Schede per adozione 2009

Bonifica Integrale
Riforma Fondiaria
Ente Maremma
2.3 I Tipi Morfologici
La colonizzazione dell'area del latifondo (Maremma pisano-grossetana) decorre
dalla seconda metà del '700. Ovunque i provvedimenti idraulici si accompagnarono
alla lotta contro il latifondo e alla riunione della proprietà del suolo degli usi di pascolo
e legnatico. In altri termini, con le riforme lorenesi, improntate al libero scambio e al
risanamento ambientale, il modello di sfruttamento coloniale senese e fiorentino che
aveva portato quasi alla completa destrutturazione del territorio, viene interrotto e la
provincia grossetana inizia ad assumere caratteri paesistici più evoluti.
I depositi alluvionali di pianura e di fondovalle costituiscono per definizione i luoghi
deputati delle bonifiche idrauliche 8/900vecentesche. I segni sono visibili nelle
deviazioni artificiali dei fiumi e fossi di scolo, spesso pensili sul piano di campagna, nei
deflussi artificiali delle acque chiuse e nell’ordine geometrico dei campi di nuovo
impianto (seminativi rettangolari, stretti e lunghi, con piantate sui lati lunghi e rete
scolante gerarchizzata di fossi e capifossi). La bonifica dei piani e l’introduzione del
sistema di fattoria (appoderamento rado lungo la viabilità rurale già esistente) sono gli
elementi che rimetterano in moto il disegno del suolo nel territorio provinciale.
Attraverso la Riforma Fondiaria dell’Ente Maremma degli anni ’50 del XX sec. si
espropriano 107000 ha a 650 proprietari per distribuirli, per il 60% in poderi e il 40% in
quote, a circa 9000 assegnatari. Contemporaneamente si provvede alla valorizzazione dei
terreni mediante: dissodamenti, impianti irrigui, arborizzazioni, edificazioni di case, centri
aziendali, scuole, aree di servizio, strade acquedotti, cantine cooperative, oleifici e
caseifici sociali, dotazione di macchine e bestiami.
Con quest’operazione si completa l’opera intrapresa dalla bonifica integrale attraverso un
reale sviluppo dell’insediamento sparso che si concretizza nella scansione regolare
dell’appoderamento, dei centri di servizio e dei borghi, delle scuole e lo sviluppo di una
Il Paesaggio Grossetano è, dunque, il risultato di processi storicamente determinati fra strutture sociali e risorse
del territorio. La sua qualità è legata possibilità di riconoscere questi processi nelle forme degli insediamenti e nel
disegno del suolo, in ciascuna delle diverse condizioni che attualmente caratterizzano le componenti del
territorio.
Per l’individuazione dei Tipi Morfologici si è proceduto alla mappatura dell’intera provincia di Grosseto
sulla base di indicatori storici significativi, delle relazioni fra risorse e paesaggi umani e del grado di
trasformazione. Il territorio è stato suddiviso in cellule elementari aventi una base geolitologica omogenea,
per poi verificare le strutture dello spazio costruito (assetti del soprassuolo) considerando le forme di uso del
suolo (bosco, seminativo, colture arboree, incolto) e la maglia dell’insediamento sparso.
I Tipi Morfologici, come riportati nel successivo Abaco, corrispondono a porzioni del territorio provinciale
fortemente omogenee dal punto di vista della conformazione geolitologica, della maglia insediativa di
origine storica e assetti del soprassuolo: come tali dovranno essere considerati, anche nella pianificazione
comunale, per verificare la relazione storica fra le risorse del territorio e la loro utilizzazione.
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