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Il paesaggio extraurbano (PDF, 9.2 MB) - Comune di Campogalliano

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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Campogalliano</strong> PSC – QUADRO CONOSCITIVO – <strong>paesaggio</strong> 12<br />

pu rimanendo pressoché inalterata la superficie<br />

coltivata (che scende leggermente da 3.238<br />

ettari a 3.114) le aziende a conduzione <strong>di</strong>retta<br />

passano da 202 (su 890 ettari) a 237 (su 1.360<br />

ettari), quelle con salariati passano da 61 (su<br />

490 ettari) a 71 (su 1.234 ettari), mentre le<br />

aziende con forma <strong>di</strong> conduzione a colonia<br />

parziaria scendono da 249 (su 1.857 ettari) a 81<br />

(su 520 ettari), in linea peraltro con le mo<strong>di</strong>fiche<br />

avvenute a livello provinciale.<br />

Alla mo<strong>di</strong>fica della struttura delle forme <strong>di</strong><br />

conduzione se ne accompagna un’altra, forse<br />

più significativa sul piano del <strong>paesaggio</strong>:<br />

l’aumento della <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>a delle aziende.<br />

Se nel 1961 questa era <strong>di</strong> 4,40 ettari per le<br />

aziende a conduzione <strong>di</strong>retta, <strong>di</strong> 8,03 ettari per le<br />

aziende con salariati, e <strong>di</strong> 7,46 ettari per le<br />

aziende a conduzione a colonia parziaria, nel<br />

1970 la <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>venta<br />

rispettivamente 5,74 ettari, 17,38 ettari, e 6,42<br />

ettari. Possiamo notare come il meccanismo <strong>di</strong><br />

accorpamento dei fon<strong>di</strong> agricoli, con tutte le<br />

conseguenze per il <strong>paesaggio</strong> agrario che<br />

questo comporta, si sia già decisamente avviato,<br />

in particolare per le aziende agricole che<br />

impiegano personale salariato.<br />

Attualmenta negli Usa infuria la polemica<br />

accademica sugli scritti <strong>di</strong> Steve Cheung, che<br />

sostiene lo sharecropping come via maestra per<br />

il risorgimento agrario nei paesi poveri, dove le<br />

colture intensive marshalliane hanno fallito. In<br />

Francia, tra gli irrequieti conta<strong>di</strong>ni no-global, si<br />

comincia a ripensare ai lati positivi del métayage.<br />

“In Italia invece è ancora troppo profonda la<br />

ferita. La mezzadria non è morta <strong>di</strong> inefficienza,<br />

ma <strong>di</strong> ingiustizia. Nel dopoguerra le lotte dei<br />

mezzadri, in Emilia, arrivarono molto vicino alla<br />

sovversione armata. …<br />

«La mezzadria ha avuto meriti storici enormi,<br />

soprattutto nella formazione del <strong>paesaggio</strong><br />

agrario», ammette lo storico bolognese Roberto<br />

Finzi, che ha appena mandato in libreria uno<br />

stu<strong>di</strong>o dal titolo intrigante, Mezzadria svelata?,<br />

«ma fu anche una trage<strong>di</strong>a sociale, una forma <strong>di</strong><br />

dominio personale assoluto, o<strong>di</strong>oso,<br />

inaccettabile. La sua storia è finita. Però<br />

conteneva alcuni principi che potrebbero essere<br />

recuperati».<br />

La proporzione tra la vita dell’uomo e la<br />

<strong>di</strong>mensione della terra, ad esempio: … in fondo<br />

era segno concreto della necessità <strong>di</strong> un<br />

equilibrio tra territorio e sopravvivenza. La<br />

flessibilità delle colture, la sostenibilità <strong>di</strong> una<br />

micro-azienda dove nulla va sprecato.” 44

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