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Ieri e Oggi - Club41livorno.it

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collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Porto Mediceo<br />

Caratteristica zona del porto mediceo<br />

dove attraccavano i battellieri. Questi<br />

con le loro gozzette in legno e a remi<br />

erano sol<strong>it</strong>i traghettare i passeggeri tra<br />

il molo e le navi ormeggiate in porto.<br />

Dopo l’ultima guerra, questa rotonda<br />

venne interrata e chiusa al pari della<br />

banchina del molo come possiamo<br />

vedere nella foto sotto.<br />

Attualmente, come si può vedere,<br />

vengono fatti alcuni lavori per il<br />

prolungamento del molo, sembra di<br />

circa cinquanta metri in avanti, e così<br />

anche questo ricordo del vecchio porto<br />

è destinato a scomparire per sempre.<br />

La foto sopra è databile verso il 1920<br />

mentre quella sotto é stata scattata alla<br />

fine del 1998.


Collezione A - Lemmi<br />

Foto Leonardi<br />

Porto Mediceo<br />

La foto sopra del 1910 ci mostra la<br />

punta estrema verso il mare del Forte di<br />

Porta Murata.<br />

Questo Forte era circondato dal Fosso<br />

Reale e la parte che vediamo accanto al<br />

bel ponte della Sassaia era chiamata<br />

Porto Pidocchio ed era destinato a<br />

piccole imbarcazioni.<br />

Il Fortino al centro della foto, davanti al<br />

Ponte alla Sassaia, si trovava sulla<br />

Spianata del Molo ed aveva una<br />

guarnigione a difesa del porto. Il tutto<br />

è andato distrutto durante i numerosi<br />

bombardamenti del 1943.<br />

Il porticciolo è ora interrato, è rimasto<br />

quasi uguale il tracciato della strada con<br />

le due curve.<br />

Nei primi anni del 1900 dietro le mura<br />

del Forte di Porta murata c’erano i<br />

magazzini del tabacco.


collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Via del Molo Nuovo<br />

Percorrendo via del Molo Mediceo, alla<br />

fine delle vecchie mura si arriva, dopo<br />

una curva a esse, al molo Mediceo.<br />

In angolo esisteva il ponte alla Sassaia<br />

che vediamo nella vecchia foto.<br />

Era così chiamato perché arrivava davanti<br />

al piccolo forte della Sassaia<br />

all’inizio del molo stesso.<br />

Sotto al ponte si passava per uno specchio<br />

d’acqua chiamato porto pidocchio<br />

e continuando si arrivava lungo un fossato<br />

fino alla darsena del cantiere passando<br />

attorno ai vecchi magazzini del<br />

tabacco.<br />

Questo angolo del porto fu completamente<br />

distrutto dalle bombe, una delle<br />

quali prese in pieno il fortino che purtroppo<br />

oggi si trova in uno stato di<br />

completo abbandono.<br />

Sarebbe auspicabile, se non un restauro<br />

completo, quanto meno un ricupero<br />

delle parti ancora in piedi.


Collezione A. Lemmi<br />

Foto Leonardi<br />

Venezia<br />

Il fosso scomparso che si vede sopra in<br />

una foto anteriore al 1898 partiva dallo<br />

stabile del Refugio ed entrava nel fosso<br />

di Venezia nei pressi del ponte Santa<br />

Trin<strong>it</strong>à.<br />

Venne interrato in quell’anno perché<br />

era poco profondo e sporco.<br />

Il piazzale risultante prese il nome di<br />

viale Caprera.<br />

Sparì il ponte che vediamo all’altezza<br />

della chiesa di Crocetta e i vari scali dei<br />

Bottini dell’Olio del Piaggione, del<br />

Luogo Pio, delle Saponiere e di porta<br />

Trin<strong>it</strong>a.<br />

Vicino al palazzo del Refugio sullo<br />

sfondo sparirono gli scali delle Fontine<br />

così chiamati perché c’erano due<br />

piccole fonti che alimentavano due<br />

vasche utilizzate per i lavatoi pubblici,<br />

chiusi dopo il colera del 1893.


collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Venezia<br />

Ad eccezione del ponte di via della<br />

Madonna sormontato dalla statua di<br />

San Giovanni Nepomoceno qui<br />

collocata nel 1739, tutto è andato<br />

distrutto, dal vecchio Teatro degli<br />

Avvalorati alle case adiacenti.<br />

Questo teatro fu inaugurato nel 1782<br />

con l’Adriana di Metastasio e allora era<br />

il Teatro degli Armeni.<br />

Fu affrescato nel 1806 da Giuseppe<br />

Maria Terreni e da Antonio Niccolini.<br />

Fu chiuso nel 1898 e fu riaperto nel 19-<br />

18 dopo un completo restauro e un arricchimento<br />

di stucchi.<br />

Il teatro che negli anni antecedenti<br />

l’ultima guerra era conosciuto dai<br />

livornesi come Supercinema venne<br />

distrutto dai tedeschi nel 1944.<br />

<strong>Oggi</strong> al loro posto vi è l’alberato viale<br />

degli Avvalorati che dalla piazza del<br />

Municipio costeggiando il fosso reale<br />

arriva fino alla piazza della Repubblica.


collezione Fagiolini<br />

Foto Leonardi<br />

Via Fiume<br />

Questa via metteva in comunicazione la<br />

piazza V<strong>it</strong>torio Emanuele (attuale<br />

piazza Grande) con la piazza del<br />

Villano, oggi non più esistente.<br />

In angolo con la darsena nei primi anni<br />

del secolo scorso c’era l’edificio con i<br />

merli della chiesa Presb<strong>it</strong>eriana e del<br />

Seamen’s Inst<strong>it</strong>ute che si trovava sul<br />

terreno oggi occupato dal palazzo<br />

dell’INPS.<br />

Vi erano diverse attiv<strong>it</strong>à commerciali<br />

per lo più di oreficerie e per questa<br />

ragione fu chiamata anche via dei<br />

Gioiellieri.<br />

Vi erano anche due farmacie una del<br />

dott. Lottini del 1818 e la farmacia del<br />

Campana.<br />

C’era anche una chiesa dei greci<br />

scismatici costru<strong>it</strong>a nel 1760, mentre il<br />

campanile che vediamo al centro era<br />

quello della chiesa della Purificazione<br />

della Madonna e dei catecumeni.


collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Via Grande<br />

Piazza della Colonnella era in fondo<br />

alla via V<strong>it</strong>torio Emanuele dalla parte<br />

del porto, prese questo nome perché in<br />

questo luogo esisteva la porta a<br />

Colonnella che si apriva sulla vecchia<br />

darsena.<br />

Fino al 1871 vi esisteva una fonte<br />

pubblica.<br />

Al primo piano in angolo a destra<br />

esisteva una scuola di scherma e di<br />

ginnastica gest<strong>it</strong>a dal maestro Ceselli.<br />

Nel 1950 il sindaco di Firenze Giorgio<br />

La Pira, dopo il r<strong>it</strong>rovamento dei calchi<br />

originali delle fontane del Tacca che<br />

avrebbero dovuto essere poste a lato del<br />

monumento ai Quattro Mori, ne fece<br />

fare le copie e ne fece dono a Livorno.<br />

Queste copie furono collocate al centro<br />

delle due piazzette a Colonnella dove<br />

tuttora si trovano.


collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Piazza Grande<br />

Il Palazzo Comunale venne costru<strong>it</strong>o<br />

nel 1720 su disegno di Giovanni del<br />

Fantasia, fu quasi completamente<br />

distrutto dai terremoti del 1742 e quindi<br />

restaurato e quasi ricostru<strong>it</strong>o nel 1745<br />

dall’ingegnere Bernardino Ciurini. che<br />

vi aggiunse la scala esterna di marmo.<br />

A sinistra del palazzo si ergevano prima<br />

della guerra tre palazzi affiancati al<br />

posto dell’attuale palazzo dell’anagrafe.<br />

Anche il Comune subì ingenti danni<br />

durante l’ultima guerra e venne<br />

ricostru<strong>it</strong>o in parte.<br />

A destra, nell’immagine del 1910, si<br />

nota un edificio che si trovava tra gli<br />

Scali Nepomoceno e la via degli<br />

Avvalorati. Mentre il lato che vediamo<br />

era lungo la via del Consiglio,<br />

scomparsa anch’essa, che costeggiando<br />

il Comune arrivava agli Scali<br />

Finocchietti.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Piazza Grande<br />

Come era bella e immensa la piazza<br />

alla fine del secolo scorso.<br />

<strong>Oggi</strong> con il nobile interrompimento<br />

di grande gli è rimasto solo il nome.<br />

Sopra vediamo sostare un tram a cavalli<br />

e una carrozza di linea sulla quale<br />

possiamo leggere che arrivava alla<br />

Barriera Garibaldi.<br />

Al centro sosta a gambe incrociate un<br />

carrettiere per riposarsi dalla fatica<br />

spesa nel trainare un carretto ben<br />

pesante.<br />

Il loggiato che vediamo sotto fu<br />

ricostru<strong>it</strong>o con il Duomo dopo la guerra<br />

ed è molto somigliante all’originale.<br />

Per costruire quel cassettone al centro<br />

della piazza venne tolto il monumento<br />

al Re galantuomo che fu posto al<br />

centro della piazza dell’Un<strong>it</strong>a’ d’Italia<br />

dove tuttora si trova.


Collezione A. Lemmi<br />

Foto Leonardi<br />

Piazza Guerrazzi<br />

L’edificio in angolo tra la Via Grande e<br />

la Piazza Guerrazzi davanti al<br />

Cisternino fu distrutto durante l’ultima<br />

guerra e ricostru<strong>it</strong>o alla fine degli anni<br />

50 come quasi tutta la Via Grande.<br />

<strong>Oggi</strong>, dalla parte di via Grande, al posto<br />

della d<strong>it</strong>ta Grossi, che forniva forn<strong>it</strong>ure<br />

per orologeria esiste una tabaccheria, al<br />

posto della famosa libreria Giusti c’è<br />

un negozio di abbigliamento sportivo.<br />

Nella piazza Guerrazzi al posto della<br />

vecchia tabaccheria oggi si trova una<br />

agenzia immobiliare e al posto del bar<br />

con le tende c’è un negozio di<br />

abbigliamento.<br />

Gli edifici adiacenti si sono salvati<br />

dalla furia delle bombe e lungo la via<br />

Grande tra questo angolo e la piazza<br />

della Repubblica si può ancora notare il<br />

vecchio ingresso del famoso Caffe’<br />

della Posta che fu r<strong>it</strong>rovo della Livorno<br />

cultulare e artistica.


collezione A. Lemmi<br />

Piazza Guerrazzi<br />

L’ingresso al giardino del famoso Caffe’ della Posta in piazza Guerrazzi.<br />

Questo famoso locale livornese aveva l’ingresso in via Grande davanti al Cisternino e si estendeva<br />

con il giardino fino alla via Buontalenti. Sull’area di questo giardino venne costru<strong>it</strong>o in segu<strong>it</strong>o il<br />

cinema teatro Lazzeri che vediamo nella foto a destra ormai in stato di completo abbandono.<br />

Foto Leonardi


collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Piazza della Repubblica<br />

La piazza è ora la più grande e bella di<br />

Livorno, era chiamata, oltre a piazza<br />

Carlo Alberto, piazza del Voltone per la<br />

volta lunga ben 240 metri sotto la quale<br />

scorre il fosso Mediceo.<br />

L’ovale della piazza è adornato con<br />

panchine in marmo, artistici fanali e<br />

pioli in ferro artisticamente decorati.<br />

Le due statue, di Ferdinando III e di Leopoldo<br />

II che abbelliscono la piazza furono<br />

scoperte nel 1847.<br />

Quella di Ferdinando III, sullo sfondo,<br />

fu scolp<strong>it</strong>a da Francesco Pozzi, mentre<br />

quella di Leopoldo II è opera del Saltarelli.<br />

Nel 1847 quando furono inaugurate<br />

le statue, quella di Leopoldo II era<br />

stata scolp<strong>it</strong>a dal Demi, ma durante la<br />

sommossa del 1849 il popolo inferoc<strong>it</strong>o<br />

la mutilò e nel 1855 fu sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da<br />

quella attuale.<br />

L’originale si trova oggi in piazza XX<br />

Settembre.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Via De Larderel<br />

L’inizio della Via De Larderel<br />

fotografato dalla Piazza della<br />

Repubblica.<br />

Questa parte della c<strong>it</strong>tà è rimasta quasi<br />

del tutto invariata<br />

Nella foto vecchia si può notare che<br />

non c’erano i giardinetti dove fu in<br />

segu<strong>it</strong>o collocato il monumento a<br />

Guglielmo Oberdan.<br />

In primo piano si nota uno dei pioli in<br />

ferro che si trovano lungo il perimetro<br />

della piazza e che solo recentemente<br />

sono stati ricollocati al loro posto.<br />

Al piano terra dell’edificio al centro in<br />

angolo con la Piazza dei Mille, esisteva<br />

già all’inizio di questo secolo una<br />

farmacia oggi di proprietà Scalabrella<br />

che recentemente è stata ristruttura ed è<br />

stata abbell<strong>it</strong>a con una insegna esterna<br />

ad angolo stile anni 800.


Collezione Fagiolini<br />

Foto Leonardi<br />

Piazza del Cisternone<br />

In alto a destra il Cisternone del<br />

Poccianti alla fine del 1800.<br />

Nella sol<strong>it</strong>a immagine si notano a<br />

sinistra i cipressi che ornavano il<br />

vecchio cim<strong>it</strong>ero Greco Ortodosso che<br />

si trovava all’inizio del viale Emilio<br />

Zola oggi Viale Carducci in angolo con<br />

la via Galilei.<br />

Al suo posto oggi si trova il palazzo di<br />

vetro sede degli Uffici delle Imposte<br />

Dirette.<br />

Evidentemente è destino che in quella<br />

parte della c<strong>it</strong>tà diversi c<strong>it</strong>tadini<br />

livornesi abbiano dovuto piangere e<br />

altri continuino a farlo anche se per<br />

ragioni ben diverse.<br />

Nella foto inferiore a destra si vede il<br />

Cisternone dopo i lavori di<br />

ristrutturazione effettuati recentemente<br />

e che hanno riportato questo edificio<br />

monumento al nuovo splendore.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Piazza del Cisternone<br />

Davanti al bellissimo edificio del<br />

Cisternone si trovava la chiesa di San<br />

Andrea e il Cim<strong>it</strong>ero dei greci<br />

scismatici.<br />

La chiesa venne innalzata nel 1837 e<br />

benedetta da Monsignor Gavi il 14<br />

maggio 1850.<br />

Ha un campanile alto 48 metri e un<br />

organo fatto costruire a spese del conte<br />

Federigo De Lardarel nel 1869.<br />

I greci scismatici usarono il cim<strong>it</strong>ero,<br />

che vediamo in angolo con i cipressi,<br />

fino al 1839 quando ne costruirono uno<br />

nuovo in via Marco Mastacchi.<br />

Aveva un bel cancello di ingresso sulla<br />

via Galilei con dei pilastri corinti<br />

sormontati da un arco.<br />

Al posto dei cipressi del vecchio<br />

cim<strong>it</strong>ero si vede il palazzo delle<br />

Imposte Dirette.


Collezione A. Lemmi<br />

Foto Leonardi<br />

Barriera V<strong>it</strong>torio Emanuele II<br />

Nel 1835 prese il via il progetto che<br />

prevedeva la recinzione della c<strong>it</strong>tà con<br />

mura, lunghe oltre 6 chilometri e alte<br />

circa 8 metri.<br />

Questa difesa della c<strong>it</strong>tà era dotata di 5<br />

aperture daziarie: la porta San Marco,<br />

la Barriera Fiorentina, la porta San<br />

Leopoldo, la barriera Maremmana e la<br />

porta a Mare.<br />

Nel 1860 sub<strong>it</strong>o dopo la proclamazione<br />

del Regno d’Italia venne fatta<br />

un’apertura nelle mura con un<br />

grandioso arco di trionfo sotto il quale<br />

sarebbe passato il Re nel suo ingresso<br />

in c<strong>it</strong>tà. Però a causa del cattivo tempo<br />

l’ingresso in c<strong>it</strong>tà avvenne dalla porta<br />

San Marco.<br />

Quella apertura nelle mura fu nel 1864<br />

allargata e divenne la Barriera V<strong>it</strong>torio<br />

Emanuele II che vediamo nella foto<br />

sopra e che si trovava a metà del viale<br />

della stazione.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Acque della Salute<br />

Ingresso principale alle stabilimento<br />

delle Acque della Salute.<br />

Ai due lati c’erano le due edicole per la<br />

distribuzione dei biglietti di ingresso.<br />

Qui potevano essere acquistate le diverse<br />

offerte che comprendevano oltre alla<br />

degustazione delle acque vari tipi di divertimento.<br />

Questo era l’ingresso dei VIP<br />

dell’epoca, come si può notare<br />

dall’abbigliamento dei frequentatori.<br />

Esisteva anche un ingresso popolare<br />

che si trovava nella parte nord dello stabilimento<br />

con edicole più semplici per<br />

l’acquisto dei biglietti.<br />

Queste due edicole sono oggi in uno<br />

stato di completo abbandono, quella a<br />

destra viene addir<strong>it</strong>tura adopera come<br />

garage, come si nota dalla scr<strong>it</strong>ta sulla<br />

saracinesca.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Acque della Salute<br />

Scriveva il Piombanti nella sua Guida<br />

di Livorno del 1903:<br />

Lo stabilimento livornese delle Acque<br />

della Salute va rapidamente sorgendo e<br />

presto sarà compiuto, le cinque<br />

sorgenti che lo compongono saranno,<br />

nella prossima stagione estiva,<br />

solennemente inaugurate.<br />

Quel giorno assai prossimo, la v<strong>it</strong>a di<br />

Livorno riceverà nuovo impulso e<br />

vigore; al compimento di questa mia<br />

fede, che è insieme un ardente augurio<br />

per la fortuna di questa bella c<strong>it</strong>tà, che<br />

amo dell’intenso affetto, come di un suo<br />

c<strong>it</strong>tadino, io dedicherò la mia mente e il<br />

mio cuore, con tutto l’ardimento, che<br />

da la sicura fiducia della v<strong>it</strong>toria.<br />

In effetti con l’apertura di queste terme<br />

la c<strong>it</strong>tà ebbe un notevole afflusso turistico<br />

da tutte le parti d’Europa con un<br />

grosso beneficio economico.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Porta alla Colline<br />

Lungo la vecchia via di Salviano si<br />

incontrava, all’altezza del semaforo<br />

davanti al Pronto Soccorso<br />

dell’Ospedale, la Porta Leopolda che<br />

verrà in segu<strong>it</strong>o chiamata popolarmente<br />

la porta alle Colline.<br />

Nella piazza davanti alla porta si teneva<br />

il mercato del bestiame.<br />

E qui nel 1868 venne aperto l’asilo<br />

rurale Matteucci.<br />

Vicino alla porta esisteva un edificio<br />

isolato che era destinato ad uso di<br />

lazzaretto, qui vennero curati i malati<br />

del colera nel 1893.


collezione Braccini<br />

Foto Leonardi<br />

Via Solferino<br />

Dagli scali del Pontino giunge fino alla<br />

piazza Undici Maggio davanti alla<br />

Porta San Marco.<br />

Prese questo nome in ricordo della<br />

battaglia vinta dagli Italiani e da<br />

Francesi contro gli Austriaci nella<br />

battaglia del 1859 avvenuta nei pressi<br />

di Solferino.<br />

Prima si chiamava via del gran<br />

Principe in onore del figlio maggiore di<br />

Leopoldo II di Lorena.<br />

Questa via prima del 1835 si trovava al<br />

di fuori della cinta c<strong>it</strong>tadina. Con la<br />

costruzione in quell’anno delle nuove<br />

mura Leopoldine venne inglobata<br />

all’interno. Non ha sub<strong>it</strong>o evidenti<br />

cambiamenti dal secolo scorso.


Collezione A. Lemmi<br />

Foto Leonardi<br />

Barriera San Marco<br />

Veduta, dalla parte interna della c<strong>it</strong>tà,<br />

della stazione San Marco e della porta<br />

omonima.<br />

Si notano la bella copertura della<br />

stazione e gli edifici adiacenti alla porta<br />

che servivano come casermette e uffici<br />

per i daziari.<br />

La porta è preceduta da da una volta a d<br />

archi ed è sormontata da un grande leone<br />

alato in marmo bianco, che sorregge<br />

un libro. Questa opera fu realizzata dallo<br />

scultore Nencini nel 1840 e simboleggia<br />

l’evangelista San Marco.<br />

Davanti alla porta e alla barriera sorge<br />

il grande edificio, del 1889, adib<strong>it</strong>o a<br />

scuola elementare Giuseppe Micheli.<br />

<strong>Oggi</strong> la bella piazza è quasi scomparsa,<br />

sono stati creati dei muri di<br />

sbarramento in crudo cemento, al<br />

termine della via Palestro, che<br />

certamente danno un tono triste e<br />

freddo all’insieme.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Porta San Marco<br />

Bella immagine della Porta San Marco<br />

con un tram trainato da cavalli negli<br />

ultimi anni del 1800.<br />

Questa porta venne costru<strong>it</strong>a nel 1835<br />

assieme alla realizzazione della cinta<br />

daziaria Leopoldina.<br />

Sopra alla porta si trova un grosso<br />

leone alato in marmo che simboleggia<br />

l’evangelista San Marco.<br />

In precedenza dal 1802 la porta San<br />

Marco si trovava nella attuale piazza<br />

dei Legnami lungo la precedente cinta<br />

c<strong>it</strong>tadina.<br />

Ancora prima, la porta della c<strong>it</strong>tà con<br />

questo nome, si trovava all’altezza della<br />

piazza dei Domenicani ed era stata<br />

realizzata nel 1703 sotto Cosimo III dei<br />

Medici.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

La Dogana d’Acqua<br />

Questo edificio fu costru<strong>it</strong>o nel 1840 e<br />

come si vede nella foto sopra era divisa<br />

dalle mura leopoldine in dogana interna<br />

e dogana esterna.<br />

Era posta sopra un ponte a tre archi,<br />

due dei quali servivano per il passaggio<br />

delle barche, che trasportavano le merci<br />

a Pisa e a Firenze utilizzando il canale<br />

dei Navicelli e l’ Arno.<br />

All’interno, in una vasta sala, avveniva<br />

lo sdoganamento delle merci e<br />

all’esterno esistevano due darsene per<br />

la sosta delle imbarcazioni in attesa del<br />

controllo. La darsena esterna venne<br />

colmata nel 1866.<br />

Il secondo piano era usato come<br />

caserma delle guardie daziarie.


collezione Fagiolini<br />

Foto Leonardi<br />

La Semoleria<br />

Nell’industriale sobborgo di Torretta,<br />

che prese il nome dall’avanzo di una<br />

delle antiche torri del porto pisano, si<br />

trovava questo grosso stabilimento<br />

all’avanguardia con i tempi per i metodi<br />

di lavorazione.<br />

Si trovava lungo il canale delle<br />

Cateratte, ormai scomparso e riemp<strong>it</strong>o,<br />

costru<strong>it</strong>o nel 1835 era noto come<br />

mulino Bougleux. Macinava allora<br />

circa 800 quintali di grano duro al<br />

giorno per la produzione di semolino,<br />

farina e crusche molto apprezzate in<br />

tutta Italia. In questa zona della c<strong>it</strong>tà si<br />

trovavano anche altre industrie tra le<br />

quali la Vetreria e la Metallurgica<br />

Italiana, la fonderia dei fratelli<br />

Gambaro, la Ceramica Turr<strong>it</strong>a, una<br />

fabbrica di concimi chimici, una<br />

fabbrica di carbone minerale in pani, e<br />

poi di liquori, di candele, di tubi di<br />

piombo, di mattonelle, di frutti cand<strong>it</strong>i<br />

ecc.


Collezione A. Lemmi<br />

Foto Leonardi<br />

Piazza Cavour<br />

Fortunatamente questo lato della piazza<br />

non ha sub<strong>it</strong>o danni durante l’ultima<br />

guerra, infatti come si può notare dalle<br />

due foto a distanza di circa cento anni<br />

poco è cambiato.<br />

Il palazzo a sinistra, fino a poco tempo<br />

fa sede della Banca Commerciale, é oggi<br />

sede della Banca Intesa.<br />

Particolare curioso, accanto alla finestra<br />

in angolo con via Cairoli, c’è un buco<br />

con piccola targa che indica un colpo di<br />

cannone austriaco sparato nel 1849.<br />

Nel palazzo a destra dove oggi si<br />

trovano i locali della Banca di Roma,<br />

nei primi anni del 1900 c’era il famoso<br />

Caffè Bardi r<strong>it</strong>rovo molto frequentato<br />

dai più famosi p<strong>it</strong>tori livornesi.<br />

Questo locale con le salette rivest<strong>it</strong>e in<br />

velluto rosso e con i tavolini in ferro<br />

con il marmo bianco era anche un<br />

punto di r<strong>it</strong>rovo della maggior parte<br />

della Livorno culturale.


Collezione A. Lemmi<br />

Foto Leonardi<br />

Via Buontalenti<br />

Strada int<strong>it</strong>olata all’ingegnere Bernardo<br />

Buontalenti, che ebbe una parte<br />

importantissima nella costruzione della<br />

c<strong>it</strong>tà di Livorno.<br />

Lungo questa vecchia via si trovavano<br />

gli alti edifici ab<strong>it</strong>ati per lo più dagli<br />

ebrei.<br />

Qui ci furono i locali della Banca<br />

nazionale del Regno d’Italia che in<br />

segu<strong>it</strong>o vennero occupati dal Banco di<br />

Napoli.<br />

A destra si vede il vecchio e glorioso<br />

cinema Centrale, che aveva ampi locali<br />

adatti per spettacoli cinematografici e<br />

di varietà.<br />

Ha resist<strong>it</strong>o fino agli anni 50 ed oggi al<br />

suo posto si trovano i locali di una<br />

banca tedesca.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Piazza Felice Cavallotti<br />

Nel 1634 questa piazza venne adib<strong>it</strong>a a<br />

mercato delle vettovaglie per eliminare<br />

la vend<strong>it</strong>a di questo genere da sotto le<br />

logge della piazza Grande.<br />

Venne costru<strong>it</strong>a una grande tettoia al<br />

centro della piazza e qui sotto venivano<br />

vendute le carni.<br />

La piazza era divisa in quattro settori:<br />

per i pesci, per l’erbaggio, per le uova<br />

e per il pollame.<br />

Anche nelle vie circostanti venivano<br />

vendute altre sorti di vettovaglie.<br />

Nella foto sopra si vede il vecchio<br />

edificio, abbattuto alla fine degli anni<br />

50.<br />

Sopra il forno Italia, nel 1863, nacque<br />

Pietro Mascagni e questo evento è oggi<br />

ricordato da una lapide al primo piano<br />

sopra la sede della Banca Toscana.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Piazza Un<strong>it</strong>à d’Italia<br />

Il rione di San Giovanni è la parte più<br />

vecchia della c<strong>it</strong>tà, infatti la prima<br />

cerchia della mura c<strong>it</strong>tadine circondava<br />

questa parte di Livorno.<br />

La zona ha sub<strong>it</strong>o notevoli<br />

cambiamenti, vuoi per i vari<br />

risanamenti dovuti alle varie epidemie<br />

che si svilupparono tra le vecchie case<br />

di questa zona e vuoi per le distruzioni<br />

belliche.<br />

Una parte della attuale piazza<br />

dell’Un<strong>it</strong>à d’Italia era occupata dalla<br />

piazza Galli Tassi che prese questo<br />

nome a ricordo del benemer<strong>it</strong>o conte<br />

Galli Tassi che lasciò buona parte del<br />

suo patrimonio al vicino ospedale di<br />

San Antonio.<br />

In precedenza era chiamata piazza di<br />

San Giovanni ed ancora prima piazza di<br />

Livorno Vecchio.<br />

Qui esisteva un orologio pubblico ed<br />

una fonte con cisterna.


Collezione A. Lemmi<br />

Foto Leonardi<br />

Piazza del Cardinale<br />

Si trova nella zona tra il mercato<br />

centrale e il vecchio mercato delle<br />

vettovaglie.<br />

E’ tuttora una zona della c<strong>it</strong>tà<br />

frequentatissima, specie al mattino,<br />

dalle massaie livornesi impegnate nella<br />

spesa giornaliera.<br />

La maggior parte degli edifici di questa<br />

piccola piazza sono stati ricostru<strong>it</strong>i a<br />

causa del loro stato fatiscente.<br />

La prima strada a sinistra è la via<br />

Bartelloni a fondo cieco, in cui si<br />

affacciano ancora alcuni dei vecchi e<br />

caratteristici edifici costru<strong>it</strong>i nel 1700.<br />

In questa via, chiamata anticamente la<br />

via degli Asini perché vi sostavano i<br />

carri che portavano le merci in piazza<br />

Cavallotti, si trova oggi uno dei<br />

ristoranti più caratteristici di Livorno<br />

“L’Antico Moro”.


collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Scali Aurelio Saffi<br />

Il mercato centrale con il vecchio ponte<br />

di ferro.<br />

A sinistra nella foto dei primi del 900 si<br />

vede il famoso Cinema Teatro<br />

Pol<strong>it</strong>eama e, in angolo con via Del<br />

Cardinale, la vecchia Fabbrica del<br />

Ghiaccio con la ciminiera.<br />

<strong>Oggi</strong> al posto del Pol<strong>it</strong>eama c’è il<br />

palazzo dove si trovano gli uffici della<br />

società Telecom.<br />

Le due strade che corrono lungo il<br />

Fosso Mediceo sono sempre serv<strong>it</strong>e<br />

come strade di collegamento dal mare<br />

alla parte interna della c<strong>it</strong>tà, da alcuni<br />

anni invece sono state adib<strong>it</strong>e<br />

totalmente a parcheggio e in questo<br />

modo, con la chiusura della piazza<br />

Cavour, per i livornesi è diventato un<br />

dramma trasferirsi da una parte all’altra<br />

della c<strong>it</strong>tà con un mezzo privato, anche<br />

con un motorino.


Collezione A. Lemmi<br />

Foto Leonardi<br />

Via Maggi<br />

La parte iniziale della via ripresa dalla<br />

piazza Cavour.<br />

Nella foto sopra databile verso gli anni<br />

1910/15, in angolo con la piazza nel<br />

vecchio edificio che fu distrutto durante<br />

l’ultima guerra e ricostru<strong>it</strong>o negli anni<br />

50, si può vedere il famoso bar<br />

Corradini che assieme ad altri due bar<br />

presenti sulla piazza erano punti di<br />

r<strong>it</strong>rovo nel centro della c<strong>it</strong>tà.<br />

Il bar Bristol era dalla parte opposta<br />

della piazza in angolo con gli Scali<br />

Manzoni e il caffè Bardi in angolo con<br />

la via Cairoli.<br />

Sempre in angolo con gli Scali<br />

Olandesi, nella foto sopra, si vede il<br />

vecchio edificio dove esisteva una<br />

merceria. <strong>Oggi</strong> in quei locali ha sede un<br />

negozio di articoli musicali


collezione A. Lemmi<br />

Foto Leonardi<br />

Via Ernesto Rossi<br />

Questa strada int<strong>it</strong>olata all’attore<br />

drammatico livornese Ernesto Rossi,<br />

fino alla fine del 1800 si chiamava via<br />

della Pace.<br />

Si estende dalla piazza Cavour fino a<br />

Corso Amedeo.<br />

In questo primo tratto della via<br />

trans<strong>it</strong>ava il tram che girando per la via<br />

Magenta tornava in corso Amedeo<br />

verso la piazza Attias.<br />

A destra si vede il ginnasio allora<br />

int<strong>it</strong>olato al letterato fiorentino Giovan<br />

Battista Niccolini professore di storia e<br />

m<strong>it</strong>ologia e segretario dell’Accademia<br />

delle Belle Arti.<br />

All’interno del Ginnasio Liceo si trovavano<br />

diversi monumenti sia lungo le<br />

scale che in alcune sale, la statua del<br />

Micali, che si trovava in una nicchia nel<br />

muro, fu tolta negli anni venti ed in segu<strong>it</strong>o<br />

trasfer<strong>it</strong>a nel cortile del Tribunale.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Via Calzabigi<br />

Verso il 1750 venne costru<strong>it</strong>a questa<br />

bella villa passata in segu<strong>it</strong>o di<br />

proprietà alla famiglia Rodocanacchi.<br />

La proprietà era circondata da prati e<br />

orti. Si trova tra la via Buonamici e la<br />

via Redi, qui arriva il suo bel parco con<br />

un ingresso secondario.<br />

L’ingresso principale è sormontato da<br />

una struttura in stile castello con merli e<br />

beccatelli.<br />

<strong>Oggi</strong> appartiene al Comune, è chiamata<br />

Villa Maria e osp<strong>it</strong>a una sezione della<br />

Biblioteca Labronica F. D. Guerrazzi<br />

dedicata alla storia di Livorno.<br />

Qui studenti e ricercatori hanno a<br />

disposizione anche moderni computer<br />

con collegamento ad internet.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Via Marradi<br />

All’incrocio tra via Marradi e via<br />

Baciocchi, si trova questo edificio che<br />

oggi osp<strong>it</strong>a la Scuola Media Statale<br />

Micali ed il Provved<strong>it</strong>orato agli Studi di<br />

Livorno..<br />

Era la villa di proprietà della famiglia<br />

Nardini Despotti Mospignotti a cui è<br />

int<strong>it</strong>olata una via vicina.<br />

Nei primi anni del 1900 era la sede del<br />

Comando e caserma principale dei Regi<br />

Carabinieri.<br />

La via Marradi che in quegli anni aveva<br />

il nome di via Ricasoli era una delle più<br />

belle vie della c<strong>it</strong>tà e arrivava fino alla<br />

piazza Cavour.<br />

Davanti alla caserma c’erano ancora i<br />

campi e gli orti appartenenti alle<br />

famiglie Rodocanacchi e Papanti.


Collezione Braccini<br />

Foto Leonardi<br />

Via Mangini<br />

La chiesa Siro Maron<strong>it</strong>a dedicata alla<br />

Madonna del Rosario di Pompei fu<br />

riedificata nel 1888 sopra una<br />

preesistente cappella pubblica del<br />

secolo XVIII.<br />

Sopra l’altare vi era una bella immagine<br />

della Madonna del Rosario di Pompei.<br />

Sulla facciata della chiesa vi era<br />

apposta una lapide con su scr<strong>it</strong>to:<br />

Ad perpetuam rei memoriam -<br />

Giovanni Notain Darauni abate m<strong>it</strong>rato<br />

siro-maron<strong>it</strong>a, nel 1888, a tributo di<br />

affetto verso i corregionali del r<strong>it</strong>o e<br />

per asilo della sua amata nazione,<br />

questo oratorio coll’annesso ospizio<br />

fondava.<br />

Questa chiesa fu abbattuta dopo la<br />

guerra e riedificata con l’ingresso<br />

posizionato a fronte strada.


Collezione Fagiolini<br />

Foto Leonardi<br />

Via Montebello<br />

Questa via da Via dei Funaioli arrivava<br />

alle mura della c<strong>it</strong>tà che si trovavano<br />

all’incirca all’altezza di via Nazionale.<br />

In mezzo ad essa c’erano le vecchie<br />

mura abbattute dopo il 1888 che al<br />

centro della piazza Roma avevano due<br />

torri rotonde che delim<strong>it</strong>avano la<br />

vecchia Barriera Maremmana.<br />

<strong>Oggi</strong> la parte della via che va dalla<br />

piazza alla via Aurelia è chiamata viale<br />

Mameli.<br />

Negli anni della prima guerra mondiale<br />

in questa piazza esisteva il parco delle<br />

Rimenbranze e ad ogni alberello<br />

piantato veniva attaccato il nome di un<br />

caduto.<br />

Dalla parte opposta della villa<br />

Fabbricotti c’era la villa delle suore<br />

Calasanziane che gestivano un asilo<br />

gratu<strong>it</strong>o per le figlie dei carcerati.


Collezione A. Lemmi<br />

Foto Leonardi<br />

Piazza Matteotti<br />

Era la vecchia piazza della Barriera<br />

Maremmana.<br />

Tra le due torri che vediamo nella foto<br />

sopra, facenti parte delle mura fatte<br />

costruire da Leopoldo II nel 1834 che<br />

racchiudevano la c<strong>it</strong>tà, si trovava la<br />

Barriera omonima.<br />

Infatti metà della piazza si trovava<br />

all’interno e metà all’esterno della cinta<br />

muraria.<br />

Verso il 1880 queste mura che<br />

arrivavano alla fine di via dei Funaioli<br />

furono abbattute e sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e con quelle<br />

che arrivavano alla Barriera<br />

Margher<strong>it</strong>a.<br />

A sinistra della foto si estende la villa<br />

Fabbricotti, mentre a destra della via,<br />

alla fine del 1800, si trovava la villa<br />

delle suore Calasanziane. Queste<br />

gestivano un asilo gratu<strong>it</strong>o per le figlie<br />

dei carcerati.


Collezione A. Lemmi<br />

Foto Leonardi<br />

Barriera Roma<br />

Ultimo tratto della via Roma all’interno<br />

della barriera omonima.<br />

In questa via si trovavano numerose<br />

ville e palazzine con giardini e sub<strong>it</strong>o a<br />

ridosso della barriera si trovava una<br />

cappelletta dedicata alla Vis<strong>it</strong>azione di<br />

Maria e a San Michele Arcangiolo.<br />

Costru<strong>it</strong>a nel 1703 a spese dei cassieri<br />

di Livorno con una cupola a squame e<br />

un piccolo portico sotto la statua<br />

dell’Arcangiolo, si trovava in<br />

condizioni precarie alla fine del 1800.<br />

Negli anni venti venne ristrutturata e vi<br />

fu aggiunta la croce sulla cupola.<br />

<strong>Oggi</strong> al posto delle villette si trovano<br />

alti edifici moderni.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Scali d’Azeglio<br />

Nella foto sopra a destra al termine del<br />

muro di cinta si può vedere una bassa<br />

costruzione in angolo con la piazza<br />

Manin.<br />

Qui esisteva fin da tempo dei Medici<br />

una famosa trattoria che era chiamata la<br />

Casina delle Ostriche.<br />

Era frequentatissima dai livornesi e dai<br />

forestieri che cap<strong>it</strong>avano in c<strong>it</strong>tà e vi<br />

venivano serv<strong>it</strong>i piatti a base di pesce,<br />

di ostriche che nascevano nel fosso<br />

sottostante e altri frutti di mare.<br />

Naturalmente uno dei piatti principi era<br />

il cacciucco.<br />

Fu frequentata anche dai Medici e come<br />

si legge sulla guida del Piombanti, nel<br />

1619 la amministrazione della casina<br />

delle ostriche fornì oltre 200.000<br />

ostriche a Cosimo II che ne fece dono<br />

ai suoi amici.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Viale Italia<br />

Da qui iniziava il passeggio lungo mare<br />

prefer<strong>it</strong>o dai livornesi e dai forestieri<br />

che accorrevano numerosi, i primi anni<br />

del secolo, per respirare la salubre aria<br />

del mare.<br />

Questa via del Passeggio arrivava alla<br />

Barriera Regina Margher<strong>it</strong>a e<br />

proseguiva fino all’Ardenza.<br />

La zona sub<strong>it</strong>o fuori della vecchia Porta<br />

a Mare, di cui vediamo le due torrette<br />

nella foto sopra, era chiamata piazza<br />

Bellavista perché da qui si godeva una<br />

magnifica vista sul mare con il fanale e<br />

il Molo Nuovo.<br />

Sulla parte interna della piazzetta che<br />

vediamo nella foto superiore fu in segu<strong>it</strong>o<br />

occupata dal garage Italia che con<br />

altri nomi arrivò agli anni ‘60, in segu<strong>it</strong>o<br />

quei locali sono stati utilizzati da varie<br />

attiv<strong>it</strong>à commerciali.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Viale Italia<br />

Al posto del piazzale con gli alberi e<br />

panchine a sinistra nella foto sopra,<br />

venne costru<strong>it</strong>o agli inizi del secolo un<br />

edificio adib<strong>it</strong>o a garage.<br />

Questo ebbe i nomi di garge Etruria, in<br />

segu<strong>it</strong>o fu chiamato garage Italia e<br />

divenne sede di una concessionaria<br />

della FIAT.<br />

<strong>Oggi</strong> vi si trovano i locali di rivend<strong>it</strong>a<br />

di articoli per elettronica e un negozio<br />

di articoli elettrodomestici e computer.<br />

Gli imponenti edifici in stile<br />

ottocentesco che si affacciano sul viale<br />

sono fortunatamente rimasti integri non<br />

avendo sub<strong>it</strong>o danni dagli eventi bellici,<br />

solo alcuni sono stati modificati con<br />

l’aggiunta di terrazze che si affacciano<br />

sul mare, come possiamo vedere dal<br />

primo edificio in angolo.


collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Scoglio della Regina<br />

La c<strong>it</strong>tà di Livorno era una rinomata<br />

stazione balneare già nell’Ottocento.<br />

Infatti nel 1871 un certo Baretti costruì<br />

i primi stabilimenti balneari sull’area<br />

oggi occupata dai bagni Tirreno.<br />

Questi bagni si trovano nei pressi della<br />

Spianata dei Cavalleggeri, molto<br />

lontano dalla cinta muraria della c<strong>it</strong>tà<br />

che all’epoca si trovava all’interno<br />

delle mura medicee.<br />

L’idea del Baretti piacque così tanto<br />

che in poco tempo sorsero nella zona<br />

molte piccole costruzioni in legno che<br />

erano attrezzate per i bagni di mare.<br />

Questa nov<strong>it</strong>à dei bagni attrasse anche<br />

la regina Maria Luisa d’Etruria che si<br />

recava su uno scoglio nei pressi della<br />

Bellana dove sembra fece scavare una<br />

vasca. Qui in segu<strong>it</strong>o sorsero gli<br />

stabilimenti balneari dello Scoglio della<br />

Regina.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Bagni Pancaldi - Ingresso<br />

Questo famoso stabilimento balneare fu<br />

fondato nel 1846 da Vincenzo Pancaldi<br />

nella cala dei Cavalleggeri.<br />

Nel 1870 ebbe il t<strong>it</strong>olo di Regi Bagni<br />

Pancaldi, perché veniva frequentato dal<br />

principe Amedeo di Savoia.<br />

Era composto di varie parti un<strong>it</strong>e tra di<br />

loro da diversi ponticelli.<br />

Tra questi bagni e la spianata dei<br />

cavalleggeri, veniva costru<strong>it</strong>o durante<br />

l’estate un padiglione dove veniva la<br />

famiglia granducale a fare i bagni.<br />

Il principe Leopoldo II nel 1820 ci<br />

scrisse la seguente ottava:<br />

In questo bagno, cui l’irato mare non<br />

nuoce, rotto in su l’opposto sasso, o<br />

placid’onde, salutari e chiare, in cui<br />

spesso deposi il corpo lasso; qui di<br />

pensieri scevro e cure amare, bevendo<br />

il buon liquore del dio di Nasso, di facil<br />

moto l’artifizio appresi, qui salute<br />

riebbi e forze presi. (da Miscellanea<br />

livornese).


Collezione A.Lemmi<br />

Foto Leonardi<br />

San Jacopo<br />

Il bel viale int<strong>it</strong>olato alla Regina<br />

Margher<strong>it</strong>a iniziava dalla piazza di<br />

Bellavista e arrivava alla Barriera<br />

omonima.<br />

Era il viale a mare dove i livornesi<br />

erano sol<strong>it</strong>i fare la passeggiata della<br />

domenica.<br />

Lungo questa via vennero costru<strong>it</strong>i<br />

bellissimi edifici, palazzine e grandiosi<br />

alberghi.<br />

Negli edifici che vediamo al centro<br />

delle foto e che si trovano davanti agli<br />

attuali bagni Pancaldi ( allora Palmieri )<br />

visse Alfonso De Lamartine e sempre<br />

qui l’illustre Federigo Ozanam scrisse il<br />

Libro dei malati.<br />

Al posto del moderno edificio che<br />

vediamo sotto esisteva ai primi del<br />

secolo un edificio di due piani che nei<br />

locali a piano terra osp<strong>it</strong>ava una<br />

trattoria, una sala da toelette e una<br />

rimesc<strong>it</strong>a di vini toscani.


Collezione A.Lemmi<br />

Foto Leonardi<br />

Barriera Regina Margher<strong>it</strong>a<br />

Questi due edifici si trovavano alla<br />

parte estrema delle mura Leopoldine,<br />

abbattute nel 1928, che circondavano la<br />

c<strong>it</strong>tà partendo dalla Fortezza Vecchia.<br />

Erano la porta a mare verso il sud della<br />

c<strong>it</strong>tà ed erano chiuse da una cancellata<br />

dove operavano i vigili del dazio.<br />

Questa Barriera int<strong>it</strong>olata alla Regina<br />

Margher<strong>it</strong>a, moglie del Re V<strong>it</strong>torio<br />

Emanuele III, venne progettata nel<br />

1890.<br />

L’edificio a destra confina con la<br />

Accademia Navale mentre quello a<br />

sinistra fu per diversi anni la stazione<br />

terminale del Trenino gest<strong>it</strong>o dalla S.T.<br />

E.F.E.T. che univa Livorno a Tirrenia e<br />

a Pisa.


collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

La Rotonda<br />

Questa è la parte della Rotonda verso<br />

sud, dove inizia il viale di Antignano.<br />

In questo punto esisteva la villa Boretti<br />

che era isolata davanti allo scivolo a<br />

mare tuttora esistente.<br />

Prese il nome dai proprietari.<br />

Vicino alla villa verso il mare esisteva<br />

una torre di guardia fatta costruire nel<br />

1595 dai Medici e che fu distrutta<br />

durante gli eventi bellici del 1944.<br />

Negli anni 30 qui arrivavano le auto da<br />

corsa che partecipavano alla Coppa<br />

Montenero e sembra che la villa venne<br />

abbattuta per permettere una migliore<br />

visuale delle macchine in arrivo.


Collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Calafuria<br />

A pochi metri dal castello del Boccale,<br />

dove la vecchia strada curvava a<br />

sinistra e passando attraverso un arco<br />

sotto il ponte della ferrovia faceva un<br />

ampio giro per r<strong>it</strong>ornare da questa<br />

parte circa all’altezza della fine del<br />

ponte odierno, si trovava una torre con<br />

pianta quadrilatera e base a scarpa con<br />

un corridoio di ronda.<br />

Su di essa è apposta una lapide con<br />

dic<strong>it</strong>ura in latino sulla quale si legge il<br />

nome di Cosimo I.<br />

Nella foto sopra si nota che ancora non<br />

è stata costru<strong>it</strong>a la ferrovia e il relativo<br />

ponte.<br />

Si vede pure una costruzione al centro<br />

che scomparve per permettere la<br />

costruzione del ponte attuale di<br />

Calafuria.


collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Via di Montenero<br />

Particolare della via di Montenero circa<br />

a metà della sal<strong>it</strong>a che porta alla piazza<br />

del Santuario.<br />

Sopra alla piccola sal<strong>it</strong>a che si nota a<br />

destra della foto esisteva un piccolo<br />

piazzale, dove ora c’è la casetta dipinta<br />

di bianco, e dietro a questa c’era un piccolo<br />

padiglione dove durante la guerra,<br />

io piccolino ero “sfollato” con i miei e<br />

da dove potei vedere le numerose bombe<br />

sganciate dagli aerei, mentre cadevano<br />

sulla c<strong>it</strong>tà.


collezione Leonardi<br />

Foto Leonardi<br />

Ardenza - Ponte sul rio Ardenza<br />

Il ponte sul rio Ardenza che unisce la<br />

frazione omonima alla via di Montenero<br />

nei pressi della chiesina<br />

dell’Apparizione.<br />

Di qui passava il tram che arrivava in<br />

piazza delle Carrozze ai piedi della collina<br />

di Montenero, da dove partiva la<br />

funicolare per arrivare alla piazza del<br />

Santuario.<br />

Nella foto sopra si nota, a sinistra,<br />

l’inizio della curva che immetteva sulla<br />

via Mondolfi verso Antignano.<br />

Questo nodo stradale è oggi completamente<br />

stravolto, dopo la costruzione del<br />

secondo sottopasso ferroviario che fa<br />

parte del nuovo riassetto stradale della<br />

zona.<br />

L’ab<strong>it</strong>ato dell’Ardenza, nella parte sud,<br />

da quello che si può vedere nelle due<br />

foto, è rimasto quasi intatto a distanza<br />

di oltre cento anni.

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