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Piano del Parco - Relazione Illustrativa - Parks.it

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Tale riconoscimento muove certamente dalla lettura attenta e scientificamente guidata dei<br />

caratteri idrogeologici e geomorfologici e <strong>del</strong>le un<strong>it</strong>arietà ecologiche. Dal punto di vista<br />

idrogeologico, l’un<strong>it</strong>à terr<strong>it</strong>oriale fondamentale è il bacino idrografico (non casualmente<br />

posta a base di ogni attiv<strong>it</strong>à di governo <strong>del</strong> terr<strong>it</strong>orio dalla L.183/1989) ovvero, nel caso di<br />

substrati rocciosi permeabili e quindi interessati da falde acquifere, il bacino o complesso<br />

idrogeologico. L’articolazione terr<strong>it</strong>oriale acquista in significativ<strong>it</strong>à se si considerano<br />

congiuntamente le caratteristiche morfologiche, geologiche ed idrologiche (un<strong>it</strong>à<br />

idrogeomorfologiche) od anche quelle climatiche, rilevanti in particolare per le aree<br />

costiere (un<strong>it</strong>à idrogeomorfoclimatiche). Il confronto coi dati <strong>del</strong>la biosfera consente<br />

l’individuazione <strong>del</strong>le “un<strong>it</strong>à ambientali”, passaggio decisivo per cogliere le<br />

differenziazioni <strong>del</strong> terr<strong>it</strong>orio interessanti ai fini <strong>del</strong> <strong>Piano</strong>. Ma il riconoscimento <strong>del</strong>le<br />

ident<strong>it</strong>à locali deve tener conto altresì di un<strong>it</strong>arietà e solidarietà prodottesi nel corso <strong>del</strong>la<br />

storia o che comunque attengono alla percezione e alla semiologia <strong>del</strong> paesaggio, non<br />

meno che all’organizzazione sociale <strong>del</strong> terr<strong>it</strong>orio, investendo i rapporti di identificazione<br />

ed appartenenza dei luoghi coi loro ab<strong>it</strong>anti e coi potenziali vis<strong>it</strong>atori. Si tratta cioè di<br />

riconoscere, sulla base di valutazioni multidimensionali che ricomprendano le un<strong>it</strong>à<br />

ambientali ed ogni altra scansione significativa, <strong>del</strong>le “un<strong>it</strong>à di paesaggio” che possano<br />

articolare utilmente il rapporto <strong>del</strong>la gente coi luoghi e perciò anche osp<strong>it</strong>are quelle<br />

soggettiv<strong>it</strong>à terr<strong>it</strong>oriali su cui poggiare le nuove strategie di sviluppo sostenibile. Le un<strong>it</strong>à<br />

di paesaggio, così concep<strong>it</strong>e, possono dunque rappresentare la trama di riferimento per le<br />

pol<strong>it</strong>iche di gestione <strong>del</strong> terr<strong>it</strong>orio in cui si inquadra il <strong>Parco</strong>. Ciò non esime, ovviamente,<br />

dal rispetto <strong>del</strong> dettato <strong>del</strong>la L.394/1991, per quanto concerne la disciplina da adottare<br />

(vedi par.6.4); ma induce a ricordare che le pol<strong>it</strong>iche <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> non possono consistere<br />

soltanto o prevalentemente in vincoli e lim<strong>it</strong>azioni.<br />

Ciò premesso, è necessario tentare di chiarire il significato operativo <strong>del</strong>le un<strong>it</strong>à di<br />

paesaggio ed il loro rapporto con le diverse articolazioni terr<strong>it</strong>oriali utilizzabili dalle<br />

diverse discipline, per i diversi profili di lettura <strong>del</strong> terr<strong>it</strong>orio in esame:<br />

- un<strong>it</strong>à idrogeomorfologiche,<br />

- un<strong>it</strong>à ambientali,<br />

- amb<strong>it</strong>i storico-culturali,<br />

- sistemi o contesti insediativi,<br />

- amb<strong>it</strong>i paesistico-percettivi e distretti visivi.<br />

A queste articolazioni occorrerebbe almeno aggiungere i “sistemi socioeconomici locali”,<br />

oggetto <strong>del</strong>le analisi economiche e sociologiche, nonchè l’articolazione ist<strong>it</strong>uzionaleamministrativa<br />

<strong>del</strong> terr<strong>it</strong>orio (Province, Comuni, Comun<strong>it</strong>à Montane...), nella quale si<br />

sviluppano i processi di regolazione pubblica <strong>del</strong>le dinamiche terr<strong>it</strong>oriali ed ambientali. Ed<br />

è importante notare che tutte queste articolazioni, ad eccezione <strong>del</strong>l’ultima, appaiono, di<br />

per sè, fondate su differenti categorie anal<strong>it</strong>ico-interpretative, consolidate nell’amb<strong>it</strong>o dei<br />

diversi statuti disciplinari; e, perciò, mutuamente irriducibili. Inoltre, esse assumono il loro<br />

più pieno significato a scale diverse (è evidente che i distretti visivi, ossia gli spazi<br />

virtualmente abbracciabili con lo sguardo, si estendono assai meno degli spazi<br />

corrispondenti ai “sistemi locali”). Il loro confronto non può quindi tendere ad una<br />

improponibile “collimazione”; ma deve piuttosto tendere a porre in evidenza le diverse<br />

solidarietà che si manifestano nel terr<strong>it</strong>orio (e che possono talora tradursi in vere e proprie<br />

“indivisibil<strong>it</strong>à” quali quelle da tempo frequentate dall’analisi economica) e le interazioni<br />

che possono tra loro determinarsi, condizionando le prospettive evolutive ed i mo<strong>del</strong>li di<br />

gestione proponibili per le diverse parti <strong>del</strong> terr<strong>it</strong>orio. In altri termini, sono i diversi<br />

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