Leggi - I Cistercensi
Leggi - I Cistercensi
Leggi - I Cistercensi
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
scriveva a nome suo. Né lo stile vale a dimostrare l'identità dell'autore:<br />
non si tratta infatti di uno stile molto caratteristico e personale.<br />
Una difficoltà molto più grave contro questa tesi noi la vediamo<br />
nel tenore stesso del capitolo XVII: «Huic successit quidam frater<br />
Stephanus nomine... qui et ipse... de Molismo illuc advenerat, qui<br />
amator Regulae et loci erat. Hujus temporibus ... ». È molto difficiledire<br />
che la parola erat sia una esigenza della grammatica (advenerat - erat).<br />
Erat viene detto di Stefano Harding al passato, come di uno il quale<br />
non è più in vita. L'autore dell' Exordium Parvum scrive, certo, per<br />
i posteri (« Nos... fundatores successoribus nostris... »); tuttavia egli<br />
non può parlare del suo tempo come di una cosa ormai passata (123).<br />
Questa maniera di parlare non solo esclude Santo Stefano quale autore<br />
dell' Exordium Parvum, ma rende anche impossibile datare l'Exordium<br />
Parvum al 1119. Almeno, così ci sembra.<br />
Né più stringente è l'argomento portato da P. Van Damme per il<br />
capitolo XVIII. Nel capitolo XVII il discorso era sullo sviluppo dell'Ordine.<br />
Che in otto anni siano nati dodici monasteri, viene addotto<br />
come esempio di ritmo dello sviluppo (124). Ma può darsi che l'autore<br />
citi proprio questo esempio con l'intenzione di limitarsi agli inizi dell'Ordine<br />
(125).<br />
Il silenzio dell' Exordium Parvum circa la bolla papale del 1119<br />
non è un argomento per dimostrare che l'Exordium Parvum sia stato<br />
scritto prima della concessione della bolla papale. L'autore voleva appunto<br />
limitarsi ai primi documenti, e probabilmente pensò che la CC<br />
con la sua introduzione e la seguente bolla del 1119 completassero in<br />
maniera eminente il suo testo (126).<br />
(123) È bene ricordare che lo stile della introduzione all'Exordium Paroum non<br />
è ccnseguente: « Nos... fundatores successoribus nostris stilo praesenti notificamus,<br />
quam canonice... cenobium et tenor vitae illorum exordiurn sumpserit ». Dove ci aspetteremmo<br />
un pronome di prima persona, troviamo la parola «illorum », la quale non è<br />
del tutto ben riferita alla parola «successoribus ».<br />
(124) La divisione in diciotto capitoli avvenne probabilmente più tardi.<br />
(125) P. Van Damme pensa che il capitolo XVIII sia solo un'appendice all'Exor·<br />
dium Parvum perché esso non tratta più dell'exordium di Cìteaux. Effettivamente<br />
questo capitolo manca in alcuni manoscritti. Cfr. Lefèvre 14. Inoltre ci sembra che per<br />
l'autore dell'Exordium Parvum il terminus a quo dell'« esempio» siano gli otto anni<br />
dalla fondazione di La Ferté la quale del resto coincide con l'anno di ingresso di San<br />
Bernardo a Citeaux, Cfr. a pago 104, nota 115. Sorprende infatti la mancanza, nel capitolo<br />
XVIII, dei nomi delle prime fondazioni di Citeaux, e di un accenno alla CC, la quale<br />
secondo Van Damme doveva esistere nella sua forma primitiva al più tardi fin dal 1113.<br />
(126) Forse varrebbe la pena esaminare la connessione esistente fra il capitolo<br />
XVIII dell'Exordium Parvum e la prefazione della CC, la cui origine molto probabilmente<br />
è posteriore alla CC stessa: vedi sopra a pago 100. Abbiamo l'impressione<br />
- ed è solo un'impressione - che nella prefazione con la parola «antequam» si risalga<br />
al tempo in cui esistevano già alcune abbazie ma non dodici fondazioni.<br />
- 106-