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Bollettino_files/settembre 2010.pdf - Oratorio di Rovato

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parrocchia<br />

La lettera pastorale del vescovo per l’anno 2010-2011<br />

Tutti siano una cosa sola (Gv 17,21)<br />

Offriamo una breve presentazione: chi volesse il testo della lettera si<br />

rivolga ai sacerdoti o in sacrestia.<br />

Il vescovo Luciano quando<br />

ha iniziato il suo servizio<br />

episcopale nella<br />

chiesa bresciana ha lanciato un<br />

progetto triennale sul rapporto<br />

Parola-Eucaristia-Comunità.<br />

La prima lettera dal titolo “la<br />

Parola <strong>di</strong> Dio nella vita della comunità<br />

cristiana” aveva come<br />

obiettivo e motivo <strong>di</strong> fondo la<br />

convinzione che solo da un rapporto<br />

approfon<strong>di</strong>to con la Parola<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>o può venire un autentico<br />

rinnovamento della vita ecclesiale<br />

e della pastorale.<br />

La seconda lettera dal titolo<br />

“un solo pane, un unico corpo”<br />

(1Cor 10,14-17) poneva l’accento<br />

sull’Eucaristia nel giorno del<br />

Signore come centro della vita<br />

nella comunità cristiana.<br />

La lettera <strong>di</strong> quest’anno dal titolo<br />

“tutti siano una cosa sola”<br />

(Gv 17,21) esorta la chiesa <strong>di</strong>ocesana<br />

a costituirsi in comunità<br />

sull’esempio <strong>di</strong> Gesù e sul modello<br />

delle prime comunità cristiane.<br />

La vita è data per essere spesa<br />

nel servizio: “nel mondo vige<br />

la regola del potere: chi ha autorità<br />

si fa servire e chi non ha<br />

potere deve servire; nel gruppo<br />

dei <strong>di</strong>scepoli vige la regola del<br />

servizio: chi ha autorità si piega<br />

a lavare i pie<strong>di</strong> degli altri e chi è<br />

senza potere viene servito da chi<br />

ha autorità in modo che appaia<br />

chiaramente la sua <strong>di</strong>gnità e il<br />

suo valore” (lett. pag 4-5).<br />

La lettera ha la parte introduttiva<br />

dal titolo la nascita della comunità<br />

cristiana. Poi si snoda<br />

in tre capitoli, che presentiamo<br />

in sintesi.<br />

Primo capitolo:<br />

Il dono dell’amore<br />

Si chiede il vescovo: qual è il<br />

senso della vocazione cristiana?<br />

“tutti gli uomini sono amati da<br />

Dio, ma solo i credenti lo sanno<br />

e perciò solo loro rispondono<br />

consapevolmente al suo amore;<br />

in particolare, i cristiani sono<br />

credenti che hanno conosciuto<br />

Gesù, hanno visto il suo modo <strong>di</strong><br />

vivere e <strong>di</strong> morire, hanno capito<br />

che tutta la sua vita è stata spesa<br />

sotto il segno dell’amore e che<br />

la morte è stata il compimento <strong>di</strong><br />

questo medesimo amore, hanno<br />

riconosciuto in Lui l’amore <strong>di</strong> Dio<br />

reso umano, visibile, toccabile”<br />

(lett. pag.15).<br />

A ciascun cristiano l’impegno<br />

<strong>di</strong> “conformare” la propria vita<br />

a Cristo Gesù il quale “sta dentro<br />

al mondo; ma non vi abita<br />

semplicemente come un ospite,<br />

bensì come una energia spirituale<br />

che rinnova il mondo stesso<br />

immettendo in esso la sua<br />

‘forma’ cioè la forma del Figlio<br />

<strong>di</strong> Dio, la forma dell’obbe<strong>di</strong>enza<br />

fiduciosa e dell’amore integrale”<br />

(lett. pag 20).<br />

E continua il vescovo: “Questo è il<br />

compito <strong>di</strong> tutti i battezzati: celibi o<br />

sposati, ricchi o poveri, bambini o<br />

anziani, sani o malati... ogni uomo<br />

è cor po, e ogni uomo dà una forma<br />

particolare al proprio corpo attraverso<br />

i pensieri e i desideri che<br />

nutre, attraverso le decisioni che<br />

prende e le azioni che compie, le<br />

relazioni che stabilisce e quelle che<br />

spezza. Di volta in volta il mondo<br />

prende la forma che è prodotta<br />

dalla libertà delle persone; prende<br />

la forma del la pace o della guerra,<br />

della bontà o della cattiveria, della<br />

sag gezza o della stupi<strong>di</strong>tà, secondo<br />

i <strong>di</strong>versi comportamenti delle<br />

persone. Salomone ha immesso<br />

nel mondo un patrimonio <strong>di</strong> sapienza<br />

poi, verso la fine della sua<br />

vita, ha cambiato stile e ha prodotto<br />

stoltezza; Alessandro Magno<br />

ha plasmato un intero ciclo<br />

4<br />

della civiltà umana, ma ha anche<br />

insanguinato il mondo con ire e<br />

violenze e omici<strong>di</strong>. Ciascuno plasma<br />

un frammento <strong>di</strong> mondo e<br />

gli dà forma umana: intelligente<br />

o stupida, responsabile o irresponsabile,<br />

buona o cattiva. Anche<br />

Gesù ha plasmato un frammento<br />

<strong>di</strong> mondo e gli ha dato<br />

la forma dell’amore verso Dio e<br />

dell’amore verso gli uomini. Lo<br />

aveva spiegato così: “Bisogna che<br />

il mondo sappia che io amo il Padre<br />

e faccio quello che Egli mi ha<br />

comandato” (Gv 14,31). Per questo,<br />

<strong>di</strong>ce san Giovanni, “dopo aver<br />

amato i suoi che erano nel mondo,<br />

li amò fino alla fine” (Gv 13,1),<br />

e sapendo che “non c’è amore<br />

più grande <strong>di</strong> chi dona la vita per<br />

i suoi amici (Gv 15,13). Adesso<br />

tocca a noi, i credenti, la comunità<br />

cristiana: aderendo a Gesù,<br />

accogliendo liberamente e con<br />

gratitu<strong>di</strong>ne l’amore <strong>di</strong> Gesù (<strong>di</strong><br />

Dio attraverso Gesù), portiamo<br />

dentro <strong>di</strong> noi l’amore stesso <strong>di</strong><br />

Dio e con questo amore valutiamo<br />

le cose, pren<strong>di</strong>amo le decisioni,<br />

trattiamo le persone. Nella misura<br />

in cui lasciamo che l’amore <strong>di</strong><br />

Dio <strong>di</strong>venti attivo e fecondo dentro<br />

<strong>di</strong> noi, le nostre azioni danno<br />

al mondo (a piccoli frammenti <strong>di</strong><br />

mondo) una forma nuova, la forma<br />

liberante dell’amore.<br />

La Chiesa serve a questo: a trasmettere<br />

al mondo l’amore <strong>di</strong><br />

Dio. Non per una sua qualità ma-

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