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Piano del Parco - Relazione Illustrativa - Parks.it

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Dei tre possibili scenari in cui collocare le strategie di gestione, che sin dal Documento<br />

preliminare si sono <strong>del</strong>ineati per il <strong>Parco</strong> (l'isolamento, l'assimilazione e l'integrazione con<br />

il terr<strong>it</strong>orio circostante), il <strong>Piano</strong> sceglie evidentemente la prospettiva <strong>del</strong>l'integrazione,<br />

collocando il <strong>Parco</strong> nel ruolo di un ente terr<strong>it</strong>oriale a tutti gli effetti, con una specific<strong>it</strong>à ed<br />

una capac<strong>it</strong>à operativa che lo collocano in posizione trainante rispetto ad una serie di temi<br />

assolutamente v<strong>it</strong>ali per lo sviluppo <strong>del</strong>l'intera area.<br />

Quindi il <strong>Piano</strong> individua strategie per difendere i caratteri ident<strong>it</strong>ari <strong>del</strong>le varie parti <strong>del</strong><br />

terr<strong>it</strong>orio cilentano senza per questo chiuderlo in una s<strong>it</strong>uazione di isolamento riducendo le<br />

prospettive di sviluppo nei mo<strong>del</strong>li arcaici <strong>del</strong> passato e nella gabbia <strong>del</strong>le tradizioni, e<br />

d'altra parte apre ai circu<strong>it</strong>i di scambio e di produzione di più ampi sistemi terr<strong>it</strong>oriali. Non<br />

rifiuta la funzione di grande serbatoio "<strong>del</strong> loisir", organizzato per il turismo e la<br />

ricreazione di massa, da cui ci si aspettano anche importanti ricadute, ma individua<br />

"anticorpi" alla prepotente tendenza alla assimilazione culturale ed economica che questa<br />

prospettiva introduce, proponendo di basare il turismo su un mo<strong>del</strong>lo di fruizione che<br />

rinforza anziché indebolire il patrimonio ident<strong>it</strong>ario e le culture locali.<br />

L’integrazione col contesto che il <strong>Piano</strong> persegue è centrata sull’assunzione da parte <strong>del</strong><br />

<strong>Parco</strong> di un ruolo significativo nello sviluppo locale, basato sulle specifiche ident<strong>it</strong>à e<br />

divers<strong>it</strong>à, ma aperto ai processi innovativi, in termini di cresc<strong>it</strong>a <strong>del</strong>le specializzazioni<br />

locali, e sulla base di economie diversificate (non solo turistiche), in grado di connettersi<br />

con le economie di rete <strong>del</strong> contesto, in una prospettiva dialogica e cooperativa in cui le<br />

ist<strong>it</strong>uzioni e gli attori locali riacquistino la massima central<strong>it</strong>à.<br />

Si tratta ovviamente di partecipare a pol<strong>it</strong>iche non confinabili all’interno <strong>del</strong> perimetro <strong>del</strong><br />

<strong>Parco</strong> e quasi in ogni caso non attuabili solo dall’Ente ma richiedenti un sistematico<br />

coordinamento interist<strong>it</strong>uzionale. Sembra quindi essenziale per qualsiasi pol<strong>it</strong>ica di<br />

qualificazione che il <strong>Parco</strong> adotti una strategia di integrazione <strong>del</strong>l’area protetta con quelle<br />

circostanti, cost<strong>it</strong>uenti almeno l’intera parte meridionale <strong>del</strong>la provincia di Salerno. Si<br />

tratta di fatto di una scelta obbligata: emerge da molti degli studi di settore come infatti, in<br />

questa s<strong>it</strong>uazione storica e geografica, sia la strategia <strong>del</strong>l’isolamento, sia quella opposta<br />

<strong>del</strong>la assimilazione non consentano una prospettiva pos<strong>it</strong>iva di medio periodo (nè per la<br />

difesa <strong>del</strong>la biodivers<strong>it</strong>à, nè per la valorizzazione <strong>del</strong>le produzioni di nicchia, e tanto meno<br />

per sviluppare il ruolo <strong>del</strong>l’area come nodo di reti ecosistemiche o socioeconomiche).<br />

L’integrazione non solo viene invocata dalle diverse pol<strong>it</strong>iche di settore, anche come<br />

correttore di un confine di area protetta disegnato da valutazioni ist<strong>it</strong>uzionali e<br />

amministrative prive di significato per gli assetti naturali, <strong>del</strong>le risorse e dei mo<strong>del</strong>li<br />

fru<strong>it</strong>ivi, ma soprattutto risulta l’unico scenario in cui sono praticabili le strategie di<br />

sviluppo sostenibile e di tutela e valorizzazione, alla base <strong>del</strong>le scelte <strong>del</strong> <strong>Piano</strong>.<br />

E’ quindi con questo indirizzo che, a monte di qualsiasi specifico programma di azioni, il<br />

<strong>Piano</strong> imposta le condizioni essenziali per attuare un complesso processo di integrazione:<br />

in primo luogo assicurando la convergenza operativa con gli strumenti pianificatori d’area<br />

vasta (il PTC provinciale in primis) e inoltre promuovendo il coinvolgimento degli enti<br />

locali nelle pol<strong>it</strong>iche sia interne al <strong>Parco</strong> (e quindi dirette e supportabili con investimenti<br />

diretti <strong>del</strong>l'Ente) che esterne (e quindi basate sulla coprogettazione e sul coordinamento tra<br />

azioni differenti e sinergiche).<br />

Lo scenario <strong>del</strong>l'integrazione non è solo frutto di una volontà ist<strong>it</strong>uzionale di governo <strong>del</strong><br />

terr<strong>it</strong>orio, ma è fisicamente riscontrabile nella continu<strong>it</strong>à e nella compos<strong>it</strong>a ident<strong>it</strong>à <strong>del</strong><br />

paesaggio. Infatti, ad uno sguardo attento al paesaggio più ancora che all'ambiente, al<br />

senso dei luoghi e all'ident<strong>it</strong>à locale che in essi storicamente e culturalmente si conferma, il<br />

Cilento e il Vallo di Diano mostrano con evidenza i caratteri di sistema organico e<br />

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