aveva ereditata da Aletta la sua santa<br />

madre, tenerezza della quale tanti suoi figli non sanno più fare a meno:<br />

«Tu ti lamenti, mio carissimo figlio Rainaldo, di tutte le tue<br />

tribolazioni; e i tuoi lamenti spingono a lamentarmi anche me: non<br />

è possibile che se tu sei in pena non soffra io stesso; non posso sentirti<br />

raccontare le tue ansie e le tue angosce senza essere anch'io ansioso<br />

e preoccupato per te.<br />

Ma, io avevo previsto i mali che ora ti càpitano, e te li avevo<br />

anche predetti, se ben ricordi. Penso quindi che potrai sopportarli<br />

facilmente, e risparmiarmene il peso. Sono già troppo afflitto di averti<br />

perduto, di non vederti più, di non più godere della tua dolce conversazione,<br />

tanto che alle volte mi pento di averti allontanato da me.<br />

È la carità, lo sai, che mi ha spinto a farlo. E tuttavia, pur sapendo<br />

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