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Fiamma Cremisi - Associazione Nazionale Bersaglieri

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Numero 3/4<br />

MARzO APRILe 2013<br />

Anno LXIII - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. Postale - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - DCB ROMA<br />

Periodico dell’AssociAzione nAzionAle BersAglieri<br />

SALERNO...<br />

STIAMO ARRIVANDO!


Periodico dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Bersaglieri</strong><br />

Fondato nel 1951<br />

Direzione - Redazione<br />

Amministrazione<br />

<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Bersaglieri</strong><br />

Via Anicia, 23/A, 00153 Roma<br />

tel. 06/5803611 - fax 06/5881040<br />

e-mail: info@<strong>Bersaglieri</strong>.net - www.<strong>Bersaglieri</strong>.net<br />

__________<br />

Direttore Responsabile<br />

Alfredo Terrone<br />

Hanno collaborato a questo numero<br />

Mario Galante, Cecilia Prissinotti<br />

Direzione Amministrativa<br />

gestita a cura della<br />

Direzione amministrativa A.N.B.<br />

Silvano Festuccia, Concetta Marcelli<br />

Condizioni di cessione:<br />

Gratuito per gli iscritti all’A.N.B.<br />

Abbonamento annuale: euro 15,00<br />

Numero arretrato: euro 3,00<br />

Abbonamento benemerito:<br />

versamenti da euro 20,00 e oltre,<br />

sul c/c postale n. 34846006<br />

intestato a:<br />

A.N.B. - Presidenza <strong>Nazionale</strong><br />

Via Anicia 23/A - 00153 Roma<br />

L’Amministrazione non accetta denaro contante<br />

__________<br />

Autorizzazione Tribunale di Roma n. 5319 del 16 Ottobre 1967<br />

Iscrizione R.O.C. n. 2606<br />

Proprietà letteraria, scientifica e artistica riservata<br />

Articoli e foto, anche se non pubblicati, non si restituiscono<br />

La direzione si riserva, a termini di legge, di modificare e ridurre gli articoli<br />

quando ciò si renda necessario per esigenze tipografiche di spazio<br />

Associato all’USPI<br />

Unione Stampa Periodica Italiana<br />

__________<br />

Consulenza editoriale, grafica e impaginazione<br />

FREEMINDEDITING<br />

Via Carlo Cattaneo 22 - 01100 VITERBO<br />

Tel. 0761 1762423 - Fax 0761 1760503<br />

info@freemindediting.it - www.freemindediting.it<br />

stampa a cura di Unionprinting Spa<br />

Finito di stampare nel mese di Marzo 2013<br />

Immagini ed istantanee, ove non specificato, sono di:<br />

S.M.D. - S.P.I., S.M.E. Ufficio Storico, S.M.E. Agenzia Cine Foto Televisiva e Mostre<br />

S.M.E. Media Combat Team, I Reparti e le Sezioni interessate<br />

che sentitamente ringraziamo per i validi contributi.<br />

La voce della presidenza<br />

Lettere al direttore<br />

Eco dai reparti<br />

Attività associativa<br />

Amarcord<br />

Ricordi<br />

Pillole di cultura<br />

3<br />

4<br />

5<br />

7<br />

24<br />

34<br />

36<br />

Pillole di storia<br />

Controcanto<br />

Le nostre gioie<br />

Sport cremisi<br />

Volontariato<br />

I Nostri lutti<br />

Cariche sociali<br />

conTATTi con lA redAzione<br />

Per l’invio del materiale da pubblicare, si prega utilizzare il nuovo indirizzo<br />

email: redazionefiammacremisi@gmail.com inserendo nell’oggetto del<br />

messaggio l'argomento di massima di cui si occupa il testo (nostre gioie, attività<br />

associativa ecc.) e la località di appartenenza. I testi da pubblicare dovranno<br />

essere in forma elettronica (sono esclusi normalmente i documenti su<br />

carta), preferibilmente in Word .doc, anche se sono accettati altri programmi<br />

di scrittura, mentre per le immagini è preferibile adottare il formato .jpeg in alta<br />

definizione.<br />

Grazie per la collaborazione<br />

MANIFeSTAzIONI NORD Aggiunte e varianti<br />

15 SEttEmBRE - PoRto VIRo (Ro)<br />

FeSTA CReMISI con inaugurazione di un monumento al Bersagliere<br />

15 SEttEmBRE - CASALSERuGo (PD)<br />

Raduno Assoarma con inaugurazione di tre vie di cui una Via del Bersagliere<br />

22 SEttEmBRE - CEGGIA (VE)<br />

FeSTA CReMISI per il 55° della Sezione ed inaugurazione ad enrico Toti<br />

6 ottoBRE - ChIoGGIA (VE)<br />

Non più "RADUNO PROVINCIALe" ma "FeSTA CReMISI"<br />

MATeRIALe DISPONIBILe PReSSO LA PReSIDeNzA NAzIONALe<br />

Libro “AI BERSAGLIERI” nuova edizione*<br />

Statuina Bersagliere con cofanetto<br />

Statuina Bersagliere senza cofanetto<br />

Biglietto augurale<br />

Cappello completo di coccarda<br />

Cravatta cremisi<br />

Crest ANB<br />

Distintivo con scudo<br />

Fermacarte con cappello e scritta “Il soldato tedesco ha stupito il mondo” no base legno<br />

Portachiavi in legno<br />

Piumetto 500 piume<br />

Fez d’ordinanza<br />

Disco autoadesivo<br />

Stampa del Cammarano “19 Settembre 1870”<br />

Calendario associativo 2013<br />

*Costi di spedizione libro “AI BERSAGLIERI”<br />

1 copia € 8,00 - da 2 a 6 copie € 12,00 - da 7 a 13 copie € 16,00 - da 14 a 21 copie € 21,00<br />

da 22 a 33 copie € 26,00 - da 34 a 44 copie € 32,00 - da 45 a 55 copie € 40,00<br />

Versamento su C.C. Postale 34846006, più spese postali<br />

intestato a: ANB - Amministrazione - Via Anicia, 23/a - 00153 Roma<br />

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€ 20,00<br />

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€ 100,00<br />

€ 27,00<br />

€ 2,00<br />

€ 6,00<br />

€ 5,00


Noi "vecchi" del PRIMO che abbiamo avuto l'onore ed il piacere di servire la Patria insieme a Lui nella sede di<br />

Civitavecchia, conosciamo e custodiamo con orgoglio la figura carismatica e di capace animatore del Bersagliere<br />

Colonnello Giacomo Alfano. Oggi nel giorno del distacco, mentre rivolgiamo ai Suoi familiari le più<br />

sentite condoglianze, a Lui vorremmo dire:<br />

Carissimo Giacomino,<br />

Il 12 aprIle Il Colonnello GIaComo alfano<br />

presIdente della reGIone anB della sICIlIa<br />

ha raGGIunto la Casa del padre<br />

Costernati per la perdita di un Amico sincero e di un Dirigente illuminato,<br />

esprimiamo alla famiglia il nostro cordoglio e lo ricordiamo con<br />

questo breve scritto che i suoi commilitoni del 1° <strong>Bersaglieri</strong> ci hanno<br />

fatto pervenire.<br />

oggi Ti abbiamo reso l'ultimo saluto. E' stato un saluto reso non soltanto al Bersagliere ma anche a un nostro caro Amico,<br />

a un nostro Fratello maggiore.<br />

Arrivando al Reggimento, eri uno dei primi subalterni che avevamo il piacere di conoscere perché ti proponevi sempre<br />

quale nostro anfitrione e ci attendevi all'ingresso della Caserma "D'Avanzo" sapendo quanto, per un giovane Ufficiale<br />

nuovo assegnato, fosse importante il primo impatto con la realtà del Reparto e come questa prima conoscenza fosse resa<br />

più facile dall'aiuto di un "anziano". E fin da quel primo momento ti dimostravi oltre che Maestro di bersaglierismo, anche<br />

Maestro di vita.<br />

Di cose belle da ricordare di Te ne abbiamo tante e ne possiamo citarne solo alcune. Come quando in addestramento e in<br />

esercitazione, con l'altro grande mortaista del PRIMO, Giovanni Valiserra, ingaggiavi memorabili "gare di precisione";<br />

oppure quando, nei momenti di relax, ingaggiavamo "acerrime sfide sportive" con i nostri cugini carristi verso i quali, al<br />

termine della gara eri sempre pronto al garbato "sfottò" ma che eri sempre altrettanto pronto a presentarci quali nostri<br />

"fratelli corazzati" insieme a loro dovevamo essere orgogliosi di essere stati chiamati a servire la Patria.<br />

Ma il ricordo più bello é quello di quando con quel tuo modo di fare da fratello maggiore, nel momento in cui colti da<br />

un po' di fatica rallentavamo la corsa distanziandoci da te; voltandoti con il burbero sul viso ma con il sorriso furbo negli<br />

occhi, ci dicevi "Corri Bersagliere!!! "<br />

Ciao Giacomino, ora potrai correre nella grande immensità degli affetti che hai lasciato nei cuori dei Tuoi amici <strong>Bersaglieri</strong><br />

e dei Tuoi cari. Ti accompagnerà il suono della Fanfara che hai più curato e, forse, più amato e che, riconoscente e<br />

orgogliosa, ti ha accompagnato anche nell’ ultima corsa terrena: quella di Palermo. Sulle sue note il Tuo Piumetto verrà<br />

ancora accarezzato dal vento e le Tue piume baceranno le Tue guance, mentre voltandoti con il volto burbero e il sorriso<br />

negli occhi ti sentiremo ancora incitarci sulla strada della vita: "Corri Bersagliere"!<br />

E noi del PRIMO ti porteremo sempre nei nostri cuori.<br />

Il Presidente del Comitato di "Siamo quelli del PRIMO"<br />

Bers. Gen. B. Antonio Mancinetti<br />

3


I BersaGlIerI... non muoiono mai veramente<br />

la CollezIone deI soldatInI dI pIomBo<br />

4<br />

Egregio Direttore,<br />

sono Raffaela, la figlia di Silvio Ciaramelletti, un Bersagliere di Rieti che come voi<br />

tutti ha amato il corpo dei <strong>Bersaglieri</strong> con slancio e passione fino all’'ultimo istante<br />

della sua vita. Era nato nel 1934, il giorno 24 maggio e non a caso dato che è il giorno<br />

menzionato nella canzone "La leggenda del Piave". Aveva fatto il militare nel<br />

1957 presso la caserma di Novara "Passalacqua" 3° Reggimento. Papà era un Bersagliere<br />

di nome e di fatto: non sarebbe potuto appartenere a nessun altro corpo perchè<br />

era sempre il primo in tutto, presente, svelto, amico degli amici, allegro, uno<br />

spirito scherzoso e giovanile, instancabile, disponibile, indispensabile, maestro di<br />

ironia, di saggezza, del saper vivere. Una volta andato in pensione era divenuto parte<br />

attiva della Sezione <strong>Bersaglieri</strong> di Rieti e spesso era con i suoi amici in giro per<br />

l'Italia per le manifestazioni e le ricorrenze. Ricordo sempre con affetto quelle volte<br />

che insieme a tutta la famiglia, lo abbiamo seguito ai raduni nazionali e regionali:<br />

indossava il cappello con le piume e la cravatta cremisi con entusiasmo e sfilava orgoglioso,<br />

correndo anche con la Fanfara nonostante l'età e gli acciacchi. Amava<br />

ascoltare le canzoni "La Ricciolina" e "La corsa" e mi ha insegnato a ballare. Nel<br />

2007 ha festeggiato con la mamma le nozze d'oro e ha stupito tutti gli invitati arrivando<br />

alla festa con la Fanfara dei <strong>Bersaglieri</strong> di Poggio Mirteto correndo e cantando.<br />

Papà ora non c'è più e lui sarebbe stato contento che anche la sua esperienza terrena da Bersagliere terminasse con un<br />

saluto che possa essere, per tutti quelli che leggono, fonte di speranza e serenità, perchè come un suo amico Bersagliere<br />

ha detto a mio figlio Luca durante il funerale donandogli il cappello di piume del nonno, “... i <strong>Bersaglieri</strong> non muoiono<br />

mai veramente...”, Lui è il nostro orgoglio, il suo esempio è la nostra forza.<br />

Carissima Raffaela sono ben lieto di pubblicare le foto che ci ha inviato del suo amato papà che merita bene di essere ricordato<br />

per il suo attaccamento al Corpo.<br />

fIlm suI BersaGlIerI - CerCasI notIzIe<br />

Il Ten. Tramat David Di Marco di Viterbo ricorda che nel 1951 è stato girato nella città di Viterbo un film sui <strong>Bersaglieri</strong><br />

intitolato: Piume al vento, regista Amadoro, del quale è stato testimone delle riprese un suo zio. A distanza di<br />

tempo hanno fatto numerose ricerche per trovare questo film anche tramite archivi storici nazionali del cinema ma<br />

nessuno ha saputo dare una risposta, se non negativa. Il Di Marco chiede se nell’universo cremisi qualcuno sia a conoscenza<br />

di questo film e se abbia una copia.<br />

Il Ten. CPL Tramat David Di Marco, in congedo, risulta iscritto all’UNUCI. Anche noi della Redazione siamo interessati<br />

a ricevere notizie in merito.<br />

Il Bers. Guido Perrotta ci ha inviato alcune foto della sua collezione di soldatini<br />

di piombo che ripercorre la storia del soldato italiano dall’epoca romana sino ai<br />

nostri giorni. Pochi altri paesi europei hanno vissuto un su e giù talmente ricorrente<br />

nella storia quanto l’Italia e ripercorrere l’avvicendarsi di tanti ed importanti<br />

avvenimenti storici attraverso l’evoluzione delle divise e degli armamenti utilizzati<br />

dai nostri valorosi soldati è sicuramente interessante ed istruttivo. Complimenti per la<br />

preziosa collezione.


AFGHANISTAN<br />

rIentra la 9 ^ CompaGnIa dell’8° BersaGlIerI<br />

Sono rientrati gli ultimi 62 <strong>Bersaglieri</strong> della 9^ Compagnia<br />

dell’8° Reggimento, che dal settembre 2012<br />

hanno dato vita alla “Charlie Coy”, della Transition<br />

Support Unit South di Farah, provincia afgana inserita nel<br />

Regional Command West, a guida italiana. I “Fanti piumati”,<br />

impiegati nell’ambito della missione ISAF, durante il<br />

loro mandato hanno percorso decine di migliaia di chilometri<br />

a bordo dei veicoli corazzati da combattimento Dardo<br />

e sul più noto Lince, per pattugliare, ricognire, scortare,<br />

garantire il controllo del territorio in una fase delicatissima<br />

quale quella della transizione, cioè del passaggio della responsabilità<br />

della sicurezza dalle forze ISAF a quelle afgane.<br />

Alle attività operative si sono affiancate quelle prettamente<br />

umanitarie, nell’ambito della cooperazione civile e<br />

militare (CIMIC), tendenti a supportare la popolazione locale<br />

con interventi mirati in vari settori della vita quotidiana.<br />

Una missione difficile e densa di pericoli, portata a termine<br />

con successo dai <strong>Bersaglieri</strong>, che hanno operato con<br />

determinazione, spirito di sacrificio, professionalità e coraggio.<br />

Intanto, nella mattinata del 19 marzo u.s. il Gen.<br />

Luigi Chiapperini, Comandante della brigata “Garibaldi”,<br />

ha visitato la caserma Capone di Persano per salutare il<br />

personale del 131° Reggimento carri facente parte del contingente<br />

di personale militare italiano da impiegare negli<br />

assetti MAT/PAT n.3 , nella Missione ISAF che il giorno<br />

21 marzo 2013 è partito alla volta dell’Afghanistan.<br />

I MAT (military advisor team) ed i PAT (police advisor team)<br />

hanno l’importantissimo compito di “supervisionare”<br />

l’addestramento e l’impiego delle Forze di Sicurezza<br />

(Esercito e Polizia) afgane, che stanno già garantendo normali<br />

condizioni di sicurezza in molti distretti del Paese e<br />

ne assumeranno nei prossimi mesi il controllo totale, seguendo<br />

la timeline concordata dal Comando ISAF e dalle<br />

autorità di governo afgane.<br />

Il 6° reGGImento BersaGlIerI In afGhanIstan<br />

La Terza Compagnia inserita nell’organico dell’ 8° Reggimento Alpini<br />

Alla fine di marzo, il Comandante della Brigata<br />

Meccanizzata “Aosta”, Generale Michele Pellegrino,<br />

ha salutato i militari della Terza Compagnia<br />

fucilieri del 6° Reggimento <strong>Bersaglieri</strong> di Trapani, impiegati<br />

in Afghanistan con l’8° Reggimento Alpini per l’operazione<br />

ISAF sotto la guida della Brigata alpina “Julia”.<br />

Il 1° marzo scorso, presso la caserma “Pio Spaccamela” di<br />

Udine, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale<br />

di Corpo d’Armata Claudio Graziano, aveva salutato il<br />

personale della Brigata alpina “Julia” in una cerimonia<br />

nella quale, dopo aver ricordato i Caduti e augurato ai feriti<br />

in operazione un pronto rientro nei ranghi dell’Esercito,<br />

aveva voluto ringraziare familiari ed amici dei soldati che<br />

si apprestavano a partire per l’Afghanistan.<br />

La Brigata alpina Julia ha assunto la guida del Regional<br />

Command West, il Comando NATO a leadership italiana<br />

con base a HERAT, responsabile della regione occidentale<br />

dell’Afghanistan, da cui dipendono circa 5500 militari di<br />

Il picchetto armato rende gli onori al Generale Pellegrino<br />

10 diverse nazioni; di questi, oltre 3000 sono i militari italiani<br />

appartenenti all’Esercito e ad altre Forze Armate e<br />

Corpi dello Stato.<br />

5


6<br />

Il 6° reGGImento dI trapanI<br />

sI addestra In sardeGna<br />

Conclusa nei primi giorni di aprile,<br />

con un’esercitazione a fuoco presso<br />

il poligono permanente di Capo<br />

Teulada (CA), un’importante<br />

attività addestrativa propedeutica<br />

all’impiego fuori area. L’esercitazione<br />

ha visto protagonisti, in un<br />

arco temporale di due settimane,<br />

i fanti piumati del Sesto <strong>Bersaglieri</strong>,<br />

appartenente alla Brigata Meccanizzata<br />

“Aosta”, e il personale<br />

di una Compagnia su Veicolo<br />

Corazzato da Combattimento<br />

“Dardo” della Brigata Meccanizzata<br />

“Granatieri di Sardegna”.<br />

L’attività addestrativa, ha ricalcato<br />

gli attuali scenari operativi nei<br />

quali le unità della Forza Armata<br />

sono chiamate a operare fuori<br />

dal territorio nazionale.<br />

MISSIONe COMPIUTA<br />

a VIenna nell'amBasCIata ItalIana<br />

una tarGa dedICata al 7° reGGImento<br />

Nel 2012 la Fanfara del 7° Reggimento <strong>Bersaglieri</strong> si<br />

era esibita a Vienna, partecipando ad una manifestazione<br />

internazionale di complessi musicali organizzata<br />

dalla capitale austriaca.<br />

Svolgendosi tale attività a cavallo<br />

della Festa della Repubblica<br />

del 2 giugno, la Fanfara era intervenuta<br />

il 31 maggio al ricevimento<br />

occorso in Ambasciata per tale ricorrenza<br />

e nel quale aveva dato saggio di<br />

quello che sa fare una Fanfara dei<br />

<strong>Bersaglieri</strong> (… e abbiamo detto tutto!)<br />

alla presenza di numerosissime<br />

Autorità locali e personale diplomatico<br />

civile e militare di tutte le Ambasciate<br />

accreditate presso la Repubblica<br />

Federale Austriaca, praticamente<br />

di tutto il mondo. In tale occasione la<br />

Fanfara del “Settimo” aveva riscosso<br />

un successo davvero difficile a descrivere,<br />

facendo figurare in maniera<br />

estremamente positiva la nazione Italia<br />

che in tale occasione festeggiava i<br />

150 anni della sua unità. Il Bers. Col.<br />

Paolo Stendardo già Comandante del<br />

“Settimo”, che all'epoca ricopriva<br />

l'incarico di Addetto per l'Esercito<br />

presso la Sede Diplomatica stessa, ma<br />

con il cuore sempre “cremisi”, aveva<br />

proposto all'Ambasciatore, S.E. Eugenio<br />

d'Auria, di lasciare traccia del<br />

passaggio dei <strong>Bersaglieri</strong> affiggendo<br />

una targa nel cortile principale dell'Ambasciata.<br />

La proposta veniva approvata<br />

ed il 5 settembre 2012 veniva<br />

esposta la targa, lasciando ai posteri<br />

traccia “indelebile” del passaggio dei<br />

<strong>Bersaglieri</strong> a Vienna, testimoniando<br />

altresì l’ottimo livello di collaborazione<br />

raggiunto tra le componenti dei<br />

due Dicasteri, Esteri e Difesa, operanti<br />

nella capitale austriaca. Il testo<br />

della targa riporta quanto segue: “Nei<br />

Il Colonnello Stendardo<br />

150 anni dell’Unità d’Italia la Fanfara<br />

del 7° Reggimento <strong>Bersaglieri</strong> ha<br />

suonato in questo cortile recando, con<br />

i propri squilli, i sentimenti della nazione<br />

di vicinanza alla comunità degli<br />

italiani in Austria e di amicizia alla<br />

popolazione di Vienna. Vienna, 31<br />

maggio 2011. L’Ambasciatore d’Italia<br />

Eugenio d’Auria”.<br />

C’è da chiedersi quante Ambasciate<br />

all’estero abbiano una targa specificamente<br />

dedicata ai <strong>Bersaglieri</strong>: forse<br />

nessuna. Quella di Vienna rappresenta<br />

un caso davvero singolare, reso ancor<br />

più unico dal fatto che l'edificio dell'Ambasciata,<br />

acquistato dal Regno<br />

d’Italia nel 1908, era la dimora del<br />

Cancelliere Principe Metternich, che<br />

aveva dato tanto “filo da torcere” agli<br />

italiani nel periodo risorgimentale.<br />

Altro primato raggiunto dai <strong>Bersaglieri</strong>!<br />

Essendo il 5 settembre 2012 l'ultimo<br />

giorno di servizio del Bers. Col.<br />

Stendardo presso la sede di Vienna,<br />

egli ha potuto a ragione dire: “… missione<br />

compiuta”!


ALESSANDRIA<br />

Pervenuto dalla Sezione di Alessandria pubblichiamo un articolo apparso su un quotidiano locale il 15 marzo scorso a firma C.R.<br />

ALtAmuRA (BA)<br />

la Caserma “felICe trIzIo” ha salutato Il 31° rGt CarrI<br />

Ad accogliere il 7° Reggimento <strong>Bersaglieri</strong> è la Sezione locale dell’ANB impegnata da tempo a promuovere nella nostra comunità<br />

lo spirito del nostro Corpo.<br />

Una bella serata. Terminata sulle note dell’Inno di<br />

Mameli, cantato con emozionante partecipazione<br />

da tutto il pubblico in piedi, con la mano al petto.<br />

La manifestazione organizzata lo scorso 28 dicembre<br />

2012, presso il Palazzetto dello Sport di Altamura, dalla Sezione<br />

locale dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Bersaglieri</strong>, è<br />

riuscita nel difficile compito di far sentire tutti i presenti,<br />

militari e civili, grandi e piccini, uomini e donne, fieri ed<br />

orgogliosi di essere italiani. In una società sempre più povera<br />

di valori e di certezze, nella quale è sempre più complicato<br />

trovare dei punti fermi, princìpi e valori sani a cui<br />

ispirarsi, la manifestazione ha dimostrato che le Forze Armate<br />

in genere, sono al fianco dei cittadini e ne rappresentano<br />

un riferimento insostituibile. E nonostante il Palasport<br />

fosse gremito in ogni ordine di posto, non poteva passare<br />

inosservata la nutrita partecipazione di una rappresentanza<br />

dei militari del 7° Reggimento dei <strong>Bersaglieri</strong>, di stanza<br />

ora nella nostra città. La manifestazione denominata “Atmosfere<br />

<strong>Cremisi</strong>” ha rappresentato un viaggio attraverso la<br />

storia, la musica e i racconti dei <strong>Bersaglieri</strong>. Aperto da una<br />

pièce teatrale del regista Silvano Picerno, intitolata “La nascita<br />

dei <strong>Bersaglieri</strong>”, portata in scena egregiamente dalla<br />

compagnia locale “La Banda degli Onesti”. In chiave ironica,<br />

ma fedele alla realtà storica, si è reinterpretata l’istituzione<br />

del Corpo, avvenuta con Regio Brevetto del Re Carlo<br />

Alberto di Savoia il 18 giugno 1836, su proposta dell’allora<br />

Capitano del “Reggimento Guardie” Alessandro La<br />

Marmora e a seguire il concerto della Fanfara, diretta dal<br />

Capo Fanfara Michele Castellano. Il pubblico è stato coinvolto<br />

al suono degli ottoni, che riproducevano le musiche<br />

classiche della tradizione: “Vent’anni allegramente”, “Flik<br />

e Flok”, “La Ricciolina”, ecc.<br />

Molto apprezzata anche l’esibizione del tenore pugliese<br />

Nicola Malagnini, il quale ha interpretato tra l’altro brani<br />

celebri come “Il Piave”, “O surdato ’nnammurato” e nel<br />

finale “l’Inno di Mameli”. Nel corso della manifestazione,<br />

presentata da Maria Giovanna Labruna, è intervenuto il<br />

Ten. Col. Francesco Dimarno, in rappresentanza dei militari<br />

del 7° Reggimento <strong>Bersaglieri</strong>, e dopo aver portato<br />

l’omaggio e il saluto del Comandante, il Colonnello Domenico<br />

d’Isa, ha ricordato che i <strong>Bersaglieri</strong>, come tutti i<br />

militari italiani, sono impegnati al fronte, «per la difesa<br />

della pace e per assicurare che questa sia duratura soprat-<br />

7


tutto in quei paesi che sono in continuo stato belligerante».<br />

A termine della serata, oltre al doveroso ringraziamento alle<br />

aziende che hanno contribuito all’iniziativa, dal main<br />

sponsor “Dienne” Salotti alle imprese “Petilia Acciai” e<br />

“Nuova Altilia”, è stato presentato al pubblico il Bersagliere<br />

più anziano di Altamura, Costantino Barbieri classe<br />

8<br />

BAGNoLo SAN VIto (mN)<br />

ConVIVIo annuale<br />

Il 9 dicembre 2012 si sono dati appuntamento, per il<br />

convivio annuale, i <strong>Bersaglieri</strong> della Sezione di Bagnolo<br />

San Vito. Ritrovo ore 10.30 nel piazzale della<br />

parrocchiale di San Biagio per assistere alla Santa Messa<br />

officiata da Don Stefano. Erano presenti autorità militari e<br />

civili quali il comandante della locale stazione dei Carabinieri<br />

M.llo Candido Davide, il vice Sindaco Borsari Mariarosa,<br />

Il comandante della Polizia Locale Gallo Mauro, il<br />

Generale Dott. Rati Armando, il Presidente Provinciale<br />

ANB Bers. Varotti Alberto. Durante l’Omelia, Don Stefano<br />

ha avuto parole di ricordo per i soci venuti a mancare<br />

nel corso dell’anno.<br />

I <strong>Bersaglieri</strong> si sono poi recati al monumento del Bersagliere<br />

dove si è svolta una breve cerimonia terminata con<br />

la benedizione del monumento e dei presenti. La giornata<br />

proseguiva presso “la Baracca”, noto ristorante della zona.<br />

Il Presidente della Sezione ha invitato ad un intervento di<br />

saluto il Presidente Provinciale, il Vice Sindaco e il Gen.<br />

Dott. Rati Armando che ricordava ai commensali come la<br />

CALtANISSEttA<br />

la fanfara protaGonIsta<br />

Domenica 10 febbraio ad Agrigento, per la terza<br />

volta consecutiva, la Fanfara <strong>Bersaglieri</strong> Caltanissetta<br />

è stata chiamata ad aprire la grande sfilata<br />

conclusiva, con i gruppi internazionali, il Corteo storico<br />

d'Italia ed i variopinti e caratteristici carretti siciliani, della<br />

68° edizione della Sagra del Mandorlo in Fiore che al suo<br />

interno comprende anche il 57° festival internazionale del<br />

folclore. Due ali di folla festante, nonostante le condizioni<br />

climatiche avverse, hanno accompagnato lo svolgimento<br />

della manifestazione. Nell’eseguire le briose musiche bersaglieresche<br />

la “voce” dei Fanti Piumati ha dato la giusta<br />

cadenza all’intera manifestazione.<br />

Nel pomeriggio, per la chiusura del Festival, svolta in un<br />

gremito Teatro “Pirandello”, la Fanfara ha intonato Flik<br />

Flok, La Ricciolina e un mix di brani tratti della musica<br />

popolare siciliana “Ciuri Ciuri “, “Vitti na crozza” , “Tarantella<br />

siciliana”, ricevendo il plauso da parte del Sinda-<br />

1929, a questo proposito, ha già compiuto ottant’anni anche<br />

il Bersagliere Antonio Vitale classe 1930, mentre i settanta<br />

li ha festeggiato giusto l’anno scorso il Bersagliere<br />

Andrea Clemente classe 1942 tutti grandi sostenitori della<br />

Sezione dell’ANB di Altamura a conferma del detto: “Bersagliere<br />

a vent’anni, Bersagliere tutta la vita!”.<br />

Sezione sia viva e che ogni anno annovera nuovi soci.<br />

Al termine del pranzo, il Presidente della Sezione, Faedo<br />

Ferdinando ha ringraziato e dato appuntamento al prossimo<br />

anno con l’impegno di proseguire con lo stesso entusiasmo<br />

che contraddistingue il Bersagliere.<br />

Il Presidente<br />

Bers. Ferdinando Faedo<br />

co di Agrigento, Dott. Marco Zambuto. A chiusura della<br />

propria esibizione la Fanfara ha intonato l’Inno di Mameli<br />

cantato da tutto il pubblico del Teatro Pirandello di Agrigento.<br />

Giuseppe Alcamisi


CAVARzERE (VE)<br />

una GIornata dI festa Che sI rIpete da VentIquattro annI<br />

Da ventiquattro anni, nella ricorrenza della festa<br />

dell’Immacolata dell’8 dicembre i <strong>Bersaglieri</strong> della<br />

locale Sezione ANB con i loro simpatizzanti,<br />

danno vita ad una bella giornata di festa presso la Casa di<br />

riposo Danielato. Una volta vi partecipava il Presidente<br />

della Sezione <strong>Bersaglieri</strong> Lino Tortin, ora il nuovo Presidente<br />

Ilario Modena. E’ un avvenimento molto atteso e<br />

partecipato da parte di tutti gli anziani ospiti della casa di<br />

riposo che trascorrono la giornata tra canti e balli tradizionali<br />

riempiendo di gioia ognuno di noi che ogni anno partecipa<br />

a questa attività sezionale. La giornata si conclude<br />

con un lieto brindisi dandoci appuntamento all’anno seguente.<br />

Dalla relazione del Presidente la Sezione<br />

Bers. Ilario Modena<br />

CERtALDo (fI)<br />

monumento al BersaGlIere<br />

Nel numero 9/10 dello scorso anno, è stata data notizia<br />

del monumento inaugurato il 27 maggio 2012.<br />

Si precisa che lo scultore è il Vicepresidente provinciale<br />

ANB di Firenze M° Bers. Giuseppe Caselle e non<br />

il Bers. Iuri Volpini (nella foto) che ne è stato il promotore.<br />

CoLLEfERRo (Rm)<br />

assemBlea soCIale e tesseramento<br />

Da sinistra il sindaco di Colleferro on. Cacciotti, il Presidente<br />

regionale ANB Col. Romani e il Socio Col. Loreti<br />

Appena compiuto il primo anno di esistenza ed ecco che i soci, ordinari<br />

e simpatizzanti accompagnati dalle loro famiglie ed amici<br />

della neo Sezione ANB si sono ritrovati a cena venerdì 15 marzo<br />

nel ristorante “La Locanda del Parco” per l’annuale assemblea sociale e<br />

tesseramento. Tutti i sessanta presenti sono rimasti sorpresi ed orgogliosi<br />

di constatare che in meno di un anno, il costante e determinato impegno<br />

del Presidente Mauro Conti, ha portato anche alla nascita della Fanfara<br />

<strong>Bersaglieri</strong> in congedo che ha allietato la serata con musiche bersaglieresche.<br />

Altra lieta sorpresa, è stato l’apprendere da parte di molti soci, della<br />

recente nomina del nostro iscritto Col. Anacleto Romani alla carica di<br />

Presidente Regionale ANB della regione Lazio che insieme al Sindaco,<br />

On. Mario Cacciotti, ci hanno onorato della loro presenza. Durante la cena è stato approvato il bilancio consuntivo, è stata<br />

presentata la relazione dell’attività associativa dello scorso anno e sono state impartite le direttive sull’ attività sezionale<br />

del corrente anno e alcune precisazioni sull’imminente partecipazione al Raduno <strong>Nazionale</strong> di Salerno. La bella serata<br />

si è conclusa con lo scambio degli auguri per la Santa Pasqua accompagnati dal “Flik-Flok”, dal Silenzio fuori ordinanza<br />

e dall’Inno <strong>Nazionale</strong>.<br />

ll Presidente di Sezione Bers. Mauro Conti<br />

9


ComACChIo<br />

Conferenza nel GIorno del rICordo<br />

In occasione delle celebrazioni del<br />

“Giorno del Ricordo” il 12 febbraio<br />

si è svolta presso la sala polivalente<br />

comunale una interessante<br />

conferenza dal titolo Le radici del ricordo:<br />

storia di una terra e del suo popolo.<br />

L’iniziativa organizzata dalla Sezione<br />

<strong>Bersaglieri</strong> di Comacchio, in collaborazione<br />

con l’amministrazione comunale,<br />

si è aperta con i saluti del Sindaco<br />

dott. Marco Fabbri cui ha fatto seguito<br />

l’intervento della prof.ssa Anna<br />

Quarzi, direttrice dell’Istituto di storia<br />

contemporanea di Ferrara, che ha evidenziato<br />

il contesto storico alla fine<br />

del secondo conflitto mondiale e le<br />

conseguenze drammatiche subite dalle<br />

migliaia di nostri compatrioti sul<br />

confine orientale italiano dopo l’armistizio<br />

dell’8 settembre 1943.<br />

fERRARA<br />

CommemorazIonI<br />

Il 14 Ottobre 2012, la Sez. <strong>Bersaglieri</strong> di Ferrara ha<br />

commemorato la “Madonna del Cammino” e la II Battaglia<br />

di “El Alamein”. La Cerimonia ha avuto inizio<br />

presso il Monumento dei <strong>Bersaglieri</strong> del Po in piazza<br />

XXIV Maggio con l'alzabandiera e la deposizione della<br />

corona di alloro ai Caduti. Per gli Onori era presente la<br />

Fanfara di Bedizzole. Nel pomeriggio, dopo il pranzo <strong>Cremisi</strong>,<br />

la Fanfara ha tenuto un concerto presso l'Auditorium<br />

del centro ricreativo “Il Quadrifoglio di Pontelagoscuro”.<br />

In occasione dei suddetti eventi è stato allestito uno stand<br />

di moto d'epoca militari e civili, di proprietà del socio<br />

Bers. Luca Prandini.<br />

Il Presidente Bers. Paparella Lino<br />

fIera mIlItarIa<br />

La Sezione, in occasione della Fiera Militaria ha allestito<br />

uno stand in uno spazio messo a disposizione<br />

per le Associazioni d'Arma Provinciali. Erano esposti<br />

un manichino in divisa da Bersagliere, il Labaro attuale<br />

della Sezione ed uno storico risalente alla fondazione della<br />

Sezione del 1930, il Medagliere della Provincia di Ferrara,<br />

10<br />

Successivamente prendeva la parola il<br />

presidente del comitato ferrarese dell’<strong>Associazione</strong><br />

Venezia Giulia e Dalmazia,<br />

rag. Flavio Rabar che ha dei<br />

campi profughi nella provincia di Ferrara.<br />

E’ seguita una proiezione di un<br />

docufilm del regista Nicolò Bongiorno<br />

dal titolo Esodo: la memoria nega-<br />

ta. Ha concluso l’avv. Alceo Ranzato<br />

profugo fiumano che ha raccontato la<br />

sua personale esperienza.<br />

A questa conferenza hanno partecipato<br />

diverse autorità locali, le Associazioni<br />

Combattentistiche e d’Arma tra<br />

le quali spiccava la numerosa presenza<br />

dei <strong>Bersaglieri</strong> di Comacchio ed un<br />

nutrito gruppo di alunni delle scuole<br />

medie del territorio.<br />

L’incontro è stato coordinato dal presidente<br />

della Sezione <strong>Bersaglieri</strong> di<br />

Comacchio, Pier Giuseppe Gelli che<br />

nel suo intervento introduttivo si è<br />

soffermato sull’importanza del significato<br />

di questa giornata che “ha il dovere<br />

morale di ricordare e di ristabilire<br />

la verità storica facendo emergere anche<br />

quegli errori come il colpevole silenzio<br />

su cui quelle stragi si sono fondate,<br />

affinché tutti sappiano, soprattutto<br />

le giovani generazioni”.<br />

G.P.<br />

documentazioni e materiale storico-didattico, proiezioni di<br />

video storici di Raduni nazionali e provinciali, due moto<br />

storiche di proprietà del Bers. Luca Prandini ed altro materiale<br />

del Gen. Franco Scaramagli. Numerose le visite e le<br />

richieste di informazioni sulla storia dei <strong>Bersaglieri</strong>.<br />

All’allestimento hanno contribuito il Presidente Provincia


le Bers. Michele Rocchi, i <strong>Bersaglieri</strong> della Sezione di Comacchio,<br />

il Bers. Basaglia Fernando, reduce del LI Btg.<br />

combattente a Monte Lungo, il Bers. Ivo Mazza, combattente<br />

sui Balcani. Molto gradite le visite presso lo stand del<br />

Presidente ANB della Regione Toscana Alfio Coppi, del<br />

Presidente ANB Provinciale di Pistoia Filippo Lanzarini,<br />

del Presidente Provinciale ANB di Verona Marco Cavallaro,<br />

del Presidente della Sezione ANB di San Felice sul Panaro<br />

Graziano Ferraretto, del Presidente della Sezione<br />

ANB di Vigarano Mainarda Alessandro Berselli, del Presidente<br />

della Sezione ANB di Argenta Luca Ricci Maccarini<br />

e di tantissimi <strong>Bersaglieri</strong> delle Sezioni venete.<br />

foGGIA<br />

festa del trIColore<br />

Il 17 marzo, la Sezione di Foggia ha organizzato una<br />

manifestazione per la Festa del Tricolore. Hanno partecipato<br />

molte Sezioni della provincia di Foggia e numerose<br />

autorità civili e militari. In rappresentanza dell'ANB<br />

Puglia era presente il Presidente regionale Gen. Michele<br />

Genchi e il Vicepresidente Bers. Aldo Mazzarella. L’organizzazione<br />

è stata coordinata dal Presidente provinciale<br />

ANB di Foggia Bers. Raffaele di Corcia e dal Segretario<br />

Bers. Franco Abruzzese. Ha aperto la manifestazione la<br />

Fanfara che si è esibita all’interno della casa di riposo per<br />

anziani "Maria Grazia Barone", allietando gli ospiti, notevolmente<br />

commossi per l'attenzione a loro riservata, con<br />

musiche bersaglieresche. Il corteo si è diretto in piazza<br />

della Libertà presso il Cippo del Bersagliere ed a seguire<br />

presso il Monumento dei Caduti. Qui, i Labari delle Sezioni<br />

e Provinciali si sono schierati per rendere omaggio al<br />

gonfalone della città di Foggia, decorato di due Medaglie<br />

d'Oro al Valore Civile e Militare per poi depositare una corona<br />

di fiori tricolore ai piedi del monumento. Successivamente<br />

in piazza Giordano la Fanfara si è esibita assecondando<br />

le richieste della popolazione presente. La giornata<br />

si è conclusa con una sfilata in mezzo a due ali di folla con<br />

tanti bambini che sventolavano bandierine tricolori. Le prime<br />

a sfilare sono state le Crocerossine seguite dalle Associazioni<br />

Combattentistiche e d'Arma, il gruppo della Protezione<br />

Civile dei Carabinieri, il gruppo "Carlucci" di Altamura<br />

con le divise storiche e infine i <strong>Bersaglieri</strong> con i rispettivi<br />

Labari. La Fanfara di Orsara di Puglia "Pietro De<br />

Biccari" ha concluso la manifestazione, guidata magistralmente<br />

dal M° Antonio Del Sonno. I giornali locali hanno<br />

riservato grande attenzione a questa festa, in particolare la<br />

Gazzetta del Mezzogiorno titolava "Una città in festa a<br />

passo di corsa". Un particolare ringraziamento a tutti coloro<br />

che hanno partecipato alla buona riuscita di questa manifestazione,<br />

in particolar modo al Presidente ANB regio-<br />

nale e al Presidente della Sezione di Foggia Angelo Villani,<br />

a tutto il consiglio della Sezione che si è impegnato fortemente<br />

per la realizzazione di questa festa e ovviamente,<br />

un grazie anche a tutti i <strong>Bersaglieri</strong> che hanno preso parte<br />

alla manifestazione con il consueto triplice URRà !!!<br />

11


jESoLo (VE)<br />

festa della sezIone<br />

Il 2 febbraio in occasione della tradizionale Festa della<br />

Sezione di Jesolo, sono state consegnate dal vice sindaco<br />

della città Roberto Rugolotto due targhe di riconoscimento<br />

per la loro lunga attività in favore del bersaglierismo<br />

ed in particolare della Sezione ANB "Leopoldo<br />

Pellas", a due <strong>Bersaglieri</strong> "storici" presenti sin dalla fondazione<br />

della Sezione nel 1967; si tratta dei cugini Armando<br />

Pasqual cl.1925 del 1° Rgt e Esterino Pasqual cl. 1923 del<br />

9° Rgt <strong>Bersaglieri</strong>. Le consegne della Targa a Armando e esterino Pasqual.<br />

In rICordo dI sante CeCCherInI<br />

Nella “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione,<br />

dell’Inno e della Bandiera”, il 17 marzo la<br />

Fanfara <strong>Bersaglieri</strong> di Jesolo ha partecipato all'inaugurazione<br />

di un altorilievo in marmo bianco raffigurante<br />

il Generale dei <strong>Bersaglieri</strong> Sante Ceccherini Comandante<br />

della 3° Brigata <strong>Bersaglieri</strong> che combattè nelle nostre<br />

zone durante la 1° Guerra Mondiale.<br />

L'opera, donata dallo scultore Sergio Dalla Mora al socio<br />

jesolano cav. Bers. Francesco Luvisotto in occasione del<br />

suo 90esimo compleanno, riproduce il nostro Eroe con<br />

l'immancabile pipa in bocca.<br />

SANtE CECChERINI Nato a Valdarno (FI) nel 1861, entra nel collegio militare a 15 anni, prosegue gli studi alla Accademia di Modena, uscendone<br />

Sottotenente prendendo servizio nel corpo dei <strong>Bersaglieri</strong>, nel quale militerà ininterrottamente fino alla Prima Guerra Mondiale. Valente schermitore,<br />

si dedicò prevalentemente all'attività sportiva. Il titolo di campione italiano, gli valse la promozione a Capitano nel 1897 e partecipò ai Giochi<br />

olimpici di Londra del 1908 aggiudicandosi la medaglia d’argento "a squadre" e ottenendo la promozione a Maggiore nel 1910. Conclusa la<br />

carriera sportiva, nonostante la non più giovane età, nel 1912 chiese di partecipare alla guerra Italo-Turca, dove guidò un battaglione dell'11º Reggimento<br />

<strong>Bersaglieri</strong>, ricevendo una medaglia d'Argento e una di Bronzo al Valor Militare. Durante la prima guerra mondiale fu al comando dell’11º<br />

Reggiemento <strong>Bersaglieri</strong>, che guidò in vari scontri, facendosi valere durante la seconda battaglia dell'Isonzo e ricevendo altre due Medaglie d'Argento<br />

e raggiungendo il grado di Generale. Al termine del conflitto accolse l'invito di Gabriele D'Annunzio a raggiungerlo nell'impresa di Fiume, dove<br />

già il figlio era impegnato. Nel 1922 partecipò alla marcia su Roma, unendosi alla Legione Toscana. Due anni dopo fu promosso Tenente Generale<br />

e gli fu affidato il comando della Milizia Volontaria per la Sicurezza <strong>Nazionale</strong> della Toscana.<br />

LImBIAtE (mI)<br />

la sezIone In festa<br />

Il 10 febbraio la locale Sezione ANB ha partecipato alla<br />

manifestazione promossa dall'amministrazione comunale<br />

di Limbiate, in memoria della ricorrenza di tutti<br />

gli italiani uccisi nelle foibe. Un momento toccante della<br />

manifestazione quando è stata deposta la corona al monumento<br />

in ricordo delle foibe mentre il solista della banda<br />

suonava il silenzio. Alla manifestazione hanno partecipato<br />

numerosi cittadini, Associazioni d'Arma, il Sindaco, il Comandante<br />

dei Carabinieri e della Polizia municipale, la<br />

Protezione civile e la Banda della città di Limbiate.<br />

12<br />

Da sinistra il Presidente regionale ANB Veneto Bozzo, lo scultore Sergio Dalla Mora,<br />

il novantenne Francesco Luvisotto e il Presidente di Jesolo Italo Franzi.


mIRANo (VE)<br />

ConsIGlIo proVInCIale<br />

Acorredo dell’articolo di pag. 22 del numero precedente<br />

relativo al Consiglio provinciale svoltosi a<br />

Mirano il 15 dicembre u.s. pubblichiamo una foto<br />

che documenta la presenza del Sindaco in un momento<br />

della consegna degli Attestati ai fedelissimi della Sezione.<br />

PACECo (tP)<br />

2° raduno reGIonale<br />

La piccola cittadina che si erge su una collina nelle<br />

vicinanze di Trapani ha accolto il 13 e 14 aprile la<br />

manifestazione bersaglieresca purtroppo offuscata<br />

da un grave lutto che due giorni prima ha colpito l’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Nazionale</strong> <strong>Bersaglieri</strong>, essendo venuto a mancare<br />

il Presidente Regionale ANB della Sicilia Col. Bers. Gia-<br />

como Alfano. Un grande uomo sia per la sua umanità che<br />

per il suo attaccamento e profusione al Corpo dei <strong>Bersaglieri</strong>.<br />

Nonostante tutto la manifestazione ha avuto inizio come<br />

da programma sabato 13 aprile con lo scoprimento di una<br />

targa intitolata al Bers. S. Ten. Serafino Montalto, Meda-<br />

13


glia d’Argento al Valor Militare proprio nella via di Paceco<br />

che porta il suo nome, alla presenza di autorità civili e militari,<br />

del Sindaco, del Presidente <strong>Nazionale</strong> dell'ANB Generale<br />

Bers. Marcello Cataldi, di una rappresentanza della<br />

famiglia Montalto e di tanti cittadini. Dopo la cerimonia di<br />

rito con la benedizione della lapide da parte del parroco<br />

Don Salvo Morghese, lo schieramento con in testa la Fanfara<br />

di Paceco, si è mosso alla volta del Municipio dove il<br />

Vice Presidente Regionale ha consegnato il Medagliere<br />

Regionale all'Assessore Francesco Incambisa.<br />

In serata alle 21,00, ha avuto luogo il concerto della Fanfara<br />

della Sezione di Paceco, magistralmente diretta da Silvio<br />

Barbara, che con diversi brani bersagliereschi ha allietato<br />

i presenti. Al termine del concerto il Presidente <strong>Nazionale</strong><br />

Gen. Cataldi, il Consigliere onorario Bers. Ambrogio<br />

Locatelli di Abbiategrasso e altri ospiti si sono recati presso<br />

la sede della Sezione locale dove parole di grande elogio<br />

sono state spese dal Presidente <strong>Nazionale</strong> nei confronti<br />

del Presidente della Sezione Bers. Vincenzo Quartana e<br />

dei suoi collaboratori, complimentandosi sia per l’organizzazione<br />

del raduno sia della bella sistemazione dei locali<br />

sociali.<br />

Domenica mattina i radunisti, accorsi da diverse città della<br />

Sicilia, si sono ammassati nei pressi della scuola elementare<br />

"Giovanni XXIII" in attesa di sfilare lungo le vie cittadi-<br />

14<br />

ne per poi assitere alle cerimonie dell’Alzabandiera e delgli<br />

onori ai Caduti. Il tutto si è svolto alla presenza di una<br />

compagnia del 6° Rgt <strong>Bersaglieri</strong>, di alcuni ufficiali e sottufficiali<br />

capitanati dal C.te Col. Sindoni, e di un folto pubblico.<br />

Non potevano mancare ovviamente le Fanfare della<br />

regione Sicilia (Paceco, Palermo, Belpasso) e la Fanfara<br />

militare del 6° Rgt <strong>Bersaglieri</strong>, nonchè i Labari delle Sezioni<br />

<strong>Bersaglieri</strong> della Sicilia listati a lutto per la scomparsa<br />

del Presidente regionale ANB Alfano.<br />

Al termine è stata celebrata la Santa Messa dal parroco<br />

Don Salvo Morghese.<br />

Il Raduno si è poi concluso con il pranzo cremisi presso la<br />

Caserma Giannettino di Trapani sede del 6° Rgt <strong>Bersaglieri</strong><br />

durante il quale sono state consegnate alcune targhe ricordo.<br />

Grande commozione quando è stato rivolto il pensiero<br />

al Presidente Alfano, per tutti presente nei propri<br />

cuori, come soleva dire sempre lui “...aleggiano le piume,<br />

all'unisono palpitano i cuori cremisi mentre al suono delle<br />

fanfare, sventola il tricolore".<br />

Ovviamente alla fine i ringraziamenti sono di rito, un grazie<br />

particolare al C.te del 6° Rgt <strong>Bersaglieri</strong> Col. Mauro<br />

Sindoni e ai suoi collaboratori che si sono messi subito a<br />

disposizione per l'organizzazione di questo raduno, grazie<br />

al Presidente <strong>Nazionale</strong> Gen. Cataldi e al Consigliere onorario<br />

Ambrogio Locatelli, al Presidente della Sezione di<br />

Paceco Bers. Vincenzo Quartana e a tutti, ma proprio tutti i<br />

partecipanti venuti con le proprie famiglie, in particolare ai<br />

ragazzi della Fanfara di Palermo che, con il lutto nel cuore,<br />

sono intervenuti ugualmente per commemorare la figura<br />

del Presidente Regionale Giacomo Alfano al quale erano<br />

molto attaccati e che fortemente ha voluto che questo 2°<br />

Raduno regionale venisse portato a termine nonostante la<br />

malattia lo stesse consumando.<br />

Chiudiamo col motto che il caro Col. Alfano usava molto<br />

spesso "...migliorarsi per migliorare".<br />

Grazie caro Colonnello per tutto quello che ha fatto per i<br />

<strong>Bersaglieri</strong>. Viva l'Italia, viva i <strong>Bersaglieri</strong>, viva il Presidente<br />

Regionale Col. Giacomo Alfano.


REGIoNE EmILIA RomAGNA<br />

Il ContrIButo deI BersaGlIerI alle zone terremotate<br />

Comunale di San Felice sul<br />

Panaro (Mo) ha ospitato i <strong>Bersaglieri</strong> della Re-<br />

L’Amministrazione<br />

gione Emilia Romagna, per ringraziarli della forte<br />

solidarietà espressa in occasione dei terremoti del 20 e<br />

29 maggio 2012. Il Sindaco Alberto Silvestri, ha voluto incontrare<br />

e ringraziare personalmente i <strong>Bersaglieri</strong> della Sezione<br />

di Treviolo (Bg), la Fanfara Garibaldina e una folta<br />

delegazione dello stesso Comune bergamasco, per i numerosi<br />

aiuti economici ed invii di generi di prima necessità.<br />

Ad organizzare e coordinare questo commovente "gemellaggio"<br />

la Sezione “K. Gavioli” di San Felice sul Panaro,<br />

della quale fa parte il Presidente Regionale Bers. Rocco<br />

Paltrinieri, che all'epoca del tremendo sisma ne era Presidente.<br />

Graditi ospiti il Consigliere <strong>Nazionale</strong> Bers. Camillo<br />

Ferroni, in rappresentanza del nostro Presidente <strong>Nazionale</strong>,<br />

il Presidente Regionale Onorario Bers. Luigi Carlo Baroni,<br />

il Presidente Provinciale di Modena Gen. Bers. Giuseppe<br />

Licciardello, il Segretario e Consiglieri Regionali con il<br />

Medagliere e tantissimi Presidenti di Sezione accompagnati<br />

da <strong>Bersaglieri</strong> con i rispettivi Labari.<br />

Dopo la deposizione della corona al Monumento ai Caduti,<br />

in ricordo anche delle ventotto vittime del terremoto, si è<br />

celebrata la Santa Messa proprio presso il Monumento,<br />

aperto in via eccezionale per l’occasione. Al termine, la<br />

Fanfara Garibaldina, assieme ai <strong>Bersaglieri</strong> intervenuti, ha<br />

sfilato per le vie della città, portando le dolci note dei nostri<br />

ottoni tra le rovine delle case e dei negozi distrutti.<br />

Dopo il pranzo, offerto dall’Amministrazione Comunale,<br />

la manifestazione è proseguita nel pomeriggio con il concerto<br />

molto applaudito e partecipato della Fanfara Garibaldina<br />

e con la visita alla casa natale dell'Ammiraglio Carlo<br />

Bergamini, sanfeliciano e Comandante della Corazzata<br />

Roma, affondata dal bombardamento nemico presso le<br />

Bocche di Bonifacio in Sardegna.<br />

Bers. Rocco Paltrinieri<br />

Presidente Regione Emilia Romagna<br />

15


REGIoNE mARChE<br />

16<br />

addIo Caserma la marmora!<br />

Pervenuto dal Presidente Regionale ANB Marche, Bers. Fernando Pezzola, pubblichiamo un articolo del compianto<br />

Bersagliere Edmondo Brunellini, sua autentica testimonianza spirituale degli eventi legati alla trasformazione<br />

della storica Caserma La Marmora in Roma. In merito alle vicende che portarono alla conservazione ed alla ricostruzione<br />

della Bandiera dell’invitto Secondo, rimandiamo a pag. 21 del numero precedente.<br />

Mia cara, adorata caserma del Secondo Reggimento<br />

<strong>Bersaglieri</strong> in Trastevere, a Roma, dove<br />

dal primo gennaio del '40 vissi giornate di indicibile<br />

entusiasmo tra i <strong>Bersaglieri</strong> dell'ottava compagnia<br />

mitraglieri ciclisti del Capitano Sternini.<br />

Ricordo tutti con rimpianto, anche quelli delle altre compagnie<br />

del mio quarto battaglione!<br />

Sono stato presente il 19 Settembre del 2003 nella mia<br />

vecchia caserma all'inaugurazione del nuovo comando dei<br />

Carabinieri del settore per la Custodia dei Beni Culturali.<br />

Ero partito dalle Marche onorato per l'invito, sperando di<br />

incontrarmi ancora con altri ufficiali reduci dal fronte greco-albanese:<br />

invece... nessuno. Mi è stato detto che forse,<br />

o quasi certamente, ero l'unico vivente di tutti gli ufficiali<br />

del Reggimento che il 4 novembre del '40 erano usciti dalla<br />

nostra caserma per la guerra, con destinazione ignota. Io<br />

solo! Non un senso di soddisfazione, credetemi, ma un vero,<br />

acuto dolore. Nel '45 - rientrato miracolosamente in patria<br />

dopo tre anni di guerra e poi nei lager in Germania e<br />

Polonia - potei recarmi a Roma: la prima visita ovviamente<br />

era stata alla caserma. Ma che delusione! Che sconforto!<br />

Non più la sentinella all'ingresso di via San Francesco a<br />

Ripa, ma uno stato di tragico abbandono: povera gente ancora<br />

sfollata, donne intente a lavare panni nel cortile, bimbi<br />

seminudi e quant'altro di avvilente. L'antico palazzo, sede<br />

del Comando di reggimento, semidistrutto. Il reggimento<br />

sciolto e la gente del quartiere Trastevere ed io a domandare:<br />

" Ma perché?" e loro :"Rivolemo li berzajeri"<br />

Avevamo vissuto in quella caserma fin dal 1904. Tuttavia<br />

per quel 19 settembre 1993 era stata invitata una ristrettissima<br />

rappresentanza di <strong>Bersaglieri</strong>: il Medagliere dell'<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Nazionale</strong> <strong>Bersaglieri</strong> con il presidente Amicucci,<br />

il Labaro della Sezione di Roma con il presidente<br />

Colonnello Terrone ma, degli ufficiali reduci e già combattenti<br />

del secondo reggimento... io soltanto!<br />

Cerimonia austera, un ristretto numero di invitati, un rappresentante<br />

del Sindaco, la giovane vedova di un ufficiale<br />

dei Carabinieri Medaglia d'Oro alla Memoria caduto eroicamente<br />

l'anno precedente nell'adempimento del dovere;<br />

diverse Autorità e numerosi ufficiali dei Carabinieri, il Comandante<br />

Generale dell'Arma, Generale Bellini ed il Ministro<br />

dei Beni Culturali, On. Urbani. Prima il Comandante<br />

Generale ed il Ministro hanno passato in rassegna il picchetto<br />

d'onore e la rappresentanza dell'<strong>Associazione</strong> Na-<br />

zionale Carabinieri in congedo, poi si sono soffermati dinanzi<br />

a noi <strong>Bersaglieri</strong>, esprimendo parole di elogio. Nel<br />

primo intervento il Colonnello comandante il settore custodia<br />

dei Beni Culturali, ha ricordato le vicende di quella<br />

loro nuova sede ove avevano vissuto in passato alcune fraternità<br />

benedettine e dopo il passaggio di San Francesco a<br />

Roma i Francescani, poi ha ricordato che fin dal 1904 tutto<br />

il complesso era stato assegnato al Secondo Reggimento<br />

<strong>Bersaglieri</strong> ed era stato denominato "Caserma La Marmora":<br />

un reparto glorioso per le tante battaglie vinte, per la<br />

sua partecipazione a quasi tutte le vicende del nostro Risorgimento,<br />

all’ammirazione di tutti gli Italiani, degli Alleati<br />

ed anche dei nemici, tanto che i Carabinieri hanno voluto<br />

mantenere per quel complesso il nome dell'antica nostra<br />

caserma: La Marmora. Al centro del palazzo egregiamente<br />

ripristinato, sopra l'ingresso centrale, in una lunga<br />

fascia murale dal fondo cremisi, è ancora scritto in nostro<br />

onore il motto del reggimento: “Nulli secundus".<br />

Per me è stato motivo di grande commozione e non sono<br />

stato capace di trattenere le lacrime quando la banda ha<br />

suonato il silenzio ed ho rivisto il Bersagliere Secondo<br />

Malavolta, del mio primo plotone mitraglieri ciclisti, cadere<br />

eroicamente al primo assalto accanto al nostro Capitano<br />

superdecorato Mario Fascetti: due giorni dopo colpito a<br />

morte durante un contrassalto, lo stesso Capitano aveva<br />

avuto ancora la forza di ordinare a due <strong>Bersaglieri</strong> che volevano<br />

soccorrerlo "Andate! Andate! Continuate a combattere<br />

e riferite al comandante del reggimento che Fascetti<br />

ha fatto come sempre il suo dovere ". Gli fu concessa la<br />

Medaglia d'Oro alla Memoria. Quel mio Bersagliere Malavolta<br />

risultò essere il primo caduto di tutto il quarto battaglione:<br />

era di Campofilone, qui, nel Piceno; il fratello<br />

Massimino, tempra di contadini marchigiani, italiani puri e<br />

generosi, volle partire volontario per prendere il posto del<br />

fratello. Non lo fermarono neppure il pianto disperato dei<br />

genitori e la preoccupazione di un terreno che rimaneva<br />

senza braccia per lavorarlo. Massimino è tornato vivo in<br />

patria e ha voluto fondare una Sezione dell'ANB nel suo<br />

paese, Campofilone di Ascoli Piceno intitolata al fratello.<br />

Nel 2005 è stato effettuato un raduno regionale proprio a<br />

Campofilone per celebrare il 65° anniversario della gloriosa<br />

morte di Secondo Malavolta.<br />

Il poeta scrisse:"Chi per la Patria muor vissuto è assai, chi<br />

per la Patria muor non muore mai".


REGIoNE VENEto<br />

anB e ana: un futuro dI Grande CollaBorazIone<br />

Il 16 febbraio scorso in occasione della presentazione<br />

del libro "Voci dalla steppa" una rappresentanza della<br />

ANB del Veneto ha partecipato all’evento per ritirare<br />

un premio che sottolinea l’amicizia con gli Alpini di Feltre,<br />

sentimento nato dopo la nostra grandiosa e numerosa<br />

partecipazione lo scorso luglio al raduno Triveneto dell’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Nazionale</strong> Alpini di Feltre.<br />

Il Premio ricevuto è un enorme piatto<br />

dipinto a mano che raffigura l'evento<br />

dell'estate scorsa e che diventa<br />

ancor più prezioso per la frase scritta<br />

tra i due loghi ANA e ANB:“In<br />

segno di Amicizia fra Alpini e <strong>Bersaglieri</strong>”.<br />

Presentatomi con tutti i<br />

Presidenti ANB della Provincia di<br />

Belluno, accompagnato dal Gen.<br />

Vezio Vicini, siamo stati accolti come dei "superospiti";<br />

credo sia un momento storico per l'Assoarma perchè<br />

“l’apertura” riservataci, fa ben sperare per un futuro ricco di<br />

collaborazione ed iniziative congiunte.<br />

Il libro, che per onorare il nostro Corpo ha la copertina di<br />

color cremisi, narra le drammatiche testimonianze di redu-<br />

RoSoLINA (Ro)<br />

InauGurazIone Busto<br />

Il 30 settembre 2012 in via dei <strong>Bersaglieri</strong> è stato inaugurato<br />

un busto di bronzo raffigurante un Bersagliere<br />

con una targa con i nomi dei componenti la locale Sezione<br />

ANB dal 1957 al 2012.<br />

Presenti alla Cerimonia il Presidente Provinciale ANB<br />

Giorgio Panin, il Presidente della Sezione ANB Fernando<br />

Concon, il Consigliere Provinciale ANB Maurizio Ingegneri<br />

ed i <strong>Bersaglieri</strong> della Sezione con i loro famigliari.<br />

ci della campagna di Russia (alcuni presenti in sala).<br />

Sono stati letti sei brani accompagnati da un validissimo<br />

coro di alpini; il primo riguardava i bersalpini, <strong>Bersaglieri</strong><br />

della 216° Compagnia Cannoni Controcarri che nella primavera<br />

del 1942 al comando del capitano Ugo Morini dovettero<br />

eseguire controvoglia l’ordine di “spogliarsi” del<br />

Fez e del Piumetto per vestire il copricapo con la Penna<br />

nera e aggregarsi con i fratelli alpini... quasi nessuno tornò<br />

da quella missione. La consegna del Crest della Presidenza<br />

<strong>Nazionale</strong> ANB ai vertici ANA con alle spalle la brava<br />

Fanfara di San Donà di Piave, ha impreziosito la nostra<br />

partecipazione con un tripudio di applausi. Divertente siparietto<br />

con scambio di cappelli per pochi secondi tra il<br />

Presidente ANA di Feltre Carlo Balestra e il Presidente<br />

ANB di Feltre Luigi Centa. Un ulteriore piccolo particolare<br />

(che volutamente ho fatto notare al microfono), il Medagliere<br />

Regionale Veneto e il Gen. Vicini hanno cucito<br />

sul taschino un piccola coccardina di colore giallo come<br />

segno di solidarietà ai due Marò italiani detenuti ancora in<br />

India... applausi a non finire.<br />

Il Presidente ANB Regione Veneto<br />

Bers. Antonio Bozzo<br />

17


RuVo DI PuGLIA (BA) SAN DoNà DI PIAVE (VE)<br />

deCennale Il VIaGGIo del rICordo<br />

La Sezione <strong>Bersaglieri</strong> di Ruvo,<br />

per il decennale della sua<br />

fondazione, con il Movimento<br />

“Roberto... per la Vita” aprì le manifestazioni<br />

il 31 gennaio dell’anno<br />

scorso con una giornata dedicata alla<br />

Sicurezza Stradale nel liceo<br />

scientifico “O. Tedone” di Ruvo di<br />

Puglia e con la partecipazione del<br />

liceo scientifico di Altamura. Sono<br />

così incominciate molte attività programmate<br />

per l’occasione, che ha<br />

visto la Sezione animata da vero<br />

spirito bersaglieresco, protagonista<br />

e motore trainante della valorizzazione<br />

dei Caduti per la Patria e per<br />

la Pace nel mondo.<br />

Queste attività hanno sempre trovato<br />

l’approvazione e l’incoraggiamento<br />

della popolazione che ravvisa<br />

nei <strong>Bersaglieri</strong> i tutori e i divulgatori<br />

dei valori veri.<br />

Grazie a tutto ciò la Sezione di Ruvo<br />

nell’ultimo anno ha avuto un incremento<br />

di iscrizioni. Merita di essere<br />

citato il sig. Michele Montedoro,<br />

iscritto alla Sezione come simpatizzante,<br />

che pur non avendo fatto<br />

il militare, ha sempre avuto il desiderio<br />

di essere un Bersagliere.<br />

Lo dimostra la sua partecipazione ai<br />

raduni provinciali e non è voluto<br />

mancare al Raduno nazionale di<br />

Latina. In occasione dell’anniversario<br />

della Sezione ha donato una sua<br />

opera (nella foto), che rappresenta<br />

un Bersagliere Ciclista.<br />

a cura della redazione sezionale<br />

18<br />

Il viaggio che ci riporta a El Alamein, dopo solo tre anni da quella prima indimenticabile<br />

esperienza, inizia all’ Aeroporto Catullo di Verona, nel cuore della<br />

notte di domenica 16 settembre 2012, dove la Fanfara di San Donà di Piave, i<br />

<strong>Bersaglieri</strong> della Sezione con il Labaro ed il Medagliere regionale Veneto, carristi<br />

con il loro Medagliere nazionale ed Associazioni d’arma di vario titolo accompagnati<br />

da autorità del consiglio regionale del Veneto, si imbarcano sull’aereo che<br />

atterrerà alle 10.48 locali all’aeroporto di El Alamein.<br />

Al nostro arrivo, i piumetti e le grandi custodie dei nostri ottoni, destano la curiosità<br />

del personale egiziano, che sbrigate le formalità burocratiche ci accompagna<br />

agli autobus che in poco meno di mezz’ora ci porteranno al Ghazala Resort, l’hotel<br />

che per una settimana sarà la nostra base ad El Alamein.<br />

La mattina dopo, lunedì, si parte. E’ sveglia alle 6.00, ma il sole è già alto e dopo<br />

colazione, l’ultimo controllo alla divisa ed allo strumento e via verso la prima tappa<br />

della giornata: il cippo posto nel punto più avanzato della marcia verso Alessandria<br />

in ricordo del 7° <strong>Bersaglieri</strong>. “Mancò la fortuna, non il valore”.<br />

Una strana sensazione ci prende mentre schierati davanti al cippo eseguiamo gli<br />

inni bersagliereschi e i doverosi onori ai Caduti. Ma questo è solo l’inizio! Scendiamo<br />

al Sacrario Militare Italiano, che si presenta imponente e maestoso nella<br />

sabbia egiziana. L’emozione ora è a mille, e per molti di noi che qui ritornano<br />

sembra essere come la prima volta. L’atmosfera goliardica e amichevole del trovarci<br />

assieme in viaggio, si fa improvvisamente di religioso rispetto misto a orgoglio<br />

e noi della Fanfara, al comando del nostro Capofanfara velocemente ci inquadriamo<br />

ed entriamo nella corte d’onore, quasi chinando il capo in segno di rispetto<br />

e di riverenza per i nostri Caduti, seguiti dai nostri Labari e dagli altri Medaglieri<br />

con le Associazioni d’Arma. Il corteo percorre in rispettoso silenzio la salita<br />

lungo la pista Bresciani verso Quota 33, che fu luogo di alloggio di Paolo Caccia<br />

Dominioni e poi, ritornati alla corte d’onore, risale verso la torre del Sacrario per<br />

la cerimonia dell’alzabandiera. Schierati davanti al pennone, il tricolore sale in alto<br />

mentre suoniamo l’inno nazionale cantato da tutti i partecipanti emozionati nel<br />

vedere la nostra bandiera garrire al vento egiziano. La cerimonia continua all’interno<br />

della torre con la posa delle corone ai Caduti. L’inno del Piave rimbomba all’interno<br />

dell’alta torre del sacrario perdendosi tra il gioco degli echi che l’acustica<br />

crea e che sembra farlo suonare all’infinito. Il Silenzio poi, suonato dalla tromba,<br />

dà la sensazione di riempire ogni angolo del mausoleo e voler accarezzare dolce-


mente ogni nostro caduto che qui riposa e che oggi ricordiamo.<br />

L’emozione è forte, tanto che le lacrime faticano a<br />

trattenersi nei visi delle persone e nei <strong>Bersaglieri</strong> della Fanfara.<br />

Leggiamo i nomi dei nostri Caduti sulle lapidi che coprono<br />

i resti dei loro corpi, soffermandoci a pensare sui<br />

tanti “Ignoto” che qui riposano. La cerimonia si conclude<br />

con l’onore ai Caduti al Cimitero degli Ascari e dopo un<br />

breve periodo di libertà concesso per la visite al museo e le<br />

foto di rito, lasciamo il nostro Sacrario dirigendo un ultimo<br />

sguardo all’imponente costruzione mentre l’autobus ci accompagna<br />

al resort per il pranzo. Nel pomeriggio ci rechiamo<br />

a rendere gli onori ai Caduti inglesi, sepolti nel cimitero<br />

di guerra britannico del Commonwealth, dove un’ordinata<br />

distesa di lapidi marmoree che riportano grado, nome<br />

del combattente e stemma del corpo, ricorda le molte perdite<br />

subite dagli alleati. Si svolge così una piccola cerimonia<br />

per i Caduti inglesi e dopo la visita al museo della<br />

Guerra, l’ultima tappa della giornata è presso il Sacrario tedesco,<br />

al cui interno sono custoditi i resti di 4.200 soldati<br />

dell’Afrika Korps del generale Rommel, che tanta ammirazione<br />

aveva per i <strong>Bersaglieri</strong> italiani. Stanchi per l’emozionante<br />

giornata rientriamo in serata al nostro albergo per la<br />

cena, dove ci scambiamo opinioni ed emozioni sulla giornata<br />

trascorsa. Martedì 18 settembre di buon mattino, accompagnati<br />

dal professor Aldino Bondesan, docente all’Università<br />

di Padova e presidente del SIGGMI (Società<br />

Italiana di Geografia e Geologia Militare) che da anni sta<br />

portando avanti un importantissimo lavoro di recupero e<br />

salvaguardia dei luoghi della battaglia di El Alamein, carichiamo<br />

gli strumenti con le custodie nei fuoristrada, una<br />

colonna formata da circa 25 veicoli, che ci porteranno nei<br />

luoghi di posa di due cippi nelle postazioni italiane della<br />

prima linea. Lasciata la vecchia stazione di El Alamein che<br />

ancora si presenta come nelle foto di 70 anni fa, il convoglio<br />

si dirige verso sud e dopo poco più di due ore si ferma<br />

a Fort Menton per caricare i cippi, riposare un attimo e vi-<br />

sitare le trincee che a zig-zag si snodano nel terreno sabbioso.<br />

Riprendiamo il viaggio e poco dopo eccoci a Raqabet<br />

El Retem, nelle postazioni tenute dal 12° <strong>Bersaglieri</strong>. Tutt’intorno<br />

il nulla, solo il vento che muove le nostre piume.<br />

Le schegge arrugginite delle granate sono ovunque, le postazioni<br />

ancora intatte coperte in parte dalla sabbia celano i<br />

ricordi delle battaglie qui combattute, lasciando intravedere<br />

nel terreno bossoli, proiettili, resti di anticarro, qualche bottone<br />

o pochi resti di divisa. Il sapere di trovarci a camminare<br />

sopra i nostri morti ci prende il cuore: che tragico destino<br />

hanno vissuto in questi luoghi i nostri soldati. Posiamo<br />

il cippo donato dalla nostra Sezione ai Caduti del 12°<br />

Reggimento in quella che viene indicata come una postazione<br />

comando. “L’inno del Piave” sale alto al cielo in<br />

questo luogo desolato e ti sembra quasi irreale essere qui<br />

in questo momento, una fortuna destinata a pochi. Ai nostri<br />

eroi dedichiamo un Flik Flok, ma le note stentano ad uscire<br />

dagli ottoni, l’emozione è quasi insopportabile. Un altro<br />

cippo viene posto poi nella postazione del X° Battaglione<br />

Carri. Dopo un frugale pasto, si riprende il viaggio verso le<br />

postazioni tenute dalla Folgore, dalla Pavia, dalla Brescia.<br />

Quota 105, El Taqa-Naqb Rala, Naqb El Khadim, Qaret El<br />

Himeimat, tutti nomi di località quasi impronunciabili e<br />

apparentemente senza significato, ma carichi di valore per<br />

i nostri soldati. Si rientra alla base in tarda serata, concludendo<br />

così il secondo giorno di questa magnifica esperienza,<br />

stanchissimi, ma con la consapevolezza di aver vissuto<br />

qualcosa di straordinario che difficilmente ci ricapiterà.<br />

Il resto della settimana scorre via lento, gustando il piacere<br />

della vacanza, dello stare bene in compagnia dei tuoi amici,<br />

ma intimamente consapevoli che questa è stata e resterà<br />

una delle trasferte più significative effettuate dalla nostra<br />

Fanfara. In ognuno di noi rimarrà per sempre l’orgoglio e<br />

il ricordo di quello che noi amiamo definire:<br />

IL VIAGGIO DEL RICORDO!<br />

Dalla cronaca della Fanfara<br />

19


SERRA DE’ CoNtI (AN)<br />

10° annIVersarIo della sezIone<br />

Il 15 marzo <strong>Bersaglieri</strong> e simpatizzanti<br />

della Sezione si sono riuniti<br />

presso il ristorante “La Fattoria<br />

Rosa” per festeggiare il decimo anniversario<br />

dalla riapertura della Sezione.<br />

Alla cena cremisi erano presenti il<br />

Presidente Regionale ANB Fernando<br />

Pezzolla ed il Bers. Col. Nicola Ciccarelli,<br />

accompagnati dalle gentili<br />

consorti, il Presidente Provinciale<br />

ANB Franco Morresi ed alcuni elementi<br />

della “Fanfara di Acqualagna”.<br />

Il Presidente della locale Sezione,<br />

Bers. Ten. Ivan Cinti, dopo aver ringraziato<br />

tutti gli intervenuti, ha tracciato<br />

un bilancio di quanto, in questi<br />

dieci anni, la Sezione ha fatto grazie<br />

all’impegno di tutti gli iscritti. E’ stato<br />

tARquINIA (Vt)<br />

3° raduno InterreGIonale<br />

Con grande successo e circa mille<br />

partecipanti si è svolto a Tarquinia<br />

dal 14 al 17 marzo, il 3°<br />

Raduno Interregionale dell’Italia Centrale<br />

e Sardegna. Una delle più grandi<br />

iniziative a livello regionale e nazionale.<br />

Il Raduno è stato programmato con<br />

una serie di appuntamenti, incontri,<br />

mostre, concerti, attività benefiche,<br />

eventi sportivi, stand storico e sfilate.<br />

Non sono mancate, naturalmente, le<br />

20<br />

organizzato il Raduno Regionale del<br />

2006 il quale nonostante le avverse<br />

condizioni metereologiche ottenne<br />

chiari apprezzamenti; ed ha suscitato<br />

in tutti gli intervenuti ammirazione; la<br />

Sezione ha inoltre partecipato fattivamente<br />

e con grande successo a tutte le<br />

giornate a favore dell’AISM (<strong>Associazione</strong><br />

Italiana Sclerosi Multipla);<br />

ha portato negli anni ad eleggere un<br />

Consigliere Regionale, il Bers. Baldarelli,<br />

ed un Vice-presidente Provinciale,<br />

il Bers. Monnati; ha partecipato a<br />

tutte le manifestazioni a livello locale<br />

in occasione delle manifestazioni del<br />

2 giugno e del 4 novembre; ha partecipato<br />

alla quasi totalità dei Raduni<br />

Nazionali ed a tutti i Raduni Regiona-<br />

esibizioni delle Fanfare <strong>Bersaglieri</strong> in<br />

congedo di Viterbo, Torre Alfina, Poggio<br />

Mirteto, Cecina e quella dell’Umbria<br />

(Migione) formazione che vede<br />

nelle sue fila la presenza di 5 gigogin.<br />

Alta è stata la partecipazione della popolazione<br />

e dei radunisti di 44 sezioni,<br />

con la presenza del Medagliere <strong>Nazionale</strong>,<br />

dei Medaglieri Regionali del Lazio,<br />

della Toscana, dell’Abruzzo, delle<br />

Marche, dell’Umbria, otto Labari Pro-<br />

li degli ultimi 10 anni nonché alle varie<br />

manifestazioni svoltesi in sede provinciale.<br />

Il Bers. Cinti, visto l’impegno<br />

profuso in questi dieci anni nelle<br />

varie attività dai trenta iscritti, ha ringraziato<br />

e manifestato a tutti l’orgoglio<br />

di essere il loro Presidente di Sezione.<br />

Il Presidente Regionale ANB<br />

Bers. Fernando Pezzolla ha sottolineato<br />

l’intensa attività della Sezione, nata<br />

negli anni trenta e chiusa nei primi anni<br />

ottanta, consegnando al Presidente<br />

Cinti una targa in ricordo. Durante lo<br />

svolgimento della serata gli elementi<br />

presenti della “Fanfara di Acqualagna”,<br />

comandati per l’occasione dal<br />

Bers. Marco Corsetti, hanno allietato i<br />

presenti con le “nostre” musiche.<br />

vinciali, i Gonfaloni dei Comuni di Tarquinia,<br />

Civitavecchia, Viterbo, Tuscania<br />

e Canino, anche per ricordare i 50 anni<br />

di fondazione della locale Sezione <strong>Bersaglieri</strong>.<br />

Fra le autorità presenti il Presidente<br />

<strong>Nazionale</strong> ANB Gen. Marcello<br />

Cataldi, il Presidente Interregionale<br />

Bers. Comm. Roberto Giannursini, il<br />

Segretario Generale ANB Gen. Ottavio<br />

Renzi, il Presidente Regionale Col.<br />

Anacleto Romani, il Presidente Provin-


ciale Bers. Giovanni Menghini, i Consiglieri<br />

Nazionali per il Centro Gen.<br />

Ambrogio Conte e il Gen. Gabriele Susi,<br />

il Col. f.(b) t. ISSMI Claudio Brunetto,<br />

il Magg. Stefano Pensalfini, il<br />

Cap. Alessandro Scherzo, il Sindaco di<br />

Tarquinia Mauro Mazzola, il Vice Sindaco<br />

Renato Bacciardi, il preside prof.<br />

Angelo Maria Contadini, l’assessore<br />

Sandro Celli, altre cariche istituzionali<br />

in rappresentanza dell’Arma dei Carabinieri,<br />

Guardia di Finanza, Polizia municipale,<br />

Associazioni d’Arma e Volontariato.<br />

Molto toccante è stata la deposizione di<br />

una corona al monumento ai Caduti in<br />

via Dasti, accompagnata dalle note della<br />

Fanfara di Viterbo.<br />

Poi, in corteo, sono state percorse le vie<br />

cittadine e presso la Chiesa di S. Francesco<br />

S.E. Mons. Luigi Marrucci, Vescovo<br />

della Diocesi di Civitavecchia e<br />

Tarquinia, ha celebrato la S. Messa. Al<br />

termine, dal Segretario della Sezione<br />

Antonio Menegaldo è stata letta la<br />

“Preghiera del Bersagliere”. Dopo la<br />

cerimonia religiosa, il corteo si è recato<br />

presso il Municipio di Tarquinia, dove<br />

è stato consegnato il Medagliere <strong>Nazionale</strong>,<br />

per essere custodito fino alla mattina<br />

del 17 marzo.<br />

Tra le situazioni che più hanno coinvolto<br />

le attenzioni di tutti è quella che si è<br />

svolta nella suggestiva cornice del<br />

Duomo dove la Fanfara <strong>Bersaglieri</strong> di<br />

Viterbo diretta dal capo Fanfara Mauri-<br />

zio Severini ha eseguito un “concerto”<br />

di tradizionali musiche bersaglieresche.<br />

Durante l’intervallo tra la prima e seconda<br />

parte, il Presidente <strong>Nazionale</strong><br />

Marcello Cataldi ha offerto alle Autorità<br />

locali, al Parroco Don Rinaldo Copponi,<br />

al Presidente della Sezione Mauro<br />

Belli, al Presidente Provinciale, al<br />

Presidente Regionale, al capo Fanfara,<br />

alla gentilissima speaker del concerto<br />

signora Erika Biagioni e ai convenuti<br />

degli omaggi associativi. Sono stati<br />

inoltre consegnati due Attestati a Domenico<br />

Centini e Andrea Iacopucci per<br />

essere stati gli ultimi <strong>Bersaglieri</strong> in vita<br />

che hanno contribuito alla fondazione<br />

della Sezione di Tarquinia. Con l’occasione<br />

la Presidenza <strong>Nazionale</strong> ha conferito<br />

la nomina a “benemerito” al socio<br />

simpatizzante Franco Ferretti che<br />

ha acquisito i diritti del socio ordinario.<br />

Il 17 marzo la manifestazione di chiusura,<br />

ma anche quella più attesa del<br />

Raduno che ha avuto inizio con la restituzione<br />

del Medagliere <strong>Nazionale</strong><br />

dalle mani del Sindaco Mauro Mazzola<br />

a quelle del Presidente Regionale<br />

Bers. Col. Anacleto Romani per essere<br />

portato nel quartiere Madonna dell’Olivo,<br />

in via Aldo Moro, per ricevere gli<br />

onori da parte di tutti gli intervenuti e<br />

dalle massime autorità.<br />

Dopo l’alzabandiera con la deposizione<br />

di una corona d’alloro al Monumento<br />

dedicato ai <strong>Bersaglieri</strong> Caduti, sono<br />

stati resi gli onori alla massima autorità<br />

Il Presidente <strong>Nazionale</strong> Gen. Cataldi<br />

nella persona del Presidente <strong>Nazionale</strong><br />

Gen. Marcello Cataldi che ha passato<br />

“di corsa” in rassegna lo schieramento.<br />

Dopo l’allocuzione del Presidente della<br />

Sezione Tarquinia, Bers. Mauro Belli,<br />

sono seguiti gli interventi del Sindaco<br />

di Tarquinia, Mazzola e del Presidente<br />

<strong>Nazionale</strong> ANB Marcello Cataldi.<br />

Splendido, poi, lo sfilamento per le vie<br />

del quartiere Madonna dell’Olivo addobbato<br />

con bandiere del tricolore italiano<br />

che è terminato con l’ultimo tratto<br />

“di corsa” davanti al palco delle autorità,<br />

tra gli applausi della folla posta su<br />

entrambi i lati della strada. Emozionante<br />

e spettacolare il passaggio “di corsa”<br />

sia del Medagliere <strong>Nazionale</strong>, con l’alfiere<br />

Bers. Bruno Catini, scortato dal<br />

Col. Anacleto Romani, dal Gen. Ottavio<br />

Renzi e dal Bers. Fabio Ligi che<br />

quello della Fanfara di Torre Alfina con<br />

il suo capo Fanfara Fabio Camilletti tra<br />

i fumogeni tricolori. Il bilancio positivo,<br />

quindi, della manifestazione promossa<br />

e coordinata dai responsabili della locale<br />

Sezione dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Bersaglieri</strong><br />

ed anche dai massimi responsabili a<br />

livello <strong>Nazionale</strong>, Interregionale, Regionale<br />

e Provinciale sotto il profilo organizzativo<br />

pone l’accento ai non indifferenti<br />

sviluppi turistici, ma anche occasione<br />

per ricordare l’importante attività<br />

dei “Fanti piumati” non solo in Italia<br />

ma anche all’estero con i molteplici impegni<br />

a livello internazionale a carattere<br />

umanitario e per garantire la pace nel<br />

mondo. Ne è testimonianza la partecipazione<br />

del pubblico con la vicinanza<br />

alla più nota delle specialità militari italiane<br />

capace di donare a tutti, entusiasmo,<br />

sorriso e perché no allegria in<br />

qualsiasi momento o situazione.<br />

Giulio Carra<br />

21


toRINo<br />

serata dI Gala al CIrColo uffICIalI eserCIto<br />

VALDoSSoLA (VB)<br />

Il prImo Cd della fanfara<br />

Il 16 dicembre 2012 al Teatro Comunale<br />

“Galletti” di Domodossola<br />

la Fanfara <strong>Bersaglieri</strong> Valdossola<br />

ha presentato il suo primo CD grazie<br />

all’impegno ed al lavoro sinergico<br />

dei suonatori, del capo Fanfara Bers.<br />

Guido Toma e del Presidente della<br />

Fanfara Bers. Ottavio Manzini. Alla<br />

presentazione sono intervenuti i Sindaci<br />

dei Comuni di Crodo e Formaz-<br />

VIGARANo mAINARDA (fE)<br />

pIume e tromBe per rIComInCIare<br />

denominata “Piume e trombe per ricominciare”<br />

la manifestazione che si è svolta il 29 set-<br />

E’stata<br />

tembre dell’anno scorso che è stata fortemente<br />

voluta dai <strong>Bersaglieri</strong> in segno di vicinanza alle popolazioni<br />

colpite dal terremoto.<br />

Il tutto è iniziato nel pomeriggio con la posa di una Corona<br />

22<br />

Come da oltre sessanta anni, il 23 marzo la Sezione “La Marmora” di Torino<br />

ha tenuto la tradizionale veglia cremisi magistralmente organizzata dal Bers.<br />

Gen. Umberto Mangia, Presidente della Sezione. Hanno partecipato: il Bers.<br />

Gen. Benito Pochesci, Presidente <strong>Nazionale</strong> Onorario della ANB, il Bers. Gen. C.A.<br />

Alessandro Montuori Comandante della Scuola di Applicazione di Torino, il Gen.<br />

Paolo Bosotti, Comandante della Regione Militare Nord. Erano altresì presenti il<br />

Bers. Gen. Ennio Betti Presidente Interregionale Nord ANB, il Bers. Col. Giuseppe<br />

Scandura, Presidente Regionale Piemonte, il Bers. Gianni Giordano, Presidente Provinciale<br />

di Torino. Oltre duecento gli invitati che hanno fatto corona alla splendida<br />

esibizione della Fanfara “Lavezzeri” di Asti. Il ricavato della serata è andato a favore<br />

del Centro per la cura dei tumori di Candiolo (TO).<br />

za, che hanno manifestato di essere<br />

orgogliosi della prestigiosa formazione<br />

musicale che con il brio della sua<br />

musica porta entusiasmo e vitalità.<br />

A sua volta il Presidente Provinciale<br />

ANB di Verbania, Bers. Gianluigi<br />

Porrini, ha sottolineato come la Fanfara<br />

riesca ad esaltare quei valori di solidarietà,<br />

altruismo, amor patrio che sono<br />

alla base dell’unità nazionale, ri-<br />

cordando inoltre l’entusiasmo ed il<br />

successo che ha ottenuto all’estero, in<br />

occasione delle recenti trasferte presso<br />

il Parlamento Europeo di Strasburgo<br />

in Francia ed a Zermatt in Svizzera.<br />

Proprio a Zermatt il pubblico, al culmine<br />

dell’entusiasmo, richiese l’esecuzione<br />

dell’Inno <strong>Nazionale</strong> Italiano,<br />

creando grande commozione a tutti<br />

gli italiani presenti.<br />

d’alloro alla Lapide presso il Parco dei <strong>Bersaglieri</strong>, dove<br />

sono stati eseguiti dalla straordinaria Fanfara <strong>Bersaglieri</strong> di<br />

Asti brani consoni alla cerimonia e in conclusione è stata<br />

letta con sottofondo la Preghiera del Bersagliere; quindi il<br />

trasferimento di tutto l’ammassamento presso lo stand gastronomico<br />

di Madonna Boschi per consumare la cena as-


sieme alle autorità civili, militari, alla Fanfara e ai <strong>Bersaglieri</strong><br />

convenuti insieme alle loro famiglie.<br />

Dopo la cena il trasferimento presso la Palestra Comunale<br />

di Vigarano Mainarda dove si è tenuto il concerto della<br />

Fanfara <strong>Bersaglieri</strong> “R. Lavezzeri”. Si spengono le luci,<br />

comincia il saluto del presentatore Bers. Marco Versè nonché<br />

assessore Provinciale di Asti, che racconta l’epopea<br />

bersaglieresca fino alla eroica Breccia di Porta Pia e al suo<br />

“Roma Capitale d’Italia”, la Fanfara, irrompendo nella Palestra,<br />

entra al passo di corsa per raggiungere il palco.<br />

Concerto dal repertorio tutto bersaglieresco, durato circa<br />

due ore e mezza, che ha ottenuto un tripudio di applausi e<br />

apprezzamenti da parte di tutti i presenti.<br />

Alla fine del primo tempo, si sono svolti i saluti di benvenuto<br />

e ringraziamento da parte del primo cittadino, il Sindaco<br />

di Vigarano Barbara Paron, che ha esordito ringraziando<br />

i <strong>Bersaglieri</strong> per quanto fatto e faranno per l’Italia<br />

intera e per il Comune. Poi i saluti delle autorità cittadine,<br />

fra cui l’assessore provinciale di Ferrara, Stefano Calderoni,<br />

e a seguire il saluto da parte del Presidente della Sezione<br />

<strong>Bersaglieri</strong>, Alessandro Berselli, che oltre al suo saluto<br />

ha letto il messaggio inviato per l’occasione dal Presidente<br />

nazionale ANB, Generale Marcello Cataldi; in chiusura il<br />

saluto del Presidente <strong>Nazionale</strong> Onorario, Generale Benito<br />

Pochesci. Alla fine dei saluti di rito, è stato suggellato con<br />

scambio di doni, il gemellaggio tra la Protezione Civile di<br />

Vigarano e la Protezione Civile di Vercelli, questo a seguito<br />

di varie coincidenze dovute al bersaglierismo e al volontariato<br />

di Protezione Civile. Al termine sono state consegnate<br />

alle autorità civili e militari pergamene a ricordo<br />

della serata e, prima dell’esecuzione dei brani maestri, (Silenzio<br />

fuori ordinanza e Inno <strong>Nazionale</strong>) sono stati consegnati<br />

riconoscimenti al Presidente <strong>Nazionale</strong> Onorario Pochesci,<br />

al Sindaco Paron e al capo di gabinetto della Prefettura<br />

di Ferrara, Donatella Corvatta. A tutte le persone intervenute,<br />

alle Autorità, a tutti i <strong>Bersaglieri</strong>, il più sentito<br />

grazie da parte dei <strong>Bersaglieri</strong> Vigaranesi.<br />

Il Presidente della Sezione Alessandro Berselli<br />

VItERBo<br />

rIstrutturato Il monumento dI la marmora<br />

Il 22 luglio dello scorso anno la Sezione ANB di Viterbo,<br />

guidata dal Bersagliere Luigi Roselli, ha inaugurato<br />

la ristrutturazione del monumento ad Alessandro La<br />

Marmora fondatore del corpo dei <strong>Bersaglieri</strong>. Alla cerimonia<br />

hanno presenziato il Sindaco di Viterbo Giulio Marini,<br />

il Presidente Roberto Giannursini, rappresentante del bersaglierismo<br />

nell’Italia centrale, il Presidente dei <strong>Bersaglieri</strong><br />

del Lazio, Ottavio Renzi, il Presidente di Assoarma Viterbo,<br />

Enzo De Micheli e il Presidente provinciale ANB Giovanni<br />

Menghini. La Fanfara dei <strong>Bersaglieri</strong> di Viterbo ha<br />

punteggiato con le sue note le fasi salienti della cerimonia,<br />

mentre il monumento veniva benedetto da Don Luca Scuderi,<br />

un presbitero che svolse il suo servizio militare come<br />

Sottotenente dei <strong>Bersaglieri</strong>. Il vecchio monumento consisteva<br />

in un semplice pilastro su cui era sormontato un busto<br />

in bronzo di La Marmora. La ristrutturazione è consistita<br />

nell’elevazione su un largo basamento del busto con<br />

una idonea delimitazione tramite cancelletto di recinzione<br />

e scritte appropriate. Un bravi di cuore alla Sezione di Viterbo<br />

per l’iniziativa che conferma in maniera tangibile<br />

l’evidenza bersaglieresca nell’area del viterbese.<br />

23


SALeRNO AGOSTO - OTTOBRe 1943<br />

“Avalanche” un’operazione dimenticata<br />

Tratto da Storia della Seconda Guerra Mondiale - Rizzoli<br />

SeCONDA eD ULTIMA PARTe<br />

di Alfredo TERRONE<br />

Dalle navi, i comandanti alleati<br />

non si rendevano pienamente<br />

conto di quello che stava accadendo<br />

sulla costa, occultata prima<br />

dalle tenebre e poi dal fumo, ritennero<br />

comunque che lo sbarco avesse avuto<br />

successo e che potevano sbarcare altre<br />

truppe, materiali, mezzi e rifornimenti.<br />

A livello strategico invece le informazioni<br />

dagli aerei segnalavano il sopraggiungere<br />

dalla Calabria di ingenti<br />

forze tedesche che avrebbero messo<br />

in crisi l’intera operazione “Avalanche”.<br />

Divenne pertanto urgente rendere<br />

disponibili ulteriori reparti quali: la<br />

78^ divisione britannica in Sicilia,<br />

l’8^ divisione indiana in Egitto, peraltro<br />

già imbarcata alla volta dell’Italia,<br />

ed altre divisioni dislocate nel Medio<br />

Oriente e in Nord Africa.<br />

Da parte tedesca il Generale Vietinghoff<br />

aveva ordinato al XIV Panzerkorps<br />

di lanciare su Salerno tutti i suoi<br />

reparti ed in particolare la 16^ Panzerdivision,<br />

anche se a ranghi incompleti<br />

24<br />

e con pochissimi carri armati, e di<br />

concentrare i suoi sforzi contro il X<br />

corpo d’armata britannico, già interessato<br />

da altre due divisioni che impedivano<br />

agli alleati di raggiungere le alture<br />

intorno a Battipaglia, necessarie<br />

per dominare anche l’aeroporto di<br />

Montecorvino. Con l’intensificarsi dei<br />

combattimenti nella zona di Battipaglia,<br />

soltanto il giorno 11 settembre i<br />

reparti britannici riuscirono a prendere<br />

l’aeroporto, anche se non agibile<br />

perché le fanterie tedesche e le artiglierie<br />

che presidiavano le alture ne<br />

impedivano l’uso, mettendo in seria<br />

difficoltà le previste incursioni dei<br />

caccia della marina che non avevano<br />

a terra le previste scorte di carburante.<br />

Di contro fu registrato un notevole<br />

aumento delle incursioni aeree tedesche,<br />

peraltro contenute al di sopra<br />

delle spiagge da palloni di sbarramento,<br />

e dal fuoco delle artiglierie contraeree.<br />

Nei primi tre giorni dell’invasione<br />

la caccia tedesca effettuò più di<br />

500 sortite contro la squadra navale<br />

alleata ed anche grazie all’impiego<br />

delle nuove bombe plananti affondarono<br />

quattro navi da trasporto, un in-<br />

Lo sbarco delle truppe alleate<br />

crociatore pesante e diversi mezzi da<br />

sbarco.<br />

Parte della 29^ divisione Panzergrenadier<br />

intanto esercitava pressione sul<br />

VI corpo d’armata statunitense ed<br />

aveva raggiunto i sobborghi di Salerno<br />

e contrastò efficacemente la 36^<br />

divisione americana che in precedenza<br />

aveva conquistato Altavilla Salentina;<br />

anche la 16^ Panzerdivision era<br />

intervenuta pesantemente a difesa di<br />

Eboli ed aveva respinto da Battipaglia<br />

contingenti della 56^ divisione britannica.<br />

La testa di ponte degli alleati era<br />

ancora pericolosamente poco profonda,<br />

anche il posto comando a terra del<br />

Generale Clark era sotto la minaccia<br />

della fanteria tedesca; lo stesso aeroporto<br />

di Montecorvino si trovava ancora<br />

sotto il fuoco nemico; soltanto<br />

alcuni piloti dei Seafire riuscirono ad<br />

atterrare su una pista in terra battuta<br />

nelle vicinanze di Paestum.<br />

Il mattino del 13 settembre Vietinghoff<br />

si rese conto che i due corpi<br />

d'armata alleati erano separati da una<br />

breccia e ritenne che gli alleati progettassero<br />

di evacuare la testa di ponte<br />

interpretando il sopraggiungere delle


altre navi necessario per la ritirata,<br />

considerando l'impiego delle cortine<br />

fumogene da parte degli alleati vicino<br />

a Battipaglia come uno stratagemma<br />

per mascherare il ripiegamento. Un<br />

radiomessaggio intercettato sembrava<br />

indicare l'intenzione di abbandonare<br />

la testa di ponte e che gli alleati si trovavano<br />

di fronte ad un'altra Dunkerque.<br />

Poco dopo mezzogiorno, i tedeschi<br />

attaccarono da Vietri, Battipaglia,<br />

Eboli ed Altavilla Silentina e subito<br />

riferirono di essere all'inseguimento<br />

del nemico. Inflissero una netta sconfitta<br />

agli americani che cercavano di<br />

riconquistare Altavilla Silentina, sopraffecero<br />

un battaglione americano<br />

nel corridoio che si era formato a cavallo<br />

del corso del Sele e riuscirono<br />

quasi a separare il grosso del X corpo<br />

d'armata britannico dai Ranger, raggiungendo<br />

per un momento la strada<br />

costiera presso Vietri: minacciarono<br />

inoltre di riprendere Salerno dove il<br />

porto, aperto due giorni prima, dovette<br />

essere chiuso, inoltre bombe plananti<br />

avevano danneggiato gli incrociatori<br />

Uganda e Philadelphia e colpito<br />

due navi ospedale, incendiandone<br />

una. Da parte alleata invece l'arrivo<br />

della 7 a divisione corazzata britannica,<br />

che sbarcò nella zona del X corpo<br />

d'armata britannico contribuì a suscitare<br />

un leggero ottimismo grazie anche<br />

all’arrivo dell'ultimo reggimento<br />

della 45 a divisione americana. Nella<br />

notte, inoltre, era giunta notizia che<br />

circa 2.100 uomini della 82 a divisione<br />

aviotrasportata americana erano stati<br />

lanciati sulla testa di ponte e in quella<br />

stessa nottata gli americani avevano<br />

effettuato un'audace operazione aviotrasportata<br />

nei pressi di Avellino con<br />

lo scopo di venire in aiuto del X corpo<br />

d'armata britannico, ma gli uomini<br />

lanciati intorno alla mezzanotte, si trovarono<br />

fortemente dispersi: alcuni<br />

toccarono terra perfino a 38 km dalla<br />

zona di lancio. Il terreno accidentato, i<br />

folti boschi e i vigneti resero impossibile<br />

alle truppe disperse di concentrarsi,<br />

la maggior parte dell'equipaggia-<br />

mento andò perduto o rimase irrimediabilmente<br />

impigliato negli alberi.<br />

Raggruppandosi rapidamente in piccoli<br />

nuclei, i paracadutisti attaccarono<br />

treni di rifornimento tedeschi, convogli<br />

di autocarri e avamposti isolati prima<br />

di mettersi in salvo dietro le linee<br />

alleate. Grazie anche ad un cannoneggiamento<br />

navale particolarmente efficace,<br />

gli attacchi tedeschi sulla testa<br />

di ponte divenivano sempre meno efficaci<br />

ed i combattimenti nella zona<br />

del VI corpo d'armata americano si<br />

affievolirono. Vietinghoff giunse alla<br />

conclusione che non poteva più sperare<br />

di distruggere la testa di ponte e si<br />

rese conto che il continuo avanzare<br />

dell'8 a armata britannica rendeva necessario<br />

che egli si spostasse su buone<br />

posizioni difensive e consigliava una<br />

ritirata generale. Nel primo pomeriggio<br />

del giorno 17 gli attacchi tedeschi<br />

nel settore del VI corpo d'armata statunitense<br />

erano notevolmente diminuiti<br />

ed anche McCreery incominciò a essere<br />

più ottimista nei riguardi della<br />

56^ divisione britannica, benché fosse<br />

ancora in ansia per alcuni battaglioni,<br />

« esausti » della 46 a divisione britannica.<br />

Il 18 settembre, mentre i tedeschi<br />

si ritiravano, i carri armati britannici<br />

entravano in Battipaglia e le truppe<br />

americane muovevano verso Ponte<br />

Sele. Contemporaneamente la 3 a divisione<br />

statunitense del generale Lucian<br />

Truscott jr. stava sbarcando una pattuglia<br />

di collegamento della 5 a divisione<br />

britannica e un aliquota dell'8 a armata<br />

di Montgomery, arrivò per stabilire il<br />

collegamento tra le due grandi unità a<br />

circa 32 km a sud della testa di ponte<br />

mentre la 56^ divisione britannica eliminava<br />

l’artiglieria tedesca che teneva<br />

sotto il suo fuoco l’aeroporto di Montecorvino<br />

e la 45^ divisione americana<br />

entrava in Eboli. Dal canto suo<br />

Vietinghoff lodò le sue truppe. «Il<br />

successo è stato nostro» egli dichiarò<br />

«Ancora una volta i soldati tedeschi<br />

hanno dimostrato la loro superiorità<br />

sul nemico».<br />

In realtà la lentezza di movimento<br />

dell'8 a armata britannica deluse molti<br />

comandanti che avevano sperato che<br />

Montgomery e la sua armata giungessero<br />

rapidamente su Salerno malgrado<br />

le premure quotidiane di Alexander<br />

perché affrettasse i suoi movimenti.<br />

In effetti la sola presenza dell’8^ armata<br />

aveva decisamente condizionato<br />

i tedeschi e Montgomery esercitò<br />

un’influenza decisiva anche se le sue<br />

truppe non presero direttamente parte<br />

ai combattimenti. I tedeschi non riuscirono<br />

a respingere la 5 a armata statunitense<br />

perché i loro piani strategici<br />

contemplavano la ritirata dall'Italia<br />

meridionale indipendentemente dal risultato<br />

della battaglia sulla testa di<br />

ponte. Essi avrebbero desiderato respingere<br />

l'invasione, e una vittoria<br />

avrebbe senza dubbio mutato i loro<br />

piani strategici, ma la loro resistenza<br />

aveva lo scopo di coprire la ritirata e i<br />

tedeschi respinsero la possibilità di impegnare<br />

ulteriori forze prendendole,<br />

per esempio, dall'Italia settentrionale.<br />

Hitler, Kesselring e Vietinghoff erano<br />

soddisfatti. Avevano impedito agli alleati<br />

un facile accesso a Napoli, avevano<br />

inflitto dure perdite alle unità alleate,<br />

avevano districato le loro forze<br />

dall'Italia meridionale ed avevano impedito<br />

agli alleati di sfruttare pienamente<br />

la resa italiana. «I tedeschi possono<br />

vantarsi, non senza motivo» ammise<br />

Alexander «di aver ottenuto su<br />

di noi se non una vittoria, almeno un<br />

importante successo». Combattendo<br />

con forze limitate per un obiettivo limitato,<br />

i tedeschi avevano subito la<br />

perdita di circa 3.500 uomini.<br />

Gli americani ne persero invece oltre<br />

3.500 e i britannici circa 5.500.<br />

Il 20 settembre, le forze dell'8 a armata<br />

britannica occupavano Potenza, 80<br />

km ad est di Salerno, tagliavano la<br />

strada statale fra Salerno e Bari e incontravano<br />

le unità americane ad Auletta,<br />

32 km ad est di Eboli. Prima di<br />

allora, la 1 a divisione canadese, risalendo<br />

dalla Calabria, aveva stabilito<br />

un collegamento con la divisione britannica<br />

aviotrasportata, riunendo così<br />

25


elementi dell'operazione «Slapstick» e<br />

della operazione «Baytown». Il comando<br />

del V corpo d'armata britannico<br />

era sbarcato a Taranto il 18 settembre<br />

e si preparava a ricevere a Bari ulteriori<br />

rinforzi. Ora Montgomery<br />

avrebbe concentrato le sue unità disperse<br />

su un ampio fronte per un attacco<br />

contro Foggia, mentre Clark si<br />

preparava ad avanzare su Napoli per<br />

occuparne il porto. Altri vantaggi derivanti<br />

dall'invasione dell'Italia meridionale<br />

furono l’occupazione della<br />

Sardegna e la Corsica, abbandonate<br />

dai tedeschi in seguito all'azione delle<br />

truppe italiane. In virtù della loro posizione<br />

strategica le due isole costituivano<br />

una base di notevole importanza:<br />

rendevano il Mediterraneo ancora<br />

più sicuro per la navigazione e gli aeroporti,<br />

in particolare quelli della Corsica,<br />

avrebbero portato i bombardieri<br />

alleati vicino al territorio metropolitano<br />

tedesco. Quando Kesselring aveva<br />

dato a Vietinghoff il permesso di rompere<br />

il contatto dopo la battaglia a Salerno,<br />

ordinò una lenta ritirata verso il<br />

nord. Se Vietinghoff fosse riuscito a<br />

guadagnare abbastanza tempo, Kesselring<br />

avrebbe potuto approntare delle<br />

opere di fortificazione su una linea<br />

difensiva già naturalmente protetta<br />

che passava da Mignano circa 80 km a<br />

nord di Napoli e 135 a sud di Roma.<br />

Una ventina di chilometri a nord di<br />

Mignano, la zona circostante Cassino<br />

offriva prospettive anche migliori per<br />

una prolungata battaglia difensiva. I<br />

tedeschi non riuscirono a respingere<br />

la 5 a armata statunitense perché i loro<br />

piani strategici contemplavano la ritirata<br />

dall'Italia meridionale indipendentemente<br />

dal risultato della battaglia<br />

sulla testa di ponte. Essi avrebbero<br />

desiderato respingere l'invasione, e<br />

una vittoria avrebbe senza dubbio<br />

mutato i loro piani strategici, ma la loro<br />

resistenza aveva lo scopo di coprire<br />

la ritirata generale e i tedeschi respinsero<br />

la possibilità di impegnare ulteriori<br />

forze prendendole, per esempio,<br />

dall'Italia settentrionale.<br />

26<br />

11 SEttEmBRE le truppe alleate entrano in una Salerno deserta<br />

Se Kesselring fosse riuscito a far<br />

cambiare idea a Hitler, avrebbe potuto<br />

fermare le forze alleate molto al di<br />

sotto delle posizioni dell'Appennino<br />

settentrionale. Perciò diede a Vietinghoff<br />

l’ordine di riorganizzare lo<br />

schieramento delle sue forze e di costituire<br />

un fronte che attraversasse<br />

l'intera penisola, per poi ritirarsi lentamente<br />

appoggiandosi a una serie di linee<br />

difensive, la prima lungo il fiume<br />

Volturno, 40 km a nord di Napoli, e il<br />

fiume Biferno, circa 64 km a nord di<br />

Foggia. Ritirandosi, Vietinghoff doveva<br />

distruggere sistematicamente<br />

tutte le installazioni di utilità militare<br />

per impedirne l'uso da parte degli alleati.<br />

In conformità con questi ordini<br />

Vietinghoff schierò il XIV Panzerkorps<br />

sulla costa occidentale, e il<br />

LXXVI Panzerkorps su quella orientale.<br />

Entro la fine di settembre egli<br />

aveva costituito un fronte attraverso<br />

la penisola italiana.<br />

Clark mosse ora alla conquista di Napoli,<br />

ma voleva che le sue truppe continuassero<br />

senza fermarsi fino al fiume<br />

Volturno, che gli avrebbe fornito<br />

un'ampia zona cuscinetto per proteggere<br />

il porto da puntate ed incursioni.<br />

Il VI corpo d'armata statunitense, agli<br />

ordini di un nuovo comandante, il generale<br />

John P. Lucas, mosse dalle<br />

spiagge di Salerno verso l'interno il<br />

20 settembre, nella speranza di aggirare<br />

Napoli e di raggiungere il Voltur-<br />

no sopra Capua, ma la 3 a e la 45 a divisione<br />

statunitense incapparono in un<br />

terreno accidentato, difeso efficacemente<br />

da piccole unità di retroguardia<br />

che tentavano di contrastare l'avanzata<br />

impiegando con abilità demolizioni e<br />

mine. Rovesci di pioggia spazzavano<br />

via i ponti e trasformavano le strade in<br />

pantani.<br />

Il X corpo d’armata americano sostenne<br />

lo sforzo maggiore. Dopo aver spostato<br />

le sue forze a sinistra dislocando<br />

la 46^ divisione britannica a Vietri e la<br />

56^ a Salerno, in modo che venissero<br />

a trovarsi sui due passi principali delle<br />

alture di Sorrento, McCreery attaccò il<br />

23 settembre ma fece pochi progressi.<br />

Clark allora rinforzò i Ranger sul<br />

Monte di Chiunzi, finendo poi col<br />

porre l’intera 82^ divisione aviotrasportata<br />

americana al comando di Mc<br />

Creery. Il giorno 28 quando il corpo<br />

d’armata attaccò nuovamente, le truppe<br />

riuscirono a penetrare attraverso i<br />

passi, a raggiungere la piana di Napoli<br />

e ad occupare la città con l’82 a divisione<br />

aviotrasportata americana mentre<br />

le divisioni britanniche, il 1° ottobre<br />

occuparono la periferia orientale e<br />

continuarono ad avanzare lungo la<br />

strada costiera fino al Volturno.<br />

La 5^ armata statunitense aveva preso<br />

pieno possesso della città di Napoli e<br />

la campagna che era durata 21 giorni<br />

era costata poco più di 12.000 perdite<br />

fra americani e britannici.


di Gen. Antonio BIANCHI<br />

Sollecitato più volte da amici, mi<br />

accingo a raccontare brevemente<br />

come siano state vissute<br />

all’8° Reggimento <strong>Bersaglieri</strong> le giornate<br />

che hanno preceduto l’ingresso<br />

del Quinto battaglione in Trieste il 26<br />

ottobre del 1954. Diciamo che la<br />

spinta a redigere questo modesto lavoro<br />

è dovuta anche al fatto che, per il<br />

25 maggio 2008, in occasione del 56°<br />

Raduno <strong>Nazionale</strong> <strong>Bersaglieri</strong>, con un<br />

lavoro di ricerca che ha richiesto diverso<br />

tempo, sono riuscito a “racimolare”<br />

solo una quindicina di superstiti<br />

all’evento storico in precedenza indicato.<br />

Raccontare qualcosa, equivale<br />

per me tornare e onorare con la memoria<br />

coloro che ci hanno lasciati.<br />

Non solo, ma anche per ricordare quei<br />

commilitoni non più in grado di partecipare<br />

alle manifestazioni per problemi<br />

fisici i quali, tuttavia, hanno conservato<br />

intatto lo spirito bersagliere-<br />

1954<br />

L’abbraccio di Trieste<br />

con la Madre Patria<br />

sco che hanno coltivato da sempre<br />

con orgoglio e fierezza. Soggiungo<br />

che i pochi partecipanti allo sfilamento<br />

rappresentavano l’intero V Battaglione,<br />

avrebbero potuto ottenere maggiore<br />

visibilità e attenzione pur in un<br />

contesto organizzativo condotto in<br />

modo superlativo. Il tempo trascorre<br />

inesorabile e questi protagonisti della<br />

nostra storia (come bene ha detto il<br />

Presidente <strong>Nazionale</strong> Onorario Gen.<br />

CA Benito Pochesci), per ragioni anagrafiche,<br />

diventeranno sempre meno.<br />

Riconosco, che i fatti che sto per descrivere<br />

sono noti e stati descritti varie<br />

volte dai mezzi d’informazione chehanno<br />

osservato le cose solo dall'esterno<br />

e tenterò di integrarle in qualità<br />

di protagonista, da Bersagliere del<br />

grande Ottavo che ha vissuto momento<br />

per momento tutte le fasi, e di preparazione<br />

e di attuazione, del fatto<br />

storico.<br />

L’anno 1954 è stato notevole in quanto<br />

ad attività politica del nostro Paese<br />

in relazione alla delicata situazione di<br />

Trieste e delle adiacenti zone A e B.<br />

Tale attività non poteva non destare<br />

notevole interesse in ambito militare e<br />

segnatamente, nelle caserme dislocate<br />

in prossimità della linea di demarcazione,<br />

più di una volta sono state allarmate<br />

(anche in libera uscita si vestiva<br />

l’uniforme SAI2 con baionetta, pronti<br />

ove il caso l’avesse richiesto, all’immediato<br />

rientro).<br />

Tra l’altro, l’esigenza Trieste aveva<br />

comportato il richiamo in servizio di<br />

circa 300 ufficiali, 500 sottufficiali e<br />

12.000 militari di truppa.<br />

In ogni caso, in previsione di possibile<br />

impiego in modo più o meno pacifico<br />

(si andava delineando tra Italia e Jugoslavia<br />

una soluzione ragionevole anche<br />

per la “copertura” americana),<br />

nella caserma “Martelli”, sede dell’8°<br />

Reggimento <strong>Bersaglieri</strong>, l’attività addestrativa<br />

e il completamento degli organici<br />

costituivano un impegno costante.<br />

Non appena condiviso e sottoscritto<br />

il famoso Memorandum, l’ 8°<br />

<strong>Bersaglieri</strong> venne subito indicato come<br />

reparto destinato ad entrare in<br />

Trieste il 26 ottobre 1954 come tutti<br />

sanno, giorno singolare sotto vari profili:<br />

politico, meteorologico e, per i<br />

militari, altamente emozionante.<br />

Passo, passo, eravamo giunti alla vigilia<br />

dell’entrata in Trieste, si erano completati<br />

gli organici in generale inglobando<br />

personale del 3° Reggimento <strong>Bersaglieri</strong>,<br />

rinforzando con attenzione anche la<br />

27


potenza di suono della Fanfara reggimentale<br />

proprio con elementi del predetto<br />

Reggimento.<br />

Il 25 ottobre era stato preannunciato<br />

come giornata invernale piuttosto preoccupante.<br />

Pioggia e freddo avevano<br />

incominciato ad imperversare già dal<br />

primo pomeriggio durante le operazioni<br />

di caricamento del personale e<br />

dei mezzi logistici.<br />

Il battaglione al completo trovava posto<br />

sugli autocarri del Reparto Trasporti<br />

“Ariete” con sede a Casarsa.<br />

Dopo la “campagnola” del Comandante<br />

del V C.A. Gen. D. De Renzi,<br />

seguiva il gruppo Bandiera, quindi su<br />

due lancia RO la Fanfara e il resto del<br />

battaglione. Le condizioni meteo peggioravano.<br />

Vento e pioggia resero ben<br />

difficili tutte le operazioni, ma lo spirito<br />

che aleggiava in tutti, Quadri e<br />

<strong>Bersaglieri</strong>, pareva non condizionare<br />

gran che tutto il lavoro in atto. Al calare<br />

della sera, la colonna si mise in<br />

movimento in direzione Trieste con<br />

prevista sosta notturna presso una caserma<br />

ubicata a Sagrado in provincia<br />

di Gorizia dove in realtà arrivò a sera<br />

inoltrata con condizioni meteo impossibili.<br />

Pioggia battente, freddo e vento<br />

accompagneranno i <strong>Bersaglieri</strong> sino a<br />

Trieste, eventi atmosferici che perde-<br />

28<br />

ranno di intensità solo dopo le dodici<br />

del giorno 26 ottobre.<br />

Il tempo per riposare un po’ e cercare<br />

di scrollarsi di dosso la pioggia che<br />

incessantemente cadeva anche a scrosci<br />

violenti resi micidiali dalla bora.<br />

E’ mattino presto, poco dopo le quattro<br />

(ma i triestini sicuramente erano<br />

già tutti fuori di casa ad attendere i<br />

<strong>Bersaglieri</strong> italiani in quanto il loro<br />

arrivo era preannunciato per l’albeggiare);<br />

quando le quattro autocolonne<br />

militari erano pronte a muovere verso<br />

Trieste dove, peraltro, giunsero con<br />

grande ritardo perché, tanta era la<br />

gente ai lati del percorso che era impossibile<br />

rispettare la tabella di marcia.<br />

è risaputo che, quando il Gen. De<br />

Renzi con i <strong>Bersaglieri</strong> riuscirono a<br />

raggiungere Piazza Unità d’Italia, il<br />

Comandante inglese se n’era già andato<br />

con la scusa del tempo pessimo e<br />

dell’eccessivo ritardo degli italiani<br />

(praticamente fuggì sottraendosi ai risentimenti<br />

dei triestini).<br />

Il Comandante americano non perde<br />

l’occasione per ironizzare sugli inglesi<br />

affermando che “Gli americani non<br />

hanno paura della pioggia”e salutano<br />

le Forze Armate italiane e festeggiano<br />

calorosamente la città. Lasciata la caserma<br />

di Sagrado il serpentone di mez-<br />

zi militari iniziò la sua marcia, ma fin<br />

dai primi chilometri, ci si accorse che<br />

procedere secondo le consegne era<br />

impossibile.<br />

Ai lati della strada, infatti, sin dalle<br />

prime ore del mattino, la folla incurante<br />

delle pessime condizioni meteo,<br />

si accalcava per salutare i militari italiani<br />

cercando di difendersi alla meno<br />

peggio dal freddo che era intenso, dalla<br />

bora e dalla pioggia che non cessava<br />

un attimo.<br />

Ma erano tutti lì, ai lati della strada, in<br />

delirio, e tutti cercavano il contatto fisico.<br />

A mano a mano che si procedeva, ai<br />

lati della strada, la gente era sempre<br />

più numerosa e festante e la strada pareva<br />

sempre più stretta.<br />

Ad un certo punto, i più giovani hanno<br />

dato l’assalto ai mezzi tentando di<br />

salirvi sopra. Più ci si avvicinava a<br />

Trieste, più problematico era procedere.<br />

La gente rimaneva attaccata a qualsiasi<br />

appiglio col rischio concreto di<br />

finire sotto le ruote. I tetti delle cabine<br />

di guida poi, erano così pieni di giovani<br />

di ambedue i sessi che, seduti, con<br />

le gambe penzolanti davanti al cruscotto,<br />

impedivano la vista. Questa situazione<br />

rendeva difficile non solo il<br />

procedere ma anche la stessa guida in


Stretta di mano tra il generale Winterton e il generale De<br />

Renzi al castello di Duino<br />

quanto, il buio appena forato dai fari<br />

dei mezzi, impediva la visibilità con il<br />

rischio di uscire di strada o di investire<br />

qualcuno.<br />

Non si vedevano che gambe penzoloni<br />

e quelli che non potevano salire<br />

perché erano migliaia, cercavano in<br />

tutti i modi di poter almeno toccare i<br />

<strong>Bersaglieri</strong>. Mandavano baci e applaudivano.<br />

Ogni tanto i capimacchina<br />

erano costretti a tirar fuori il capo<br />

dalla cabina per accertarsi che ci si<br />

trovasse ancora sulla carreggiata; e si<br />

prendevano un’ulteriore doccia fredda<br />

e una sventolata di bora. La citazione<br />

potrebbe far sorridere, ma, bisogna tenere<br />

presente che, negli anni cinquanta,<br />

le uniformi in distribuzione erano<br />

due. Una, cosiddetta da fatica, che era<br />

la più consunta, e quella “buona” detta<br />

da libera uscita, era quella che s’indossava<br />

per la ricorrenza. Bagnata<br />

questa (il cappotto non era consentito,<br />

l’impermeabile non esisteva come<br />

non esistevano ripari per il cappello),<br />

una volta fradicia, l’uniforme si asciugava<br />

addosso.<br />

Costantemente in mezzo a due ali di<br />

folla che s’ingrossava e si agitava<br />

sempre di più mano a mano che ci si<br />

avvicinava alla città, i tentativi di aggrapparsi<br />

in qualsiasi modo agli automezzi<br />

si facevano più insistenti.<br />

Alle porte di Trieste, erano spariti i teloni<br />

per cui tutti erano esposti alle intemperie.<br />

Gli occupanti dei cosiddetti<br />

cassoni erano raddoppiati: metà <strong>Bersaglieri</strong><br />

e metà triestini messi lì come<br />

mazzi di asparagi. Sempre procedendo<br />

molto lentamente e con soste frequenti,<br />

arrivati a pochi metri da piazza<br />

Unità d’Italia, ulteriormente co-<br />

stretti alla sosta, si verificò un vero e<br />

proprio arrembaggio.<br />

Le ragazze cercavano in tutti i modi<br />

di sorpassare i mezzi per dare un fiore<br />

ai soldati italiani, saltavano sui camion<br />

dei militari già stracolmi, aggrappandosi<br />

a quelli che c’erano sopra,<br />

col rischio di tirarli giù, si aggrappavano<br />

ai cofani, ai parafanghi a qualunque<br />

appiglio, anche se precario,<br />

abbracciavano i <strong>Bersaglieri</strong>, li baciavano<br />

e li accarezzavano, passavano<br />

dal riso al pianto coinvolgendo i militari<br />

che presi da questo tripudio di italianità<br />

condividevano la gioia dei triestini.<br />

Qualcuno, in piedi sul cassone, si è<br />

messo a suonare “Le campane di San<br />

Giusto” sino al momento in cui la testa<br />

della colonna non si è definitamene<br />

fermata in piazza Unità d’Italia per far<br />

fronte al programma prestabilito.<br />

Tale programma prevedeva più di una<br />

cerimonia militare e civile, per poi<br />

rientrare nei ranghi come gli ordini richiedevano.<br />

Tutti gridavano: “I <strong>Bersaglieri</strong>, i <strong>Bersaglieri</strong>,<br />

sono arrivati i <strong>Bersaglieri</strong>” e<br />

non c’era verso di poterli fermare,<br />

l’entusiasmo era alle stelle.<br />

Continuava a piovere anche se in modo<br />

meno violento. La bora andava finalmente<br />

diminuendo di intensità.<br />

I <strong>Bersaglieri</strong> erano inzuppati, ma il cerimoniale<br />

aveva le sue esigenze per<br />

cui prima di raggiungere la caserma<br />

di Banne dove il V Btg. <strong>Bersaglieri</strong><br />

doveva accantonarsi, i reparti rimasero<br />

in piazza per le operazioni di rito ed<br />

anche ad ascoltare il Sindaco Bartoli<br />

che impazzito di gioia continuava a<br />

gridare a squarciagola che l’Italia era<br />

tornata, la Patria era tornata... Io credo<br />

che le uniformi si siano asciugate quasi<br />

del tutto a causa del calore umano che<br />

scaturiva dalle migliaia e migliaia di<br />

triestini che gremivano la piazza e le<br />

altre vie del centro dove non c‘era un<br />

centimetro di terra libero. Uomini,<br />

donne, vecchi e bambini: erano tutti lì<br />

e tutti con qualcosa di tricolore addosso<br />

e/o da sventolare. Una grande festa<br />

collettiva.<br />

La giornata proseguì in buona parte<br />

per portare a termine la successione<br />

delle cerimonie, solo nel primo pomeriggio<br />

la colonna potè riprendere la<br />

marcia per raggiungere Banne, sempre,<br />

ovviamente, con la gente che si<br />

accalcava ai lati del percorso.<br />

Ma non dimentichiamo che i triestini<br />

sono gente di mare e l’assalto ai <strong>Bersaglieri</strong><br />

si è ripetuto nei confronti delle<br />

navi non appena fu dichiarato che essi<br />

potevano salire a bordo. Un fiume in<br />

piena! Nei giorni successivi, a passeggio<br />

per la città assieme alle ragazze, si<br />

notavano prevalentemente <strong>Bersaglieri</strong><br />

e Marinai.<br />

La sera del 26 ottobre, la Fanfara<br />

dell’8° <strong>Bersaglieri</strong> eseguiva il primo<br />

concerto a favore della città, portando-<br />

29


si un’altra volta in piazza Unità d’Italia<br />

già rigurgitante di gente impazzita<br />

che applaudiva, cantava e... “derubava”<br />

per la seconda volta i poveri “fanfaroni”<br />

di tutto ciò che avevano addosso,<br />

dalle piume (le prime a sparire),<br />

ai bottoni, alle fiamme. Tutto insomma<br />

ciò che era asportabile.<br />

E atti di questo tipo si ripetettero in<br />

ogni parte della città dove transitavano<br />

<strong>Bersaglieri</strong> in libera uscita. Ogni<br />

volta che la Fanfara usciva, rientrava in<br />

caserma spogliata di tutto. Molte ragazze<br />

giravano portandosi dietro una<br />

forbice, e mentre il suonatore, impegnato,<br />

non poteva “difendersi”, zac !,<br />

come minimo spariva un bottone.<br />

Era quindi un problema trovare gli accessori<br />

in quanto in loco, ovviante,<br />

non c’erano negozi e le scarse disponibilità<br />

giungevano da Pordenone.<br />

Difendersi da queste “rapine” era cosa<br />

ardua. Anche nel 1918, ci dicevano le<br />

donne, le nostre madri o nonne si erano<br />

appropriate di qualche piuma di<br />

Bersagliere conservata gelosamente.<br />

30<br />

Ad un certo punto i pochi piumetti disponibili<br />

dovevano costituire scorta<br />

per necessità connesse con le manifestazioni<br />

e le cerimonie che sarebbero<br />

seguite nei giorni a venire.<br />

Allora, Fanfara compresa, fuori con i<br />

fez. Peggio ancora: spariva subito il<br />

fiocco azzurro (ah! le famigerate forbici)<br />

e subito dopo anche il rimanente.<br />

Capitavano cose carine come quella<br />

di trovarsi in tasca bigliettini per inviti<br />

vari con tanto di indirizzo; accadeva<br />

di camminare per i marciapiedi,<br />

vedere spalancarsi una porta e una<br />

persona (solitamente una donna, una<br />

mamma ecc), afferrare il Bersagliere<br />

in transito, abbracciarlo e baciarlo al<br />

grido di viva l’Italia.<br />

Le condizioni meteo migliorarono<br />

dopo le dodici del 26, col sole che fece<br />

capolino per illuminare una giornata<br />

storica. Tutte le attività in programma<br />

si svolsero senza l’assillo<br />

della bora o della pioggia che non<br />

aveva di certo aiutato i <strong>Bersaglieri</strong><br />

nella notte tra il 25 e il 26 ottobre.<br />

Le attività militari così come pianificate<br />

andarono avanti per la loro completa<br />

attuazione, e tutte le unità dell’Esercito<br />

furono variamente impegnate,<br />

con particolare attenzione alla<br />

linea di demarcazione con la Jugoslavia.<br />

Tra lo specifico addestramento, il<br />

1 novembre il Battaglione <strong>Bersaglieri</strong><br />

al completo era chiamato ad attuare la<br />

marcia celere di rito (settimanale), per<br />

cui al mattino presto si mise in marcia<br />

prima percorrendo l’altopiano per scendere<br />

poi verso la costa, attestarsi presso<br />

il Faro di Barcola e procedere quindi<br />

in direzione di Trieste.<br />

E’ durante questa marcia che i <strong>Bersaglieri</strong><br />

ebbero modo di notare che non<br />

tutti i triestini li vedevano con favore.<br />

Le popolazioni dei paesi carsici incontrati<br />

li guardavano con ostilità, probabilmente<br />

perché i risentimenti verso<br />

l’Italia del periodo fascista non si erano<br />

sopiti. Si trattava di cittadini italiani<br />

ma di lingua slovena.<br />

Dopo una breve sosta, partendo dal<br />

Faro e alternando la marcia al passo e<br />

di corsa con la Fanfara in testa, il battaglione<br />

raggiunse la città, sempre con<br />

le persone che sbucavano da tutte le<br />

direzioni per sistemarsi ai lati del percorso.<br />

Giunti alla stazione del tram di Opicina,<br />

l’ultima fatica. Fanfara davanti e<br />

battaglione al seguito, su, di corsa, in<br />

salita con destinazione Banne.<br />

Così terminava il primo giorno di novembre<br />

del lontano 1954.<br />

Una commovente cerimonia, molto<br />

partecipata fu celebrata il 2 novembre<br />

al cimitero di Sant’ Anna, per commemorare<br />

tutti i Caduti in guerra e coloro<br />

che persero la vita l’anno precedente,<br />

alcuni triestini che caddero inneggiando<br />

all’Italia, sotto il piombo della polizia<br />

inglese.<br />

Ma la manifestazione più attesa dalla<br />

popolazione, dopo il ritorno di Trieste<br />

alla Patria, è stata la parata militare del<br />

4 novembre nella quale le scene di<br />

giubilo già viste il 26 ottobre si ripetettero,<br />

questa volta, al sole. Sin dal<br />

mattino presto la gente era alle fine-


stre e salutava con “Viva Trieste Italiana”,<br />

sorrisi e commenti che ricordavano<br />

quanto la città avesse sofferto<br />

in attesa del ritorno all’Italia.<br />

La città era nuovamente imbandierata<br />

e la gente accorreva per accaparrarsi<br />

un posto lungo il percorso della sfilata,<br />

coperta da bandiere tricolori, fazzoletti,<br />

coccarde e quant’altro. Già dal<br />

mattino presto le truppe che partecipavano<br />

allo sfilamento avevano preso<br />

posizione nei luoghi di raduno per la<br />

partenza. Preceduto dal rumore della<br />

folla osannante giunse al Palazzo del<br />

Governo il corteo al seguito del Presidente<br />

della Repubblica Luigi Einaudi<br />

che doveva assistere allo sfilamento.<br />

Dopo gli incontri ufficiali e i discorsi<br />

di rito, lo schieramento era pronto a<br />

muovere. Tutti i triestini erano assiepati<br />

sulle rive e si spellavano le mani<br />

per gli applausi ai primi reparti che<br />

aprivano la parata. Un mare di teste<br />

che si estendeva per chilometri.<br />

Ecco apparire l’8° Reggimento con in<br />

testa la Fanfara attestarsi all’altezza<br />

del palazzo che oggi è sede della Regione.<br />

“Diii, corsaaa !” Un boato della folla<br />

ha accompagnato quest’ordine per la<br />

partenza di corsa e le Forze dell’Ordine<br />

hanno dovuto faticare non poco<br />

per contenere le persone che volevano<br />

riversarsi in mezzo alla strada e riabbracciare<br />

i Fanti piumati che da giorni<br />

ormai erano oggetto di gesti ed espressioni<br />

d’affetto senza fine.<br />

Ancora una volta la Patria, tramite i<br />

suoi soldati, riceveva il saluto e l’abbraccio<br />

caloroso della città mentre<br />

nell’aria si diffondeva il gioioso<br />

scampanio proveniente dalla Cattedrale<br />

di San Giusto.<br />

La giornata proseguiva con gran gioia<br />

collettiva. Canti, saluti, abbracci, sorrisi<br />

e concerti della Fanfara in varie<br />

zone di Trieste.<br />

Il binomio Trieste-<strong>Bersaglieri</strong>, si è così<br />

consolidato anche nel ricordo della<br />

giornata storica del 3 novembre 1918<br />

in cui i <strong>Bersaglieri</strong> appartenenti al 7°<br />

e all’11° Reggimento sbarcati dal cac-<br />

ciatorpediniere “Audace”, erano giunti<br />

per la prima volta in città dando luogo<br />

a quella che fu chiamata “La prima<br />

redenzione di Trieste”.<br />

Nei giorni successivi, alla celebrazione<br />

del 4 novembre, la Fanfara si esibì<br />

in concerto al centro dello Stadio di<br />

calcio, in occasione della partita Triestina-Genoa.<br />

Quindi l’orchestra dell’8° Reggimento,<br />

diretta dall’allora sergente Antonio<br />

Bianchi (che era anche il vice capo<br />

Fanfara nonché comandante di squadra<br />

<strong>Bersaglieri</strong>), si esibì in un concerto<br />

al teatro romano, nel corso di una<br />

trasmissione RAI condotta dai mitici<br />

Laura Solari e Silvio Gigli, che, registrato,<br />

venne quindi trasmesso la mattina<br />

della domenica successiva alla radio,<br />

inserito nella rubrica: “Trasmissione<br />

per le Forze Armate”.<br />

Piano, piano i <strong>Bersaglieri</strong> rientrarono a<br />

Pordenone nella caserma “Martelli” dove<br />

erano di stanza reparti della Divisione<br />

di Fanteria da Montagna “Mantova”.<br />

Tuttavia, per mesi e mesi, per le vie di<br />

Trieste, specialmente nei fine settimana,<br />

i <strong>Bersaglieri</strong> si vedevano ovunque<br />

e comunque in giro per la città a braccetto<br />

con le “mule” le quali, nella loro<br />

limpida genuina euforia andavano ripetendo:<br />

“Voi <strong>Bersaglieri</strong> ci avete liberati”.<br />

Lo spirito patriottico dell’intera città<br />

era grande e noi desideravamo condividere<br />

con i coetanei la gioia che si respirava<br />

in quei giorni a Trieste, dove<br />

l’aria, pur in piena stagione invernale,<br />

aveva il profumo della vita, della Primavera.<br />

Festeggiavamo assieme il ritorno<br />

di Trieste all’Italia, per accantonare<br />

definitamene il pericolo di perdere<br />

la città più italiana di tutte.<br />

Da allora “Tergeste” è sempre nel mio<br />

cuore e grande è stata l’emozione che<br />

ho provato in occasione della celebrazione<br />

del Cinquantenario del ritorno<br />

alla Patria, il 26 ottobre del 2004.<br />

Assistevo a quanto avveniva in Piazza<br />

dell’Unità d’Italia, ma nella mia mente,<br />

passava un film, il film che avevo<br />

registrato poco più che ventenne.<br />

31


Tutti eroi o il Piave o tutti accoppati<br />

Meglio vivere un giorno da leoni che cento anni da pecora<br />

Risulta che anche Curzio Malaparte in un articolo<br />

intitolato “Alla cuccia e zitti”, apparso il 21 novembre<br />

1954 su IL TEMPO, alluse alla celebre<br />

scritta “Meglio vivere un giorno da leone che cento anni<br />

da pecora” senza peraltro accennare all’autore; per molti<br />

anni se ne parlò e fu scritto, così come di altre apparse ad<br />

iniziare dal 1918 del tipo: “Canta che ti passa”, attribuita<br />

ad un ignoto fante della Prima Guerra Mondiale ed incisa<br />

su una dolina carsica, come ricordato da Piero Jahier nel<br />

volume “Canti di soldati”; in merito anche il Petrarca<br />

scrisse “perché cantando il duol si disacerba”.<br />

Abbiamo accertato che il Museo Civico del Comune di<br />

San Donà di Piave conserva, lungo la siepe di cinta dell’Ossario<br />

di Fagaré, due pezzi di muro con quelle scritte<br />

che insistevano sulle pareti di una casa che una volta si<br />

trovava di fronte alla Stazione FF.SS. di Fagaré della Battaglia.<br />

(Vds foto)<br />

Orbene, sempre IL TEMPO del 14 gennaio 1958 riporta in<br />

prima pagina un titolo a tre colonne: IL FAMOSO MOT-<br />

TO DEL PIAVE FU SCRITTO DA UN UFFICIALE LU-<br />

CANO con nell’occhiello la frase “Meglio vivere un giorno<br />

da leone che cento anni da pecora” fu vergata da un…<br />

Capitano dei <strong>Bersaglieri</strong>!<br />

L’articolo relativo, a cura di Dante Pariset riferisce che un<br />

ex militare del Genio, classe 1892, di Salsomaggiore, tale<br />

Enzo Rapelli, in quel momento ricoverato nel “Villaggio<br />

della Carità” un ospizio dell'Opera Don Orione sul colle di<br />

Camaldoli sopra Genova, affermava di essere stato lui<br />

l’autore della scritta e non senza un certo disordine, di essere<br />

rimasto per trent'anni in silenzio, fedele alla consegna<br />

di autorità fasciste che gli avevano detto “ti aiuteremo a<br />

condizione che tu dimentichi di essere stato autore di quella<br />

scritta”, avevano bisogno del suo silenzio per creare un<br />

mito. L’articolo riporta inoltre che il Rapelli, sempre con<br />

un certo disordine, nella notte fra il 15 e il 16 ottobre<br />

1918, mentre sul Piave era in corso l'offensiva dell'VIII<br />

Armata, aveva scritto la storica frase sul muro di una sgretolata<br />

casetta fra Maser e Crocetta di Piave, servendosi di<br />

“un pezzo di carbone”. Evidentemente attratto dai clamori<br />

e non avendo ricevuto alcun cenno da quelle Autorità si<br />

era deciso a richiedere il sussidio a suo tempo promessogli<br />

in cambio del silenzio.<br />

Soggiunge sempre il Pariset, che gli risultava come da oltre<br />

quattro anni a incidere il motto non fu né un fante, come<br />

pensava Malaparte, né un geniere, poiché l'Ing. Carlo<br />

32<br />

Samuelli, che abitava a Roma in viale Liegi 42, era intervenuto<br />

per dirimere la questione sostenendo che era stato<br />

un suo vecchio amico di Matera a scrivere non solamente<br />

la frase celeberrima, ma anche quella non meno famosa:<br />

«Tutti eroi! O il Piave, o tutti accoppati!». Il Samuelli, riporta<br />

il Pariset, era Tenente del 2° Granatieri ed aveva conosciuto<br />

Ignazio Pisciotta, Capitano dei <strong>Bersaglieri</strong> da<br />

Matera, nell’Istituto Rizzoli di Bologna ove era ricoverato<br />

e ricordava che il Pisciotta era valorosissimo, quanto estremamente<br />

modesto, sostenendo inoltre che era difficile violare<br />

il carattere taciturno di quell'autentico eroe che non rivelò<br />

di essere stato autore delle due scritte, ma non vi accennò<br />

neppure molti anni dopo, quando le due frasi venivano<br />

incluse nei libri di testo delle scuole primaria e tutta<br />

Italia ne parlava.<br />

Dopo molti anni, in congedo, l'Ing. Samuelli incontrò nel<br />

1939 il suo vecchio compagno, mentre stava visitando il<br />

Museo dei <strong>Bersaglieri</strong> a Porta Pia ed Ignazio Pisciotta – riporta<br />

il Pariset - da Tenente Colonnello, ne era il direttore.<br />

Ebbene, neanche allora il Pisciotta rivelò il suo segreto finché<br />

gli ufficiali in congedo che all’epoca ricevevano la Rivista<br />

UOMINI, ebbero la sorpresa di leggere, a pag. 9 del<br />

numero di settembre-ottobre 1953, un articolo in cui si<br />

rammentava che tale frase, e l'altra egualmente famosa,<br />

erano state<br />

scritte con la stessa grafia su un rudere a Fagaré di Piave e<br />

non da sconosciuti, ma dal… nostro Pisciotta. In merito<br />

l’autore dell’articolo, tale Sernagiotto forniva tutta una serie<br />

di particolari che non lasciavano adito al minimo dubbio<br />

anche perché, nessuna smentita era mai pervenuta alla<br />

Direzione della rivista «Uomini».


Apparve allora che il vero e inconfutabile autore delle due<br />

leggendarie scritte era Ignazio Pisciotta, nato a Matera nel<br />

1881; diplomato in magistero, aveva studiato scultura a Firenze,<br />

dove aveva aperto un suo primo studio d'arte, assumendo<br />

lo pseudonimo di Aldo Cadige. Il Sernagiotto in<br />

quell’articolo sosteneva che… nella battaglia della Sirte<br />

del 1911, alla testa dei suoi uomini il Tenente Pisciotta del<br />

5° <strong>Bersaglieri</strong> mentre stava caricando il nemico, era stato<br />

raggiunto da una raffica di fucileria che lo aveva colpito in<br />

sette punti diversi. Fu lasciato in terra per morto, ma alla<br />

sera, raccolto il corpo esamine su un’autoambulanza, fu<br />

portato in un ospedaletto da campo ove riprese conoscenza<br />

ed in breve trasportato all’Ospedale Militare di Catania.<br />

Passarono altri mesi, dopo di che il Pisciotta fu mandato<br />

all’Istituto Rizzoli di Bologna per vedere se quei famosi<br />

medici potevano riallacciare il nervo del braccio destro,<br />

troncato da una pallottola e ridargli l’uso della rattrappita<br />

mano destra.<br />

Il Pisciotta nel frattempo si era addestrato a scrivere con la<br />

sinistra ed anche a modellare, talché aveva aperto un suo<br />

studio a Bologna e conosciuto il Sernagiotto di Casavecchia,<br />

aveva stretto con lui una salda amicizia. Ignazio Pisciotta<br />

era decorato di due Medaglie d'Argento e di una<br />

Croce di Guerra al V.M. ed aveva ottenuto la promozione<br />

a Capitano. Dopo Caporetto aveva chiesto di essere riassunto<br />

in servizio. E qui comincia la vera storia delle famose<br />

scritte sul muro di Fagaré del Piave.<br />

Poiché la sua domanda era sta respinta, il Pisciotta si presentò<br />

al fronte dicendo che si offriva come ufficiale di collegamento.<br />

La sua richiesta fu accolta e durante il periodo<br />

che preannunciava la prima battaglia del Piave, legatosi al<br />

polso destro un pentolino di vernice nera, aveva scritto i<br />

due motti servendosi della mano sinistra. Successivamente<br />

fu nuovamente decorato al Valor Militare e promosso<br />

Maggiore sul campo. Il Sernagiotto così prosegue: "Al<br />

fronte ci trovammo in linea e restammo sempre in ottimi<br />

rapporti. Il 9 agosto 1918 mi trovavo a Bologna, allorché<br />

ebbi una visita del Pisciotta. Egli scrisse su un Album che<br />

conservo, il motto «Tutti eroi. O il Piave, o tutti accoppati».<br />

Così prosegue la narrazione del Sernagiotto: “Ignazio<br />

Pisciotta non volle mai che si sapesse che egli era autore<br />

dei due motti. Si tratta di un vero eroe, esemplare per la<br />

sua grande modestia - e prosegue - al cospetto delle asserzioni<br />

dell'ex geniere ricoverato nell'ospizio di Genova si ha<br />

oggi la testimonianza fornita da due ex Ufficiali che recano<br />

nelle carni la prova del contributo di sangue offerto all'Italia<br />

e sul petto i segni del loro valore. Non sembra facile<br />

poter cancellare questa testimonianza, che viene da uomini<br />

i quali hanno visto in carne ed ossa l'eroe materano, anzi il<br />

«civis materanus » come il Pisciotta stesso si definì nella<br />

scritta scolpita nel basamento del suo autoritratto esistente<br />

in Roma”.<br />

Da un articolo di Dante Pariset a cura di Alter<br />

VoCI della steppa<br />

di Carlo Balestra e Italo Riera<br />

Scritto in occasione del 70°<br />

anniversario della battaglia<br />

di Nikolajewka.<br />

Qualche protagonista delle vicende<br />

narrate nel libro tuttora vivente<br />

solo dopo molte sollecitazioni da<br />

parte di familiari si è deciso a render<br />

noto il suo vissuto rendendo<br />

così pubbliche attraverso le pagine<br />

di questo libro esperienze e<br />

drammi rimasti per settanta anni noti solo a se stesso, anche<br />

questo uno dei motivi per cui al libro di cui stiamo parlando<br />

gli autori hanno voluto e saputo dare un'impronta<br />

che mettesse in risalto più che l'aspetto puramente militare<br />

quello umano relativo alla Campagna di Russia.<br />

Gli autori hanno voluto sottolineare il rapporto che si era<br />

venuto a instaurare tra i militari italiani e la popolazione<br />

Russa ma anche con combattenti dell'Armata Rossa che<br />

pur trovandosi davanti ai componenti di un esercito invasore<br />

forse si erano resi conto che questi stavano combattendo<br />

una guerra nella quale non si riconoscevano, ma da militari<br />

non potevano esimersi dal fare il loro dovere anche se<br />

ciò comportava grandi sacrifici e nella maggioranza dei casi<br />

la perdita della vita.<br />

Molto toccante per noi <strong>Bersaglieri</strong> il racconto tratto dagli<br />

scritti dell'allora capitano Ugo Morini comandante della<br />

216 a compagnia controcarri del 7° Rgt. <strong>Bersaglieri</strong> ai quali<br />

fu comandato di consegnare fez, piumetto e ogni segno<br />

che identificasse quei militari come <strong>Bersaglieri</strong> in quanto<br />

sarebbero diventati Alpini. Viste le comprensibili rimostranze<br />

di quei militari che nati <strong>Bersaglieri</strong> non volevano staccarsi<br />

dall'amato piumetto fu loro concesso di portare un piccolo<br />

fez cucito sulla tasca della divisa e le fiamme cremisi cucite<br />

sul rovescio del bavero che avrebbero potuto girare<br />

quando si trovavano nelle retrovie dove avrebbero potuto<br />

pure indossare il fez che era stato loro concesso di tenere<br />

nello zaino. Così nacque la compagnia BersAlpini; pochi di<br />

loro tornarono e lo stesso Capitano Morini fece ritorno a<br />

casa solo dopo qualche anno dalla fine della guerra essendo<br />

stato internato in un campo di prigionia in Siberia ed<br />

avere sopportato inenarrabili sofferenze.<br />

edizioni DBS € 20,00 + spese di spedizione<br />

Il libro può essere acquistato presso la Sezione ANA Feltre<br />

Tel. 0439/80992 mail feltre@ana.it<br />

33


IO NON TREMO<br />

Ad un anno dal terribile terremoto che ha sconvolto<br />

l’Emilia Romagna ecco la testimonianza di un<br />

Bersagliere che ha vissuto in prima persona quei<br />

terribili momenti e come, in pochi istanti, la sua vita e<br />

quella di tanti altri è cambiata.<br />

In questo momento mi trovo in un<br />

monolocale in affitto, sono in zona<br />

rossa e non posso rientrare: i<br />

primi giorni dopo la scossa del 20<br />

maggio, a casa, ci tornavo di nascosto,<br />

tutte le mattine, preparavo il mio<br />

caffè, come sempre e ascoltando il tg<br />

del mattino contavo i rintocchi del<br />

campanile.<br />

Ho un vivo ricordo delle scosse del<br />

29 maggio, mi ricordo che scappando<br />

alzai la testa per guardare e vedendo<br />

che la facciata della chiesa crollava,<br />

pensai subito a casa mia che sta di<br />

fronte, pensai forte non crollare e<br />

chiusi gli occhi…la polvere si alzava.<br />

Qui fa buio presto: a casa mia non c’è<br />

mai il buio, dalle finestre penetra la<br />

luce arancio della chiesa, una luce che<br />

34<br />

illumina tutta la notte e quando mi<br />

sveglio riconosco le mie cose e non<br />

inciampo.<br />

Non sento voci familiari qui, anche se<br />

tengo le finestre aperte, a casa mia<br />

una voce magari mi chiamava e io<br />

scendevo con un birra… in piazza come<br />

se fosse il mio giardino.<br />

Sono stati anni, questi, in cui casa<br />

mia è stata il rifugio dai miei guai e la<br />

chiesa testimone delle mie lacrime e<br />

delle mie preghiere.<br />

Mia nonna mi diceva sempre “se senti<br />

l’Ave Maria alla mattina prega, perché<br />

o ti sei svegliato per andare a lavorare,<br />

e devi ringraziare il Cielo che<br />

lavori, o se devi ancora andare a letto<br />

prega perché non ti prendo a calci nel<br />

sedere”.<br />

A che ora è l’Ave Maria? Credo alle 5<br />

e mezza più o meno, non ricordo più<br />

perché quando la sento chiudo forte<br />

gli occhi e penso a mia nonna.<br />

Molti che nemmeno vivono in piazza<br />

hanno fatto polemiche, in queste settimane,<br />

contro la chiesa, contro il parroco,<br />

contro il sindaco, capisco che in<br />

questi momenti, passata la paura è la<br />

rabbia che rimane, l’unica espressione<br />

che il nostro istinto riesce ad esprimere.<br />

Una rabbia che devi sfogare per forza<br />

contro un nome, contro qualcuno.<br />

I miei colleghi spesso mi chiedono “tu<br />

sei fuori casa per colpa della chiesa?”<br />

io rispondo sempre “io sono fuori casa<br />

per colpa del terremoto”.<br />

Siamo spaventati e confusi, molto<br />

spesso incompresi e vittime d’imbecilli<br />

che si divertono a prevedere nuove<br />

scosse, vittime d’ingegneri che ci<br />

fanno preventivi di spesa che non possiamo<br />

sostenere né in questa vita, né<br />

nella prossima.<br />

Vittime di pratiche da compilare e di<br />

promesse che “forse verranno mantenute.<br />

Forse, spero, almeno. Io non ho<br />

la soluzione e come voi, peggio di<br />

voi, sono spaventato e disorientato per<br />

di più lontano da casa, da visi familiari<br />

e volti amici. Ma in quei giorni difficili<br />

ho trovato molti amici, vecchi e<br />

nuovi, più o meno giovani, ma tutti di<br />

Bondeno che mi hanno aiutato e che<br />

ho cercato di aiutare nei miei limiti.<br />

Vi chiedo di non dimenticare quei<br />

giorni, mai!<br />

Siamo stati bombardati dalla natura,<br />

siamo stati vicini e in religioso silenzio<br />

abbiamo superato quelle ore.<br />

Voglio tornare a casa ed unirmi al coro<br />

di quelli che con coraggio, ammettono<br />

che le nostre vite sono cambiate<br />

e che la storia del nostro paese è cambiata.<br />

Stiamo scrivendo le pagine della<br />

nostra nuova storia.<br />

UN BeRSAGLIeRe DeL 18° BTG POGGIO SCANNO


La casetta di Maria<br />

Da VeLITe d’ITALIA Anno 1 - n° 6 giugno 1923, riportiamo con una vena di nostalgia questa novella che ci riporta indietro di.. qualche anno.<br />

Dunque, Agnolotto, cosa ha detto l’Aiutante Maggiore?<br />

Per Lei e per il ricovero delle mitragliatrici possiamo servirci<br />

della casetta.<br />

Ne sei ben certo?<br />

Certissimo!<br />

Apri, dunque!<br />

E con un ben assestato colpo di spalla, Agnolotto forzò la<br />

porta ed entrarono in cucina.<br />

Va a vedere di sopra se c’è un letto.<br />

L’attendente sparì per le scale e quando scese, si piantò<br />

ben fermo sull’attenti, davanti al proprio Ufficiale, e disse:<br />

Signor Tenente, non si può restare.<br />

Perché!<br />

Perché c’è scritto.<br />

C’è scritto?<br />

Signorsì.<br />

Ma cosa c’è scritto, macaco!<br />

Venga a vedere.<br />

E salito al piano superiore, tra il letto matrimoniale e la<br />

piccola culla bianca, proprio sopra all’acquasantiera, il comandante<br />

la sezione mitragliatrici poté leggere, scritto a<br />

carbone sulla parete:<br />

ITALIANI<br />

abbiate pietà della mia casetta.<br />

MARIA<br />

Ha visto?<br />

Ho visto...<br />

E allora?<br />

Allora Agnolotto bello, hai perfettamente ragione: non<br />

possiamo rimanere.<br />

E dove andrà a dormire?<br />

Nella tenda.<br />

Anche se piove?<br />

Anche se piove!<br />

Bravo, Signor Tenente!<br />

Ma scappò via subito per paura di buscarsi una pedata sotto<br />

la schiena.<br />

Fatto custode della casetta, con l’incarico di dare aria alle<br />

stanze e di tenerle pulite, Agnolotto mise su superbia e divenne<br />

prepotente.<br />

Nelle ore libere dall’ istruzione, si piantava davanti alla<br />

porta e, con la pipetta tra i denti e le braccia conserte, assumeva<br />

comicissime arie da proprietario che mediti troppo<br />

complesse innovazioni o tasse assassine....<br />

Chiunque manifestasse il desiderio di vedere cosa mai si<br />

nascondesse nella casetta misteriosa, era fatto allontanare<br />

con cattive maniere. Una sera, poi, ammaccò con pugni<br />

ben sodi la schiena del capo mitragliere, il quale era riuscito<br />

a penetrare nella cucina e ad asportarne il pennacchio<br />

togli-polvere, per far più bello il suo piumetto.<br />

Non sai che è roba di Maria?<br />

Non me ne importa un fico secco, animale!<br />

Prendi allora e tornaci se ti conviene.<br />

Ma da Cima 3 e dal « Cappuccio » gli austriaci seguitavano<br />

a tirare ogni tanto sull’abitato. Si accanivano, sopratutto,<br />

sulle belle casette che si specchiavano civettuole nelle<br />

acque del fiume, sulla riva destra dell’Isonzo. Si erano accorti<br />

del movimento dei <strong>Bersaglieri</strong>, ed era naturale che<br />

cercassero di disturbarli. Le case furono fatte sgombrare.<br />

Il Reggimento andò ad accampare più indietro. Anche i<br />

<strong>Bersaglieri</strong> della sezione fecero zaino in spalla e se ne andarono.<br />

Solo Agnolotto rimase. Seduto davanti alla porta<br />

della casetta, con l’eterna pipa in bocca ed il capo tra le<br />

mani, pensava alla lettera da scrivere alla sua ragazza: Cara<br />

Lucia, ricordati che quando mi sposo voglio una casetta<br />

come questa qui, piccola ma pulita,con la culla bianca<br />

per il bambino e con le pentole di rame lucide in cucina e<br />

tu devi essere ordinata e brava come la Maria.<br />

Un « pentolone » da 305 scoppiò poco lontano. Lungo! fece<br />

Agnolotto. E cambiò corso ai suoi pensieri. Sicuro, sicuro.<br />

Prima di tornare in linea, butto giù un travicello dal<br />

tetto di quella stalla sgangherata, rubo quattro chiodi al<br />

magazzino del Genio... sprango la porta, e ci «schiaffo»<br />

sopra un bel cartello con la scritta: «Chiuso d’ordine della<br />

21 a Divisione»... Così nessuno avrà il coraggio di aprire.<br />

Un altro «pentolone» scoppiò più vicino. Corto! fece<br />

Agnolotto. Ma non fu corto il colpo che arrivò subito dopo.<br />

Prese in pieno lo spigolo della casetta, e la buttò giù<br />

con grande fracasso, seppellendo il custode testardo, il<br />

quale, miracolosamente salvo, quantunque ferito ad una<br />

coscia, riuscì a liberarsi ben presto dalle macerie.<br />

Ma anziché pulirsi dalla polvere dei calcinacci che l’avevano<br />

imbiancato come un mugnaio, chiuse i pugni in direzione<br />

del San Michele, urlando ai nemici lontani: Vigliacchi…<br />

vigliacchi… Voltatosi, poi, alla casetta distrutta, dimentico<br />

della ferita, pensò a Maria… e pianse come un<br />

bambino. Convinto, alla fine, che ogni disperazione era<br />

inutile, montò sulle macerie, si avvicinò all’unica parete rimasta<br />

in piedi e, tingendo uno stecco nel sangue sgorgato<br />

dalla sua ferita, riuscì a scrivere con gran pena: Gara Maria,<br />

con questo sangue che ti scrivo ti giuro che hanno stato<br />

gli striaci e solo allora giudicò opportuno di andare a<br />

farsi medicare.<br />

MAzzA<br />

35


LE sTAzIONI fERROvIARIE<br />

noto che la prima ferrovia al<br />

mondo fu inaugurata nel Regno Unito il 27 set-<br />

E’universalmente<br />

tembre 1825 fra Stockton e Darlington due<br />

centri della cosiddetta “rivoluzione industriale”, distanti fra<br />

loro una dozzina di chilometri nella contea di Durham;<br />

erano importanti per le ferriere e per l’industria dell’acciaio<br />

e suoi derivati fin dal 1740 quando tale Benjamin Huntsman<br />

per la prima volta nello Sheffield (Yorkshire) aveva<br />

inventato una speciale lega detta appunto Sheffield per costruire<br />

graziosi suppellettili in metallo la cui composizione<br />

a lungo costituì - con apposite leggi - un segreto.<br />

In quella circostanza era al comando della locomotiva lo<br />

stesso inventore George Stephenson (1781-1848) che aveva<br />

diretto sul posto il complesso dei lavori ferroviari.<br />

Il primo servizio viaggiatori fu istituito nella tratta Liverpool-Manchester<br />

nel 1830; le stazioni risalgono ad allora<br />

come posto di partenza e di arrivo, costituivano un tipo<br />

unico: quasi sempre costruite in legno, con un solo marciapiede<br />

protetto da tettoia ed un semplice locale di attesa.<br />

Le prime stazioni italiane sorsero intorno al 1850.<br />

Inizialmente le stazioni erano “di testa” e ubicate ai margini<br />

delle città. Ogni linea era servita dalla propria stazione,<br />

allacciata da tronchetti posti all’esterno dell’abitato.<br />

Nuove linee vennero aggiunte alle preesistenti, ciascuna<br />

con la propria stazione di testa costruita a breve distanza<br />

36<br />

RomA PIAzzA DEI CINquECENto La facciata della Stazione Termini e il Monumento ai Caduti di Dogali<br />

dall’altra per facilitare il collegamento tra loro. Ben presto<br />

però, sorsero inconvenienti perché gli interposti impianti<br />

occupavano vaste zone edilizie ed ostacolavano lo sviluppo<br />

delle città. Un fenomeno come le ferrovie cambiò radicalmente<br />

la percezione e la concezione del tempo con conseguenze<br />

anche sul piano linguistico culturale. Nacquero<br />

neologismi e si impose un nuovo lessico capace di esprimere<br />

le novità. In Italia l’uso corrente del termine stazione<br />

subì un certo “ritardo” lessicale; ad esempio a Torino le<br />

due stazioni provvisorie di Porta Nuova del 1848 e<br />

del1849, sulla linea per Genova che collegava la città a<br />

Moncalieri, si chiamavano rispettivamente Imbarcadero di<br />

Genova e Imbarcadero di Porta Nuova; denominazione in<br />

uso fino alla cessazione della vecchia struttura nel 1867.<br />

Risulta che negli anni Venti l’architetto, urbanista, pittore e<br />

scultore svizzero naturalizzato francese Charles-Edourd<br />

Jeanneret detto Le Corbusier (1887-1965) nel redigere un<br />

«piano per una città di tre milioni di abitanti» abbia disegnato<br />

la stazione al centro, come elemento nodale dal quale<br />

partivano le grandi arterie di traffico su gomma e su ferro.<br />

Anche a Roma dove, come a Torino, la ferrovia “parlava”<br />

francese, nei documenti pontifici la stazione si chiamava<br />

comunemente embarcadère. è avvenuto più tardi anche<br />

per l’automobile, chiamata agli inizi “carrozza senza cavalli”,<br />

il cui motore ha una potenza misurata ancora oggi


in cavalli e il cui design si rifarà a lungo alla carrozza prima<br />

di trovare una propria autonomia e identità.<br />

Le prime stazioni romane furono: Porta Maggiore (1856),<br />

Porta Portese (1859), Termini (1863), Prenestina (1887),<br />

Trastevere (1890), Tuscolana (1891) e San Pietro (1894).<br />

La storia e la geografia di Roma e delle nostre stazioni ferroviarie,<br />

sono espressione della politica dell’allora Stato<br />

della Chiesa e con l’elezione di Pio IX Mastai Ferretti<br />

(1792-1878), succeduto al camaldolese Gregorio XVI<br />

Cappellari (1765-1846) che aveva a lungo osteggiato quell’opera<br />

infernale, presero finalmente avvio i progetti di costruzione<br />

di strade ferrate. Questa avversione attribuita al<br />

pontefice offrì più tardi lo spunto a Giosuè Carducci per<br />

comporre l’inno A Satana (dove il progresso è la macchina<br />

a vapore, ovvero la locomotiva, con il famoso ossimoro:<br />

«Un bello e orribile mostro si sferra»).<br />

Secondo le cronache dell’epoca, Pio IX avrebbe deciso di<br />

introdurre il treno nello Stato Pontificio dopo averne sperimentato<br />

l’utilità quando era esule a Gaeta nel 1849, ospite<br />

di Ferdinando II delle Due Sicilie, che nel 1839 aveva fatto<br />

costruire la prima ferrovia in Italia, tra il palazzo reale di<br />

Portici e Napoli, e nel 1843 aveva impiantato l’opificio per<br />

la costruzione di locomotive, vagoni e binari a Pietrarsa<br />

(località di Portici), oggi trasformato in museo. Diamo ancora<br />

meritato spazio alla nostra prima strada ferrata, rammentando<br />

che nel 1836 Ferdinando II aveva dato concessione<br />

per questa “grande opera” all’ingegnere francese Armand<br />

Joseph Bayard de la Vingtrie ricorrendo a risorse di<br />

privati - potremmo ascrivere questa importante iniziativa<br />

borbonica ad un caso di primo project financing, procedura<br />

sempre più evocata nell’attuale sistema internazionale<br />

degli investimenti. A Roma quindi furono previste tre linee:<br />

la Pio Latina, che aggirando i Colli Albani doveva<br />

raggiungere a Ceprano il confine con il Regno delle Due<br />

Sicilie; la Pio Centrale, vero asse dello Stato, da Roma per<br />

Foligno, Ancona e poi Bologna; la Pio Aurelia, da Roma a<br />

Civitavecchia, il maggior porto pontificio sul Tirreno e da<br />

qui fino al confine toscano. Le tre linee ebbero al loro nascere<br />

stazioni di partenza diverse: la Pio Latina che inizial-<br />

La Stazione di Porta Maggiore La Stazione di Porta Portese<br />

mente raggiungeva Frascati, usufruiva di un capannone<br />

fuori Porta Maggiore (1856) in funzione sino all’impianto<br />

di Termini; la Pio Aurelia - poco più che un capannone –<br />

fuori Porta Portese (1859) e la Pio Centrale a Termini (intorno<br />

al 1863 ne prese il nome e diventerà la stazione centrale<br />

unica della Capitale). Veniamo ora alla nuova Termini,<br />

non è comunque da escludere l’eventuale origine da<br />

Terminus, divinità dell’antica religione romana che aveva<br />

la tutela delle pietre (termini) che segnavano il confine; il<br />

suo culto sarebbe stato istituito da Tito Tazio e Numa<br />

Pompilio. Alla fine del mese di febbraio nella festa delle<br />

Terminalia, i confinanti festeggiavano i termini comuni e<br />

lo stato celebrava la ricorrenza al sesto miglio della via<br />

Laurentina (forse perché vi passava il limite primitivo del<br />

territorio di Roma). Era il luogo d’incontro preferito, anche<br />

perché molte linee tranviarie confluivano a Termini.<br />

Davanti al frontone era stato strutturato nel 1887, dall’architetto<br />

Francesco Azzurri, il monumento ai Caduti di Dogali<br />

soprannominato “il pignolo” per via dell’obelisco egizio<br />

dedicato a Ramses II: era stato rinvenuto nel 1883<br />

dall’archeologo Rodolfo Lanciani alla Minerva nei pressi<br />

del Pantheon. Quando nel 1924 venne ridisegnata la rete<br />

dei trasporti pubblici, il monumento trovò - non senza dissensi<br />

- meno ingombrante collocazione nei giardinetti vicino<br />

a piazza Esedra, ora della Repubblica. La stazione era<br />

costituita da due corpi di fabbrica laterali, classicheggianti<br />

e simmetrici, collegati da una grande pensilina a facciata<br />

triangolare neogotica, sulla quale in seguito fu sistemato<br />

un orologio che giocò un gran ruolo nel costume dei romani<br />

dell’età umbertina e fino alla seconda guerra mondiale<br />

era il luogo d’incontro preferito, anche perché molte linee<br />

tranviarie confluivano a Termini. Durante i lavori e del tutto<br />

imprevisto comparve il muro dell’Aggere Serviano, costituito<br />

da grandi blocchi di tufo risalente alla prima metà<br />

del IV secolo a. C. quando la cinta muraria era stata riedificata<br />

dopo l’incendio dei Galli di Brenno e rafforzata.<br />

I resti portati alla luce vennero conservati in sito all’esterno<br />

della stazione, sull’angolo del piazzale dei Cinquecento<br />

con via Marsala, ed un adeguato edificio venne iniziato so-<br />

37


lamente nel 1867 su progetto dell’architetto pontificio Salvatore<br />

Bianchi. Quella attuale, dedicata a Giovanni Paolo<br />

II, risale agli anni Trenta quando divenne urgente ricostruire<br />

il fabbricato e soprattutto sistemare lo spazio antistante;<br />

l’architetto fu Angiolo Mazzoni (1894-1979) secondo il<br />

Piano regolatore generale del 1931 avrebbe dovuto subire<br />

un declassamento e divenire una semplice stazione di transito<br />

ed il suo sdoppiamento in due scali principali, uno a<br />

Nord della città (Flaminia) e l’altro a Sud (Casilina). Soltanto<br />

nel 1938 venne avviata la costruzione della stazione<br />

monumentale della capitale che si accingeva a commemorare,<br />

con l’Esposizione Universale di Roma (E42), il ventennale<br />

del regime fascista. Il 23 dicembre 2006, con cerimonia<br />

ufficiale d’inaugurazione, sono state collocate simmetricamente<br />

nella galleria centrale due steli alte circa 12<br />

metri, opera dell’architetto Roberto Malfatto: costituite da<br />

un corpo centrale di colore grigio che ospita la titolazione<br />

a Giovanni Paolo II e un coronamento bronzeo che idealmente<br />

proietta verso l’alto la luce.<br />

L’originale ed elegante struttura ancora oggi non passa<br />

inosservata nel percorso interno o esterno. La sua pianificazione<br />

prevede che dai binari 25, 26, 27, 28, 29 (Stazione<br />

per le linee del Lazio) partono anche i convogli (Leonardo<br />

express) per l’aeroporto di Fiumicino; recentemente è stato<br />

ripristinato il ristorante, col nome Convoglia-Viaggio di<br />

sapori, ampio oltre 1.500 mq.<br />

Il granito impiegato pare – da fonte non ufficiale – sia di<br />

provenienza finlandese, in relazione all’aiuto ricevuto dall’Italia<br />

nel 1939 (venticinque aerei da caccia “Fiat G 50”)<br />

quando la Finlandia subì l’invasione sovietica.<br />

Tutto il corpo della stazione congiunge i lati opposti di via<br />

Giolitti e via Marsala e la copertura ondulata, sopra un<br />

atrio di 4.500 mq, sporge a tettoia di 20 m sull’esterno, ha<br />

linee morbide ed ampie vetrate che la rendono luminosa e<br />

aperta, contrappunto al razionalismo del corpo di fabbrica<br />

degli uffici che la sovrastano; verrà chiamata “il dinosauro”;<br />

la decorazione del frontone con forme astratte di pregevole<br />

fattura è dello scultore ungherese Amerigo Tot<br />

(1909-1984).<br />

Proprio grazie a questo frontale, la città entra nella stazione<br />

e la stazione si fa città e la sua galleria assume le caratteristiche<br />

di piazza. In occasione del Grande Giubileo del<br />

2000 gli spazi dedicati all’atrio e alla biglietteria con ingresso<br />

da piazza dei Cinquecento sono stati interessati da<br />

un funzionale restyling di ampia portata (libreria su due<br />

piani, punti di ristoro, negozi), di cui si ha ricordo in una<br />

grande targa di metallo brunito, a caratteri cubitali, collocata<br />

- purtroppo - in un angolo nascosto del salone biglietteria,<br />

dalla parte di via Marsala, da dove si scorgono i poderosi<br />

resti delle cosiddette Mura Serviane.<br />

A cura di Alfredo Terrone, dallo studio di Orazio La Greca e Pierduilio Maravigna: Le stazioni<br />

ferroviarie di Roma. 150 anni di spazialità funzionale.<br />

38<br />

Alberto zanettini<br />

parIde morI CapItano deI BersaGlIerI<br />

Gli eroici <strong>Bersaglieri</strong> sacrificatisi<br />

per la Patria ed ignorati dalle Istituzioni<br />

Spesso libri ed opuscoli sulla<br />

seconda guerra mondiale ed<br />

in particolare quelli che esaltano<br />

la gloria dei reparti vengono<br />

scritti da capi o autorità militari che<br />

ritengono così di costruirsi un piedistallo<br />

di importanza per imporsi all’ammirazione<br />

dei posteri. Questo libro<br />

invece, è stato scritto da un artigiano<br />

della storia, che si è dedicato alle vicende di un ufficiale<br />

di fanteria, della sua stessa città, Traversetolo, poi<br />

transitato nei <strong>Bersaglieri</strong>, che si era arruolato nella R.S.I. e<br />

che aveva combattuto per la difesa del sacro suolo della Patria<br />

in quel di Santa Lucia di Tolmino. Abbiamo ricevuto questo<br />

volume direttamente dall’Autore che, come riferisce nelle<br />

“Considerazioni”, pur avendolo dedicato alla figura ed alla<br />

memoria del Capitano Mori, lo ha anche molto impegnato<br />

nella stesura di numerose pagine relative ad episodi di<br />

autentico eroismo che i componenti del battaglione di appartenenza<br />

del Mori, il “Benito Mussolini”, sostennero combattendo<br />

contro i partigiani di Tito. Si tratta di pagine dolorose<br />

che a distanza di oltre sessant’anni dagli avvenimenti<br />

ricordano con quanto ardore, coraggio e determinazione i<br />

<strong>Bersaglieri</strong> della R.S.I. combatterono in difesa del suolo italiano.<br />

La prima parte del volume è dedicata alle vicende legate<br />

all’intitolazione di una strada del centro urbano di Traversetolo<br />

(Parma) al Capitano Paride Mori ed alle contestazioni<br />

successive che determinarono la revoca dell’intitolazione.<br />

Al di là delle vicende politiche che suscitarono nella<br />

stampa, e non solo, locale accese polemiche e numerosi<br />

interventi in sede municipale, preme ricordare che il lavoro<br />

di zanettini contribuisce a fornire un ulteriore tassello di conoscenza<br />

a quelle che furono le vicende che si svilupparono<br />

in Italia dopo l’8 settembre, quando le nostre truppe furono<br />

sorprese dall’armistizio che non solo formalizzò la<br />

sconfitta militare, ma la tramutò in disfatta oltre che militare,<br />

anche morale e politica. In merito alla passione bersaglieresca<br />

risulta che il Capitano Mori, assediato con la sua<br />

compagnia in una caserma di Tolmino, abbia galvanizzato i<br />

suoi uomini intonando inni e canti di guerra fino a convincere<br />

i partigiani slavi che avevano circondato la sua caserma<br />

a desistere dal conflitto a fuoco.<br />

Alter<br />

Pag. 327, illustrato. Tipografie Riunite Donati, Parma 2013, € 20,00.


Ricordi di un protagonista<br />

Campagna di Grecia 1940 - 41<br />

Il racconto di Antonio Flamini, classe 1915 di Monsampietro<br />

Morico, Bersagliere decano della Sezione di Fermo.<br />

La mia avventura militare, densa poi di drammatici<br />

episodi, inizia con il normale servizio di leva, presso<br />

il 9° Reggimento <strong>Bersaglieri</strong> di Tarvisio, dal<br />

16/04/1936 al 03/04/1937, e successiva posizione di congedo<br />

illimitato. Richiamato alle armi, il 28/05/1940 venni<br />

assegnato al 2° Reggimento <strong>Bersaglieri</strong> Ciclisti di Roma<br />

dove il reparto apprese con profonda preoccupazione, il<br />

10/06/1940, che l'Italia dichiarava guerra alla Francia ed al<br />

Regno Unito nostri ex alleati nel precedente conflitto<br />

1915/18. Dopo breve addestramento in Roma venimmo<br />

trasferiti, il 06/11/1940 a Brindisi, destinazione Valona<br />

(Albania), per raggiungere la zona di guerra in territorio<br />

greco. Da nove giorni, esattamente il 28/10/1940 il "Duce"<br />

aveva deciso, contro il parere del suo stesso Stato Maggiore,<br />

di aggredire proditoriamente la nostra vicina e pacifica<br />

Grecia, tuonando con ripugnante retorica "spezzeremo le<br />

reni alla Grecia".<br />

Il reparto raggiunse la linea del fronte il 16/11/1940 nella<br />

zona di Krionero (Grecia) con l'obiettivo di avanzare in<br />

profondità ed occupare l'importante centro di Giannina.<br />

Dopo lo sbarco a Valona ed il travagliato trasferimento in<br />

zona di guerra ci rendemmo subito conto che la facile<br />

avanzata che ci era stata vergognosamente propagandata<br />

era pura illusione, visto lo stato di impraticabilità delle<br />

strade locali, coperte di fango, e la nostra assoluta insufficienza<br />

sia di armamenti che di organizzazione.<br />

I greci dimostrarono subito una grande volontà di battersi<br />

ed opposero, appoggiati da posizioni ben preparate e presidiate,<br />

una accanita resistenza; difendevano giustamente<br />

con coraggio la loro Patria.<br />

La notte del 18 novembre 1940, verso le 22, il mio battaglione<br />

ricevette l'ordine di espugnare un munito trincerone<br />

nemico situato circa trecento metri sopra la nostra linea.<br />

II Capitano Mario Fascetti mio comandante di compagnia,<br />

dopo averci rivolto parole di forte incitamento, ordinò di<br />

inastare le baionette in quanto l'azione prevedeva un rapido<br />

e risolutivo assalto all'arma bianca.<br />

Ricevemmo inoltre l'ordine di togliere i piumetti dai nostri<br />

elmetti e di nasconderli sotto la giubba perché i greci detestavano<br />

i <strong>Bersaglieri</strong> in quanto li ritenevano corpo scelto<br />

molto combattivo.<br />

L'attacco fu violentissimo, come uscimmo di corsa dalla<br />

nostra trincea per giungere a rapido contatto col nemico,<br />

fummo subito investiti da una violenta reazione di fucileria,<br />

mitragliatrici e mortai.<br />

Appena giunsi a ridosso del caposaldo nemico fui colpito<br />

da una fucilata che penetrò poco sopra la clavicola destra,<br />

attraversò miracolosamente, senza ledere organi vitali, il<br />

polmone sinistro per poi fuoriuscire dal fianco sottostante;<br />

ricordo ancora con perfetta lucidità la vampa del proiettile<br />

che usciva dal fucile del soldato greco, lontano da me non<br />

più di tre/quattro metri.<br />

Caddi subito all'indietro e sul momento non accusai forte<br />

dolore ma dopo poco fui nell'impossibilità di muovermi,<br />

perdevo molto sangue dalla bocca e fui assalito da una febbre<br />

violenta e sete insopportabile.<br />

Così passai la notte del 18-19/11/1940 con al mio fianco il<br />

Capitano Fascetti morto, poi decorato con Medaglia d'Oro<br />

al Valor Militare alla Memoria, ed altri miei compagni che<br />

avevano trovato purtroppo la medesima triste sorte.<br />

Il mattino seguente soldati greci in ricognizione sul luogo<br />

della battaglia notarono un mio movimento, alzai con fatica<br />

un braccio in segno di soccorso, e subito mi puntarono<br />

contro le armi, mi insultarono, mi percossero imprecando<br />

Mussolini "chiarata", in italiano "cornuto".<br />

Il mio ferimento e la cattura decisero drammaticamente la<br />

mia militanza con l'amato 2° Reggimento <strong>Bersaglieri</strong> Ciclisti,<br />

che fu poi protagonista di eroiche battaglie, per poi<br />

concludere la sua odissea, dopo l’08/09/1943 con la prigionia<br />

in Germania; ma questa è un'altra storia che merita<br />

la testimonianza di qualche protagonista ancora vivente.<br />

Passato il primo brutto incontro con gli avversari, senza<br />

aver mai perso conoscenza, fui avviato, a piedi, sorretto da<br />

due soldati greci, in quanto ero completamente sfinito e<br />

con la febbre altissima, ad un loro posto di medicazione<br />

lontano oltre un chilometro dal punto del mio ferimento.<br />

Appena giunsi in quella piccola infermeria, fui adagiato su<br />

un misero lettino per una prima sommaria medicazione,<br />

solo con tintura di iodio perché non avevano altri medicinali<br />

e fui spogliato dei miei indumenti coperti di sangue.<br />

Il mio piumetto da Bersagliere venne allora scoperto, accorse,<br />

udendo le grida degli infermieri, un Capitano greco,<br />

39


che tra l'altro parlava bene l'italiano, il quale coprendomi<br />

di insulti estrasse la pistola e me la puntò alla fronte minacciando<br />

di uccidermi.<br />

Fu un momento drammatico, il Capitano era fuori di sé<br />

perché vedeva giustamente in me uno degli esecutori di<br />

una ignobile aggressione, che sempre deprecai e tutt'ora<br />

condanno, ma alla quale purtroppo il dovere mi chiamò a<br />

partecipare.<br />

Ero in una condizione di profonda prostrazione, ma pur<br />

non potendomi quasi muovere dal dolore, strinsi il mio caro<br />

piumetto con la mano destra sopra il mio petto, fissando<br />

il Capitano negli occhi senza mai abbassare lo sguardo<br />

quasi sfidandolo ad uccidermi.<br />

Ci guardammo intensamente per un tempo che non so<br />

quantificare.<br />

L'avversario non osò strapparmi il piumetto dalla mano,<br />

avevo perso ogni senso di paura anzi la forte tensione<br />

emotiva esercitò quasi un certo sollievo sui miei lancinanti<br />

dolori. In quel momento, se avesse sparato, sarei morto serenamente,<br />

avevo vinto la mia piccola battaglia e la consapevolezza<br />

di aver compiuto il mio dovere mi fu di estremo<br />

conforto.<br />

L'Ufficiale greco, sempre imprecando contro Mussolini,<br />

ripose poi la pistola nella fondina e si allontanò, lasciandomi<br />

solo con i miei pensieri; la giovane sposa, i genitori, il<br />

Reggimento lasciato con dolore, il campicello sulle verdi<br />

dolci colline marchigiane che era il mio piccolo paradiso,<br />

l'incerto destino che mi attendeva e gli atroci dolori che al<br />

momento mi tormentavano.<br />

Il giorno seguente fui trasferito all'Ospedale Militare Greco<br />

di Giannina, e poiché dopo una ventina di giorni le mie<br />

condizioni migliorarono, fui deportato in un campo di concentramento<br />

per prigionieri di guerra nell'isola di Creta, vigilato<br />

da soldati inglesi.<br />

Il destino aveva deciso che non dovessi morire, infatti la<br />

mia guarigione fu quasi spontanea, avevo ricevuto in quel<br />

periodo solo modeste medicazioni con la solita tintura di<br />

iodio.<br />

Anche nella nuova sede, la guerra voleva la sua parte di<br />

pericolo e di morte.<br />

Il campo di prigionia e la zona limitrofa furono oggetto,<br />

dopo alcuni giorni, di un violentissimo attacco aereo tedesco<br />

che fece gravissimi danni e morti ed io mi salvai ancora<br />

una volta perché scorsi, in quegli attimi terribili, un cavità<br />

sotto una grande pietra dove fortunatamente potei rannicchiarmi.<br />

L'inverno sul fronte greco fu terribile, temperature di venti/trenta<br />

gradi sotto lo zero, senza equipaggiamento adeguato,<br />

avemmo più di venti mila congelati, e Mussolini nel<br />

tepore del suo Palazzo Venezia, contornato da imboscati e<br />

da "pregiata" compagnia femminile dichiarava vergognosamente<br />

"I soldati muoiono congelati sul fronte greco, me-<br />

40<br />

glio, resteranno i migliori così finalmente gli italiani diventeranno<br />

una razza guerriera".<br />

Liberati dai soldati italiani e tedeschi che occuparono l'isola<br />

di Creta, unitamente a tutti i miei compagni di prigionia,<br />

finalmente ritrovammo il caro suolo della Patria; sbarco a<br />

Brindisi il 13/06/1941.<br />

Dopo l'arrivo a Brindisi fummo trasferiti a Tuturano (Brindisi)<br />

per una contumacia di venti giorni, finita la quale venimmo<br />

interrogati singolarmente per accertare i motivi<br />

della nostra prigionia.<br />

Per noi feriti si trattò di una semplice formalità mentre per<br />

gli altri fu una severa e approfondita indagine sul come e<br />

dove fossero stati fatti prigionieri.<br />

Successivamente fui destinato a Marsiglia; dopo un lungo<br />

periodo di ricoveri ospedalieri e licenze perché il mio fisico<br />

aveva bisogno di un adeguato recupero.<br />

Di quella sede ricordo il rancio pasquale dell'anno 1943<br />

con minestrone "guarnito" di vermi ed altre porcherie: da<br />

questo piccolo episodio si può capire quali fossero le condizioni<br />

del nostro esercito in quella guerra.<br />

Dopo circa un mese altro trasferimento al Deposito del 3°<br />

Reggimento <strong>Bersaglieri</strong> di Milano dove rimasi fino al<br />

08/09/1943 quando purtroppo l'Italia dovette dichiarare la<br />

resa e subire altri diciotto mesi di occupazione tedesca e di<br />

sofferenze.<br />

Sono ormai prossimo ai 98 anni, che non avrei mai immaginato<br />

di poter raggiungere, la mia mente fortunatamente è<br />

ancora lucida e posso ricordare con orgoglio il mio passato<br />

di Bersagliere, dimenticando le grandi sofferenze e i pericoli<br />

patiti per amore del mio Paese e del Corpo dei <strong>Bersaglieri</strong>,<br />

al quale credo di aver dato con coscienza, senza alcuna<br />

riserva, tutte le mie giovanili potenziali energie.<br />

Non posso però tacere che ricevetti, sul piano umano, molto<br />

anche nel tempo di guerra, cioè la considerazione dei<br />

miei superiori, il mio Capitano Fascetti e l'amico Tenente<br />

Brunellini di Civitanova Marche restano incancellabili nella<br />

mia memoria così come l'affetto fraterno dei miei commilitoni.<br />

Successivamente e tuttora sono stato e sono sempre gratificato,<br />

oltre i miei meriti, dall'affettuosa ed esemplare vicinanza<br />

degli amici <strong>Bersaglieri</strong> della Sezione di Fermo e<br />

della Presidenza Regionale, che ringrazio con viva riconoscenza,<br />

per avermi anche voluto onorare con un solenne<br />

attestato di "Bersagliere Benemerito".<br />

Un ulteriore particolare e grato ringraziamento debbo rivolgere,<br />

infine, al caro amico Pierluigi Mercuri, Presidente<br />

della Sezione di Fermo, che ha voluto gentilmente raccogliere<br />

e far conoscere queste mie memorie di guerra.<br />

Bersagliere Antonio Flamini


<strong>Bersaglieri</strong> friulani in Texas<br />

Una pagina di storia italiana in Texas, alquanto sconosciuta, però di grandissima<br />

dignità e di grande valore morale e patriottico. Un Bersagliere é stato l'innesco<br />

dell'azione che ha creato una piccola Cappella Sistina e, letteralmente, fece tutto di<br />

corsa in quanto il rientro in Italia era prossimo.<br />

Siamo nel 1945, il mondo é in<br />

guerra, però c'é anche chi non<br />

potendo prendere mano alle armi,<br />

ha preso pennelli e pittura ed ha<br />

lasciato una traccia indelebile d' Italia<br />

in Texas. Tra il 1943 ed il 1946, la località<br />

di Hereford, Texas, ospitava il<br />

Campo di prigionia nr. 31, con circa<br />

4.000 militari Italiani, presi prigionieri<br />

in Tunisia, Sicilia, Anzio-Nettuno.<br />

Nelle lunghe ed interminabili attese,<br />

una delle attività concesse agli Ufficiali<br />

era quella dell'arte e nelle sue va-<br />

L’esterno della St mary's Catholic Church<br />

rie forme. Al punto che nella primavera<br />

del 1945 venne organizzata dal<br />

Cappellano del Campo, Padre Ferreri,<br />

una mostra artistica creata dagli Italiani,<br />

aperta ai civili e cittadini del Texas.<br />

Uno dei visitatori era il parroco<br />

del villaggio di Umbarger, sede della<br />

St. Mary's Catholic Church, Padre<br />

John Krukkert. Costui rimase impressionato<br />

dalla qualità delle opere esposte,<br />

e si chiese se questo talento d'arte<br />

poteva essere trasferito nella sua chiesa.<br />

Qui arriva il contributo delle "Fiamme<br />

Il Ten. Di Bello<br />

<strong>Cremisi</strong>". Padre Ferreri aveva organizzato<br />

la Mostra con l'aiuto di un Tenente<br />

dei <strong>Bersaglieri</strong>, Franco Di Bello nativo<br />

di Percoto-Udine, dopo aver ammirato<br />

i quadri che quest'ultimo dipingeva<br />

come passatempo.<br />

Padre Ferreri e Padre Krukkert chiesero<br />

al Tenente friulano, che parlava<br />

correntemente l'inglese, se fosse fattibile<br />

mettere insieme una squadra di<br />

artisti, al fine di affrescare la chiesa di<br />

Umbarger, in quanto dalla sua costruzione<br />

nel 1919 era rimasta completamente<br />

bianca; unica decorazione, una<br />

croce di legno circondata dal freddo<br />

colore della calce e del cemento.<br />

Di Bello, dietro autorizzazione del comandante<br />

del campo (si dovette ricorrere<br />

alla raccomandazione del Vescovo<br />

di Amarillo ), organizzò una squadra,<br />

ispezionò la chiesa e decise che il<br />

lavoro era possibile.<br />

Sotto la guida di Di Bello e la regia di<br />

un ufficiale del Genio, Dino Gambetti,<br />

in quattro mesi, le nude pareti della<br />

chiesa si trasformarono in una Cappella<br />

Sistina. Finalmente l’8 dicembre<br />

1945 si aprì per la prima volta il por-<br />

41


8 DICEmBRE 1945 il Ten. Di Bello è il terzo da destra in prima fila<br />

tone ai Fedeli per la S. Messa in occasione<br />

dell'Immacolata Concezione;<br />

erano presenti tutti i Soldati Italiani ed<br />

il Vescovo di Amarillo. I nostri erano<br />

in prima fila, la sorpresa per la visione<br />

degli affreschi é totale, i fedeli non<br />

hanno parole per lo stupore.<br />

Il Tenente Di Bello verrà anche invitato<br />

a visitare la scuola locale, dove i<br />

bambini ingenuamente gli chiesero di<br />

disegnare un " Italian Santa Claus", e<br />

questo disegno fatto su una lavagna<br />

rimarrà fino al 1957. Di Bello inoltre,<br />

resterà visitatore di Umbarger ed in<br />

contatto con la comunità fino alla sua<br />

morte nel 1997.<br />

Nel mese di settembre 2012, una concittadina<br />

friulana, Gina Paveglio di<br />

Navarons, dopo aver scoperto dell'esistenza<br />

di questa minuscola Cappella<br />

Sistina ed il fatto che un Friulano ne<br />

fosse stato l’artefice, non riuscì a frenare<br />

il desiderio di portare il saluto silenzioso<br />

e genuino di una Friulana ad<br />

Umbarger, ed un Alpino in congedo<br />

organizzò un "campo autunnale" nello<br />

stesso paesino. La comunità del luogo<br />

é molto gelosa di questo suo segreto,<br />

ma si riuscì ad avere un colloquio con<br />

una delle testimoni oculari dei fatti<br />

del 1945, la Sig.ra Elfriede Batenhorst.<br />

Un tardo pomeriggio di settembre<br />

42<br />

2012, il "Friuli" ritorna ad Umbarger.<br />

A sud di Amarillo, dopo 30 minuti di<br />

interminabile prateria e campi di grano<br />

si arriva a destinazione: un cartello<br />

indica anche il numero degli abitanti,<br />

147. La morfologia é tipica del West<br />

Texas, prateria infinita, terra bruciata<br />

dal sole e dal vento, lo sguardo si perde<br />

senza punti di riferimento. L'esterno<br />

della chiesa non tradisce nulla del<br />

suo contenuto, ma quando Miss Elfriede<br />

apre il portone, siamo rimasti<br />

letteralmente senza fiato. Non ci sono<br />

parole per descrivere la sensazione:<br />

dal desolato Texas siamo passati alla<br />

Cappella Sistina. Una foto dell'epoca<br />

ritrae i militari Italiani nel giorno dell'inaugurazione<br />

e subito ci viene indicato<br />

il Ten. Di Bello.<br />

L'interno con i suoi affreschi abbraccia<br />

il visitatore, sembra quasi che una<br />

forza invisibile faccia da guida e di<br />

sentire i dialoghi in Italiano. Le vetrate<br />

sono state montate da due sottufficiali<br />

di Murano (VE). La Madonna<br />

con Bambino dietro l'Altare é opera<br />

di Gambetti, una scultura in legno<br />

dell'Ultima Cena attira l'attenzione,<br />

non si può resistere a non toccarla timidamente.<br />

Gina, la nostra Friulana<br />

rimane attratta da un’arcata con un<br />

affresco murale di due angeli in volo.<br />

Miss Elfriede commenta, é un opera<br />

Particolare dell’arcata affrescata da Di Bello<br />

fatta da Di Bello: che coincidenza, la<br />

forza invisibile che fa da guida ha fermato<br />

l'attenzione di una Friulana nel<br />

2012 su quello che un Friulano aveva<br />

dipinto nel 1945.<br />

L'accoglienza della comunità è unica,<br />

una domanda che tutti pongono: "are<br />

you from Udine?”. Io sono triestino<br />

nell'animo e nel cuore, non di fatto,<br />

ma Gina può rispondere positivamente,<br />

"yes, very close, from around Udine".<br />

Purtroppo molto raramente, quasi<br />

mai, arriva una visita Italiana ad Umbarger.<br />

Soldati Italiani, prigionieri di guerra,<br />

guidati da un Bersagliere, hanno lasciato<br />

un segno indelebile ad Umbarger,<br />

non solo con l'arte, ma anche nell'animo<br />

dei suoi 147 abitanti.<br />

Il Tenente Franco Di Bello a guerra finita<br />

rientrò dalla prigionia e continuò<br />

la sua carriera da Bersagliere fino a<br />

divenire Generale. Nel 1951 sposò<br />

una Friulana, Ines Durat di Pordenone.<br />

Il Generale dei <strong>Bersaglieri</strong> Di Bello<br />

e la moglie ora riposano nel cimitero<br />

di Padova.<br />

A richiesta della comunità di Umbarger,<br />

prossimamente un Alpino in congedo<br />

ed una friulana di Navarons visiteranno<br />

la tomba Di Bello e vi lasceranno<br />

un po’ di terra di Umberger.<br />

Sulla targa lasciata dai prigionieri di<br />

guerra ad opera finita nel 1945 compare<br />

la seguente scritta:<br />

“Italici milites, in maximo novissimo<br />

bello captivi, hoc opus perfecerunt, ad<br />

dei gloriam enarrandam et memoriam<br />

remotae infelicis patriae honorandam”.<br />

Giuseppe Clemente<br />

Geniere Alpino in congedo


The Garibaldi Guard Lincoln’s foreign Legion<br />

di Domenico D’Aria<br />

In occasione di un recente viaggio<br />

negli Stati Uniti con un tour guidato<br />

di sette giorni nell’area Nord Est,<br />

ho avuto modo di vedere grandi città<br />

quali Boston, Philadelfia, Washington,<br />

NewYork e, per merito di una brillante<br />

guida locale, ripercorrere dalle origini<br />

la “breve” ed intensa storia di quel<br />

grande Paese. Nel tratto finale del viaggio,<br />

prima di giungere a Washington,<br />

abbiamo visitato il parco nazionale di<br />

Gettysburg, un’area molto estesa, teatro<br />

della più grande battaglia della guerra<br />

civile americana, combattuta tra gli Stati<br />

del Nord e i Confederati del Sud. Chi<br />

ha visto il bellissimo film “Via col vento”<br />

e di recente il film “Lincoln” ha<br />

avuto cognizione di cosa sia stata quella<br />

guerra fratricida. I fatti salienti della<br />

battaglia di Gettysburg si svolsero nei<br />

giorni 1, 2 e 3 luglio 1863 e ad essi prese<br />

parte anche una compagnia di Italiani,<br />

inquadrata nel 39° Reggimento di<br />

fanteria “Garibaldi Guard”, Stato di<br />

New York. Il 39° Infantry Regiment<br />

“Garibaldi Guard”era stato costituito<br />

nella città di New York nel 1861 e, oltre<br />

agli Italiani comprendeva Ungheresi,<br />

Tedeschi, Svizzeri, Francesi, Spagnoli<br />

e Portoghesi. I nostri residenti negli<br />

Stati Uniti, presumibilmente per un<br />

limitato periodo di tempo, erano comandati<br />

dal Ten. Col. Alessandro Re-<br />

Notare il piumetto dei <strong>Bersaglieri</strong> posizionato a sinistra<br />

petti. Quanto detto è citato nel volume<br />

“New York in the war of the rebellion”<br />

di Frederick Phisterer, ed. 1912 e nel<br />

volume “The Union Army 1861-65”<br />

Federal Pub. Co. 1908. Nel giugno<br />

1863 il 39° Infantry Regiment venne<br />

inquadrato nella 3^ Brigata, 3^ Divisione,<br />

Esercito del Nord, comandato dal<br />

Generale Meade e mosse verso Gettysburg.<br />

L’Esercito del Sud, sotto il comando<br />

del Generale Lee, durante la<br />

marcia verso Nord, (Pennsylvania) alle<br />

prime ore del mattino del 1 luglio 1863,<br />

si scontrò, ad ovest di Gettysburg, con<br />

unità dell’Esercito del Nord. Il combattimento,<br />

al sopraggiungere di nuove<br />

truppe, si ampliò su tutta la fronte e vide<br />

la supremazia delle forze del Generale<br />

Lee, le quali costrinsero i nordisti a<br />

ritirarsi sulle posizioni a sud di Gettysburg.<br />

Il mattino successivo, l’esercito<br />

del Nord, schierato su linee difensive<br />

forti che dominavano la pianura circostante,<br />

non cedette ai nuovi attacchi del<br />

nemico il quale il 3 luglio, dopo un intenso<br />

fuoco di artiglieria, tentò di rompere<br />

lo schieramento nordista con l’impiego<br />

di 12.000 uomini. Le truppe del<br />

Generale Meade, asseragliate sulle colline<br />

rocciose che controllavano la pianura<br />

e la piccola valle, grazie anche alla<br />

disponibilità di tiratori scelti, provetti<br />

cacciatori del Nord America, tennero<br />

quelle posizioni e riuscirono ad inflig-<br />

gere ai sudisti pesanti perdite.<br />

L’attacco era fallito e costò al nemico<br />

più di 5.000 morti nell’arco di una sola<br />

ora. La battaglia di Gettysburg poteva<br />

considerarsi conclusa e il 4 luglio 1863<br />

il Generale Lee iniziò la ritirata verso la<br />

Virginia. Su quelle posizioni, tenacemente<br />

difese, il 39° Reggimento “Garibaldi<br />

Guard” aveva combattuto valorosamente,<br />

inserito nell’ala sinistra del<br />

fronte del settore centrale e, nella battaglia<br />

aveva lasciato sul campo 95 Caduti<br />

fra morti e feriti. 1 In quell’immenso, ordinato<br />

e verdeggiante parco militare:<br />

colline, recinzioni, rocce, cannoni e persino<br />

i monumenti opportunamente disposti,<br />

danno al visitatore l’idea di ciò<br />

che, 150 anni fa, li è accaduto; una colonna<br />

con le dovute iscrizioni, ricorda i<br />

Caduti di quel reggimento che porta il<br />

nome dell’Eroe dei due Mondi. 2 Come<br />

riferito dalla locale guida americana, a ricordo<br />

di quei fatti d’arme, gli Italiani<br />

d’America, che si sentono ancora fortemente<br />

legati alla Patria dei loro avi, amano<br />

incontrarsi tre volte l’anno in occasione<br />

di ricorrenze nazionali e della festa del<br />

veterano davanti a quel monumento, in<br />

uniforme e con il cappello piumato per<br />

onorare quei Caduti.<br />

Col. Ripetti<br />

1 Risulta che in particolar modo si fece onore il Sergente Ferdinando<br />

MAGGI che sarà promosso Second Lieutenant il 12 agosto 1864 per<br />

aver conquistato la bandiera di guerra dell’11°Reggimento Fanteria<br />

Mississipi (cfr F.Phisterer, New York in the War of the Rebellion 1861 to<br />

1865, Voll.5, Lyon Company , State Printers, Albany N.Y. 1912, Vol. III).<br />

2 Nella riproduzione della Bandiera di Guerra conquistata e conservata<br />

al Museum of the Confederacy, Richmond si può anche se a stento<br />

leggere :“captured July 3, 1863 Srgt. Maggi” e appena sotto “Garibaldi<br />

Guard “. Da IL SeCONDO RISORGIMeNTO d’Italia n° 2/2012.<br />

43


44<br />

a cuore aperto<br />

Mentre mi reco al seggio elettorale,<br />

penso che da queste urne non<br />

uscirà comunque l’Italia virile,<br />

determinata, credibile e onorata in cui credo<br />

e nella quale vorrei completare la mia esistenza.<br />

Provengo da un’altra storia e da un altro<br />

mondo, dove gli animali erano rispettati ma<br />

non contavano più degli esseri umani e dove<br />

dire negro a un negro non significava<br />

razzismo. Le battone non si chiamavano<br />

escort e i sordi non erano audiolesi, così come<br />

erano i ragazzi ad obbedire ai genitori e<br />

un matrimonio fra omosessuali non era<br />

neppure lontanamente pensabile. E ancora,<br />

in quel mondo la parola data era sacra, il risparmio<br />

una regola, l’educazione d’obbligo<br />

e… il ladro fuggiva all’arrivo del poliziotto.<br />

Non viceversa. Ho avuto due nonni che<br />

hanno indossato il grigioverde sul Carso, il<br />

padre che ha combattuto ad El Alamein e<br />

un maestro di scuola elementare che fu volontario<br />

nella Brigata Sassari durante la<br />

Grande guerra. Con le loro parole, i loro<br />

racconti, il loro esempio, qualcosa mi avranno<br />

pur lasciato. Qualcosa di cui non posso e<br />

assolutamente non voglio liberarmi.<br />

Dopo quasi mezzo secolo, di quel mondo<br />

non vi è pressoché traccia. Ora è abitato da<br />

una fauna umana che sta avendo il netto<br />

predominio sociale con la spasmodica ricerca<br />

del danaro, della “roba” di verghiana<br />

memoria, dell’impiego fisso, non per lavorare<br />

ma per godere di uno stipendio da scialacquare<br />

in beni fuggevoli e griffati o giocando<br />

alle slot machine. Siamo al trionfo<br />

del futile, del disimpegno, del comodo, del<br />

“servito in tavola”. Troppi i giovani fragili e<br />

confusi, quanto saccenti e spocchiosi, passati<br />

dalla nutella a internet senza conoscere<br />

il mondo reale, ma che reclamano diritti e<br />

solo diritti. Anzi, ogni voglia, ogni desiderio,<br />

anche il più laido, è urlato a gran voce<br />

come un diritto inalienabile.<br />

I valori? Troppo scomodi, impraticabili e<br />

con benefici che richiedono attese troppo<br />

lunghe. Non c’è tempo, perché tutto va di<br />

una fretta nevrotica. Come chi, anziché gustare<br />

con tranquillità del buon cibo a tavola,<br />

si ingozza per nutrire alla bell’e meglio un<br />

po’di cellule. E Mac Donald sembra nato<br />

apposta. Il senso dello Stato e la conoscen-<br />

za della Storia? Pressoché inesistenti. Il linguaggio?<br />

Banale, mozzo, sgrammaticato.<br />

Per strada o all’uscita di un locale basta un<br />

nonnulla, come una distrazione commessa<br />

alla guida dell’auto, uno sguardo sbagliato<br />

o una piccola discussione e subito si scatena<br />

la rissa, la violenza più efferata. Il dialogo<br />

non vale, l’avversario, anzi il “nemico”<br />

va subito aggredito altrimenti potresti apparire<br />

debole e non importa l’aver ragione o<br />

meno. Questo è il pensiero dominante. Ma,<br />

giustappunto, dei deboli e degli incapaci.<br />

Di fronte a tale scenario noi, la nostra generazione,<br />

appare inesorabilmente sconfitta e<br />

in via di estinzione. Siamo in una battaglia<br />

di retroguardia, siamo gli ultimi combattenti<br />

giapponesi nella foresta.<br />

Ma abbiamo fatto di peggio: quelli di noi<br />

che hanno allevato i figli con valori antichi,<br />

con l’educazione, il profondo senso del passato,<br />

la capacità di comprendere la differenza<br />

fra l’indispensabile, l’utile e il superfluo,<br />

hanno generato nuove giovani vittime. Ed<br />

essi si sentiranno più che mai soli.<br />

Spesso vado nelle scuole per far conoscere<br />

ai ragazzi delle medie alcune pagine della<br />

nostra Storia: il Risorgimento, le guerre<br />

mondiali, come e di cosa vivevano i nostri<br />

nonni. Mentre tengo lezione ci metto il cuore<br />

e l’anima. La scolaresca ascolta senza<br />

che voli una mosca. Spiego loro la differenza<br />

fra un governo, uno Stato e una Patria:<br />

un governo e uno Stato possono anche tradire<br />

il cittadino, ma una Patria no. Perché<br />

essa è la Storia, la cultura, la tradizione,<br />

l’identità e il sogno per il domani. Ma appena<br />

esco dall’aula vengo preso dallo sconforto.<br />

Sto cercando di vuotare il mare con un<br />

cucchiaino, mi dico.<br />

Ora sono arrivato al seggio. Ho l’impulso<br />

di prendere le schede e farle a pezzetti davanti<br />

al presidente della Sezione che è lì,<br />

sbracato, con gli occhi da pesce lesso e<br />

l’aria scazzata, solo per scroccare 170 miseri<br />

euro alla Pubblica amministrazione.<br />

E dunque non capirebbe neppure il mio gesto.<br />

Forse mi scambierebbe per il solito disoccupato<br />

che protesta o per un pensionato<br />

con l’Alzheimer. E sono sì disoccupato. Ma<br />

di antichi valori che queste urne non potranno<br />

restituirmi.<br />

D.C.


quanta trIstezza<br />

e quanta nostalGIa<br />

di Agostino Pedone<br />

incontro realmente avvenuto<br />

Uscendo dall’Ospedale Militare Celio, ho intravisto a distanza,<br />

appoggiato allo stipite del portone d’ingresso<br />

del nosocomio, un militare, almeno tale sembrava per<br />

la tuta da combattimento che indossava e per il basco con piumino<br />

che calzava. Sì! il basco era proprio quello dell’ultimo ritrovato<br />

della scienza bersaglieresca. Il militare trafficava con il<br />

telefonino ma con scarso interesse, forse doveva solo far passare<br />

il tempo. Arrivatogli vicino, ho potuto notare che era un giovane<br />

sulla trentina, corpulento al punto tale che la circonferenza<br />

della vita non sembrava, ad occhio e croce, essere di molto inferiore<br />

alla misura dell’altezza; poi il basco con il piumino, calzato<br />

in maniera alquanto sciatta, concorreva ad appiattirne ulteriormente<br />

la figura. Il suo volto da bravo ragazzo, florido e rubizzo,<br />

denotava ottima salute; lo impreziosivano un paio di baffi<br />

lunghi e folti. Per avere meglio un’idea del personaggio, ho<br />

cercato, ma invano, di individuarne il grado; solo il cognome,<br />

tipicamente meridionale, spiccava sulla tuta, ragioni di privacy<br />

mi impongono di non menzionarlo. Senza una reale motivazione,<br />

giunto vicino a lui, mi sono fermato e con nonchalance gli<br />

ho chiesto: Di che esercito sei?<br />

Il ragazzo, senza evidenziare la benché minima perplessità, anzi<br />

dimostrando di non avere avuto la sensazione di essere preso in<br />

giro, ha distolto lo sguardo dal telefonino e mi ha risposto:<br />

Dell’Esercito Italiano!<br />

Questo suo candore mi ha colpito moltissimo, tanto da sentire<br />

impellente l’esigenza di giustificare in qualche modo la domanda<br />

un po’ paradossale che gli avevo posto.<br />

Sai - gli ho detto - un basco del genere io l’ho visto, se non vado<br />

errato, in Gran Bretagna, calzato da soldati di un reggimento<br />

di fanteria.<br />

Lo so! - mi ha risposto senza tanta convinzione, poi timidamente<br />

ha proseguito - Ma io sono un bersagliere!<br />

Ah si? - ho replicato - ma i copricapo dei bersaglieri non erano<br />

solo due: il cappello con le piume ed il fez?<br />

Beh! da noi ora stanno cambiando un po’ di cose, ecc, ci stiamo<br />

modernizzando. Lei pensi - ha proseguito - eravamo solo<br />

noi ad avere quel... quel...<br />

Forse stava per dire qualcosa di poco esaltante, ma si è trattenuto,<br />

poi ha proseguito ...quello strano aggeggio in testa; ora invece<br />

c’è maggiore uniformità. Quando stiamo insieme ad altri<br />

militari anche stranieri ci sentiamo più a nostro agio. Il fez, vede,<br />

è un aggeggio - ha ripetuto - che va bene in testa ai ragazzini<br />

o meglio ai bersaglieri appena arrivati al reparto; ad essi ne<br />

distribuiscono solo un capo che mettono in qualche cerimonia<br />

o parata per ora, poi chissà...! Indossarlo ad una certa età è un<br />

po’ ridicolo; il basco è più moderno, è migliore e poi... ha pure<br />

il simbolo dei bersaglieri; ha visto, ci sono pure le penne!<br />

E mi ha mostrato con il dito il piumino. A sentire una simile<br />

corbelleria, ho dovuto fare ricorso a tutte le mie risorse interiori<br />

per reprimere un senso di stizza. Comunque sono riuscito a rimanere<br />

abbastanza calmo anche perché, pensandoci bene, la<br />

colpa di tanta ignoranza in tema di bersaglierismo non poteva<br />

essere imputata solo a lui.<br />

Certo - ho annuito - la società cambia e quindi anche l’Esercito<br />

Italiano deve aggiornarsi. Ma ora dimmi, tu conosci la storia<br />

del fez? Sai perché i bersaglieri hanno, scusami ma è più corretto<br />

dire avevano, il fez?<br />

Il giovanotto mi ha guardato con una certa espressione, quella<br />

tipica di chi volesse dire: E adesso questo che cosa vuole ancora?<br />

- e, barando, ha risposto - Ne so un po’.<br />

Come un po’? - ho chiesto io.<br />

Ho letto qualcosa da qualche parte - ha soggiunto.<br />

Ed io di rimando: Ma i vostri capi non ve ne parlano? Sì, ho<br />

detto proprio capi e non comandanti; questi ultimi hanno ben<br />

altra caratura spirituale!<br />

Beh! per tutte le missioni all’estero abbiamo molto da fare e lei<br />

capisce bisogna pensare a cose più serie - ha asserito convinto.<br />

Ma i bersaglieri sono un Corpo particolare - ho ripreso io - e<br />

poi con le Fanfare, con il loro spirito di corpo, sono - come dire<br />

- soldati briosi, allegri, generosi.<br />

Ma - mi ha interrotto - qualche canzone noi la conosciamo; se<br />

per caso capita di andare a qualche raduno ci troviamo un po’<br />

a disagio, ma niente di importante!<br />

Non aveva capito il senso delle mie parole. Anche se provavo<br />

una grande delusione ed amarezza ed “ingoiavo rospi” a ripetizione<br />

per le idee balzane, esternate dal giovane neo-bersagliere,<br />

mi sentivo pervaso da un sentimento quasi di tenerezza, per<br />

non dire di commiserazione, nei suoi confronti. Ho pensato infatti:<br />

se avesse conosciuto la storia del Corpo nel quale, suo<br />

malgrado, era capitato ed il valore, il sacrificio e l’eroismo di<br />

quanti lo hanno preceduto, forse avrebbe tenuto un contegno<br />

meno dimesso ed un atteggiamento più reattivo. In quanto a<br />

me, non ho avuto la voglia di presentarmi, né tantomeno di parlargli<br />

del fez e dell’effetto magico che “quello strano copricapo<br />

non italiano” aveva operato su tantissime generazioni di giovani<br />

italiani. La delusione, confesso, mi ha sopraffatto!<br />

L’ho guardato ed egli mi ha guardato accennando ad un sorriso<br />

e certamente avrà pensato tra sé e sé: “Che strani individui ci<br />

sono in giro; ma d’altronde esce da un ospedale...!”<br />

Da questa triste situazione mi ha tratto fuori l’autobus che ho<br />

intravisto arrivare in lontananza e che non ho avuto voglia di<br />

perdere. L’incontro comunque ha lasciato in me un segno abbastanza<br />

profondo: abbiamo creato uno strumento militare professionale<br />

valido ed efficiente - mi sono detto - ma forse non siamo<br />

riusciti a dargli un’anima!<br />

45


AlTAmurA (BA)<br />

Il Bers. Rocco FATIBENE, aitante 94enne di Giardinetto<br />

di Troia, autore del libro “Ho combattuto con Rommel”, è<br />

intervenuto alla cerimonia del cambio di comando del 7°<br />

Reggimento <strong>Bersaglieri</strong> del 25 gennaio u.s.<br />

AnAgni (fr)<br />

Il 25 novembre 2012 in<br />

occasione dell'Assemblea<br />

Regionale svoltasi<br />

ad Anagni, sono stati<br />

consegnati gli attestati<br />

ai soci benemeriti. A ricevere<br />

la benemerenza<br />

da parte del Direttore di<br />

"<strong>Fiamma</strong> <strong>Cremisi</strong>" anche Luigi Culla figlio del Consigliere<br />

Regionale ANB Lazio Bers. Ettore CULLA.<br />

AnconA<br />

Il Bers. Daniele SILVESTRELLI, già del grande 8° Rgt.,<br />

Vice Presidente della Sezione di Ancona e la consorte,<br />

Adriana Giulietti, il 25 aprile 2012 hanno festeggiato il loro<br />

40° anniversario di matrimonio in compagnia dei loro<br />

figli, nuore, genero e nipoti.<br />

Nella foto sono con i loro tanto amati nipoti Tommaso,<br />

Emma, Emanuele e Federico.<br />

46<br />

Arezzo<br />

Il Bers. Andrea BARDELLI, iscritto alla Sezione ANB di<br />

Arezzo e socio attivo dagli anni ‘50, insieme alla moglie<br />

Maria, orgogliosamente presenta a tutta la famiglia cremisi<br />

la bis-nipote Ilaria, battezzata il 20 maggio 2012.<br />

BolognA<br />

Brezzo di Bedero (VA)<br />

lendinArA (ro)<br />

Il Bers. Guido POLI classe<br />

1943 e socio della Sezione<br />

ANB di Bologna<br />

con i propri nipotini Mattia,<br />

Fabio, Daniele, Greta<br />

e Matteo, future “leve”<br />

del bersaglierismo felsineo.<br />

Il Bers. Renzo TARGA<br />

con in braccio la sua nipotina<br />

Ginevra. Nella foto<br />

lo vediamo commosso<br />

e quando la vede sente<br />

gli squilli di Fanfara dalla<br />

gioia.<br />

Il Bers. Giovanni SE-<br />

REN e il Bers. Gabriele<br />

GUANDALINI, presentano<br />

con gioia il loro nipotino<br />

Davide Seren in<br />

occasione del suo battesimo.


lonATe Pozzolo (VA)<br />

I <strong>Bersaglieri</strong> Augusto ed Elvio DA RU', padre e figlio, festeggiano<br />

rispettivamente il 46°e 25° anno di attività nella<br />

Fanfara di Lonate Pozzolo (VA). Nella foto sono con il<br />

neo Capofanfara Davide RONCOLATO (al centro).<br />

meolo (Ve)<br />

Il 1° dicembre 2012 il Bers. Orazio LAZZARATO e la<br />

sig.ra Silvana hanno festeggiato 50 anni di matrimonio.<br />

Auguri da parte di tutti i componenti della Sezione.<br />

norciA (Pg)<br />

La Sezione di Norcia è lieta di annunciare che il 10 febbraio<br />

2013, il Bers. Romano DI BIAGIO (classe 1938) e la<br />

Signora Giovanna Santoni hanno festeggiato il loro 50°<br />

anniversario di matrimonio.<br />

PrAVisdomini (Pn)<br />

Tanti auguri per i suoi 80 anni al<br />

Bers. Nicolò ROSSI che ha festeggiato<br />

questo importante traguardo<br />

circondato dall’affetto<br />

della moglie, dei suoi 5 figli e<br />

dei 7 nipoti.<br />

ordonA (fg)<br />

sAVigliAno (cn)<br />

sulmonA (Aq)<br />

TuTurAno (Br)<br />

Il Bers. Antonio FERRERI il<br />

25 gennaio scorso ha compiuto<br />

70 anni. Gli fanno gli auguri<br />

con tanto affetto figli e nipoti,<br />

con un particolare messaggio:<br />

“corri, corri papà!”<br />

Il Bersagliere Barnaba QUA-<br />

GLIA, classe 1923, già del 4°<br />

<strong>Bersaglieri</strong> e Medaglia d’Onore<br />

ex Militari Internati, e la Signora<br />

Maria Supertino hanno<br />

festeggiato con figli, nipoti e<br />

pronipoti il loro 65° anniversario<br />

di matrimonio.<br />

Il Bers. Marcello FILIPPUCCI, della Sezione di Sulmona<br />

e Consigliere Regionale, ha festeggiato due importanti avvenimenti:<br />

il matrimonio della diletta figlia Cinzia con Fabio<br />

CAFARELLI ed il 40° anniversario di matrimonio con<br />

la gentile consorte con gli Auguri sinceri dei <strong>Bersaglieri</strong><br />

Abruzzesi.<br />

Il Bers. Luigi MARIANO classe 1939 già del 1°Rgt. e la<br />

gentile Signora Maria Giampietro, il 2 febbraio hanno festeggiato<br />

il loro 50° Anniversario di matrimonio insieme a<br />

figli, generi, nuore e nipoti.<br />

47


pIetro mennea: l’ultIma Corsa<br />

Il campione definito il simbolo delle olimpiadi moderne per aver detenuto un<br />

record mondiale per oltre tre lustri in una disciplina dove le stagioni mature<br />

“per gli altri” si contano sulle dita di una mano, ha lasciato questo mondo per<br />

tagliare un traguardo sul quale non avremmo mai voluto stendere il filo di lana.<br />

Pietro Mennea lo ha fatto “di corsa” com’è stato nella<br />

sua natura di uomo e di atleta. Di uomo, con generosità<br />

legato agli affetti familiari e impegnato nel<br />

sociale con la sua benemerita fondazione a favore del<br />

prossimo; di atleta con la determinazione e la passione con<br />

la quale si è allenato con carichi di lavoro considerati all’epoca<br />

incredibili, che lo ha portato a puntare il suo dito<br />

indice rivolto verso il cielo sulle piste di tutto il mondo per<br />

segnare il suo primato. Chi scrive, nel manifestare il suo<br />

fraterno cordoglio alla consorte Emanuela, accusa il dolore<br />

per la perdita di un amico con il quale ha vissuto da Bersagliere<br />

a “Presidente Onorario delle Fiamme <strong>Cremisi</strong>” tanti<br />

momenti sportivi e di condivisione di comuni valori, con il<br />

quale avrebbe dovuto concelebrare entro l’anno il 25° dalla<br />

fondazione del sodalizio. Sarà indelebile il ricordo del<br />

tratto, del rigore morale ed intellettuale, il suo aspetto<br />

umano e la sua grande disponibilità a spendersi per la crescita<br />

di uno sport sano. Aperto e cordiale a dispetto di luo-<br />

Si è svolta domenica 10 marzo la<br />

seconda gara di soft air regionale<br />

che ha visto ai nastri di<br />

partenza ben 31 concorrenti che, calzate<br />

le mimetiche ed imbracciato le<br />

armi (giocattolo), si sono dati battaglia<br />

divisi tra attaccanti e difensori per<br />

ghi comuni che lo descrivevano come persona introversa.<br />

Pietro ci mancherà. Abbiamo perso un faro, ma continueremo<br />

a correre nel cono di luce che continuerà ad illuminare<br />

i nostri passi… di corsa.<br />

PIO LANGeLLA<br />

Presidente dell’A.S.D. Fiamme <strong>Cremisi</strong><br />

Gara dI soft aIr In lomBardIa<br />

48<br />

ben tre ore lungo il corso del fiume<br />

Brembo nel bergamasco. Lo scopo<br />

della manifestazione è quello di avvicinare<br />

i giovani alla nostra <strong>Associazione</strong>,<br />

ad uno stile di vita che oggi è<br />

quasi completamente dimenticato e<br />

dimostrare che “giocando alla guerra”<br />

si possono insegnare comportamenti<br />

come la lealtà, rispetto delle regole,<br />

delle persone e dell’ambiente che ci<br />

circonda. Vanno i ringraziamenti più<br />

sentiti, all’Amministrazione comunale<br />

per la concessione dell’area, ai <strong>Bersaglieri</strong><br />

della Sezione di Bonate Sotto<br />

che, guidati dal Presidente Merli e<br />

dall’ insostituibile Fausto Besana, hanno<br />

organizzato l’evento ed alle unità<br />

cinofile dei Carabinieri in congedo<br />

UNAC che hanno garantito la sicurezza<br />

sul campo da gioco.<br />

Presente il Consigliere regionale Poli<br />

quale incaricato regionale a seguire la<br />

manifestazione.<br />

VALTeR MAzzOLA<br />

Presidente regione Lombardia


Alvise De Vidi nominato Presidente Onorario settore paraolimpico<br />

Gran Galà fIamme CremIsI VentICInquesImo dalla nasCIta<br />

Gran galà delle Fiamme <strong>Cremisi</strong><br />

Riunite, due sezioni delle<br />

15 discipline promosse dal<br />

Presidente Pio Langella con i podisti<br />

e gli arcieri, per ricordare il 25° del<br />

sodalizio all'Hotel Patriarca di San Vito,<br />

un en plein sancito da una cornice<br />

di oltre 100 presenze. Ospite d'onore<br />

Alvise De Vidi atleta paraolimpico di<br />

fama internazionale giudicato dal CO-<br />

NI tra i primi 10 atleti del ‘900.<br />

Nel suo intervento ha raccontato delle<br />

sue 14 medaglie nelle paraolimpiadi<br />

di cui sette d’oro: Seoul, Barcellona,<br />

Atlanta, Sydney, Atene, per finire con<br />

l’argento nei 100 mt. a Londra. Attualmente<br />

è impegnato nello sviluppo<br />

della disciplina del wheelchair rugby<br />

in Italia. Nipote di un Bersagliere che<br />

ha combattuto nella Grande Guerra,<br />

ha accettato di rivestire il ruolo di Presidente<br />

Onorario delle “Fiamme <strong>Cremisi</strong>”.<br />

Durante la serata sono state<br />

presentate le eccellenze delle due discipline<br />

distintesi nel 2012: il campione<br />

italiano Compound Simone Baradel,<br />

nipote del già Presidente della Sezione<br />

di San Vito, Francesco; gli arcieri<br />

italiani, leader nazionali della categoria<br />

paraplegici 3D sperimentati sul<br />

La Sezione <strong>Bersaglieri</strong> di Pescara ha avuto l’onore e<br />

l’onere di organizzare la prima gara del 2013 del<br />

circuito Corrilabruzzo Saucony. Nonostante fosse<br />

la prima volta, il livello organizzativo raggiunto, a giudizio<br />

di tutti è stato di assoluta eccellenza, grazie soprattutto all’impegno<br />

dei circa cento iscritti alla Sezione che hanno<br />

interpretato la figura del Bersagliere nella accezione più<br />

genuina. Presenti alla manifestazione l’assessore regionale<br />

allo sport Masci, il consigliere nazionale ANB Gen. Susi,<br />

il presidente di Assoarma Di Sante e il dr. Parenti, presidente<br />

dell’A.G.B.E., un’associazione impegnata nell’aiuto<br />

ai bambini colpiti dalle leucemie a favore della quale è stata<br />

organizzata la gara. Il presidente della Sezione ANB di<br />

Pescara, Settimio di Battista, ha rivolto un breve saluto di<br />

Tagliamento, guidati dal sanvitese Denis<br />

Vicentin, Giulio Bazzo, Luciano<br />

Burello, Michele Moras, Renzo Gurizzan,<br />

Daniele Rota; la campionessa<br />

regionale Fiorella Salatin, che con le<br />

atlete Loredana Gambellin, Sandra<br />

Bortolussi, Giulia Vetere sono state le<br />

prime a squadra in Regione e la sesta<br />

squadra a livello nazionale in crescita<br />

di risultati. Ricordiamo inoltre Bruno<br />

Vetere, nella rosa degli arcieri che si<br />

sono qualificati per il Campionato italiano,<br />

presente in sala proveniente da<br />

Claut con i genitori, un podista cremisino<br />

di cui si sentirà parlare grazie a<br />

un libro di prossima uscita, curato da<br />

Pio Langella, nel quale viene raccontata<br />

la sua storia.<br />

Si tratta di Daniele Bellitto, non udente,<br />

già campione italiano di corsa<br />

campestre, protagonista di una performance<br />

epica: la scalata in Nepal, in<br />

cordata con sei non udenti al Mera Peak<br />

quota 6.654 metri, a un passo dall’Everest,<br />

il tetto del mondo. E’ stata<br />

poi la volta dei podisti: atleta dell’anno<br />

Spartaco De Flaviis, seguito da<br />

Alessandro Avoledo e Elisa Zottis.<br />

La prima squadra regionale a staffetta<br />

e su strada femminile ed i piazzamenti<br />

sul podio nella categoria AM.<br />

I recordman maratona restano Tommaso<br />

Menduni (02h 40m 05s) e Roberta<br />

Avezzu (3h 29m 01 s), seguita da Daniela<br />

Bianchet e Roberta Gerolin.<br />

Laura Terrazzino detiene quello della<br />

Maratonina (01h 35m 27s). Le Fiamme<br />

<strong>Cremisi</strong> sono state per due anni<br />

consecutivi detentrici del titolo italiano<br />

militare interforze maratonine. Una<br />

citazione meritano Alain Modolo per<br />

le sue 25 maratone portate a termine e<br />

le 39 maratonine di Stefano Migliozzi.<br />

Gli istruttori dell’arco, nel ricordare<br />

che la disciplina si pratica dagli otto<br />

anni agli ottanta, aspettano genitori e<br />

ragazzi alla palestra scuola di Ligugnana<br />

tutti i pomeriggi del sabato per<br />

aumentare la schiera dei campioni che<br />

si battono per i colori cremisi.<br />

pesCara: I BersaGlIerI tra sport e solIdarIetà<br />

49


envenuto a tutti i presenti illustrando il significato dell’evento<br />

sportivo e sottolineando la vicinanza dei <strong>Bersaglieri</strong><br />

nel sostenere le associazioni che svolgono attività<br />

meritorie volte ad aiutare i meno fortunati.<br />

Prima della gara, che ha registrato una notevole partecipazione<br />

di atleti, si è svolta la cerimonia dell’alzabandiera<br />

con l’Inno nazionale eseguito dalla Fanfara “La Dannunziana”<br />

e cantato da Sabina Davide, 1° soprano del teatro<br />

WheelChaIr ruGBY, amICheVole ItalIa - austrIa<br />

Le Fiamme <strong>Cremisi</strong> tengono a battesimo il Rugby in carrozzina<br />

Primo weekend del mese di aprile<br />

all’insegna del rugby in carrozzina<br />

quello proposto a San<br />

Vito al Tagliamento dalle Fiamme<br />

<strong>Cremisi</strong> questo fine settimana presso<br />

il Palazzetto dello Sport di San Vito<br />

con la collaborazione della Pallamano<br />

del Presidente Alessandro Antoniazzi.<br />

Una rappresentativa della nazionale<br />

tetraplegici, unica categoria per la<br />

quale tale disciplina è inserita nelle<br />

paraolimpiadi, reduce dalla inaugurazione<br />

del Palazzetto dello Sport di Padova,<br />

cappeggiata dal Capitano Davide<br />

Giozet e dal Vice Presidente della<br />

“Sportequal” di Lignano Alen Corbatti,<br />

si è allenata e confrontata con gli<br />

austriaci capeggiati dal capitano Isudin<br />

Ranic. I frutti dell’intensa preparazione<br />

del venerdì degli italiani sotto la<br />

guida dell’allenatore Renè Schwartz<br />

50<br />

si sono visti. I quattro incontri amichevoli,<br />

ma tiratissimi fino all’ultimo<br />

respiro (o giro di ruota) di quattro<br />

tempi ciascuno di otto minuti, si sono<br />

conclusi con due vittorie per gli italiani<br />

(39 - 37) (41- 38) e due per gli austriaci<br />

(32 - 30) (32 - 35). E’ Langella,<br />

nominato rappresentante paraolimpico<br />

nel Comitato Regionale FITARCO, a<br />

fare da cicerone al Sindaco di Bisceglie<br />

e al delegato dello Sport De Mattio<br />

invitati ad assistere ad alcuni momenti<br />

salienti dell’incontro. La prospettiva<br />

è di ospitare un quadrangolare<br />

internazionale europeo entro l’anno.<br />

WHEELCHAIR RUGBY nasce in<br />

Canada alla fine degli anni settanta.<br />

E’ giocato in oltre venti paesi.<br />

Lo sport è gestito dall'International<br />

Wheelchair Federation. Nel settembre<br />

2008, a Bolzano, è nata la Federazio-<br />

Marrucino di Chieti. è giusto ricordare che, contemporaneamente,<br />

i <strong>Bersaglieri</strong>, onorando gli impegni presi in sede<br />

<strong>Nazionale</strong>, sono stati presenti nei giorni 8-9-10 marzo alla<br />

distribuzione delle Azalee per conto ed in favore dell’AISM,<br />

riscuotendo la gratitudine della rappresentante<br />

della stessa organizzazione. In conclusione, ancora una<br />

volta, ha trionfato il bersaglierismo, quello vero.<br />

Pe.pe.<br />

ne Italiana Rugby Ruote (FIRR).<br />

I giocatori si fronteggiano quattro<br />

contro quattro, in un campo da basket,<br />

con l’obiettivo di oltrepassare la linea<br />

di meta, palla in mano. Le carrozzine<br />

sono rinforzate con paraurti e vari rivestimenti.<br />

I giocatori sono autorizzati<br />

a bloccarsi, speronarsi, scontrarsi e<br />

perfino ribaltarsi con le carrozzine pur<br />

di fermare gli avversari. Con gli avversari,<br />

com’è tradizione nel Rugby,<br />

si condivide il terzo tempo a fine partita.<br />

Ambasciatore il plurimedagliato<br />

alle Paraolimpiadi Alvise De Vidi, da<br />

quest’anno Presidente Onorario delle<br />

Fiamme <strong>Cremisi</strong>. Si auspica l’inserimento<br />

di tale disciplina nel meeting<br />

pluridisciplinare che l’<strong>Associazione</strong><br />

tetra paraplegici del FVG organizza<br />

nell’interland del Centro Progetto Spilimbergo.


ANDRIA (BT)<br />

BersaGlIerI “VIGIlI”<br />

Anche quest’anno la Sezione <strong>Bersaglieri</strong> di Andria<br />

ha dato la disponibilità a svolgere il servizio di<br />

volontariato a supporto della Polizia Municipale<br />

di Andria con il compito di sorvegliare l’entrata e l’uscita<br />

dei bambini dalla scuola.<br />

FOGGIA<br />

una GardenIa per la VIta<br />

Dall’ 8 al 10 marzo in tutte le piazze italiane si è<br />

svolta la manifestazione "Una gardenia per la vita",<br />

organizzata dall'<strong>Associazione</strong> Italiana Sclerosi<br />

Multipla. I <strong>Bersaglieri</strong> della provincia di Foggia non hanno<br />

voluto far mancare la loro collaborazione. Anche la Sezione<br />

di San Giovanni Rotondo, capeggiata dal presidente<br />

Salvatore Tricarico, ha ottenuto grandi risultati.<br />

FRANCAVILLA AL MARe (CH)<br />

le uoVa dI pasqua dell’aIl<br />

I<strong>Bersaglieri</strong> di Francavilla al Mare sono stati impegnati<br />

nella ventesima edizione della vendita di uova di Pasqua<br />

per la ricerca scientifica promossa dall’<strong>Associazione</strong><br />

Italiana contro le leucemie.<br />

VILLASTeLLONe (TO)<br />

GIornate aIsm<br />

Anche quest’anno l’operosa Sezione ha partecipato<br />

il 9 e 10 marzo a Santena alla giornata dell'AISM<br />

(<strong>Associazione</strong> Italiana Sclerosi Multipla), capitanata<br />

dal responsabile dell'AISM di zona Sig. Elio Tripodi,<br />

iscritto simpatizzante dando ancora prova di una collaudata<br />

forza di gruppo. La partecipazione dei <strong>Bersaglieri</strong> della<br />

popolazione tutta è stata notevole eguagliando il risultato<br />

ottenuto l’anno scorso.<br />

Bers. Valter Ramello<br />

LIMBIATe (MB)<br />

raCColta alImentare<br />

Ivolontari della Sezione Nardi Biella impegnati alla<br />

raccolta alimentare. L’iniziativa si è svolta nel novembre<br />

dello scorso anno.<br />

VeRNIO (PO)<br />

festa del donatore<br />

Il 27 gennaio scorso i <strong>Bersaglieri</strong> Pratesi, come sempre<br />

sensibili all’impegno sociale ed alla solidarietà, sono<br />

stati presenti, con la loro Fanfara, alla "Festa del Donatore"<br />

organizzata dalla signorina Francesca Aquilano, figlia<br />

del Vice Presidente della Sezione ANB di Vaiano-Vernio-Cantagallo<br />

e Presidente dell’AVIS locale.<br />

51


AlessAndriA<br />

APriliA<br />

BiellA<br />

BrA (cn)<br />

Le figlie Patrizia e Ornella ricordano, nel 10°<br />

anniversario dalla scomparsa, il caro papà<br />

Ignazio MeSSINA che ha militato nel 3° Rgt.<br />

<strong>Bersaglieri</strong>. Il 6 aprile 2003 è venuto a mancare<br />

all’affetto dei propri cari.<br />

Bers. Adelchi COTTeRLI nato il 26 dicembre<br />

1927 e deceduto il 17 novembre 2012. Presidente<br />

storico della Sezione di Aprilia. Costituì nel<br />

1985 la Fanfara dell’omonima città superando<br />

varie difficoltà e che oggi gli è intitolata.<br />

Bersagliere Stefano PIUMeTTO, nato il 23 gennaio<br />

1930, deceduto il 12 febbraio 2013. Già<br />

Caporale Maggiore Istruttore al CARTC di Avellino.<br />

Alle esequie erano presenti il Medagliere<br />

Provinciale di Cuneo ed il Presidente Cav. ettore<br />

Secco con undici Labari delle Sezioni ANB<br />

della Granda, di Asti e relativi Presidenti. Tre<br />

trombettieri emanuele Catalisano, Gianni Di Lisi e Loris Filaferro della<br />

Fanfara "M.O.V.M. Roberto Lavezzeri" hanno accompagnato i vari<br />

momenti del rito funebre.<br />

cAsTellone (cr)<br />

cenTo (fe)<br />

52<br />

Il 5 Dicembre 2012 è mancato Padre Accursio<br />

AJASSA, classe 1921, Cappellano della<br />

Sezione che con fervente spirito bersaglieresco<br />

celebrava le ricorrenze e le manifestazioni della<br />

Sezione.<br />

Il Bers. Michele Bianchessi e i soci della<br />

Sezione di Castelleone ricordano con affetto il<br />

Bers. Mario De STeFANI, classe 1931, già del<br />

3° Reggimento, mancato all’affetto dei suoi cari<br />

il 3 marzo 2013.<br />

Bers. Luigi SANTI nato il 27 aprile 1946 e<br />

deceduto il 28 gennaio 2013. La Sezione<br />

"Remo Tassinari " di Cento, lo ricorda con affetto<br />

per la sua fedeltà, l'assidua frequenza e per il<br />

suo grande impegno in ogni iniziativa sociale a<br />

favore della comunità.<br />

chieri (To)<br />

conselVe (Pd)<br />

corBeTTA (mi)<br />

cresPino (ro)<br />

lendinArA (ro)<br />

Il 31 Ottobre 2012 è mancato il<br />

Bers. enzo PeTRI classe 1934, trombettiere<br />

della Fanfara di Chieri, esemplare figura di<br />

Bersagliere.<br />

Bers. Vittorio VANGeLISTA, classe 1918 del<br />

7° Rgt. a Bolzano, partecipò alla guerra d’Africa<br />

settentrionale. Richiamato nel settembre del<br />

1945 con il grado di Sergente Maggiore presso<br />

l’8° Reggimento a Riva del Garda come<br />

Istruttore Reclute. e’ deceduto il 7/12/2012.<br />

Anselmo BRUNI classe 1931 Bersagliere del<br />

Grande 8° ci ha lasciato il 27 gennaio 2013.<br />

Simpatizzante Vittorio ANDReOTTI Guido deceduto<br />

il 30/09/2011, da sempre partecipe alle<br />

attività della Sezione di Crespino.<br />

Bers. Lino CAPPeLLO nato il 22/10/1937<br />

deceduto 11/05/2012.<br />

Socio attivo e sempre presente, era iscritto<br />

dal 1960 alla Sezione di Lendinara.<br />

Simpatizzante Radames POLI nato il 9/12/1928<br />

deceduto 26/02/2012 da molti anni iscritto alla<br />

Sezione di Lendinara partecipando attivamente<br />

alla vita associativa.<br />

Bers. Bruno TURCATO nato il 6/03/1922<br />

deceduto 20/12/2012, era iscritto dal 1952 alla<br />

Sezione di Lendinara.<br />

Socio attivo e sempre presente.


noAle (Ve)<br />

PorTo Viro (ro)<br />

Bers. Alberico BONzI nato il 11/06/1937 e deceduto<br />

dopo breve ed inesorabile malattia il<br />

28/02/2013. e’ stato Presidente della Sezione<br />

per oltre 15 anni ed anche Consigliere Provinciale.<br />

era amico di tutti, sempre sorridente e non<br />

è mai mancato ai raduni ad ogni livello. Tutti i<br />

<strong>Bersaglieri</strong> che l’hanno conosciuto e hanno sentito<br />

parlare di lui lo ricorderanno sempre con affetto.<br />

rAcconigi (cn)<br />

regione siciliA<br />

Venerdì 12 aprile è venuto a mancare il Bers.<br />

Col. Giacomo ALFANO, Presidente Regionale<br />

Sicilia. Bersagliere, Marito, Padre e Nonno di<br />

grande generosità, affettuosità e disponibilità.<br />

La Regione Sicilia, da lui guidata in maniera<br />

esemplare, ha raggiunto livelli altissimi.<br />

Infaticabile e insostituibile Presidente, rigoroso<br />

quanto umano ha saputo insegnare a tutti i <strong>Bersaglieri</strong> di Sicilia<br />

l’umiltà, lo spirito di collaborazione ed il rispetto verso il prossimo.<br />

Rimarrai nei nostri cuori sempre come: il PReSIDeNTe.<br />

Che la Madonna del Cammino sia tua accompagnatrice Bersagliere<br />

Giacomo Alfano.<br />

I <strong>Bersaglieri</strong> della Sicilia<br />

rosolinA (ro)<br />

Il Consiglio Direttivo della Sezione e tutti i <strong>Bersaglieri</strong><br />

noalesi, ricordano il Bers. Pasquale SOVe-<br />

GNI, deceduto il 18 luglio 1990, fondatore nel<br />

1934 della locale Sezione <strong>Bersaglieri</strong>. In particolare<br />

ricordano la grande passione bersaglieresca<br />

che non ha mai avuto momenti di sosta e il<br />

forte senso di appartenenza ai fanti piumati.<br />

La sig.ra Maria Pina BIGA nata il 14 marzo 1923<br />

è deceduta il 18 marzo 2013. Figlia del Bersagliere<br />

Stefano Biga, M.A.V.M. a cui la Sezione<br />

locale ha intitolato il Labaro. I <strong>Bersaglieri</strong> con l’insegna<br />

abbrunata ricordano con affetto e deferenza<br />

la Socia scomparsa.<br />

Bers. Giovanni MARTINeLLO nato il<br />

20/03/1938 deceduto 12/11/2012, iscritto dal<br />

1983 alla Sezione di Rosolina.<br />

Socio attivo e sempre presente, grande<br />

promotore del Raduno per il 50° della Sezione.<br />

Terni<br />

TrAPAni<br />

Il Socio, nonché Presidente Onorario e decano<br />

della Sezione, Carlo VIRGILIO, nato il 13 gennaio<br />

1931, il 6 aprile scorso si è presentato con<br />

la Vaira in testa davanti alla porta del Paradiso.<br />

Già del 3° Rgt. f. Cor. "Granatieri di Sardegna" /<br />

4° Btg. Bers. e per ultimo nel glorioso 67° Btg.<br />

Bers. "Fagarè". Socio fondatore della Sezione,<br />

instancabile frequentatore, sempre disponibile, stimato e rispettato<br />

da tutti. Viene ricordato con affetto dagli amici e familiari.<br />

VAldAgno (Vi)<br />

VAlleTromPiA (Bs)<br />

VergiATe (VA)<br />

Il Bers. edmondo PAOLUCCI, classe 1917, è<br />

venuto a mancare il 26 marzo 2013.<br />

e’ stato uno dei promotori della ricostruzione della<br />

Sezione di Terni e per lunghi anni attivista<br />

sempre presente. Partecipò al 2° conflitto mondiale<br />

e fu prigioniero in Germania.<br />

I <strong>Bersaglieri</strong> di Valdagno ricordano il Socio<br />

fondatore Bers. Tiberio MARCHeTTI già<br />

dell’8° Rgt. nato il 30/01/1926 deceduto il<br />

14/09/2005 e mai dimenticato.<br />

Bers. ezio MARTINI nato il 05/09/1933,<br />

il 10 novembre 2012 ci ha lasciati per raggiungere<br />

i <strong>Bersaglieri</strong> del suo 3° Rgt. che l’hanno<br />

preceduto. A noi resta la sua generosa amicizia.<br />

Bers. Rocco DIBIASe, classe 1933 già<br />

dell’ 8° RGT ha terminato la sua corsa il<br />

12/02/2013. Dal 1983 è stato Consigliere della<br />

Sezione. Tutto il direttivo lo ricorda con<br />

affetto.<br />

Bers. Adelino BUSO classe 1935 già dell’8° Rgt.<br />

ha terminato la sua corsa il 4/06/2012.<br />

Iscritto alla Sezione dal 1960 ha ricoperto nel<br />

tempo diversi incarichi.<br />

53


RICORDO DeL BeRSAGLIeRe<br />

CLAUDIO CAMBIUzzI<br />

Dopo una vita ispirata ai valori del Risorgimento,<br />

improntata agli ideali di La Marmora, ha terminato<br />

la sua corsa terrena, all’età di 90 anni, il Sergente<br />

dei <strong>Bersaglieri</strong> Claudio Cambiuzzi. Diplomatosi all’Istituto<br />

Tecnico Agrario “ Giuseppe Scarabelli” di Imola,<br />

fu compagno di studi di Giuseppe Fanin. Allo scoppio della<br />

seconda guerra mondiale fu arruolato nella terza compagnia<br />

del 6° RGT <strong>Bersaglieri</strong> agli ordini del capitano Aurelio<br />

Barnabè. Con questo reparto partecipò alla Campagna<br />

di Jugoslavia. Mentre l’intero 6° RGT veniva poi inviato<br />

dalla Sicilia sul fronte russo, a Cambiuzzi fu ordinato di<br />

restare in Sicilia con poche ed esigue unità. Da qui, dopo<br />

alterne vicende, attraverso la Calabria e la Basilicata, si<br />

presentò a Brindisi dove si arruolò nelle truppe d’assalto<br />

americane. Con queste fece tutta la Campagna d’Italia e risalì<br />

la penisola combattendo fino a Milano. Nel 1947 si congedò<br />

e rientrò nella vita civile. Fu poi a lungo alle dipendenze<br />

dell’ENI nel deserto iracheno. Negli anni settanta fu fra i<br />

più entusiasti sostenitori della rifondazione della Sezione<br />

di Imola dell’ANB, di cui divenne vicepresidente. Con il<br />

compagno d’armi Guido Melli organizzò ogni anno l’incontro<br />

conviviale della Sezione, sempre allietato dalla<br />

Fanfara dei <strong>Bersaglieri</strong> in congedo di Cesena. Alla morte<br />

del suo vecchio comandante si attivò per gli onori postumi<br />

che a questi furono poi conferiti. Tutta la sua vita è stata<br />

ispirata al senso del Dovere e ad un amore di Patria privo<br />

di qualunque vago sospetto di nazionalismo perché ancorato<br />

all’amore delle patrie altrui. Due anni fa, in una commemorazione<br />

del Ten. Col. (r.o) Aurelio Barnabè, si è<br />

espresso con queste sentite e profetiche parole: “Signor<br />

Capitano, arriverà presto il giorno in cui, quando lei dal<br />

piazzale farà l’appello e chiamerà il mio nome, io risponderò<br />

PRESENTE!”. Di recente, sentendo avvicinarsi la fine,<br />

espresse il desiderio di avere sulla bara il tricolore e il<br />

cappello piumato. Il saluto degli antichi romani agli amici<br />

scomparsi era: “ Ti sia lieve la terra”. Noi invece abbiamo<br />

la speranza che l’Altissimo gli abbia già riservato un posto<br />

in quell’angolo destinato ai buoni cittadini e ai bravi soldati<br />

in cui Cambiuzzi diceva sarebbe stato certamente condotto<br />

dal suo comandante.<br />

Mario Barnabé<br />

54<br />

AlBA (cn)<br />

Il 2 marzo la locale Sezione si è riunita nella Casa del volontariato per<br />

eleggere il nuovo Consiglio direttivo per il prossimo triennio che ha visto<br />

la riconferma a Presidente di Ettore Secco. Vice Presidente Francesco<br />

Francavilla, Consiglieri: Giovanni Brizio, Eraldo Eula, Lorenzo<br />

Magliano, Angelo Tanca e Aniello Vietri.<br />

L'assemblea è stata presieduta dal Bers. Ermes Previato il quale ha ricordato<br />

che il 21 settembre prossimo tutti i <strong>Bersaglieri</strong> d’Italia sono stati<br />

invitati a Cherasco per la commemorazione di Giuseppe Vayra, il primo<br />

Bersagliere d’Italia, che per primo indossò l'uniforme del Corpo incarnando<br />

l'idea del «soldato moderno».<br />

Il Presidente Ettore Secco ha ricordato che il sodalizio è già al lavoro<br />

per il Raduno nazionale di Asti del 2014 ed ha tracciato l’operato del<br />

triennio appena trascorso, ricco di attività con la presenza costante a raduni,<br />

ricorrenze, commemorazioni, la collaborazione a manifestazioni<br />

ed eventi sul territorio ed al recupero di monumenti.<br />

Ha ricordato inoltre che la Fanfara di Asti nell'occasione riceverà la cittadinanza<br />

onoraria e scandirà i momenti più importanti della giornata.<br />

Compiaciuto, ha sottolineato l’accoglienza al Raduno nazionale di Torino<br />

ove la Sezione è stata accolta da un'ovazione quando al passo di corsa<br />

è entrata in piazza San Carlo con la camicia bianca e il cappello piumato,<br />

tanto da essere stati invitati alla trasmissione "La storia siamo<br />

noi" di Gianni Minoli.<br />

Ettore Secco ha poi concluso citando il volume "I <strong>Bersaglieri</strong> decorati<br />

al valor militare della provincia di Cuneo dal 1836 ad oggi" a cura di<br />

Gian Carlo Ciberti. Un'opera che resterà negli annali a perenne ricordo<br />

dei <strong>Bersaglieri</strong> della provincia.<br />

foto Bruno murialdo<br />

cArmignAno di BrenTA (Pd)<br />

Il 17 febbraio è stato rinnovato il Consiglio direttivo per il triennio 2013<br />

- 2015. Presidente Bers. Zanoni Rino, Vice Presidente Serg. Menin Sergio.<br />

Consiglieri: Bers. Beniero Mariano, Bers. Boaron Francesco, Cap.<br />

Magg. Battistella Egidio. Sindaci Revisori: Bers. Toniolo Adriano,<br />

Bers. Violetto Battista, Bers. Didonè Giorgio. Segretario Bers. Suelotto<br />

Martino.<br />

cingoli (mc)<br />

Le elezioni per il rinnovo del Consiglio direttivo sezionale tenutesi il 17<br />

febbraio 2013 per il triennio 2013-2015 hanno eletto: Presidente Giovanni<br />

Compagnucci, Vice Elio Pelagagge; Segretario, Gino Ilari; Consiglieri:<br />

Eugenio Danoni, Gino Ilari, Giordano Compagnucci, Gino Chiaraluce,<br />

Giuseppe Tarabello.<br />

ciViTAnoVA mArche (mc)<br />

Il 10 febbraio 2013 è stato eletto il nuovo Consiglio direttivo sezionale<br />

che risulta così composto: Presidente Aroldo Cameli, Vice Presidente Euro<br />

Ginobili, Segretario Emilio Bella. Consiglieri: Enzo Ferretti, Raffaele<br />

Parnofiello, Stefano Ripani. Sindaci: Raffaele Narinangeli, Aldo Re.


coPerTino (le)<br />

Il nuovo Consiglio sezionale eletto il 10 febbraio risulta così composto:<br />

Presidente Col. Alessandro Montefrancesco, Vice Presidente, Sandro<br />

Pagano. Consiglieri: Stefania Greco, Pierino Iaconisi, Luigi Nestola.<br />

Sindaci: Salvatore Raho, Paolo Nuzzaci, Cosimo Franco.<br />

cuneo<br />

Il nuovo Consiglio direttivo provinciale per il triennio 2013 - 2015 è così<br />

composto: Presidente Ettore Secco, Vice Presidente Francesco Francavila,<br />

Segretario Gian Carlo Ciberti. Consiglieri: Giovanni Brizio,<br />

Eraldo Eula, Lorenzo Magliano, Angelo Tanca, Aniello Vietri.<br />

foggiA<br />

E’ stato rinnovato il Consiglio Provinciale ANB di Foggia, per il triennio<br />

2013-2016. Presidente Raffaele di Corcia, Vice Presidente Ciriaco<br />

Loffredo, Segretario Ten. Franco Abbruzzese, Consiglieri Antonio Inglese,<br />

Michele La Signora, Michele Rutigliano, Filippo Borda.<br />

groTTAmmAre (AP)<br />

Il nuovo Consiglio sezionale risulta così composto: Presidente Egidio<br />

Pino Scartozzi, Vice Presidente Nello Carosi, Segretario Tarcisio Cava.<br />

Consiglieri: Giuseppe Bernardini, Luigi Vesperini, Serafino Santori.<br />

Sindaci: Antonio Bruni, Giacomo Piunti, Luciano Maranesi.<br />

Jesolo (Ve)<br />

Il 9 marzo il Consiglio direttivo sezionale per il triennio 2013 - 2015 risulta<br />

così composto: Presidente Italo Franzi, Vice Presidente Luca Scarpi,<br />

Segretario Federico Casarotto. Consiglieri: Paolo Stefani, Orfeo<br />

Montagner, Gino Tonetto, Luigi Toffano. Sindaci: Gianpaolo Alno,<br />

Giorgio Pasqual, Florio Babbo. Alfieri: Antonio e Arnaldo Baccega.<br />

noAle (Ve)<br />

Il 5 aprile 2013 sono state rinnovate le cariche istituzionali. Il direttivo<br />

risulta così composto: Presidente Bers. 1° Cap. Pezzuto dr. Luigi, Vice<br />

Presidente Ten. Sabelli geom. Mauro. Consiglieri: Bers. Scappato Natalino,<br />

Bers. Soffia Vittorino, Bers. Campigotto Luigino.<br />

PisToiA<br />

La locale Sezione ha provveduto al rinnovo del Consiglio Direttivo per<br />

il triennio 2013-2015. Presidente Onorario Sig.ra Marcella Romagnoli,<br />

Presidente Lauro Capecchi, Vice Presidente Sergio Rosa. Consiglieri:<br />

Sig.ra Mila Bernardi, Benito Forasassi, Fabio Presildo Gori, Giorgio<br />

Romani, Attilio Zari.<br />

roVolon (Pd)<br />

Il 3 marzo sono stati eletti per il triennio 2013 - 2015: Presidente Bers.<br />

Montemezzo Mario, Vice Presidente Bers. Volinia Dario. Consiglieri:<br />

Bers. Taccon Valerio, Bers. Magagnin Fabio, Bers. Marcheluzzo Giuseppe.<br />

Sindaci Revisori: Bers. Dola Beniamino, Bers. Gomiero Antonio.<br />

sulmonA (Aq)<br />

Il 25 marzo sono stai eletti per il triennio 2013-2015: Presidente Francesco<br />

Ceraolo, Vice Presidente Alessandro Pulizzotto, Segr. Manlio Gian<br />

Cola. Consiglieri: Gabriele Susi, Marcello Filippucci. Sindaci: Roberto<br />

De Mutis, Pasqualino Pace, Giuseppe Marinucci.<br />

VeronA<br />

Il 9 febbraio sono state rinnovate cariche sociali per il triennio 2013-<br />

2015: Presidente, Lgt. Ottorino Roncari; Vice, Ten. Luigi Pozzi; Consiglieri:<br />

Bers. Raffaele Ambrogi, Bers. Alfonso Bosio, Bers. Giuseppe<br />

Minetti, Sig.ra Ada Pavesi, Sig. Antonio Talillo. Probiviri: Bers. Luciano<br />

Diani, Bers. Benvenuto Tavella, Bers. Carlo De Luca.<br />

regione lAzio<br />

NUOVe SezIONI<br />

ferenTino (fr) 1° ottobre 2012<br />

Pres. Bers. D’ascenzi Vittorino, Vice Pres. Bers. Modugno Vincenzo,<br />

Segretaria Marra Stefania. Consiglieri: Bers. Tomassi Antonio, Bianchi<br />

Antonio, Moriconi Angela. Sindaci revisori: Campoli Roberto e Zaccari<br />

Pietro.<br />

cArdiTo di VAlleroTondA (fr) il 26 ottobre 2012<br />

Pres. Bers. Di Mascio Giancarlo, Vice Pres. Bers. Di Zazzo Biagio, Segretario<br />

Caporusso Maurizio. Consiglieri: Bers. Franchi Renzo, Di Meo<br />

Nello, Paolillo Palmiro Nicola. Sindaci Revisori: Bers. Capaldi Pasquale<br />

e Moscatelli Patrizio.<br />

RINNOVO CARICHe SOCIALI<br />

CONSIGLIO DIReTTIVO ReGIONALe del LAzIO Roma 25 novembre 2012<br />

Pres. Bers. Romani Anacleto, Vice Pres. Bers. Pasquali Luciano, Segretario<br />

Straffi Umberto. Consiglieri: Bers. Bivona Michelangelo, Culla<br />

Ettore, Feliziani Augusto, Ferrari Oreste, Flumeri Massimo, Lo Gaglio<br />

Antonio, Montini Giuliano, Pellegrini Francesco, Renzi Agostino.<br />

CONSIGLIO DIReTTIVO PROVINCIALe di LATINA 10 novembre 2012<br />

Pres. Bers. Saltarelli Damiano, Vice Pres. Bers. Rossi David. Consiglieri:<br />

Bers. Montini Giuliano, Pagano Carmine, Marangon Alberto.<br />

CONSIGLIO DIReTTIVO PROVINCIALe di FROSINONe 12 gennaio 2013<br />

Pres. Bers. Lunghi Antonio, Vice Pres. Bers. Farina Francesco, Segretario<br />

Taglione Silverio. Consiglieri: Bers. Savo Franco, Giusti Fabio,<br />

Giardiello Antonio. Sindaci Revisori: Celani Enrico, Di Zazzo Biagio.<br />

CONSIGLIO DIReTTIVO PROVINCIALe di ROMA 3 febbraio 2013<br />

Pres. Bers. Battillocchi Roberto, Vice Pres. Bers. Ricci Giuseppe, Segretario<br />

Spallno Salvatore. Consiglieri: Bers. Giovannelli Giorgio,<br />

Mancinetti Antonio, Riposati Marcello, Casillo Massimo, Di Iorio<br />

Gianluca, Tari Benedetto, Rinaldi Bruno, De Santis Lorenzo.<br />

TARQUINIA (VT) 7 gennaio 2013<br />

Pres. Bers. Belli Mauro, Vice Pres. Bers. Bizzarri Corrado, Segretario<br />

Menegaldo Antonio. Consiglieri: Bers. Alessandrelli Roberto, Faluschi<br />

Fernando, Giacchetti Gino Pasquale, Gufi Aulo, Merlini Giuseppe, Peparello<br />

Aldo. Sindaci Revisori: Medici Benedetto Maria, Bastari Maria<br />

Adria, Catini Bruno.<br />

POGGIO MIRTeTO (RI) 9 gennaio 2013<br />

Pres. Bers. Lancia Francesco, Vice Pres. Bers. Giometti Menenio. Consiglieri:<br />

Bers. Franceschini Pierluigi, Tassi Giovanni, Piccarozzi Alessandro.<br />

Sindaci Revisori: Scacchi Renzo, Bellucci Augusto.<br />

BORGO SABOTINO (LT) 11 gennaio 2013<br />

Pres. Bers. Cobalchin Umberto, Vice Pres. Bers. Fava Franco. Consiglieri:<br />

Bers. Furlanetto Benito, Bassotto Giuliano, Andriollo Luigi. Sindaci<br />

Revisori: Fornea Fernando, Causio Claudio, Pacini Angelo.<br />

VALMONTONe (ROMA) 22 febbraio 2013<br />

Pres. Bers. Del Brusco Luigi, Vice Pres. Bers. Moretti Carlo, Segretario<br />

Frivoli Mauro. Consiglieri: Bers. Bitonti Enrico, De Santis Lorenzo,<br />

Ranieri Ettore, Santini Gianpiero, Staffulani Roberto. Sindaci Revisori:<br />

Del Brusco Mario, Fresu Massimo, Nori Pierina.<br />

CePRANO (FR) 6 marzo 2013<br />

Pres. Bers. Celani Maurizio, Vice Pres. Bers. Ippoliti Loreto, Segretario<br />

Di Stefano Gianni. Consiglieri: Bers. Dolce Franco, Mastacci Ennio,<br />

Chiaro Fabio.<br />

55


corsa di resistenza<br />

Perché nella marcia, Passo di corsa, minacciavi di buttarti a terra, e oggi che ne hai tanti<br />

di più e nessun Tenente ti obbliga, tu, cappella di un tempo, alla corsa ci vuoi arrivare<br />

ogni volta che si presenta l'occasione, anche quando non te la lasciano fare?<br />

Cos'è questa droga, quest'orgasmo, se non il simbolo del Bersagliere, come le piume, il fez, le<br />

fiamme. Freud potrebbe ipotizzare che per i vecchi <strong>Bersaglieri</strong> la Corsa rappresenti una rivolta,<br />

una protesta. Rivolta e protesta contro il passo noioso della vita dei comuni, contro gli acciacchi<br />

che si accumulano, contro l'erosione degli anni che incombono, contro il tempo che va<br />

e non torna.<br />

I <strong>Bersaglieri</strong> hanno corso sempre. Hanno corso il 18 giugno di quell'anno lontano, stupefacendo<br />

l'ingenuo monarca, hanno corso nelle caserme, nelle strade dei villaggi e delle città, sui<br />

campi di battaglia e questa espressione di potenza e di giovinezza è rimasta sempre, anche<br />

quando la giovinezza se ne è andata, come un'insegna, un simbolo, un viatico per i maturi e i<br />

vecchi, per i quali la corsa non è solo una romantica aspirazione e un godimento spirituale,<br />

ma anche un impegno fisico, talvolta doloroso.<br />

Corrono anche quelli che non dovrebbero. Quanti son partiti promettendo alle mogli: non<br />

correrò. Quanti hanno detto a se stessi il giorno prima: non correrò, ho le coronarie in disordine,<br />

ho la flebite, ho la pancia, non ce la faccio più e poi... corrono anche loro.<br />

Ecco i fatali trecento metri. C'è chi stenta e stringe i denti, c'è l'ottantenne che proprio non ce la<br />

fa davvero e c'è chi, pietoso ma gioioso, gli dà una mano.<br />

Corrono i giovani e corrono i vecchi, corrono i logorati e i sani e con essi corrono quelli che<br />

non ci sono più. Sono in mezzo, anzi sono in testa a tutti, e la loro ombra guida l'entusiasmo<br />

anche di coloro, e sono i più, che, fuori dai ranghi, non possono più correre.<br />

Talvolta la corsa è malinconia. Ma perché immalinconire? Il passato è prologo. Tutto passa,<br />

tutto finisce, che importa? La stessa morte fa parte della vita; è l'ultimo episodio. Tra un polo e<br />

l'altro pulsa la vita. E' determinato così. Anche la grande corsa finisce. L'imperativo è correre<br />

bene, come sempre, da <strong>Bersaglieri</strong>, fin che si può, e poi passare la fiaccola a chi viene dopo e<br />

infine, involarsi e correre di nuovo e ancora nel Walhalla dei <strong>Bersaglieri</strong> che c'è, son sicuro, ma<br />

non ci sono Walkirie né cavalli alati, forse solo biciclette, vecchie biciclette leggere mentre una<br />

bufera nel ciel che mai non resta, mena gli spirti con la sua rapina che tiene però la fiamma<br />

sempre desta...<br />

E' la Corsa che continua, una Corsa senza materia, senza fatica, un premio nel cielo, nel Walhalla<br />

dei <strong>Bersaglieri</strong>, di noi <strong>Bersaglieri</strong>.<br />

dal numero 239 di F.C. 1976, pag. 11<br />

Bersagliere Sandro Amoroso

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