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AbbIAmO fAttO LA stOrIA DELLE fOrbICI - leader

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Leader CAM snc di Centazzo Livio & Company<br />

via dei Fabbri, 11 - 33085 Maniago (Pn) Italy<br />

Tel. (+39) 0427.72549 - Fax (+39) 0427.71142<br />

www.<strong>leader</strong>cam.com<br />

e-mail: <strong>leader</strong>cam@<strong>leader</strong>cam.com<br />

Per una lettura rapida solleva qui.<br />

<strong>AbbIAmO</strong> <strong>fAttO</strong><br />

<strong>LA</strong> <strong>stOrIA</strong><br />

<strong>DELLE</strong> <strong>fOrbICI</strong>


LEGENDA ICONE<br />

AFFI<strong>LA</strong>TURE<br />

RASOIO CONVEX MICRODENTATA<br />

<strong>LA</strong>ME<br />

DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

FINA<br />

DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

RICURVA<br />

IMPUGNATURE<br />

C<strong>LA</strong>SSICA<br />

DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

MEDIA<br />

DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

SOTTO<br />

ERGONOMICA<br />

CUSCINETTO A SFERA<br />

ANELLO GIREVOLE<br />

INDICE DI QUALITÀ<br />

DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

<strong>LA</strong>RGA<br />

DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

SOPRA<br />

ANELLO PIEGATO<br />

DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

TULIPANO<br />

DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

DOPPIA


PREFAZIONE DEI TITO<strong>LA</strong>RI, STORIA DEL<strong>LA</strong> DITTA LEADER CAM ……………………………………………… 5<br />

STORIA DI MANIAGO, IL PERChé DI uN’ECCELLENZA ………………………………………………………… 6<br />

uNA COMPETENZA ChE AFFONDA LE SuE ORIGINI NEL<strong>LA</strong> LEGGENDA ………………………………………… 8<br />

CENNI STORICI DEI GIACIMENTI MINERARI IN FRIuLI …………………………………………………………… 12<br />

BREVISSIMA STORIA DEL<strong>LA</strong> FORBICE ………………………………………………………………………… 14<br />

DALL’ACCIAIO AL PRODOTTO FINITO …………………………………………………………………………… 18<br />

SFOLTIRE E SFI<strong>LA</strong>RE CON LE FORBICI ………………………………………………………………………… 26<br />

LE NOSTRE CREAZIONI ………………………………………………………………………………………… 38<br />

INDICE ANALITICO ……………………………………………………………………………………………… 88<br />

BIBLIOGRAFIA ………………………………………………………………………………………………… 90<br />

RINGRAZIAMENTI ……………………………………………………………………………………………… 90


4<br />

L E A D E R C A M<br />

LEADER®<br />

CAM


Leader CAM venne fondata da Alberto Centazzo alla fine della seconda guerra mondiale come piccolo opificio per una<br />

produzione generica. Ben presto, però, ci si indirizzò verso la specializzazione, fabbricando forbici da sarto, per le quali<br />

era richiesta alta qualità nel tipo di acciaio utilizzato. La grande esperienza e perizia di Alberto è stata tramandata ai figli,<br />

Livio e Gian Quinto, ora titolari di Leader CAM. Forti della nostra storia, abbiamo dato nuovo impulso all’azienda, credendo<br />

nel nostro lavoro e costruendo la nuova fabbrica nel 1976, dopo il tragico terremoto.<br />

Nel nuovo sito, l’azienda ha iniziato la produzione di forbici per parrucchieri, utilizzando dapprima i più consueti acciai<br />

al carbonio e specializzandosi in seguito nella lavorazione di acciai speciali. Il fulcro centrale della nostra attività, in cui<br />

riponiamo la nostra vitalità e il nostro orgoglio, è la formazione di personale super qualificato, che sappia apprezzare e<br />

valorizzare il proprio lavoro e che abbia consapevolezza che i nostri prodotti vengono utilizzati da professionisti per i quali<br />

le forbici sono uno strumento essenziale.<br />

Grazie alla cura quasi esasperata che mettiamo in tutte le fasi della lavorazione dei nostri manufatti, coltiviamo l’obbiettivo<br />

di entrare in mercati sempre più raffinati e legati alla cosmetica e al beauty. Studiamo sempre nuovi progetti e affiniamo<br />

quotidianamente le tecniche di finitura. Con una punta di orgoglio, ci riteniamo davvero dei <strong>leader</strong> e se c’è una concorrenza<br />

è proprio quella che facciamo a noi stessi, per migliorare il nostro prodotto nella qualità e nel design.<br />

Crediamo nel nostro lavoro, nella nostra passione e nell’abilità di produrre. Sappiamo di avere una clientela di prestigio<br />

ed esigente, ma siamo anche certi che tutti i nostri referenti vedono e sentono che in ogni nostro manufatto ci sono<br />

esperienza e cuore.<br />

Livio e Gian Quinto Centazzo<br />

Ogni gRAnDE<br />

pRODOttO nAsCE<br />

DAL CuORE<br />

5


6<br />

L E A D E R C A M<br />

stORiA Di MAniAgO,<br />

iL pERChé Di<br />

un’ECCELLEnzA<br />

Maniago è la città dei coltelli: così viene comunemente definita dalla gente e negli opuscoli informativi.<br />

Si trova non molto lontano da Venezia a sud (circa 100 km) e dal confine austriaco a nord (anche<br />

qui, all’incirca 100 km). È un paese in cui il tempo sembra essersi fermato, in cui i sogni di antiche<br />

popolazioni continuano a sopravvivere nonostante la tecnologia e l’industria. un luogo che popoli di<br />

antiche civiltà hanno visitato e nel quale hanno lasciato la loro sapienza e la loro cultura in eredità a chi<br />

oggi ha deciso di continuare la lavorazione dei metalli.<br />

Si narra che Maniago nasca dalle rovine di una più vecchia e mitica città, di cui parla anche Plinio Il<br />

Vecchio, nella sua Naturalis historia. un luogo mitico e leggendario in cui le nostre tradizioni parrebbero<br />

affondare le proprie origini.<br />

La città sarebbe nata come avamposto lungo l’importante strada di comunicazione che<br />

dalla pianura veneta portava, attraverso il San Lorenzo, verso le montagne della Carnia<br />

e dell’Austria. un territorio collinare-montuoso, in cui gli abitanti romani di Caelina seppero adattarsi,<br />

scoprendo quanto potesse tornare utile l’acqua del torrente Colvera, che con la sua forza poteva muovere<br />

grosse ruote collegate a magli.<br />

La leggenda potrebbe essere smentita dalle ultime ricerche condotte da Serena Vitri, della<br />

Soprintendenza Archeologica e per i BAAAS del Friuli Venezia Giulia, negli anni 1988-89. Le ricerche<br />

hanno portato alla luce strutture murarie ricollegabili a edifici romani, frammenti di ceramica con<br />

iscrizioni paleovenete e molti altri reperti, smentendo la credenza che Caelina si potesse localizzare<br />

presso la zona di Maniago Libero, dove il ritrovamento di reperti romani di varia natura, nel corso degli<br />

anni, aveva indotto a supporre.<br />

Quale che sia la verità, ancora oggi, a distanza di anni dagli ultimi lavori della Vitri, non vi è certezza.<br />

Quello che sembra invece un dato con un fondamento preciso, è la tradizione che si perde nella notte<br />

dei tempi e che sancisce la vocazione del popolo Maniaghese per le lame. Le armi che venivano<br />

fabbricate per i soldati di Roma, hanno continuato a essere prodotte ben oltre la caduta dell’Impero, nel<br />

Medioevo.<br />

Da questo punto, possediamo per il feudo di Maniago origini certe, documentate; così come esistono<br />

documenti che testimoniano la continuità della grande passione degli artigiani locali: grazie ai primi<br />

battiferro e all’utilizzo delle acque torrentizie che scendevano dalla Val Colvera, fabbricavano armi per i<br />

soldati della Serenissima Repubblica Veneziana, che nell’entroterra cercavano i materiali migliori, così<br />

come fu per il legname pregiato dei galeoni del Doge, portato dal bosco del Cansiglio. Sappiamo che a Ravenna, il 12<br />

gennaio 981 l’Imperatore Ottone II, con un diploma, conferma alla chiesa Aquileiense i possedimenti della corte di<br />

Maniago, del Monte di Maniago, nonché la Pieve di San Mauro.<br />

Intorno all’anno Mille venne eretto il castello che era feudo di abitanza e palazzo Patriarcale. L’antico castello sorgeva<br />

sul Colle degli Olivi. Il territorio era diviso in due parti: quella che comprendeva Maniago Libero, sotto l’Abbazia di<br />

Millstadt in Carinzia (1177); e l’altra sotto un gruppo di famiglie di origine e provenienza ignote che, “consorti” del feudo,<br />

si chiamarono “Di Maniago”: investite alcune di “Feudo di Ministero” ed altre “di abitanza”. Non si fregiavano del titolo di<br />

Dominus perché esso apparteneva solo a chi fosse investito di feudalità.<br />

Ad oggi il Comune di Maniago ha un territorio molto vasto, una popolazione in linea con le dimensioni che negli anni ha<br />

conquistato e può vantare una tradizione artigianale di grande prestigio, conosciuta e riconosciuta in tutto il mondo. Le<br />

lame, negli anni, sono state vita e sostentamento per quelle famiglie che in esse hanno saputo e, a volte caparbiamente,<br />

voluto trovarvi fortuna. Dai coltelli alle spade; dalle forbici agli utensili più comuni per la vita contadina e quotidiana; dalle<br />

armature alla manicure; la sapiente mano dei fabbri da “grosso” e quella dei fabbri da “fino”, ha saputo lavorare con<br />

perizia il Ferro, la nostra amata la materia prima.<br />

qui sopra:<br />

Maniago, veduta del Duomo


Ritratto di Matidia,<br />

sorella dell’imperatore Traiano<br />

Tivoli (Rm), Villa Adriana;<br />

112 d.C.<br />

Marmo<br />

Evidentissimo in questa<br />

acconciatura l’uso di un posticcio<br />

frontale, che assume l’aspetto<br />

di un’inverosimile corona a<br />

riccioli spiraliformi, il cui punto<br />

di attacco alla fronte è<br />

sottolineato e allo stesso tempo<br />

nascosto da una fascetta<br />

ricoperta di capelli.<br />

Musei Capitolini, Roma<br />

Nell’antico Egitto le donne portavano i capelli lunghi raccolti<br />

in trecce che ricadevano sulle spalle, spesso libere o tenute<br />

da una fascia, da un pettine o ornate con cerchi metallici<br />

e coroncine. La più famosa è l’effige di Cleopatra,<br />

raffigurata con lunghi capelli neri, lucenti e lisci.<br />

Anche le donne greche portavano capelli lunghi: più la<br />

chioma era fluente, più si potevano sfoggiare vistose acconciature<br />

sinonimo di avvenenza. La pettinatura era semplice: una<br />

scriminatura al centro e due bande di capelli lungo i lati che<br />

venivano poi raccolti sulla nuca, per essere legati con nastri o<br />

trattenute con retine, diademi, spilloni o pietre preziose.<br />

Lo stesso Apuleio descrisse i capelli annodati in folte trecce<br />

che coronavano il capo delle donne, sottolineando che, senza la<br />

seduzione di una bella capigliatura, a nulla valevano oro o diamanti,<br />

o vesti adorne di ricchi finimenti.<br />

7


8<br />

L E A D E R C A M<br />

unA COMpEtEnzA<br />

ChE AFFOnDA LE<br />

suE ORigini nEL<strong>LA</strong><br />

LEggEnDA<br />

La leggenda racconta di una miniera di ferro sita a nord est del Castello di Maniago, proprio dove il<br />

torrente Colvera incontra la pianura, uscendo dallo stretto passaggio in cui si incanala pochi chilometri<br />

più a monte. una miniera nata in epoca antichissima e grazie alla quale sorsero i primi battiferro. Proprio<br />

grazie alla materia prima, che pare fosse estratta da quella cava a cielo aperto, l’arte fabbrile ebbe un<br />

fertile e prospero inizio già in epoca antica.<br />

Probabilmente il popolo nomade dei Reti, ancora prima dei Celti e dei Romani, fece la sua comparsa in<br />

queste zone portando con sé una cultura superiore nella forgiatura, lasciandola in eredità a chi decise<br />

in seguito di insediarvisi definitivamente.<br />

Non ci sono notizie certe, ma si dice che i Reti avrebbero lavorato in questa miniera fino all’epoca romana, estraendo il<br />

materiale per le lavorazioni artigianali, dagli aratri alle lame delle armi militari. Oggi purtroppo, e nonostante le ricerche<br />

storiche e archeologiche, non si può controllare attendibilmente l’esistenza di tale miniera.<br />

Possiamo ipotizzare che fosse localizzata presso la grande insenatura conosciuta con il nome di Fous: una vecchia<br />

cava utilizzata per l’industria cementiera, oggi chiusa per proteggere l’ambiente. una seconda ipotesi indicherebbe<br />

un’altra miniera di ferro presso il Monte Fara, ovverossia il Monte Ferra citato da Giacomo Valvasone di Maniago nella<br />

sua “Descrizione di Maniago”.<br />

Il fatto stesso che esistesse una miniera di questo materiale “prezioso”, era di grande aiuto alla popolazione in epoche<br />

in cui le vie di comunicazione tra paesi lontani erano difficilissime da percorrere con difficoltà evidente a trasportare le<br />

materie prime.<br />

Comunque, i primi fabbri, grazie alla loro superiorità nel modellare e lavorare il minerale ricavato dalla miniera, esportarono<br />

la loro scienza in tutto il territorio. Ci fosse o no la miniera, sappiamo che i Reti continuarono a lavorare il ferro anche dopo<br />

il suo esaurimento, ricevendo la materia prima dal Norico, attraverso la “Via del Ferro”, che dalla parte montana scendeva<br />

verso la pianura attraversando le nostre terre.<br />

I Celti in seguito furono abilissimi nell’estrarre i minerali di ferro, rame, stagno, argento e oro, in galleria, attraverso<br />

una tecnica avanzata per l’epoca, per forgiare oggetti di ogni tipo. Abilissimi e peritissimi artigiani del ferro e grandi<br />

costruttori di armi, seppero produrre per secoli straordinari oggetti in metallo.<br />

Proprio a questo popolo si attribuirebbe la scoperta della stagnatura. Anche nel<br />

libro di Bruno Malattia, “I coltellinai di Maniago”, viene riportata la leggenda delle<br />

origini dell’arte fabbrile:<br />

“Nei tempi in cui le legioni romane percorrevano la Venetia, sulle strade che<br />

portavano alle regioni di confine dell’Impero, verso le genti bellicose dei Quadi<br />

e dei Marcomanni, verso le terre della Pannonia e le distese sterminate della<br />

barbara Sarmazia, per esse a Concordia Sagittaria si costruivano le frecce e a<br />

Maniago le armi d’asta.<br />

Gli artigiani di Maniago cavavano dal fianco della montagna il ferro necessario<br />

per la lavorazione; e dalle selve, che coprivano i monti, il legname che, ridotto a<br />

carbone, serviva a temperare le lame.<br />

Accanto agli strumenti da guerra, nelle fucine si modellavano attrezzi per il<br />

lavoro dei campi e per le opere di pace”.<br />

Nella pagina a fianco:<br />

Ritratto di Barbara Pallavicino<br />

Alessandro Araldi<br />

1510 ca.<br />

Tempera su tavola<br />

L’effigiata reca uno splendido<br />

esemplare di “coazzone”,<br />

lunghissima treccia posticcia<br />

fissata da un’elegante calottina<br />

di supporto; l’acconciatura,<br />

particolarmente rappresentativa<br />

dell’ultimo ventennio del XV<br />

secolo, è corredata da una<br />

raffinata “lenza” frontale o<br />

“ferronière” alla quale è appeso<br />

uno sfarzoso pendente dalle<br />

beneauguranti proprietà.<br />

Sotto:<br />

veduta di Maniago.


Anche all’epoca dell’Impero romano le donne tenevano<br />

particolarmente alle proprie folte chiome ondulate<br />

che venivano schiarite col miele e spesso acconciate in veri<br />

e propri monumenti di trecce.<br />

I capelli corti si portavano soltanto in segno di lutto o per<br />

punizione o in segno di servitù. Le donne si recidevano i<br />

capelli sulle tombe dei propri cari, sacrificando con tale gesto quello<br />

che avevano di più caro.<br />

I mariti traditi castigavano le mogli infedeli con il taglio dei capelli,<br />

costringendole a non uscire di casa: tale era il disonore per la donna<br />

di non poter mostrare la propria chioma. Alle schiave venivano<br />

invece tagliati se non addirittura rasati del tutto.<br />

La cura dei capelli delle matrone romane era affidata ad ancelle<br />

dette “ornatrix”, costrette a destreggiarsi quotidianamente tra<br />

impalcature di riccioli, trecce, nastri e spilloni nel non facile compito<br />

di rendere bella anche chi non lo era, pena le ire delle lunatiche<br />

e pretenziose padrone.<br />

9


10<br />

L E A D E R C A M<br />

Altri passi raccontano:<br />

“Tanta era la fama raggiunta dall’industria che Poffabro assume il nome che ancor oggi porta dall’esser posto<br />

dopo il paese dei fabbri – Post Fabros.”<br />

Stando a quanto sappiamo e conosciamo a grandi linee, non è quindi da escludere che il primo nucleo abitativo dei nostri<br />

avi fabbri forgiatori, fosse situato in prossimità dello sbocco che il Colvera ha dopo aver attraversato lo stretto passaggio<br />

tra il Monte San Lorenzo e Monte Jouf.<br />

una cosa di cui si conosce con certezza l’esistenza, è l’antica tecnica che i fabbri forgiatori dei battiferro utilizzavano<br />

per la saldatura dei metalli tramite il “Saldam”: composto formato da silice, quarzo, pirite, ossido d’alluminio e altri<br />

residui. Il procedimento consisteva nel gettare sul pezzo fucinato il materiale che, dopo essersi liquefatto, aveva la<br />

proprietà di creare una protezione vetrosa dello spessore di qualche millimetro, che evitava sia l’ossidazione, sia la<br />

combustione del carbonio contenuto nel metallo ferroso. Nel gergo dei battiferro questa operazione veniva denominata<br />

“bulidura”, corrispondente alla odierna saldatura.<br />

A causa delle scarse vie di comunicazione, il vantaggio di avere la materia prima a disposizione, dette il via alla prospera<br />

e fortunata storia di quello che oggi possiamo definire il nostro artigianato locale.<br />

Decine e decine di piccole e medie industrie private producono in proprio, grazie alla passione dei loro titolari, oggetti di<br />

ogni tipo e valore, che vanno dalla forbice al coltello, dall’arma antica all’oggetto per la manicure.<br />

un artigianato di alto valore storico e manifatturiero, che senza tema di smentita possiamo definire di origine remotissima.<br />

I resti di questo antico mestiere, la sua storia e lo sviluppo, si possono osservare nel nuovissimo museo delle arte fabbrili<br />

presso l’edificio “Coricama”, a Maniago.<br />

Oggi non conosciamo il punto esatto in cui la miniera di ferro aveva origine. Ma i nostri avi fabbri forgiatori seppero<br />

trovare la porta di quel magico mondo, coltivando così una passione e una cultura che nei secoli non è mai scomparsa.<br />

Muri di sasso e ballatoi in legno,<br />

un patriMonio da salvare.<br />

Poffabro è, secondo il pittore Armando Pizzinato, l’esempio di<br />

architettura spontanea più razionale e fantasiosa delle nostre<br />

Prealpi.<br />

La sua “forza magica” sta nell’effetto incantatore delle pietre<br />

tagliate al vivo e dei balconi di legno, elementi architettonici<br />

schietti e austeri, che pure danno un senso di intimità e<br />

raccoglimento nelle corti racchiuse su se stesse, a cui si accede<br />

attraverso uno stretto arco, o nelle lunghe schiere di abitazioni<br />

di pianta cinque-seicentesca.<br />

Vedute di Poffabro.<br />

A sinistra una corte tipica.<br />

Sopra una via con le case in pietra e legno.


in questa pagina:<br />

forbici richiudibili.<br />

Queste forbici sono<br />

conservate al Museo<br />

dell’arte fabbrile<br />

di Maniago.<br />

Si prendeva una lamina d’acciaio, la si tranciava ricavandone listelli triangolari che venivano riscaldati e<br />

indi stampati a caldo con una pressa ottenendo metà forbice: lama e parte del gambo grezzo. Si eliminava<br />

lo sfrido dal pezzo con stampi per tranciatura montati sulla pressa e si realizzava con il trapano il foro<br />

centrale per la vite poi ribattuta. Si ripetevano le medesime operazioni per realizzare l’altra metà delle<br />

forbici. Il pezzo era sottoposto a trattamento termico. Cominciava in seguito la lunga lavorazione<br />

alle mole che prevedeva molteplici fasi di sgrossatura e rifinitura. Queste erano intervallate da<br />

altri procedimenti: raddrizzatura, unione delle due lame con inserimento di una vite ribattuta.<br />

Le altre due metà dei gambi (comprendenti gli occhi) erano ottenute piegando a bossolo<br />

una lamina d’acciaio sottile, precedentemente tranciata e sagomata. Queste parti erano<br />

unite alle lame inserendo due chiodini ribattuti negli appositi fori. Seguivano lucidatura<br />

e pulitura.<br />

11


12<br />

L E A D E R C A M<br />

CEnni stORiCi DEi<br />

giACiMEnti MinERARi<br />

in FRiuLi<br />

tRAspORtO E <strong>LA</strong>VORAziOnE DEL MEtALLO<br />

Con la scoperta del bronzo tra il 4000 e il 3000 a.C. si aprono nuovi orizzonti nella metallurgia. Ma è con<br />

la scoperta del ferro tra il 1500 e il 1000 a.C. che l’uomo completa il suo dominio. I popoli indoeuropei<br />

con questo minerale della Slesia e dell’harz, e con il bronzo dell’herz, crearono delle vere e proprie<br />

industrie.<br />

I primi documenti sull’attività mineraria in Friuli risalgono all’epoca romana. Alcuni giacimenti auriferi<br />

erano localizzati presso Aquileia, mentre altri presso i Monti Taurisci. Nel periodo medioevale, documenti<br />

parlano di una donazione di una miniera di ferro e rame da parte del Duca franco Massello al Monastero<br />

di Sesto (al Reghena).<br />

Mentre nell’anno 1077 l’Imperatore germanico Enrico IV dona la contea del Friuli ai Patriarchi di Aquileia,<br />

comprese quindi le miniere, che restano nelle loro mani, così come tutti i beni, fino al 16 luglio 1420, anno in cui la<br />

contea del Friuli e la Carnia divennero proprietà della Repubblica Veneta. Alcuni documenti parlano di un’estrazione<br />

mineraria presso le Cave di Predil già nel 1006, ma altri più sicuri si attestano attorno l’anno 1320. Il 13 maggio 1488<br />

il Governo della Repubblica di Venezia pubblica il primo regolamento riguardante i giacimenti minerari, ponendo così<br />

termine all’abusivismo e definendo la proprietà di ogni singola miniera.<br />

Risultò che il filone rame-argentifero di Forni Avoltri era il più importante di tutto il Friuli. Nel 1508 la Lega di Cambrai,<br />

promossa da Papa Giulio II, mosse guerra contro Venezia. Con la sconfitta di Agnadello nel 1509,<br />

ebbe fine la politica espansionista della Repubblica, con il conseguente rallentamento delle attività<br />

minerarie. Nel 1800 venne scoperto un ricco filone cuprifero nel Monte Avanza; i lavori vennero<br />

sospesi e poi ripresi nel 1857 dove, per la costruzione di strade, fabbricati e fucine vennero<br />

impiegate circa 400 persone.<br />

Nel 1876 l’alta concentrazione metallifera e le spese ingenti portarono ad una chiusura delle<br />

attività estrattive. Fu in quegli anni che le miniere di Raibl e del Monte Cocco ebbero un notevole<br />

sviluppo grazie al potenziamento tecnologico e all’apertura di nuove gallerie.<br />

Nell’ultimo secolo tutte le attività estrattive del Friuli vissero momenti di florida espansione<br />

alternati a momenti di triste abbandono. Le miniere del Monte Cocco vennero definitivamente<br />

chiuse nel 1947, dopo una frenetica attività durante il periodo fascista; quelle di Raibl (Cave del<br />

Predil), chiusero definitivamente nel 1991. Oggi sono visitabili con le guide autorizzate del luogo.<br />

Solo le miniere del Monte Avanza, ad oggi, sono definite “area di ricerca mineraria operativa”.<br />

Dalle botteghe uscivano a migliaia spade, accette, pugnali, corazze, elmi, giavellotti, scudi, falci<br />

e molto altro ancora, compresi i rivestimenti delle ruote per i carri. Quando i Romani arrivarono<br />

in alcune zone dell’Europa Occidentale, molti avevano già superato le tappe fondamentali dello<br />

sviluppo tecnologico di allora.<br />

L’uomo diviene l’homo Faber e così l’artigianato si separa dall’agricoltura: nasce un commercio<br />

basato anche sulla produzione di oggetti.<br />

Il metallo non poteva essere reperito dovunque e veniva estratto solo in poche miniere, il più<br />

delle volte difficili da raggiungere: lo sviluppo delle vie di comunicazione fu indispensabile per chi<br />

doveva spostarsi per vendere i propri prodotti.<br />

Si racconta che i commercianti che dalle miniere andavano verso i paesi in cui le botteghe<br />

metallurgiche erano fiorenti, per non trasportare inutili pesi dovuti alle scorie contenute nel<br />

minerale, lo fondessero per trasportarlo in pani o barre.<br />

È opinione diffusa che, per la fabbricazione di oggetti nell’età del bronzo e del ferro, fossero utilizzati<br />

nella pagina a fianco: “Recetta”<br />

(caricamento dei vagoni per il<br />

trasporto in superficie del<br />

minerale).<br />

sotto: miniera di Raibl.


minerali metallici provenienti dal Veneto, dal Trentino, dall’Austria e dalla Slovenia. La presenza di resti riconducibili alle<br />

fasi di lavorazione dei metalli, fa ora pensare che potessero essere sfruttati anche modesti giacimenti situati nelle<br />

vicinanze degli abitati, fino al loro completo esaurimento.<br />

Cosa che accadde anche nel paese di Maniago, dove gli artigiani estraevano il loro minerale presso una miniera di ferro<br />

di cui ora si fatica a identificare l’esatta posizione. È anche molto probabile che in queste zone, dove i giacimenti non<br />

erano molto abbondanti, gli abitanti non facessero alcuna selezione dei minerali metalliferi, lavorandoli semplicemente<br />

per ottenere i manufatti desiderati.<br />

L’estrazione dei minerali di ferro avveniva in modo simile a quello del rame. La sua produzione avveniva per metodo<br />

diretto, passando da minerale grezzo a ferro solido (processo di blumeria). Infatti, per raggiungere il punto di fusione,<br />

il ferro ha bisogno di temperature altissime non raggiungibili nei forni antichi (1537 °C), per separarsi così dagli altri<br />

componendi minerali non utilizzabili. Nel ferro quindi, roccia e ganga venivano tolte come scoria, portandole ad uno stato<br />

di viscosità attraverso l’aggiunta di fondenti: per fare ciò serviva una temperatura di circa 1150 °C.<br />

La riduzione si faceva in forni che riuscivano a garantire un’atmosfera ricca di ossido di carbonio, liberato dal carbone,<br />

(atmosfera riducente) e povera di ossigeno. La presenza di questo avrebbe ricondotto il metallo alla sua condizione<br />

minerale riossidandolo. Da tutto questo si otteneva un blumo, un grumo di metallo a basso contenuto di carbonio, dalle<br />

sembianze spugnose, ricco di impurità, che venivano successivamente asportate tramite la fucinatura per riscaldamento<br />

e la martellatura. Il ferro dolce che si produceva era forgiato per ottenere manufatti di vario genere, utensili e armi con<br />

una durezza poco soddisfacente.<br />

Non si sa con certezza se nell’età del ferro avanzato, i fabbri forgiatori delle nostre terre fossero in grado di ottenere<br />

l’acciaio (ferro e carbonio), molto più resistente del ferro dolce.<br />

L’acciaio poteva essere ottenuto per “cementazione“, ossia battendo l’oggetto di ferro su fuoco di carbone di legna,<br />

in modo che potesse arricchirsi di carbonio sottraendolo al combustibile e all’ossido di carbonio sprigionato dalla<br />

combustione. La sua durezza poteva essere ulteriormente aumentata con la tempra (raffredamento rapido in acqua del<br />

ferro arroventato), che tuttavia ne aumentava la fragilità: doveva essere riscaldato nuovamente a una temperatura di circa<br />

700 °C (trattamento di rinvenimento).<br />

13


14<br />

L E A D E R C A M<br />

BREVissiMA stORiA<br />

DEL<strong>LA</strong> FORBiCE<br />

Nel Manuel Encyclopédique Roret, compare questa descrizione:<br />

“Si dà il nome di forbici a uno strumento atto a tagliare e composto da due lame riunite da un<br />

perno posto al centro, che funge da asse”.<br />

E poi ancora:<br />

“Ognuna delle due branche è divisa in cinque parti: l’anello, che si trova a un’estremità e serve per<br />

infilarvi uno o due dita; la punta, al polo opposto rispetto all’anello, che serve per pungere; lo<br />

scudo, su cui è posizionato l’asse o il perno; il manico, tra lo scudo e l’anello; la lama propriamente<br />

detta, che si trova tra la punta e lo scudo. In oltre si distinguono altre due parti essenziali, che<br />

sono la tacca, cioè la parte intaccata dove inizia la lama, e il fulcro, che serve a impedire alle due<br />

lame di passare una sull’altra, bloccandole nella posizione corretta”.<br />

Ovviamente tutte le parti descritte in questo passo, si possono trovare anche nelle forbici di fattura<br />

moderna. Questa descrizione è solo una delle tante che si possono reperire nei manuali storici, ma<br />

ha il dono della semplicità. Altre importanti notizie si possono trovare nei lavori di Perret del 1771, di<br />

Diderot e d’Alembert del 1777 e nell’opera monumentale di Camille Pagé pubblicata tra il 1896 e il 1904. un tempo, la<br />

produzione di una forbice era eseguita da numerosi fabbri, tutti esperti nel proprio singolo lavoro, anche se con l’occhio<br />

rivolto alla produzione globale.<br />

Ecco i vari compiti suddivisi tra più figure: per la forbice, oltre al fabbro e limatore, si impiegava successivamente<br />

colui che regola le due lame; poi chi dà ad esse lo svergolamento adatto; veniva poi il moleta, il maschiatore, che si<br />

occupava della produzione delle viti e della maschiatura; in seguito colui che le ritoccava limando nuovamente le lame,<br />

il finitore, che dà un ultimo colpo di lima alle lame e agli anelli; l’arrotino di prima, che predispone le lame al taglio;<br />

il rifinitore, che rifinisce la lama; il maschiatore, già nominato, che toglie la vite; il tempratore; il raddrizzatore che<br />

ripara storcimenti e deformazioni provocati dalla tempratura; l’arrotino di seconda, che opera solamente sulla parte<br />

interna della lama e sul punto d’arresto del trinciante; la rifinitrice, che si occupa di togliere lo strato di ossido dalla<br />

tempratura; e ancora il maschiatore, che riposiziona lame e vite; l’arrotino; il lisciatore; l’asciugatore...<br />

A questo elenco di compiti bisogna aggiungerne ancora uno, eseguito esclusivamente sui prodotti di buona<br />

qualità: la realizzazione della tacca o del segno, eseguita su ognuna delle due lame, dopo che queste erano<br />

preventivamente unite e adattate l’una all’altra per formare la “coppia”. Le tacche erano piccoli intagli realizzati con<br />

una lima o cifre stampigliate nel punto d’incrocio della forbice, così da nascondere il più possibile questo passaggio di<br />

segnatura. Le forbici venivano assemblate e regolate prima di essere temprate, e quindi una volta smontate dovevano<br />

successivamente tornare “insieme” per formare la “coppia” in precedenza regolata ad arte, grazie alla riconoscibilità<br />

delle due tacche uguali. La tempratura serviva, allora come oggi, per donare all’acciaio forza e resistenza.<br />

Nonostante le regolazioni fatte una prima volta, l’elevata temperatura deformava i vari elementi del metallo,<br />

obbligando a regolare nuovamente le lame dopo il montaggio. In fine, dopo aver montato e regolato la forbice,<br />

l’asciugatura e talvolta la lucidatura o la brunitura finale, venivano eseguite di consueto, dalla moglie del<br />

forbiciaio. Si può notare quanto tempo sia passato prima di scoprire l’utilità di incrociare due lame,<br />

dotandole di un asse centrale e di due anelli per le dita. Ovviamente i primi rudimentali oggetti<br />

da taglio che assunsero questa forma furono cesoie e forbicioni, alle volte molto grezzi, altre con<br />

finiture di pregio. Gli operai che lavoravano in quest’ambito, uscivano da una cultura legata alle<br />

tecniche di taglio e di coltelleria.<br />

Camille Pagé, scriveva nel suo manuale del 1896:<br />

“Le prime forbici erano delle cesoie antichissime dato che sono state rinvenute loro tracce nei<br />

bacini lacustri svizzeri risalenti all’età del ferro. I greci facevano già uso di cesoie. I romani che le<br />

ribattezzarono forfex, le impiegavano anche per tagliare capelli o barba.”<br />

Nelle arti visive una silhouette è<br />

un’immagine di un oggetto che<br />

ne rende esclusivamente<br />

i contorni.<br />

Periodo di maggiore produzione<br />

delle silhouette fu la metà del<br />

XVIII secolo. Il soggetto era posto<br />

dietro un telo bianco, dove la sua<br />

ombra (silhouette) era proiettata<br />

grazie alla luce di una finestra.<br />

L’artista seguiva i contorni del<br />

viso e anneriva l’interno<br />

al termine del procedimento.<br />

L’espressione deriva da étienne<br />

de Silhouette (1709 - 1767),<br />

ministro delle finanze<br />

di Luigi XIV di Francia,<br />

celebre per la sua<br />

avarizia e per i tagli<br />

effettuati addirittura alle<br />

spese del Re. Grazie a<br />

un processo metaforico,<br />

il suo nome venne ad<br />

indicare anche questa<br />

tecnica.


Nei secoli, le mode portarono le donne romane a<br />

sfoggiare vari tipi di acconciatura. Da quelle con i capelli<br />

semplicemente tirati all’indietro e aderenti alla nuca o divisi<br />

in ciocche gonfie dell’inizio dell’età imperiale, si passa a<br />

elaboratissime acconciature alte sul capo e ridondanti di<br />

riccioli ottenuti arricciando i capelli con un ferro rovente, il<br />

“calamistrum”.<br />

A partire dal II secolo d.C., le donne romane presero a ornare<br />

ulteriormente le loro capigliature con nastri, diademi e spilloni in oro,<br />

avorio o argento, elegantemente rifiniti e cavi all’interno,<br />

tanto da poter contenere anche veleno, per ogni evenienza.<br />

Appuntiti e sottili, oltre a costituire un ornamento potevano anche<br />

essere usati come arma di difesa e di offesa. Si narra che Fulvia,<br />

moglie di Marco Antonio, abbia infierito proprio con lo spillone dei<br />

suoi capelli sul cadavere del retore Cicerone forandogli più volte la<br />

lingua per punirlo di averla avuta “troppo pungente”.<br />

Le parrucche, anch’esse ovviamente elaboratissime, soprattutto in<br />

epoca imperiale, venivano confezionate con capelli veri, provenienti<br />

dall’India o, per le chiome bionde, dalle capigliature delle donne<br />

barbare del Nord Europa.<br />

Nel Medioevo le donne fecero crescere i capelli a lunghezze mai<br />

raggiunte prima. Le castellane e le eroine di poemi cavallereschi<br />

erano del tipo tracciato dall’Ariosto con la descrizione della Fata<br />

Alcina: “con bionda chioma, lunga e annodata”.<br />

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16<br />

L E A D E R C A M<br />

L’autore ci propone, inoltre, tre diverse definizioni:<br />

“I forbicioni che servivano per tagliare i tessuti, le cesoiette o piccole forbici da sarti e biancheristi, e le<br />

forbicine dei néccessaire da toilette.”<br />

Molti aristocratici di un tempo non disdegnavano le forbici di lusso e buon gusto, come dimostra l’inventario stilato dopo<br />

la morte del re francese Carlo V il Saggio: “una forbicina d’argento nel suo astuccio, due coltelli e forbicine d’oro.”<br />

Ma è con il passare degli anni che si possono ritrovare tracce di forbici così come noi oggi le conosciamo. una delle<br />

prime raffigurazioni si può rinvenire in una miniatura che orna una Bibbia in latino del X secolo. Qualche secolo dopo, nel<br />

1328, nell’inventario di Clemente d’ungheria si nomina una forbice.<br />

Nel 1599, nell’inventario di Gabrielle d’Estrée, vengono nominati “Due astucci d’oro per riporvi le forbici, decorati l’uno<br />

tutto di diamanti, l’altro di rubini e diamanti, valutati trecento scudi”.<br />

Osservando con attenzione il catalogo di Richard herder, antica marca di coltelli e forbici di Solingen, in Germania, si<br />

resta stupiti del numero di pagine dedicate alle forbici: ben trentacinque! Vi si trovano forbici da tagliatore e da sarto; per<br />

tagliare il cuoio o per tosare le pecore; e moltissimi modelli con lame curve, per recidere il pelo del bestiame; e poi ancora<br />

con punte arrotondate. Com’è ovvio, la toilette e la sartoria sono le destinazioni principali di questi attrezzi: forbici alle<br />

volte sobrie, altre riccamente decorate, lunghe o corte, con lame diritte o curvate, per tutti i gusti e gli usi.<br />

Da sempre, i fabbri e gli artigiani, contrassegnarono il proprio prodotto con un marchio o un segno distintivo, alle volte<br />

con cifre. Nei secoli scorsi, quando la maggior parte della popolazione non sapeva leggere, questo fu l’unico modo per<br />

distinguersi fra moltissimi produttori, creando così un mondo vario di segni e disegni. Nel 1721, a Moulins, Claude Vizier<br />

usava il disegno di una chiave e Jean Bernard un leone coronato. Nel 1768, a Lanfres, Claude Garlot era solito firmarsi<br />

con un asso di picche, mentre Antoine Collin usava il disegno di una fiaccola. Solo verso la metà del XIX secolo, iniziarono<br />

a comparire i nomi degli artigiani o delle aziende, spesso anche con l’indicazione geografica.<br />

Il parrucchiere è sempre stato un importante utilizzatore di questo attrezzo. Infatti, i cataloghi sono pieni di modelli<br />

dedicati a questa professione. Nelle parrucchierie sparse in tutti i centri d’Europa, grandi o piccoli che fossero, passavano<br />

allora come ora, informazioni o pettegolezzi su ogni cosa.<br />

<strong>LA</strong> COMpEtEnzA ViEnE DA LOntAnO<br />

A Maniago sono state costruite e prodotte varietà di forbici diversissime tra loro a seconda dell’uso per cui erano destinate.<br />

Piccole per ricamare o lavorare; per manicure diritte e curve in punta; di medie dimensioni per barbieri, sarti e merciai.<br />

Altre molto grandi come quelle usate per tagliare siepi, dove il manico sostituisce i gambi e gli anelli, e il filo può essere<br />

diritto o ondulato.<br />

un altro particolare prodotto era la forbice da vigna, chiamate anche sisòris, con particolari innovativi e ricercati, sia<br />

per la forma delle lame, sia per la presenza di una molla posta sotto il perno; sia per l’assenza di anelli su gambi diritti. Per<br />

tenere chiusa la forbice che tendeva a restare aperta, si applicava all’estremità di uno dei due gambi un anello di cuoio,<br />

che serviva a fermarli passando attorno ad entrambi.<br />

La fabbricazione di una forbice comune iniziava scegliendo barre a sezione quadrata, lunghe circa un metro. Queste<br />

venivano in precedenza forgiate nei battiferro. A seconda del tipo di forbice da fabbricare, il lato della barra variava da 8<br />

a 14 mm. Nelle fasi iniziali erano necessarie diverse calde per la forgiatura con il martello; quindi per evitare tempi morti,<br />

venivano battuti alternativamente i due pezzi che avrebbero formato la forbice. Il fabbro quindi doveva mettere le parti<br />

finali delle barre sulle braci della fucina.<br />

Stirato il materiale all’estremità riscaldata al fine di abbozzare l’anello, si praticava un foro centrale sulla superficie<br />

appena ottenuta, utilizzando un punzone. Per completare l’occhio si batteva sul pezzo caldo; il perimetro esterno, dopo<br />

averlo infilato nel corno conico dell’incudine, veniva in seguito martellato in direzione normale a quella dei colpi dati<br />

in precedenza, poggiandolo sul corpo centrale di questa. L’operazione veniva ripetuta più e più volte fino a che non si<br />

giungeva alla forma e alla sezione desiderata.<br />

Dopo lo stampaggio dell’anello, era l’ora di allargare il gambo, che andava dall’imposta lama-gambo. L’imposta doveva<br />

assumere una forma con inclinazioni e spessori adatti a un movimento funzionale in coppia con l’altro elemento costruttivo<br />

della forbice. Questo passo veniva eseguito poggiando il pezzo in corrispondenza di uno degli spigoli di un tasso.<br />

La certezza che l’accoppiamento fosse pressoché perfetto, veniva dal fatto che il fabbro operava su entrambi i pezzi<br />

alternativamente. Successivamente si staccava con un tagliolo il grezzo dal resto della barra, lasciando materiale sufficiente<br />

per formare la lama. Ovviamente l’economia nell’uso dei materiali, obbligava il fabbro a non utilizzare troppo materiale,


PUNTA<br />

<strong>LA</strong>MA<br />

TACCA<br />

PERNO<br />

SCUDO<br />

MANICO<br />

ANELLO<br />

ma neppure troppo poco per non<br />

rischiare di scartare il pezzo in lavorazione.<br />

Solo l’esperienza e l’occhio attento di un artigiano<br />

professionista potevano evitare di buttare tempo e denaro. Si<br />

passava a forgiare la sezione di barra con il martello, per formare<br />

così la lama, dandole la lunghezza desiderata per poi sagomarla. In<br />

un secondo momento era necessario sagomare la nosela con la relativa<br />

posta. Lo spessore e la larghezza della lama della forbice variano dalla<br />

schiena al filo, ma anche dalla mezzaluna alla punta. La parte interna della<br />

lama che va a contatto con l’altra lama, formando così una forbice, deve essere<br />

quindi piana, mentre sul dorso viene ricavata una sfaccettatura di larghezza variabile che diviene nulla in punta. Infine,<br />

nel caso la lama fosse lievemente più lunga di quanto richiesto, si procedeva ad accorciarla con un tagliolo. Dopo la fase<br />

dello stampaggio si procedeva a stringere nella morsa i due semilavorati dopo averli fatti combaciare, per verificare la<br />

loro perfetta unione nella zona d’imposta. Si verificavano le misure, perché le lunghezze dei gambi e delle lame potevano<br />

lievemente variare, e quindi in questo caso si provvedeva a correggere la difformità.<br />

Quando le due lame erano perfettamente corrispondenti in lunghezza e larghezza, si poteva passare alla fase di<br />

sgrossatura. Si posizionavano le lame su di un morsetto storto, sul quale si potevano poggiare i semilavorati anche su piani<br />

diversi dall’orizzontale. Quindi si lavoravano l’anello e il gambo. Solo a questo punto la forma assumeva quella definitiva<br />

desiderata. Per le lame la sgrossatura veniva eseguita con una mola d’arenaria per le superfici piane, completando il<br />

lavoro con la lima su di un morsetto piano. Si andava a praticare un foro in uno dei due elementi e accostando l’altra lama,<br />

si segnava il punto dove andava forata, con un bulino.<br />

Il perno che andava inserito serviva, come oggi, per tenere insieme le due lame di una forbice, sia come fulcro di<br />

movimento della stessa. un tempo questo perno era ottenuto da un tronchetto cilindrico che doveva consentire la<br />

rotazione relativa dei due elementi. In seguito fu possibile utilizzare maschi e filiere e quindi usare delle viti. ultimati i<br />

pezzi, questi venivano portati nella fucina per la tempra, e dovevano raggiungere un colore rosso ciliegia e poi essere<br />

raffreddati nel grasso di maiale o nell’olio di colza.<br />

Il pezzo andava ricoperto con polvere di carbone incombusta e posto sulle braci, per raggiungere il livello termico<br />

richiesto per il rinvenimento, e quando queste si accendevano, si toglieva e si lasciava raffreddare all’aria. La finitura era<br />

eseguita con mole di legno. Per la brunitura veniva stesa la polvere di smeriglio dopo avere unto il pezzo con olio. Per la<br />

lucidatura si usava calce viva in polvere sulla superficie in precedenza inumidita.Collegati i due elementi, si controllava il<br />

movimento relativo, per mettere a punto l’azione tagliente e far sì che la forbice non “mordesse” in punta. In alcuni casi,<br />

come nelle forbici da merciaio, si doveva far assumere al filo un andamento elicoidale, per far sì che le punte tendessero<br />

a convergere.<br />

POGGIADITO<br />

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18<br />

L E A D E R C A M<br />

DALL’ACCiAiO AL<br />

pRODOttO FinitO<br />

un LEADER MAntiEnE <strong>LA</strong> pROMEssA<br />

Acquistando un prodotto Leader CAM, il cliente ha la garanzia di essere entrato in possesso di un<br />

manufatto di alto livello tecnologico e di grande affidabilità.<br />

un prodotto da taglio professionale, come la forbice da parrucchiere, comporta uno studio dei materiali<br />

e una ricerca attenta del tipo di lavorazione per ogni specifico articolo. La durezza degli acciai ha una<br />

parte fondamentale nella fabbricazione della forbice Leader CAM, in quanto solo da essa può nascere<br />

un altissimo livello di finitura e la garanzia assoluta di affidabilità. La scelta dei materiali è un punto<br />

cruciale, così come lo è la tecnica da utilizzare per giungere alla forbice grezza. Esistono infatti due<br />

metodi di fabbricazione: micro fusione o stampaggio a caldo. Oltre a questo vi è la tempratura che<br />

permette all’acciaio di raggiungere la durezza desiderata, tramite una serie di passaggi obbligati che<br />

percorreremo assieme.<br />

In natura vi sono solo piccole quantità di ferro allo stato libero. Il più delle volte esso è diffuso nella<br />

crosta terrestre sotto forma di magnetite, limonite, pirite, ematite, ecc. I minerali di ossido di ferro<br />

vengono mescolati alla ganga, composta da carbonati e silicati. Successivamente i minerali, ma non la<br />

pirite, vengono macinati e introdotti in un altoforno con una giusta quantità di carbone. Quest’ultimo materiale permette<br />

di portare la temperatura a livelli elevati per combustione con l’aria, e ridurre il composto di ferro.<br />

Ciò che si raccoglie nel crogiolo non è ferro puro, ma ghisa, una lega ricca di carbonio. Per ottenere l’acciaio bisogna<br />

procedere con la decarburazione della ghisa: abbiamo così una lega sempre di ferro e carbonio che ha una percentuale<br />

massima di quest’ultimo pari all’1,7%. Per ottenere diversi tipi d’acciaio, da quelli duri a quelli dolci, bisogna diminuire la<br />

percentuale di carbonio. Quando questa scende sotto lo 0,2% abbiamo l’acciaio extradolce o ferro omogeneo.<br />

A questo punto comprendiamo che, modificando il tenore di carbonio, abbiamo la possibilità di ottenere una vasta<br />

gamma di acciai. Per ottenere invece un acciaio speciale, bisogna aggiungere volutamente alla lega ferro carbonio, altri<br />

elementi denominati di alligazione. Questi materiali vengono utilizzati soprattutto in campi come quello strutturale, per<br />

macchine, meccanismi, attrezzi e oggetti da taglio.<br />

Per gli acciai esistono diverse tipologie per descrivere il loro comportamento: si dice “resistente” un acciaio che possa<br />

accettare sollecitazioni indotte da forze notevoli senza incontrare deformazioni permanenti, e quindi con un esteso<br />

campo elastico; quelli fragili sono gli acciai che, dopo lo snervamento, passano immediatamente alla rottura, e quindi<br />

con un campo plastico limitato; quelli tenaci sono gli acciai per i quali la rottura è preceduta da deformazioni permanenti,<br />

essendo gli estremi del campo plastico distanti tra di loro. La capacità di sopportare urti viene definita “resilienza”,<br />

qualità degli acciai che hanno un campo plastico molto esteso.<br />

Tutti gli acciai possiedono in ogni caso una notevole resistenza alle sollecitazioni statiche e dinamiche, perché in essi<br />

è elevato il carico di snervamento e rottura. Con l’aggiunta di nichel o di manganese si ha un aumento della resilienza<br />

e della plasticità, con un miglioramento della resistenza e della durezza dell’acciaio. Con il cromo o<br />

il molibdeno si incrementano le resistenze meccaniche e la durezza, nonché la tenacia. Con il<br />

tungsteno l’acciaio acquisisce una durezza elevata senza divenire fragile.<br />

Inoltre vi è un metodo dare all’acciaio più resistenza alle sollecitazioni meccaniche, rendendolo<br />

più duro, ma allo stesso tempo aumentandone la fragilità: il trattamento termico.<br />

Il più noto è la tempra e ha origini<br />

Nella pagina a fianco:<br />

Louise Brooks nel film<br />

“Lulu - Il vaso di Pandora”.<br />

Regia di Georg Wilhelm Pabst,<br />

1928.<br />

Mary Louise Brooks nasce<br />

a Cherryvale, nel Kansas, il<br />

14 Novembre 1906. Il padre,<br />

Leonard Porter Brooks, è un<br />

avvocato di provincia; la madre,<br />

Myra Rude, donna colta, amante<br />

della musica classica e delle<br />

buone letture, avrà una grande<br />

influenza sul carattere di Louise<br />

spingendola sin da giovanissima,<br />

alla danza.<br />

Louise fissa definitivamente il<br />

tipo della maschietta anni ‘20 :<br />

il caschetto di capelli neri e lisci,<br />

gli occhi vivissimi e una vitalità<br />

irrefrenabile.


Con l’avvento nella morale cristiana, vengono imposti<br />

costumi rigorosi che influiscono anche sullo stile delle<br />

acconciature: le donne avvolgono intorno al capo bende<br />

che nascondono le chiome, come tuttora sono costrette<br />

a fare le suore di alcuni ordini monastici. Come le donne<br />

sacrificavano i propri capelli in segno di lutto, così quelle<br />

che entravano nei monasteri, volgevano le spalle alla<br />

famiglia e al mondo esterno, rinunciando, con il taglio dei capelli,<br />

alla seduzione della bellezza.<br />

Nel Rinascimento i capelli lunghi tornano a rappresentare la<br />

femminilità: una lunga treccia, detta “coazzone”, fatta di capelli e<br />

nastri, orna spesso il dorso delle gentildonne, mentre altre volte i<br />

capelli vengono raccolti in un nodo trattenuto in una reticella d’oro<br />

e di seta e il capo è circondato con un nastro chiamato “ferroviere”,<br />

che lascia scendere sulla fronte una perla o un’altra pietra preziosa.<br />

Nelle epoche successive, la moda ha visto sciogliere, annodare,<br />

raccogliere, adornare e arricchire i capelli femminili nelle<br />

più svariate forme; ma lunghi o corti che siano, i capelli hanno da<br />

sempre rappresentato per la donna motivo di orgoglio e civetteria.<br />

una testa in “disordine” è sempre un segno di poca attenzione<br />

alla propria persona.<br />

19


20<br />

L E A D E R C A M<br />

antichissime; fu considerato addirittura il frutto di una qualche magia o di qualcosa di soprannaturale.<br />

Con un riscaldamento e un raffreddamento del pezzo si ottengono trasformazioni strutturali molto interessanti che<br />

modificano le caratteristiche e le proprietà dell’oggetto.<br />

Nella Scienza dei Materiali vengono definite critiche quelle temperature alle quali avvengono queste trasformazioni,<br />

che variano a seconda della percentuale di carbonio contenuto nell’acciaio. Il trattamento consiste nel riscaldare il<br />

pezzo fino a una temperatura critica, mantenendolo a quella determinata temperatura per un tempo limitato, per poi<br />

riportarlo rapidamente a una temperatura inferiore che può non essere uguale a quella dell’ambiente in cui si procede<br />

all’operazione.<br />

Per raffreddare si utilizza acqua fredda, per tempre più dolci l’acqua è lievemente tiepida, oppure si può usare una<br />

soluzione di acqua e sale (NaCI), oppure il grasso e gli olii animali, vegetali e minerali. Gli spessori minori in alcuni<br />

pezzi, subiranno una tempra più forte.<br />

Bisogna successivamente passare al rinvenimento per ridurre le tensioni interne prodotte dalla tempra, stabilizzando<br />

così la struttura interna, in modo da evitare successive deformazioni. Il raffreddamento può essere lento, lasciando il<br />

pezzo all’aria o mettendolo in forno, oppure veloce immergendolo nell’acqua o nell’olio. L’acciaio a questo punto avrà<br />

acquisito la durezza desiderata.<br />

La durezza è la resistenza che un corpo offre alla penetrazione di un altro corpo più duro, di forma stabilita (penetratore<br />

o durometro). Il valore della durezza viene dedotto dalle dimensioni dell’impronta permanente impressa dal penetratore,<br />

sotto una prefissata forza. Le prove di durezza vengono impiegate per il collaudo di forniture dei metalli, del trattamento<br />

termico dei pezzi, di riporto elettrolitico di cromo duro su materiali ferrosi, ecc.<br />

Elenco dei metodi più utilizzati:<br />

• Durezza Brinell (BHN), misura che permette di valutare la durezza di un materiale attraverso un indice<br />

convenzionale. La durezza è valutata in base al diametro di un’impronta lasciata nel materiale da una<br />

sfera d’acciaio.<br />

• Durezza Rockwell (R), la durezza è dedotta dalla profondità di un’impronta lasciata nel materiale da<br />

un penetratore. Vengono considerate diverse scale di durezza Rockwell (RC,RB,RF) in funzione del<br />

tipo di penetratore e del carico che gli si impone.<br />

• Durezza Vickers, il metodo si avvale di un penetratore di diamante a forma di piramide a base<br />

quadrata. L’angolo al vertice tra due facce opposte è di 136°. Misurata la diagonale d<br />

dell’impronta (in mm), impressa dalla forza F (in N), la durezza Vickers risulta data da:<br />

hV=0,1904 x F:d2<br />

Il carico normale di prova per l’acciaio è di 294 N.<br />

• Durezza Shore, in questo metodo la durezza è dedotta dall’altezza di rimbalzo cui giunge un<br />

martelletto lasciato cadere sulla superficie del corpo da provare. Le durezze determinate<br />

con gli sclerometri a rimbalzo sono approssimativamente convertibili in durezze Vickers,<br />

mediante appositi diagrammi.<br />

Il sistema di misurazione internazionale più comune per la misurazione degli acciai è il Rockwell<br />

(R). Questo metodo viene usato anche da Leader CAM per misurare la durezza dei materiali<br />

dei propri prodotti, per consentire un controllo serrato a una produzione professionale<br />

di altissima qualità.<br />

Inoltre vengono misurate le durezze dei riporti di quei materiali, come il titanio o la<br />

ceramica, che servono a rivestire le forbici Leader CAM, per renderle più resistenti,<br />

anallergiche e pregiate.<br />

Tra gli acciai utilizzati ci sono il 420 e il 440, ma non esiste una regola per il<br />

tipo d’acciaio utilizzato per i diversi prodotti. Ovviamente le caratteristiche che il<br />

materiale deve avere sono sempre controllate in maniera rigorosa.<br />

Si esigono acciai con alta percentuale di carbonio, perché più adatti al taglio, e con altre<br />

componenti chimiche che ne esaltino le particolarità. Comunemente gli acciai utilizzati da Leader CAM<br />

sono di provenienza svedese o francese.


IL FASCINO DELL’ACCIAIO DAMASCO<br />

Le prestigiose forbici prodotte da Leader CAM sono di qualità e tecnologia elevata, come abbiamo già avuto modo di<br />

sottolineare, ma quando parliamo degli articoli prodotti con acciaio Damasco, il valore tecnologico e il prestigio di questi<br />

modelli salgono vertiginosamente, perché parliamo di una tecnica millenaria che ha una storia di apparizioni e sparizioni,<br />

come un fiume carsico.<br />

Le lame di spade, coltelli e forbici forgiate con questa tecnica, rappresentano l’apice dell’arte della forgiatura. Sia un<br />

tempo che oggi, quando le spade non sono più usate dai samurai giapponesi nei campi di battaglia, le lame più belle, più<br />

resistenti, più pregiate, spesso le più costose, vengono costruite seguendo le tecniche che i nostri avi hanno insegnato ai<br />

loro figli, e poi ai figli dei loro figli, sino a giungere ai nostri giorni.<br />

Gli studi e le scoperte sulle tecniche di produzione metallurgica, hanno coinvolto molti studiosi e ricercatori,<br />

appassionati alla storia di questo specifico acciaio impiegato diffusamente sia in Oriente che in Occidente. Il termine<br />

damasco è principalmente europeo ed occidentale: si crede sia stato coniato dai Crociati e da coloro che avevano rapporti<br />

commerciali con il Levante. La parola damasco affonda le proprie origini in quella che un tempo era una città commerciale<br />

di esportazione che univa due mondi, quello orientale e quello occidentale; oggi questo termine viene identificato con il<br />

prodotto e non più con la città di provenienza.<br />

L’acciaio damasco, detto anche damaschino, damascato, pattern welded steel, watered steel, viene lavorato in modo<br />

particolarissimo, assumendo un aspetto cromatico contrastato detto anche marezzo (in inglese watering). Le principali<br />

caratteristiche sono il chiaroscuro e bianco-grigio, con andamento più o meno regolare che all’occhio attento dell’esperto<br />

21


22<br />

L E A D E R C A M<br />

sono sinonimo di pregio della lama. La frase “una superficie ondulata come quella di un fiume”, così come viene descritta<br />

dagli autori orientali, ha il compito di definire la lama a strati ondulati.<br />

Esistono due tipi di acciaio damasco: quello indiano chiamato wootz, damasco orientale, damasco cristallino, acciaio<br />

fuso o acciaio al crogiolo; e il damasco saldato o europeo definito anche damasco meccanico. Come abbiamo detto,<br />

l’acciaio damasco ha avuto un’esistenza altalenante nei secoli: la sua aura magica scompariva per poi ricomparire<br />

nuovamente in un altro luogo, pur mantenendo le caratteristiche principali, che negli anni venivano aggiornate con<br />

tecniche sempre più moderne, per ottenere un prodotto di volta in volta migliore.<br />

La storia dell’acciaio saldato ha inizio a partire dal VII secolo a.C., diviene una pratica diffusa tra il III e l’XI secolo d.C.,<br />

poi di colpo scompare. Ricompare nuovamente nel XIX secolo d.C. Il damasco indiano appare nel VII secolo d.C. e dura<br />

fino al XII secolo d.C., scompare e ricompare nuovamente nel XIX secolo d.C. In Giappone le prime tracce di lavorazione<br />

compaiono nel cinquecento a.C., per avere successivamente una pratica continua dall’VIII secolo d.C. al XIX secolo d.C.<br />

Due eventi storico-politici legati al Giappone, rischiarono di portare sull’orlo dell’oblio la tradizione della pratica della<br />

forgia. La prima volta con l’editto haitorei dell’imperatore Meiyi, che aboliva il regime feudale proibendo l’uso civile della<br />

sciabola.<br />

La seconda condanna all’estinzione avvenne dopo la fine della seconda guerra mondiale, in cui il governo impose<br />

l’obbligo di non produrre alcun tipo di arma. Essendo i fabbri gli unici portatori orali della pratica di questa forgia, la<br />

tecnica stessa rischiò di scomparire, in quanto non vi erano testi scritti che ne spiegavano i passaggi, tramandati a voce<br />

di padre in figlio.<br />

Le ultime tracce di un prodotto costruito con lame in acciaio damasco, furono daghe da parata costruite dai nazisti<br />

durante la seconda guerra mondiale. Dopo di che si salta direttamente ai nostri giorni, dove i nipoti di quei maestrifabbri-artigiani,<br />

profondi conoscitori delle antiche tecniche, continuarono la produzione con nuove soluzioni produttive.<br />

Probabilmente l’antica tecnica non scomparì mai del tutto, perché l’acciaio damasco continuò ad essere prodotto anche<br />

nei tempi in cui sembrava essere scomparso: per una clientela privilegiata, particolarmente attratta dalle caratteristiche<br />

tecniche e dal pregio di possedere un oggetto di così alta fattura artigianale.<br />

Solo verso il 1795 possiamo dire con certezza che gli studi dell’acciaio damasco ebbero inizio in modo scientifico,<br />

studi eseguiti da David Muscher in una relazione sull’acciaio indiano presentata alla Società Reale in Inghilterra. Da<br />

questa prima relazione salta agli occhi il concetto che l’acciaio indiano era più acciaio che ferro, mentre nel 1804 sempre<br />

Muscher dichiara che nell’acciaio wootz il carbonio è presente in maggior percentuale che non nell’acciaio fuso inglese.<br />

Da quel momento si iniziò a capire e comprendere l’importanza del carbonio, l’influenza che aveva sulla durezza o<br />

fragilità dell’acciaio. Erano infatti ancora ignoti i concetti di eutettoide, cioè quando l’acciaio è saturo di carbonio con<br />

una percentuale pari allo 0,9% e una struttura in equilibrio; di ipoeutettoide, cioè quando è iposaturo di carbonio con<br />

una percentuale inferiore allo 0,9%; di ipereutettoide, quando è ipersaturo di carbonio, con una percentuale superiore<br />

allo 0,9%. Ovviamente, pur essendo praticata da migliaia di anni, era sconosciuta la definizione di trattamento termico,<br />

comunemente chiamata tempra. Questa operazione cambiava la struttura originaria dell’acciaio al carbonio non legato.<br />

Superando i 700-750 °C si ha una struttura costituita da soluzioni solide e carburi di ferro: austenite. Raffreddando<br />

rapidamente da temperature attorno agli 800 °C, tempra, si ha un cambiamento della forma strutturale che presenta<br />

una distribuzione di grana molto fine, martensite. Se raffreddata lentamente si trasforma nuovamente nella struttura<br />

originaria, l’austenite diviene perlite o perlite-ferrite, oppure perlite-cementite. Se raffreddiamo istantaneamente, la<br />

struttura si raffina e diviene molto dura.<br />

Quando parliamo di acciaio damasco, vi sono diversi tipi di definizione o di risultato finale.<br />

Il damasco orientale o dell’Est: a questo tipo di acciaio appartengono tutte le lame prodotte con metodo indiano,<br />

nonché tutte quelle lame che hanno subito alterazioni strutturali con particolari attrezzi come i ceselli con la parte<br />

tagliente smussata. Il fine ultimo era quello di ottenere modelli estetici di grande pregio, tra i quali il kirk narduban.<br />

Il damasco cristallino o granulare è un acciaio che un tempo era considerato di minor pregio per il suo aspetto, ma<br />

è stato dimostrato essere invece di molto superiore al damasco orientale o dell’Est, per le proprietà meccaniche delle<br />

lame.<br />

Il damasco saldato a strati è il risultato dell’intima unione di uno strato di acciaio tra due di ferro. Questo è fatto per<br />

consentire che il taglio di lama si trovi in mezzo, mentre gli strati di ferro più flessibili lo ricoprono.<br />

Il damasco meccanico o saldato a disegni è sempre un acciaio pluristratificato, ma qui gli strati subiscono deformazioni<br />

particolari una volta saldati. Tra queste deformazioni vi possono essere l’avvolgimento a spirale della barra o l’intervento<br />

di lime o mole, che creano così effetti decorativi. Il più delle volte questi effetti non hanno alcuna importanza strutturale,<br />

ma semplicemente estetica; in ogni caso il fabbro tiene sempre sotto controllo la costruzione dell’oggetto, per un uso<br />

totalmente in piena sicurezza. Va detto inoltre che la decorazione non è mai un punto di debolezza per la lama.


I Beatles nel film “Help”.<br />

Regia di Richard Lester,<br />

1965.<br />

Il famoso taglio di capelli “alla<br />

Beatles” inizialmente fu ispirato<br />

da Astrid Kirchherr, una giovane<br />

fotografa che conobbero ad<br />

Amburgo, che portava i capelli<br />

corti e pettinati in avanti.<br />

Ma fu durante il viaggio-vacanza<br />

che fecero Paul e John per i 21<br />

anni di John a Parigi che i due<br />

si fecero tagliare i capelli in quel<br />

modo nuovo, così per gioco,<br />

seguendo la moda francese; al<br />

ritorno in Inghilterra la strana<br />

e comoda pettinatura (non<br />

richiedeva impegno perché i<br />

capelli ricadevano da soli in<br />

avanti dopo averli lavati!) si<br />

diffuse sempre di più e diventò<br />

poi un taglio leggendario.<br />

Dal 1700 in poi le acconciature di uomini e donne diventano<br />

sempre più vistose: architetture di riccioli, spesso su<br />

parrucca, coprono il capo degli uomini di classe sociale<br />

elevata, mentre le dame adottano pettinature molto gonfie,<br />

ricche e decorate da nastri, ad incorniciare il viso e annodati<br />

poi piatte sulla nuca. La Rivoluzione Francese (1789) riduce<br />

l’uso di acconciature sfarzose ed esagerate: i capelli femminili<br />

sono raccolti in un semplice nodo sulla nuca. Dopo la parentesi del<br />

Neoclassicismo, che riporta in auge i lunghi capelli mossi sciolti<br />

ispirati alle donne dell’antica Grecia, per tutto il XIX secolo le signore<br />

alla moda preferiscono acconciature più ricche ed artificiose: boccoli<br />

che si inanellano dalle tempie alle spalle o, talvolta, fanno capolino<br />

da uno chignon fermato sulla nuca. Le acconciature in voga all’inizio<br />

dell’800, sono chiaramente ispirate all’antica Grecia: aderenti<br />

sul capo sono caratterizzate da un incrocio di ciocche, ornate da<br />

perle e fiori. Unica eccezione d’inizio secolo, era la pettinatura<br />

all’inglese, che lasciava liberi ampi riccioli che ricadevano sulle<br />

guance, chiamati prima tire-bouchons (cavatappi in francese), e<br />

poi anglaises. Mentre in Francia le parrucche avevano un certo<br />

successo, le dame italiane preferirono sempre le acconciature di<br />

capelli veri, raccolti in trecce, che si complicavano in base alle<br />

occasioni in cui venivano sfoggiate. Il colore dei capelli più alla<br />

moda, divenne il castano scuro, e pian piano si diffuse la pettinatura<br />

detta ‘alla vergine’, ossia con la riga in mezzo alla testa ed i capelli<br />

raccolti all’indietro.<br />

Nel corso di tutto il secolo, le acconciature vennero comunque<br />

adattate al tipo di cappello di moda. Dai cappellini allacciati sotto al<br />

mento, in voga con lo stile Impero, si passò alle cuffiette ornate di<br />

pizzo, per poi tornare, a fine secolo, ai grandi cappelli a falda larga,<br />

ornati di piume.<br />

23


24<br />

L E A D E R C A M<br />

È quasi impossibile parlare di<br />

acconciature degli anni ‘70 senza<br />

parlare di parrucche. Oggi, l’uso<br />

di parrucche o di acconciature<br />

‘finte’ sembra limitato ai soli usi<br />

cinematografici e teatrali, ma<br />

solo trenta anni fa la capigliatura<br />

era un tutt’uno con il vestito:<br />

lo stilista “firmava” in maniera<br />

completa le sue creazioni. Il<br />

successo di telefilm come la<br />

serie uFO, è dovuto anche all’uso<br />

di parrucche che consentivano<br />

tinte sgargianti, senza<br />

preoccupazioni per la salute.<br />

Tinte e acconciature presto<br />

imitate nella vita reale e divenute<br />

parte del nostro gusto.


iL <strong>LA</strong>VORO Oggi<br />

Dopo aver fatto una carrellata globale, possiamo capire quali e quanti siano i passaggi e le tecniche utilizzate per poter<br />

infine avere tra le mani un prodotto di grande pregio, con una tecnologia di alta qualità. Il lavoro di un tempo necessitava<br />

di molti passaggi e spesso il risultato finale non era di alta precisione, nonostante la grande esperienza e la caratura dei<br />

fabbri. Per ovviare a questo, nei tempi sono comparse sempre più in modo autoritario le macchine a controllo numerico,<br />

che con oscillazioni di centesimi di millimetro assicurano un prodotto finito di grande affidabilità. Dopo la tempra, la<br />

forbice Leader CAM fa la sua comparsa e ha inizio così la sua creazione. I successivi passaggi di lavorazione, passaggio<br />

dopo passaggio, i controlli metodici su ogni singolo pezzo, le finiture e i collaudi conclusivi danno inizio alla sua vita.<br />

Prima della tempra viene eseguita la sgrossatura del metallo in eccesso, per portare le misure il più vicino possibile<br />

a quelle della quota del progetto. Dopodiché vengono eseguite tutte le forature: solo a questo punto il pezzo può essere<br />

temprato. Quando ritorna in lavorazione, la sua durezza è notevolmente aumentata. La prima operazione è la finitura degli<br />

anelli interni con macchine a controllo numerico. Successivamente vengono eseguite ulteriori arrotature sulla schiena<br />

della lama e sul filo, e viene quindi fatta la prima arrotatura interna. Circa 3-4 passaggi per le forbici standard, e dai 6 agli<br />

8 passaggi per i prodotti più prestigiosi. Vengono arrotati la parte esterna della lama e il piano superiore. ultimata questa<br />

operazione abbiamo a grandi linee portato le quote vicino alla misura di tolleranza da rispettare.<br />

Dopo questi passaggi eseguiti con macchine arrotatrici, iniziamo le prime fasi del lungo viaggio produttivo del prodotto.<br />

Le lavorazioni vengono eseguite esclusivamente a mano, perché non esistono in commercio macchine in grado di sostituire<br />

l’uomo. La bombatura esterna delle lame è compiuta da artigiani in più passaggi, utilizzando nastri con differenti grane.<br />

Per togliere il “grosso” del materiale, viene usata una grana grossa, molto abrasiva; mentre per il “fino”, una grana<br />

molto fine grazie a un nastro diamantato. La rugosità della superficie della lama è portata al minimo, così che non abbia<br />

graffi, questo perché dopo aver lucidato il pezzo, non dovranno esserci segni e imperfezioni.La lucidatura viene eseguita<br />

a mano e a macchina, con mole in panno, alle quali viene applicata una sostanza pastosa che ha un effetto abrasivo e<br />

al contempo lucidante. Dopo queste operazioni si passa al montaggio. Alla forbice viene messa una vite per fermare le<br />

due lame, mentre altri articoli utilizzano un bullone regolabile e una placchetta (molla) per la regolazione della pressione<br />

tra le lame.<br />

L’azienda cura tutte le parti del prodotto, non da meno la viteria utilizzata per gli assemblaggi. Contrariamente a ciò che<br />

fanno molte altre aziende, Leader CAM non utilizza componenti in alluminio o in acciaio che non siano inossidabili. Anche<br />

per questi minimi componenti, i materiali scelti sono i migliori e rigorosamente inossidabili. Le viti hanno due tipi di passi,<br />

così come i diametri delle stesse variano da 3,5 a 4 mm. Le viti di questo diametro danno un vantaggio notevole al taglio:<br />

maggiore è il diametro, minore sarà la resistenza del capello al taglio, che risulterà più morbido e fluido, accompagnato<br />

da una sensazione molto piacevole durante l’operazione. Vengono utilizzati diversi tipi di molle da mettere al di sotto del<br />

bullone con particolari sistemi, che rendono le forbici Leader CAM personalizzabili dal cliente, che può regolare così la<br />

pressione tra le lame. In altri articoli, ad esempio per la linea Shidosa, la pressione tra le lame si regola per mezzo di una<br />

speciale chiavetta che viene fornita insieme al prodotto. Dopo aver assemblato la forbice, e controllata l’efficienza del<br />

poggiadito e della componentistica, ci avviciniamo al termine della produzione.<br />

una persona addetta al collaudo controllerà che le punte non si incrocino, in tal caso provvederà con un martelletto<br />

a piegare i gambi quanto serve, affinché le punte combacino tra loro. Dopo di che controllerà che le lame abbiano la<br />

corretta curvatura; si noterà che tra le lame ci sarà una sottile luce, perché punta e tacco saranno in contatto tra loro<br />

a forbice chiusa. Gli ultimi passaggi di affilatura vengono eseguiti in un reparto separato dalla normale produzione. Qui<br />

vengono ultimate le speciali affilature, tra cui la micro dentatura, il filo a rasoio e l’affilatura Convex.<br />

Successivamente si ripeterà un secondo collaudo più approfondito e severo, da parte di personale specializzato. Le<br />

forbici verranno ispezionate ad una ad una nei minimi particolari. Il passaggio seguente è un lavaggio eseguito in bagni a<br />

ultrasuoni che puliranno il pezzo, che verrà in un secondo momento lubrificato con speciali oli al silicone. Solo allora verrà<br />

eseguita la timbratura, rigorosamente al laser, su ogni singolo pezzo.<br />

Prima che il prodotto finito venga inserito nel proprio packaging, verrà sottoposto ad altri due controlli di qualità. Nel<br />

primo esame si controlleranno i difetti del materiale, di forma e di montaggio; nel secondo ed ultimo, si proverà il taglio<br />

su parrucche in capelli veri o in speciali materiali, per definire la perfetta efficienza dei fili a rasoio. Verrà anche accertato<br />

che il filo non presenti sbeccature, detti dentini, che comprometterebbero la fluida scorrevolezza delle lame.<br />

L’articolo Leader CAM che il cliente sceglierà di possedere, avrà dunque alle spalle un severo collaudo, fatto attraverso<br />

controlli accurati e metodici in ogni fase della lavorazione. Il cliente Leader CAM avrà sempre la certezza di essere entrato<br />

in possesso di una forbice di altissima qualità che lo gratificherà nel tempo.<br />

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26<br />

L E A D E R C A M<br />

sFOLtiRE E sFi<strong>LA</strong>RE<br />

COn LE FORBiCi<br />

pERChé sCEgLiERE unA FORBiCE LEADER CAM<br />

Le forbici Leader CAM sono da sempre sinonimo di pregio nel settore. La grande specializzazione ci<br />

viene dai molti anni di attività sempre al vertice della qualità, nella produzione di forbici per parrucchieri<br />

professionisti. Grazie all’esperienza dei titolari, all’altissima qualità si è aggiunto un design di grande<br />

successo commerciale, dal gusto tutto italiano.<br />

La forbice Leader CAM raggiunge una qualità e una finitura ottenuta con oltre 200 passaggi, in parte<br />

eseguiti a mano, con lavorazione artigianale limitata e collaudi severissimi fatti su ogni singolo pezzo:<br />

una garanzia di eccellenza.<br />

C’è infatti una differenza sostanziale tra la forbice fabbricata artigianalmente e quella prodotta in modo<br />

industriale. Così come c’è una sostanziale differenza tra una forbice stampata a caldo con acciaio<br />

malleabile e una creata per fusione, in cui si versa dell’acciaio fuso all’interno di uno stampo.<br />

La forbice Leader CAM utilizza entrambe le tipologie di fabbricazione ma, a differenza di molte altre<br />

aziende, dove il prodotto realizzato per microfusione potrebbe rompersi o danneggiarsi irrimediabilmente<br />

dopo una caduta accidentale, l’esperienza Leader CAM è riuscita negli anni a ottenere un prodotto<br />

che unisce due tipologie d’acciaio nello stesso manufatto. I gambi, che uniscono le lame agli anelli, sono di un acciaio<br />

malleabile, mentre le lame sono costituite da un acciaio molto più duro. In questo modo si potranno regolare nuovamente<br />

le forbici rovinatesi dopo una caduta accidentale.<br />

<strong>LA</strong> FORBiCE DA sFOLtiRE<br />

I capelli vanno sfoltiti con questo speciale attrezzo per ottenere lunghezze diverse.<br />

Per poter usare questa forbice, è necessario conoscerne la struttura e la sua possibilità d’impiego.<br />

Le forbici per sfoltire sono di due tipi:<br />

• Dentellate su entrambi i lati<br />

• Dentellate da un solo lato (forbici modellatrici o sfoltitrici)<br />

È anche necessario conoscere quanti capelli si tagliano con un colpo di forbici:<br />

• Forbici per sfoltire = circa un terzo dei capelli<br />

• Forbici modellatrici = circa la metà dei capelli<br />

Per eseguire un taglio in maniera corretta sono necessari questi strumenti:<br />

• Forbici per sfoltire<br />

• Spazzola per capelli<br />

• Pettine<br />

• Pettine fisso (a denti stretti)<br />

• Pinze per fermare i capelli<br />

Per ottenere un buon lavoro sul cliente, è necessario utilizzare la forbice ricordando le caratteristiche<br />

qui sopra. Le forbici aperte vengono accostate diagonalmente alla ciocca, a questo punto le punte<br />

delle forbici si trovano al primo taglio, vicino al cuoio capelluto, sul margine sinistro della ciocca<br />

precedentemente suddivisa e raccolta all’estremità tra le dita della mano.


Il movimento punk è nato in<br />

Inghilterra verso la metà degli<br />

anni ’70 e, successivamente,<br />

si è esteso in tutta l’Europa e<br />

l’America. Alla base di questo<br />

movimento si cela un senso di<br />

nichilismo, di autodistruzione, la<br />

convinzione di non avere alcun<br />

futuro in una società alienante e<br />

selvaggiamente egoista com’è<br />

quella contemporanea.<br />

Questo rifiuto ideologico della<br />

società si esprime nello stile di<br />

vita; con l’abbigliamento che, per<br />

quanto sporco e stracciato, è al<br />

tempo stesso curato nei minimi<br />

particolari (borchie, cerniere,<br />

manette, bondage, ecc); con i<br />

capelli decolorati o coloratissimi,<br />

le acconciature a cresta di gallo<br />

o alla mohicano; con una grande<br />

quantità di anelli e spilloni infilati<br />

nel naso, nei lobi, nelle guance.<br />

Gli uomini dell’800 portavano i capelli scapigliati, con un<br />

atteggiamento ironico; e le basette, dalle tempie, scesero<br />

fino ad unirsi sotto il mento, formando una striscia sottile di<br />

barba, che incorniciava il viso. Questa acconciatura, rimasta<br />

famosa con il conte di Cavour, prese proprio da questi il<br />

suo nome. Alcuni accompagnavano la striscia di barba,<br />

con piccoli baffi cadenti, ma era piuttosto raro. Col tempo, i baffi<br />

divennero di gran moda e vennero impomatati, per tenerli ben dritti o<br />

rialzati, anche se in Italia, Mazzini e Garibaldi li portavano spioventi.<br />

La barba, inoltre, si affacciò sui volti maschili, a partire dal 1840,<br />

espandendosi fino a ricoprire tutto il mento se non fino alle tempie.<br />

Ma è nel XX secolo che prende il via la più grossa rivoluzione nella<br />

storia dei capelli femminili, con l’invenzione della permanente a<br />

caldo e poi anche a freddo. Vediamo i capelli trattenuti in code e<br />

codine, con i tagli più strani e differenti, dalle frangette alle scalature,<br />

dal carré corto alle creste punk.<br />

Oggi più che mai i capelli rappresentano il mezzo espressivo che<br />

ogni donna ha a disposizione per manifestare la cura e l’attenzione<br />

che ha per se stessa: cartina di tornasole del carattere della persona<br />

e della società in cui vive e con cui si confronta. Con l’avvento<br />

delle extensions ogni donna può sfoggiare la lunghezza di capelli<br />

desiderata senza dover attendere tempi lunghissimi e senza sentirsi<br />

da meno rispetto a chi più dotata dalla natura in fatto di chioma.<br />

27


In questa posizione le forbici vengono chiuse e riaperte una sola volta. Si scivola verso il basso di circa quattro centimetri,<br />

verso la punta della ciocca, e si procede ripetendo l’operazione una sola volta.<br />

La distanza dipende dalla posizione della forbici rispetto alla ciocca. Le forbici tagliano sulla sinistra, in alto sulla<br />

ciocca, dove termina a destra lo sfoltimento. La sequenza diagonale termina quando si arriva alla punta dei capelli. Si<br />

procederà quindi con il pettinare la ciocca appena sfoltita. Successivamente si continua il lavoro con una ciocca vicino<br />

o sopra a quella di partenza, che verrà sfoltita allo stesso modo. Al termine del lavoro, si mettono in ordine i capelli con<br />

pettine e spazzola, per poi passarli con un pettine a denti stretti per rimuovere tutti i capelli tagliati.<br />

In Europa la maggior parte dei professionisti ha un’impronta scolastica che tende a far impugnare le forbici con i<br />

denti sulla lama superiore. Questo fa sì che il professionista decida quanto tagliare appoggiando i capelli sulla lama di<br />

sotto come fosse un supporto, chiudendo successivamente la lama dentata. I capelli che cadranno tra un dente e l’altro<br />

saranno quelli non tagliati, ma il risultato si vedrà solo a taglio effettuato.<br />

Nei paesi Extra CEE le sfoltitrici vengono usate con la lama dei denti sotto, così che a reggere i capelli saranno gli stessi<br />

denti, e il professionista potrà vedere immediatamente quanti capelli andranno tagliati e quanti cadranno tra i denti, ancor<br />

prima di muovere la lama sopra, portando a termine il lavoro. Questi metodi variano a seconda dei paesi, ma il risultato<br />

rimane sempre il medesimo, e con una forbice sfoltitrice Leader CAM il lavoro sarà sempre d’alto livello professionale:<br />

nel campionario si possono trovare entrambi gli articoli.<br />

Per capire di quale livello è la forbice sfoltitrice che ci accingiamo ad acquistare, bisogna fare molta attenzione ad<br />

alcune caratteristiche tecniche. Infatti, diversamente da quanto accade per le forbici da sfilare o da taglio tradizionali,<br />

le sfoltitrici sono un prodotto che lavora in maniera completamente diversa. La sostanziale differenza sta nel fatto che<br />

questo tipo di articolo ha, nella maggior parte dei casi, una lama a filo continuo e l’altra dentellata.<br />

Questa tipologia di lama, per la sua struttura non uniforme, ma interrotta, sulla quale scorre quella con il filo continuo,<br />

può creare alcuni problemi durante le fasi di produzione. È proprio nei punti morti di questa lama dentellata, che la forbice<br />

Leader CAM si fa notare. Innanzi tutto la qualità dei materiali fa la sua parte, in quanto la scelta degli stessi evita problemi<br />

in fase di finitura. L’uso di questo articolo è a discrezione dell’acquirente che userà il prodotto mantenendo le abitudini<br />

derivate dall’utilizzo di forbici usate in precedenza, che necessitavano di questa particolare tecnica, o dall’uso impartitogli<br />

dalle scuole. Indipendentemente da ciò, vi è una regola assoluta che consente di capire la reale qualità di una forbice da<br />

sfoltire rispetto a un’altra della stessa categoria.<br />

Per prima cosa, tornando alla spiegazione precedente in cui si parlava della scorrevolezza, la sensazione al tatto è<br />

indispensabile. Rumori, anche minimi, o la tendenza a “piantarsi” durante il movimento di taglio, sono sinonimo di scarsa<br />

qualità. Più ci si avvicina allo zero in fatto di rumorosità, più la forbice sarà di ottima fattura. Ovviamente, maggiore sarà<br />

la distanza tra i denti, maggiore sarà la difficoltà di mantenere queste caratteristiche invariate.<br />

un’altra qualità che differenzia le sfoltitrici Leader CAM, è la non necessità di creare troppa pressione con le dita durante<br />

il taglio. Le forbici di vecchia concezione richiedevano pressioni maggiori. Noterete che i nostri articoli scivoleranno da<br />

soli, senza il bisogno di imprimere forza eccessiva, che durante i primi tagli potrebbero essere causa di intaccature sul<br />

filo della lama a rasoio.<br />

Si consiglia per tanto di non imprimere pressione durante i primi tagli per evitare il rischio di spiacevoli inconvenienti<br />

derivati da un errato utilizzo. Per raggiungere un’affilatura con queste caratteristiche, bisogna utilizzare un angolo di<br />

taglio molto acuto, che dà sì grandi proprietà di taglio, ma che rende anche molto delicata la forbice. Si consiglia<br />

quindi di poggiare delicatamente la forbice dopo l’utilizzo su di un panno morbido, senza “buttarla” sul banco da lavoro,<br />

mantenendo così l’affilatura in ottimo stato, e sfruttando le sue doti per lungo tempo.<br />

La forbice per sfoltire di Leader CAM ha raggiunto un alto livello tecnologico che può soddisfare qualunque genere<br />

di cliente, dal privato al più esperto ed esigente professionista. Gli articoli prodotti da Leader CAM si suddividono in tre<br />

fasce: la forbice che sfoltisce il 25% del capello, quella che sfoltisce il 50% del capello e quella che sfoltisce il 75%. La<br />

più usata generalmente è quella appartenente alla categoria di mezzo, e la maggior parte degli articoli prodotti tra le<br />

sfoltitrici, entrano in questa categoria di taglio.<br />

Tra questi prodotti, ve ne sono molti in cui l’esperienza Leader CAM ha cercato di alleviare alcuni disturbi di tipo<br />

professionale, fornendo una forbice di tipo ergonomico.<br />

Questo prodotto permette un’impugnatura naturale e un movimento leggero e senza costrizioni, che ne facilita l’uso e<br />

impedisce il sopraggiungere di disturbi e infiammazioni al polso, al tunnel carpale o alla schiena.<br />

un nuovo articolo Leader CAM è la sfoltitrice con denti ricurvi a diverso raggio che cadono perpendicolarmente sulla<br />

lama non dentata. Il vantaggio sta nel poter eseguire anche un taglio scivolato, garantendo sempre un ottimo risultato.<br />

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30<br />

L E A D E R C A M<br />

<strong>LA</strong> FORBiCE pER sFi<strong>LA</strong>RE<br />

Sfilando i capelli con le forbici si ottiene una ricaduta morbida degli stessi, uno sfoltimento più o meno abbondante della<br />

massa, un accorciamento. Per eseguire il lavoro correttamente è necessario conoscere le differenze di struttura, di<br />

impugnatura e d’uso delle forbici per capelli, da quelle per sfilare a quelle per modellare.<br />

L’ampiezza del movimento di taglio raschiante, e la pressione più o meno accentuata nel chiudere le lame sulle ciocche,<br />

determineranno i seguenti risultati:<br />

• I capelli verranno soprattutto accorciati senza sfoltirli troppo<br />

• I capelli verranno soprattutto sfoltiti senza accorciarli troppo<br />

• Si otterranno entrambi i risultati in ugual misura<br />

Gli strumenti necessari per eseguire questo tipo di taglio sono:<br />

• Forbici<br />

• Pettine<br />

• Accessori per fermare i capelli<br />

Per eseguire una sfilatura senza accorciare troppo i capelli, occorre ricordare che le lame della forbice devono essere<br />

semi aperte, circa 2/3 dell’apertura lama, soprattutto su capelli asciutti. Il movimento di taglio raschiato si esegue lungo<br />

la ciocca, dalla punta verso la testa. Mentre eseguite questo movimento, aumentate leggermente la pressione delle<br />

lame. Se il taglio è stato eseguito correttamente, si noterà che una parte dei capelli presi con le forbici si gonfieranno in<br />

prossimità dell’attaccatura. Ripetete l’operazione fino a quando non vi troverete tutti i capelli sfilati nella mano sinistra<br />

con la quale la reggevate. Pettinate a fondo ma in maniera delicata, la ciocca che avete sfilato.<br />

La sfilatura di accorciamento delle punte senza che si sfoltisca la lunghezza, con taglio diritto, viene eseguita correttamente<br />

appoggiando le lame delle forbici semiaperte sui capelli, sfilando per brevi tratti aprendo e chiudendo parzialmente le<br />

lame. Aumentate gradualmente la pressione sulle lame. Ripetete l’operazione di taglio raschiante, fino a quando i capelli<br />

saranno più corti nel punto desiderato. Procedete successivamente allo stesso modo con tutte le ciocche.<br />

Pettinate delicatamente, si noterà ora che i capelli inizialmente tagliati diritti, sono di lunghezze diverse, assumendo un<br />

andamento fluido non ricadranno più diritti.<br />

Il taglio sfilato con cotonatura verso il dietro, si esegue quando un settore delle punte è troppo sfilato; con questa tecnica<br />

di ottiene una sfilatura che accorcia la lunghezza senza sfoltire. Prendete una ciocca con la mano sinistra nel<br />

punto della lunghezza desiderata. Tenete le ciocche ben tese, cotonando i capelli più corti verso il dietro.<br />

I capelli che vi rimarranno tra le dita saranno tagliati con taglio sfilato, con brevi movimenti raschianti.<br />

Quando andrete a pettinare, i capelli cotonati indietro andranno a formare le nuove punte.


L’AFFi<strong>LA</strong>tuRA <strong>DELLE</strong> FORBiCi LEADER CAM<br />

La forbice per sfilare di Leader CAM è proposta in diversi articoli: questo dipende dalle caratteristiche strutturali,<br />

dall’affilatura o dal disegno ergonomico adatto a una clientela più esigente.<br />

L’articolo che la ditta Leader CAM consiglia ai propri clienti, è quello che possiede il minor angolo alfa, quindi molto<br />

vicino allo zero, che permette di eseguire perfettamente un ottimo taglio scivolato. La caratteristica di questi articoli è<br />

appunto quella di avere un angolo molto acuto che rende la lama a rasoio adatta a determinate tecniche di taglio. Minore<br />

sarà l’angolo alfa, maggiore sarà l’efficacia della lama a rasoio (Figura 1).<br />

L’affilatura Standard è eseguita sul pezzo generalmente mediante l’utilizzo di una macchina, che consente una grande<br />

precisione di esecuzione del filo. Parallela alla lunghezza del tagliente della lama, si può notare una fascetta di affilatura,<br />

a causa di questa caratteristica non potrà mai essere ad angolo acuto, quindi non è un’affilatura di tipo a rasoio, ma il<br />

taglio sarà comunque sempre preciso per l’esecuzione di tagli normali.<br />

L’affilatura fatta sulla lama con un’accentuata concavità, viene denominata di tipo Convex. L’esterno viene totalmente<br />

lavorato a mano, così da arrotondare il filo partendo dal tagliente o filo, fino alla schiena della lama. In questo modo<br />

andremo a creare un’affilatura omogenea in cui non si noterà più la fascetta fatta a macchina. Solo i migliori artigiani<br />

professionisti posso eseguire questa operazione, perché nessuna macchina è in grado di fare questo tipo di lavoro.<br />

Esistono anche forbici con micro dentatura su modelli classici e più economici, dove l’affilatura è meno pregiata. Con<br />

questo tipo di articolo è impossibile eseguire tagli scivolati, in quanto la lama superiore ha un angolo alfa più elevato e<br />

quindi non a rasoio; il vantaggio della seconda lama micro dentata, dove lo spazio tra i denti è di 0,25 mm, sta nel poter<br />

tagliare grosse ciocche di capelli, senza che questi vengano spinti verso la punta. Infatti il pregio di questo articolo sta<br />

nello sfruttare i denti che bloccano i capelli durante il movimento di taglio.<br />

Possiamo dire che partendo da uno stesso acciaio di uguale qualità, il risultato cambierà drasticamente se non si è<br />

in grado di affilare in modo preciso la lama, perché come abbiamo già avuto modo di dire, il risultato non lo fa solo il<br />

materiale utilizzato, ma soprattutto l’artigiano che sa eseguire in modo professionale i vari metodi di affilatura richiesta.<br />

L’affilatura può essere controllata tramite una macchina che ne misura il grado di penetrabilità su di uno strato di carta<br />

apposito. un peso trascina per inerzia la carta verso il basso mentre la lama si muove avanti e indietro per mezzo della<br />

macchina che la sorregge; calcolando i millimetri tagliati dalla forbice posta sotto di essi e il tempo necessario a tagliarli,<br />

si trova il rapporto su di una tabella pre-compilata.<br />

Dedurremo perciò che, se maggiore sarà la penetrazione e minore il tempo, l’affilatura sarà di alto grado di penetrazione.<br />

Nel grafico si mette in relazione il tempo in minuti e la penetrazione in mm (Figura 2).<br />

1. 2.<br />

Affilatura standard<br />

Affilatura Convex<br />

α<br />

α<br />

Noterete nell’esempio A il risultato di un test su di un prodotto con scarsa durezza e limitata durata del filo. Mentre<br />

nell’esempio B noterete che il grado di penetrabilità è costante nel tempo, ciò è indice dell’utilizzo di materiali di buona<br />

qualità. Nell’esempio C il grado di penetrabilità aumenta con l’avanzare del tempo, indice di alta qualità. Si tratta di una<br />

forbice Leader CAM.<br />

TEMPO (MINUTI)<br />

PENETRAZIONE (MILLIMETRI)<br />

31


32<br />

L E A D E R C A M<br />

<strong>LA</strong> <strong>LA</strong>MA intERnA<br />

La forbice è composta da due parti come già spiegato, ma il punto più importante è quello in cui si accoppiano le due<br />

lame. La lavorazione interna delle lame, un tempo fatta completamente a mano, oggi è il frutto di una lavorazione fatta<br />

con macchine a controllo numerico d’alta precisione, con parametri di lavorazione sull’ordine del millesimo. Questo<br />

consente di avere una corsa e una scorrevolezza del prodotto finale di altissima qualità.<br />

La concavità e l’arrotatura interna della lama, fatta con mole speciali, ha inizio dal punto appena sopra la “posta”, e<br />

giunge alla punta. Questa particolare lavorazione è in relazione del diametro della mola: più il suo diametro sarà piccolo,<br />

più sarà accentuata la concavità della lama, diversamente accadrà se il diametro della mola sarà maggiore. L’asse<br />

dell’arrotatura sarà al centro della lama, e partirà dalla punta passando per il fulcro o perno della forbice, alzandosi in<br />

prossimità della “posta”, nel punto chiamato in gergo mezza luna.<br />

Gli artigiani regolatori devono dare il giusto grado di svergolamento, detto effetto elica, alla lama, che serve a far sì che<br />

i due fili e le punte convergano tra loro, per avere come risultato un ottimo taglio. Se non ci fosse questo effetto elica,<br />

le lame dalla metà forbice verso la punta avrebbero difficoltà nel taglio. Lo svergolamento combinato con l’angolo acuto<br />

di taglio, causerebbe dei conflitti a livello della scorrevolezza e rumorosità. Per ovviare a questo problema, viene fatta<br />

all’interno della lama una fascetta di qualche decimo di mm sul filo; la fascetta ha una finitura speciale, questo fa sì che<br />

non ci sia un’angolo vivo, permettendo una maggiore scorrevolezza e assenza di rumore provocato da attrito eccessivo.<br />

La mezza luna, che si trova appena sopra la “posta”, crea una costante tra le lame durante l’operazione di chiusura.<br />

Studiata e fatta in maniera che la pressione aumenti quanto più la forbice si chiude: questo perché il taglio nella zona della<br />

punta è critico, e la mezza luna consente una maggiore pressione alle lame senza forzare con le dita.<br />

Per quanto riguarda la forbice da sfoltire c’è un’eccezione, in quanto lo svergolamento viene eseguito solo sulla lama<br />

che ha i denti. L’altra lama viene lavorata diversamente, con un’arrotatura interna che procede lungo l’asse del perno; e<br />

un’arrotatura della mezza lama parallela all’asse iniziale, che può essere spostata a seconda del progetto del prodotto da<br />

realizzare. Questa operazione è molto importante, perché permette al filo di essere sempre rivolto verso l’alto, coincidendo<br />

così correttamente con i denti dell’altra lama, e consentendo sempre un taglio preciso e regolare.<br />

La finitura delle sfoltitrici è completata con la fascetta speculare all’interno della lama, eseguita come abbiamo già avuto<br />

modo di spiegare, per migliorarne le caratteristiche.


LE CARAttERistiChE pER RiCOnOsCER<strong>LA</strong><br />

La forbice è un articolo da taglio che può essere progettato in diverse forme e misure e anche se un progettista può<br />

sbizzarrirsi, la prima cosa da tenere presente è che il prodotto deve in ogni caso mantenere la sua funzionalità. Deve<br />

dare al cliente un’immediata impressione di comfort al contatto. Ciò è molto difficile da ottenere quando si utilizzano<br />

design non tradizionali. Leader CAM ha cercato di coniugare design e funzionalità con una cifra tale da distinguersi dai<br />

competitori.<br />

Al contatto, la prima impressione è il comfort. Immediatamente dopo si deve prestare attenzione al peso. un professionista<br />

usa la forbice per parecchie ore al giorno, e anche pochi grammi possono fare la differenza. un ulteriore fattore collegato<br />

al peso e al design è la bilanciatura e la distribuzione dei pesi. Se il prodotto non nasce da uno studio serio e approfondito,<br />

c’è il rischio che possa rivelarsi difficile da utilizzare per molte ore.<br />

Ci sono forbici che tendono a dare l’impressione di cadere in avanti perché il peso è maggiore nelle lame, con il risultato<br />

di essere scomode da maneggiare. Altre invece hanno una distribuzione maggiore del peso sui gambi, rendendo così<br />

difficile il movimento.Le forbici Leader CAM sono perfettamente bilanciate e garantiscono l’utilizzo ideale. una forbice<br />

ben bilanciata farà sì che il professionista abbia un feeling elevato e duraturo con lo strumento principe del suo lavoro.<br />

Questi sono i primi aspetti che si devono notare; scopriamo gli altri dettagli tecnici che parlano della qualità del prodotto.<br />

un primo e molto importante dettaglio, da non sottovalutare, è il materiale di cui è composto il gambo, parte sempre<br />

a contatto con la pelle del professionista e quindi suscettibile di provocare allergie. Queste parti sono quasi totalmente<br />

senza Nichel, in quanto la percentuale presente è talmente bassa che non può essere causa di questo alcun problema<br />

dermatologico. un’altra differenza è l’assenza di graffi o ombreggiature nella finitura, che ci parlano della qualità della<br />

stessa. Questo risultato si ottiene grazie a diversi passaggi realizzati con nastri speciali.<br />

Anche la qualità interna della lama ci parla della qualità del prodotto: la presenza di tutto ciò che può dare disturbo<br />

anche ad un primo sguardo, è sinonimo di scarsa attenzione e cura. Le forbici Leader CAM sono impeccabili sotto questo<br />

punto di vista, grazie alla severa attenzione dell’operatore nello scegliere i giusti nastri da utilizzare per i diversi articoli e<br />

al collaudatore nello scartare quelle forbici che ancora presentino pur piccolissime imperfezioni.<br />

Per capire meglio la qualità dell’interno lama delle forbici di alta fascia, potete seguire passo passo questo semplice<br />

procedimento. Prendete la forbice e tenete l’anello destro nella mano destra tenendola in posizione verticale, con il<br />

bullone rivolto verso di voi. Con la forbice rigorosamente chiusa, regolate con il bullone e in senso antiorario, la tensione<br />

delle lame al minimo. Fatto ciò, mantenendo sempre la forbice in posizione verticale, aprite le lame e poi lasciate cadere<br />

la lama superiore. Noterete che la forbice si chiuderà completamente.<br />

Aumentando la tensione di uno scatto per volta e ripetendo l’operazione, noterete che le lame rimarranno gradualmente<br />

sempre più aperte. Con questa prova è possibile trovare la tensione ottimale per lavorare. Quando le punte resteranno<br />

distanti tra loro circa un centimetro, avrete trovato la regolazione ideale.<br />

un’altra differenza che caratterizza la qualità del prodotto nel tempo, è la durata dell’affilatura, cioè la distanza che<br />

intercorrerà tra l’acquisto e la vostra prima riaffilatura. Le affilature dei prodotti Leader CAM hanno una durata media che<br />

va da uno a due anni, in alcuni casi la durata è addirittura superiore. Questo spinge i nostri clienti a tornare da noi ogni<br />

qualvolta dovranno acquistare un nuovo prodotto.<br />

33


34<br />

L E A D E R C A M<br />

LE MA<strong>LA</strong>ttiE pROFEssiOnALi<br />

E iL COntRiButO ERgOnOMiCO<br />

Di LEADER CAM<br />

Accade, a volte, che lavoratori come i parrucchieri, possano incorrere in una malattia<br />

professionale detta del dito a scatto. Questo perché l’utilizzo continuo della mano e delle<br />

dita, può provocare infiammazioni a quelle guaine all’interno delle quali scorrono i tendini flessori.<br />

Quando queste guaine chiamate pulegge si gonfiano per l’infiammazione, i tendini faticano a scorrere<br />

e quindi si ha l’effetto del dito a scatto: una delle dita interessate rimane bloccata durante il proprio movimento per poi<br />

riprendere la normale posizione. Si tratta di un disturbo doloroso e diffuso.<br />

I rimedi contro questo disturbo professionale sono essenzialmente due, quello medico e quello chirurgico. Nel<br />

primo caso si usano farmaci antidolorifici e antinfiammatori come l’associazione del paracetamolo e della codeina per<br />

qualche giorno. Eventualmente si possono associare alla terapia farmacologica, anche la laserterapia e la ionoforesi,<br />

mentre è sconsigliato totalmente l’uso del cortisone per mezzo d’infiltrazioni, in quanto molto doloroso e inutile,<br />

perché dopo qualche tempo il dolore e il disturbo ritornano. Tra l’altro il cortisone ha anche un’azione corrosiva sui<br />

tendini e può provocare rotture spontanee e traumatiche negli stessi.<br />

Qualora non si traggano vantaggi dall’utilizzo di farmaci, si deve pensare ad un trattamento chirurgico. Il vantaggio<br />

è che la ripresa dell’utilizzo del movimento della mano è rapido. L’intervento ha una durata di circa cinque minuti, in<br />

anestesia locale. Il chirurgo durante l’operazione deve allargare la puleggia per ripristinare il giusto movimento. Servono<br />

semplicemente 5 millimetri d’incisione per eliminare il problema. Subito dopo l’operazione ha inizio la riabilitazione<br />

dell’arto, con movimenti semplici, come il fingere di suonare un piano o lo scrivere su una tastiera. Il recupero sarà tanto<br />

più veloce, quanto più è alta la sopportabilità al dolore del paziente, che in questa fase deve collaborare moltissimo<br />

con il medico, sforzandosi di fare qualunque cosa con la mano operata. Per ridurre la possibilità di insorgenza del dito<br />

a scatto, Leader CAM ha progettato due forbici ergonomiche con speciale anello girevole.<br />

Il modello tradizionale ha la caratteristica di avere un anello fisso per il dito anulare e un anello 2D girevole per il<br />

pollice, che ruota perpendicolarmente rispetto al gambo. Con questa forbice è possibile eseguire qualsiasi tipo di taglio,<br />

mentre il vantaggio dell’anello girevole sta nello sfruttare il suo movimento naturale, che permette al professionista<br />

di muovere liberamente il dito pollice in maniera naturale, contrastando così affaticamenti e malattie professionali al<br />

polso e alla schiena.<br />

Il secondo modello con anello girevole ergonomico è un prodotto giapponese della Shidosha fabbricato con diversi<br />

materiali, che ha una importante caratteristica principale. L’anello 3D è composto da un primo anello che ruota<br />

perpendicolarmente rispetto al gambo, con all’interno un secondo anello che ruota parallelamente rispetto al gambo.<br />

Il movimento quindi è ancora più completo, perché la punta del pollice è libera di muoversi in modo totalmente naturale<br />

durante l’operazione di taglio. Grande attenzione è stata riposta anche ai dettagli, infatti la rotazione del primo anello,<br />

quello perpendicolare rispetto al gambo, ruota su cuscinetti a sfera. La forbice inoltre è venduta con in dotazione un<br />

anello 2D ergonomico che può essere sostituito in ogni momento con una semplice operazione di smontaggio, qualora<br />

si rivelasse necessario il suo utilizzo.


<strong>LA</strong> LinEA shiDOshA<br />

La linea Shidosha è composta da una serie di prodotti fatti a mano, originali del Giappone e distribuiti in tutto il mondo<br />

da Leader CAM con il marchio Shidosha che significa Leader in giapponese. Questa linea è nata con l’idea di offrire a<br />

tutti i clienti Leader CAM, amanti dei prodotti di tradizione nipponica, una scelta dal proprio campionario, garantendo una<br />

qualità di prodotto e di servizio alla pari con gli articoli della propria produzione.<br />

Quattordici sono attualmente i prodotti in gamma, alcuni dei quali disponibili in diverse misure, tutti di estrema qualità.<br />

Le forbici Shidosha vengono realizzate interamente da un artigiano giapponese, in tirature molto limitate, rendendo così<br />

ogni singolo prodotto quasi un articolo per collezionisti. La città di provenienza è Seki City, una città paragonabile alla<br />

Maniago del Giappone, dove si possono incontrare artigiani di antica esperienza. una città composta da diverse zone<br />

artigianali, in cui vengono prodotte le famose spade katane, un luogo in cui l’arte della lavorazione della lama da taglio ha<br />

un’origine antichissima e una storia prestigiosa.<br />

Quello che differenzia questo articolo dai prodotti di serie è la cura quasi maniacale di ogni singolo elemento, come ad<br />

esempio la scelta di utilizzare il famoso acciaio giapponese SuperGold, che ha la caratteristica di essere fuso all’interno di<br />

speciali forni a pressione, in cui le molecole si distribuiscono in modo omogeneo e perfetto. L’acciaio nella fase di tempra<br />

raggiunge durezze non possibili per altri tipi di acciai, evitando quindi tensioni nella fase di raffreddamento. Questa<br />

distribuzione perfetta a livello molecolare lo rende estremamente duro, con un grosso beneficio per tutti quei punti più<br />

critici, come ad esempio il filo.<br />

Nel caso dell’acciaio 440, pur essendo esso di altissima qualità, ci troviamo in presenza di una struttura molecolare<br />

non perfettamente equilibrata, perciò le micro durezze variano da molecola a molecola. Ciò non accade per l’acciaio<br />

Super Gold, dove la distribuzione è ordinata. Questo acciaio può raggiungere percentuali di carbonio che vanno dallo<br />

0,95% all’ 1,95% con durezze di 62-63 Rockwell (R). Per altri prodotti di alta qualità viene utilizzata un’alta percentuale<br />

di cobalto, che può raggiungere anche il 2%. Le affilature sono rigorosamente Convex e in ogni prodotto viene inserito nel<br />

perno un cuscinetto a sfera che rende il movimento fluido, garantendo sempre tagli precisi.<br />

35


36<br />

L E A D E R C A M<br />

COnsigLi Di utiLizzO<br />

Prima di impugnare le forbici, mettetele dinanzi a voi con le punte rivolte a sinistra (eccetto che per i modelli mancini),<br />

facendo sì che la vite dello snodo sia rivolta verso di voi. È accettato anche il metodo che consiste nel volgere verso il<br />

basso lo snodo, cioè in senso opposto a quello indicato sopra.<br />

Infilate la punta del pollice nell’occhiello inferiore della forbice, mentre l’anulare va inserito fino alla seconda falange,<br />

in quello superiore. Non infilate il pollice nell’occhiello troppo in profondità, perché ciò ostacolerebbe il movimento e il<br />

corretto uso della forbice.<br />

Il medio e l’indice vengono appoggiati sulla branca superiore e con una leggera pressione delle dita si conferisce stabilità<br />

all’attrezzo.<br />

Le forbici vanno sempre impugnate in modo corretto, quando si taglia, la lama condotta dall’indice, dal medio e<br />

dall’anulare, deve restare possibilmente ferma, mentre a muoversi deve essere sempre quella condotta dal dito pollice,<br />

infilato nell’occhiello inferiore.<br />

Muovendo le forbici anche con il dito medio e l’anulare, anziché solo con il pollice, entrambe le lame si muoveranno<br />

e l’azione del tagliare non risulterà fluida, con la possibilità di perdere il controllo delle stesse. Per impratichirsi nel<br />

movimento, affinché risulti fluido e naturale, ci sono esercizi specifici da ripetere molto spesso.


<strong>LA</strong> puLiziA<br />

Gli attrezzi devono assolutamente essere sempre mantenuti correttamente per essere sempre nelle migliori condizioni<br />

di igiene e di efficienza.<br />

Gli attrezzi metallici quali le forbici devono essere trattati in modo particolare, questo per far sì che mantengano il loro<br />

valore più a lungo nel tempo.<br />

Vi consigliamo di sciacquare le vostre forbici in acqua calda alla fine di ogni giorno, provvedendo poi ad asciugarle con<br />

cura.<br />

PuLIZIA MECCANICA: è la pulizia dello sporco superficiale.<br />

PuLIZIA A FONDO: questo procedimento viene eseguito con prodotti detergenti.<br />

DISINFEZIONE: è molto importante, perché consente che l’attrezzo non trasmetta alcuna malattia infettiva. Va sempre<br />

praticata insieme alla pulizia.<br />

Possiamo distinguere diversi prodotti per la pulizia:<br />

• Prodotti con o senza effetti disinfettanti.<br />

• Prodotti disinfettanti, apparecchiature per la disinfezione.<br />

<strong>LA</strong> MAnutEnziOnE<br />

Dopo la pulizia gli attrezzi metallici vanno sempre lubrificati affinché mantengano la loro funzionalità nel tempo. Oliare<br />

con frequenza almeno settimanale, attorno alla vite e tra le lame, utilizzando solo olio per forbici, evitando l’impiego di oli<br />

vegetali. un grumo d’olio può attirare capelli o polvere sulla parte oliata, rendendo più difficoltosa la pulizia.<br />

Scegliete un luogo sicuro presso la vostra stazione di lavoro ove riporre le forbici, e assumete l’abitudine di riporre<br />

queste ultime nello stesso posto una volta utilizzate. Chiudetele sempre quando non le utilizzate. Il poggiare le forbici sulla<br />

stazione di lavoro spesso comporta il rischio di coprirle con un asciugamano, e di farle così cadere in terra con il pericolo<br />

di creare sbeccature sulla lama.<br />

Evitate di completare un taglio se la sezione dei capelli offre resistenza. Questo rappresenta la regola fondamentale in<br />

materia di manutenzione dei vostri strumenti da taglio, nonché uno fra i motivi più usuali per cui i parrucchieri danneggiano<br />

le proprie forbici. un taglio forzato significa che la quantità di capelli è eccessiva per le forbici, il forzare eccessivamente<br />

le lame potrebbe danneggiarne i fili di taglio. In questo caso si consiglia di tagliare porzioni ridotte di capelli. Controllate<br />

quotidianamente la tensione delle vostre forbici: se troppo strette le lame potrebbero sfregare l’una contro l’altra durante<br />

l’azione di taglio; se troppo lente, potrebbero non risultare più controllabili, provocando eventuali tacche a livello del filo.<br />

Al fine di controllare la tensione, tenete nella mano sinistra l’anello superiore delle vostre forbici, e con la destra l’anello<br />

inferiore. Lasciate quindi andare l’anello inferiore e osservate: se la lama scivolerà dolcemente verso il basso, vorrà dire<br />

che la forbice è tesa in maniera ottimale. Se dovesse restare ferma, vorrà dire che è eccessivamente stretta, diversamente<br />

se dovesse scivolare con eccessiva velocità. Regolate opportunamente la forbice servendovi di un regolatore di tensione<br />

o di un cacciavite idoneo. Evitate di regolare la tensione quando le lame sono aperte, accertatevi quindi sempre che le<br />

lame siano correttamente chiuse prima di eseguire questa semplice operazione, ciò eliminerà la probabilità di creare<br />

tacche sulla lama.<br />

Qualora le vostre forbici, dopo un utilizzo pur corretto, e dopo diverso tempo, non tagliassero più confacentemente,<br />

Leader CAM offre ai propri clienti un servizio di manutenzione, riparazione, registrazione e affilatura.<br />

37


L E A D E R C A M<br />

LE nostRE CREAzioni<br />

unA gAMMA<br />

CoMpLEtA<br />

pER ogni vostRo<br />

DEsiDERio


40<br />

L E A D E R C A M<br />

Kiss 2001<br />

ACCIAIO FORGIATO AISI 420 - 440 CONTENENTE<br />

0,7% - 1% DI CARBONIO E 13% - 18% DI CROMO<br />

DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />

MISURE<br />

TAGLIO 5,5” - 6”<br />

SFOLTIRE 5,5” - 6,2”<br />

TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

5,5 S - 6,2 S (DENTEL<strong>LA</strong>TURA MEDIA)<br />

5,5 SV 10 - 5,5 S - 6,2 S<br />

CON SPECIALE DENTEL<strong>LA</strong>TURA A RAGGIO.<br />

% DI SFOLTITURA<br />

50% PER TUTTE LE VERSIONI.<br />

N° BREVETTO: DCR000327226<br />

Bullone regolabile a mano con speciale<br />

sistema di frizione a molla. Poggiadito fisso.<br />

Dentellatura classica.<br />

Retro.<br />

Dentellatura a raggio.


Kiss 2001 55 s<br />

Kiss 2001 55 sv<br />

Kiss 2001 gandini<br />

VERSIONE CON SPECIALE AFFI<strong>LA</strong>TURA “GANDINI” 2001 - 55.<br />

IL TEAM GANDINI, CHE RAGGRUPPA STILISTI<br />

CONOSCIUTI E PRESENTI IN TUTTI I SET PIÙ<br />

IMPORTANTI DEL MONDO, HA SCELTO LE FORBICI<br />

LEADER CAM. GANDINI, CON IL PROPRIO STILE, HA<br />

RIVOLUZIONATO I VECCHI SISTEMI DI TAGLIO UNENDO<br />

VELOCITÀ A PRECISIONE E FANTASIA.<br />

<strong>LA</strong> SPECIALE AFFI<strong>LA</strong>TURA GANDINI CREATA<br />

APPOSITAMENTE HA COME CARATTERISTICA<br />

UN’AFFI<strong>LA</strong>TURA A RASOIO ESTREMO CON UN ANGOLO<br />

DI TAGLIO MOLTO ACCENTUATO CHE PERMETTE<br />

DI EFFETTUARE PERFETTAMENTE OGNI GENERE DI<br />

TAGLIO E IN SPECIAL MODO QUELLO SCIVO<strong>LA</strong>TO.<br />

41


42<br />

L E A D E R C A M<br />

AiRonE 198<br />

ACCIAIO FORGIATO AISI 440 CONTENENTE<br />

0,8% - 1% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 58 - 60 HRC.<br />

MISURE<br />

5,5”<br />

N° BREVETTO: UD98O00028<br />

FutuRA 80 s<br />

ACCIAIO FORGIATO AISI 440 CONTENENTE<br />

0,8% - 1% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 58 - 60 HRC.<br />

MISURE<br />

5,5”<br />

Impugnatura corretta.<br />

Bullone.<br />

Tensione delle lame<br />

regolabile manualmente<br />

tramite il bullone con<br />

speciale sistema<br />

di frizione a molla.<br />

Vite regolabile con una<br />

chiavetta a taglio.<br />

Si consiglia di mantenere<br />

le regolazioni iniziali.<br />

Una speciale vite in pvc<br />

regola la pressione nelle<br />

punte.<br />

Poggiadito<br />

removibile.


ginEvRA 80<br />

ACCIAIO 420 CONTENENTE<br />

0,6% - 0,8% DI CARBONIO E 13% - 15% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 56 - 58 HRC.<br />

MISURE<br />

5” - 5,5”<br />

Vite regolabile con<br />

una chiavetta a taglio.<br />

Si consiglia di<br />

mantenere le<br />

regolazioni iniziali.<br />

Impugnatura a tre anelli.<br />

43


44<br />

L E A D E R C A M<br />

LEonARDo 2005<br />

ACCIAIO 440 C CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E<br />

16% - 18% DI CROMO. DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />

MISURE<br />

TAGLIO 5,5”<br />

SFOLTIRE 5,5”<br />

TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

2005 - 55 S DENTEL<strong>LA</strong>TURA MEDIA,<br />

2005 - 55 S CON SPECIALE<br />

DENTEL<strong>LA</strong>TURA A FORMA DI TULIPANO.<br />

% DI SFOLTITURA<br />

50% PER TUTTE LE VERSIONI.<br />

Dentellatura a tulipano.<br />

Bullone regolabile.<br />

Poggiadito removibile.<br />

Variante.<br />

2005 s


Variante Gandini.<br />

LEonARDo 2005<br />

gandini<br />

VERSIONE DA TAGLIO CON SPECIALE AFFI<strong>LA</strong>TURA<br />

“GANDINI” 2005 - 55.<br />

Gambo ergonomico.<br />

45


46<br />

L E A D E R C A M<br />

pAssionE 2007<br />

ACCIAIO DAMASCATO CONTENENTE<br />

1% - 1,2% DI CARBONIO E 17% - 18% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 59 - 61 HRC.<br />

MISURE<br />

6”<br />

DISPONIBILE ANCHE<br />

NEL<strong>LA</strong> VERSIONE<br />

PER MANCINI.<br />

2007 L<br />

Versione per mancini.


sHARK 371<br />

ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />

1% - 1,2% DI CARBONIO E 17% - 18% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 59 - 61 HRC.<br />

MISURE<br />

6”<br />

FORBICE CON SPECIALE DISEGNO: LE <strong>LA</strong>ME<br />

CON AMPIA SUPERFICIE GARANTISCONO UNA<br />

PRECISA STABILITÀ NEI TAGLI PIÙ DIFFICILI<br />

E PER ESPORTAZIONE DI GROSSE CIOCCHE.<br />

UNA VOLTA CHIUSA <strong>LA</strong> FORBICE PUÒ ESSERE<br />

UTILIZZATA COME RASOIO.<br />

Lama chiusa.<br />

Le due lame sono unite<br />

con un unico sistema<br />

di vite visibile solo da<br />

un lato.<br />

371 D<br />

Versione in acciaio damascato<br />

con vite invisibile.<br />

Esempi di utilizzo.<br />

47


48<br />

L E A D E R C A M<br />

pERFoRMAnCE 98<br />

ACCIAIO 440 B OPPURE C, CONTENENTE<br />

0,9% - 1% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 59 - 61 HRC.<br />

MISURE<br />

5,5”<br />

RAinBoW 384<br />

ACCIAIO 440 A CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E 14% DI CROMO.<br />

IMPUGNATURA ERGONOMICA. <strong>LA</strong> SUPERFICIE DEL<strong>LA</strong> FORBICE È RICOPERTA<br />

DA UN RIPORTO DI TITANIO CHE NE AUMENTA <strong>LA</strong> DUREZZA SUPERFICIALE.<br />

MISURE<br />

5,7”<br />

Forbici progettate per il taglio scivolato.<br />

L’apposito battitore permette di regolare<br />

l’apertura delle lame, mantenendole aperte<br />

per poter sfilare con le punte senza<br />

danneggiare l’affilatura.


Versione “Bamboo”<br />

con lama ad affilatura<br />

Convex che per forma<br />

ricorda la foglia di<br />

bamboo.<br />

vEnEziA 801<br />

ACCIAIO FORGIATO 440 B CONTENENTE<br />

0,9% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />

MISURE<br />

4,5” - 5” - 5,5” - 6”<br />

VERSIONE BLUE 5,5”<br />

801 Bamboo<br />

FORBICE ADATTA AD OGNI TIPO DI TAGLIO MA<br />

PARTICO<strong>LA</strong>RMENTE PER FINITURE. <strong>LA</strong> SPECIALE<br />

AFFI<strong>LA</strong>TURA PERMETTE DI ESEGUIRE AL MEGLIO<br />

ANCHE TAGLI SCIVO<strong>LA</strong>TI.<br />

Tensione delle<br />

lame regolabile.<br />

801 t<br />

801 tB<br />

Versione Blue.<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

49


50<br />

L E A D E R C A M<br />

DEsiDERiA 376<br />

ACCIAIO FORGIATO 440 A CONTENENTE<br />

0,9% DI CARBONIO E 14% - 16% DI CROMO.<br />

<strong>LA</strong> COLORAZIONE NEL<strong>LA</strong> VERSIONE LTB<br />

VIENE OTTENUTA TRAMITE UN TRATTAMENTO GALVANICO.<br />

MISURE<br />

5” - 5,5” - 6”<br />

376<br />

MISURE<br />

5” - 5,5” - 6” - 6,5”<br />

376 LB<br />

MISURE<br />

5,5”<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

376 Lt<br />

MISURE<br />

5” - 5,5” - 6”<br />

Tensione delle lame<br />

regolabile manualmente<br />

per mezzo del bullone<br />

con speciale sistema<br />

di frizione a molla.<br />

Nella versione classica<br />

376 la tensione delle<br />

lame non è regolabile<br />

manualmente.<br />

376 LtB<br />

VERSIONE NERA<br />

MISURE<br />

5” - 5,5”


DAFnE 378<br />

DUE TIPI DI ACCIAIO VENGONO UTILIZZATI NEL<strong>LA</strong> PRODUZIONE<br />

DI QUESTO PRODOTTO: <strong>LA</strong>ME IN ACCIAIO FORGIATO 440 C<br />

CON 0,9% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 59 - 61 HRC.<br />

GAMBI: IN ACCIAIO 420 ANTIALLERGICO.<br />

MISURE<br />

5” - 5,5” - 6”<br />

oFELiA 397<br />

ACCIAIO FORGIATO 440 A CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E<br />

14% - 16% DI CROMO. RIVESTIMENTO IN TITANIO BLU CHE AUMENTA <strong>LA</strong><br />

DUREZZA SUPERFICIALE E RENDE <strong>LA</strong> SUPERFICIE ANTIGRAFFIO.<br />

MISURE<br />

5,5”<br />

397 B<br />

Tensione delle lame<br />

regolabile manualmente<br />

per mezzo del bullone,<br />

con speciale sistema<br />

a frizione. La forbice<br />

presenta al suo interno<br />

un cuscinetto a sfere.<br />

Cuscinetto a sfere.<br />

51


52<br />

L E A D E R C A M<br />

oRiEntE 379<br />

ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />

0,9% DI CARBONIO E 16% DI CROMO.<br />

RIVESTITA IN TITANIO NERO CHE AUMENTA<br />

<strong>LA</strong> DUREZZA SUPERFICIALE E RENDE<br />

<strong>LA</strong> SUPERFICIE ANTIGRAFFIO.<br />

MISURE<br />

5,5” Tensione delle<br />

lame regolabile<br />

manualmente per<br />

mezzo del bullone,<br />

con speciale<br />

sistema a frizione.<br />

AngELiCA 867<br />

ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />

0,9% DI CARBONIO E 16% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 58 - 60 HRC.<br />

MISURE<br />

5,5” - 6”


zEFiRA 381<br />

ACCIAIO FORGIATO 440 C CONTENENTE<br />

0,9% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 59 - 61 HRC.<br />

MISURE<br />

5,7” - 6,2” - 6,7”<br />

AQuA 380<br />

ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />

0,9% DI CARBONIO E 16% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 58 - 60 HRC.<br />

MISURE<br />

5,7”<br />

La tensione delle lame<br />

è regolabile per mezzo<br />

del bullone, con speciale<br />

sistema a frizioni.<br />

Bullone ricoperto da un<br />

materiale che cambia<br />

colore con il variare della<br />

temperatura.<br />

Tensione delle lame<br />

regolabile. Il triplo foro<br />

nell’anello permette di<br />

posizionare il poggiadito<br />

nella posizione preferita.<br />

Variazione cromatica data dalla temperatura.<br />

53


54<br />

L E A D E R C A M<br />

tWin Cut 399<br />

ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />

1% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />

<strong>LA</strong> POSSIBILITÀ DI UNIRE <strong>LA</strong> FORBICE DA SFOLTIRE CON <strong>LA</strong> FORBICE DA<br />

TAGLIO OFFRE UNA MAGGIORE VELOCITÀ FACENDO DUE TAGLI NELLO STESSO<br />

MOMENTO. UNA VOLTA SEPARATE, LE DUE FORBICI POSSONO ESSERE USATE<br />

ANCHE SINGO<strong>LA</strong>RMENTE.<br />

MISURE<br />

6”<br />

% DI SFOLTITURA<br />

50% PER TUTTE LE VERSIONI<br />

CLEo 887<br />

ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />

1% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />

MISURE<br />

5” - 5,5” - 6”<br />

La tensione delle lame<br />

è regolabile per mezzo<br />

del bullone con speciale<br />

sistema a frizione.<br />

Lo speciale sistema<br />

di bloccaggio del<br />

perno della forbici<br />

permette di unirle<br />

per poterle usare<br />

contemporaneamente.<br />

Poggiadito<br />

removibile.


ELisA 727<br />

ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />

1% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />

MISURE<br />

5” - 5,5” - 6”<br />

spADA 2000<br />

MISURE<br />

6” - 6,5” - 7”<br />

FunKY 383<br />

ACCIAIO 440 A CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E 13% DI CROMO.<br />

MISURE<br />

5,5” - 6”<br />

Impugnatura<br />

ergonomica. Vite e<br />

poggiadito rivestiti<br />

in titanio blue.<br />

727 B<br />

La tensione delle lame<br />

è regolabile per mezzo<br />

del bullone con speciale<br />

sistema a frizione.<br />

ACCIAIO 440 C CONTENENTE 1% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO. DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />

Tensione delle lame<br />

regolabile con una<br />

speciale vite a frizione.<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

55


56<br />

L E A D E R C A M<br />

istAMBuL 1097<br />

ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />

0,9% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />

MISURE<br />

5,5”<br />

stAR 90<br />

ACCIAIO 440 B CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO<br />

E 14% - 16% DI CROMO. DUREZZA GARANTITA 59 HRC.<br />

90-06CC PARTICO<strong>LA</strong>RMENTE ADATTA PER L’ASPORTAZIONE DI GROSSE CIOCCHE,<br />

<strong>LA</strong> SPECIALE MICRODENTATURA FA SÌ CHE <strong>LA</strong> SEZIONE DEL TAGLIO NON SIA LINEARE,<br />

MA A PICCOLE ONDE.<br />

MISURE<br />

5” - 5,5” - 6” - 6,5”<br />

90 B<br />

Versione nera.<br />

Tensione delle lame<br />

regolabile.<br />

Tensione della lama regolabile<br />

con una speciale molla a<br />

frizione posta sotto la vite.<br />

90 CC<br />

Versione Chiop Cut<br />

misura unica.<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

Vite con brillantini.


BoRozon 476<br />

ACCIAIO 420 CONTENENTE<br />

0,7% DI CARBONIO E 13% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 57 - 58 HRC.<br />

MISURE<br />

5” - 5,5” - 6”<br />

ninFA 917<br />

ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />

0,9% DI CARBONIO E 16% - 18% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />

MISURE<br />

5,5” - 6”<br />

Tensione delle lame<br />

regolabile per mezzo<br />

di una speciale vite<br />

a frizione.<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

57


58<br />

L E A D E R C A M<br />

tEKno 103<br />

<strong>LA</strong>ME IN ACCIAIO 440 C.<br />

DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />

GAMBI IN ALLUMINIO.<br />

MISURE<br />

5,5”<br />

goLD 102<br />

<strong>LA</strong>ME IN ACCIAIO 440 C, DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC, RIVESTITI IN TITANIO.<br />

MISURE<br />

5,5”<br />

Tensione delle lame<br />

regolabile.<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

Poggiadito<br />

removibile.


276 s<br />

CARBoniuM 276<br />

ACCIAIO FORGIATO 420 CONTENENTE<br />

0,8% DI CARBONIO E 13% - 15% DI CROMO.<br />

MISURE<br />

TAGLIO 5” - 5,5” - 6” - 6,5”- 7”<br />

SFOLTIRE 5,5” Lama<br />

microdentata.<br />

TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

SFOLTIRE 5,5”<br />

CON DENTEL<strong>LA</strong>TURA FINA E MEDIA.<br />

% DI SFOLTITURA<br />

50% PER TUTTI LE VERSIONI.<br />

Versione classica.<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

276 Ls<br />

MISURA<br />

5,5”<br />

CON DENTI FINI E MEDI<br />

276 L<br />

MICRODENTATA<br />

MISURE<br />

5” - 5,5” - 6”<br />

276 LR<br />

RASOIO<br />

MISURE<br />

5” - 5,5” - 6”<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

59


60<br />

L E A D E R C A M<br />

stRAtEgY 311<br />

ACCIAIO FORGIATO 420 CONTENENTE<br />

0,8% DI CARBONIO E 13% - 15% DI CROMO.<br />

MISURE<br />

TAGLIO 5” - 5,5” - 6” - 6,5”<br />

N° BREVETTO: UD96O000014<br />

LEggiADRA 385<br />

Tensione delle<br />

lame regolabile<br />

a mano.<br />

ACCIAIO 440 C CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E 16% DI CROMO. RIVESTITA IN TITANIO<br />

NERO CHE AUMENTA <strong>LA</strong> DUREZZA SUPERFICIALE E RENDE <strong>LA</strong> SUPERFICIE ANTIGRAFFIO.<br />

MISURE<br />

TAGLIO 5” - 5,5”<br />

GAMBI RIVESTITI IN MATERIALE GOMMOSO ANTI SCIVOLO.<br />

Tensione delle<br />

lame regolabile<br />

a mano.<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

Poggiadito<br />

removibile.


FuLL QuALitY 92<br />

ACCIAIO FORGIATO 420 CONTENENTE<br />

0,8% DI CARBONIO E<br />

13% - 15% DI CROMO.<br />

MISURE<br />

TAGLIO 5,5” - 6,5”<br />

SFOLTIRE 5,5” - 6,5”<br />

% DI SFOLTITURA<br />

50% PER TUTTE LE VERSIONI.<br />

ACADEMY 173<br />

ACCIAIO FORGIATO 420 CONTENENTE<br />

0,8% DI CARBONIO E 13 - 15% DI CROMO.<br />

MISURE<br />

TAGLIO 5” - 5,5” - 6” - 6,5” - 7”<br />

SFOLTIRE 5,5” - 6,5” CON DENTEL<strong>LA</strong>TURA FINA<br />

TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

SFOLTIRE 5,5” - 6,5”<br />

CON DENTEL<strong>LA</strong>TURA FINA.<br />

% DI SFOLTITURA<br />

50% PER <strong>LA</strong> VERSIONE A DENTI FINI.<br />

92 s<br />

Bullone<br />

regolabile.<br />

Tensione delle<br />

lame regolabile<br />

manualmente.<br />

173 s<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

61


62<br />

L E A D E R C A M<br />

Long B<strong>LA</strong>DEs 706 L<br />

ACCIAIO 440 A CONTENENTE<br />

0,8% DI CARBONIO E 13 - 15% DI CROMO.<br />

MISURE<br />

5” - 5,5” - 6” - 6,5”<br />

ACCIAIO 440 B CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E<br />

14% - 16% DI CROMO. DUREZZA GARANTITA 59 HRC.<br />

TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

SFOLTIRE 5,5” - 6,5” CON DENTEL<strong>LA</strong>TURA <strong>LA</strong>RGA<br />

E FINA. LE DUE MISURE VENGONO PRODOTTE<br />

CON DOPPIA <strong>LA</strong>MA DENTATA<br />

A DENTI <strong>LA</strong>RGHI (VERSIONE S 2).<br />

MISURE<br />

TAGLIO 5” - 5,5” - 6” - 6,5” - 7”<br />

SFOLTIRE 5,5” - 6,5”<br />

Tensione delle<br />

lame regolabile<br />

con una speciale<br />

molla a frizione.<br />

LEADER B<strong>LA</strong>DEs 706<br />

% DI SFOLTITURA<br />

50% PER LE VERSIONI A DENTI <strong>LA</strong>RGHI E FINI<br />

35% PER <strong>LA</strong> VERSIONE S 2<br />

706 s<br />

Poggiadito<br />

removibile.


<strong>LA</strong>viniA 175<br />

ACCIAIO 420 CONTENENTE 0,7% DI CARBONIO E 13% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 57 - 58 HRC.<br />

TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

SFOLTIRE 5,5” - 6,5” CON DENTI <strong>LA</strong>RGHI<br />

MISURE<br />

TAGLIO 5” - 5,5” - 6” - 6,5”<br />

SFOLTIRE 5,5” - 6,5”<br />

% DI SFOLTITURA<br />

50% PER TUTTE LE VERSIONI<br />

175 s<br />

63


64<br />

L E A D E R C A M<br />

siBiL<strong>LA</strong> 1057<br />

ACCIAIO CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E<br />

13% DI CROMO. DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />

TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

DENTI MEDI<br />

MISURE<br />

5,35”<br />

% DI SFOLTITURA<br />

50% PER TUTTE LE VERSIONI<br />

Tensione delle<br />

lame regolabile<br />

manualmente.<br />

pRisCiL<strong>LA</strong> 707 s<br />

ACCIAIO CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E<br />

13% DI CROMO. DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />

TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

DENTI MEDI<br />

MISURE<br />

5,5”<br />

% DI SFOLTITURA<br />

50% PER TUTTE LE VERSIONI<br />

Tensione delle<br />

lame regolabile<br />

manualmente.<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

Poggiadito removibile.<br />

Disponibile anche con<br />

poggiadito fisso.


CoCCoDRiLLo<br />

ACCIAIO 440 C CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO PER L’ART. 110 (10 DENTI)<br />

ACCIAIO 420 CON PERCENTUALE DI CARBONIO PARI ALLO 0,8%<br />

PER GLI ARTICOLI 115 E 116. DUREZZA GARANTITA DAI 56 - 59 HRC.<br />

MISURE<br />

5,5”<br />

TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

ART. 110 DENTI 10, ART. 115 NUMERO DENTI 5, ART. 116 NUMERO DENTI 15.<br />

% DI SFOLTITURA<br />

50% DI SFOLTITURA PER L’ART. 115 E 110<br />

75% DI SFOLTITURA PER L’ART. 116<br />

QUESTE SFOLTITRICI VENGONO UTILIZZATATE PER DARE<br />

VOLUME AI CAPELLI E PER SFOLTIRE LE CIOCCHE IN<br />

DIVERSE LUNGHEZZE.<br />

115<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

116<br />

Tensione delle lame<br />

regolabile per mezzo di una<br />

speciale vite a frizione.<br />

110<br />

La vite piatta permette<br />

l’uso della forbice<br />

da entrambi i lati.<br />

Art. 115 sezione del<br />

capello dopo il taglio.<br />

Art. 116 sezione del<br />

capello dopo il taglio.<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

65


66<br />

L E A D E R C A M<br />

LEFtY 375<br />

ACCIAIO 440 C CONTENENTE<br />

0,9% DI CARBONIO E 16 - 18% DI CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 59 - 60 HRC.<br />

TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

DENTEL<strong>LA</strong>TURA MEDIA PER<br />

<strong>LA</strong> VERSIONE DA SFOLTIRE<br />

MISURE<br />

TAGLIO 5,5”<br />

SFOLTIRE 5,5”<br />

% DI SFOLTITURA<br />

50% PER TUTTI LE VERSIONI.<br />

FoRBiCi<br />

pER<br />

MAnCini<br />

375 L<br />

Tensione delle<br />

lame regolabile<br />

manualmente.<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

375 s


RAsoi<br />

270<br />

<strong>LA</strong>ME<br />

271<br />

CONFEZIONE DA 10 <strong>LA</strong>ME<br />

272<br />

<strong>LA</strong>ME<br />

273<br />

CONFEZIONE DA 5 <strong>LA</strong>ME<br />

67


68<br />

L E A D E R C A M<br />

AnELLi<br />

ANELLI IN MATERIALE GOMMOSO<br />

DISPONIBILI IN DIVERSE MISURE<br />

E COLORAZIONI.<br />

INSERITI ALL’INTERNO DELL’ANELLO<br />

DEL<strong>LA</strong> FORBICE NE CONSENTONO<br />

<strong>LA</strong> RIDUZIONE DEL DIAMETRO,<br />

OTTIMIZZANDO L’IMPUGNATURA.<br />

GLI ANELLI HANNO ANCHE<br />

UNA FUNZIONE ANTI SCIVOLO.<br />

poRtAFoRBiCi<br />

A CintuRA in pELLE<br />

203 R<br />

PORTAFORBICI PICCOLO<br />

IN PELLE NERA.<br />

204 Q 394<br />

PORTAFORBICI GRANDE<br />

IN PELLE NERA.<br />

PORTAFORBICI<br />

A TRACOL<strong>LA</strong>.


vALigEttE CAMpionARio<br />

441<br />

8 PEZZI<br />

442<br />

16 PEZZI<br />

443<br />

24 PEZZI<br />

69


70<br />

L E A D E R C A M<br />

EspositoRi FoRBiCi<br />

ESPOSITORE DA TERRA 50 x 35 x 165 h cm.<br />

ESPOSITORE DA BANCO IN PLExIG<strong>LA</strong>S 29 x 15 x 40 h cm.<br />

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PER G<strong>LA</strong>MOUR LINE.


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CONFEZIONE LEADER. CONFEZIONE G<strong>LA</strong>MOUR LINE. CONFEZIONE ELEGANCE<br />

CONFEZIONE ELEGANCE<br />

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DOPPIA.<br />

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SETTEMBRE - OTTOBRE 2007 SEPTEMBRE - OCTOBRE 2007<br />

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SAN DANIELE.<br />

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EN CADEAU UN<br />

JAMBON DE<br />

SAINT DANIEL.<br />

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71


LinEA sHiDosHA


sHiDosHA sH01<br />

ACCIAIO DAMASCATO SUPERGOLD CONTENENTE 1,25% - 1,45% DI CARBONIO<br />

0,5% SILICIO, 0,5% MAGNESIO, 14% - 16% DI CROMO.<br />

MISURE<br />

5,5”<br />

BULLONE VITE<br />

DIAMETRO ESTERNO 7 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />

DIAMETRO VITE 8 mm<br />

MATERIALE IMPUGNATURA<br />

SUS E ACCIAIO DAMASCATO<br />

CUSCINETTO A SFERE<br />

DIAMETRO ESTERNO 8 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />

NUMERO SFERE 12<br />

sHiDosHA sH02<br />

ACCIAIO GIAPPONESE SUPERGOLD CONTENENTE 1,25% - 1,45% DI CARBONIO<br />

0,5% SILICIO, 0,6% MAGNESIO, 14% - 16% DI CROMO.<br />

MISURE<br />

5,5”<br />

BULLONE VITE<br />

DIAMETRO ESTERNO 6 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 3 mm<br />

DIAMETRO VITE 7 mm<br />

MATERIALE IMPUGNATURA<br />

SUS 304<br />

CUSCINETTO A SFERE<br />

DIAMETRO ESTERNO 7 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 4 mm<br />

NUMERO SFERE 11<br />

73


74<br />

L E A D E R C A M<br />

sHiDosHA sH03<br />

ACCIAIO GIAPPONESE SUPERGOLD CONTENENTE 1,25% - 1,45% DI CARBONIO<br />

0,5% SILICIO, 0,6% MAGNESIO, 14% - 16% DI CROMO.<br />

MISURE<br />

6,5” - 7”<br />

BULLONE VITE<br />

DIAMETRO ESTERNO 7 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 3,5 mm<br />

DIAMETRO VITE 8 mm<br />

IMPUGNATURA<br />

SUS 304<br />

CUSCINETTO A SFERE<br />

DIAMETRO ESTERNO 8 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />

NUMERO SFERE 13<br />

sHiDosHA sH3D<br />

IMPUGNATURA E <strong>LA</strong>ME ACCIAIO GIAPPONESE 440 CONTENENTE 0,95% - 1,2% DI CARBONIO<br />

1% SILICIO, 16% - 18% CROMO, 0,3% DI MOLIBDENO.<br />

MISURE<br />

5,5”<br />

CUSCINETTO A SFERE<br />

DIAMETRO ESTERNO 1° MINI CUSCINETTO 6 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 2,9 mm<br />

DIAMETRO ESTERNO 2° MINI CUSCINETTO 8 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />

NUMERO SFERE 13<br />

BULLONE VITE<br />

DIAMETRO ESTERNO 10,35 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 3 mm<br />

DIAMETRO VITE 3 mm


sHiDosHA sH3D s<br />

IMPUGNATURA E <strong>LA</strong>ME ACCIAIO GIAPPONESE 440 CONTENENTE 0,95% - 1,2% DI<br />

CARBONIO, 1% SILICIO, 1% MANGANESE, 16% - 18% CROMO, 0,3% MOLIBDENO.<br />

MISURE<br />

5,5” SFOLTIRE<br />

sHiDosHA sH04<br />

ACCIAIO GIAPPONESE SUPERGOLD AL COBALTO CONTENENTE 0,95% - 1,95%<br />

DI CARBONIO 0,6% SILICIO, 0,5% MAGNESIO, 14% - 15% DI CROMO, 2% DI COBALTO.<br />

MISURE<br />

5,7” SFOLTIRE<br />

IMPUGNATURA<br />

SUS 304<br />

BULLONE VITE<br />

DIAMETRO ESTERNO 10,35 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 3 mm<br />

DIAMETRO VITE 3,5 mm<br />

IMPUGNATURA<br />

SUS 304<br />

CUSCINETTO A SFERE<br />

DIAMETRO ESTERNO 1° MINI CUSCINETTO 6 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 2,9 mm<br />

DIAMETRO ESTERNO 2° MINI CUSCINETTO 8 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />

NUMERO SFERE 13<br />

CUSCINETTO A SFERE<br />

DIAMETRO ESTERNO 8 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />

NUMERO SFERE 13<br />

BULLONE VITE<br />

DIAMETRO ESTERNO 10,35 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 3 mm<br />

DIAMETRO VITE 3,5 mm<br />

75


76<br />

L E A D E R C A M<br />

sHiDosHA sH04 C<br />

ACCIAIO GIAPPONESE SUPERGOLD AL COBALTO CONTENENTE 0,95% - 1,95%<br />

DI CARBONIO 0,6% SILICIO, 0,5% MAGNESIO, 14% - 15% DI CROMO, 2% DI COBALTO.<br />

MISURE<br />

5,5” TAGLIO<br />

BULLONE VITE<br />

DIAMETRO ESTERNO 7 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 3,5 mm<br />

DIAMETRO VITE 10,5 mm<br />

IMPUGNATURA<br />

SUS 304<br />

sHiDosHA sH05<br />

ACCIAIO GIAPPONESE SUPERGOLD CONTENENTE 1,25% - 1,45% DI CARBONIO<br />

0,5% SILICIO, 0,5% MAGNESIO, 14% - 16% CROMO.<br />

MISURE<br />

5,7” - 6,2”<br />

BULLONE VITE<br />

DIAMETRO ESTERNO 7 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 3,5 mm<br />

DIAMETRO VITE 8 mm<br />

IMPUGNATURA<br />

SUS 430<br />

CUSCINETTO A SFERE<br />

DIAMETRO ESTERNO 8 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />

NUMERO SFERE 13<br />

CUSCINETTO A SFERE<br />

DIAMETRO ESTERNO 8 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />

NUMERO SFERE 13


sHiDosHA sH06<br />

ACCIAIO GIAPPONESE SUPERGOLD CONTENENTE 1,25% - 1,45% DI CARBONIO<br />

0,5% SILICIO, 0,5% MAGNESIO, 14% - 16% CROMO.<br />

MISURE<br />

6”<br />

BULLONE VITE<br />

DIAMETRO ESTERNO 7 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />

DIAMETRO VITE 8 mm<br />

IMPUGNATURA<br />

SUS 304<br />

CUSCINETTO A SFERE<br />

DIAMETRO ESTERNO 8 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />

NUMERO SFERE 12<br />

sHiDosHA sH09<br />

IMPUGNATURA E <strong>LA</strong>ME IN ACCIAIO AISI 440 B CONTENENTE 0,9% DI CARBONIO E 14% - 15% DI CROMO.<br />

MISURE<br />

5,7”<br />

BULLONE VITE<br />

DIAMETRO ESTERNO 9 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 7 mm<br />

DIAMETRO VITE 4 mm<br />

77


78<br />

L E A D E R C A M<br />

sHiDosHA sH10<br />

IMPUGNATURA E <strong>LA</strong>ME IN ACCIAIO AISI 440 B CONTENENTE<br />

0,9% DI CARBONIO E 14% - 15% CROMO.<br />

MISURE<br />

6”<br />

BULLONE VITE<br />

DIAMETRO ESTERNO 9 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 7 mm<br />

DIAMETRO VITE 4 mm<br />

sHiDosHA sH12<br />

ACCIAIO GIAPPONESE VGOLD 10 CONTENENTE 0,9% - 1% DI CARBONIO<br />

1% SILICIO, 1% MANGANESE, 16% - 18% CROMO, 0,3% MOLIBDENO.<br />

MISURE<br />

5,5”<br />

BULLONE VITE<br />

DIAMETRO ESTERNO 10 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 3,2 mm<br />

DIAMETRO VITE 7 mm<br />

IMPUGNATURA<br />

SUS 304<br />

CUSCINETTO A SFERE<br />

DIAMETRO ESTERNO 8 mm<br />

DIAMETRO INTERNO 5 mm<br />

NUMERO SFERE 13


80<br />

L E A D E R C A M


pEopLE<br />

ACCIAIO FORGIATO 420 CONTENENTE 0,6% DI CARBONIO E 14% - 16% CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 56 - 58 HRC.<br />

MISURE<br />

TAGLIO 5” - 5,5” - 6” - 6,5”<br />

SFOLTIRE 5,5” - 6,5”<br />

TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

DENTEL<strong>LA</strong>TURA SFOLTIRE:<br />

<strong>LA</strong>MA SOPRA DENTI <strong>LA</strong>RGHI O FINI<br />

pEopLE s<br />

Poggiadito<br />

removibile.<br />

81


82<br />

L E A D E R C A M<br />

FAsHion<br />

TAGLIO: ACCIAIO FORGIATO 440 CONTENENTE DAL 0,8% - 0,9% DI CARBONIO<br />

E 16% - 18% CROMO. DUREZZA GARANTITA 58 - 59 HRC.<br />

SFOLTIRE: ACCIAIO FORGIATO 420 CONTENENTE DAL 0,6% DI CARBONIO<br />

E 14% - 16% CROMO. DUREZZA GARANTITA 56 - 58 HRC.<br />

MISURE<br />

TAGLIO 5” - 5,5” - 6” - 6,5”<br />

SFOLTIRE 5,5” - 6,5”<br />

TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

DENTEL<strong>LA</strong>TURA SFOLTIRE<br />

<strong>LA</strong>MA SOPRA DENTI FINI<br />

Tensione delle lame<br />

regolabile manualmente<br />

tramite il bullone<br />

con speciale sistema<br />

di frizione a molla.<br />

FAsHion s<br />

Poggiadito removibile.


sEDuCtion<br />

TAGLIO: ACCIAIO FORGIATO 440 CONTENENTE<br />

0,8% - 0,9% DI CARBONIO E 16% - 18% CROMO.<br />

DUREZZA GARANTITA 58 - 60 HRC.<br />

MISURE<br />

5,7”<br />

TIPO DI DENTEL<strong>LA</strong>TURA<br />

DENTEL<strong>LA</strong>TURA SFOLTIRE:<br />

<strong>LA</strong>MA SOPRA E SOTTO MEDI<br />

sEDuCtion s<br />

Tensione delle lame regolabile<br />

manualmente tramite il bullone<br />

con speciale sistema di frizione a molla.<br />

83


84<br />

L E A D E R C A M<br />

21 mm<br />

112<br />

323<br />

MISURA 5”<br />

A incastro.<br />

tRonCHEsi<br />

MAniCuRE<br />

pEDiCuRE<br />

MISURA 5,5”<br />

Doppia molla. A incastro.<br />

Tagliente arrotondato. Con chiusura.<br />

17 mm<br />

247<br />

MISURA 5,5”<br />

Doppia molla. A incastro.<br />

Tagliente arrotondato. Con chiusura. 20 mm<br />

313<br />

MISURA 5”<br />

A incastro.<br />

16 mm<br />

410<br />

MISURA 5”<br />

A incastro.<br />

17 mm


18 mm<br />

374<br />

MISURA 5,5”<br />

Tagliente arrotondato.<br />

Sovrapposto. Con chiusura.<br />

17 mm<br />

323 Ft<br />

MISURA 5”<br />

A incastro.<br />

358<br />

MISURA 4,5”<br />

Tagliente arrotondato.<br />

Sovrapposto. 17 mm<br />

389<br />

MISURE 4,5” - 5”<br />

Doppia molla. A incastro.<br />

Tagliente arrotondato. 17 mm<br />

85


86<br />

L E A D E R C A M<br />

571<br />

MISURA 4,5”<br />

Doppia molla.<br />

A incastro.<br />

573<br />

MISURA 4”<br />

A incastro.<br />

Disponibile anche senza chiusura.<br />

10 mm<br />

4 mm<br />

607<br />

MISURA 4,5”<br />

A incastro.<br />

Con chiusura.<br />

392<br />

7 mm<br />

5 mm<br />

MISURA 5”<br />

Doppia molla.<br />

A incastro. 17 mm


161<br />

PINZETTA OBLIQUA<br />

FORBICINE PER PELLI<br />

MISURA 3,5”<br />

MISURE DA 1 A 10 - 12 - 14 - 16 - 18 mm<br />

163<br />

PINZETTA RETTA<br />

2025 215<br />

sgoRBiE<br />

22<br />

FORBICINE PER PELLI<br />

MISURA 3,5”<br />

87


88<br />

inDiCE<br />

LinEA LEADER CAM<br />

KISS 2001 ........................................................................................................................................................................................40<br />

AIRONE 198 .....................................................................................................................................................................................42<br />

FUTURA 80 S ....................................................................................................................................................................................42<br />

GINEVRA 80 .....................................................................................................................................................................................43<br />

LEONARDO 2005 ..............................................................................................................................................................................44<br />

PASSIONE 2007 ...............................................................................................................................................................................46<br />

SHARK 371 ......................................................................................................................................................................................47<br />

PERFORMANCE 98 ...........................................................................................................................................................................48<br />

RAINBOW 384 ..................................................................................................................................................................................48<br />

VENEZIA 801 ....................................................................................................................................................................................49<br />

DESIDERIA 376 .................................................................................................................................................................................50<br />

DAFNE 378 ......................................................................................................................................................................................51<br />

OFELIA 397 ......................................................................................................................................................................................51<br />

ORIENTE 379 ....................................................................................................................................................................................52<br />

ANGELICA 867 .................................................................................................................................................................................52<br />

ZEFIRA 381 ......................................................................................................................................................................................53<br />

AQUA 380 ........................................................................................................................................................................................53<br />

TWIN CUT 399 ..................................................................................................................................................................................54<br />

CLEO 887 ........................................................................................................................................................................................54<br />

ELISA 727 ........................................................................................................................................................................................55<br />

SPADA 2000 ....................................................................................................................................................................................55<br />

FUNKY 383 .......................................................................................................................................................................................55<br />

ISTAMBUL 1097 ...............................................................................................................................................................................56<br />

STAR 90 ...........................................................................................................................................................................................56<br />

BOROZON 476 .................................................................................................................................................................................57<br />

NINFA 917 ........................................................................................................................................................................................57<br />

TEKNO 103 ......................................................................................................................................................................................58<br />

GOLD 102 ........................................................................................................................................................................................58<br />

CARBONIUM 276 ..............................................................................................................................................................................59<br />

STRATEGY 311 .................................................................................................................................................................................60<br />

LEGGIADRA 385 ...............................................................................................................................................................................60<br />

FULL QUALITY 92 .............................................................................................................................................................................61<br />

ACADEMY 173 .................................................................................................................................................................................61<br />

LONG B<strong>LA</strong>DES 706 L ........................................................................................................................................................................62<br />

LEADER B<strong>LA</strong>DES 706 ........................................................................................................................................................................62<br />

<strong>LA</strong>VINIA 175 .....................................................................................................................................................................................63<br />

SIBIL<strong>LA</strong> 1057 ...................................................................................................................................................................................64<br />

PRISCIL<strong>LA</strong> 707 S ..............................................................................................................................................................................64<br />

COCCODRILLO .................................................................................................................................................................................65<br />

LEFTY 375 .......................................................................................................................................................................................66<br />

RAsoi/ACCEssoRi/pACKAging<br />

RASOI ..............................................................................................................................................................................................67<br />

ANELLI .............................................................................................................................................................................................68<br />

PORTAFORBICI A CINTURA ................................................................................................................................................................68<br />

VALIGETTE CAMPIONARIO .................................................................................................................................................................69<br />

ESPOSITORI FORBICI .........................................................................................................................................................................70<br />

PACKAGING ......................................................................................................................................................................................71


LinEA sHiDosHA<br />

SHIDOSHA SH01 ...............................................................................................................................................................................73<br />

SHIDOSHA SH02 ...............................................................................................................................................................................73<br />

SHIDOSHA SH03 ...............................................................................................................................................................................74<br />

SHIDOSHA SH03D ............................................................................................................................................................................74<br />

SHIDOSHA SH3D S ...........................................................................................................................................................................75<br />

SHIDOSHA SH04 ...............................................................................................................................................................................75<br />

SHIDOSHA SH04 C ...........................................................................................................................................................................76<br />

SHIDOSHA SH05 ...............................................................................................................................................................................76<br />

SHIDOSHA SH06 ...............................................................................................................................................................................77<br />

SHIDOSHA SH09 ...............................................................................................................................................................................77<br />

SHIDOSHA SH10 ...............................................................................................................................................................................78<br />

SHIDOSHA SH12 ...............................................................................................................................................................................78<br />

g<strong>LA</strong>MouR LinE<br />

PEOPLE ............................................................................................................................................................................................81<br />

FASHION ..........................................................................................................................................................................................82<br />

SEDUCTION ......................................................................................................................................................................................83<br />

tRonCHEsi/MAniCuRE/pEDiCuRE<br />

TRONCHESI ...........................................................................................................................................................................84-85-86<br />

MANICURE/PEDICURE .......................................................................................................................................................................87<br />

inDiCE pER noME<br />

ACADEMY 173 ..................................... 61<br />

AIRONE 198 ......................................... 42<br />

ANGELICA 867 ..................................... 52<br />

AQUA 380 ............................................ 53<br />

BOROZON 476 ..................................... 57<br />

CARBONIUM 276 .................................. 59<br />

CLEO 887 ........................................... 54<br />

COCCODRILLO ..................................... 65<br />

DAFNE 378 .......................................... 51<br />

DESIDERIA 376 ..................................... 50<br />

ELISA 727 ............................................ 55<br />

FASHION .............................................. 82<br />

FULL QUALITY 92 ................................. 61<br />

FUNKY 383 ........................................... 55<br />

FUTURA 80 S ........................................ 42<br />

GINEVRA 80 ......................................... 43<br />

GOLD 102 ............................................ 58<br />

ISTAMBUL 1097 .................................. 56<br />

KISS 2001 ............................................ 40<br />

<strong>LA</strong>VINIA 175 ......................................... 63<br />

LEADER B<strong>LA</strong>DES 706 ............................ 62<br />

LEFTY 375 ........................................... 66<br />

LEGGIADRA 385 ................................... 60<br />

LEONARDO 2005 .................................. 44<br />

LONG B<strong>LA</strong>DES 706 L ............................ 62<br />

NINFA 917 ............................................ 57<br />

OFELIA 397 .......................................... 51<br />

ORIENTE 379 ........................................ 52<br />

PASSIONE 2007 ................................... 46<br />

PEOPLE ................................................ 81<br />

PERFORMANCE 98 ............................... 48<br />

PRISCIL<strong>LA</strong> 707 S .................................. 64<br />

RAINBOW 384 ...................................... 48<br />

SEDUCTION .......................................... 83<br />

SHARK 371 .......................................... 47<br />

SHIDOSHA SH01 ................................... 73<br />

SHIDOSHA SH02 ................................... 73<br />

SHIDOSHA SH03 ................................... 74<br />

SHIDOSHA SH03D ................................ 74<br />

SHIDOSHA SH04 C ............................... 76<br />

SHIDOSHA SH04 ................................... 75<br />

SHIDOSHA SH05 ................................... 76<br />

SHIDOSHA SH06 ................................... 77<br />

SHIDOSHA SH09 ................................... 77<br />

SHIDOSHA SH10 ................................... 78<br />

SHIDOSHA SH12 ................................... 78<br />

SHIDOSHA SH3D S ............................... 75<br />

SIBIL<strong>LA</strong> 1057 ....................................... 64<br />

SPADA 2000 ........................................ 55<br />

STAR 90 ............................................... 56<br />

STRATEGY 311 ..................................... 60<br />

TEKNO 103 .......................................... 58<br />

TWIN CUT 399 ...................................... 54<br />

VENEZIA 801 ........................................ 49<br />

ZEFIRA 381 .......................................... 53<br />

89


90<br />

BiBLiogRAFiA<br />

TESTI SCRITTI E CURATI DA EMILIANO GRISOSTOLO E I<strong>LA</strong>R CENTAZZO.<br />

MARIO MI<strong>LA</strong>NESE – FRATTA, ORIGINI, STORIA, CULTURA<br />

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GENTILMENTE CONCESSE DA FONDAZIONE MAZZOTTA.<br />

IMMAGINE PAG. 12 DI RICCARDO ROSSI E PAG. 13, GENTILMENTE CONCESSE DAL<br />

MUSEO DEL<strong>LA</strong> TRADIZIONE MINERARIA E CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DI CAVE DEL PREDIL.<br />

IMMAGINE PAG. 11 GENTILMENTE CONCESSA DAL COMUNE DI MANIAGO<br />

FORNITA DALL’ ARCHIVIO FOTOGRAFICO DEL CENTRO REGIONALE DI CATALOGAZIONE<br />

E RESTAURO DI VIL<strong>LA</strong> MANIN, PASSARIANO (UD).<br />

IMMAGINI PAG. 10 GENTILMENTE CONCESSE DAL COMUNE DI POFFABRO<br />

E FORNITE DALL’AGENZIA GOALNET SRL.<br />

PAG. 19 FOTOGRAMMA TRATTO DAL FILM “LULU IL VASO DI PANDORA” REGIA DI G.W. PABST 1928.<br />

PAG. 23 FOTOGRAMMA TRATTO DAL FILM “HELP!” REGIA DI RICHARD LESTER 1965.<br />

SI RINGRAZIA IL GANDINI TEAM PER LE IMMAGINI FORNITE.

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