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Guerra di liberazione - Fondazione Cassa di Risparmio di Fano

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altro sulle operazioni militari. Quello che ricordo più nitidamente <strong>di</strong><br />

quei giorni è il senso <strong>di</strong> vera e autentica “<strong>liberazione</strong>” che, pur tra le<br />

sofferenze e le recenti macerie, aleggiava in ogni volto, in ogni <strong>di</strong>scorso.<br />

Era finito l’incubo dei rastrellamenti, delle ruberie, delle paure,<br />

delle prepotenze varie imposte dall’esercito tedesco in ritirata. Era<br />

finito l’incubo dei bombardamenti: finalmente si respirava!<br />

Ne ebbi una prova certissima il 25 agosto. Quel giorno attraversai il<br />

Metauro nella zona della “passerella” tedesca, sotto le Caminate; una<br />

pattuglia polacca mi rilevò per portarmi al comando operativo; salimmo<br />

su per una “costa” dov’erano attendati molti che avevano dovuto<br />

lasciare all’improvviso le case dov’erano sfollati, c’erano parecchi<br />

fanesi. Si trovavano in con<strong>di</strong>zioni precarie, sembrava un accampamento<br />

<strong>di</strong> noma<strong>di</strong> eppure, questo è meraviglioso, erano tutti contenti, sorridenti,<br />

vocianti e ciarlieri come se fossero a una scampagnata. “Il più é<br />

fatto”, <strong>di</strong>cevano, “Presto si torna a casa”, “Bisogna ricostruire tutto”,<br />

“Non ne potevamo più”, “En ne pudemi più!!”.<br />

Quando leggo certi <strong>di</strong>scorsi <strong>di</strong> carattere riduttivo o assolutorio sulla<br />

guerra voluta dal fascismo mi tornano subito in mente gli occhi raggianti,<br />

i volti felici <strong>di</strong> quegli uomini e <strong>di</strong> quelle donne attendati alla<br />

campagna sotto il sole d’agosto: erano felici perché avevano la certezza<br />

che tedeschi e fascisti se n’erano andati, per sempre! Senza retorica,<br />

senza forzature ideologiche possiamo essere certi che quelli furono<br />

giorni <strong>di</strong> autentica Liberazione.<br />

1994<br />

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