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Piano del Parco - Relazione Illustrativa - Parks.it

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Dal punto di vista entomofaunistico possiamo differenziare le cenosi in base ai principali<br />

sistemi montuosi: gli Alburni, il massiccio <strong>del</strong> Monte Cervati, quello <strong>del</strong> Monte Sacro, il<br />

sistema dei Monti a ridosso <strong>del</strong> confine con la Basilicata presso Sala Consilina (Serra<br />

Longa, Monte Finocchiaro, ecc.), oltre al piccolo massiccio <strong>del</strong> Monte Bulgheria e a quello<br />

<strong>del</strong> Monte Stella.<br />

- Massiccio degli Alburni: è il settore in cui più marcato sembra il contrasto tra i livelli di<br />

biodivers<strong>it</strong>à <strong>del</strong>l’entomofauna, piuttosto bassi, e la natura paesaggisticamente selvaggia<br />

<strong>del</strong> comprensorio. Non è chiaro se i decisamente bassi livelli di biodivers<strong>it</strong>à siano legati a<br />

pregressi fenomeni di disturbo antropico o, più probabilmente, a motivi zoogeografici<br />

storici di isolamento <strong>del</strong> massiccio.<br />

- Massiccio <strong>del</strong> Monte Sacro e <strong>del</strong> Monte Cervati: entrambi i massicci manifestano<br />

interessanti commistioni di elementi marcatamente settentrionali (perlopiù sciafili ed<br />

igrofili, che spesso raggiungono proprio in Cilento il lim<strong>it</strong>e meridionale <strong>del</strong>l’areale), e di<br />

altri a grav<strong>it</strong>azione sud-ovest europea e ovest-med<strong>it</strong>erranea. I primi elementi<br />

caratterizzano soprattutto i popolamenti <strong>del</strong>le faggete e <strong>del</strong>le forre, e gli ambienti ripariali<br />

alle medie quote. I secondi compaiono specialmente lungo i versanti a orientamento<br />

occidentale, sud-occidentale e meridionale alle medie e basse quote di entrambi i<br />

massicci. Globalmente i valori di biodivers<strong>it</strong>à sono relativamente elevati, anche se<br />

sensibilmente inferiori a quelli riscontrabili in altre importanti aree montane campane,<br />

quali in particolare quella dei Monti Picentini. Le aree cacuminali <strong>del</strong> Monte Sacro e <strong>del</strong><br />

Monte Cervati osp<strong>it</strong>ano gli unici endemismi entomologici <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> Cilento e Vallo<br />

di Diano.<br />

- Sistema dei Monti di Sala Consilina-Serra Longa-Monte Finocchiaro: in queste aree, di<br />

scarsa elevazione, prevalgono elementi medio-sud europei tipici <strong>del</strong>le faggete “calde”,<br />

dei querceti e dei boschi mesofili, con abbondanza di elementi appenninici e valori medi<br />

di biodivers<strong>it</strong>à.<br />

- Monte Bulgheria: il popolamento di questo piccolo massiccio è estremamente<br />

diversificato, con elevati valori di biodivers<strong>it</strong>à, associati alla presenza di ricchi ecosistemi<br />

sia forestali mesofili che rupestri xerofili. A livello dei secondi è interessante rilevare<br />

come nel complesso Monte Bulgheria-Gole <strong>del</strong> Mingardo giungono svariati elementi a<br />

grav<strong>it</strong>azione essenzialmente calabro-sicula, che raggiungono proprio in Cilento<br />

meridionale il lim<strong>it</strong>e settentrionale <strong>del</strong>l’areale. In questo senso, zoogeograficamente il<br />

Cilento meridionale mostra <strong>del</strong>le connotazioni spesso più simili a quelle <strong>del</strong>la Calabria<br />

che al resto <strong>del</strong>la Campania, almeno a livello <strong>del</strong>l’entomofauna.<br />

- Massiccio <strong>del</strong> Monte Stella: i dati disponibili sono frammentari per qualsiasi<br />

interpretazione di sintesi <strong>del</strong> popolamento.<br />

4.2.3. Qual<strong>it</strong>à ambientale<br />

Nel <strong>Parco</strong> di Cilento la presenza diffusa <strong>del</strong>l’uomo ed il suo intervento nella gestione <strong>del</strong>le<br />

risorse non consentono di parlare degli aspetti ambientali prescindendo dalle attiv<strong>it</strong>à umane<br />

ma d’altra parte molto forte appare la necess<strong>it</strong>à di valutare la vulnerabil<strong>it</strong>à degli ecosistemi<br />

presenti nel terr<strong>it</strong>orio ed il loro comportamento in relazione alle singole cause di<br />

alterazione, disturbo o impatto. Nella predisposizione <strong>del</strong> <strong>Piano</strong> grande importanza è stata<br />

perciò data alla valutazione <strong>del</strong>la qual<strong>it</strong>à ambientale, intesa come “capac<strong>it</strong>à <strong>del</strong> sistema di<br />

evolvere nel pieno <strong>del</strong>l’efficienza funzionale e strutturale”.<br />

Si tratta di riuscire a dare una valutazione <strong>del</strong>la qual<strong>it</strong>à di una porzione di terr<strong>it</strong>orio<br />

attraverso l’utilizzazione di caratteri per i quali risulti agevole il riconoscimento, la<br />

descrizione e quindi l’attribuzione <strong>del</strong> relativo valore. Per il terr<strong>it</strong>orio cilentano sono stati<br />

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