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Guerra di liberazione - Fondazione Cassa di Risparmio di Fano

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STORIE O STORIELLE DI CASA NOSTRA<br />

Ormai sono passati sessantatre anni. Quel giorno, nel tratto <strong>di</strong> strada<br />

fra via Giordano Bruno e Borgo Cavour mi apparve proprio lui,<br />

Mussolini col gran faccione giallo incastrato fra sahariana e berretto<br />

bianchi. Proveniva dal campo d’aviazione dove era stato ossequiato<br />

dalle autorità.<br />

I fanesi applau<strong>di</strong>vano e lui sorrideva: l’aver da poco <strong>di</strong>chiarato guerra<br />

a Francia e Inghilterra e ricevere tanti applausi dai citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Fanum<br />

Fortunae doveva sembrargli <strong>di</strong> buon augurio, e lui ne aveva tanto bisogno.<br />

C’erano molti, e non tutti giovanissimi, che per ben fissare in mente<br />

quel volto atteggiato a fierezza e paternalismo correvano a per<strong>di</strong>fiato<br />

<strong>di</strong>etro la Mercedes che, veloce, andava su per il Corso rimasto sgombro<br />

da capi <strong>di</strong> stato o <strong>di</strong> governo dal maggio 1857 quando Pio IX scarrozzò<br />

per la nostra città che, solo tre anni dopo, gli avrebbe voltato le<br />

spalle per re Vittorio Emanuele. A Benito, transitante per il Corso nell’estate<br />

del 1940, capitò <strong>di</strong> peggio tre anni dopo. A lui quel giorno non<br />

gettarono petali <strong>di</strong> rose come a Pio IX; anzi venne giù da una finestra<br />

del “Gafòn”, poco prima <strong>di</strong> arrivare al Caffè Centrale, un bel mazzo <strong>di</strong><br />

fiori ancora tutto ben legato: gli passò a un palmo dalla visiera!<br />

Maragno, il segretario politico (è inutile aggiungere che c’era solo<br />

quello fascista) detto bonariamente “Cinq e tre òtt” per via del suo<br />

clau<strong>di</strong>care dovuto ad una mutilazione <strong>di</strong> guerra, impallidì: forse<br />

sospettò un attentato; caspita potevano colpirgli la testa! Quel segretario<br />

politico era noto per essere perpetuamente in lotta con la lingua italiana.<br />

Una volta, dal balcone della Casa del fascio in Piazza XX<br />

Settembre, aveva lanciato tuoni e fulmini contro gli “anglofilini e francofilini”.<br />

Più tar<strong>di</strong>, dopo la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> guerra agli Stati Uniti,<br />

<strong>di</strong>sse con incrollabile fede: “Abbiamo messo a pecorone la Grecia, ci<br />

metteremo anche l’America!”. Tuttavia, benché ispirato come<br />

Nostradamus, fece piuttosto cilecca nel suo profetare osceno.<br />

Nelle popolaresche storie citta<strong>di</strong>ne quel segretario politico era ricordato<br />

quale vittima <strong>di</strong> ignoti ladruncoli che nottetempo gli ripulirono il<br />

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