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Bollettino_files/settembre 2010.pdf - Oratorio di Rovato

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Cesare Cantù e l’istruzione<br />

dei “giovinetti”<br />

T<br />

rascrivo fedelmente alcuni<br />

passi tratti dal libro<br />

<strong>di</strong> Cesare Cantù: “Il<br />

Giovinetto drizzato alla Bontà,<br />

al Sapere, all’Industria.”<br />

– l’esemplare in possesso appartiene<br />

alla ventesima e<strong>di</strong>zione<br />

Milanese riveduta dall’Autore e<br />

pubblicata in Milano per Francesco<br />

Sancito nel 1864.<br />

Nella prefazione ai lettori scriveva:<br />

“…io ho avuto a mente quel<br />

detto d’Agesilao, il quale, interrogato<br />

qual istruzione fosse più<br />

opportuna pei fanciulli, rispose:<br />

Insegnar loro quel che avranno a<br />

fare quando saranno uomini.”<br />

Omobono delle parabole:<br />

…<strong>di</strong>ce ad essi: Avete veduto la<br />

processione che abbiamo fatta<br />

testè? Uscì <strong>di</strong> chiesa, fece un<br />

gran giro, poi tornò donde era<br />

partita. Così gl’inganni e le cattive<br />

azioni tornano sempre al luogo<br />

da cui si mossero.<br />

Se bramaste sapere chi sia costui,<br />

egli è Omobono, e qui nel<br />

contorno gli abbiamo dato il soprannome<br />

delle parabole, perché<br />

ha sempre in bocca qualche<br />

similitu<strong>di</strong>ne, e cava riflessioni<br />

morali da tutto quello che gli casca<br />

sott’occhio.<br />

Per modo che tutta la natura è<br />

per lui un gran libro, dove legge<br />

e fa agli altri leggere continui<br />

precetti per comportarsi bene e<br />

vivere da galantuomo.<br />

vede, per esempio, un villano in<br />

autunno sementare il campo?<br />

Ecco, <strong>di</strong>ce, l’immagine dell’industria.<br />

Qualcuno potrebbe <strong>di</strong>re<br />

a quell’agricoltore: «Sei pur pazzo<br />

a gettar via il tuo grano! val<br />

meglio un fringuello in tasca che<br />

un tordo in frasca.<br />

Di codesto frumento tu puoi far<br />

pane: buttandolo nel campo, i<br />

passeri ne beccheranno parte;<br />

il gelo, l’umido, la brina, il sole,<br />

la gragnola possono guastartelo.»<br />

Ma il bifolco non da ascolto<br />

a quel pauroso; pensa che chi<br />

non risica non rosica; semina<br />

nella speranza e mieterà nell’allegrezza.<br />

Poi quando il frumento crebbe e<br />

granì, Omobono fa vedere come<br />

alcune spighe si rizzano altissime,<br />

altre s’inchinano a terra, e<br />

<strong>di</strong>ce: Le prime sono vuote, le altre<br />

piene <strong>di</strong> grano. Non credete<br />

dunque alle apparenze. Anche<br />

fra gli uomini, chi più alza il capo<br />

dà segno <strong>di</strong> possedere minori<br />

qualità. Il merito è modesto.<br />

Al qual proposito fa sentire anche<br />

come le botti vuote suonano<br />

<strong>di</strong> più, e più fracasso fanno i carri<br />

scarichi. E per in<strong>di</strong>care come<br />

ad ogni cosa buona si richiede<br />

tempo e industria, mostra quante<br />

cure si vogliono <strong>di</strong>etro a quel<br />

frumento; mentre le erbacce<br />

crescono <strong>di</strong> per sé.<br />

Paragona anche chi parla a chi<br />

semina, e chi ascolta a chi raccoglie.<br />

La curiosità:<br />

Perché o giovinetto, vergognarti<br />

<strong>di</strong> domandare le cose<br />

che non sai? A questo modo<br />

non verrai più a saperle, e resterai<br />

privo del piacere d’imparare<br />

e dell’utile che te ne<br />

può venire. Omobono delle parabole<br />

<strong>di</strong>ceva che la curiosità<br />

è la madre del sapere, e l’assomigliava<br />

all’appetito , che fa<br />

desiderare e gustar meglio il<br />

cibo. La curiosità eccessiva è<br />

nauseante, è sciocca e malvagia<br />

quando si volge a cercare<br />

i fatti altrui: ma moderata, ti<br />

indurrà a riflettere su tutte le<br />

cose che ti stanno attorno, a<br />

chiedere dagli altri o indagare<br />

da te stesso che cosa sono,<br />

come si fanno a che servono.<br />

Lavorare e risparmiare:<br />

O<strong>di</strong>, buon giovinetto. Tu mi vai<br />

ripetendo che mai non <strong>di</strong>verrai<br />

nulla nel mondo, perché sei nato<br />

in bassa con<strong>di</strong>zione; che senza<br />

25<br />

ere<strong>di</strong>tà, senza doviziosi parenti,<br />

senza valevoli raccomandazioni,<br />

sei inevitabilmente destinato a<br />

trascinare i giorni nell’oscurità,<br />

senza riuscir mai a cosa alcuna,<br />

utile a te e agli altri.<br />

Ma non sai <strong>di</strong> avere a tua <strong>di</strong>sposizione<br />

due grossi capitali? Questi<br />

sono l’Industria e l’Economia;<br />

capitali che ti frutteranno più che<br />

qualunque ricchezza ere<strong>di</strong>taria.<br />

Con nient’altro che con questi,<br />

Beniamino Franklin, da umilissimo<br />

stato, si sollevò ad essere<br />

uno degli uomini più illustri del<br />

mondo. vuoi saperne la storia?<br />

dammi ascolto.<br />

Nella terra scoperta dall’italiano<br />

Colombo, e denominata dall’italiano<br />

Amerigo vespucci, fu fondata<br />

la città <strong>di</strong> Boston, ove, ai 17<br />

gennaio 1706 nacque Beniamino<br />

Franklin, ultimo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciassette<br />

fratelli. Non essendo suo padre<br />

in grado <strong>di</strong> tenerlo sulle scuole,<br />

come appena ebbe imparato a<br />

leggere e scrivere, <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni<br />

se lo tirò <strong>di</strong>etro nel suo mestiere<br />

<strong>di</strong> far sapone e candele. Il giovinetto<br />

vi attendeva; ma pure, fin<br />

da quella età primaticcia, aveva<br />

tale avi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> leggere, che quando<br />

non poteva il dì, vegliava la<br />

notte, beato qualora potesse ottenere<br />

qualche bello ed utile libro.<br />

Lavorava più degli altri, e perché<br />

lo faceva volentieri riusciva meglio,<br />

e gli sopravanzava tempo<br />

da scrivere e da <strong>di</strong>scorrere con<br />

chi ne sapeva più <strong>di</strong> lui: perché il<br />

tempo è come il denaro: chi non<br />

lo butta via ne ha sempre a sufficienza.<br />

Recava però con sé la<br />

voglia <strong>di</strong> lavorare e <strong>di</strong> risparmiare;<br />

onde allogatosi presso uno<br />

stampatore, si guadagnò <strong>di</strong> che<br />

vivere onestamente. Un buon<br />

lavorante è un tesoro al padrone;<br />

e questo, se ha giu<strong>di</strong>zio, lo<br />

tien ben da conto. Ma Franklin<br />

era giovane ed inesperto; onde<br />

si lasciò sollevare da uno <strong>di</strong> quei<br />

tristi i quali sono larghissimi in

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