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Schede per adozione 2009

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Seminativi di fondovalle e di pianura con <strong>per</strong>manenze del tessuto agrario<br />

di bonifica: i primi corrispondono alle aree agricole contigue ai corsi<br />

d'acqua, nelle quali la conformazione e l'orientamento dei campi, della rete<br />

scolante e delle eventuali piantate sono strettamente relazionate al fiume,<br />

sulla base di assetti di bonifica che risultano oggi, spesso modificati e di<br />

carattere residuale; i secondi alle aree di pianura del territorio provinciale.<br />

Queste aree, con valore puramente descrittivo, possono essere suddivise in<br />

due tessuti territoriali morfologicamente distinti:<br />

- quello a maglia fitta di campi rettangolari stretti e lunghi, con piantate<br />

sui lati lunghi e rete scolante gerarchizzata di fossi e capofossi, tipico<br />

delle sistemazioni di piano ottocentesche;<br />

- quello a mosaico della Riforma fondiaria degli anni '50 del XX secolo.<br />

In definitiva la strutture geomorfologiche cioè l’intreccio di formazioni rocciose di varia natura, distese<br />

collinari di volta in volta argillose o sabbiose e pianure alluvionali forniscono, in funzione della<br />

distribuzione di bosco, seminativo, arborato e incolto, precise informazioni sia sulle associazioni vegetali<br />

che sul disegno della maglia poderale e degli insediamenti di questo territorio. Per meglio dire, colture e<br />

insediamenti, su<strong>per</strong>fici boscate ed insediamenti, descrivono a modo loro regole che dipendono dalle<br />

opportunità offerte dalle condizioni fisiche, dalle quali in passato non si poteva prescindere, a differenza di<br />

quanto la tecnologia sembra oggi in grado di fare.<br />

Descrizione dei Tipi Morfologici<br />

Il presente PTC individua i Tipi Morfologici Territoriali quali categorie dell’identità del territorio<br />

provinciale, conferendo al singolo Comune il compito di applicarle al proprio territorio al fine di articolare<br />

ciascuna U.M.T. in S.M.T.. Ogni S.M.T. sarà in tal modo identificata come la porzione di U.M.T. .<br />

Settori del Bosco: si tratta di aree caratterizzate dalla presenza di formazioni boscate continue, o da incolti<br />

di carattere arbustivo, con limitata presenza di spazi a<strong>per</strong>ti, coltivi, in genere di insulae con <strong>per</strong>manenza di<br />

alberi isolati o a gruppi, ed insediamenti.<br />

A4 – Bosco nelle Colline Sabbiose e Ciottolose: nelle aree collinari formazioni forestali continue con rara<br />

presenza di insulae coltivate associate ad insediamento sparso <strong>per</strong> la la consuetudine al pascolamento brado<br />

di bestiame stanziale (bovini, equini e suini) o transumante (ovino) dei secoli passati. In relazione<br />

all’altitudine e alle caratteristiche pedologiche, boschi a prevalenza di cerro (Quercus cerris) e roverella<br />

(Quercus pubescens) lasciano il posto, nelle esposizioni meridionali e sud-occidentali, a querceti<br />

sempreverdi di leccio (Quercus ilex) e sughera (Quercus suber) fino alla macchia bassa in un’alternanza di<br />

querceti mesofili ad elementi mediterranei. Nell’ampio arco dunale costiero presenza di estese pinete a pino<br />

domestico (P. pinea), e in misura minore, pino marittimo (P. pinaster) specie entrambe introdotte in epoca<br />

granducale nell’ambito dei lavori di bonifica delle pianure costiere.<br />

A5 – Bosco nei Rilievi Strutturali: rilievi collinari ed alto collinari caratterizzati da formazioni forestali<br />

continue con alcune grandi regolarità del substrato ad. es. i castagni (Castanea sativa) sono indigeni nei<br />

terreni vulcanici, predilgono i terreni arenacei, sono ostili ai terreni calcarei, sulle coltri calcareo-marnose<br />

boschi misti mesofili a dominanza di cerro (Quercus cerris), mentre sulle rocce silicee ed i calcari compatti<br />

buona presenza di sclerofille sempreverdi, in particolare sughera (Quercus suber) e leccio (Quercus ilex). Le<br />

formazioni forestali più rappresentate sono le leccete, i boschi di sclerofille sempreverdi, misti anche con<br />

latifoglie decidue e i boschi a dominanza di latifoglie decidue termofile. Il passato sfruttamento dei boschi<br />

<strong>per</strong> attività agro-pastorali, re<strong>per</strong>imento di legname da o<strong>per</strong>a, doghe di sughere, cenere di potassa e carbone<br />

vegetale, così come l’utilizzazione delle risorse minerarie trovava talvolta la sua complementarietà<br />

insediativa nella presenza lungo i tracciati di crinale di radi edifici rurali, colonici o no, associati a “insulae<br />

coltivate”. L’integrazione, attraverso il sistema delle “insulae”, di estesi querceti con aree a valenza pastorale<br />

ed agricola genera nel sistema dei grandi latifondi agro-silvo-pastorali maremmani unità poderali dislocate<br />

nel bosco su <strong>per</strong>corsi di crinale, mentre le insulae lungo viabilità Massa Marittima-Fenice Capanne-La Pesta-<br />

Valpiana sono veri e propri compendi all’attività estrattiva svolta un tempo nella zona. Isole funzionali <strong>per</strong><br />

strutture di coltivazione e trattamento del minerale, discariche, stoccaggio dei materiali, abitazioni e servizi<br />

<strong>per</strong> i minatori fino a generare veri e propri nuclei abitativi come Fenice Capanne, La Pesta e Niccioleta.<br />

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