Guerra di liberazione - Fondazione Cassa di Risparmio di Fano
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COME VALERIO DIVENNE UN “ARDITO”<br />
In occasione del conferimento “alla memoria” della “Fortuna d’oro” a<br />
Valerio Volpini sono stato invitato a dare <strong>di</strong> lui una testimonianza. Non<br />
ho esitato ed ho preso uno spunto da un accenno che Valerio (al quale<br />
fui vicinissimo nel tempo della resistenza) fece nella rubrica “Pubblico<br />
e Privato” apparsa per parecchi anni su Famiglia Cristiana. Voglio <strong>di</strong>re<br />
che, senza vantarsi <strong>di</strong> nulla, scrisse <strong>di</strong> aver preso parte alla <strong>liberazione</strong><br />
del Nord militando tra gli ar<strong>di</strong>ti del IX reparto d’Assalto.<br />
Come giunse Valerio, anzi, come giungemmo in quel famoso e focoso<br />
reparto?<br />
Dopo che <strong>Fano</strong> venne liberata nell’agosto 1944 parecchi ex partigiani<br />
erano convinti (altra scelta politica) che una forte presenza italiana<br />
fosse necessaria fra le truppe alleate che avrebbero liberato il molto<br />
che ancora restava in mano nemica. Fu così che dopo aver ben considerato<br />
ogni scelta seguì l’arruolamento volontario nel Corpo Italiano<br />
<strong>di</strong> Liberazione che, nel frattempo, si era articolato in cinque <strong>di</strong>visioni<br />
armate ed equipaggiate dagli alleati. Valerio ed altri fanesi partirono<br />
alla fine <strong>di</strong> ottobre. Da <strong>Fano</strong>, in camion si giunse a Jesi. Qui cominciò<br />
la mala avventura (<strong>di</strong>ciamo così per sfuggire ad ogni tentazione <strong>di</strong> retorica).<br />
Alla stazione ferroviaria ci fecero salire su vagoni-merce su cui<br />
certamente era stato trasportato catrame. Ce n’erano abbondanti inconfon<strong>di</strong>bili<br />
tracce. Lì rimanemmo due giorni prima <strong>di</strong> giungere a Roma<br />
dove fummo fatti salire su un’altra tradotta <strong>di</strong> carri-merce (oh, com’era<br />
ridotta l’Italia!) che a passi <strong>di</strong> lumaca ci portò verso Sud per raggiungere<br />
la zona <strong>di</strong> addestramento. Avemmo occasione <strong>di</strong> vedere l’allucinante<br />
spettrale visione <strong>di</strong> Monte Cassino. Finalmente dopo un<br />
viaggio massacrante fummo portati in un accampamento nei pressi <strong>di</strong><br />
Caserta: era notte ma ugualmente trovammo la possibilità <strong>di</strong> riposare<br />
alla menopeggio ficcandoci nelle tende piene <strong>di</strong> soldati sbandati.<br />
Il giorno dopo fu una vera trage<strong>di</strong>a. Non c’era per noi la colazione:<br />
pazienza, ci arrangiammo alla meglio. Poi, più tar<strong>di</strong>, ci <strong>di</strong>ssero che non<br />
ci avrebbero <strong>di</strong>stribuito nemmeno il rancio perché non c’era, e nessuno<br />
aveva avvertito e provveduto al nostro arrivo.<br />
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