Guerra di liberazione - Fondazione Cassa di Risparmio di Fano
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“BELLA CIAO” NON È INNO PARTIGIANO<br />
Mi sono sempre chiesto come mai “Bella ciao” sia considerato inno<br />
partigiano. Nei pochi mesi che qui nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> <strong>Fano</strong> sono stato partigiano<br />
non l’ho mai sentito nominare (ammesso che i partigiani avessero<br />
voglia <strong>di</strong> cantare!), e nemmeno dopo quando, con le truppe del<br />
nuovo esercito italiano, giunsi in Alta Italia. Qui mi soffermai soprattutto<br />
a Brescia dove ebbi molti contatti sia coi partigiani delle<br />
“Fiamme Ver<strong>di</strong>” sia con quelli della “Garibal<strong>di</strong>”. Nessuno sapeva <strong>di</strong><br />
“Bella ciao”! Mi convinsi che quell’inno veniva dalla Russia!<br />
Finalmente l’arcano mi è stato svelato leggendo alcuni recenti libri<br />
sulla Resistenza. Quella canzone (chi lo <strong>di</strong>rebbe?) ha origini molto<br />
modeste e per nulla bellicose; non viene dall’Europa dell’Est, ma ad<strong>di</strong>rittura<br />
dall’Italia e siccome è in tono minore è possibile che provenga<br />
da sotto la Toscana; forse è ad<strong>di</strong>rittura meri<strong>di</strong>onale! In origine (ma non<br />
si conosce l’autore) si trattava <strong>di</strong> una innocente tiritera, un po’ dolciastra,<br />
che parlava nientemeno della nonna “la vecchierella” che manda<br />
qualcuno “alla fontanella”. Poi ha assunto una veste nuova ed è <strong>di</strong>ventata<br />
quello che è <strong>di</strong>ventata. Senza cedere ad alcuna tentazione revisionistica,<br />
ma solo per dare a ciascuno quello che gli spetta Roberto<br />
Berretta ha precisato queste cose su “Avvenire” del 2 maggio 2005.<br />
Comunque furono i comunisti italiani che, invitati al Festival della gioventù<br />
a Berlino nel 1948, cambiarono molto abilmente le parole <strong>di</strong><br />
quella canzoncina per bambini, ci misero “l’invasore” e tutto il resto.<br />
Venne così fuori il canto che tutti conosciamo e che reputiamo nato<br />
durante la Resistenza. Il che è stato consacrato, se così si può <strong>di</strong>re, dal<br />
coro dell’armata rossa che l’ha egregiamente cantato in <strong>di</strong>verse occasioni.<br />
Sono cose che capitano; si potrebbero citare brani lirici, anche famosi,<br />
passati da un’opera all’altra. Per restare in tema è opportuno aggiungere<br />
che il ben noto inno trionfale fascista “Giovinezza, giovinezza”,<br />
quello che iniziava con le parole <strong>di</strong> Salvatore Gotta “Salve o popolo<br />
d’eroi”, era una canzone riciclata composta nel 1909 come inno goliar<strong>di</strong>co.<br />
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