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Guerra di liberazione - Fondazione Cassa di Risparmio di Fano

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LA VISITA DI MUSSOLINI E DI UMBERTO DI SAVOIA<br />

Ogni tanto a <strong>Fano</strong> qualche istituzione “chiude”: dove andremo a finire<br />

<strong>di</strong> questo passo?<br />

Questa volta è toccato alla caserma Paolini che, in un primo tempo in<br />

memoria <strong>di</strong> un grande soldato fanese del ‘600, avrebbe dovuto chiamarsi<br />

“caserma Palazzi”. Ma lasciamo stare la storia, altri l’hanno già<br />

raccontata o la racconteranno. Qualcosa che non si sa è forse meno<br />

importante, ma più stuzzicante.<br />

Nel <strong>di</strong>cembre 1943, mentre la caserma ospitava reparti locali della<br />

RSI, con molti antifascisti, la caserma Paolini doveva andare a fuoco.<br />

L’incen<strong>di</strong>o doveva cominciare (forse era una ingenuità) dal piano alto<br />

che dà sulla via Bixio. Benzina e zolfo dovevano essere l’esca; poi ci<br />

sarebbe stato chi avrebbe creato panico e confusione. Però avvenne<br />

l’imprevisto: la persona che doveva fornire benzina e zolfo fu colta da<br />

grave malore per un’ulcera perforata: portata all’ospedale, rimandò a<br />

tempi migliori l’impresa, mentre una decina <strong>di</strong> “congiurati” (che passarono<br />

poi tutti nelle file partigiane) aspettava con ansia e, <strong>di</strong>ciamolo<br />

senza falso pudore, con un po’ <strong>di</strong> paura, <strong>di</strong> dare inizio all’azione che<br />

non si sa come sarebbe andata a finire.<br />

La caserma Paolini nella primavera del 1944 subì un attacco nel tardo<br />

pomeriggio: due partigiani lanciarono ognuno una bomba a mano<br />

sopra il cancello <strong>di</strong> via Negusanti. Lì vicino stazionavano reparti della<br />

RSI. Le bombe, per caso, toccarono terra insieme; sì parlò <strong>di</strong> un tiro <strong>di</strong><br />

mortaio, poiché lo scoppio fu grande e fu vasto il raggio delle schegge.<br />

Tre<strong>di</strong>ci soldati della Repubblica furono feriti: uno, abbastanza gravemente.<br />

Il giorno dopo, fasciati e incerottati, li fecero sfilare lungo il<br />

Corso affinché tutti si rendessero conto della stoffa del “terrorismo”<br />

locale. Fu, non c’è dubbio, un episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> guerra civile! Il fatto grave<br />

è che nessuno pensava a proteggere la caserma nella parte esterna.<br />

Mi piace ricordare però due scene ine<strong>di</strong>te <strong>di</strong> tutt’altra natura e <strong>di</strong> tutt’altra<br />

data.<br />

Un giorno, all’ultimo momento, si seppe che Mussolini avrebbe visitato<br />

la caserma che ospitava, come sappiamo, la Scuola Allievi<br />

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