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Guerra di liberazione - Fondazione Cassa di Risparmio di Fano

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1944: I PESCHERECCI AFFONDATI<br />

Nel 1944, alla fine <strong>di</strong> luglio, cominciarono a farsi sentire i cannoni<br />

degli alleati che avanzavano verso il Metauro. Poi, oltre al rombo, arrivarono<br />

i primi proiettili; ma al <strong>di</strong> là del Metauro la sosta dei “liberatori”<br />

fu abbastanza lunga. I pochi tedeschi <strong>di</strong> retroguar<strong>di</strong>a si <strong>di</strong>fesero con<br />

accanimento.<br />

Nel frattempo il locale comando germanico si preparava a compiere a<br />

<strong>Fano</strong> due atti atroci: l’abbattimento dei campanili (ho sempre creduto<br />

che ciò fu fatto per o<strong>di</strong>o contro il Vescovo Del Signore che s’era proposto<br />

come amministratore della città dato che nessun laico si lasciava<br />

convincere ad assumere, come volevano i tedeschi, tale carica) e la<br />

<strong>di</strong>struzione della flottiglia peschereccia.<br />

Come sappiamo, il primo intento purtroppo riuscì; il secondo, per fortuna,<br />

no.<br />

Una foto che mostra i pescherecci affondati nel porto ha fatto concludere<br />

a molti che i marinai stessi affondarono tutte le loro barche per salvarle<br />

dalla totale <strong>di</strong>struzione. Ciò solo in parte è vero.<br />

Alcuni pescherecci furono effettivamente e scientemente affondati da<br />

certi marinai che riuscirono ad eludere la sorveglianza nemica. “Dei<br />

natanti rimasti i tedeschi pensavano <strong>di</strong> fare un gran falò”, così <strong>di</strong>ce il<br />

foglio “Frusaglia” pubblicato a <strong>Fano</strong> il 15 ottobre 1955.<br />

E prosegue: “Tirava un forte vento da est e logicamente bastava appiccare<br />

il fuoco ai pescherecci posti in testa rispetto a quella <strong>di</strong>rezione perché<br />

le fiamme si propagassero alle altre imbarcazioni attraccate in fila<br />

in<strong>di</strong>ana. Il caso volle che proprio al levarsi dei primi bagliori sorgesse<br />

altro vento con <strong>di</strong>rezione del tutto contraria al precedente. Il fuoco rimase<br />

circoscritto e si ebbero a lamentare pochi danni. I tedeschi ricorsero<br />

allora a cariche <strong>di</strong> <strong>di</strong>namite, sicché i pescherecci affondarono ma senza<br />

subire danni irreparabili”.<br />

Dopo la <strong>liberazione</strong> <strong>di</strong> <strong>Fano</strong> i marinai cominciarono, con immensa<br />

fatica, a riportare a galla i natanti incuranti delle risatine che i ru<strong>di</strong>mentali<br />

mezzi a loro <strong>di</strong>sposizione suscitavano fra i soldati alleati i<br />

quali consigliavano <strong>di</strong> rimandare tutto a tempi migliori.<br />

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