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Bollettino_files/settembre 2010.pdf - Oratorio di Rovato

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la voce del prevosto<br />

Il Fine e i secon<strong>di</strong> fini<br />

P<br />

er secon<strong>di</strong> fini si intende un’azione o una<br />

scelta che una persona compie per raggiungere<br />

un fine <strong>di</strong>verso e a volte anche<br />

opposto, a quello che quell’azione o scelta fanno<br />

vedere.<br />

Faccio qualche esempio. Quando i farisei ponevano<br />

domande a Gesù, all’apparenza pertinenti<br />

e giuste, <strong>di</strong> fatto non erano per conoscere la sua<br />

dottrina, ma per cercare <strong>di</strong> coglierlo in fallo.<br />

Quando uno aderisce ad un partito o assume un<br />

incarico in amministrazione pubblica non perché<br />

convinto del progetto politico o del compito <strong>di</strong><br />

servire la comunità, ma per tornaconti personali<br />

o una possibile carriera, questi ha secon<strong>di</strong> fini.<br />

Chi va a Messa e poi prolifica <strong>di</strong> pettegolezzi e<br />

<strong>di</strong> mal<strong>di</strong>cenza sulla comunità, chi partecipa alle<br />

riunioni perché altrimenti il figlio non viene ammesso<br />

ai sacramenti, chi si pregia dell’amicizia <strong>di</strong><br />

un vescovo o <strong>di</strong> qualche illustre sacerdote per nascondere<br />

o giustificare le proprie infedeltà, chi si<br />

sposa in chiesa senza un progetto cristiano <strong>di</strong> vita<br />

familiare… tutti mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> agire con secon<strong>di</strong> fini.<br />

Nel vangelo Gesù si arrabbia e condanna in modo<br />

spietato l’agire degli scribi e dei farisei. “Guai a<br />

voi scribi e farisei ipocriti… Serpenti, razza <strong>di</strong> vipere,<br />

come potrete sfuggire alla condanna della<br />

Geenna?” (Mt 23,1-33).<br />

L’esistenza <strong>di</strong> secon<strong>di</strong> fini nell’agire <strong>di</strong> una persona,<br />

<strong>di</strong>fficilmente si capisce o si verifica in tempi<br />

brevi, ma si scopre a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tanto tempo<br />

(anche <strong>di</strong> anni!) quando cioè il soggetto li ha raggiunti;<br />

a quel punto si guarda il suo passato, si<br />

collegano fatti e motivazioni, e si spiegano tante<br />

questioni. Per questa “ragione <strong>di</strong> effetto a <strong>di</strong>stanza”<br />

l’agire per secon<strong>di</strong> fini è deleterio per una<br />

comunità.<br />

Il nostro vescovo Luciano nella lettera pastorale<br />

dal titolo significativo: “Tutti siano una cosa sola”<br />

(Gv 17,21) dà <strong>di</strong>versi suggerimenti a questo riguardo.<br />

“La parrocchia unisce più famiglie e le<br />

raccoglie attorno alla medesima Eucaristia. E’<br />

quin<strong>di</strong> l’Eucaristia domenicale che dà forma alla<br />

parrocchia e la fa essere un’espressione precisa<br />

della Chiesa. La parola <strong>di</strong> Dio che viene annunciata,<br />

la preghiera con<strong>di</strong>visa, la comunione<br />

sacramentale hanno la forza <strong>di</strong> unire tra loro le<br />

3<br />

persone, <strong>di</strong> dare una forma cristiana alla loro vita,<br />

<strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficare una comunità, nella misura, s’intende,<br />

in cui parola ed eucaristia vengono vissute nella<br />

fede” (n. 36).<br />

E poi conclude la lettera: “Si tratta, in concreto,<br />

<strong>di</strong> imparare ad ascoltarci gli uni gli altri; poi <strong>di</strong><br />

imparare a ‘<strong>di</strong>scutere’ i problemi, cioè a mettere<br />

sulla bilancia i pro e i contro <strong>di</strong> ciascuna decisione<br />

possibile. Abbiamo bisogno <strong>di</strong> imparare una<br />

vera e propria <strong>di</strong>sciplina interiore ed esteriore che<br />

permetta <strong>di</strong> giungere a risultati utili. Se non facciamo<br />

questo sforzo personale, ogni legge o regolamento<br />

si mostrerà inutile. Se invece avremo<br />

la forza e la perseveranza <strong>di</strong> andare in questa <strong>di</strong>rezione,<br />

potremo sperare davvero in una fioritura<br />

delle nostre comunità sulla base <strong>di</strong> un coinvolgimento<br />

<strong>di</strong> tutti (n.49).<br />

La mia raccomandazione a tutti cristiani è questa:<br />

cerchiamo <strong>di</strong> avere forti idealità (soprattutto<br />

non <strong>di</strong>menticare il Fine ultimo: la vita eterna con<br />

il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> <strong>di</strong>o) e stiamo attenti a non tra<strong>di</strong>rle<br />

o a rovinarle con compromessi pericolosi. Affermiamo<br />

ciò in cui cre<strong>di</strong>amo sempre e dovunque.<br />

Preoccupiamoci <strong>di</strong> aggiornare sempre le motivazioni<br />

della nostre scelte, altrimenti gli ideali si<br />

annebbiano.<br />

vivere nella comunità umana con dei secon<strong>di</strong> fini<br />

è possibile davanti agli occhi degli uomini, ma<br />

non davanti a <strong>di</strong>o e alla propria coscienza.<br />

Ai <strong>di</strong>scepoli Gesù raccomanda: “sia il vostro parlare:<br />

“Sì, sì” “No, no”; il <strong>di</strong> più viene dal Maligno”<br />

(Mt 5,37).<br />

Il tempo che stiamo vivendo ci chiama anche a forti<br />

responsabilità educative. Un proverbio orientale<br />

suona così: “i bambini <strong>di</strong> tutto il mondo hanno<br />

due cose in comune: chiudono gli orecchi ai<br />

consigli e aprono gli occhi agli esempi”. Anche<br />

a <strong>Rovato</strong> <strong>di</strong> bambini ne abbiamo tanti, mostriamo<br />

loro che la vita è grande e bella, e che il vangelo<br />

è la regola unica per viverla con gioia in questo<br />

mondo e goderla poi per tutta l’eternità. Preghiamo<br />

lo Spirito Santo con le parole della liturgia: “a<br />

noi che ci nutriamo de Corpo e del Sangue <strong>di</strong> tuo<br />

Figlio dona (Padre) la pienezza dello Spirito Santo<br />

perché <strong>di</strong>ventiamo in Cristo un solo corpo e un<br />

solo spirito” (preghiera eucaristica III).

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