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Leggi - I Cistercensi

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Carta Caritatis debba farsi risalire a quegli anni, poiché in quegli anni<br />

Citeaux già pensava certamente alle nuove fondazioni, e senza un documento<br />

giuridico il nuovo Ordine non sarebbe stato al sicuro dalle<br />

ingerenze dei Vescovi. Una nuova fondazione di Citeaux, pur non essendo<br />

esente dalla giurisdizione vescovile, significava una limitazione<br />

del diritto del vescovo diocesano su questa nuova abbazia; per cui,<br />

al momento della fondazione diveniva necessario presentare al vescovo<br />

la Carta Caritatis, onde evitare eventuali futuri malintesi.<br />

P. Van Damme pensa di poter provare le sue asserzioni anche<br />

dalle parole dell'Exordium Cistercii dove si dice che l'abate Stefano<br />

«con grande previdenza aveva provveduto» (providerat) ed aveva<br />

redatto uno scritto improntato ad ammirevole discrezione e prudenza,<br />

e precisamente (come dal canto suo dice il prologo della CC) « antequam<br />

Abbatiae Cistercienses florere inciperent ». Secondo P. Van<br />

Damme dunque la CC primissima risale al più tardi al 1113 (81), come<br />

già aveva cercato di provare P. Otto Ducourneau con gli stessi argomenti<br />

(82). Egli vede confermata la sua teoria nel documento di fondazione<br />

di Pontigny, nel quale si fa menzione della CC (83).<br />

In seguito P. Van Damme cercò di identificare il testo di questa<br />

primissima CC, testo che Lefèvre e Winandy avevano identificato nei<br />

primi tre capitoli della CCI e p, Bouton nei primi sette (84),<br />

Da una attenta lettura della ce egli pensa si possa arguire che<br />

la primissima CC è costituita dal primo capitolo della CCI. Secondo<br />

(81) VANDAMME1, 1958, 40-41. Per intendere il metodo dell'autore dovremmo<br />

citare il relativo capoverso, cosa che non possiamo fare per mancanza di spazio. P. Van<br />

Damme in quelle pagine è dell'opinione che fin dal 1113 si pensava al capitolo generale<br />

di una grande famiglia (sous la dépendance... du Patriarche de la grande Famille »),<br />

Citiamo anche le ultime frasi:<br />

eu la prévoyance, « providerat »,<br />

«Enfin, on lit<br />

de rédiger un<br />

dans les sources qu'Etienne<br />

écrit admirable de discrétion<br />

avait<br />

et de<br />

prudence (Exordium Cistercii), et cela préalablement aux premières fondations, «antequam<br />

abbatiae Cistercienses florere inciperent » (CC prior et CC posteriori. Aucune<br />

raison ne permet pas de fìxer ce début à la seconde plutòt qu'à la première fondation.<br />

Les documents nous enseignent que la CC existait dès le début de l'expansion de<br />

l'Ordre, c'est-à-dire dès 1113, et aucun indice positif n'a été allégué jusqu'ici pour<br />

écarter de cette date ».<br />

(82) D. Othon DUCOURNEAU,Les origines<br />

(1933) 186-188. Per Doucourneau la parola «florere»<br />

cistercietmes, Reuue Mabillon 23<br />

significa solo «esistere» (« exister,<br />

prendre naissance»). Van Damme non cita il lavoro di Ducourneau, ma i suoi argomenti<br />

sono quasi identici. Egli non accetta la teoria di Ducourneau secondo il quale la<br />

frase del prologo della CC «decretum inter cisterciense coenobium et caetera ex eo<br />

natii» debba essere tradotta «l'accordo fra Citeaux e gli altri monasteri che sarebbero<br />

fondati da Citeaux »: egli ritiene che la suddetta frase sia una interpolazione posteriore:<br />

VAN DAMME 1, 1958, 159.<br />

(83) Cfr. pago 12, nota 20 Not. Cisto III (1970), n. 1-2, e le seguenti osservazioni<br />

subito in nota.<br />

(84) Vedi sopra, pag, 11 Not. Cist. III (1970), n. 1-2 e pago 90-92, e WINANDY, 52.<br />

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