AbbIAmO fAttO LA stOrIA DELLE fOrbICI - leader
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Leader CAM snc di Centazzo Livio & Company<br />
via dei Fabbri, 11 - 33085 Maniago (Pn) Italy<br />
Tel. (+39) 0427.72549 - Fax (+39) 0427.71142<br />
www.<strong>leader</strong>cam.com<br />
e-mail: <strong>leader</strong>cam@<strong>leader</strong>cam.com<br />
Per una lettura rapida solleva qui.<br />
<strong>AbbIAmO</strong> <strong>fAttO</strong><br />
<strong>LA</strong> <strong>stOrIA</strong><br />
<strong>DELLE</strong> <strong>fOrbICI</strong>
LEGENDA ICONE<br />
AFFI<strong>LA</strong>TURE<br />
RASOIO CONVEX MICRODENTATA<br />
<strong>LA</strong>ME<br />
DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
FINA<br />
DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
RICURVA<br />
IMPUGNATURE<br />
C<strong>LA</strong>SSICA<br />
DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
MEDIA<br />
DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
SOTTO<br />
ERGONOMICA<br />
CUSCINETTO A SFERA<br />
ANELLO GIREVOLE<br />
INDICE DI QUALITÀ<br />
DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
<strong>LA</strong>RGA<br />
DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
SOPRA<br />
ANELLO PIEGATO<br />
DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
TULIPANO<br />
DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
DOPPIA
PREFAZIONE DEI TITO<strong>LA</strong>RI, STORIA DEL<strong>LA</strong> DITTA LEADER CAM ……………………………………………… 5<br />
STORIA DI MANIAGO, IL PERChé DI uN’ECCELLENZA ………………………………………………………… 6<br />
uNA COMPETENZA ChE AFFONDA LE SuE ORIGINI NEL<strong>LA</strong> LEGGENDA ………………………………………… 8<br />
CENNI STORICI DEI GIACIMENTI MINERARI IN FRIuLI …………………………………………………………… 12<br />
BREVISSIMA STORIA DEL<strong>LA</strong> FORBICE ………………………………………………………………………… 14<br />
DALL’ACCIAIO AL PRODOTTO FINITO …………………………………………………………………………… 18<br />
SFOLTIRE E SFI<strong>LA</strong>RE CON LE FORBICI ………………………………………………………………………… 26<br />
LE NOSTRE CREAZIONI ………………………………………………………………………………………… 38<br />
INDICE ANALITICO ……………………………………………………………………………………………… 88<br />
BIBLIOGRAFIA ………………………………………………………………………………………………… 90<br />
RINGRAZIAMENTI ……………………………………………………………………………………………… 90
4<br />
L E A D E R C A M<br />
LEADER®<br />
CAM
Leader CAM venne fondata da Alberto Centazzo alla fine della seconda guerra mondiale come piccolo opificio per una<br />
produzione generica. Ben presto, però, ci si indirizzò verso la specializzazione, fabbricando forbici da sarto, per le quali<br />
era richiesta alta qualità nel tipo di acciaio utilizzato. La grande esperienza e perizia di Alberto è stata tramandata ai figli,<br />
Livio e Gian Quinto, ora titolari di Leader CAM. Forti della nostra storia, abbiamo dato nuovo impulso all’azienda, credendo<br />
nel nostro lavoro e costruendo la nuova fabbrica nel 1976, dopo il tragico terremoto.<br />
Nel nuovo sito, l’azienda ha iniziato la produzione di forbici per parrucchieri, utilizzando dapprima i più consueti acciai<br />
al carbonio e specializzandosi in seguito nella lavorazione di acciai speciali. Il fulcro centrale della nostra attività, in cui<br />
riponiamo la nostra vitalità e il nostro orgoglio, è la formazione di personale super qualificato, che sappia apprezzare e<br />
valorizzare il proprio lavoro e che abbia consapevolezza che i nostri prodotti vengono utilizzati da professionisti per i quali<br />
le forbici sono uno strumento essenziale.<br />
Grazie alla cura quasi esasperata che mettiamo in tutte le fasi della lavorazione dei nostri manufatti, coltiviamo l’obbiettivo<br />
di entrare in mercati sempre più raffinati e legati alla cosmetica e al beauty. Studiamo sempre nuovi progetti e affiniamo<br />
quotidianamente le tecniche di finitura. Con una punta di orgoglio, ci riteniamo davvero dei <strong>leader</strong> e se c’è una concorrenza<br />
è proprio quella che facciamo a noi stessi, per migliorare il nostro prodotto nella qualità e nel design.<br />
Crediamo nel nostro lavoro, nella nostra passione e nell’abilità di produrre. Sappiamo di avere una clientela di prestigio<br />
ed esigente, ma siamo anche certi che tutti i nostri referenti vedono e sentono che in ogni nostro manufatto ci sono<br />
esperienza e cuore.<br />
Livio e Gian Quinto Centazzo<br />
Ogni gRAnDE<br />
pRODOttO nAsCE<br />
DAL CuORE<br />
5
6<br />
L E A D E R C A M<br />
stORiA Di MAniAgO,<br />
iL pERChé Di<br />
un’ECCELLEnzA<br />
Maniago è la città dei coltelli: così viene comunemente definita dalla gente e negli opuscoli informativi.<br />
Si trova non molto lontano da Venezia a sud (circa 100 km) e dal confine austriaco a nord (anche<br />
qui, all’incirca 100 km). È un paese in cui il tempo sembra essersi fermato, in cui i sogni di antiche<br />
popolazioni continuano a sopravvivere nonostante la tecnologia e l’industria. un luogo che popoli di<br />
antiche civiltà hanno visitato e nel quale hanno lasciato la loro sapienza e la loro cultura in eredità a chi<br />
oggi ha deciso di continuare la lavorazione dei metalli.<br />
Si narra che Maniago nasca dalle rovine di una più vecchia e mitica città, di cui parla anche Plinio Il<br />
Vecchio, nella sua Naturalis historia. un luogo mitico e leggendario in cui le nostre tradizioni parrebbero<br />
affondare le proprie origini.<br />
La città sarebbe nata come avamposto lungo l’importante strada di comunicazione che<br />
dalla pianura veneta portava, attraverso il San Lorenzo, verso le montagne della Carnia<br />
e dell’Austria. un territorio collinare-montuoso, in cui gli abitanti romani di Caelina seppero adattarsi,<br />
scoprendo quanto potesse tornare utile l’acqua del torrente Colvera, che con la sua forza poteva muovere<br />
grosse ruote collegate a magli.<br />
La leggenda potrebbe essere smentita dalle ultime ricerche condotte da Serena Vitri, della<br />
Soprintendenza Archeologica e per i BAAAS del Friuli Venezia Giulia, negli anni 1988-89. Le ricerche<br />
hanno portato alla luce strutture murarie ricollegabili a edifici romani, frammenti di ceramica con<br />
iscrizioni paleovenete e molti altri reperti, smentendo la credenza che Caelina si potesse localizzare<br />
presso la zona di Maniago Libero, dove il ritrovamento di reperti romani di varia natura, nel corso degli<br />
anni, aveva indotto a supporre.<br />
Quale che sia la verità, ancora oggi, a distanza di anni dagli ultimi lavori della Vitri, non vi è certezza.<br />
Quello che sembra invece un dato con un fondamento preciso, è la tradizione che si perde nella notte<br />
dei tempi e che sancisce la vocazione del popolo Maniaghese per le lame. Le armi che venivano<br />
fabbricate per i soldati di Roma, hanno continuato a essere prodotte ben oltre la caduta dell’Impero, nel<br />
Medioevo.<br />
Da questo punto, possediamo per il feudo di Maniago origini certe, documentate; così come esistono<br />
documenti che testimoniano la continuità della grande passione degli artigiani locali: grazie ai primi<br />
battiferro e all’utilizzo delle acque torrentizie che scendevano dalla Val Colvera, fabbricavano armi per i<br />
soldati della Serenissima Repubblica Veneziana, che nell’entroterra cercavano i materiali migliori, così<br />
come fu per il legname pregiato dei galeoni del Doge, portato dal bosco del Cansiglio. Sappiamo che a Ravenna, il 12<br />
gennaio 981 l’Imperatore Ottone II, con un diploma, conferma alla chiesa Aquileiense i possedimenti della corte di<br />
Maniago, del Monte di Maniago, nonché la Pieve di San Mauro.<br />
Intorno all’anno Mille venne eretto il castello che era feudo di abitanza e palazzo Patriarcale. L’antico castello sorgeva<br />
sul Colle degli Olivi. Il territorio era diviso in due parti: quella che comprendeva Maniago Libero, sotto l’Abbazia di<br />
Millstadt in Carinzia (1177); e l’altra sotto un gruppo di famiglie di origine e provenienza ignote che, “consorti” del feudo,<br />
si chiamarono “Di Maniago”: investite alcune di “Feudo di Ministero” ed altre “di abitanza”. Non si fregiavano del titolo di<br />
Dominus perché esso apparteneva solo a chi fosse investito di feudalità.<br />
Ad oggi il Comune di Maniago ha un territorio molto vasto, una popolazione in linea con le dimensioni che negli anni ha<br />
conquistato e può vantare una tradizione artigianale di grande prestigio, conosciuta e riconosciuta in tutto il mondo. Le<br />
lame, negli anni, sono state vita e sostentamento per quelle famiglie che in esse hanno saputo e, a volte caparbiamente,<br />
voluto trovarvi fortuna. Dai coltelli alle spade; dalle forbici agli utensili più comuni per la vita contadina e quotidiana; dalle<br />
armature alla manicure; la sapiente mano dei fabbri da “grosso” e quella dei fabbri da “fino”, ha saputo lavorare con<br />
perizia il Ferro, la nostra amata la materia prima.<br />
qui sopra:<br />
Maniago, veduta del Duomo
Ritratto di Matidia,<br />
sorella dell’imperatore Traiano<br />
Tivoli (Rm), Villa Adriana;<br />
112 d.C.<br />
Marmo<br />
Evidentissimo in questa<br />
acconciatura l’uso di un posticcio<br />
frontale, che assume l’aspetto<br />
di un’inverosimile corona a<br />
riccioli spiraliformi, il cui punto<br />
di attacco alla fronte è<br />
sottolineato e allo stesso tempo<br />
nascosto da una fascetta<br />
ricoperta di capelli.<br />
Musei Capitolini, Roma<br />
Nell’antico Egitto le donne portavano i capelli lunghi raccolti<br />
in trecce che ricadevano sulle spalle, spesso libere o tenute<br />
da una fascia, da un pettine o ornate con cerchi metallici<br />
e coroncine. La più famosa è l’effige di Cleopatra,<br />
raffigurata con lunghi capelli neri, lucenti e lisci.<br />
Anche le donne greche portavano capelli lunghi: più la<br />
chioma era fluente, più si potevano sfoggiare vistose acconciature<br />
sinonimo di avvenenza. La pettinatura era semplice: una<br />
scriminatura al centro e due bande di capelli lungo i lati che<br />
venivano poi raccolti sulla nuca, per essere legati con nastri o<br />
trattenute con retine, diademi, spilloni o pietre preziose.<br />
Lo stesso Apuleio descrisse i capelli annodati in folte trecce<br />
che coronavano il capo delle donne, sottolineando che, senza la<br />
seduzione di una bella capigliatura, a nulla valevano oro o diamanti,<br />
o vesti adorne di ricchi finimenti.<br />
7
8<br />
L E A D E R C A M<br />
unA COMpEtEnzA<br />
ChE AFFOnDA LE<br />
suE ORigini nEL<strong>LA</strong><br />
LEggEnDA<br />
La leggenda racconta di una miniera di ferro sita a nord est del Castello di Maniago, proprio dove il<br />
torrente Colvera incontra la pianura, uscendo dallo stretto passaggio in cui si incanala pochi chilometri<br />
più a monte. una miniera nata in epoca antichissima e grazie alla quale sorsero i primi battiferro. Proprio<br />
grazie alla materia prima, che pare fosse estratta da quella cava a cielo aperto, l’arte fabbrile ebbe un<br />
fertile e prospero inizio già in epoca antica.<br />
Probabilmente il popolo nomade dei Reti, ancora prima dei Celti e dei Romani, fece la sua comparsa in<br />
queste zone portando con sé una cultura superiore nella forgiatura, lasciandola in eredità a chi decise<br />
in seguito di insediarvisi definitivamente.<br />
Non ci sono notizie certe, ma si dice che i Reti avrebbero lavorato in questa miniera fino all’epoca romana, estraendo il<br />
materiale per le lavorazioni artigianali, dagli aratri alle lame delle armi militari. Oggi purtroppo, e nonostante le ricerche<br />
storiche e archeologiche, non si può controllare attendibilmente l’esistenza di tale miniera.<br />
Possiamo ipotizzare che fosse localizzata presso la grande insenatura conosciuta con il nome di Fous: una vecchia<br />
cava utilizzata per l’industria cementiera, oggi chiusa per proteggere l’ambiente. una seconda ipotesi indicherebbe<br />
un’altra miniera di ferro presso il Monte Fara, ovverossia il Monte Ferra citato da Giacomo Valvasone di Maniago nella<br />
sua “Descrizione di Maniago”.<br />
Il fatto stesso che esistesse una miniera di questo materiale “prezioso”, era di grande aiuto alla popolazione in epoche<br />
in cui le vie di comunicazione tra paesi lontani erano difficilissime da percorrere con difficoltà evidente a trasportare le<br />
materie prime.<br />
Comunque, i primi fabbri, grazie alla loro superiorità nel modellare e lavorare il minerale ricavato dalla miniera, esportarono<br />
la loro scienza in tutto il territorio. Ci fosse o no la miniera, sappiamo che i Reti continuarono a lavorare il ferro anche dopo<br />
il suo esaurimento, ricevendo la materia prima dal Norico, attraverso la “Via del Ferro”, che dalla parte montana scendeva<br />
verso la pianura attraversando le nostre terre.<br />
I Celti in seguito furono abilissimi nell’estrarre i minerali di ferro, rame, stagno, argento e oro, in galleria, attraverso<br />
una tecnica avanzata per l’epoca, per forgiare oggetti di ogni tipo. Abilissimi e peritissimi artigiani del ferro e grandi<br />
costruttori di armi, seppero produrre per secoli straordinari oggetti in metallo.<br />
Proprio a questo popolo si attribuirebbe la scoperta della stagnatura. Anche nel<br />
libro di Bruno Malattia, “I coltellinai di Maniago”, viene riportata la leggenda delle<br />
origini dell’arte fabbrile:<br />
“Nei tempi in cui le legioni romane percorrevano la Venetia, sulle strade che<br />
portavano alle regioni di confine dell’Impero, verso le genti bellicose dei Quadi<br />
e dei Marcomanni, verso le terre della Pannonia e le distese sterminate della<br />
barbara Sarmazia, per esse a Concordia Sagittaria si costruivano le frecce e a<br />
Maniago le armi d’asta.<br />
Gli artigiani di Maniago cavavano dal fianco della montagna il ferro necessario<br />
per la lavorazione; e dalle selve, che coprivano i monti, il legname che, ridotto a<br />
carbone, serviva a temperare le lame.<br />
Accanto agli strumenti da guerra, nelle fucine si modellavano attrezzi per il<br />
lavoro dei campi e per le opere di pace”.<br />
Nella pagina a fianco:<br />
Ritratto di Barbara Pallavicino<br />
Alessandro Araldi<br />
1510 ca.<br />
Tempera su tavola<br />
L’effigiata reca uno splendido<br />
esemplare di “coazzone”,<br />
lunghissima treccia posticcia<br />
fissata da un’elegante calottina<br />
di supporto; l’acconciatura,<br />
particolarmente rappresentativa<br />
dell’ultimo ventennio del XV<br />
secolo, è corredata da una<br />
raffinata “lenza” frontale o<br />
“ferronière” alla quale è appeso<br />
uno sfarzoso pendente dalle<br />
beneauguranti proprietà.<br />
Sotto:<br />
veduta di Maniago.
Anche all’epoca dell’Impero romano le donne tenevano<br />
particolarmente alle proprie folte chiome ondulate<br />
che venivano schiarite col miele e spesso acconciate in veri<br />
e propri monumenti di trecce.<br />
I capelli corti si portavano soltanto in segno di lutto o per<br />
punizione o in segno di servitù. Le donne si recidevano i<br />
capelli sulle tombe dei propri cari, sacrificando con tale gesto quello<br />
che avevano di più caro.<br />
I mariti traditi castigavano le mogli infedeli con il taglio dei capelli,<br />
costringendole a non uscire di casa: tale era il disonore per la donna<br />
di non poter mostrare la propria chioma. Alle schiave venivano<br />
invece tagliati se non addirittura rasati del tutto.<br />
La cura dei capelli delle matrone romane era affidata ad ancelle<br />
dette “ornatrix”, costrette a destreggiarsi quotidianamente tra<br />
impalcature di riccioli, trecce, nastri e spilloni nel non facile compito<br />
di rendere bella anche chi non lo era, pena le ire delle lunatiche<br />
e pretenziose padrone.<br />
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L E A D E R C A M<br />
Altri passi raccontano:<br />
“Tanta era la fama raggiunta dall’industria che Poffabro assume il nome che ancor oggi porta dall’esser posto<br />
dopo il paese dei fabbri – Post Fabros.”<br />
Stando a quanto sappiamo e conosciamo a grandi linee, non è quindi da escludere che il primo nucleo abitativo dei nostri<br />
avi fabbri forgiatori, fosse situato in prossimità dello sbocco che il Colvera ha dopo aver attraversato lo stretto passaggio<br />
tra il Monte San Lorenzo e Monte Jouf.<br />
una cosa di cui si conosce con certezza l’esistenza, è l’antica tecnica che i fabbri forgiatori dei battiferro utilizzavano<br />
per la saldatura dei metalli tramite il “Saldam”: composto formato da silice, quarzo, pirite, ossido d’alluminio e altri<br />
residui. Il procedimento consisteva nel gettare sul pezzo fucinato il materiale che, dopo essersi liquefatto, aveva la<br />
proprietà di creare una protezione vetrosa dello spessore di qualche millimetro, che evitava sia l’ossidazione, sia la<br />
combustione del carbonio contenuto nel metallo ferroso. Nel gergo dei battiferro questa operazione veniva denominata<br />
“bulidura”, corrispondente alla odierna saldatura.<br />
A causa delle scarse vie di comunicazione, il vantaggio di avere la materia prima a disposizione, dette il via alla prospera<br />
e fortunata storia di quello che oggi possiamo definire il nostro artigianato locale.<br />
Decine e decine di piccole e medie industrie private producono in proprio, grazie alla passione dei loro titolari, oggetti di<br />
ogni tipo e valore, che vanno dalla forbice al coltello, dall’arma antica all’oggetto per la manicure.<br />
un artigianato di alto valore storico e manifatturiero, che senza tema di smentita possiamo definire di origine remotissima.<br />
I resti di questo antico mestiere, la sua storia e lo sviluppo, si possono osservare nel nuovissimo museo delle arte fabbrili<br />
presso l’edificio “Coricama”, a Maniago.<br />
Oggi non conosciamo il punto esatto in cui la miniera di ferro aveva origine. Ma i nostri avi fabbri forgiatori seppero<br />
trovare la porta di quel magico mondo, coltivando così una passione e una cultura che nei secoli non è mai scomparsa.<br />
Muri di sasso e ballatoi in legno,<br />
un patriMonio da salvare.<br />
Poffabro è, secondo il pittore Armando Pizzinato, l’esempio di<br />
architettura spontanea più razionale e fantasiosa delle nostre<br />
Prealpi.<br />
La sua “forza magica” sta nell’effetto incantatore delle pietre<br />
tagliate al vivo e dei balconi di legno, elementi architettonici<br />
schietti e austeri, che pure danno un senso di intimità e<br />
raccoglimento nelle corti racchiuse su se stesse, a cui si accede<br />
attraverso uno stretto arco, o nelle lunghe schiere di abitazioni<br />
di pianta cinque-seicentesca.<br />
Vedute di Poffabro.<br />
A sinistra una corte tipica.<br />
Sopra una via con le case in pietra e legno.
in questa pagina:<br />
forbici richiudibili.<br />
Queste forbici sono<br />
conservate al Museo<br />
dell’arte fabbrile<br />
di Maniago.<br />
Si prendeva una lamina d’acciaio, la si tranciava ricavandone listelli triangolari che venivano riscaldati e<br />
indi stampati a caldo con una pressa ottenendo metà forbice: lama e parte del gambo grezzo. Si eliminava<br />
lo sfrido dal pezzo con stampi per tranciatura montati sulla pressa e si realizzava con il trapano il foro<br />
centrale per la vite poi ribattuta. Si ripetevano le medesime operazioni per realizzare l’altra metà delle<br />
forbici. Il pezzo era sottoposto a trattamento termico. Cominciava in seguito la lunga lavorazione<br />
alle mole che prevedeva molteplici fasi di sgrossatura e rifinitura. Queste erano intervallate da<br />
altri procedimenti: raddrizzatura, unione delle due lame con inserimento di una vite ribattuta.<br />
Le altre due metà dei gambi (comprendenti gli occhi) erano ottenute piegando a bossolo<br />
una lamina d’acciaio sottile, precedentemente tranciata e sagomata. Queste parti erano<br />
unite alle lame inserendo due chiodini ribattuti negli appositi fori. Seguivano lucidatura<br />
e pulitura.<br />
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12<br />
L E A D E R C A M<br />
CEnni stORiCi DEi<br />
giACiMEnti MinERARi<br />
in FRiuLi<br />
tRAspORtO E <strong>LA</strong>VORAziOnE DEL MEtALLO<br />
Con la scoperta del bronzo tra il 4000 e il 3000 a.C. si aprono nuovi orizzonti nella metallurgia. Ma è con<br />
la scoperta del ferro tra il 1500 e il 1000 a.C. che l’uomo completa il suo dominio. I popoli indoeuropei<br />
con questo minerale della Slesia e dell’harz, e con il bronzo dell’herz, crearono delle vere e proprie<br />
industrie.<br />
I primi documenti sull’attività mineraria in Friuli risalgono all’epoca romana. Alcuni giacimenti auriferi<br />
erano localizzati presso Aquileia, mentre altri presso i Monti Taurisci. Nel periodo medioevale, documenti<br />
parlano di una donazione di una miniera di ferro e rame da parte del Duca franco Massello al Monastero<br />
di Sesto (al Reghena).<br />
Mentre nell’anno 1077 l’Imperatore germanico Enrico IV dona la contea del Friuli ai Patriarchi di Aquileia,<br />
comprese quindi le miniere, che restano nelle loro mani, così come tutti i beni, fino al 16 luglio 1420, anno in cui la<br />
contea del Friuli e la Carnia divennero proprietà della Repubblica Veneta. Alcuni documenti parlano di un’estrazione<br />
mineraria presso le Cave di Predil già nel 1006, ma altri più sicuri si attestano attorno l’anno 1320. Il 13 maggio 1488<br />
il Governo della Repubblica di Venezia pubblica il primo regolamento riguardante i giacimenti minerari, ponendo così<br />
termine all’abusivismo e definendo la proprietà di ogni singola miniera.<br />
Risultò che il filone rame-argentifero di Forni Avoltri era il più importante di tutto il Friuli. Nel 1508 la Lega di Cambrai,<br />
promossa da Papa Giulio II, mosse guerra contro Venezia. Con la sconfitta di Agnadello nel 1509,<br />
ebbe fine la politica espansionista della Repubblica, con il conseguente rallentamento delle attività<br />
minerarie. Nel 1800 venne scoperto un ricco filone cuprifero nel Monte Avanza; i lavori vennero<br />
sospesi e poi ripresi nel 1857 dove, per la costruzione di strade, fabbricati e fucine vennero<br />
impiegate circa 400 persone.<br />
Nel 1876 l’alta concentrazione metallifera e le spese ingenti portarono ad una chiusura delle<br />
attività estrattive. Fu in quegli anni che le miniere di Raibl e del Monte Cocco ebbero un notevole<br />
sviluppo grazie al potenziamento tecnologico e all’apertura di nuove gallerie.<br />
Nell’ultimo secolo tutte le attività estrattive del Friuli vissero momenti di florida espansione<br />
alternati a momenti di triste abbandono. Le miniere del Monte Cocco vennero definitivamente<br />
chiuse nel 1947, dopo una frenetica attività durante il periodo fascista; quelle di Raibl (Cave del<br />
Predil), chiusero definitivamente nel 1991. Oggi sono visitabili con le guide autorizzate del luogo.<br />
Solo le miniere del Monte Avanza, ad oggi, sono definite “area di ricerca mineraria operativa”.<br />
Dalle botteghe uscivano a migliaia spade, accette, pugnali, corazze, elmi, giavellotti, scudi, falci<br />
e molto altro ancora, compresi i rivestimenti delle ruote per i carri. Quando i Romani arrivarono<br />
in alcune zone dell’Europa Occidentale, molti avevano già superato le tappe fondamentali dello<br />
sviluppo tecnologico di allora.<br />
L’uomo diviene l’homo Faber e così l’artigianato si separa dall’agricoltura: nasce un commercio<br />
basato anche sulla produzione di oggetti.<br />
Il metallo non poteva essere reperito dovunque e veniva estratto solo in poche miniere, il più<br />
delle volte difficili da raggiungere: lo sviluppo delle vie di comunicazione fu indispensabile per chi<br />
doveva spostarsi per vendere i propri prodotti.<br />
Si racconta che i commercianti che dalle miniere andavano verso i paesi in cui le botteghe<br />
metallurgiche erano fiorenti, per non trasportare inutili pesi dovuti alle scorie contenute nel<br />
minerale, lo fondessero per trasportarlo in pani o barre.<br />
È opinione diffusa che, per la fabbricazione di oggetti nell’età del bronzo e del ferro, fossero utilizzati<br />
nella pagina a fianco: “Recetta”<br />
(caricamento dei vagoni per il<br />
trasporto in superficie del<br />
minerale).<br />
sotto: miniera di Raibl.
minerali metallici provenienti dal Veneto, dal Trentino, dall’Austria e dalla Slovenia. La presenza di resti riconducibili alle<br />
fasi di lavorazione dei metalli, fa ora pensare che potessero essere sfruttati anche modesti giacimenti situati nelle<br />
vicinanze degli abitati, fino al loro completo esaurimento.<br />
Cosa che accadde anche nel paese di Maniago, dove gli artigiani estraevano il loro minerale presso una miniera di ferro<br />
di cui ora si fatica a identificare l’esatta posizione. È anche molto probabile che in queste zone, dove i giacimenti non<br />
erano molto abbondanti, gli abitanti non facessero alcuna selezione dei minerali metalliferi, lavorandoli semplicemente<br />
per ottenere i manufatti desiderati.<br />
L’estrazione dei minerali di ferro avveniva in modo simile a quello del rame. La sua produzione avveniva per metodo<br />
diretto, passando da minerale grezzo a ferro solido (processo di blumeria). Infatti, per raggiungere il punto di fusione,<br />
il ferro ha bisogno di temperature altissime non raggiungibili nei forni antichi (1537 °C), per separarsi così dagli altri<br />
componendi minerali non utilizzabili. Nel ferro quindi, roccia e ganga venivano tolte come scoria, portandole ad uno stato<br />
di viscosità attraverso l’aggiunta di fondenti: per fare ciò serviva una temperatura di circa 1150 °C.<br />
La riduzione si faceva in forni che riuscivano a garantire un’atmosfera ricca di ossido di carbonio, liberato dal carbone,<br />
(atmosfera riducente) e povera di ossigeno. La presenza di questo avrebbe ricondotto il metallo alla sua condizione<br />
minerale riossidandolo. Da tutto questo si otteneva un blumo, un grumo di metallo a basso contenuto di carbonio, dalle<br />
sembianze spugnose, ricco di impurità, che venivano successivamente asportate tramite la fucinatura per riscaldamento<br />
e la martellatura. Il ferro dolce che si produceva era forgiato per ottenere manufatti di vario genere, utensili e armi con<br />
una durezza poco soddisfacente.<br />
Non si sa con certezza se nell’età del ferro avanzato, i fabbri forgiatori delle nostre terre fossero in grado di ottenere<br />
l’acciaio (ferro e carbonio), molto più resistente del ferro dolce.<br />
L’acciaio poteva essere ottenuto per “cementazione“, ossia battendo l’oggetto di ferro su fuoco di carbone di legna,<br />
in modo che potesse arricchirsi di carbonio sottraendolo al combustibile e all’ossido di carbonio sprigionato dalla<br />
combustione. La sua durezza poteva essere ulteriormente aumentata con la tempra (raffredamento rapido in acqua del<br />
ferro arroventato), che tuttavia ne aumentava la fragilità: doveva essere riscaldato nuovamente a una temperatura di circa<br />
700 °C (trattamento di rinvenimento).<br />
13
14<br />
L E A D E R C A M<br />
BREVissiMA stORiA<br />
DEL<strong>LA</strong> FORBiCE<br />
Nel Manuel Encyclopédique Roret, compare questa descrizione:<br />
“Si dà il nome di forbici a uno strumento atto a tagliare e composto da due lame riunite da un<br />
perno posto al centro, che funge da asse”.<br />
E poi ancora:<br />
“Ognuna delle due branche è divisa in cinque parti: l’anello, che si trova a un’estremità e serve per<br />
infilarvi uno o due dita; la punta, al polo opposto rispetto all’anello, che serve per pungere; lo<br />
scudo, su cui è posizionato l’asse o il perno; il manico, tra lo scudo e l’anello; la lama propriamente<br />
detta, che si trova tra la punta e lo scudo. In oltre si distinguono altre due parti essenziali, che<br />
sono la tacca, cioè la parte intaccata dove inizia la lama, e il fulcro, che serve a impedire alle due<br />
lame di passare una sull’altra, bloccandole nella posizione corretta”.<br />
Ovviamente tutte le parti descritte in questo passo, si possono trovare anche nelle forbici di fattura<br />
moderna. Questa descrizione è solo una delle tante che si possono reperire nei manuali storici, ma<br />
ha il dono della semplicità. Altre importanti notizie si possono trovare nei lavori di Perret del 1771, di<br />
Diderot e d’Alembert del 1777 e nell’opera monumentale di Camille Pagé pubblicata tra il 1896 e il 1904. un tempo, la<br />
produzione di una forbice era eseguita da numerosi fabbri, tutti esperti nel proprio singolo lavoro, anche se con l’occhio<br />
rivolto alla produzione globale.<br />
Ecco i vari compiti suddivisi tra più figure: per la forbice, oltre al fabbro e limatore, si impiegava successivamente<br />
colui che regola le due lame; poi chi dà ad esse lo svergolamento adatto; veniva poi il moleta, il maschiatore, che si<br />
occupava della produzione delle viti e della maschiatura; in seguito colui che le ritoccava limando nuovamente le lame,<br />
il finitore, che dà un ultimo colpo di lima alle lame e agli anelli; l’arrotino di prima, che predispone le lame al taglio;<br />
il rifinitore, che rifinisce la lama; il maschiatore, già nominato, che toglie la vite; il tempratore; il raddrizzatore che<br />
ripara storcimenti e deformazioni provocati dalla tempratura; l’arrotino di seconda, che opera solamente sulla parte<br />
interna della lama e sul punto d’arresto del trinciante; la rifinitrice, che si occupa di togliere lo strato di ossido dalla<br />
tempratura; e ancora il maschiatore, che riposiziona lame e vite; l’arrotino; il lisciatore; l’asciugatore...<br />
A questo elenco di compiti bisogna aggiungerne ancora uno, eseguito esclusivamente sui prodotti di buona<br />
qualità: la realizzazione della tacca o del segno, eseguita su ognuna delle due lame, dopo che queste erano<br />
preventivamente unite e adattate l’una all’altra per formare la “coppia”. Le tacche erano piccoli intagli realizzati con<br />
una lima o cifre stampigliate nel punto d’incrocio della forbice, così da nascondere il più possibile questo passaggio di<br />
segnatura. Le forbici venivano assemblate e regolate prima di essere temprate, e quindi una volta smontate dovevano<br />
successivamente tornare “insieme” per formare la “coppia” in precedenza regolata ad arte, grazie alla riconoscibilità<br />
delle due tacche uguali. La tempratura serviva, allora come oggi, per donare all’acciaio forza e resistenza.<br />
Nonostante le regolazioni fatte una prima volta, l’elevata temperatura deformava i vari elementi del metallo,<br />
obbligando a regolare nuovamente le lame dopo il montaggio. In fine, dopo aver montato e regolato la forbice,<br />
l’asciugatura e talvolta la lucidatura o la brunitura finale, venivano eseguite di consueto, dalla moglie del<br />
forbiciaio. Si può notare quanto tempo sia passato prima di scoprire l’utilità di incrociare due lame,<br />
dotandole di un asse centrale e di due anelli per le dita. Ovviamente i primi rudimentali oggetti<br />
da taglio che assunsero questa forma furono cesoie e forbicioni, alle volte molto grezzi, altre con<br />
finiture di pregio. Gli operai che lavoravano in quest’ambito, uscivano da una cultura legata alle<br />
tecniche di taglio e di coltelleria.<br />
Camille Pagé, scriveva nel suo manuale del 1896:<br />
“Le prime forbici erano delle cesoie antichissime dato che sono state rinvenute loro tracce nei<br />
bacini lacustri svizzeri risalenti all’età del ferro. I greci facevano già uso di cesoie. I romani che le<br />
ribattezzarono forfex, le impiegavano anche per tagliare capelli o barba.”<br />
Nelle arti visive una silhouette è<br />
un’immagine di un oggetto che<br />
ne rende esclusivamente<br />
i contorni.<br />
Periodo di maggiore produzione<br />
delle silhouette fu la metà del<br />
XVIII secolo. Il soggetto era posto<br />
dietro un telo bianco, dove la sua<br />
ombra (silhouette) era proiettata<br />
grazie alla luce di una finestra.<br />
L’artista seguiva i contorni del<br />
viso e anneriva l’interno<br />
al termine del procedimento.<br />
L’espressione deriva da étienne<br />
de Silhouette (1709 - 1767),<br />
ministro delle finanze<br />
di Luigi XIV di Francia,<br />
celebre per la sua<br />
avarizia e per i tagli<br />
effettuati addirittura alle<br />
spese del Re. Grazie a<br />
un processo metaforico,<br />
il suo nome venne ad<br />
indicare anche questa<br />
tecnica.
Nei secoli, le mode portarono le donne romane a<br />
sfoggiare vari tipi di acconciatura. Da quelle con i capelli<br />
semplicemente tirati all’indietro e aderenti alla nuca o divisi<br />
in ciocche gonfie dell’inizio dell’età imperiale, si passa a<br />
elaboratissime acconciature alte sul capo e ridondanti di<br />
riccioli ottenuti arricciando i capelli con un ferro rovente, il<br />
“calamistrum”.<br />
A partire dal II secolo d.C., le donne romane presero a ornare<br />
ulteriormente le loro capigliature con nastri, diademi e spilloni in oro,<br />
avorio o argento, elegantemente rifiniti e cavi all’interno,<br />
tanto da poter contenere anche veleno, per ogni evenienza.<br />
Appuntiti e sottili, oltre a costituire un ornamento potevano anche<br />
essere usati come arma di difesa e di offesa. Si narra che Fulvia,<br />
moglie di Marco Antonio, abbia infierito proprio con lo spillone dei<br />
suoi capelli sul cadavere del retore Cicerone forandogli più volte la<br />
lingua per punirlo di averla avuta “troppo pungente”.<br />
Le parrucche, anch’esse ovviamente elaboratissime, soprattutto in<br />
epoca imperiale, venivano confezionate con capelli veri, provenienti<br />
dall’India o, per le chiome bionde, dalle capigliature delle donne<br />
barbare del Nord Europa.<br />
Nel Medioevo le donne fecero crescere i capelli a lunghezze mai<br />
raggiunte prima. Le castellane e le eroine di poemi cavallereschi<br />
erano del tipo tracciato dall’Ariosto con la descrizione della Fata<br />
Alcina: “con bionda chioma, lunga e annodata”.<br />
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16<br />
L E A D E R C A M<br />
L’autore ci propone, inoltre, tre diverse definizioni:<br />
“I forbicioni che servivano per tagliare i tessuti, le cesoiette o piccole forbici da sarti e biancheristi, e le<br />
forbicine dei néccessaire da toilette.”<br />
Molti aristocratici di un tempo non disdegnavano le forbici di lusso e buon gusto, come dimostra l’inventario stilato dopo<br />
la morte del re francese Carlo V il Saggio: “una forbicina d’argento nel suo astuccio, due coltelli e forbicine d’oro.”<br />
Ma è con il passare degli anni che si possono ritrovare tracce di forbici così come noi oggi le conosciamo. una delle<br />
prime raffigurazioni si può rinvenire in una miniatura che orna una Bibbia in latino del X secolo. Qualche secolo dopo, nel<br />
1328, nell’inventario di Clemente d’ungheria si nomina una forbice.<br />
Nel 1599, nell’inventario di Gabrielle d’Estrée, vengono nominati “Due astucci d’oro per riporvi le forbici, decorati l’uno<br />
tutto di diamanti, l’altro di rubini e diamanti, valutati trecento scudi”.<br />
Osservando con attenzione il catalogo di Richard herder, antica marca di coltelli e forbici di Solingen, in Germania, si<br />
resta stupiti del numero di pagine dedicate alle forbici: ben trentacinque! Vi si trovano forbici da tagliatore e da sarto; per<br />
tagliare il cuoio o per tosare le pecore; e moltissimi modelli con lame curve, per recidere il pelo del bestiame; e poi ancora<br />
con punte arrotondate. Com’è ovvio, la toilette e la sartoria sono le destinazioni principali di questi attrezzi: forbici alle<br />
volte sobrie, altre riccamente decorate, lunghe o corte, con lame diritte o curvate, per tutti i gusti e gli usi.<br />
Da sempre, i fabbri e gli artigiani, contrassegnarono il proprio prodotto con un marchio o un segno distintivo, alle volte<br />
con cifre. Nei secoli scorsi, quando la maggior parte della popolazione non sapeva leggere, questo fu l’unico modo per<br />
distinguersi fra moltissimi produttori, creando così un mondo vario di segni e disegni. Nel 1721, a Moulins, Claude Vizier<br />
usava il disegno di una chiave e Jean Bernard un leone coronato. Nel 1768, a Lanfres, Claude Garlot era solito firmarsi<br />
con un asso di picche, mentre Antoine Collin usava il disegno di una fiaccola. Solo verso la metà del XIX secolo, iniziarono<br />
a comparire i nomi degli artigiani o delle aziende, spesso anche con l’indicazione geografica.<br />
Il parrucchiere è sempre stato un importante utilizzatore di questo attrezzo. Infatti, i cataloghi sono pieni di modelli<br />
dedicati a questa professione. Nelle parrucchierie sparse in tutti i centri d’Europa, grandi o piccoli che fossero, passavano<br />
allora come ora, informazioni o pettegolezzi su ogni cosa.<br />
<strong>LA</strong> COMpEtEnzA ViEnE DA LOntAnO<br />
A Maniago sono state costruite e prodotte varietà di forbici diversissime tra loro a seconda dell’uso per cui erano destinate.<br />
Piccole per ricamare o lavorare; per manicure diritte e curve in punta; di medie dimensioni per barbieri, sarti e merciai.<br />
Altre molto grandi come quelle usate per tagliare siepi, dove il manico sostituisce i gambi e gli anelli, e il filo può essere<br />
diritto o ondulato.<br />
un altro particolare prodotto era la forbice da vigna, chiamate anche sisòris, con particolari innovativi e ricercati, sia<br />
per la forma delle lame, sia per la presenza di una molla posta sotto il perno; sia per l’assenza di anelli su gambi diritti. Per<br />
tenere chiusa la forbice che tendeva a restare aperta, si applicava all’estremità di uno dei due gambi un anello di cuoio,<br />
che serviva a fermarli passando attorno ad entrambi.<br />
La fabbricazione di una forbice comune iniziava scegliendo barre a sezione quadrata, lunghe circa un metro. Queste<br />
venivano in precedenza forgiate nei battiferro. A seconda del tipo di forbice da fabbricare, il lato della barra variava da 8<br />
a 14 mm. Nelle fasi iniziali erano necessarie diverse calde per la forgiatura con il martello; quindi per evitare tempi morti,<br />
venivano battuti alternativamente i due pezzi che avrebbero formato la forbice. Il fabbro quindi doveva mettere le parti<br />
finali delle barre sulle braci della fucina.<br />
Stirato il materiale all’estremità riscaldata al fine di abbozzare l’anello, si praticava un foro centrale sulla superficie<br />
appena ottenuta, utilizzando un punzone. Per completare l’occhio si batteva sul pezzo caldo; il perimetro esterno, dopo<br />
averlo infilato nel corno conico dell’incudine, veniva in seguito martellato in direzione normale a quella dei colpi dati<br />
in precedenza, poggiandolo sul corpo centrale di questa. L’operazione veniva ripetuta più e più volte fino a che non si<br />
giungeva alla forma e alla sezione desiderata.<br />
Dopo lo stampaggio dell’anello, era l’ora di allargare il gambo, che andava dall’imposta lama-gambo. L’imposta doveva<br />
assumere una forma con inclinazioni e spessori adatti a un movimento funzionale in coppia con l’altro elemento costruttivo<br />
della forbice. Questo passo veniva eseguito poggiando il pezzo in corrispondenza di uno degli spigoli di un tasso.<br />
La certezza che l’accoppiamento fosse pressoché perfetto, veniva dal fatto che il fabbro operava su entrambi i pezzi<br />
alternativamente. Successivamente si staccava con un tagliolo il grezzo dal resto della barra, lasciando materiale sufficiente<br />
per formare la lama. Ovviamente l’economia nell’uso dei materiali, obbligava il fabbro a non utilizzare troppo materiale,
PUNTA<br />
<strong>LA</strong>MA<br />
TACCA<br />
PERNO<br />
SCUDO<br />
MANICO<br />
ANELLO<br />
ma neppure troppo poco per non<br />
rischiare di scartare il pezzo in lavorazione.<br />
Solo l’esperienza e l’occhio attento di un artigiano<br />
professionista potevano evitare di buttare tempo e denaro. Si<br />
passava a forgiare la sezione di barra con il martello, per formare<br />
così la lama, dandole la lunghezza desiderata per poi sagomarla. In<br />
un secondo momento era necessario sagomare la nosela con la relativa<br />
posta. Lo spessore e la larghezza della lama della forbice variano dalla<br />
schiena al filo, ma anche dalla mezzaluna alla punta. La parte interna della<br />
lama che va a contatto con l’altra lama, formando così una forbice, deve essere<br />
quindi piana, mentre sul dorso viene ricavata una sfaccettatura di larghezza variabile che diviene nulla in punta. Infine,<br />
nel caso la lama fosse lievemente più lunga di quanto richiesto, si procedeva ad accorciarla con un tagliolo. Dopo la fase<br />
dello stampaggio si procedeva a stringere nella morsa i due semilavorati dopo averli fatti combaciare, per verificare la<br />
loro perfetta unione nella zona d’imposta. Si verificavano le misure, perché le lunghezze dei gambi e delle lame potevano<br />
lievemente variare, e quindi in questo caso si provvedeva a correggere la difformità.<br />
Quando le due lame erano perfettamente corrispondenti in lunghezza e larghezza, si poteva passare alla fase di<br />
sgrossatura. Si posizionavano le lame su di un morsetto storto, sul quale si potevano poggiare i semilavorati anche su piani<br />
diversi dall’orizzontale. Quindi si lavoravano l’anello e il gambo. Solo a questo punto la forma assumeva quella definitiva<br />
desiderata. Per le lame la sgrossatura veniva eseguita con una mola d’arenaria per le superfici piane, completando il<br />
lavoro con la lima su di un morsetto piano. Si andava a praticare un foro in uno dei due elementi e accostando l’altra lama,<br />
si segnava il punto dove andava forata, con un bulino.<br />
Il perno che andava inserito serviva, come oggi, per tenere insieme le due lame di una forbice, sia come fulcro di<br />
movimento della stessa. un tempo questo perno era ottenuto da un tronchetto cilindrico che doveva consentire la<br />
rotazione relativa dei due elementi. In seguito fu possibile utilizzare maschi e filiere e quindi usare delle viti. ultimati i<br />
pezzi, questi venivano portati nella fucina per la tempra, e dovevano raggiungere un colore rosso ciliegia e poi essere<br />
raffreddati nel grasso di maiale o nell’olio di colza.<br />
Il pezzo andava ricoperto con polvere di carbone incombusta e posto sulle braci, per raggiungere il livello termico<br />
richiesto per il rinvenimento, e quando queste si accendevano, si toglieva e si lasciava raffreddare all’aria. La finitura era<br />
eseguita con mole di legno. Per la brunitura veniva stesa la polvere di smeriglio dopo avere unto il pezzo con olio. Per la<br />
lucidatura si usava calce viva in polvere sulla superficie in precedenza inumidita.Collegati i due elementi, si controllava il<br />
movimento relativo, per mettere a punto l’azione tagliente e far sì che la forbice non “mordesse” in punta. In alcuni casi,<br />
come nelle forbici da merciaio, si doveva far assumere al filo un andamento elicoidale, per far sì che le punte tendessero<br />
a convergere.<br />
POGGIADITO<br />
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18<br />
L E A D E R C A M<br />
DALL’ACCiAiO AL<br />
pRODOttO FinitO<br />
un LEADER MAntiEnE <strong>LA</strong> pROMEssA<br />
Acquistando un prodotto Leader CAM, il cliente ha la garanzia di essere entrato in possesso di un<br />
manufatto di alto livello tecnologico e di grande affidabilità.<br />
un prodotto da taglio professionale, come la forbice da parrucchiere, comporta uno studio dei materiali<br />
e una ricerca attenta del tipo di lavorazione per ogni specifico articolo. La durezza degli acciai ha una<br />
parte fondamentale nella fabbricazione della forbice Leader CAM, in quanto solo da essa può nascere<br />
un altissimo livello di finitura e la garanzia assoluta di affidabilità. La scelta dei materiali è un punto<br />
cruciale, così come lo è la tecnica da utilizzare per giungere alla forbice grezza. Esistono infatti due<br />
metodi di fabbricazione: micro fusione o stampaggio a caldo. Oltre a questo vi è la tempratura che<br />
permette all’acciaio di raggiungere la durezza desiderata, tramite una serie di passaggi obbligati che<br />
percorreremo assieme.<br />
In natura vi sono solo piccole quantità di ferro allo stato libero. Il più delle volte esso è diffuso nella<br />
crosta terrestre sotto forma di magnetite, limonite, pirite, ematite, ecc. I minerali di ossido di ferro<br />
vengono mescolati alla ganga, composta da carbonati e silicati. Successivamente i minerali, ma non la<br />
pirite, vengono macinati e introdotti in un altoforno con una giusta quantità di carbone. Quest’ultimo materiale permette<br />
di portare la temperatura a livelli elevati per combustione con l’aria, e ridurre il composto di ferro.<br />
Ciò che si raccoglie nel crogiolo non è ferro puro, ma ghisa, una lega ricca di carbonio. Per ottenere l’acciaio bisogna<br />
procedere con la decarburazione della ghisa: abbiamo così una lega sempre di ferro e carbonio che ha una percentuale<br />
massima di quest’ultimo pari all’1,7%. Per ottenere diversi tipi d’acciaio, da quelli duri a quelli dolci, bisogna diminuire la<br />
percentuale di carbonio. Quando questa scende sotto lo 0,2% abbiamo l’acciaio extradolce o ferro omogeneo.<br />
A questo punto comprendiamo che, modificando il tenore di carbonio, abbiamo la possibilità di ottenere una vasta<br />
gamma di acciai. Per ottenere invece un acciaio speciale, bisogna aggiungere volutamente alla lega ferro carbonio, altri<br />
elementi denominati di alligazione. Questi materiali vengono utilizzati soprattutto in campi come quello strutturale, per<br />
macchine, meccanismi, attrezzi e oggetti da taglio.<br />
Per gli acciai esistono diverse tipologie per descrivere il loro comportamento: si dice “resistente” un acciaio che possa<br />
accettare sollecitazioni indotte da forze notevoli senza incontrare deformazioni permanenti, e quindi con un esteso<br />
campo elastico; quelli fragili sono gli acciai che, dopo lo snervamento, passano immediatamente alla rottura, e quindi<br />
con un campo plastico limitato; quelli tenaci sono gli acciai per i quali la rottura è preceduta da deformazioni permanenti,<br />
essendo gli estremi del campo plastico distanti tra di loro. La capacità di sopportare urti viene definita “resilienza”,<br />
qualità degli acciai che hanno un campo plastico molto esteso.<br />
Tutti gli acciai possiedono in ogni caso una notevole resistenza alle sollecitazioni statiche e dinamiche, perché in essi<br />
è elevato il carico di snervamento e rottura. Con l’aggiunta di nichel o di manganese si ha un aumento della resilienza<br />
e della plasticità, con un miglioramento della resistenza e della durezza dell’acciaio. Con il cromo o<br />
il molibdeno si incrementano le resistenze meccaniche e la durezza, nonché la tenacia. Con il<br />
tungsteno l’acciaio acquisisce una durezza elevata senza divenire fragile.<br />
Inoltre vi è un metodo dare all’acciaio più resistenza alle sollecitazioni meccaniche, rendendolo<br />
più duro, ma allo stesso tempo aumentandone la fragilità: il trattamento termico.<br />
Il più noto è la tempra e ha origini<br />
Nella pagina a fianco:<br />
Louise Brooks nel film<br />
“Lulu - Il vaso di Pandora”.<br />
Regia di Georg Wilhelm Pabst,<br />
1928.<br />
Mary Louise Brooks nasce<br />
a Cherryvale, nel Kansas, il<br />
14 Novembre 1906. Il padre,<br />
Leonard Porter Brooks, è un<br />
avvocato di provincia; la madre,<br />
Myra Rude, donna colta, amante<br />
della musica classica e delle<br />
buone letture, avrà una grande<br />
influenza sul carattere di Louise<br />
spingendola sin da giovanissima,<br />
alla danza.<br />
Louise fissa definitivamente il<br />
tipo della maschietta anni ‘20 :<br />
il caschetto di capelli neri e lisci,<br />
gli occhi vivissimi e una vitalità<br />
irrefrenabile.
Con l’avvento nella morale cristiana, vengono imposti<br />
costumi rigorosi che influiscono anche sullo stile delle<br />
acconciature: le donne avvolgono intorno al capo bende<br />
che nascondono le chiome, come tuttora sono costrette<br />
a fare le suore di alcuni ordini monastici. Come le donne<br />
sacrificavano i propri capelli in segno di lutto, così quelle<br />
che entravano nei monasteri, volgevano le spalle alla<br />
famiglia e al mondo esterno, rinunciando, con il taglio dei capelli,<br />
alla seduzione della bellezza.<br />
Nel Rinascimento i capelli lunghi tornano a rappresentare la<br />
femminilità: una lunga treccia, detta “coazzone”, fatta di capelli e<br />
nastri, orna spesso il dorso delle gentildonne, mentre altre volte i<br />
capelli vengono raccolti in un nodo trattenuto in una reticella d’oro<br />
e di seta e il capo è circondato con un nastro chiamato “ferroviere”,<br />
che lascia scendere sulla fronte una perla o un’altra pietra preziosa.<br />
Nelle epoche successive, la moda ha visto sciogliere, annodare,<br />
raccogliere, adornare e arricchire i capelli femminili nelle<br />
più svariate forme; ma lunghi o corti che siano, i capelli hanno da<br />
sempre rappresentato per la donna motivo di orgoglio e civetteria.<br />
una testa in “disordine” è sempre un segno di poca attenzione<br />
alla propria persona.<br />
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L E A D E R C A M<br />
antichissime; fu considerato addirittura il frutto di una qualche magia o di qualcosa di soprannaturale.<br />
Con un riscaldamento e un raffreddamento del pezzo si ottengono trasformazioni strutturali molto interessanti che<br />
modificano le caratteristiche e le proprietà dell’oggetto.<br />
Nella Scienza dei Materiali vengono definite critiche quelle temperature alle quali avvengono queste trasformazioni,<br />
che variano a seconda della percentuale di carbonio contenuto nell’acciaio. Il trattamento consiste nel riscaldare il<br />
pezzo fino a una temperatura critica, mantenendolo a quella determinata temperatura per un tempo limitato, per poi<br />
riportarlo rapidamente a una temperatura inferiore che può non essere uguale a quella dell’ambiente in cui si procede<br />
all’operazione.<br />
Per raffreddare si utilizza acqua fredda, per tempre più dolci l’acqua è lievemente tiepida, oppure si può usare una<br />
soluzione di acqua e sale (NaCI), oppure il grasso e gli olii animali, vegetali e minerali. Gli spessori minori in alcuni<br />
pezzi, subiranno una tempra più forte.<br />
Bisogna successivamente passare al rinvenimento per ridurre le tensioni interne prodotte dalla tempra, stabilizzando<br />
così la struttura interna, in modo da evitare successive deformazioni. Il raffreddamento può essere lento, lasciando il<br />
pezzo all’aria o mettendolo in forno, oppure veloce immergendolo nell’acqua o nell’olio. L’acciaio a questo punto avrà<br />
acquisito la durezza desiderata.<br />
La durezza è la resistenza che un corpo offre alla penetrazione di un altro corpo più duro, di forma stabilita (penetratore<br />
o durometro). Il valore della durezza viene dedotto dalle dimensioni dell’impronta permanente impressa dal penetratore,<br />
sotto una prefissata forza. Le prove di durezza vengono impiegate per il collaudo di forniture dei metalli, del trattamento<br />
termico dei pezzi, di riporto elettrolitico di cromo duro su materiali ferrosi, ecc.<br />
Elenco dei metodi più utilizzati:<br />
• Durezza Brinell (BHN), misura che permette di valutare la durezza di un materiale attraverso un indice<br />
convenzionale. La durezza è valutata in base al diametro di un’impronta lasciata nel materiale da una<br />
sfera d’acciaio.<br />
• Durezza Rockwell (R), la durezza è dedotta dalla profondità di un’impronta lasciata nel materiale da<br />
un penetratore. Vengono considerate diverse scale di durezza Rockwell (RC,RB,RF) in funzione del<br />
tipo di penetratore e del carico che gli si impone.<br />
• Durezza Vickers, il metodo si avvale di un penetratore di diamante a forma di piramide a base<br />
quadrata. L’angolo al vertice tra due facce opposte è di 136°. Misurata la diagonale d<br />
dell’impronta (in mm), impressa dalla forza F (in N), la durezza Vickers risulta data da:<br />
hV=0,1904 x F:d2<br />
Il carico normale di prova per l’acciaio è di 294 N.<br />
• Durezza Shore, in questo metodo la durezza è dedotta dall’altezza di rimbalzo cui giunge un<br />
martelletto lasciato cadere sulla superficie del corpo da provare. Le durezze determinate<br />
con gli sclerometri a rimbalzo sono approssimativamente convertibili in durezze Vickers,<br />
mediante appositi diagrammi.<br />
Il sistema di misurazione internazionale più comune per la misurazione degli acciai è il Rockwell<br />
(R). Questo metodo viene usato anche da Leader CAM per misurare la durezza dei materiali<br />
dei propri prodotti, per consentire un controllo serrato a una produzione professionale<br />
di altissima qualità.<br />
Inoltre vengono misurate le durezze dei riporti di quei materiali, come il titanio o la<br />
ceramica, che servono a rivestire le forbici Leader CAM, per renderle più resistenti,<br />
anallergiche e pregiate.<br />
Tra gli acciai utilizzati ci sono il 420 e il 440, ma non esiste una regola per il<br />
tipo d’acciaio utilizzato per i diversi prodotti. Ovviamente le caratteristiche che il<br />
materiale deve avere sono sempre controllate in maniera rigorosa.<br />
Si esigono acciai con alta percentuale di carbonio, perché più adatti al taglio, e con altre<br />
componenti chimiche che ne esaltino le particolarità. Comunemente gli acciai utilizzati da Leader CAM<br />
sono di provenienza svedese o francese.
IL FASCINO DELL’ACCIAIO DAMASCO<br />
Le prestigiose forbici prodotte da Leader CAM sono di qualità e tecnologia elevata, come abbiamo già avuto modo di<br />
sottolineare, ma quando parliamo degli articoli prodotti con acciaio Damasco, il valore tecnologico e il prestigio di questi<br />
modelli salgono vertiginosamente, perché parliamo di una tecnica millenaria che ha una storia di apparizioni e sparizioni,<br />
come un fiume carsico.<br />
Le lame di spade, coltelli e forbici forgiate con questa tecnica, rappresentano l’apice dell’arte della forgiatura. Sia un<br />
tempo che oggi, quando le spade non sono più usate dai samurai giapponesi nei campi di battaglia, le lame più belle, più<br />
resistenti, più pregiate, spesso le più costose, vengono costruite seguendo le tecniche che i nostri avi hanno insegnato ai<br />
loro figli, e poi ai figli dei loro figli, sino a giungere ai nostri giorni.<br />
Gli studi e le scoperte sulle tecniche di produzione metallurgica, hanno coinvolto molti studiosi e ricercatori,<br />
appassionati alla storia di questo specifico acciaio impiegato diffusamente sia in Oriente che in Occidente. Il termine<br />
damasco è principalmente europeo ed occidentale: si crede sia stato coniato dai Crociati e da coloro che avevano rapporti<br />
commerciali con il Levante. La parola damasco affonda le proprie origini in quella che un tempo era una città commerciale<br />
di esportazione che univa due mondi, quello orientale e quello occidentale; oggi questo termine viene identificato con il<br />
prodotto e non più con la città di provenienza.<br />
L’acciaio damasco, detto anche damaschino, damascato, pattern welded steel, watered steel, viene lavorato in modo<br />
particolarissimo, assumendo un aspetto cromatico contrastato detto anche marezzo (in inglese watering). Le principali<br />
caratteristiche sono il chiaroscuro e bianco-grigio, con andamento più o meno regolare che all’occhio attento dell’esperto<br />
21
22<br />
L E A D E R C A M<br />
sono sinonimo di pregio della lama. La frase “una superficie ondulata come quella di un fiume”, così come viene descritta<br />
dagli autori orientali, ha il compito di definire la lama a strati ondulati.<br />
Esistono due tipi di acciaio damasco: quello indiano chiamato wootz, damasco orientale, damasco cristallino, acciaio<br />
fuso o acciaio al crogiolo; e il damasco saldato o europeo definito anche damasco meccanico. Come abbiamo detto,<br />
l’acciaio damasco ha avuto un’esistenza altalenante nei secoli: la sua aura magica scompariva per poi ricomparire<br />
nuovamente in un altro luogo, pur mantenendo le caratteristiche principali, che negli anni venivano aggiornate con<br />
tecniche sempre più moderne, per ottenere un prodotto di volta in volta migliore.<br />
La storia dell’acciaio saldato ha inizio a partire dal VII secolo a.C., diviene una pratica diffusa tra il III e l’XI secolo d.C.,<br />
poi di colpo scompare. Ricompare nuovamente nel XIX secolo d.C. Il damasco indiano appare nel VII secolo d.C. e dura<br />
fino al XII secolo d.C., scompare e ricompare nuovamente nel XIX secolo d.C. In Giappone le prime tracce di lavorazione<br />
compaiono nel cinquecento a.C., per avere successivamente una pratica continua dall’VIII secolo d.C. al XIX secolo d.C.<br />
Due eventi storico-politici legati al Giappone, rischiarono di portare sull’orlo dell’oblio la tradizione della pratica della<br />
forgia. La prima volta con l’editto haitorei dell’imperatore Meiyi, che aboliva il regime feudale proibendo l’uso civile della<br />
sciabola.<br />
La seconda condanna all’estinzione avvenne dopo la fine della seconda guerra mondiale, in cui il governo impose<br />
l’obbligo di non produrre alcun tipo di arma. Essendo i fabbri gli unici portatori orali della pratica di questa forgia, la<br />
tecnica stessa rischiò di scomparire, in quanto non vi erano testi scritti che ne spiegavano i passaggi, tramandati a voce<br />
di padre in figlio.<br />
Le ultime tracce di un prodotto costruito con lame in acciaio damasco, furono daghe da parata costruite dai nazisti<br />
durante la seconda guerra mondiale. Dopo di che si salta direttamente ai nostri giorni, dove i nipoti di quei maestrifabbri-artigiani,<br />
profondi conoscitori delle antiche tecniche, continuarono la produzione con nuove soluzioni produttive.<br />
Probabilmente l’antica tecnica non scomparì mai del tutto, perché l’acciaio damasco continuò ad essere prodotto anche<br />
nei tempi in cui sembrava essere scomparso: per una clientela privilegiata, particolarmente attratta dalle caratteristiche<br />
tecniche e dal pregio di possedere un oggetto di così alta fattura artigianale.<br />
Solo verso il 1795 possiamo dire con certezza che gli studi dell’acciaio damasco ebbero inizio in modo scientifico,<br />
studi eseguiti da David Muscher in una relazione sull’acciaio indiano presentata alla Società Reale in Inghilterra. Da<br />
questa prima relazione salta agli occhi il concetto che l’acciaio indiano era più acciaio che ferro, mentre nel 1804 sempre<br />
Muscher dichiara che nell’acciaio wootz il carbonio è presente in maggior percentuale che non nell’acciaio fuso inglese.<br />
Da quel momento si iniziò a capire e comprendere l’importanza del carbonio, l’influenza che aveva sulla durezza o<br />
fragilità dell’acciaio. Erano infatti ancora ignoti i concetti di eutettoide, cioè quando l’acciaio è saturo di carbonio con<br />
una percentuale pari allo 0,9% e una struttura in equilibrio; di ipoeutettoide, cioè quando è iposaturo di carbonio con<br />
una percentuale inferiore allo 0,9%; di ipereutettoide, quando è ipersaturo di carbonio, con una percentuale superiore<br />
allo 0,9%. Ovviamente, pur essendo praticata da migliaia di anni, era sconosciuta la definizione di trattamento termico,<br />
comunemente chiamata tempra. Questa operazione cambiava la struttura originaria dell’acciaio al carbonio non legato.<br />
Superando i 700-750 °C si ha una struttura costituita da soluzioni solide e carburi di ferro: austenite. Raffreddando<br />
rapidamente da temperature attorno agli 800 °C, tempra, si ha un cambiamento della forma strutturale che presenta<br />
una distribuzione di grana molto fine, martensite. Se raffreddata lentamente si trasforma nuovamente nella struttura<br />
originaria, l’austenite diviene perlite o perlite-ferrite, oppure perlite-cementite. Se raffreddiamo istantaneamente, la<br />
struttura si raffina e diviene molto dura.<br />
Quando parliamo di acciaio damasco, vi sono diversi tipi di definizione o di risultato finale.<br />
Il damasco orientale o dell’Est: a questo tipo di acciaio appartengono tutte le lame prodotte con metodo indiano,<br />
nonché tutte quelle lame che hanno subito alterazioni strutturali con particolari attrezzi come i ceselli con la parte<br />
tagliente smussata. Il fine ultimo era quello di ottenere modelli estetici di grande pregio, tra i quali il kirk narduban.<br />
Il damasco cristallino o granulare è un acciaio che un tempo era considerato di minor pregio per il suo aspetto, ma<br />
è stato dimostrato essere invece di molto superiore al damasco orientale o dell’Est, per le proprietà meccaniche delle<br />
lame.<br />
Il damasco saldato a strati è il risultato dell’intima unione di uno strato di acciaio tra due di ferro. Questo è fatto per<br />
consentire che il taglio di lama si trovi in mezzo, mentre gli strati di ferro più flessibili lo ricoprono.<br />
Il damasco meccanico o saldato a disegni è sempre un acciaio pluristratificato, ma qui gli strati subiscono deformazioni<br />
particolari una volta saldati. Tra queste deformazioni vi possono essere l’avvolgimento a spirale della barra o l’intervento<br />
di lime o mole, che creano così effetti decorativi. Il più delle volte questi effetti non hanno alcuna importanza strutturale,<br />
ma semplicemente estetica; in ogni caso il fabbro tiene sempre sotto controllo la costruzione dell’oggetto, per un uso<br />
totalmente in piena sicurezza. Va detto inoltre che la decorazione non è mai un punto di debolezza per la lama.
I Beatles nel film “Help”.<br />
Regia di Richard Lester,<br />
1965.<br />
Il famoso taglio di capelli “alla<br />
Beatles” inizialmente fu ispirato<br />
da Astrid Kirchherr, una giovane<br />
fotografa che conobbero ad<br />
Amburgo, che portava i capelli<br />
corti e pettinati in avanti.<br />
Ma fu durante il viaggio-vacanza<br />
che fecero Paul e John per i 21<br />
anni di John a Parigi che i due<br />
si fecero tagliare i capelli in quel<br />
modo nuovo, così per gioco,<br />
seguendo la moda francese; al<br />
ritorno in Inghilterra la strana<br />
e comoda pettinatura (non<br />
richiedeva impegno perché i<br />
capelli ricadevano da soli in<br />
avanti dopo averli lavati!) si<br />
diffuse sempre di più e diventò<br />
poi un taglio leggendario.<br />
Dal 1700 in poi le acconciature di uomini e donne diventano<br />
sempre più vistose: architetture di riccioli, spesso su<br />
parrucca, coprono il capo degli uomini di classe sociale<br />
elevata, mentre le dame adottano pettinature molto gonfie,<br />
ricche e decorate da nastri, ad incorniciare il viso e annodati<br />
poi piatte sulla nuca. La Rivoluzione Francese (1789) riduce<br />
l’uso di acconciature sfarzose ed esagerate: i capelli femminili<br />
sono raccolti in un semplice nodo sulla nuca. Dopo la parentesi del<br />
Neoclassicismo, che riporta in auge i lunghi capelli mossi sciolti<br />
ispirati alle donne dell’antica Grecia, per tutto il XIX secolo le signore<br />
alla moda preferiscono acconciature più ricche ed artificiose: boccoli<br />
che si inanellano dalle tempie alle spalle o, talvolta, fanno capolino<br />
da uno chignon fermato sulla nuca. Le acconciature in voga all’inizio<br />
dell’800, sono chiaramente ispirate all’antica Grecia: aderenti<br />
sul capo sono caratterizzate da un incrocio di ciocche, ornate da<br />
perle e fiori. Unica eccezione d’inizio secolo, era la pettinatura<br />
all’inglese, che lasciava liberi ampi riccioli che ricadevano sulle<br />
guance, chiamati prima tire-bouchons (cavatappi in francese), e<br />
poi anglaises. Mentre in Francia le parrucche avevano un certo<br />
successo, le dame italiane preferirono sempre le acconciature di<br />
capelli veri, raccolti in trecce, che si complicavano in base alle<br />
occasioni in cui venivano sfoggiate. Il colore dei capelli più alla<br />
moda, divenne il castano scuro, e pian piano si diffuse la pettinatura<br />
detta ‘alla vergine’, ossia con la riga in mezzo alla testa ed i capelli<br />
raccolti all’indietro.<br />
Nel corso di tutto il secolo, le acconciature vennero comunque<br />
adattate al tipo di cappello di moda. Dai cappellini allacciati sotto al<br />
mento, in voga con lo stile Impero, si passò alle cuffiette ornate di<br />
pizzo, per poi tornare, a fine secolo, ai grandi cappelli a falda larga,<br />
ornati di piume.<br />
23
24<br />
L E A D E R C A M<br />
È quasi impossibile parlare di<br />
acconciature degli anni ‘70 senza<br />
parlare di parrucche. Oggi, l’uso<br />
di parrucche o di acconciature<br />
‘finte’ sembra limitato ai soli usi<br />
cinematografici e teatrali, ma<br />
solo trenta anni fa la capigliatura<br />
era un tutt’uno con il vestito:<br />
lo stilista “firmava” in maniera<br />
completa le sue creazioni. Il<br />
successo di telefilm come la<br />
serie uFO, è dovuto anche all’uso<br />
di parrucche che consentivano<br />
tinte sgargianti, senza<br />
preoccupazioni per la salute.<br />
Tinte e acconciature presto<br />
imitate nella vita reale e divenute<br />
parte del nostro gusto.
iL <strong>LA</strong>VORO Oggi<br />
Dopo aver fatto una carrellata globale, possiamo capire quali e quanti siano i passaggi e le tecniche utilizzate per poter<br />
infine avere tra le mani un prodotto di grande pregio, con una tecnologia di alta qualità. Il lavoro di un tempo necessitava<br />
di molti passaggi e spesso il risultato finale non era di alta precisione, nonostante la grande esperienza e la caratura dei<br />
fabbri. Per ovviare a questo, nei tempi sono comparse sempre più in modo autoritario le macchine a controllo numerico,<br />
che con oscillazioni di centesimi di millimetro assicurano un prodotto finito di grande affidabilità. Dopo la tempra, la<br />
forbice Leader CAM fa la sua comparsa e ha inizio così la sua creazione. I successivi passaggi di lavorazione, passaggio<br />
dopo passaggio, i controlli metodici su ogni singolo pezzo, le finiture e i collaudi conclusivi danno inizio alla sua vita.<br />
Prima della tempra viene eseguita la sgrossatura del metallo in eccesso, per portare le misure il più vicino possibile<br />
a quelle della quota del progetto. Dopodiché vengono eseguite tutte le forature: solo a questo punto il pezzo può essere<br />
temprato. Quando ritorna in lavorazione, la sua durezza è notevolmente aumentata. La prima operazione è la finitura degli<br />
anelli interni con macchine a controllo numerico. Successivamente vengono eseguite ulteriori arrotature sulla schiena<br />
della lama e sul filo, e viene quindi fatta la prima arrotatura interna. Circa 3-4 passaggi per le forbici standard, e dai 6 agli<br />
8 passaggi per i prodotti più prestigiosi. Vengono arrotati la parte esterna della lama e il piano superiore. ultimata questa<br />
operazione abbiamo a grandi linee portato le quote vicino alla misura di tolleranza da rispettare.<br />
Dopo questi passaggi eseguiti con macchine arrotatrici, iniziamo le prime fasi del lungo viaggio produttivo del prodotto.<br />
Le lavorazioni vengono eseguite esclusivamente a mano, perché non esistono in commercio macchine in grado di sostituire<br />
l’uomo. La bombatura esterna delle lame è compiuta da artigiani in più passaggi, utilizzando nastri con differenti grane.<br />
Per togliere il “grosso” del materiale, viene usata una grana grossa, molto abrasiva; mentre per il “fino”, una grana<br />
molto fine grazie a un nastro diamantato. La rugosità della superficie della lama è portata al minimo, così che non abbia<br />
graffi, questo perché dopo aver lucidato il pezzo, non dovranno esserci segni e imperfezioni.La lucidatura viene eseguita<br />
a mano e a macchina, con mole in panno, alle quali viene applicata una sostanza pastosa che ha un effetto abrasivo e<br />
al contempo lucidante. Dopo queste operazioni si passa al montaggio. Alla forbice viene messa una vite per fermare le<br />
due lame, mentre altri articoli utilizzano un bullone regolabile e una placchetta (molla) per la regolazione della pressione<br />
tra le lame.<br />
L’azienda cura tutte le parti del prodotto, non da meno la viteria utilizzata per gli assemblaggi. Contrariamente a ciò che<br />
fanno molte altre aziende, Leader CAM non utilizza componenti in alluminio o in acciaio che non siano inossidabili. Anche<br />
per questi minimi componenti, i materiali scelti sono i migliori e rigorosamente inossidabili. Le viti hanno due tipi di passi,<br />
così come i diametri delle stesse variano da 3,5 a 4 mm. Le viti di questo diametro danno un vantaggio notevole al taglio:<br />
maggiore è il diametro, minore sarà la resistenza del capello al taglio, che risulterà più morbido e fluido, accompagnato<br />
da una sensazione molto piacevole durante l’operazione. Vengono utilizzati diversi tipi di molle da mettere al di sotto del<br />
bullone con particolari sistemi, che rendono le forbici Leader CAM personalizzabili dal cliente, che può regolare così la<br />
pressione tra le lame. In altri articoli, ad esempio per la linea Shidosa, la pressione tra le lame si regola per mezzo di una<br />
speciale chiavetta che viene fornita insieme al prodotto. Dopo aver assemblato la forbice, e controllata l’efficienza del<br />
poggiadito e della componentistica, ci avviciniamo al termine della produzione.<br />
una persona addetta al collaudo controllerà che le punte non si incrocino, in tal caso provvederà con un martelletto<br />
a piegare i gambi quanto serve, affinché le punte combacino tra loro. Dopo di che controllerà che le lame abbiano la<br />
corretta curvatura; si noterà che tra le lame ci sarà una sottile luce, perché punta e tacco saranno in contatto tra loro<br />
a forbice chiusa. Gli ultimi passaggi di affilatura vengono eseguiti in un reparto separato dalla normale produzione. Qui<br />
vengono ultimate le speciali affilature, tra cui la micro dentatura, il filo a rasoio e l’affilatura Convex.<br />
Successivamente si ripeterà un secondo collaudo più approfondito e severo, da parte di personale specializzato. Le<br />
forbici verranno ispezionate ad una ad una nei minimi particolari. Il passaggio seguente è un lavaggio eseguito in bagni a<br />
ultrasuoni che puliranno il pezzo, che verrà in un secondo momento lubrificato con speciali oli al silicone. Solo allora verrà<br />
eseguita la timbratura, rigorosamente al laser, su ogni singolo pezzo.<br />
Prima che il prodotto finito venga inserito nel proprio packaging, verrà sottoposto ad altri due controlli di qualità. Nel<br />
primo esame si controlleranno i difetti del materiale, di forma e di montaggio; nel secondo ed ultimo, si proverà il taglio<br />
su parrucche in capelli veri o in speciali materiali, per definire la perfetta efficienza dei fili a rasoio. Verrà anche accertato<br />
che il filo non presenti sbeccature, detti dentini, che comprometterebbero la fluida scorrevolezza delle lame.<br />
L’articolo Leader CAM che il cliente sceglierà di possedere, avrà dunque alle spalle un severo collaudo, fatto attraverso<br />
controlli accurati e metodici in ogni fase della lavorazione. Il cliente Leader CAM avrà sempre la certezza di essere entrato<br />
in possesso di una forbice di altissima qualità che lo gratificherà nel tempo.<br />
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26<br />
L E A D E R C A M<br />
sFOLtiRE E sFi<strong>LA</strong>RE<br />
COn LE FORBiCi<br />
pERChé sCEgLiERE unA FORBiCE LEADER CAM<br />
Le forbici Leader CAM sono da sempre sinonimo di pregio nel settore. La grande specializzazione ci<br />
viene dai molti anni di attività sempre al vertice della qualità, nella produzione di forbici per parrucchieri<br />
professionisti. Grazie all’esperienza dei titolari, all’altissima qualità si è aggiunto un design di grande<br />
successo commerciale, dal gusto tutto italiano.<br />
La forbice Leader CAM raggiunge una qualità e una finitura ottenuta con oltre 200 passaggi, in parte<br />
eseguiti a mano, con lavorazione artigianale limitata e collaudi severissimi fatti su ogni singolo pezzo:<br />
una garanzia di eccellenza.<br />
C’è infatti una differenza sostanziale tra la forbice fabbricata artigianalmente e quella prodotta in modo<br />
industriale. Così come c’è una sostanziale differenza tra una forbice stampata a caldo con acciaio<br />
malleabile e una creata per fusione, in cui si versa dell’acciaio fuso all’interno di uno stampo.<br />
La forbice Leader CAM utilizza entrambe le tipologie di fabbricazione ma, a differenza di molte altre<br />
aziende, dove il prodotto realizzato per microfusione potrebbe rompersi o danneggiarsi irrimediabilmente<br />
dopo una caduta accidentale, l’esperienza Leader CAM è riuscita negli anni a ottenere un prodotto<br />
che unisce due tipologie d’acciaio nello stesso manufatto. I gambi, che uniscono le lame agli anelli, sono di un acciaio<br />
malleabile, mentre le lame sono costituite da un acciaio molto più duro. In questo modo si potranno regolare nuovamente<br />
le forbici rovinatesi dopo una caduta accidentale.<br />
<strong>LA</strong> FORBiCE DA sFOLtiRE<br />
I capelli vanno sfoltiti con questo speciale attrezzo per ottenere lunghezze diverse.<br />
Per poter usare questa forbice, è necessario conoscerne la struttura e la sua possibilità d’impiego.<br />
Le forbici per sfoltire sono di due tipi:<br />
• Dentellate su entrambi i lati<br />
• Dentellate da un solo lato (forbici modellatrici o sfoltitrici)<br />
È anche necessario conoscere quanti capelli si tagliano con un colpo di forbici:<br />
• Forbici per sfoltire = circa un terzo dei capelli<br />
• Forbici modellatrici = circa la metà dei capelli<br />
Per eseguire un taglio in maniera corretta sono necessari questi strumenti:<br />
• Forbici per sfoltire<br />
• Spazzola per capelli<br />
• Pettine<br />
• Pettine fisso (a denti stretti)<br />
• Pinze per fermare i capelli<br />
Per ottenere un buon lavoro sul cliente, è necessario utilizzare la forbice ricordando le caratteristiche<br />
qui sopra. Le forbici aperte vengono accostate diagonalmente alla ciocca, a questo punto le punte<br />
delle forbici si trovano al primo taglio, vicino al cuoio capelluto, sul margine sinistro della ciocca<br />
precedentemente suddivisa e raccolta all’estremità tra le dita della mano.
Il movimento punk è nato in<br />
Inghilterra verso la metà degli<br />
anni ’70 e, successivamente,<br />
si è esteso in tutta l’Europa e<br />
l’America. Alla base di questo<br />
movimento si cela un senso di<br />
nichilismo, di autodistruzione, la<br />
convinzione di non avere alcun<br />
futuro in una società alienante e<br />
selvaggiamente egoista com’è<br />
quella contemporanea.<br />
Questo rifiuto ideologico della<br />
società si esprime nello stile di<br />
vita; con l’abbigliamento che, per<br />
quanto sporco e stracciato, è al<br />
tempo stesso curato nei minimi<br />
particolari (borchie, cerniere,<br />
manette, bondage, ecc); con i<br />
capelli decolorati o coloratissimi,<br />
le acconciature a cresta di gallo<br />
o alla mohicano; con una grande<br />
quantità di anelli e spilloni infilati<br />
nel naso, nei lobi, nelle guance.<br />
Gli uomini dell’800 portavano i capelli scapigliati, con un<br />
atteggiamento ironico; e le basette, dalle tempie, scesero<br />
fino ad unirsi sotto il mento, formando una striscia sottile di<br />
barba, che incorniciava il viso. Questa acconciatura, rimasta<br />
famosa con il conte di Cavour, prese proprio da questi il<br />
suo nome. Alcuni accompagnavano la striscia di barba,<br />
con piccoli baffi cadenti, ma era piuttosto raro. Col tempo, i baffi<br />
divennero di gran moda e vennero impomatati, per tenerli ben dritti o<br />
rialzati, anche se in Italia, Mazzini e Garibaldi li portavano spioventi.<br />
La barba, inoltre, si affacciò sui volti maschili, a partire dal 1840,<br />
espandendosi fino a ricoprire tutto il mento se non fino alle tempie.<br />
Ma è nel XX secolo che prende il via la più grossa rivoluzione nella<br />
storia dei capelli femminili, con l’invenzione della permanente a<br />
caldo e poi anche a freddo. Vediamo i capelli trattenuti in code e<br />
codine, con i tagli più strani e differenti, dalle frangette alle scalature,<br />
dal carré corto alle creste punk.<br />
Oggi più che mai i capelli rappresentano il mezzo espressivo che<br />
ogni donna ha a disposizione per manifestare la cura e l’attenzione<br />
che ha per se stessa: cartina di tornasole del carattere della persona<br />
e della società in cui vive e con cui si confronta. Con l’avvento<br />
delle extensions ogni donna può sfoggiare la lunghezza di capelli<br />
desiderata senza dover attendere tempi lunghissimi e senza sentirsi<br />
da meno rispetto a chi più dotata dalla natura in fatto di chioma.<br />
27
In questa posizione le forbici vengono chiuse e riaperte una sola volta. Si scivola verso il basso di circa quattro centimetri,<br />
verso la punta della ciocca, e si procede ripetendo l’operazione una sola volta.<br />
La distanza dipende dalla posizione della forbici rispetto alla ciocca. Le forbici tagliano sulla sinistra, in alto sulla<br />
ciocca, dove termina a destra lo sfoltimento. La sequenza diagonale termina quando si arriva alla punta dei capelli. Si<br />
procederà quindi con il pettinare la ciocca appena sfoltita. Successivamente si continua il lavoro con una ciocca vicino<br />
o sopra a quella di partenza, che verrà sfoltita allo stesso modo. Al termine del lavoro, si mettono in ordine i capelli con<br />
pettine e spazzola, per poi passarli con un pettine a denti stretti per rimuovere tutti i capelli tagliati.<br />
In Europa la maggior parte dei professionisti ha un’impronta scolastica che tende a far impugnare le forbici con i<br />
denti sulla lama superiore. Questo fa sì che il professionista decida quanto tagliare appoggiando i capelli sulla lama di<br />
sotto come fosse un supporto, chiudendo successivamente la lama dentata. I capelli che cadranno tra un dente e l’altro<br />
saranno quelli non tagliati, ma il risultato si vedrà solo a taglio effettuato.<br />
Nei paesi Extra CEE le sfoltitrici vengono usate con la lama dei denti sotto, così che a reggere i capelli saranno gli stessi<br />
denti, e il professionista potrà vedere immediatamente quanti capelli andranno tagliati e quanti cadranno tra i denti, ancor<br />
prima di muovere la lama sopra, portando a termine il lavoro. Questi metodi variano a seconda dei paesi, ma il risultato<br />
rimane sempre il medesimo, e con una forbice sfoltitrice Leader CAM il lavoro sarà sempre d’alto livello professionale:<br />
nel campionario si possono trovare entrambi gli articoli.<br />
Per capire di quale livello è la forbice sfoltitrice che ci accingiamo ad acquistare, bisogna fare molta attenzione ad<br />
alcune caratteristiche tecniche. Infatti, diversamente da quanto accade per le forbici da sfilare o da taglio tradizionali,<br />
le sfoltitrici sono un prodotto che lavora in maniera completamente diversa. La sostanziale differenza sta nel fatto che<br />
questo tipo di articolo ha, nella maggior parte dei casi, una lama a filo continuo e l’altra dentellata.<br />
Questa tipologia di lama, per la sua struttura non uniforme, ma interrotta, sulla quale scorre quella con il filo continuo,<br />
può creare alcuni problemi durante le fasi di produzione. È proprio nei punti morti di questa lama dentellata, che la forbice<br />
Leader CAM si fa notare. Innanzi tutto la qualità dei materiali fa la sua parte, in quanto la scelta degli stessi evita problemi<br />
in fase di finitura. L’uso di questo articolo è a discrezione dell’acquirente che userà il prodotto mantenendo le abitudini<br />
derivate dall’utilizzo di forbici usate in precedenza, che necessitavano di questa particolare tecnica, o dall’uso impartitogli<br />
dalle scuole. Indipendentemente da ciò, vi è una regola assoluta che consente di capire la reale qualità di una forbice da<br />
sfoltire rispetto a un’altra della stessa categoria.<br />
Per prima cosa, tornando alla spiegazione precedente in cui si parlava della scorrevolezza, la sensazione al tatto è<br />
indispensabile. Rumori, anche minimi, o la tendenza a “piantarsi” durante il movimento di taglio, sono sinonimo di scarsa<br />
qualità. Più ci si avvicina allo zero in fatto di rumorosità, più la forbice sarà di ottima fattura. Ovviamente, maggiore sarà<br />
la distanza tra i denti, maggiore sarà la difficoltà di mantenere queste caratteristiche invariate.<br />
un’altra qualità che differenzia le sfoltitrici Leader CAM, è la non necessità di creare troppa pressione con le dita durante<br />
il taglio. Le forbici di vecchia concezione richiedevano pressioni maggiori. Noterete che i nostri articoli scivoleranno da<br />
soli, senza il bisogno di imprimere forza eccessiva, che durante i primi tagli potrebbero essere causa di intaccature sul<br />
filo della lama a rasoio.<br />
Si consiglia per tanto di non imprimere pressione durante i primi tagli per evitare il rischio di spiacevoli inconvenienti<br />
derivati da un errato utilizzo. Per raggiungere un’affilatura con queste caratteristiche, bisogna utilizzare un angolo di<br />
taglio molto acuto, che dà sì grandi proprietà di taglio, ma che rende anche molto delicata la forbice. Si consiglia<br />
quindi di poggiare delicatamente la forbice dopo l’utilizzo su di un panno morbido, senza “buttarla” sul banco da lavoro,<br />
mantenendo così l’affilatura in ottimo stato, e sfruttando le sue doti per lungo tempo.<br />
La forbice per sfoltire di Leader CAM ha raggiunto un alto livello tecnologico che può soddisfare qualunque genere<br />
di cliente, dal privato al più esperto ed esigente professionista. Gli articoli prodotti da Leader CAM si suddividono in tre<br />
fasce: la forbice che sfoltisce il 25% del capello, quella che sfoltisce il 50% del capello e quella che sfoltisce il 75%. La<br />
più usata generalmente è quella appartenente alla categoria di mezzo, e la maggior parte degli articoli prodotti tra le<br />
sfoltitrici, entrano in questa categoria di taglio.<br />
Tra questi prodotti, ve ne sono molti in cui l’esperienza Leader CAM ha cercato di alleviare alcuni disturbi di tipo<br />
professionale, fornendo una forbice di tipo ergonomico.<br />
Questo prodotto permette un’impugnatura naturale e un movimento leggero e senza costrizioni, che ne facilita l’uso e<br />
impedisce il sopraggiungere di disturbi e infiammazioni al polso, al tunnel carpale o alla schiena.<br />
un nuovo articolo Leader CAM è la sfoltitrice con denti ricurvi a diverso raggio che cadono perpendicolarmente sulla<br />
lama non dentata. Il vantaggio sta nel poter eseguire anche un taglio scivolato, garantendo sempre un ottimo risultato.<br />
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L E A D E R C A M<br />
<strong>LA</strong> FORBiCE pER sFi<strong>LA</strong>RE<br />
Sfilando i capelli con le forbici si ottiene una ricaduta morbida degli stessi, uno sfoltimento più o meno abbondante della<br />
massa, un accorciamento. Per eseguire il lavoro correttamente è necessario conoscere le differenze di struttura, di<br />
impugnatura e d’uso delle forbici per capelli, da quelle per sfilare a quelle per modellare.<br />
L’ampiezza del movimento di taglio raschiante, e la pressione più o meno accentuata nel chiudere le lame sulle ciocche,<br />
determineranno i seguenti risultati:<br />
• I capelli verranno soprattutto accorciati senza sfoltirli troppo<br />
• I capelli verranno soprattutto sfoltiti senza accorciarli troppo<br />
• Si otterranno entrambi i risultati in ugual misura<br />
Gli strumenti necessari per eseguire questo tipo di taglio sono:<br />
• Forbici<br />
• Pettine<br />
• Accessori per fermare i capelli<br />
Per eseguire una sfilatura senza accorciare troppo i capelli, occorre ricordare che le lame della forbice devono essere<br />
semi aperte, circa 2/3 dell’apertura lama, soprattutto su capelli asciutti. Il movimento di taglio raschiato si esegue lungo<br />
la ciocca, dalla punta verso la testa. Mentre eseguite questo movimento, aumentate leggermente la pressione delle<br />
lame. Se il taglio è stato eseguito correttamente, si noterà che una parte dei capelli presi con le forbici si gonfieranno in<br />
prossimità dell’attaccatura. Ripetete l’operazione fino a quando non vi troverete tutti i capelli sfilati nella mano sinistra<br />
con la quale la reggevate. Pettinate a fondo ma in maniera delicata, la ciocca che avete sfilato.<br />
La sfilatura di accorciamento delle punte senza che si sfoltisca la lunghezza, con taglio diritto, viene eseguita correttamente<br />
appoggiando le lame delle forbici semiaperte sui capelli, sfilando per brevi tratti aprendo e chiudendo parzialmente le<br />
lame. Aumentate gradualmente la pressione sulle lame. Ripetete l’operazione di taglio raschiante, fino a quando i capelli<br />
saranno più corti nel punto desiderato. Procedete successivamente allo stesso modo con tutte le ciocche.<br />
Pettinate delicatamente, si noterà ora che i capelli inizialmente tagliati diritti, sono di lunghezze diverse, assumendo un<br />
andamento fluido non ricadranno più diritti.<br />
Il taglio sfilato con cotonatura verso il dietro, si esegue quando un settore delle punte è troppo sfilato; con questa tecnica<br />
di ottiene una sfilatura che accorcia la lunghezza senza sfoltire. Prendete una ciocca con la mano sinistra nel<br />
punto della lunghezza desiderata. Tenete le ciocche ben tese, cotonando i capelli più corti verso il dietro.<br />
I capelli che vi rimarranno tra le dita saranno tagliati con taglio sfilato, con brevi movimenti raschianti.<br />
Quando andrete a pettinare, i capelli cotonati indietro andranno a formare le nuove punte.
L’AFFi<strong>LA</strong>tuRA <strong>DELLE</strong> FORBiCi LEADER CAM<br />
La forbice per sfilare di Leader CAM è proposta in diversi articoli: questo dipende dalle caratteristiche strutturali,<br />
dall’affilatura o dal disegno ergonomico adatto a una clientela più esigente.<br />
L’articolo che la ditta Leader CAM consiglia ai propri clienti, è quello che possiede il minor angolo alfa, quindi molto<br />
vicino allo zero, che permette di eseguire perfettamente un ottimo taglio scivolato. La caratteristica di questi articoli è<br />
appunto quella di avere un angolo molto acuto che rende la lama a rasoio adatta a determinate tecniche di taglio. Minore<br />
sarà l’angolo alfa, maggiore sarà l’efficacia della lama a rasoio (Figura 1).<br />
L’affilatura Standard è eseguita sul pezzo generalmente mediante l’utilizzo di una macchina, che consente una grande<br />
precisione di esecuzione del filo. Parallela alla lunghezza del tagliente della lama, si può notare una fascetta di affilatura,<br />
a causa di questa caratteristica non potrà mai essere ad angolo acuto, quindi non è un’affilatura di tipo a rasoio, ma il<br />
taglio sarà comunque sempre preciso per l’esecuzione di tagli normali.<br />
L’affilatura fatta sulla lama con un’accentuata concavità, viene denominata di tipo Convex. L’esterno viene totalmente<br />
lavorato a mano, così da arrotondare il filo partendo dal tagliente o filo, fino alla schiena della lama. In questo modo<br />
andremo a creare un’affilatura omogenea in cui non si noterà più la fascetta fatta a macchina. Solo i migliori artigiani<br />
professionisti posso eseguire questa operazione, perché nessuna macchina è in grado di fare questo tipo di lavoro.<br />
Esistono anche forbici con micro dentatura su modelli classici e più economici, dove l’affilatura è meno pregiata. Con<br />
questo tipo di articolo è impossibile eseguire tagli scivolati, in quanto la lama superiore ha un angolo alfa più elevato e<br />
quindi non a rasoio; il vantaggio della seconda lama micro dentata, dove lo spazio tra i denti è di 0,25 mm, sta nel poter<br />
tagliare grosse ciocche di capelli, senza che questi vengano spinti verso la punta. Infatti il pregio di questo articolo sta<br />
nello sfruttare i denti che bloccano i capelli durante il movimento di taglio.<br />
Possiamo dire che partendo da uno stesso acciaio di uguale qualità, il risultato cambierà drasticamente se non si è<br />
in grado di affilare in modo preciso la lama, perché come abbiamo già avuto modo di dire, il risultato non lo fa solo il<br />
materiale utilizzato, ma soprattutto l’artigiano che sa eseguire in modo professionale i vari metodi di affilatura richiesta.<br />
L’affilatura può essere controllata tramite una macchina che ne misura il grado di penetrabilità su di uno strato di carta<br />
apposito. un peso trascina per inerzia la carta verso il basso mentre la lama si muove avanti e indietro per mezzo della<br />
macchina che la sorregge; calcolando i millimetri tagliati dalla forbice posta sotto di essi e il tempo necessario a tagliarli,<br />
si trova il rapporto su di una tabella pre-compilata.<br />
Dedurremo perciò che, se maggiore sarà la penetrazione e minore il tempo, l’affilatura sarà di alto grado di penetrazione.<br />
Nel grafico si mette in relazione il tempo in minuti e la penetrazione in mm (Figura 2).<br />
1. 2.<br />
Affilatura standard<br />
Affilatura Convex<br />
α<br />
α<br />
Noterete nell’esempio A il risultato di un test su di un prodotto con scarsa durezza e limitata durata del filo. Mentre<br />
nell’esempio B noterete che il grado di penetrabilità è costante nel tempo, ciò è indice dell’utilizzo di materiali di buona<br />
qualità. Nell’esempio C il grado di penetrabilità aumenta con l’avanzare del tempo, indice di alta qualità. Si tratta di una<br />
forbice Leader CAM.<br />
TEMPO (MINUTI)<br />
PENETRAZIONE (MILLIMETRI)<br />
31
32<br />
L E A D E R C A M<br />
<strong>LA</strong> <strong>LA</strong>MA intERnA<br />
La forbice è composta da due parti come già spiegato, ma il punto più importante è quello in cui si accoppiano le due<br />
lame. La lavorazione interna delle lame, un tempo fatta completamente a mano, oggi è il frutto di una lavorazione fatta<br />
con macchine a controllo numerico d’alta precisione, con parametri di lavorazione sull’ordine del millesimo. Questo<br />
consente di avere una corsa e una scorrevolezza del prodotto finale di altissima qualità.<br />
La concavità e l’arrotatura interna della lama, fatta con mole speciali, ha inizio dal punto appena sopra la “posta”, e<br />
giunge alla punta. Questa particolare lavorazione è in relazione del diametro della mola: più il suo diametro sarà piccolo,<br />
più sarà accentuata la concavità della lama, diversamente accadrà se il diametro della mola sarà maggiore. L’asse<br />
dell’arrotatura sarà al centro della lama, e partirà dalla punta passando per il fulcro o perno della forbice, alzandosi in<br />
prossimità della “posta”, nel punto chiamato in gergo mezza luna.<br />
Gli artigiani regolatori devono dare il giusto grado di svergolamento, detto effetto elica, alla lama, che serve a far sì che<br />
i due fili e le punte convergano tra loro, per avere come risultato un ottimo taglio. Se non ci fosse questo effetto elica,<br />
le lame dalla metà forbice verso la punta avrebbero difficoltà nel taglio. Lo svergolamento combinato con l’angolo acuto<br />
di taglio, causerebbe dei conflitti a livello della scorrevolezza e rumorosità. Per ovviare a questo problema, viene fatta<br />
all’interno della lama una fascetta di qualche decimo di mm sul filo; la fascetta ha una finitura speciale, questo fa sì che<br />
non ci sia un’angolo vivo, permettendo una maggiore scorrevolezza e assenza di rumore provocato da attrito eccessivo.<br />
La mezza luna, che si trova appena sopra la “posta”, crea una costante tra le lame durante l’operazione di chiusura.<br />
Studiata e fatta in maniera che la pressione aumenti quanto più la forbice si chiude: questo perché il taglio nella zona della<br />
punta è critico, e la mezza luna consente una maggiore pressione alle lame senza forzare con le dita.<br />
Per quanto riguarda la forbice da sfoltire c’è un’eccezione, in quanto lo svergolamento viene eseguito solo sulla lama<br />
che ha i denti. L’altra lama viene lavorata diversamente, con un’arrotatura interna che procede lungo l’asse del perno; e<br />
un’arrotatura della mezza lama parallela all’asse iniziale, che può essere spostata a seconda del progetto del prodotto da<br />
realizzare. Questa operazione è molto importante, perché permette al filo di essere sempre rivolto verso l’alto, coincidendo<br />
così correttamente con i denti dell’altra lama, e consentendo sempre un taglio preciso e regolare.<br />
La finitura delle sfoltitrici è completata con la fascetta speculare all’interno della lama, eseguita come abbiamo già avuto<br />
modo di spiegare, per migliorarne le caratteristiche.
LE CARAttERistiChE pER RiCOnOsCER<strong>LA</strong><br />
La forbice è un articolo da taglio che può essere progettato in diverse forme e misure e anche se un progettista può<br />
sbizzarrirsi, la prima cosa da tenere presente è che il prodotto deve in ogni caso mantenere la sua funzionalità. Deve<br />
dare al cliente un’immediata impressione di comfort al contatto. Ciò è molto difficile da ottenere quando si utilizzano<br />
design non tradizionali. Leader CAM ha cercato di coniugare design e funzionalità con una cifra tale da distinguersi dai<br />
competitori.<br />
Al contatto, la prima impressione è il comfort. Immediatamente dopo si deve prestare attenzione al peso. un professionista<br />
usa la forbice per parecchie ore al giorno, e anche pochi grammi possono fare la differenza. un ulteriore fattore collegato<br />
al peso e al design è la bilanciatura e la distribuzione dei pesi. Se il prodotto non nasce da uno studio serio e approfondito,<br />
c’è il rischio che possa rivelarsi difficile da utilizzare per molte ore.<br />
Ci sono forbici che tendono a dare l’impressione di cadere in avanti perché il peso è maggiore nelle lame, con il risultato<br />
di essere scomode da maneggiare. Altre invece hanno una distribuzione maggiore del peso sui gambi, rendendo così<br />
difficile il movimento.Le forbici Leader CAM sono perfettamente bilanciate e garantiscono l’utilizzo ideale. una forbice<br />
ben bilanciata farà sì che il professionista abbia un feeling elevato e duraturo con lo strumento principe del suo lavoro.<br />
Questi sono i primi aspetti che si devono notare; scopriamo gli altri dettagli tecnici che parlano della qualità del prodotto.<br />
un primo e molto importante dettaglio, da non sottovalutare, è il materiale di cui è composto il gambo, parte sempre<br />
a contatto con la pelle del professionista e quindi suscettibile di provocare allergie. Queste parti sono quasi totalmente<br />
senza Nichel, in quanto la percentuale presente è talmente bassa che non può essere causa di questo alcun problema<br />
dermatologico. un’altra differenza è l’assenza di graffi o ombreggiature nella finitura, che ci parlano della qualità della<br />
stessa. Questo risultato si ottiene grazie a diversi passaggi realizzati con nastri speciali.<br />
Anche la qualità interna della lama ci parla della qualità del prodotto: la presenza di tutto ciò che può dare disturbo<br />
anche ad un primo sguardo, è sinonimo di scarsa attenzione e cura. Le forbici Leader CAM sono impeccabili sotto questo<br />
punto di vista, grazie alla severa attenzione dell’operatore nello scegliere i giusti nastri da utilizzare per i diversi articoli e<br />
al collaudatore nello scartare quelle forbici che ancora presentino pur piccolissime imperfezioni.<br />
Per capire meglio la qualità dell’interno lama delle forbici di alta fascia, potete seguire passo passo questo semplice<br />
procedimento. Prendete la forbice e tenete l’anello destro nella mano destra tenendola in posizione verticale, con il<br />
bullone rivolto verso di voi. Con la forbice rigorosamente chiusa, regolate con il bullone e in senso antiorario, la tensione<br />
delle lame al minimo. Fatto ciò, mantenendo sempre la forbice in posizione verticale, aprite le lame e poi lasciate cadere<br />
la lama superiore. Noterete che la forbice si chiuderà completamente.<br />
Aumentando la tensione di uno scatto per volta e ripetendo l’operazione, noterete che le lame rimarranno gradualmente<br />
sempre più aperte. Con questa prova è possibile trovare la tensione ottimale per lavorare. Quando le punte resteranno<br />
distanti tra loro circa un centimetro, avrete trovato la regolazione ideale.<br />
un’altra differenza che caratterizza la qualità del prodotto nel tempo, è la durata dell’affilatura, cioè la distanza che<br />
intercorrerà tra l’acquisto e la vostra prima riaffilatura. Le affilature dei prodotti Leader CAM hanno una durata media che<br />
va da uno a due anni, in alcuni casi la durata è addirittura superiore. Questo spinge i nostri clienti a tornare da noi ogni<br />
qualvolta dovranno acquistare un nuovo prodotto.<br />
33
34<br />
L E A D E R C A M<br />
LE MA<strong>LA</strong>ttiE pROFEssiOnALi<br />
E iL COntRiButO ERgOnOMiCO<br />
Di LEADER CAM<br />
Accade, a volte, che lavoratori come i parrucchieri, possano incorrere in una malattia<br />
professionale detta del dito a scatto. Questo perché l’utilizzo continuo della mano e delle<br />
dita, può provocare infiammazioni a quelle guaine all’interno delle quali scorrono i tendini flessori.<br />
Quando queste guaine chiamate pulegge si gonfiano per l’infiammazione, i tendini faticano a scorrere<br />
e quindi si ha l’effetto del dito a scatto: una delle dita interessate rimane bloccata durante il proprio movimento per poi<br />
riprendere la normale posizione. Si tratta di un disturbo doloroso e diffuso.<br />
I rimedi contro questo disturbo professionale sono essenzialmente due, quello medico e quello chirurgico. Nel<br />
primo caso si usano farmaci antidolorifici e antinfiammatori come l’associazione del paracetamolo e della codeina per<br />
qualche giorno. Eventualmente si possono associare alla terapia farmacologica, anche la laserterapia e la ionoforesi,<br />
mentre è sconsigliato totalmente l’uso del cortisone per mezzo d’infiltrazioni, in quanto molto doloroso e inutile,<br />
perché dopo qualche tempo il dolore e il disturbo ritornano. Tra l’altro il cortisone ha anche un’azione corrosiva sui<br />
tendini e può provocare rotture spontanee e traumatiche negli stessi.<br />
Qualora non si traggano vantaggi dall’utilizzo di farmaci, si deve pensare ad un trattamento chirurgico. Il vantaggio<br />
è che la ripresa dell’utilizzo del movimento della mano è rapido. L’intervento ha una durata di circa cinque minuti, in<br />
anestesia locale. Il chirurgo durante l’operazione deve allargare la puleggia per ripristinare il giusto movimento. Servono<br />
semplicemente 5 millimetri d’incisione per eliminare il problema. Subito dopo l’operazione ha inizio la riabilitazione<br />
dell’arto, con movimenti semplici, come il fingere di suonare un piano o lo scrivere su una tastiera. Il recupero sarà tanto<br />
più veloce, quanto più è alta la sopportabilità al dolore del paziente, che in questa fase deve collaborare moltissimo<br />
con il medico, sforzandosi di fare qualunque cosa con la mano operata. Per ridurre la possibilità di insorgenza del dito<br />
a scatto, Leader CAM ha progettato due forbici ergonomiche con speciale anello girevole.<br />
Il modello tradizionale ha la caratteristica di avere un anello fisso per il dito anulare e un anello 2D girevole per il<br />
pollice, che ruota perpendicolarmente rispetto al gambo. Con questa forbice è possibile eseguire qualsiasi tipo di taglio,<br />
mentre il vantaggio dell’anello girevole sta nello sfruttare il suo movimento naturale, che permette al professionista<br />
di muovere liberamente il dito pollice in maniera naturale, contrastando così affaticamenti e malattie professionali al<br />
polso e alla schiena.<br />
Il secondo modello con anello girevole ergonomico è un prodotto giapponese della Shidosha fabbricato con diversi<br />
materiali, che ha una importante caratteristica principale. L’anello 3D è composto da un primo anello che ruota<br />
perpendicolarmente rispetto al gambo, con all’interno un secondo anello che ruota parallelamente rispetto al gambo.<br />
Il movimento quindi è ancora più completo, perché la punta del pollice è libera di muoversi in modo totalmente naturale<br />
durante l’operazione di taglio. Grande attenzione è stata riposta anche ai dettagli, infatti la rotazione del primo anello,<br />
quello perpendicolare rispetto al gambo, ruota su cuscinetti a sfera. La forbice inoltre è venduta con in dotazione un<br />
anello 2D ergonomico che può essere sostituito in ogni momento con una semplice operazione di smontaggio, qualora<br />
si rivelasse necessario il suo utilizzo.
<strong>LA</strong> LinEA shiDOshA<br />
La linea Shidosha è composta da una serie di prodotti fatti a mano, originali del Giappone e distribuiti in tutto il mondo<br />
da Leader CAM con il marchio Shidosha che significa Leader in giapponese. Questa linea è nata con l’idea di offrire a<br />
tutti i clienti Leader CAM, amanti dei prodotti di tradizione nipponica, una scelta dal proprio campionario, garantendo una<br />
qualità di prodotto e di servizio alla pari con gli articoli della propria produzione.<br />
Quattordici sono attualmente i prodotti in gamma, alcuni dei quali disponibili in diverse misure, tutti di estrema qualità.<br />
Le forbici Shidosha vengono realizzate interamente da un artigiano giapponese, in tirature molto limitate, rendendo così<br />
ogni singolo prodotto quasi un articolo per collezionisti. La città di provenienza è Seki City, una città paragonabile alla<br />
Maniago del Giappone, dove si possono incontrare artigiani di antica esperienza. una città composta da diverse zone<br />
artigianali, in cui vengono prodotte le famose spade katane, un luogo in cui l’arte della lavorazione della lama da taglio ha<br />
un’origine antichissima e una storia prestigiosa.<br />
Quello che differenzia questo articolo dai prodotti di serie è la cura quasi maniacale di ogni singolo elemento, come ad<br />
esempio la scelta di utilizzare il famoso acciaio giapponese SuperGold, che ha la caratteristica di essere fuso all’interno di<br />
speciali forni a pressione, in cui le molecole si distribuiscono in modo omogeneo e perfetto. L’acciaio nella fase di tempra<br />
raggiunge durezze non possibili per altri tipi di acciai, evitando quindi tensioni nella fase di raffreddamento. Questa<br />
distribuzione perfetta a livello molecolare lo rende estremamente duro, con un grosso beneficio per tutti quei punti più<br />
critici, come ad esempio il filo.<br />
Nel caso dell’acciaio 440, pur essendo esso di altissima qualità, ci troviamo in presenza di una struttura molecolare<br />
non perfettamente equilibrata, perciò le micro durezze variano da molecola a molecola. Ciò non accade per l’acciaio<br />
Super Gold, dove la distribuzione è ordinata. Questo acciaio può raggiungere percentuali di carbonio che vanno dallo<br />
0,95% all’ 1,95% con durezze di 62-63 Rockwell (R). Per altri prodotti di alta qualità viene utilizzata un’alta percentuale<br />
di cobalto, che può raggiungere anche il 2%. Le affilature sono rigorosamente Convex e in ogni prodotto viene inserito nel<br />
perno un cuscinetto a sfera che rende il movimento fluido, garantendo sempre tagli precisi.<br />
35
36<br />
L E A D E R C A M<br />
COnsigLi Di utiLizzO<br />
Prima di impugnare le forbici, mettetele dinanzi a voi con le punte rivolte a sinistra (eccetto che per i modelli mancini),<br />
facendo sì che la vite dello snodo sia rivolta verso di voi. È accettato anche il metodo che consiste nel volgere verso il<br />
basso lo snodo, cioè in senso opposto a quello indicato sopra.<br />
Infilate la punta del pollice nell’occhiello inferiore della forbice, mentre l’anulare va inserito fino alla seconda falange,<br />
in quello superiore. Non infilate il pollice nell’occhiello troppo in profondità, perché ciò ostacolerebbe il movimento e il<br />
corretto uso della forbice.<br />
Il medio e l’indice vengono appoggiati sulla branca superiore e con una leggera pressione delle dita si conferisce stabilità<br />
all’attrezzo.<br />
Le forbici vanno sempre impugnate in modo corretto, quando si taglia, la lama condotta dall’indice, dal medio e<br />
dall’anulare, deve restare possibilmente ferma, mentre a muoversi deve essere sempre quella condotta dal dito pollice,<br />
infilato nell’occhiello inferiore.<br />
Muovendo le forbici anche con il dito medio e l’anulare, anziché solo con il pollice, entrambe le lame si muoveranno<br />
e l’azione del tagliare non risulterà fluida, con la possibilità di perdere il controllo delle stesse. Per impratichirsi nel<br />
movimento, affinché risulti fluido e naturale, ci sono esercizi specifici da ripetere molto spesso.
<strong>LA</strong> puLiziA<br />
Gli attrezzi devono assolutamente essere sempre mantenuti correttamente per essere sempre nelle migliori condizioni<br />
di igiene e di efficienza.<br />
Gli attrezzi metallici quali le forbici devono essere trattati in modo particolare, questo per far sì che mantengano il loro<br />
valore più a lungo nel tempo.<br />
Vi consigliamo di sciacquare le vostre forbici in acqua calda alla fine di ogni giorno, provvedendo poi ad asciugarle con<br />
cura.<br />
PuLIZIA MECCANICA: è la pulizia dello sporco superficiale.<br />
PuLIZIA A FONDO: questo procedimento viene eseguito con prodotti detergenti.<br />
DISINFEZIONE: è molto importante, perché consente che l’attrezzo non trasmetta alcuna malattia infettiva. Va sempre<br />
praticata insieme alla pulizia.<br />
Possiamo distinguere diversi prodotti per la pulizia:<br />
• Prodotti con o senza effetti disinfettanti.<br />
• Prodotti disinfettanti, apparecchiature per la disinfezione.<br />
<strong>LA</strong> MAnutEnziOnE<br />
Dopo la pulizia gli attrezzi metallici vanno sempre lubrificati affinché mantengano la loro funzionalità nel tempo. Oliare<br />
con frequenza almeno settimanale, attorno alla vite e tra le lame, utilizzando solo olio per forbici, evitando l’impiego di oli<br />
vegetali. un grumo d’olio può attirare capelli o polvere sulla parte oliata, rendendo più difficoltosa la pulizia.<br />
Scegliete un luogo sicuro presso la vostra stazione di lavoro ove riporre le forbici, e assumete l’abitudine di riporre<br />
queste ultime nello stesso posto una volta utilizzate. Chiudetele sempre quando non le utilizzate. Il poggiare le forbici sulla<br />
stazione di lavoro spesso comporta il rischio di coprirle con un asciugamano, e di farle così cadere in terra con il pericolo<br />
di creare sbeccature sulla lama.<br />
Evitate di completare un taglio se la sezione dei capelli offre resistenza. Questo rappresenta la regola fondamentale in<br />
materia di manutenzione dei vostri strumenti da taglio, nonché uno fra i motivi più usuali per cui i parrucchieri danneggiano<br />
le proprie forbici. un taglio forzato significa che la quantità di capelli è eccessiva per le forbici, il forzare eccessivamente<br />
le lame potrebbe danneggiarne i fili di taglio. In questo caso si consiglia di tagliare porzioni ridotte di capelli. Controllate<br />
quotidianamente la tensione delle vostre forbici: se troppo strette le lame potrebbero sfregare l’una contro l’altra durante<br />
l’azione di taglio; se troppo lente, potrebbero non risultare più controllabili, provocando eventuali tacche a livello del filo.<br />
Al fine di controllare la tensione, tenete nella mano sinistra l’anello superiore delle vostre forbici, e con la destra l’anello<br />
inferiore. Lasciate quindi andare l’anello inferiore e osservate: se la lama scivolerà dolcemente verso il basso, vorrà dire<br />
che la forbice è tesa in maniera ottimale. Se dovesse restare ferma, vorrà dire che è eccessivamente stretta, diversamente<br />
se dovesse scivolare con eccessiva velocità. Regolate opportunamente la forbice servendovi di un regolatore di tensione<br />
o di un cacciavite idoneo. Evitate di regolare la tensione quando le lame sono aperte, accertatevi quindi sempre che le<br />
lame siano correttamente chiuse prima di eseguire questa semplice operazione, ciò eliminerà la probabilità di creare<br />
tacche sulla lama.<br />
Qualora le vostre forbici, dopo un utilizzo pur corretto, e dopo diverso tempo, non tagliassero più confacentemente,<br />
Leader CAM offre ai propri clienti un servizio di manutenzione, riparazione, registrazione e affilatura.<br />
37
L E A D E R C A M<br />
LE nostRE CREAzioni<br />
unA gAMMA<br />
CoMpLEtA<br />
pER ogni vostRo<br />
DEsiDERio
40<br />
L E A D E R C A M<br />
Kiss 2001<br />
ACCIAIO FORGIATO AISI 420 - 440 CONTENENTE<br />
0,7% - 1% DI CARBONIO E 13% - 18% DI CROMO<br />
DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />
MISURE<br />
TAGLIO 5,5” - 6”<br />
SFOLTIRE 5,5” - 6,2”<br />
TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
5,5 S - 6,2 S (DENTEL<strong>LA</strong>TURA MEDIA)<br />
5,5 SV 10 - 5,5 S - 6,2 S<br />
CON SPECIALE DENTEL<strong>LA</strong>TURA A RAGGIO.<br />
% DI SFOLTITURA<br />
50% PER TUTTE LE VERSIONI.<br />
N° BREVETTO: DCR000327226<br />
Bullone regolabile a mano con speciale<br />
sistema di frizione a molla. Poggiadito fisso.<br />
Dentellatura classica.<br />
Retro.<br />
Dentellatura a raggio.
Kiss 2001 55 s<br />
Kiss 2001 55 sv<br />
Kiss 2001 gandini<br />
VERSIONE CON SPECIALE AFFI<strong>LA</strong>TURA “GANDINI” 2001 - 55.<br />
IL TEAM GANDINI, CHE RAGGRUPPA STILISTI<br />
CONOSCIUTI E PRESENTI IN TUTTI I SET PIÙ<br />
IMPORTANTI DEL MONDO, HA SCELTO LE FORBICI<br />
LEADER CAM. GANDINI, CON IL PROPRIO STILE, HA<br />
RIVOLUZIONATO I VECCHI SISTEMI DI TAGLIO UNENDO<br />
VELOCITÀ A PRECISIONE E FANTASIA.<br />
<strong>LA</strong> SPECIALE AFFI<strong>LA</strong>TURA GANDINI CREATA<br />
APPOSITAMENTE HA COME CARATTERISTICA<br />
UN’AFFI<strong>LA</strong>TURA A RASOIO ESTREMO CON UN ANGOLO<br />
DI TAGLIO MOLTO ACCENTUATO CHE PERMETTE<br />
DI EFFETTUARE PERFETTAMENTE OGNI GENERE DI<br />
TAGLIO E IN SPECIAL MODO QUELLO SCIVO<strong>LA</strong>TO.<br />
41
42<br />
L E A D E R C A M<br />
AiRonE 198<br />
ACCIAIO FORGIATO AISI 440 CONTENENTE<br />
0,8% - 1% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 58 - 60 HRC.<br />
MISURE<br />
5,5”<br />
N° BREVETTO: UD98O00028<br />
FutuRA 80 s<br />
ACCIAIO FORGIATO AISI 440 CONTENENTE<br />
0,8% - 1% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 58 - 60 HRC.<br />
MISURE<br />
5,5”<br />
Impugnatura corretta.<br />
Bullone.<br />
Tensione delle lame<br />
regolabile manualmente<br />
tramite il bullone con<br />
speciale sistema<br />
di frizione a molla.<br />
Vite regolabile con una<br />
chiavetta a taglio.<br />
Si consiglia di mantenere<br />
le regolazioni iniziali.<br />
Una speciale vite in pvc<br />
regola la pressione nelle<br />
punte.<br />
Poggiadito<br />
removibile.
ginEvRA 80<br />
ACCIAIO 420 CONTENENTE<br />
0,6% - 0,8% DI CARBONIO E 13% - 15% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 56 - 58 HRC.<br />
MISURE<br />
5” - 5,5”<br />
Vite regolabile con<br />
una chiavetta a taglio.<br />
Si consiglia di<br />
mantenere le<br />
regolazioni iniziali.<br />
Impugnatura a tre anelli.<br />
43
44<br />
L E A D E R C A M<br />
LEonARDo 2005<br />
ACCIAIO 440 C CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E<br />
16% - 18% DI CROMO. DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />
MISURE<br />
TAGLIO 5,5”<br />
SFOLTIRE 5,5”<br />
TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
2005 - 55 S DENTEL<strong>LA</strong>TURA MEDIA,<br />
2005 - 55 S CON SPECIALE<br />
DENTEL<strong>LA</strong>TURA A FORMA DI TULIPANO.<br />
% DI SFOLTITURA<br />
50% PER TUTTE LE VERSIONI.<br />
Dentellatura a tulipano.<br />
Bullone regolabile.<br />
Poggiadito removibile.<br />
Variante.<br />
2005 s
Variante Gandini.<br />
LEonARDo 2005<br />
gandini<br />
VERSIONE DA TAGLIO CON SPECIALE AFFI<strong>LA</strong>TURA<br />
“GANDINI” 2005 - 55.<br />
Gambo ergonomico.<br />
45
46<br />
L E A D E R C A M<br />
pAssionE 2007<br />
ACCIAIO DAMASCATO CONTENENTE<br />
1% - 1,2% DI CARBONIO E 17% - 18% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 59 - 61 HRC.<br />
MISURE<br />
6”<br />
DISPONIBILE ANCHE<br />
NEL<strong>LA</strong> VERSIONE<br />
PER MANCINI.<br />
2007 L<br />
Versione per mancini.
sHARK 371<br />
ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />
1% - 1,2% DI CARBONIO E 17% - 18% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 59 - 61 HRC.<br />
MISURE<br />
6”<br />
FORBICE CON SPECIALE DISEGNO: LE <strong>LA</strong>ME<br />
CON AMPIA SUPERFICIE GARANTISCONO UNA<br />
PRECISA STABILITÀ NEI TAGLI PIÙ DIFFICILI<br />
E PER ESPORTAZIONE DI GROSSE CIOCCHE.<br />
UNA VOLTA CHIUSA <strong>LA</strong> FORBICE PUÒ ESSERE<br />
UTILIZZATA COME RASOIO.<br />
Lama chiusa.<br />
Le due lame sono unite<br />
con un unico sistema<br />
di vite visibile solo da<br />
un lato.<br />
371 D<br />
Versione in acciaio damascato<br />
con vite invisibile.<br />
Esempi di utilizzo.<br />
47
48<br />
L E A D E R C A M<br />
pERFoRMAnCE 98<br />
ACCIAIO 440 B OPPURE C, CONTENENTE<br />
0,9% - 1% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 59 - 61 HRC.<br />
MISURE<br />
5,5”<br />
RAinBoW 384<br />
ACCIAIO 440 A CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E 14% DI CROMO.<br />
IMPUGNATURA ERGONOMICA. <strong>LA</strong> SUPERFICIE DEL<strong>LA</strong> FORBICE È RICOPERTA<br />
DA UN RIPORTO DI TITANIO CHE NE AUMENTA <strong>LA</strong> DUREZZA SUPERFICIALE.<br />
MISURE<br />
5,7”<br />
Forbici progettate per il taglio scivolato.<br />
L’apposito battitore permette di regolare<br />
l’apertura delle lame, mantenendole aperte<br />
per poter sfilare con le punte senza<br />
danneggiare l’affilatura.
Versione “Bamboo”<br />
con lama ad affilatura<br />
Convex che per forma<br />
ricorda la foglia di<br />
bamboo.<br />
vEnEziA 801<br />
ACCIAIO FORGIATO 440 B CONTENENTE<br />
0,9% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />
MISURE<br />
4,5” - 5” - 5,5” - 6”<br />
VERSIONE BLUE 5,5”<br />
801 Bamboo<br />
FORBICE ADATTA AD OGNI TIPO DI TAGLIO MA<br />
PARTICO<strong>LA</strong>RMENTE PER FINITURE. <strong>LA</strong> SPECIALE<br />
AFFI<strong>LA</strong>TURA PERMETTE DI ESEGUIRE AL MEGLIO<br />
ANCHE TAGLI SCIVO<strong>LA</strong>TI.<br />
Tensione delle<br />
lame regolabile.<br />
801 t<br />
801 tB<br />
Versione Blue.<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
49
50<br />
L E A D E R C A M<br />
DEsiDERiA 376<br />
ACCIAIO FORGIATO 440 A CONTENENTE<br />
0,9% DI CARBONIO E 14% - 16% DI CROMO.<br />
<strong>LA</strong> COLORAZIONE NEL<strong>LA</strong> VERSIONE LTB<br />
VIENE OTTENUTA TRAMITE UN TRATTAMENTO GALVANICO.<br />
MISURE<br />
5” - 5,5” - 6”<br />
376<br />
MISURE<br />
5” - 5,5” - 6” - 6,5”<br />
376 LB<br />
MISURE<br />
5,5”<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
376 Lt<br />
MISURE<br />
5” - 5,5” - 6”<br />
Tensione delle lame<br />
regolabile manualmente<br />
per mezzo del bullone<br />
con speciale sistema<br />
di frizione a molla.<br />
Nella versione classica<br />
376 la tensione delle<br />
lame non è regolabile<br />
manualmente.<br />
376 LtB<br />
VERSIONE NERA<br />
MISURE<br />
5” - 5,5”
DAFnE 378<br />
DUE TIPI DI ACCIAIO VENGONO UTILIZZATI NEL<strong>LA</strong> PRODUZIONE<br />
DI QUESTO PRODOTTO: <strong>LA</strong>ME IN ACCIAIO FORGIATO 440 C<br />
CON 0,9% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 59 - 61 HRC.<br />
GAMBI: IN ACCIAIO 420 ANTIALLERGICO.<br />
MISURE<br />
5” - 5,5” - 6”<br />
oFELiA 397<br />
ACCIAIO FORGIATO 440 A CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E<br />
14% - 16% DI CROMO. RIVESTIMENTO IN TITANIO BLU CHE AUMENTA <strong>LA</strong><br />
DUREZZA SUPERFICIALE E RENDE <strong>LA</strong> SUPERFICIE ANTIGRAFFIO.<br />
MISURE<br />
5,5”<br />
397 B<br />
Tensione delle lame<br />
regolabile manualmente<br />
per mezzo del bullone,<br />
con speciale sistema<br />
a frizione. La forbice<br />
presenta al suo interno<br />
un cuscinetto a sfere.<br />
Cuscinetto a sfere.<br />
51
52<br />
L E A D E R C A M<br />
oRiEntE 379<br />
ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />
0,9% DI CARBONIO E 16% DI CROMO.<br />
RIVESTITA IN TITANIO NERO CHE AUMENTA<br />
<strong>LA</strong> DUREZZA SUPERFICIALE E RENDE<br />
<strong>LA</strong> SUPERFICIE ANTIGRAFFIO.<br />
MISURE<br />
5,5” Tensione delle<br />
lame regolabile<br />
manualmente per<br />
mezzo del bullone,<br />
con speciale<br />
sistema a frizione.<br />
AngELiCA 867<br />
ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />
0,9% DI CARBONIO E 16% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 58 - 60 HRC.<br />
MISURE<br />
5,5” - 6”
zEFiRA 381<br />
ACCIAIO FORGIATO 440 C CONTENENTE<br />
0,9% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 59 - 61 HRC.<br />
MISURE<br />
5,7” - 6,2” - 6,7”<br />
AQuA 380<br />
ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />
0,9% DI CARBONIO E 16% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 58 - 60 HRC.<br />
MISURE<br />
5,7”<br />
La tensione delle lame<br />
è regolabile per mezzo<br />
del bullone, con speciale<br />
sistema a frizioni.<br />
Bullone ricoperto da un<br />
materiale che cambia<br />
colore con il variare della<br />
temperatura.<br />
Tensione delle lame<br />
regolabile. Il triplo foro<br />
nell’anello permette di<br />
posizionare il poggiadito<br />
nella posizione preferita.<br />
Variazione cromatica data dalla temperatura.<br />
53
54<br />
L E A D E R C A M<br />
tWin Cut 399<br />
ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />
1% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />
<strong>LA</strong> POSSIBILITÀ DI UNIRE <strong>LA</strong> FORBICE DA SFOLTIRE CON <strong>LA</strong> FORBICE DA<br />
TAGLIO OFFRE UNA MAGGIORE VELOCITÀ FACENDO DUE TAGLI NELLO STESSO<br />
MOMENTO. UNA VOLTA SEPARATE, LE DUE FORBICI POSSONO ESSERE USATE<br />
ANCHE SINGO<strong>LA</strong>RMENTE.<br />
MISURE<br />
6”<br />
% DI SFOLTITURA<br />
50% PER TUTTE LE VERSIONI<br />
CLEo 887<br />
ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />
1% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />
MISURE<br />
5” - 5,5” - 6”<br />
La tensione delle lame<br />
è regolabile per mezzo<br />
del bullone con speciale<br />
sistema a frizione.<br />
Lo speciale sistema<br />
di bloccaggio del<br />
perno della forbici<br />
permette di unirle<br />
per poterle usare<br />
contemporaneamente.<br />
Poggiadito<br />
removibile.
ELisA 727<br />
ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />
1% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />
MISURE<br />
5” - 5,5” - 6”<br />
spADA 2000<br />
MISURE<br />
6” - 6,5” - 7”<br />
FunKY 383<br />
ACCIAIO 440 A CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E 13% DI CROMO.<br />
MISURE<br />
5,5” - 6”<br />
Impugnatura<br />
ergonomica. Vite e<br />
poggiadito rivestiti<br />
in titanio blue.<br />
727 B<br />
La tensione delle lame<br />
è regolabile per mezzo<br />
del bullone con speciale<br />
sistema a frizione.<br />
ACCIAIO 440 C CONTENENTE 1% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO. DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />
Tensione delle lame<br />
regolabile con una<br />
speciale vite a frizione.<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
55
56<br />
L E A D E R C A M<br />
istAMBuL 1097<br />
ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />
0,9% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />
MISURE<br />
5,5”<br />
stAR 90<br />
ACCIAIO 440 B CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO<br />
E 14% - 16% DI CROMO. DUREZZA GARANTITA 59 HRC.<br />
90-06CC PARTICO<strong>LA</strong>RMENTE ADATTA PER L’ASPORTAZIONE DI GROSSE CIOCCHE,<br />
<strong>LA</strong> SPECIALE MICRODENTATURA FA SÌ CHE <strong>LA</strong> SEZIONE DEL TAGLIO NON SIA LINEARE,<br />
MA A PICCOLE ONDE.<br />
MISURE<br />
5” - 5,5” - 6” - 6,5”<br />
90 B<br />
Versione nera.<br />
Tensione delle lame<br />
regolabile.<br />
Tensione della lama regolabile<br />
con una speciale molla a<br />
frizione posta sotto la vite.<br />
90 CC<br />
Versione Chiop Cut<br />
misura unica.<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
Vite con brillantini.
BoRozon 476<br />
ACCIAIO 420 CONTENENTE<br />
0,7% DI CARBONIO E 13% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 57 - 58 HRC.<br />
MISURE<br />
5” - 5,5” - 6”<br />
ninFA 917<br />
ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />
0,9% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />
MISURE<br />
5,5” - 6”<br />
Tensione delle lame<br />
regolabile per mezzo<br />
di una speciale vite<br />
a frizione.<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
57
58<br />
L E A D E R C A M<br />
tEKno 103<br />
<strong>LA</strong>ME IN ACCIAIO 440 C.<br />
DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />
GAMBI IN ALLUMINIO.<br />
MISURE<br />
5,5”<br />
goLD 102<br />
<strong>LA</strong>ME IN ACCIAIO 440 C, DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC, RIVESTITI IN TITANIO.<br />
MISURE<br />
5,5”<br />
Tensione delle lame<br />
regolabile.<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
Poggiadito<br />
removibile.
276 s<br />
CARBoniuM 276<br />
ACCIAIO FORGIATO 420 CONTENENTE<br />
0,8% DI CARBONIO E 13% - 15% DI CROMO.<br />
MISURE<br />
TAGLIO 5” - 5,5” - 6” - 6,5”- 7”<br />
SFOLTIRE 5,5” Lama<br />
microdentata.<br />
TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
SFOLTIRE 5,5”<br />
CON DENTEL<strong>LA</strong>TURA FINA E MEDIA.<br />
% DI SFOLTITURA<br />
50% PER TUTTI LE VERSIONI.<br />
Versione classica.<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
276 Ls<br />
MISURA<br />
5,5”<br />
CON DENTI FINI E MEDI<br />
276 L<br />
MICRODENTATA<br />
MISURE<br />
5” - 5,5” - 6”<br />
276 LR<br />
RASOIO<br />
MISURE<br />
5” - 5,5” - 6”<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
59
60<br />
L E A D E R C A M<br />
stRAtEgY 311<br />
ACCIAIO FORGIATO 420 CONTENENTE<br />
0,8% DI CARBONIO E 13% - 15% DI CROMO.<br />
MISURE<br />
TAGLIO 5” - 5,5” - 6” - 6,5”<br />
N° BREVETTO: UD96O000014<br />
LEggiADRA 385<br />
Tensione delle<br />
lame regolabile<br />
a mano.<br />
ACCIAIO 440 C CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E 16% DI CROMO. RIVESTITA IN TITANIO<br />
NERO CHE AUMENTA <strong>LA</strong> DUREZZA SUPERFICIALE E RENDE <strong>LA</strong> SUPERFICIE ANTIGRAFFIO.<br />
MISURE<br />
TAGLIO 5” - 5,5”<br />
GAMBI RIVESTITI IN MATERIALE GOMMOSO ANTI SCIVOLO.<br />
Tensione delle<br />
lame regolabile<br />
a mano.<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
Poggiadito<br />
removibile.
FuLL QuALitY 92<br />
ACCIAIO FORGIATO 420 CONTENENTE<br />
0,8% DI CARBONIO E<br />
13% - 15% DI CROMO.<br />
MISURE<br />
TAGLIO 5,5” - 6,5”<br />
SFOLTIRE 5,5” - 6,5”<br />
% DI SFOLTITURA<br />
50% PER TUTTE LE VERSIONI.<br />
ACADEMY 173<br />
ACCIAIO FORGIATO 420 CONTENENTE<br />
0,8% DI CARBONIO E 13 - 15% DI CROMO.<br />
MISURE<br />
TAGLIO 5” - 5,5” - 6” - 6,5” - 7”<br />
SFOLTIRE 5,5” - 6,5” CON DENTEL<strong>LA</strong>TURA FINA<br />
TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
SFOLTIRE 5,5” - 6,5”<br />
CON DENTEL<strong>LA</strong>TURA FINA.<br />
% DI SFOLTITURA<br />
50% PER <strong>LA</strong> VERSIONE A DENTI FINI.<br />
92 s<br />
Bullone<br />
regolabile.<br />
Tensione delle<br />
lame regolabile<br />
manualmente.<br />
173 s<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
61
62<br />
L E A D E R C A M<br />
Long B<strong>LA</strong>DEs 706 L<br />
ACCIAIO 440 A CONTENENTE<br />
0,8% DI CARBONIO E 13 - 15% DI CROMO.<br />
MISURE<br />
5” - 5,5” - 6” - 6,5”<br />
ACCIAIO 440 B CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E<br />
14% - 16% DI CROMO. DUREZZA GARANTITA 59 HRC.<br />
TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
SFOLTIRE 5,5” - 6,5” CON DENTEL<strong>LA</strong>TURA <strong>LA</strong>RGA<br />
E FINA. LE DUE MISURE VENGONO PRODOTTE<br />
CON DOPPIA <strong>LA</strong>MA DENTATA<br />
A DENTI <strong>LA</strong>RGHI (VERSIONE S 2).<br />
MISURE<br />
TAGLIO 5” - 5,5” - 6” - 6,5” - 7”<br />
SFOLTIRE 5,5” - 6,5”<br />
Tensione delle<br />
lame regolabile<br />
con una speciale<br />
molla a frizione.<br />
LEADER B<strong>LA</strong>DEs 706<br />
% DI SFOLTITURA<br />
50% PER LE VERSIONI A DENTI <strong>LA</strong>RGHI E FINI<br />
35% PER <strong>LA</strong> VERSIONE S 2<br />
706 s<br />
Poggiadito<br />
removibile.
<strong>LA</strong>viniA 175<br />
ACCIAIO 420 CONTENENTE 0,7% DI CARBONIO E 13% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 57 - 58 HRC.<br />
TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
SFOLTIRE 5,5” - 6,5” CON DENTI <strong>LA</strong>RGHI<br />
MISURE<br />
TAGLIO 5” - 5,5” - 6” - 6,5”<br />
SFOLTIRE 5,5” - 6,5”<br />
% DI SFOLTITURA<br />
50% PER TUTTE LE VERSIONI<br />
175 s<br />
63
64<br />
L E A D E R C A M<br />
siBiL<strong>LA</strong> 1057<br />
ACCIAIO CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E<br />
13% DI CROMO. DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />
TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
DENTI MEDI<br />
MISURE<br />
5,35”<br />
% DI SFOLTITURA<br />
50% PER TUTTE LE VERSIONI<br />
Tensione delle<br />
lame regolabile<br />
manualmente.<br />
pRisCiL<strong>LA</strong> 707 s<br />
ACCIAIO CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E<br />
13% DI CROMO. DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />
TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
DENTI MEDI<br />
MISURE<br />
5,5”<br />
% DI SFOLTITURA<br />
50% PER TUTTE LE VERSIONI<br />
Tensione delle<br />
lame regolabile<br />
manualmente.<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
Poggiadito removibile.<br />
Disponibile anche con<br />
poggiadito fisso.
CoCCoDRiLLo<br />
ACCIAIO 440 C CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO PER L’ART. 110 (10 DENTI)<br />
ACCIAIO 420 CON PERCENTUALE DI CARBONIO PARI ALLO 0,8%<br />
PER GLI ARTICOLI 115 E 116. DUREZZA GARANTITA DAI 56 - 59 HRC.<br />
MISURE<br />
5,5”<br />
TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
ART. 110 DENTI 10, ART. 115 NUMERO DENTI 5, ART. 116 NUMERO DENTI 15.<br />
% DI SFOLTITURA<br />
50% DI SFOLTITURA PER L’ART. 115 E 110<br />
75% DI SFOLTITURA PER L’ART. 116<br />
QUESTE SFOLTITRICI VENGONO UTILIZZATATE PER DARE<br />
VOLUME AI CAPELLI E PER SFOLTIRE LE CIOCCHE IN<br />
DIVERSE LUNGHEZZE.<br />
115<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
116<br />
Tensione delle lame<br />
regolabile per mezzo di una<br />
speciale vite a frizione.<br />
110<br />
La vite piatta permette<br />
l’uso della forbice<br />
da entrambi i lati.<br />
Art. 115 sezione del<br />
capello dopo il taglio.<br />
Art. 116 sezione del<br />
capello dopo il taglio.<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
65
66<br />
L E A D E R C A M<br />
LEFtY 375<br />
ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />
0,9% DI CARBONIO E 16 - 18% DI CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />
TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
DENTEL<strong>LA</strong>TURA MEDIA PER<br />
<strong>LA</strong> VERSIONE DA SFOLTIRE<br />
MISURE<br />
TAGLIO 5,5”<br />
SFOLTIRE 5,5”<br />
% DI SFOLTITURA<br />
50% PER TUTTI LE VERSIONI.<br />
FoRBiCi<br />
pER<br />
MAnCini<br />
375 L<br />
Tensione delle<br />
lame regolabile<br />
manualmente.<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
375 s
RAsoi<br />
270<br />
<strong>LA</strong>ME<br />
271<br />
CONFEZIONE DA 10 <strong>LA</strong>ME<br />
272<br />
<strong>LA</strong>ME<br />
273<br />
CONFEZIONE DA 5 <strong>LA</strong>ME<br />
67
68<br />
L E A D E R C A M<br />
AnELLi<br />
ANELLI IN MATERIALE GOMMOSO<br />
DISPONIBILI IN DIVERSE MISURE<br />
E COLORAZIONI.<br />
INSERITI ALL’INTERNO DELL’ANELLO<br />
DEL<strong>LA</strong> FORBICE NE CONSENTONO<br />
<strong>LA</strong> RIDUZIONE DEL DIAMETRO,<br />
OTTIMIZZANDO L’IMPUGNATURA.<br />
GLI ANELLI HANNO ANCHE<br />
UNA FUNZIONE ANTI SCIVOLO.<br />
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204 Q 394<br />
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PORTAFORBICI<br />
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441<br />
8 PEZZI<br />
442<br />
16 PEZZI<br />
443<br />
24 PEZZI<br />
69
70<br />
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PROMOZIONI NATALE 2007 PROMOTION NOEL 2007CADEAU<br />
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SAN DANIELE.<br />
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A DECOUPER ET UN COUTEAU)<br />
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UN PROSCIUTTO DI<br />
SAN DANIELE.<br />
(8,5 KG CON TAGLIERE E COLTELLO)<br />
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EN CADEAU UN<br />
JAMBON DE<br />
SAINT DANIEL.<br />
(8.5KG AVEC UNE P<strong>LA</strong>NCHE A<br />
DECOUPER ET UN COUTEAU)<br />
WWW.LEADERCAM.COM<br />
71
LinEA sHiDosHA
sHiDosHA sH01<br />
ACCIAIO DAMASCATO SUPERGOLD CONTENENTE 1,25% - 1,45% DI CARBONIO<br />
0,5% SILICIO, 0,5% MAGNESIO, 14% - 16% DI CROMO.<br />
MISURE<br />
5,5”<br />
BULLONE VITE<br />
DIAMETRO ESTERNO 7 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />
DIAMETRO VITE 8 mm<br />
MATERIALE IMPUGNATURA<br />
SUS E ACCIAIO DAMASCATO<br />
CUSCINETTO A SFERE<br />
DIAMETRO ESTERNO 8 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />
NUMERO SFERE 12<br />
sHiDosHA sH02<br />
ACCIAIO GIAPPONESE SUPERGOLD CONTENENTE 1,25% - 1,45% DI CARBONIO<br />
0,5% SILICIO, 0,6% MAGNESIO, 14% - 16% DI CROMO.<br />
MISURE<br />
5,5”<br />
BULLONE VITE<br />
DIAMETRO ESTERNO 6 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 3 mm<br />
DIAMETRO VITE 7 mm<br />
MATERIALE IMPUGNATURA<br />
SUS 304<br />
CUSCINETTO A SFERE<br />
DIAMETRO ESTERNO 7 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 4 mm<br />
NUMERO SFERE 11<br />
73
74<br />
L E A D E R C A M<br />
sHiDosHA sH03<br />
ACCIAIO GIAPPONESE SUPERGOLD CONTENENTE 1,25% - 1,45% DI CARBONIO<br />
0,5% SILICIO, 0,6% MAGNESIO, 14% - 16% DI CROMO.<br />
MISURE<br />
6,5” - 7”<br />
BULLONE VITE<br />
DIAMETRO ESTERNO 7 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 3,5 mm<br />
DIAMETRO VITE 8 mm<br />
IMPUGNATURA<br />
SUS 304<br />
CUSCINETTO A SFERE<br />
DIAMETRO ESTERNO 8 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />
NUMERO SFERE 13<br />
sHiDosHA sH3D<br />
IMPUGNATURA E <strong>LA</strong>ME ACCIAIO GIAPPONESE 440 CONTENENTE 0,95% - 1,2% DI CARBONIO<br />
1% SILICIO, 16% - 18% CROMO, 0,3% DI MOLIBDENO.<br />
MISURE<br />
5,5”<br />
CUSCINETTO A SFERE<br />
DIAMETRO ESTERNO 1° MINI CUSCINETTO 6 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 2,9 mm<br />
DIAMETRO ESTERNO 2° MINI CUSCINETTO 8 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />
NUMERO SFERE 13<br />
BULLONE VITE<br />
DIAMETRO ESTERNO 10,35 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 3 mm<br />
DIAMETRO VITE 3 mm
sHiDosHA sH3D s<br />
IMPUGNATURA E <strong>LA</strong>ME ACCIAIO GIAPPONESE 440 CONTENENTE 0,95% - 1,2% DI<br />
CARBONIO, 1% SILICIO, 1% MANGANESE, 16% - 18% CROMO, 0,3% MOLIBDENO.<br />
MISURE<br />
5,5” SFOLTIRE<br />
sHiDosHA sH04<br />
ACCIAIO GIAPPONESE SUPERGOLD AL COBALTO CONTENENTE 0,95% - 1,95%<br />
DI CARBONIO 0,6% SILICIO, 0,5% MAGNESIO, 14% - 15% DI CROMO, 2% DI COBALTO.<br />
MISURE<br />
5,7” SFOLTIRE<br />
IMPUGNATURA<br />
SUS 304<br />
BULLONE VITE<br />
DIAMETRO ESTERNO 10,35 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 3 mm<br />
DIAMETRO VITE 3,5 mm<br />
IMPUGNATURA<br />
SUS 304<br />
CUSCINETTO A SFERE<br />
DIAMETRO ESTERNO 1° MINI CUSCINETTO 6 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 2,9 mm<br />
DIAMETRO ESTERNO 2° MINI CUSCINETTO 8 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />
NUMERO SFERE 13<br />
CUSCINETTO A SFERE<br />
DIAMETRO ESTERNO 8 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />
NUMERO SFERE 13<br />
BULLONE VITE<br />
DIAMETRO ESTERNO 10,35 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 3 mm<br />
DIAMETRO VITE 3,5 mm<br />
75
76<br />
L E A D E R C A M<br />
sHiDosHA sH04 C<br />
ACCIAIO GIAPPONESE SUPERGOLD AL COBALTO CONTENENTE 0,95% - 1,95%<br />
DI CARBONIO 0,6% SILICIO, 0,5% MAGNESIO, 14% - 15% DI CROMO, 2% DI COBALTO.<br />
MISURE<br />
5,5” TAGLIO<br />
BULLONE VITE<br />
DIAMETRO ESTERNO 7 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 3,5 mm<br />
DIAMETRO VITE 10,5 mm<br />
IMPUGNATURA<br />
SUS 304<br />
sHiDosHA sH05<br />
ACCIAIO GIAPPONESE SUPERGOLD CONTENENTE 1,25% - 1,45% DI CARBONIO<br />
0,5% SILICIO, 0,5% MAGNESIO, 14% - 16% CROMO.<br />
MISURE<br />
5,7” - 6,2”<br />
BULLONE VITE<br />
DIAMETRO ESTERNO 7 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 3,5 mm<br />
DIAMETRO VITE 8 mm<br />
IMPUGNATURA<br />
SUS 430<br />
CUSCINETTO A SFERE<br />
DIAMETRO ESTERNO 8 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />
NUMERO SFERE 13<br />
CUSCINETTO A SFERE<br />
DIAMETRO ESTERNO 8 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />
NUMERO SFERE 13
sHiDosHA sH06<br />
ACCIAIO GIAPPONESE SUPERGOLD CONTENENTE 1,25% - 1,45% DI CARBONIO<br />
0,5% SILICIO, 0,5% MAGNESIO, 14% - 16% CROMO.<br />
MISURE<br />
6”<br />
BULLONE VITE<br />
DIAMETRO ESTERNO 7 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />
DIAMETRO VITE 8 mm<br />
IMPUGNATURA<br />
SUS 304<br />
CUSCINETTO A SFERE<br />
DIAMETRO ESTERNO 8 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />
NUMERO SFERE 12<br />
sHiDosHA sH09<br />
IMPUGNATURA E <strong>LA</strong>ME IN ACCIAIO AISI 440 B CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E 14% - 15% DI CROMO.<br />
MISURE<br />
5,7”<br />
BULLONE VITE<br />
DIAMETRO ESTERNO 9 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 7 mm<br />
DIAMETRO VITE 4 mm<br />
77
78<br />
L E A D E R C A M<br />
sHiDosHA sH10<br />
IMPUGNATURA E <strong>LA</strong>ME IN ACCIAIO AISI 440 B CONTENENTE<br />
0,9% DI CARBONIO E 14% - 15% CROMO.<br />
MISURE<br />
6”<br />
BULLONE VITE<br />
DIAMETRO ESTERNO 9 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 7 mm<br />
DIAMETRO VITE 4 mm<br />
sHiDosHA sH12<br />
ACCIAIO GIAPPONESE VGOLD 10 CONTENENTE 0,9% - 1% DI CARBONIO<br />
1% SILICIO, 1% MANGANESE, 16% - 18% CROMO, 0,3% MOLIBDENO.<br />
MISURE<br />
5,5”<br />
BULLONE VITE<br />
DIAMETRO ESTERNO 10 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 3,2 mm<br />
DIAMETRO VITE 7 mm<br />
IMPUGNATURA<br />
SUS 304<br />
CUSCINETTO A SFERE<br />
DIAMETRO ESTERNO 8 mm<br />
DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />
NUMERO SFERE 13
80<br />
L E A D E R C A M
pEopLE<br />
ACCIAIO FORGIATO 420 CONTENENTE 0,6% DI CARBONIO E 14% - 16% CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 56 - 58 HRC.<br />
MISURE<br />
TAGLIO 5” - 5,5” - 6” - 6,5”<br />
SFOLTIRE 5,5” - 6,5”<br />
TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
DENTEL<strong>LA</strong>TURA SFOLTIRE:<br />
<strong>LA</strong>MA SOPRA DENTI <strong>LA</strong>RGHI O FINI<br />
pEopLE s<br />
Poggiadito<br />
removibile.<br />
81
82<br />
L E A D E R C A M<br />
FAsHion<br />
TAGLIO: ACCIAIO FORGIATO 440 CONTENENTE DAL 0,8% - 0,9% DI CARBONIO<br />
E 16% - 18% CROMO. DUREZZA GARANTITA 58 - 59 HRC.<br />
SFOLTIRE: ACCIAIO FORGIATO 420 CONTENENTE DAL 0,6% DI CARBONIO<br />
E 14% - 16% CROMO. DUREZZA GARANTITA 56 - 58 HRC.<br />
MISURE<br />
TAGLIO 5” - 5,5” - 6” - 6,5”<br />
SFOLTIRE 5,5” - 6,5”<br />
TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
DENTEL<strong>LA</strong>TURA SFOLTIRE<br />
<strong>LA</strong>MA SOPRA DENTI FINI<br />
Tensione delle lame<br />
regolabile manualmente<br />
tramite il bullone<br />
con speciale sistema<br />
di frizione a molla.<br />
FAsHion s<br />
Poggiadito removibile.
sEDuCtion<br />
TAGLIO: ACCIAIO FORGIATO 440 CONTENENTE<br />
0,8% - 0,9% DI CARBONIO E 16% - 18% CROMO.<br />
DUREZZA GARANTITA 58 - 60 HRC.<br />
MISURE<br />
5,7”<br />
TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />
DENTEL<strong>LA</strong>TURA SFOLTIRE:<br />
<strong>LA</strong>MA SOPRA E SOTTO MEDI<br />
sEDuCtion s<br />
Tensione delle lame regolabile<br />
manualmente tramite il bullone<br />
con speciale sistema di frizione a molla.<br />
83
84<br />
L E A D E R C A M<br />
21 mm<br />
112<br />
323<br />
MISURA 5”<br />
A incastro.<br />
tRonCHEsi<br />
MAniCuRE<br />
pEDiCuRE<br />
MISURA 5,5”<br />
Doppia molla. A incastro.<br />
Tagliente arrotondato. Con chiusura.<br />
17 mm<br />
247<br />
MISURA 5,5”<br />
Doppia molla. A incastro.<br />
Tagliente arrotondato. Con chiusura. 20 mm<br />
313<br />
MISURA 5”<br />
A incastro.<br />
16 mm<br />
410<br />
MISURA 5”<br />
A incastro.<br />
17 mm
18 mm<br />
374<br />
MISURA 5,5”<br />
Tagliente arrotondato.<br />
Sovrapposto. Con chiusura.<br />
17 mm<br />
323 Ft<br />
MISURA 5”<br />
A incastro.<br />
358<br />
MISURA 4,5”<br />
Tagliente arrotondato.<br />
Sovrapposto. 17 mm<br />
389<br />
MISURE 4,5” - 5”<br />
Doppia molla. A incastro.<br />
Tagliente arrotondato. 17 mm<br />
85
86<br />
L E A D E R C A M<br />
571<br />
MISURA 4,5”<br />
Doppia molla.<br />
A incastro.<br />
573<br />
MISURA 4”<br />
A incastro.<br />
Disponibile anche senza chiusura.<br />
10 mm<br />
4 mm<br />
607<br />
MISURA 4,5”<br />
A incastro.<br />
Con chiusura.<br />
392<br />
7 mm<br />
5 mm<br />
MISURA 5”<br />
Doppia molla.<br />
A incastro. 17 mm
161<br />
PINZETTA OBLIQUA<br />
FORBICINE PER PELLI<br />
MISURA 3,5”<br />
MISURE DA 1 A 10 - 12 - 14 - 16 - 18 mm<br />
163<br />
PINZETTA RETTA<br />
2025 215<br />
sgoRBiE<br />
22<br />
FORBICINE PER PELLI<br />
MISURA 3,5”<br />
87
88<br />
inDiCE<br />
LinEA LEADER CAM<br />
KISS 2001 ........................................................................................................................................................................................40<br />
AIRONE 198 .....................................................................................................................................................................................42<br />
FUTURA 80 S ....................................................................................................................................................................................42<br />
GINEVRA 80 .....................................................................................................................................................................................43<br />
LEONARDO 2005 ..............................................................................................................................................................................44<br />
PASSIONE 2007 ...............................................................................................................................................................................46<br />
SHARK 371 ......................................................................................................................................................................................47<br />
PERFORMANCE 98 ...........................................................................................................................................................................48<br />
RAINBOW 384 ..................................................................................................................................................................................48<br />
VENEZIA 801 ....................................................................................................................................................................................49<br />
DESIDERIA 376 .................................................................................................................................................................................50<br />
DAFNE 378 ......................................................................................................................................................................................51<br />
OFELIA 397 ......................................................................................................................................................................................51<br />
ORIENTE 379 ....................................................................................................................................................................................52<br />
ANGELICA 867 .................................................................................................................................................................................52<br />
ZEFIRA 381 ......................................................................................................................................................................................53<br />
AQUA 380 ........................................................................................................................................................................................53<br />
TWIN CUT 399 ..................................................................................................................................................................................54<br />
CLEO 887 ........................................................................................................................................................................................54<br />
ELISA 727 ........................................................................................................................................................................................55<br />
SPADA 2000 ....................................................................................................................................................................................55<br />
FUNKY 383 .......................................................................................................................................................................................55<br />
ISTAMBUL 1097 ...............................................................................................................................................................................56<br />
STAR 90 ...........................................................................................................................................................................................56<br />
BOROZON 476 .................................................................................................................................................................................57<br />
NINFA 917 ........................................................................................................................................................................................57<br />
TEKNO 103 ......................................................................................................................................................................................58<br />
GOLD 102 ........................................................................................................................................................................................58<br />
CARBONIUM 276 ..............................................................................................................................................................................59<br />
STRATEGY 311 .................................................................................................................................................................................60<br />
LEGGIADRA 385 ...............................................................................................................................................................................60<br />
FULL QUALITY 92 .............................................................................................................................................................................61<br />
ACADEMY 173 .................................................................................................................................................................................61<br />
LONG B<strong>LA</strong>DES 706 L ........................................................................................................................................................................62<br />
LEADER B<strong>LA</strong>DES 706 ........................................................................................................................................................................62<br />
<strong>LA</strong>VINIA 175 .....................................................................................................................................................................................63<br />
SIBIL<strong>LA</strong> 1057 ...................................................................................................................................................................................64<br />
PRISCIL<strong>LA</strong> 707 S ..............................................................................................................................................................................64<br />
COCCODRILLO .................................................................................................................................................................................65<br />
LEFTY 375 .......................................................................................................................................................................................66<br />
RAsoi/ACCEssoRi/pACKAging<br />
RASOI ..............................................................................................................................................................................................67<br />
ANELLI .............................................................................................................................................................................................68<br />
PORTAFORBICI A CINTURA ................................................................................................................................................................68<br />
VALIGETTE CAMPIONARIO .................................................................................................................................................................69<br />
ESPOSITORI FORBICI .........................................................................................................................................................................70<br />
PACKAGING ......................................................................................................................................................................................71
LinEA sHiDosHA<br />
SHIDOSHA SH01 ...............................................................................................................................................................................73<br />
SHIDOSHA SH02 ...............................................................................................................................................................................73<br />
SHIDOSHA SH03 ...............................................................................................................................................................................74<br />
SHIDOSHA SH03D ............................................................................................................................................................................74<br />
SHIDOSHA SH3D S ...........................................................................................................................................................................75<br />
SHIDOSHA SH04 ...............................................................................................................................................................................75<br />
SHIDOSHA SH04 C ...........................................................................................................................................................................76<br />
SHIDOSHA SH05 ...............................................................................................................................................................................76<br />
SHIDOSHA SH06 ...............................................................................................................................................................................77<br />
SHIDOSHA SH09 ...............................................................................................................................................................................77<br />
SHIDOSHA SH10 ...............................................................................................................................................................................78<br />
SHIDOSHA SH12 ...............................................................................................................................................................................78<br />
g<strong>LA</strong>MouR LinE<br />
PEOPLE ............................................................................................................................................................................................81<br />
FASHION ..........................................................................................................................................................................................82<br />
SEDUCTION ......................................................................................................................................................................................83<br />
tRonCHEsi/MAniCuRE/pEDiCuRE<br />
TRONCHESI ...........................................................................................................................................................................84-85-86<br />
MANICURE/PEDICURE .......................................................................................................................................................................87<br />
inDiCE pER noME<br />
ACADEMY 173 ..................................... 61<br />
AIRONE 198 ......................................... 42<br />
ANGELICA 867 ..................................... 52<br />
AQUA 380 ............................................ 53<br />
BOROZON 476 ..................................... 57<br />
CARBONIUM 276 .................................. 59<br />
CLEO 887 ........................................... 54<br />
COCCODRILLO ..................................... 65<br />
DAFNE 378 .......................................... 51<br />
DESIDERIA 376 ..................................... 50<br />
ELISA 727 ............................................ 55<br />
FASHION .............................................. 82<br />
FULL QUALITY 92 ................................. 61<br />
FUNKY 383 ........................................... 55<br />
FUTURA 80 S ........................................ 42<br />
GINEVRA 80 ......................................... 43<br />
GOLD 102 ............................................ 58<br />
ISTAMBUL 1097 .................................. 56<br />
KISS 2001 ............................................ 40<br />
<strong>LA</strong>VINIA 175 ......................................... 63<br />
LEADER B<strong>LA</strong>DES 706 ............................ 62<br />
LEFTY 375 ........................................... 66<br />
LEGGIADRA 385 ................................... 60<br />
LEONARDO 2005 .................................. 44<br />
LONG B<strong>LA</strong>DES 706 L ............................ 62<br />
NINFA 917 ............................................ 57<br />
OFELIA 397 .......................................... 51<br />
ORIENTE 379 ........................................ 52<br />
PASSIONE 2007 ................................... 46<br />
PEOPLE ................................................ 81<br />
PERFORMANCE 98 ............................... 48<br />
PRISCIL<strong>LA</strong> 707 S .................................. 64<br />
RAINBOW 384 ...................................... 48<br />
SEDUCTION .......................................... 83<br />
SHARK 371 .......................................... 47<br />
SHIDOSHA SH01 ................................... 73<br />
SHIDOSHA SH02 ................................... 73<br />
SHIDOSHA SH03 ................................... 74<br />
SHIDOSHA SH03D ................................ 74<br />
SHIDOSHA SH04 C ............................... 76<br />
SHIDOSHA SH04 ................................... 75<br />
SHIDOSHA SH05 ................................... 76<br />
SHIDOSHA SH06 ................................... 77<br />
SHIDOSHA SH09 ................................... 77<br />
SHIDOSHA SH10 ................................... 78<br />
SHIDOSHA SH12 ................................... 78<br />
SHIDOSHA SH3D S ............................... 75<br />
SIBIL<strong>LA</strong> 1057 ....................................... 64<br />
SPADA 2000 ........................................ 55<br />
STAR 90 ............................................... 56<br />
STRATEGY 311 ..................................... 60<br />
TEKNO 103 .......................................... 58<br />
TWIN CUT 399 ...................................... 54<br />
VENEZIA 801 ........................................ 49<br />
ZEFIRA 381 .......................................... 53<br />
89
90<br />
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TESTI SCRITTI E CURATI DA EMILIANO GRISOSTOLO E I<strong>LA</strong>R CENTAZZO.<br />
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<strong>LA</strong> CASA DELL’ETÀ DEL FERRO, MONTEREALE VALCELLINA, IL RESTAURO DEI METALLI<br />
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GENTILMENTE CONCESSE DA FONDAZIONE MAZZOTTA.<br />
IMMAGINE PAG. 12 DI RICCARDO ROSSI E PAG. 13, GENTILMENTE CONCESSE DAL<br />
MUSEO DEL<strong>LA</strong> TRADIZIONE MINERARIA E CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DI CAVE DEL PREDIL.<br />
IMMAGINE PAG. 11 GENTILMENTE CONCESSA DAL COMUNE DI MANIAGO<br />
FORNITA DALL’ ARCHIVIO FOTOGRAFICO DEL CENTRO REGIONALE DI CATALOGAZIONE<br />
E RESTAURO DI VIL<strong>LA</strong> MANIN, PASSARIANO (UD).<br />
IMMAGINI PAG. 10 GENTILMENTE CONCESSE DAL COMUNE DI POFFABRO<br />
E FORNITE DALL’AGENZIA GOALNET SRL.<br />
PAG. 19 FOTOGRAMMA TRATTO DAL FILM “LULU IL VASO DI PANDORA” REGIA DI G.W. PABST 1928.<br />
PAG. 23 FOTOGRAMMA TRATTO DAL FILM “HELP!” REGIA DI RICHARD LESTER 1965.<br />
SI RINGRAZIA IL GANDINI TEAM PER LE IMMAGINI FORNITE.