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di Mario Simonovich<br />
All’inizio di marzo gli alunni<br />
che frequentano una delle<br />
scuole italiane di Fiume sono<br />
stati portati al Museo cittadino per visitare<br />
la mostra “Drago mi je, Gervais!”,<br />
ovvero, come si direbbe in<br />
italiano “Piacere, Gervais!”. Come<br />
d’abitudine nelle circostanze in cui la<br />
frase viene usata, a detta dei resoconti<br />
di stampa, nel corso della visita hanno<br />
potuto conoscere dettagli sulla vita<br />
e l’opera di Gervais, prendere parte<br />
attiva alla mostra leggendo alcune<br />
sue poesie e ascoltandone altre recitate<br />
in dialetto ciacavo nonché assistere<br />
ad un cortometraggio sulla Fiume del<br />
secolo scorso.<br />
L’impegno dei docenti ad arricchire<br />
e approfondire ulteriormente<br />
le nozioni da essi impartite è sempre<br />
encomiabile. Più che giusto dunque<br />
che anche i nostri alunni conoscano<br />
le cantilenanti rime ciacave cui si descrivono<br />
le casette bianche sui versanti<br />
del Monte Maggiore o il ben<br />
noto tagliente chiachiericcio delle tre<br />
nonnette, poi ridotte a due, nei versi<br />
che inorgogliscono i loro coetanei<br />
della maggioranza.<br />
C’è da chiedersi però, la conoscenza<br />
si può fermare qui o c’è anche<br />
dell’altro che si dovrebbe doverosamente<br />
aggiungere? Ad esempio, i nostri<br />
ragazzi sanno quale fu l’atteggiamento<br />
dell’apprezzabile cantore ciacavo<br />
nei confronti della minoranza<br />
italiana? Si sa che egli fu convinto assertore<br />
delle tesi secondo cui tutta la<br />
croatizzazione linguistica e culturale<br />
di questo territorio, successiva alla<br />
guerra e al conseguente spostamento<br />
dei confini, altro non era da considerarsi<br />
altrimenti che una reconquista<br />
jugo/croata dinanzi a cui tutto il resto<br />
non contava? Si sa che muovendosi<br />
entro tali schemi sociopolitici - come<br />
si usava dire allora - alla fine di febbraio<br />
del 1956, in quanto sovrintendente<br />
del Teatro del Popolo, firmò i<br />
decreti con cui - il direttore Osvaldo<br />
Ramous in testa - venivano licenziati<br />
in blocco tutti gli attori del Dramma<br />
Italiano, in quanto era “cessato lo<br />
In primo piano<br />
I nostri alunni alla mostra su Gervais. Che ne sanno i croati di noi?<br />
E conoscenza sia, ma dettagliata<br />
scopo politico” della sua continuità?<br />
La manovra, è noto, fu sventata solo<br />
grazie ad un fulmineo viaggio di Ramous<br />
dapprima a Belgrado e, al ritorno,<br />
a Zagabria. Se così non fosse<br />
stato, la compagnia sarebbe stata<br />
sciolta e gli attori - secondo un piano<br />
“sostitutivo” esplicitamente preannunciato,<br />
ridotti al ruolo di filodrammatici<br />
presso gli allora Circoli di cultura.<br />
Si sa, infine, che i licenziamenti<br />
- esecutivi in agosto, alla fine della<br />
stagione ma formalmente decorrenti<br />
già dal primo marzo - non solo mai<br />
furono formalmente ritirati, ma ai<br />
colpiti dal “provvedimento” non fu<br />
rivolta neppure una parola di scuse,<br />
come se nulla fosse accaduto?<br />
Con questo non s’intende toccare<br />
in alcun modo la qualità della sua creatività,<br />
quanto a ricordare che fu pronto<br />
a compiere ogni passo ed allargare<br />
con tutti i mezzi lo “spazio” dell’etnia<br />
a cui apparteneva. E poco importa che<br />
l’altra parte non fosse ormai da tempo<br />
in grado di opporre una resistenza tale<br />
da impensierire: bisognava contrastarla<br />
e indebolirla ancora, nella massima<br />
misura possibile.<br />
Ciò detto, viene da chiedersi: se<br />
agli alunni delle scuole croate, coetanei<br />
di quelli sopra nominati, si chiedesse<br />
di dirci qualcosa - non troppo,<br />
presso a poco come riferito sopra<br />
in merito a Gervais - su figure quali<br />
Santarcangeli, Morovich, Zuane della<br />
Marsecia, tanto per restare nell’ambito<br />
fiumano - e guai se il discorso si allargasse<br />
all’Istria - quanti sarebbero<br />
in grado di darci una risposta, sia pur<br />
adeguata alla loro età? Non è difficile<br />
concludere che non ne sanno nulla.<br />
A questo punto anche da parte nostra<br />
s’impone una riflessione molto<br />
profonda, più che sulle nozioni, sugli<br />
orientamenti e le priorità che devono<br />
regolare il nostro vivere minoritario<br />
in tutte le sue espressioni. Dobbiamo<br />
essere ben coscienti che solo una conoscenza<br />
critica dei valori, fossero<br />
nostri come altrui, è presupposto di<br />
progresso, e per quel che ci riguarda,<br />
ancora prima, di sopravvivenza. Il<br />
rapporto verso Gervais in questo senso<br />
può essere esemplare.●<br />
Costume<br />
e scostume<br />
Va fuori d’Italia<br />
immigrato stranier!<br />
Ha trentun anni, è manager di<br />
tre piccoli alberghi presso Roma,<br />
è sposata con un australiano (a<br />
sua volta “di padre italiano e madre<br />
istriana”, precisa la stampa<br />
croata) e ha deciso di candidarsi<br />
alle elezioni regionali in programma<br />
alla fine di marzo nella<br />
Lista di destra guidata da Francesco<br />
Storace, ex collaboratore<br />
di Gianfranco Fini. Due i punti<br />
salienti del suo programma: riaprire<br />
le case di tolleranza, ma soprattutto<br />
espellere dall’Italia con<br />
effetto immediato tutti gli immigrati<br />
entrati illegalmente nel suo<br />
Paese. Suo, a dire il vero, formalmente<br />
solo da due anni, ossia<br />
da quando ha ottenuto pure<br />
lei la cittadinanza italiana. Sì,<br />
perché la protagonista della vicenda<br />
è la trentunenne spalatina<br />
Andrea Puižina, figlia degli spalatini<br />
Zora e Milivoj che, hanno<br />
ammesso, con lItalia non hanno<br />
alcun contatto. Se però la cittadinanza<br />
è relativamente fresca,<br />
l’amore per l’Italia è molto più<br />
consolidato, afferma con compiacimento<br />
l’interessata: inizia<br />
nell’infanzia con lo studio da autodidatta<br />
dell’italiano per consolidarsi<br />
in particolare negli anni<br />
in cui, adolescente, si presentava<br />
regolarmente ogni anno in Piazza<br />
San Pietro la Domenica delle<br />
Palme. Nel 1998 si iscrive alla<br />
Sapienza per laurearsi in scienza<br />
delle comunicazioni e, ottenuta<br />
la cittadinanza, inizia la crociata<br />
contro l’immigrazione illegale,<br />
fonte di tanti mali, sostiene.<br />
Che direa questo punto? Che per<br />
qualcuno l’Italia può essere davvero<br />
un paese di grandi opportunità...<br />
<strong>Panorama</strong> 3