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Anno LVII - N. 5 -15 marzo 2010 - Rivista quindicinale - kn 14,00 - EUR 1,89 - Spedizione in abbonamento postale a tariffa intera - Tassa pagata ISSN-0475-6401 Panorama www.edit.hr/panorama Agricoltori-governo: solco sempre aperto
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Anno LVII - N. 5 -15 marzo 2010 - Rivista quindicinale - kn 14,00 - EUR 1,89 - Spedizione in abbonamento postale a tariffa intera - Tassa pagata ISSN-0475-6401<br />
<strong>Panorama</strong><br />
www.edit.hr/panorama<br />
Agricoltori-governo:<br />
solco sempre aperto
Lubiana: l’arte della decrescita<br />
Il giorno 8 marzo, all’Istituto Italiano<br />
di Cultura di Lubiana, è stata inaugurata<br />
la mostra intitolata De-Art L’arte<br />
per la decrescita. L’utilizzo delle “buone<br />
pratiche” nel quadro dello sviluppo<br />
eco-sostenibile trova un’interpretazione<br />
artistica nei lavori di quattro artiste triestine:<br />
Sara Bajec (scrittrice), Donatella<br />
Davanzo (fotografa), Donatella Ferrante<br />
(scultrice), Mara Giorgini (pittrice).<br />
Quattro arti a confronto che insieme<br />
danno voce a un’originale riflessione<br />
sull’attuale problematica sociale e ambientale<br />
che riguarda la crescita economica<br />
infinita e alle sue possibili soluzioni.<br />
La mostra resterà aperta e sarà visitabile<br />
fino al 9 aprile.<br />
Donatella Davanzo, antropologa e<br />
fotografa triestina, si dedica da anni allo<br />
studio della relazione tra ambiente naturale<br />
e comunità. Il paesaggio diviene un<br />
insieme di segni culturali, soggetto ad<br />
un’attenta lettura, sia nei territori nordamericani,<br />
sede delle sue ricerche sul<br />
senso della spazialità, sia in ambiti più<br />
vicini a noi, come i mestieri veneziani<br />
e lo studio sui cortili. Dalle sue esposizioni<br />
e pubblicazioni emerge l’interesse<br />
per una fotografia intesa non solo in<br />
senso artistico ed estetico ma anche interpretativo<br />
e importante strumento per<br />
la documentazione antropologica.<br />
Sara Bajec vive a Trieste dove lavora<br />
nel sociale. Nel suo lavoro quotidiano<br />
ascolta la storia delle persone e usa la<br />
scrittura per fermare i loro racconti sulla<br />
carta e dare voce attraverso la narrazione<br />
di ciò che altrimenti si perderebbe.<br />
In questa mostra raccoglie su pannelli i<br />
contributi di diversi autori, omogeneizzando<br />
con il filo comune delle parole<br />
questo lavoro di gruppo.<br />
A Trieste, città in cui è nata, opera<br />
pure Mara Giorgini. Diplomatasi<br />
2 <strong>Panorama</strong><br />
all’Istituto D’arte E. Nordio di Trieste è<br />
stata allieva di nomi prestigiosi dell’arte<br />
triestina e nazionale quali la pittrice<br />
Miela Reina e lo scultore Ugo Carà.<br />
Ha partecipato in qualità di pittrice a<br />
mostre personali e collettive in Italia e<br />
all’estero e si è distinta come scenografa<br />
e allestitrice di ambienti. Creativa e<br />
impegnata nella Rete di economia solidale<br />
del Friuli Venezia Giulia applica e<br />
diffonde cultura e pratiche di economia<br />
civile e solidale, nella profonda convinzione<br />
che l’uomo è un tutt’uno con<br />
l’universo e questo dev’essere costantemente<br />
rispettato.<br />
Donatella Ferrante, che pure vive<br />
ed opera a Trieste, è tesa alla ricerca<br />
dell’equilibrio fra mondo naturale<br />
e mondo umano. Nel Duemila ha cominciato<br />
a lavorare l’argilla trovando<br />
in questa materia plastica e immediata,<br />
il mezzo espressivo più consono per<br />
comunicare emozioni e sensazioni. In<br />
questa mostra ha sperimentato altri materiali,<br />
anche di riciclo, proponendo una<br />
visione pop art del presente e una preistorica<br />
del futuro.
di Mario Simonovich<br />
All’inizio di marzo gli alunni<br />
che frequentano una delle<br />
scuole italiane di Fiume sono<br />
stati portati al Museo cittadino per visitare<br />
la mostra “Drago mi je, Gervais!”,<br />
ovvero, come si direbbe in<br />
italiano “Piacere, Gervais!”. Come<br />
d’abitudine nelle circostanze in cui la<br />
frase viene usata, a detta dei resoconti<br />
di stampa, nel corso della visita hanno<br />
potuto conoscere dettagli sulla vita<br />
e l’opera di Gervais, prendere parte<br />
attiva alla mostra leggendo alcune<br />
sue poesie e ascoltandone altre recitate<br />
in dialetto ciacavo nonché assistere<br />
ad un cortometraggio sulla Fiume del<br />
secolo scorso.<br />
L’impegno dei docenti ad arricchire<br />
e approfondire ulteriormente<br />
le nozioni da essi impartite è sempre<br />
encomiabile. Più che giusto dunque<br />
che anche i nostri alunni conoscano<br />
le cantilenanti rime ciacave cui si descrivono<br />
le casette bianche sui versanti<br />
del Monte Maggiore o il ben<br />
noto tagliente chiachiericcio delle tre<br />
nonnette, poi ridotte a due, nei versi<br />
che inorgogliscono i loro coetanei<br />
della maggioranza.<br />
C’è da chiedersi però, la conoscenza<br />
si può fermare qui o c’è anche<br />
dell’altro che si dovrebbe doverosamente<br />
aggiungere? Ad esempio, i nostri<br />
ragazzi sanno quale fu l’atteggiamento<br />
dell’apprezzabile cantore ciacavo<br />
nei confronti della minoranza<br />
italiana? Si sa che egli fu convinto assertore<br />
delle tesi secondo cui tutta la<br />
croatizzazione linguistica e culturale<br />
di questo territorio, successiva alla<br />
guerra e al conseguente spostamento<br />
dei confini, altro non era da considerarsi<br />
altrimenti che una reconquista<br />
jugo/croata dinanzi a cui tutto il resto<br />
non contava? Si sa che muovendosi<br />
entro tali schemi sociopolitici - come<br />
si usava dire allora - alla fine di febbraio<br />
del 1956, in quanto sovrintendente<br />
del Teatro del Popolo, firmò i<br />
decreti con cui - il direttore Osvaldo<br />
Ramous in testa - venivano licenziati<br />
in blocco tutti gli attori del Dramma<br />
Italiano, in quanto era “cessato lo<br />
In primo piano<br />
I nostri alunni alla mostra su Gervais. Che ne sanno i croati di noi?<br />
E conoscenza sia, ma dettagliata<br />
scopo politico” della sua continuità?<br />
La manovra, è noto, fu sventata solo<br />
grazie ad un fulmineo viaggio di Ramous<br />
dapprima a Belgrado e, al ritorno,<br />
a Zagabria. Se così non fosse<br />
stato, la compagnia sarebbe stata<br />
sciolta e gli attori - secondo un piano<br />
“sostitutivo” esplicitamente preannunciato,<br />
ridotti al ruolo di filodrammatici<br />
presso gli allora Circoli di cultura.<br />
Si sa, infine, che i licenziamenti<br />
- esecutivi in agosto, alla fine della<br />
stagione ma formalmente decorrenti<br />
già dal primo marzo - non solo mai<br />
furono formalmente ritirati, ma ai<br />
colpiti dal “provvedimento” non fu<br />
rivolta neppure una parola di scuse,<br />
come se nulla fosse accaduto?<br />
Con questo non s’intende toccare<br />
in alcun modo la qualità della sua creatività,<br />
quanto a ricordare che fu pronto<br />
a compiere ogni passo ed allargare<br />
con tutti i mezzi lo “spazio” dell’etnia<br />
a cui apparteneva. E poco importa che<br />
l’altra parte non fosse ormai da tempo<br />
in grado di opporre una resistenza tale<br />
da impensierire: bisognava contrastarla<br />
e indebolirla ancora, nella massima<br />
misura possibile.<br />
Ciò detto, viene da chiedersi: se<br />
agli alunni delle scuole croate, coetanei<br />
di quelli sopra nominati, si chiedesse<br />
di dirci qualcosa - non troppo,<br />
presso a poco come riferito sopra<br />
in merito a Gervais - su figure quali<br />
Santarcangeli, Morovich, Zuane della<br />
Marsecia, tanto per restare nell’ambito<br />
fiumano - e guai se il discorso si allargasse<br />
all’Istria - quanti sarebbero<br />
in grado di darci una risposta, sia pur<br />
adeguata alla loro età? Non è difficile<br />
concludere che non ne sanno nulla.<br />
A questo punto anche da parte nostra<br />
s’impone una riflessione molto<br />
profonda, più che sulle nozioni, sugli<br />
orientamenti e le priorità che devono<br />
regolare il nostro vivere minoritario<br />
in tutte le sue espressioni. Dobbiamo<br />
essere ben coscienti che solo una conoscenza<br />
critica dei valori, fossero<br />
nostri come altrui, è presupposto di<br />
progresso, e per quel che ci riguarda,<br />
ancora prima, di sopravvivenza. Il<br />
rapporto verso Gervais in questo senso<br />
può essere esemplare.●<br />
Costume<br />
e scostume<br />
Va fuori d’Italia<br />
immigrato stranier!<br />
Ha trentun anni, è manager di<br />
tre piccoli alberghi presso Roma,<br />
è sposata con un australiano (a<br />
sua volta “di padre italiano e madre<br />
istriana”, precisa la stampa<br />
croata) e ha deciso di candidarsi<br />
alle elezioni regionali in programma<br />
alla fine di marzo nella<br />
Lista di destra guidata da Francesco<br />
Storace, ex collaboratore<br />
di Gianfranco Fini. Due i punti<br />
salienti del suo programma: riaprire<br />
le case di tolleranza, ma soprattutto<br />
espellere dall’Italia con<br />
effetto immediato tutti gli immigrati<br />
entrati illegalmente nel suo<br />
Paese. Suo, a dire il vero, formalmente<br />
solo da due anni, ossia<br />
da quando ha ottenuto pure<br />
lei la cittadinanza italiana. Sì,<br />
perché la protagonista della vicenda<br />
è la trentunenne spalatina<br />
Andrea Puižina, figlia degli spalatini<br />
Zora e Milivoj che, hanno<br />
ammesso, con lItalia non hanno<br />
alcun contatto. Se però la cittadinanza<br />
è relativamente fresca,<br />
l’amore per l’Italia è molto più<br />
consolidato, afferma con compiacimento<br />
l’interessata: inizia<br />
nell’infanzia con lo studio da autodidatta<br />
dell’italiano per consolidarsi<br />
in particolare negli anni<br />
in cui, adolescente, si presentava<br />
regolarmente ogni anno in Piazza<br />
San Pietro la Domenica delle<br />
Palme. Nel 1998 si iscrive alla<br />
Sapienza per laurearsi in scienza<br />
delle comunicazioni e, ottenuta<br />
la cittadinanza, inizia la crociata<br />
contro l’immigrazione illegale,<br />
fonte di tanti mali, sostiene.<br />
Che direa questo punto? Che per<br />
qualcuno l’Italia può essere davvero<br />
un paese di grandi opportunità...<br />
<strong>Panorama</strong> 3
<strong>Panorama</strong><br />
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<strong>Panorama</strong> testi<br />
N. 5 - 15 marzo 2009<br />
Sommario<br />
IN PRIMO PIANO<br />
I nostri alunni alla mostra su Gervais:<br />
che ne sanno i croati di noi?<br />
E CONOSCENZA SIA,<br />
MA DETTAGLIATA ........................ 3<br />
di Mario Simonovich<br />
ATTUALITÀ<br />
La contestazione contadina si placa,<br />
ma la crisi va avanti approfondendo il<br />
solco delle difficoltà<br />
SALSICCE E POLITICA:<br />
GLI AGRICOLTORI PER ORA<br />
SI FERMANO .................................. 6<br />
a cura di Diana Pirjavec Rameša<br />
CULTURA E MONDO D’OGGI<br />
LA «LISISTRATA» FIUMANA<br />
È APPARSA INNOCUA .................. 9<br />
di Elvio Baccarini<br />
ITALIA<br />
Sarebbe bello, una volta tanto, veder<br />
trionfare il diritto contro la politica<br />
LISTE ELETTORALI, VERGO-<br />
GNOSO CAOS .............................. 10<br />
Riciclaggio e altri favori alla ’ndrangheta?<br />
NICOLA DI GIROLAMO<br />
SENATORE FUORILEGGE ......... 11<br />
a cura di Bruno Bontempo<br />
SOCIETÀ<br />
Osservazioni indotte dalle passeggiate<br />
in natura con il quattrozampe al seguito<br />
CANI, MA PERCHÉ RINGHIANO<br />
I PROPRIETARI? .......................... 12<br />
di Marino Vocci<br />
RIFLESSIONI IN CORNICE<br />
SULLA FINE DEL MONDO ........ 13<br />
di Luca Dessardo<br />
TEATRO<br />
Incontro con il drammaturgo Miro Gavran<br />
alla vigilia del terzo allestimento<br />
di una sua commedia da parte del DI<br />
RAPPORTI UOMO-DONNA?<br />
FELICITÀ AUTENTICA<br />
SOLO SE RECIPROCA .................14<br />
di Bruno Bontempo<br />
MUSICA<br />
Il mito del grande Fred: la storia di Buscaglione<br />
e dell’Italia del dopoguerra<br />
in due libri usciti di recente a mezzo<br />
secolo dalla sua morte<br />
VITA, CANZONI E INTUIZIONI<br />
DI UN’ICONA DEGLI ANNI<br />
CINQUANTA ................................. 18<br />
a cura di Bruno Bontempo<br />
CINEMA E DINTORNI<br />
”La prima cosa bella” di Paolo Virzì ed<br />
“Il concerto” di Radu Mihaileanu<br />
RICORRIAMO ALLA FINZIONE<br />
OGNI GIORNO CHE PASSA ........18<br />
di Gianfranco Sodomaco<br />
MOSTRE<br />
Dopo l’Aja, la retrospettiva del pittore<br />
di Ragusavecchia ospitata a Zagabria<br />
FAGGIONI-BUKOVAC, GRANDE<br />
IRREQUIETO TALENTO ............ 20<br />
di Erna Toncinich<br />
ITALIANI NEL MONDO<br />
Operazione eticamente non apprezzabile<br />
INDIGNATI PER I TAGLI<br />
ALL’EDITORIA ............................ 24<br />
a cura di Ardea Velikonja<br />
MADE IN ITALY<br />
Dal 19 al 21 marzo a Gorizia<br />
ARRIVA LA PRIMAVERA<br />
CON POLLICE VERDE ............... 26<br />
a cura di Ardea Velikonja<br />
REPORTAGE<br />
Alla 31.esima Fiera Ortogiardino la<br />
prima edizione di “Flor Art”<br />
LA SFIDA TRA FLORAL<br />
DESIGNER .................................... 28<br />
di Ardea Velikonja<br />
LETTURE ISTRIA NOBILISSIMA<br />
”ACQUA SU MARTE” ................. 34<br />
di Claudio Geissa<br />
CONCORSI BORSE STUDIO ..... 38<br />
SPORT<br />
L’appuntamento più atteso dell’anno<br />
MONDIALI, IL SUDAFRICA<br />
È PRONTO .................................... 44<br />
a cura di Bruno Bontempo<br />
Spentosi a 88 anni con la nazionale Usa<br />
disputò i Mondiali di calcio del 1950<br />
GINO GARDASSANICH, UN GRAN-<br />
DE DEL VIVAIO FIUMANO .......... 46<br />
di Igor Kramarsich<br />
ARBOREA<br />
NOCCIOLO, AUSPICE DI NUOVA<br />
VITA PER I DEFUNTI .................. 48<br />
di Daniela Mosena<br />
MULTIMEDIA<br />
Quali pregi e quali difetti (2 e continua)<br />
TOP TEN DEGLI ANTIVIRUS 2010 ... 50<br />
a cura di Igor Kramarsich<br />
RUBRICHE .................................. 52<br />
a cura di Nerea Bulva<br />
IL CANTO DEL DISINCANTO ... 58<br />
di Silvio Forza<br />
IN COPERTINA: La protesta degli agricoltori, la marcia dei trattori
Un modello più elastico e più in<br />
linea con i cambiamenti in atto<br />
nel mondo della scuola per quel che<br />
riguarda l’assegnazione delle borse<br />
di studio ai ragazzi delle scuole<br />
medie superiori italiane in Slovenia<br />
e Croazia. Lo ha deciso la Giunta<br />
esecutiva dell’Unione italiana in una<br />
recente riunione in cui si è discusso<br />
pure dei criteri di base per l’ottenimento<br />
della borsa studio: viene introdotta<br />
la meritocrazia, la cosiddetta<br />
“scala mobile”; si prevedono margini<br />
di discrezionalità; vengono privi-<br />
Un romanzo “petroso”, struggente,<br />
feroce, che narra la tragica<br />
vicenda di una famiglia istriana<br />
attraverso l’odissea di un ragazzo<br />
“venduto” dai suoi genitori e quella<br />
di un uomo alla ricerca disperata<br />
della propria paternità. Questo in<br />
sintesi il contenuto del romanzo di<br />
Diego Zandel, giornalista ed esule<br />
di origini fiumane che il Circolo di<br />
Cultura istro-veneta “Istria” ha presentato<br />
di recente a Trieste (nella<br />
foto). In realtà la prima stesura del<br />
Agenda<br />
La GE dell’UI ha definito le novità, ora la decisione spetta all’Assemblea<br />
Più elasticità nell’assegnazione di borse di studio<br />
Incantevoli scatti dai quali traspare<br />
una grande attenzione, amore<br />
e soprattutto rispetto per la natura.<br />
legiate le borse cosidette vincolate; si<br />
alleggeriscono determinati obblighi<br />
a carico dei fruitori. Quanto sopra si<br />
pone in funzione del rinnovamento<br />
dei quadri all’interno delle istituzioni<br />
della Comunità nazionale, in primis<br />
le scuole. Quindi le borse vincolate<br />
obbligheranno l’istituzione proponente<br />
a trovare un posto di lavoro per<br />
il proprio candidato. I candidati invece<br />
si vedranno dimmezzato il periodo<br />
obbligatorio da trascorrere presso<br />
questa istituzione e in più avranno diritto<br />
ad un “una tantum”, un contri-<br />
Questo in sintesi quanto presentato<br />
da Bruno Bontempo, alla serata<br />
Natura vita organizzata congiuntamente<br />
da <strong>Panorama</strong> e dalla<br />
CI fiumana. Attento osservatore<br />
e grande amante della natura, il<br />
giornalista ha presentato una serie<br />
di diapositive a ricordare, fra l’altro,<br />
che il 2010 è stato proclamato<br />
dalle Nazioni Unite l’Anno internazionale<br />
della biodiversità. La<br />
proiezione delle incisive immagini<br />
è stata accampgnata dalla lettura<br />
di versi della poetessa statunitense<br />
libro era uscita nel 1986 ma senza<br />
poter contare su delle recensioni<br />
dato che “i tempi non erano maturi”.<br />
Lo spunto per questo libro viene<br />
da una vicenda vera mentre la<br />
storia si svolge nella zona mineraria<br />
istriana tra Arsia e Albona. Nel<br />
parlarne Roberto Dedenaro, poeta<br />
triestino, ha ribadito che “colpisce<br />
ed affascina l’attenzione antropologica<br />
di una realtà mineraria ma anche<br />
quella di una famiglia ben radicata<br />
nel mondo contadino. Lo stile<br />
buto che servirà per le spese di equipollenza<br />
dei diplomi. Infine, i bandi<br />
di concorso non saranno più cinque<br />
ma tre. ●<br />
Riuscitissima serata di proiezioni di diapositive alla CI di Fiume<br />
La natura vista dall’obiettivo di Bruno Bontempo<br />
Emily Dickinson ad opera dell’attrice<br />
Elvia Nacinovich, che ha contribuito<br />
ad incantare ulteriormente<br />
gli spettatori e a inserirli ancora più<br />
profondamente nell’atmosfera magica<br />
di una natura incontaminata.<br />
Patricolare pure la colonna sonora,<br />
tratta da “Voyager” di Mike Oldfield.<br />
Le immagini naturalistiche,<br />
realizzate nel corso dei suoi viaggi<br />
ed escursioni sono state definite<br />
dall’autore “un mosaico d’immagini<br />
sulla natura senza alcuna pretesa<br />
artistica né documentaristica”. ●<br />
Presentato il libro di Diego Zandel, nato in un campo profughi da genitori fiumani<br />
«Il figlio perduto - La mia storia della terra d’Istria»<br />
è notevole, secco, con licenze che<br />
permettono di penetrare un paesaggio<br />
multilinguistico, con forti componenti<br />
dialettali”. ●<br />
<strong>Panorama</strong> 5
6 <strong>Panorama</strong><br />
Attualitá<br />
La contestazione contadina si placa, ma la crisi va avanti approfondendo<br />
Salsicce e politica: gli agricoltori per or<br />
di Diana Pirjavec Rameša<br />
Il braccio di ferro tra il Governo<br />
croato ed i rappresentanti degli<br />
agricoltori e allevatori si è concluso<br />
con un accordo che salva la faccia<br />
al Ministero ma non accontenta del<br />
tutto i contadini. Un modo questo per<br />
fermare (ma fino a quando?) la feroce<br />
diatriba politica in cui l’esecutivo<br />
Kosor è confrontato con proteste di<br />
strada e blocchi delle viabili in Slavonia.<br />
A Zagabria, questa volta, i trattori<br />
non sono arrivati, ma il problema è<br />
lungi dall’essere risolto.<br />
Con i contadini è stato concordato<br />
il pagamento di una parte degli<br />
incentivi tramite materie prime<br />
per un controvalore di 600 kune per<br />
ettaro (che rappresenta un ulteriore<br />
26 p.c. in aggiunta al 60 per cento<br />
di incentivi che verrà corrisposto<br />
in contanti). Il versamento dovrebbe<br />
venir realizzato in due tranche: la<br />
prima entro il 31 marzo, la seconda<br />
entro il 15 aprile. Questo è il massimo<br />
che il Ministro dell’Agricoltura,<br />
Petar Čobanković, ha detto di poter<br />
offrire dopo estenuanti trattative<br />
condotte con i rappresentanti delle<br />
associazioni degli agricoltori. “Non<br />
possiamo dare di più senza mettere<br />
a repentaglio la Finanziaria”, ha<br />
spiegato ricordando che tra i benefit<br />
concessi figura pure l’esenzione dal<br />
pagamento dell’affitto dei terreni<br />
statali per l’anno in corso. L’accordo<br />
riguarda gli incentivi per la semina<br />
primaverile 2009/2010 e comunque<br />
dal provvedimento sono state esentate<br />
le fattorie con più di 300 ettari.<br />
Il nodo da risolvere riguarda anche<br />
gli incentivi per la semina primaverile<br />
del 2008/09 che dovrebbero<br />
venir corrisposti entro la fine di<br />
giugno.<br />
La protesta si è consumata sotto l’occhio vigile della polizia<br />
Estenuante confronto: il Ministro dell’Agricoltura, Petar Čobanković, ha<br />
avuto una serie d’incontri con le delegazioni dei produttori agricoli<br />
Ma la “questione contadina” va<br />
oltre il mero aspetto tecnico legato<br />
agli incentivi o alle manifestazioni di<br />
piazza ed il blocco delle viabili con<br />
i trattori, essa sfocia inevitabilmente<br />
nella politica testimoniando ancora<br />
una volta le grandi difficoltà da cui<br />
l’attuale leadership tenta di uscire.<br />
Sul problema si è soffermato il leader<br />
dell’opposizione Zoran Milanović.<br />
“Gli impegni presi nei confronti degli<br />
agricoltori vanno rispettati” - ha<br />
infatti rilevato il capo dell’SDP. A<br />
suo avviso le manifestazioni di piazza<br />
si sarebbero potute evitare se il<br />
Governo avesse informato in tempo i<br />
contadini del fatto che non era in grado<br />
di far fronte agli obblighi nei confronti<br />
del settore agricolo.<br />
In campo è sceso pure il Capo dello<br />
Stato, Ivo Josipović, il quale si è<br />
dichiarato solidale con i contadini e<br />
ha voluto pure sentire le testimonianze<br />
di alcuni rappresentanti di categoria.<br />
Con questo gesto ha però irritato<br />
parecchio la premier Kosor la quale<br />
ha subito controbattuto a tutti coloro<br />
che hanno criticato il Governo e aiutato<br />
la protesta aiutando i dimostranti<br />
a coprire le spese per il gasolio o con<br />
aiuti alimentari, sostenendo: “Non è<br />
che offrendo salsicce si risolvono i<br />
problemi”.
il solco delle difficoltà<br />
a si fermano<br />
Ripresa economica:<br />
un sogno lontano<br />
I sindacati, gli imprenditori ed<br />
il Governo riuniti dinanzi al Consiglio<br />
Economico-Sociale hanno esaminato<br />
la proposta di legge relativa<br />
alle nuove misure del Governo per<br />
la ripresa economica. I sindacati attendono<br />
con impazienza il nuovo<br />
piano di investimenti per le società<br />
in difficoltà, visto che di giorno in<br />
giorno si aprono nuovi procedimenti<br />
fallimentari o, ancora peggio, gli<br />
impianti produttivi chiudono i battenti<br />
mandando in cassa integrazione<br />
i propri dipendenti. “Ciascuna di<br />
queste aziende ha problemi specifici<br />
e proprio nel rispetto di tale specificità<br />
che questi vanno risolti”, ha<br />
detto Ivan Šuker, Ministro delle Finanze,<br />
dopo la sessione del Consiglio<br />
Economico-Sociale, precisando<br />
che il Governo, per due o tre settimane,<br />
porterà una decisione globale<br />
su come aiutare queste aziende.<br />
“Queste misure sono soltanto una<br />
parte del pacchetto anticrisi” - ha<br />
detto annunciando ulteriori misure a<br />
sostegno delle imprese in difficoltà.<br />
Ivo Josipović e Danilo Turk durante<br />
il loro primo incontro ufficiale<br />
a Brdo pri Kranju<br />
Non esiste la forza<br />
di ristrutturare<br />
Purtroppo non c’è né il coraggio<br />
né la forza di ristrutturare quel considerevole<br />
numero di società che non<br />
riescono a ripartire proprio a causa di<br />
problemi “strutturali”, come rilevano<br />
gli analisti. Le piccole e medie imprese<br />
dal canto loro invocano da alcuni<br />
anni l’approvazione di una strategia<br />
di sviluppo dell’economia a livello<br />
nazionale abbinata a misure d’intervento<br />
molto concrete. Il Governo croato<br />
a sua volta annuncia dolorosi tagli<br />
nel settore pubblico. Nell’occhio del<br />
P er<br />
Attualitá<br />
Un “momento di pausa” in un confronto a momenti molto aspro<br />
ciclone in queste settimane ci sono<br />
le pensioni privilegiate, vale a dire le<br />
quiescenze recepite da 180.000 persone<br />
di cui la maggior parte sono difensori<br />
croati o ex combattenti della<br />
Guerra popolare di liberazione. Per<br />
queste pensioni lo Stato spende annualmente<br />
7 miliardi di kune. Il taglio<br />
previsto sarebbe del 15 p.c. e non<br />
è l’unico che il Governo ha intenzione<br />
di realizzare nelle prossime settimane.<br />
Pare che dalle buste paga nelle<br />
prossime settimane verrà levato l’indennizzo<br />
per il trasporto, a giugno<br />
pure l’indennizzo ferie. Il Governo<br />
deve infatti recuperare i fondi neces-<br />
Prima visita ufficiale bilaterale in Slovenia<br />
Josipović a Lubiana, scelta mirata<br />
la prima visita ufficiale all’estero il neo eletto Presidente croato Ivo<br />
Josipović ha scelto, e non a caso, la Slovenia. Una giornata intensa<br />
quella trascorsa a Brdo pri Kranju assieme al Presidente sloveno Danilo<br />
Türk, in cui sono state prese in esame tutte le questioni bilaterali attualmente<br />
aperte. Si è parlato pure di sicurezza in regione e di rafforzamento<br />
dei contatti commerciali tra i due Paesi. “Siamo ben lieti del fatto che<br />
la Slovenia appoggia l’entrata della Croazia nell’Unione europea e che i<br />
problemi che hanno pesato sui rapporti tra i due Stati siano in via di soluzione”,<br />
ha sintetizzato così in una dichiarazione per la stampa il presidente<br />
croato.<br />
Riallacciandosi all’accordo d’arbitrato relativo al contenzioso confinario<br />
il Presidente sloveno ha ricordato che “nel documento è stato inserito il<br />
principio di equità e che questo criterio andrebbe applicato pure nella soluzione<br />
dei problemi attualmente aperti tra gli stati dell’ex Jugoslavia”. Per il<br />
Presidente Josipović “i contenziosi che pesano sui rapporti in regione vanno<br />
risolti in base al diritto internazionale e nel rispetto delle leggi nazionali”.<br />
Il Presidente croato ha incontrato a Lubiana pure il premier sloveno Borut<br />
Pahor ed il presidente del Parlamento, Pavel Gantar. ●<br />
<strong>Panorama</strong> 7
sari per coprire il grande buco nel bilancio,<br />
recuperando in primo luogo i<br />
mezzi indispensabili per il pagamento<br />
delle pensioni e le spese della sanità<br />
pubblica il cui ammonto complessivo<br />
è di 65 miliardi di kune per l’anno<br />
corrente.<br />
Tassa anticrisi<br />
soluzione a metà<br />
L’esecutivo di Jadranka Kosor<br />
ha deciso di abolire la tassa anticrisi<br />
a partire dal 1.mo luglio. Si tratta di<br />
uno sgravio fiscale del 2 p.c. e riguarda<br />
solo quella fascia di reddito che va<br />
dalle 3.000 alle 6.000 kune mensili.<br />
Rimane invece in vigore, probabilmente<br />
fino alla fine dell’anno, la tassa<br />
del 4 p.c. sui redditi che superano<br />
le 6.000 kune mensili. Secondo dati<br />
recentemente pubblicati dal Ministero<br />
delle Finanze, il gettito della tassa<br />
anticrisi nel mese di gennaio è stato di<br />
204 milioni di kune.<br />
L’inarrestabile crescita del deficit<br />
è uno dei più grandi rischi per la stabilità<br />
macroeconomica della Croazia<br />
perché pone sempre la domanda di<br />
come sarà finanziato. È quanto sottolineato<br />
dagli analisti della società di<br />
rating internazionale “Dun & Bradstreet”<br />
(D & B), nella relazione per<br />
il mese di marzo. Per la Croazia vi è<br />
ancora un rating (DB3d), che mette il<br />
Paese in un lieve rischio imprenditoriale.<br />
Cambia invece la sua valutazione<br />
per 11 stati: migliora quello della<br />
Serbia che da alto rischio diventa<br />
a rischio moderato (DB5a a DB4d)<br />
grazie a interventi reputati positivi sia<br />
in ambito economico che politico. In<br />
particolare, il rapporto della “D & B”<br />
per la Croazia afferma che davanti al<br />
Governo di centro-destra vi è un periodo<br />
difficile di lotta contro la recessione.<br />
La ripresa della Croazia continuerà<br />
sulla scia di una crescita molto<br />
lenta nella zona dell’euro. La ricerca<br />
tecnologica e l’innovazione sarà indebolita,<br />
i consumi delle famiglie saranno<br />
sempre più in calo a causa della<br />
bassa crescita dei salari, l’elevata<br />
disoccupazione, tasse e condizioni di<br />
credito più restrittive. Anche le aziende<br />
spenderanno meno a causa delle<br />
restrizioni imposte dalle banche, le<br />
società che si occupano di export possono<br />
sperare in un un recupero grazie<br />
alla ripresa del commercio mondiale<br />
nel 2010 e 2011- prevede la “D&B”.<br />
8 <strong>Panorama</strong><br />
Attualitá<br />
A Vinkovci il 5 marzo i contadini hanno bloccato la tangenziale<br />
L’aumento del deficit resta comunque<br />
uno dei più grandi rischi per la stabilità<br />
macroeconomica della Croazia.<br />
Anche se il Governo croato negli ultimi<br />
anni ha provato a tagliare il debito,<br />
il forte calo dei redditi (e così degli<br />
introiti fiscali) contribuisce all’aumento<br />
del deficit pubblico.<br />
A tutto... gas<br />
Ma che qualche cosa di positivo<br />
si stia verificando in campo energetico<br />
lo conferma la recente visita della<br />
premier Kosor al presidente del Governo<br />
russo Putin: la Croazia è entrata<br />
ufficialmente nel consorzio per la<br />
costruzione del gasdotto South Stream,<br />
che trasporterà in Europa il gas<br />
russo bypassando l’Ucraina. È stato<br />
ratificato, infatti, un contratto per<br />
la gassificazione della Croazia e lo<br />
sfruttamento dei giacimenti di gas<br />
sul territorio della Repubblica di<br />
Croazia, creando in tal modo il quadro<br />
giuridico per l’inclusione di Zagabria<br />
nel South Stream. Il contratto<br />
apre la strada alla creazione di una<br />
joint venture tra Gazprom e Plinacro,<br />
a cui ciascuna delle imprese partecipa<br />
con il 50 p.c. L’accordo con i partner<br />
russi è stato firmato dal Ministro<br />
dell’Economia croato Đuro Popijač e<br />
dal Ministro russo dell’Energia, Sergej<br />
Smatko. “I dettagli dovranno ancora<br />
essere discussi e negoziati, ma<br />
ciò che è molto importante per noi è<br />
che l’accordo garantisce la fornitura<br />
di gas”, ha detto la Kosor esprimendo<br />
così la soddisfazione che la Croazia si<br />
affianca in questo progetto ai membri<br />
dell’Ue come l’Ungheria, la Bulgaria<br />
e la Slovenia, che già partecipano al<br />
progetto. La Croazia è particolarmente<br />
interessata ad incrementare i quantitativi<br />
di gas importati a 2,7 miliardi<br />
di metri cubi l’anno. Putin e Kosor<br />
hanno toccato anche il tema della<br />
Società “DružbAdria”, accennando<br />
al fatto cheTransnjeft e JANAF continueranno<br />
i negoziati con il Primo<br />
Ministro croato nel tentativo di “raggiungere<br />
nuovi progressi” nel settore<br />
delle infrastrutture lungo la cosa croata.<br />
Non viene nascosto il fatto che vi<br />
è un interesse reciproco, nonché una<br />
certa disponibilità della parte croata<br />
ad estendere l’attuale capacità di<br />
sfruttamento, pari al 22 per cento.<br />
La partecipazione della Croazia<br />
al progetto South Stream, oltre a garantire<br />
forniture di gas supplementari<br />
per il mercato croato, contribuirà a<br />
sviluppare tutto il settore energetico e<br />
così alla creazione di nuovi posti di<br />
lavoro. Dopo alcuni anni in cui le trattative<br />
con le autorità russe erano state<br />
“congelate” a causa di alcuni errori di<br />
percorso compiuti dalla Kosor ancora<br />
ai tempi della sua campagna elettorale<br />
per le presidenziali, ora il dialogo<br />
è stato finalmente riaperto. L’accordo<br />
è stato valutato positivamente<br />
dal gigante russo Gazprom. “La Gazprom<br />
accoglie con favore la firma del<br />
contratto tra il primo ministro Jadranka<br />
Kosor e il Primo Ministro Vladimir<br />
Putin” - si rileva in un comunicato<br />
stampa in cui si precisa pure che<br />
“l’accordo costituisce la base giuridica<br />
necessaria attraverso cui Russia e<br />
Croazia saranno in grado di realizzare<br />
il progetto”. ●
di Elvio Baccarini<br />
Leggendo alcuni commenti e<br />
dialogando con varie persone<br />
ho trovato divertenti alcuni atteggiamenti<br />
ispirati dal recente spettacolo<br />
dell’Ivan de Zajc di Fiume, la<br />
“Lisistrata” di Aristofane. Prima che<br />
il lavoro fosse presentato al pubblico,<br />
ne scrivevo in una corrispondenza email<br />
con un noto filosofo londinese<br />
amante del teatro che mi ha rivelato<br />
che il lavoro era stato messo in scena<br />
presso il liceo che frequentava qualche<br />
decennio fa, suscitando parecchio<br />
sgomento e un giudizio globale<br />
di “volgarità”. Due sono i pensieri<br />
che questo racconto mi ha ispirato,<br />
in relazione ad alcuni dei commenti<br />
successivi alla “Lisistrata” presentata<br />
a Fiume. Il primo è legato alla<br />
supposta inadeguatezza dello spettacolo<br />
nei confronti del pubblico formato<br />
da allievi delle scuole. Mi ha<br />
sorpreso non poco che vi siano reazioni<br />
di questo tipo parecchi decenni<br />
dopo che lo stesso lavoro venne stato<br />
messo in scena non solo per, ma addirittura<br />
da, allievi di una scuola londinese<br />
tradizionalista (una di quelle<br />
nelle quali si reclutano i futuri studenti<br />
di Oxford e Cambridge).<br />
Il secondo pensiero è la mia sorpresa<br />
di fronte al fatto che le stesse<br />
cose che scandalizzavano qualche<br />
decennio fa una scuola londinese<br />
tradizionalista possono scandalizzare<br />
ancora. Al contrario, a me la<br />
“Lisistrata” fiumana è apparsa innocua.<br />
In fin dei conti, tutti abbiamo<br />
imparato, negli anni liceali, che<br />
esiste questo testo. Non mi sembra<br />
sia il caso dover imparare che esiste,<br />
ma evitarne il contenuto (un po’<br />
come si faceva, o si fa ancora, nelle<br />
edizioni rivolte alle scuole del “Decamerone”,<br />
con la censura di alcuni<br />
capitoli).<br />
Per alcuni il punto è proprio<br />
questo: il teatro (soprattutto un teatro<br />
nazionale quale il de Zajc) dovrebbe<br />
essere un luogo elevato nello<br />
spirito e nelle maniere. La mia<br />
Cultura e mondo d’oggi<br />
convinzione è che vi debbano essere<br />
sedi privilegiate della produzione<br />
culturale d’alto livello. Un teatro<br />
nazionale, ovviamente, è per eccellenza<br />
una di queste. Non condivido,<br />
però, l’opinione che questa sede<br />
debba essere staccata dalla realtà<br />
in cui vive e lo affermo per più di<br />
un motivo.<br />
Il primo è che il teatro non è una<br />
testimonianza della creatività del<br />
passato. Il teatro deve essere una<br />
sede creativa e innovativa dell’arte.<br />
Con ciò non voglio esprimermi<br />
con toni di scarso apprezzamento<br />
nei confronti dei classici. Il valore<br />
dei classici sta nella forza e nella<br />
capacità di affrontare temi di validità<br />
eterna per l’umanità. Non voglio<br />
neppure sostenere un’aprioristica<br />
tendenza all’innovazione nella<br />
rappresentazione dei classici.<br />
Le presunte innovazioni sono state<br />
troppe volte soltanto banalizzazioni<br />
e depauperamenti. In fin dei conti,<br />
la “Lisistrata” che serve da spunto<br />
a questo mio commento, e che volentieri<br />
difendo da alcune critiche,<br />
è un testo classico, peraltro rappresentato<br />
in modo molto fedele (le innovazioni<br />
sono trascurabili). Voglio<br />
dire, però, che il teatro contemporaneo<br />
non può limitarsi soltanto a<br />
rappresentare i classici nella loro<br />
forma elegante e di buone maniere.<br />
Soprattutto, non può limitarsi<br />
soltanto a rappresentare i classici.<br />
Ritengo che le due migliori (e migliori<br />
in modo sensibile) rappresentazioni<br />
di teatro drammatico a Fiume<br />
negli anni recenti siano “Turbofolk”<br />
di Oliver Frljić e “Lo Zoo di<br />
vetro” con la regia di Anica Tomić<br />
e l’apporto drammaturgico di Jelena<br />
Kovačić. Nel primo caso, si tratta<br />
di un progetto d’autore e una feroce<br />
e molto ironica critica sociale,<br />
nel secondo caso di un rifacimento<br />
molto sensibile del lavoro di Tennessee<br />
Williams, la cui intenzione è<br />
quella di farci vivere e comprendere<br />
le sensazioni di un dramma familiare<br />
attuale. In entrambi i casi i lavo-<br />
Attualitá<br />
La «Lisistrata» fiumana è apparsa innocua<br />
ri sono molto lontani da un’estetica<br />
indirizzata all’espressione elegante<br />
e alle buone maniere, ma il valore<br />
delle due rappresentazioni sta<br />
proprio nella forza espressiva e nella<br />
connessione a temi esistenziali e<br />
sociali attuali, in un’estetica viva e<br />
comunicativa.<br />
Il secondo motivo per il quale<br />
giudico inadeguate le visioni tradizionaliste<br />
a proposito del teatro nazionale<br />
è legato al pubblico. Sono<br />
molto fermo nell’opposizione alla<br />
commercializzazione dell’alta cultura.<br />
Sono, però, anche cosciente<br />
dell’esigenza di equilibri nei confronti<br />
del rapporto con il pubblico.<br />
Uno dei momenti più belli, per<br />
me, negli ultimi anni a teatro è stata<br />
l’esecuzione del “Sekstet Verklärte<br />
Nacht” di Arnold Schönberg (in<br />
programma, lo stesso giorno, anche<br />
Haydn). Sabato 20 febbraio, eravamo<br />
una cinquantina. Questa è l’alta<br />
cultura della quale vorrei godere<br />
frequentemente, ma va tenuto conto<br />
anche della realtà, ovvero di quale<br />
sia il suo pubblico. Un altro esempio<br />
che posso offrire, al di fuori del<br />
de Zajc, è la rassegna jazzistica che<br />
si svolge ogni anno in primavera a<br />
Fiume - non ho mai vista riempita<br />
dal pubblico la sala dell’HKD. La<br />
“Lisistrata”, invece, è stata venduta<br />
in ogni ordine di posto.<br />
Proprio come dicevo, è evidente<br />
che nella scelta del repertorio ci<br />
vuole equilibrio, tenendo in considerazione<br />
la funzione sociale del teatro,<br />
che è quella di offrire cultura<br />
elevata, ma anche di attirare pubblico.<br />
Ovviamente, non tutti gli spettacoli<br />
offerti nel repertorio potranno<br />
soddisfare tutti. Alcuni si entusiasmeranno<br />
per la “Lisistrata”, altri<br />
per “Turbofolk”, altri per Schönberg,<br />
altri ancora per “Lucia di<br />
Lammermoor”. Alcuni sono aperti<br />
nei confronti di tutte queste forme<br />
espressive. L’importante, però, non<br />
è che tutti siano soddisfatti sempre,<br />
ma che ciascuno abbia la possibilità<br />
di scegliere. ●<br />
<strong>Panorama</strong> 9
10 <strong>Panorama</strong><br />
Italia<br />
Sarebbe bello, una volta tanto, veder trionfare il diritto contro la politica<br />
Liste elettorali, vergognoso caos<br />
a cura di Bruno Bontempo<br />
È<br />
esploso in tutto il suo potenziale<br />
distruttivo, in termini politici<br />
e forse anche di ordine sociale,<br />
il problema delle liste elettorali. Dopo<br />
il ritardo nella presentazione delle liste<br />
del Pdl nella provincia di Roma,<br />
gli uffici elettorali dapprima hanno<br />
escluso e poi riammesso anche quella<br />
della Polverini nel Lazio. Lo stesso è<br />
accaduto a Milano alla lista Formigoni,<br />
facendo decadere anche nel feudo<br />
ciellino la coalizione di centrodestra.<br />
Il problema politico è dirompente. Poi<br />
il Tribunale Amministrativo Regionale<br />
del Lazio, malgrado il decreto legge<br />
interpretativo del Governo, ha rigettato<br />
il ricorso del Pdl. Qualcuno ha detto<br />
che questa decisione è uno schiaffo<br />
all’esecutivo, qualcun altro ha pensato<br />
che essa dipende soltanto dalla<br />
competenza della Regione in materia<br />
di leggi elettorali, ma poco importa.<br />
Infine il Consiglio di Stato ha dichiarato<br />
l’appello contro l’esclusione<br />
della lista Pdl Roma improcedibile: i<br />
giudici non si sono espressi nel merito<br />
sottolineando che non ci sono motivi<br />
per procedere. Ciò ha determinato<br />
la definitiva esclusione della lista Pdl<br />
della Capitale dalle regionali. Respinto<br />
il ricorso della Federazione della sinistra,<br />
invece, e sì alla lista Formigoni<br />
in Lombardia. Insomma un completo<br />
guazzabuglio.<br />
In linea teorica la sinistra ha indubbiamente<br />
ragione. In altri momenti e<br />
in altre regioni, per i motivi più diversi,<br />
erano stati esclusi altri partiti.<br />
Nella vita della nazione si incrociano<br />
spesso diritto e politica. Per il diritto<br />
“la legge è uguale per tutti”, per la politica<br />
no. Il diritto è formale: si faccia<br />
giustizia, caschi il mondo; la politica<br />
è sostanziale: si salvi il mondo, quali<br />
che siano le leggi. La gente sta col<br />
diritto e l’economia quando un meccanico<br />
licenzia un operaio perché nella<br />
sua officina non c’è posto e reddito<br />
per due, sta con la politica quando il<br />
licenziamento tocca migliaia di operai<br />
di uno stabilimento Fiat.<br />
Dal punto di vista giuridico ed<br />
economico i problemi sono uguali:<br />
ma mentre del singolo non s’interessa<br />
nessuno, dei mille si interessano i partiti,<br />
i giornali, la Chiesa. Tutti pretendono,<br />
magari a spese dello Stato, che<br />
non accada ciò che è accaduto legittimamente<br />
al singolo. Se fallisce un negozio<br />
di tessuti, non c’è neanche una<br />
riga nella gazzetta locale, se rischia di<br />
fallire l’Alitalia se ne parla per anni e<br />
alla fine interviene lo Stato.<br />
È sulla base di questa mentalità<br />
che, se pure con scomposta frenesia,<br />
il Governo è voluto intervenire per<br />
salvare sia il Pdl sia la validità della<br />
consultazione. La sinistra al contrario<br />
si è aggrappata alla legge per attaccare<br />
la maggioranza. Al Governo<br />
infatti avrebbe tentato di fare la stessa<br />
cosa e non meraviglia che il Presidente<br />
della Repubblica, uomo di sinistra,<br />
abbia ripetutamente affermato<br />
che “non si può escludere dalle elezioni<br />
il partito più forte”. Assistiamo<br />
ad una strana disputa in cui hanno tutti<br />
torto. Gli unici da assolvere sono forse<br />
i magistrati. Per una volta sarebbe bello<br />
veder trionfare il diritto contro la politica,<br />
come sarebbe bene che una volta<br />
tanto tutti soffrissero le conseguenze<br />
delle loro azioni e delle loro parole imprudenti.<br />
Invece il Pdl anche in questa<br />
confusa ricostruzione intorno alle liste<br />
nega che vi sia stata una lotta al coltello<br />
fino all’ultimo sui nomi da inserire<br />
in lista, non ammette l’errore di un<br />
proprio dirigente, come non rivela chi<br />
sono i “pesci grossi” (“io sono un pesce<br />
piccolo” ha detto Alfredo Milioni,<br />
presidente del XIX Municipio di Roma<br />
quando ha capito che per il ritardo la<br />
scusa del panino non reggeva...) che<br />
hanno imposto sbianchettature e modifiche<br />
in chiusura di liste. Irregolarità<br />
che anche altri partiti fanno, ma che<br />
forse nessuno avrebbe la sfrontatezza<br />
di presentare, una volta colto il flagrante,<br />
come colpe altrui. ●<br />
Renata Polverini, candidata presidente della Regione Lazio e, a destra, Roberto Formigoni per la Lombardia
Riciclaggio e altri favori alla ’ndrangheta?<br />
Nicola di Girolamo<br />
senatore fuorilegge<br />
La prima notizia è dello scorso 23 febbraio: chiesto<br />
l’arresto per il senatore. Di Girolamo per violazione<br />
della legge elettorale “con l’aggravante mafiosa”.<br />
Da quel giorno è stato un susseguirsi di colpi di scena,<br />
dichiarazioni, intercettazioni: il caso di Nicola Di Girolamo,<br />
l’ormai ex senatore accusato di essere arrivato<br />
a Palazzo Madama grazie ai voti della ‘ndrangheta, è<br />
diventato più che mai un caso nazionale, entrando nel<br />
pieno del dibattito politico, in un periodo particolarissimo:<br />
quella della campagna elettorale per le elezioni<br />
regionali. Per quanto riguarda il Parlamento finisce qui,<br />
ma continua il suo percorso giudiziario.<br />
Avvocato, imprenditore, residente a Bruxelles secondo<br />
il sito del Senato, 50 anni il prossimo 25 giugno, Di<br />
Girolamo è sposato e ha due figli: è stato eletto nella circoscrizione<br />
Estero, grazie ai voti degli italiani residenti in<br />
Europa. All’attività politica (faceva parte della commissione<br />
Esteri e del Comitato per le questioni degli Italiani<br />
all’estero), somma quella di avvocato e imprenditore ed è<br />
pure vicepresidente della Fondazione Italiani nel Mondo.<br />
Per quello che riguarda le accuse a Di Girolamo si ipotizza<br />
che la ‘ndrangheta, tramite emissari calabresi mandati<br />
in Germania, soprattutto a Stoccarda, avrebbe messo le<br />
mani sulle schede bianche per l’elezione dei candidati al<br />
Senato votati dagli italiani lì residenti e le avrebbero riempite<br />
con il nome del senatore. È uno dei profili più inquietanti<br />
emersi da questa indagine.<br />
Ma non è la prima volta che viene richiesto l’arresto<br />
per il senatore, eletto nel 2008 con oltre 25 mila preferenze.<br />
Allora, il primo dei non eletti, Raffaele Fantetti, propone<br />
ricorso al Senato sostenendo che Di Girolamo al momento<br />
della candidatura non risiedeva all’estero, come<br />
prescritto dalla legge. Sul presupposto della mancanza dei<br />
requisiti per l’elezione, il gip del Tribunale di Roma ha<br />
chiesto per Di Girolamo gli arresti domiciliari con le accuse<br />
di attentato ai diritti politici dei cittadini, falsa attestazione<br />
o dichiarazione sulla sua identità, in atti destinati<br />
alle operazioni elettorali e false dichiarazioni sulle sue generalità.<br />
Nel settembre 2008, il Senato non concede, però,<br />
l’autorizzazione all’arresto ma la verifica della Giunta di<br />
palazzo Madama si conclude con una proposta di decadenza<br />
dal seggio. Però il 29 gennaio 2009, l’aula del Senato<br />
ribalta il parere della Giunta, subordinando il riesame<br />
ad un’eventuale sentenza penale definitiva. Ora il senatore<br />
è anche accusato di associazione per delinquere finalizzata<br />
al riciclaggio transnazionale, per aver fatto parte<br />
di un gruppo criminale che, tra il 2003 e il 2006, avrebbe<br />
riciclato oltre 2 miliardi di euro. Le indagini hanno delineato<br />
la struttura transnazionale, tramite una rete di società<br />
appositamente costituite in Italia e all’estero. I capitali<br />
illegali riciclati provenivano da una serie di operazioni<br />
I precedenti<br />
Italia<br />
Quando la Camera di appartenenza ha detto sì<br />
alla richiesta di arresto da parte della magistratura<br />
27<br />
gennaio<br />
1955<br />
27<br />
luglio<br />
1976<br />
21<br />
settembre<br />
1983<br />
18<br />
gennaio<br />
1984<br />
Sandro SACCUCCI (Msi-Dn) accusato<br />
dell'omicidio di un giovane<br />
comunista, Luigi Di Rosa, a Sezze<br />
Romano nel 1976. L'autorizzazione<br />
fu concessa quando aveva<br />
già lasciato l'Italia<br />
Toni NEGRI (radicali) accusato<br />
di terrorismo. La richiesta<br />
di autorizzazione fu concessa quando<br />
Negri era già fuggito in Francia;<br />
tornerà in Italia nel 1997, scontando<br />
il residuo di pena<br />
Massimo ABBATANGELO (Msi-Dn)<br />
condannato per aver partecipato<br />
nel 1970 all'assalto con bottiglie<br />
incendiarie ad una sezione napoletana<br />
del Pci<br />
Le richieste respinte nell'attuale legislatura<br />
24 settembre<br />
2008<br />
18 dicembre<br />
2008<br />
10 dicembre<br />
2009<br />
Francesco MORANINO (Pci),<br />
condannato per la morte di sette<br />
persone durante la Resistenza.<br />
Si sottrasse all'arresto fuggendo<br />
in Cecoslovacchia. Fu graziato dal<br />
presidente della Repubblica Saragat<br />
Nicola Di Girolamo (Pdl)<br />
Salvatore Margiotta (Pd)<br />
Nicola Cosentino (Pdl)<br />
ANSA-CENTIMETRI<br />
commerciali fittizie di acquisto e di vendita di servizi di<br />
interconnessione telefonica internazionale, che avvenivano<br />
con la compiacenza di alti funzionari e amministratori<br />
delle società telefoniche, attraverso società di comodo<br />
di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese<br />
e off-shore, controllate dall’organizzazione.<br />
Il danno allo Stato italiano è stato calcolato in 360 milioni<br />
di euro per evasione dell’Iva su fatture per operazioni inesistenti<br />
per più di 1 miliardo e 800 milioni. Inoltre, l’incremento<br />
falso di fatturati e ricavi delle società telefoniche<br />
ha generato anche fittizi crediti Iva e utile da 96 milioni<br />
di euro.<br />
Dai collegamenti fra appartenenti alla famiglia Arena,<br />
l’ex amministratore delegato di Fastweb, Silvio Scaglia,<br />
l’imprenditore Gennaro Mokbel, l’ufficiale della finanza<br />
destinatario della tangente, gli investigatori sono arrivati<br />
a scoperchiare gli interessi illeciti dell’organizzazione<br />
e il sostegno che la stessa avrebbe dato alla candidatura<br />
e all’elezione di Nicola Di Girolamo, del Pdl, una delle<br />
menti finanziarie dell’organizzazione. ●<br />
<strong>Panorama</strong> 11
12 <strong>Panorama</strong><br />
Societá<br />
Osservazioni indotte dalle passeggiate in natura con il quattroza<br />
Cani, ma perché ringhiano i pr<br />
di Marino Vocci<br />
Mi è capitato centinaia di volte,<br />
nelle mie abitudinarie,<br />
quasi quotidiane, passeggiate<br />
con il mio buonissimo cane, di<br />
essere investito da un domanda rivoltami<br />
dalla persona incontrata occasionalmente,<br />
anche lei accompagnata<br />
da un cane, non importa di che razza,<br />
o se di piccola o di grande taglia:<br />
“Maschio o femmina?”<br />
Partendo da questo interrogativo,<br />
che solo a un profano può sembrare<br />
un po’ stravagante, racconterò<br />
di alcune mie esperienze di uomini<br />
(o donne che siano) con un cane al<br />
seguito. Si rischia infatti, in questi<br />
momenti, di non dare la risposta<br />
giusta o attesa, o soprattutto la risposta<br />
che può rasserenare lo sguardo<br />
preoccupato della persona che hai<br />
davanti. Se rispondi che il tuo cane<br />
è femmina, questo può andar bene<br />
se l’altro è un maschio, ma questa<br />
è sempre soltanto una tua supposizione,<br />
perché, a raffica, ti viene posta<br />
un’altra domanda, soprattutto se<br />
il maschio che hai davanti mostra<br />
segni di... irrequietezza e ti si avvicina<br />
con amorevole trasporto: “È in<br />
calore?”<br />
Capita così che mentre cammini<br />
tranquillamente con il tuo cane<br />
al guinzaglio, in mezzo al bosco,<br />
di colpo ti scontri con una realtà<br />
che contrasta completamente con la<br />
piacevolezza e il silenzio del luogo<br />
che ti circondava fino ad un attimo<br />
prima: la domanda quasi sempre<br />
viene “sparata” come una fucilata, e<br />
la cortesia è lungi dall’essere rispettata.<br />
A volte il tono è anche bellicoso<br />
e da attaccabrighe, e la maggior<br />
animosità viene mostrata proprio da<br />
coloro che non rispettano le regole<br />
non scritte del buon comportamento<br />
e che invece in modo arrogante pretendono<br />
dagli altri il totale rispetto.<br />
Hai quindi uomini e donne che<br />
di sovente ti guardano in... cagnesco<br />
e il più delle volte camminano senza<br />
tenere al guinzaglio il “beniamino”<br />
che in taluni casi magari appartiene<br />
a razze incluse nell’elenco di<br />
animali pericolosi, che ti si avvicina<br />
digrignando i denti. Sembra incredibile<br />
e non so spiegarmi proprio il<br />
perché, ma quando passeggi così accompagnato<br />
molte delle persone che<br />
incontri hanno qualcosa da rimproverarti<br />
o perlomeno qualche sarcastico<br />
commento da fare, il più delle<br />
volte magari in maniera indiretta,<br />
oppure si impegnano a superarti velocemente<br />
senza neppure rivolgerti<br />
uno sguardo o un saluto, con un senso<br />
di fastidio.<br />
Questo per quanto riguarda le<br />
persone. I cani invece sono animali<br />
ai quali è giusto e anche salutare<br />
dedicare un po’ del nostro tempo:<br />
fa bene a noi e non solo. Accudire<br />
un cane, tra le altre cose, vuol dire<br />
anche essere costretti a stare all’aria<br />
aperta, a recuperare il piacere del<br />
movimento, ma, com’è ampiamente<br />
dimostrato, è un ottima terapia<br />
(pet-teraphy) contro il “logorio della<br />
vita moderna”. Non solo questi animali,<br />
anche altri quali i gatti, asini,<br />
cavalli, delfini e molti altri animali<br />
ancora, ci aiutano a mantenere il benessere<br />
e un buon livello di qualità<br />
della vita. Hanno infatti un rapporto<br />
immediato e diretto con le persone,<br />
riescono a trasmettere un‘energia<br />
positiva, un’energia non viziata<br />
dal raziocinio. Ma è soprattutto<br />
bello, anzi straordinario, avere un<br />
cane per amico, perché ti permette<br />
nello stesso momento di combattere<br />
la solitudine e godere della bellezza<br />
della solitudine, perché un animale<br />
sa starti vicino in modo molto<br />
discreto. Esiste infatti la bella solitudine;<br />
quella in cui stai da solo con<br />
i tuoi pensieri, ascolti il canto di un<br />
usignolo, guardi e ti emozioni davanti<br />
a un bel paesaggio, senti più<br />
intensamente il profumo di un fiore.<br />
Questa solitudine volontaria ha un<br />
valore speciale quando viene condivisa<br />
con quello che per tradizione<br />
è l’amico più fedele, discreto e affettuoso<br />
che si possa immaginare.<br />
E poi è veramente interessante<br />
osservare il comportamento delle<br />
persone con i cani: alcuni sono fraterni<br />
e affettuosi, altri sono burberi e<br />
violenti, altri ancora, e credo siano<br />
i peggiori, li usano e poi li abbandonano.<br />
Trovo altrettanto stupefacente<br />
il comportamento dei cani nei confronti<br />
delle persone o dei cani loro<br />
simili quando s’incontrano. Ce ne<br />
sono taluni che assolutamente ignorano<br />
tutto e tutti, altri abbaiano forsennatamente<br />
appena scorgono in<br />
lontananza un loro simile.<br />
Ci sono poi anche delle sorprese<br />
divertenti, come la mia Thea, che<br />
in tutta la sua vita, e ha ormai undici<br />
anni che per un golden retriver della<br />
sua stazza sono veramente tanti,
mpe al seguito<br />
oprietari?<br />
avrà abbaiato sì e no una cinquantina<br />
di volte, pochissime cioè. Ebbene<br />
il più delle volte che ha accolto<br />
qualcuno con il suo sommesso bau<br />
bau, è stato quando abbiamo incontrato<br />
un vecchio, ma soprattutto<br />
malvestito o trasandato. In quelle<br />
rare occasioni mi è sembrato che<br />
Thea si fosse sintonizzata improvvisamente<br />
su modelli di comportamento<br />
più vicini e consoni a quello<br />
che si usa correntemente definire il<br />
mondo di oggi, che non condivido,<br />
e cioè quelli che individuano il modello<br />
vincente nell’essere... giovani...<br />
ricchi e belli ! Anche se, così dicono<br />
almeno alcuni veterinari, questa<br />
non è proprio una sorpresa, perché<br />
i cani nella loro immaginazione<br />
hanno un’idea ben definita dell’uomo...<br />
normale, e quando incontrano<br />
uno che non coincide con il loro<br />
schema di uomo... normale, reagiscono<br />
abbaiando.<br />
Ancora un piccola osservazione,<br />
diverse volte mi capita di intravvedere<br />
una certa somiglianza, non soltanto<br />
di tipo fisico, tra cane e padrone<br />
(il che, in qualche caso, non<br />
è certo un complimento, fosse per<br />
l’uno che per l’altro), ma constato,<br />
sempre più spesso, che i cani sono<br />
migliori dei loro padroni.●<br />
Riflessioni in cornice<br />
di Luca Dessardo<br />
Catastrofi naturali di vario genere,<br />
l’ultima delle quali il terremoto<br />
in Cile - avvenuto prima ancora<br />
che cessasse la preoccupazione<br />
per le vittime del sisma che ha distrutto<br />
Haiti - sembrano succedersi<br />
con una frequenza e intensità sempre<br />
maggiori, denudando l’uomo di<br />
tutta la sua vanità. E nelle macerie<br />
che rimangono ritroviamo da una<br />
lato solidarietà spicciola, e dall’altro<br />
un insulso fatalismo che non giova<br />
a nessuno. Partiamo dalla solidarietà<br />
che si manifesta subito dopo<br />
le immagini di morte e rovina trasmesse<br />
dai media. Certamente va<br />
detto come troppo frequentemente<br />
questa solidarietà si riveli ipocrita:<br />
dalla sicurezza delle nostre case con<br />
un sms od una telefonata mandiamo<br />
qualche soldo di aiuto alle vittime,<br />
e questo è spesso un modo facile<br />
di lavarci la coscienza. Ma di quale<br />
colpa dobbiamo mai purgarci?<br />
Dalla nostra indifferenza, che non<br />
siamo in grado di sopportare. I senzatetto<br />
d’inverno muoiono di freddo<br />
per le strade (questo febbraio<br />
ne è morto uno a Fiume, soffocato<br />
dal fumo della candela con la quale<br />
tentava di riscaldarsi), ma passandoci<br />
vicino distogliamo lo sguardo.<br />
E poi pretendiamo di redimerci con<br />
un obolo di sms. Inoltre, il nostro è<br />
anche un tentativo di scuoterci di<br />
dosso il senso di colpa di essere nati<br />
più privilegiati - ecco il vero peccato<br />
originario che oggi ci angoscia.<br />
Figli della morale cattolica, per noi<br />
è un peso essere “nati meglio” rispetto<br />
ad altri. E allora una telefonata<br />
può fare tutta la differenza: per<br />
noi, piuttosto che per i bisognosi.<br />
L’universalità della disgrazia -<br />
ed invero negli ultimi tempi le catastrofi<br />
naturali colpiscono abbastanza<br />
indiscriminatamente - sta<br />
però cambiando qualcosa. Il pericolo<br />
si sta facendo sempre più generale,<br />
tanto che l’idea della fine<br />
del mondo è sempre più pressante.<br />
Come il Candide di Voltaire escla-<br />
Societá<br />
Sulla fine del mondo<br />
mava di fronte al terremoto di Lisbona<br />
“Ecco la fine del mondo!”,<br />
così anche oggi sono numerosi coloro<br />
che riprendendo in mano testi<br />
profetici (da Nostradamus al calendario<br />
Maya, fino ai segreti di Fatima),<br />
leggono nelle recenti devastazioni<br />
l’inizio della fine. Il problema<br />
dell’atteggiamento fatalista è che<br />
attribuendo la caratteristica di ineluttabilità<br />
a qualunque cosa accada<br />
perdiamo immediatamente ogni<br />
senso di responsabilità. Se si tratta<br />
di destino, ogni tentativo intrapreso<br />
per difenderci è inutile, perché alla<br />
fine il futuro è già scritto. Tanto vale<br />
non fare nulla per migliorare la situazione.<br />
Al massimo, insegna il Savonarola,<br />
potremmo pentirci dei nostri<br />
peccati. Religiosi o meno, la penitenza<br />
di fronte ad una qualsivoglia<br />
forza superiore che si manifesta in<br />
tutta la sua potenza rimane pur sempre<br />
passiva. Una sorta di penitenza<br />
coatta - a differenza di una fede che<br />
non ha bisogno di prove per essere<br />
forte o di una buona condotta che<br />
non abbia bisogno di minacce per<br />
mantenersi tale. Rifuggendo dunque<br />
dal bieco egoismo della penitenza<br />
sul letto di morte, lasciamo cadere<br />
in acqua anche l’idea che la fine<br />
sia inevitabile e abbracciamo piuttosto<br />
la consapevolezza o anche, se<br />
serve, la velleità che con le nostre<br />
azioni possiamo pur cambiare qualcosa.<br />
Prendiamo pertanto da una<br />
parte l’idea dell’universalità della<br />
disgrazia, concetto che la religione<br />
ha spesso tentato di insegnarci, insita<br />
nell’ipotesi della fine del mondo,<br />
e utilizziamola per purificare la solidarietà<br />
dalle sue aberrazioni utilitaristiche.<br />
Lo ha capito bene il premio<br />
Nobel Al Gore, il quale spiega<br />
che dobbiamo vedere nella disgrazia<br />
(ambientale, ma nulla vieta di<br />
trascendere questo limite) un nemico<br />
comune che possa, appunto,<br />
accomunarci. Nella prevenzione, e<br />
non solamente nel pianto rassegnato.<br />
Altrimenti la fine potrebbe veramente<br />
essere vicina. ●<br />
<strong>Panorama</strong> 13
Seconda première stagionale<br />
del Dramma Italiano che<br />
porta in scena Tutto sulle donne,<br />
commedia scritta nel 2000 da<br />
Miro Gavran, il più conosciuto,<br />
prolifico e rappresentato scrittore<br />
e drammaturgo croato. Il testo,<br />
tradotto in italiano da Silvio Ferrari,<br />
con la regia di Neva Rošić,<br />
vede in scena le attici Elvia Nacinovich,<br />
Elena Brumini e Rosanna<br />
Bubola, ciascuna in cinque<br />
ruoli diversi in altrettante storie<br />
di vita alternate e intrecciate, tutte<br />
al femminile. È il terzo lavoro<br />
di Gavran che entra nel repertorio<br />
della nostra Compagnia di<br />
prosa, dopo Antigone di Creonte<br />
(con cui debuttò nel 1983) e Shakespeare<br />
ed Elisabetta.<br />
Classe 1961, nativo di Gornja<br />
Trnava, nella Posavina, ha scritto<br />
più di 40 commedie, una sceneggiatura<br />
per il cinema, otto romanzi<br />
e altrettante novelle per<br />
ragazzi. I suoi libri hanno avuto<br />
140 edizioni in Croazia e nel<br />
mondo, i suoi pezzi teatrali hanno<br />
vissuto qualcosa come 200 allestimenti<br />
in quasi tutti i continenti<br />
e sono stati visti da più di<br />
due milioni di spettatori. Tra i<br />
nummerosi premi letterari e teatrali<br />
conseguiti, vanno segnalati<br />
il Central European Time 1999,<br />
riservato all’opera complessiva<br />
dei migliori scrittori centroeuropei,<br />
e l’European Circle Awards<br />
2003 per l’affermazione dei valori<br />
europei nei testi letterari. La<br />
casa editrice Hiersemann di Stoccarda<br />
ha inserito tre sue commedie<br />
nell’edizione 2007 dell’antologia<br />
del teatro mondiale contemporaneo.<br />
Dopo la laurea all’Accademia<br />
zagabrese per il teatro, il film e la<br />
televisione, Miro Gavran ha organizzato<br />
corsi di recitazione, è<br />
stato direttore del Teatar&TD, ha<br />
promosso e redatto la rivista letteraria<br />
Plima, è stato fondatore<br />
e autore dell’Epilog Teatar. Nel<br />
2002, assieme alla consorte (e attrice)<br />
Mladenka, ha dato vita al<br />
Teatro Gavran (2002), che ogni<br />
anno mette in scena un suo lavoro<br />
inedito ed un centinaio di repliche.<br />
●<br />
14 <strong>Panorama</strong><br />
Teatro<br />
Incontro con il drammaturgo croato Miro Gavran alla<br />
Rapporti uomo-donna?<br />
di Bruno Bontempo<br />
Il suo lavoro si intitola Tutto sulle<br />
donne, un autore italiano, Marco<br />
Falaguasta, è andato addirittura<br />
oltre scrivendo So tutto sulle<br />
donne. Crede sia possibile, per un<br />
uomo, conoscere tanto bene l’universo<br />
femminile?<br />
”Lungi da me la pretesa di poter<br />
sapere proprio tutto sulle donne.<br />
Nel titolo della commedia, chiaramente,<br />
c’è una punta di ironia. Il<br />
lavoro comprende cinque diverse<br />
storie che hanno per interpreti le<br />
donne, e in ogni vicenda ci sono tre<br />
protagoniste, per cui in totale conosciamo<br />
ben quindici personaggi<br />
femminili, inseriti in situazioni<br />
e ambientazioni molto diverse tra<br />
loro, che vanno dall’asilo infantile<br />
alla casa di riposo per anziani.<br />
Al centro della pièce - costruita in<br />
modo da offrire una continua alternanza<br />
di toni che vanno dal drammatico,<br />
al comico, al grottesco - c’è<br />
comunque la donna inquadrata negli<br />
schemi di vita della società contemporanea”.<br />
Crede che dopo aver assistito a<br />
questa sua commedia, avremo le<br />
idee più chiare sull’altra metà del<br />
cielo?<br />
”In dieci anni, Tutto sulle donne<br />
è stato portato in scena addirittura in<br />
trenta teatri delle più disparate parti<br />
del mondo, a partire da Zagabria<br />
e Sarajevo, per arrivare fino a Buenos<br />
Aires, Rio de Janeiro, Cracovia,<br />
Bombay, Lubiana, Praga, Mostar,<br />
Bratislava, Amburgo... Alcuni allestimenti<br />
hanno superato le cento repliche,<br />
segno che questo dinamico<br />
racconto sulle donne richiama l’attenzione<br />
sia del pubblico maschile,<br />
sia di quello femminile. Credo che<br />
la felicità di uomini e donne, oggi,<br />
all’interno di una coppia può essere<br />
autentica soltanto se vissuta reciprocamente.<br />
Il dominio di un sesso<br />
sull’altro, finisce per causare infelicità<br />
tanto tra le donne quanto tra i<br />
maschi. Il teatro e la letteratura, dal<br />
Miro Gavran, uno dei più prolifici drammaturghi croati contemporanei<br />
canto loro, possono aiutarci a capire<br />
qualcosa di più sull’esperienza umana”.<br />
Lei ha scritto anche un pezzo<br />
teatrale che si intitola “Tutto sugli<br />
uomini”. A questo punto chiederle<br />
di fare un paragone o di tracciare<br />
un parallelo tra i due poli ci sembra<br />
inevitabile...<br />
”Sei anni dopo Tutto sulle donne,<br />
ho usato lo stesso modello drammaturgico<br />
e la stessa struttura attoriale<br />
per la stesura di Tutto sugli uomi-
Teatro<br />
vigilia del terzo allestimento di una sua commedia da parte del Dramma Italiano<br />
Felicità autentica solo se reciproca<br />
ni, affidando a tre interpreti la narrazione<br />
di cinque episodi sul mondo<br />
maschile. La commedia finora è<br />
stata messa in scena da dieci teatri<br />
diversi ed in alcuni casi, come in Lituania,<br />
Lettonia, Polonia e Slovacchia,<br />
è rimasta in cartellone parallelamente<br />
a quella sulle donne. Devo<br />
ammettere che da questa mia scrittura<br />
è uscito un universo maschile<br />
decisamente disegnato a tinte forti,<br />
per non dire fosche... Tutti e due i<br />
lavori, comunque, trascinano gli interpreti<br />
e il pubblico in un autentico<br />
vortice, avvalorano doti e qualità<br />
artistiche degli attori, dai quali<br />
richiedono inoltre notevoli capacità<br />
di adattamento e trasformazione per<br />
eseguire i frequenti e rapidi cambi<br />
di ruolo richiesti e repentini passaggi<br />
da uno stato d’animo all’altro, anche<br />
completamente contrario. Credo<br />
che il vostro pubblico avrà modo di<br />
gustare uno spettacolo di pregevole<br />
fattura, una produzione che le tre attrici<br />
del Dramma Italiano di Fiume<br />
stanno portando a termine con la regia<br />
di Neva Rošić”.<br />
La fortuna di aver avuto<br />
sempre ottimi traduttori<br />
Sul rapporto uomo-donna ci<br />
siamo concessi anche la libertà di<br />
scherzarci un po’ sopra. Ora torniamo<br />
sui binari con argomenti<br />
più seri. I suoi pezzi teatrali<br />
sono stati rappresentati praticamente<br />
in tutto il mondo, tradotti<br />
in un’infinità di idiomi, molti dei<br />
quali lei non conosce. Come le riesce,<br />
in questi casi, di valutare, giudicare<br />
e considerare l’aderenza,<br />
la fedeltà all’originale? Il discorso,<br />
più da vicino, riguarda la nostra<br />
lingua, visto che due dei suoi<br />
testi - La notte degli Dei tradotto<br />
da Gorjana Ducic e questo Tutto<br />
sulle donne opera di Silvio Ferrari<br />
- sono stati presentati recentemente<br />
in Italia.<br />
“Ritengo che siano gli attori,<br />
chiamati a interpretare le mie commedie<br />
nelle varie lingue, i più attentibili<br />
critici delle traduzioni.<br />
La regista Neva Rošić, Elena Brumini e, in piedi, Elvia Nacinovich e Rosanna<br />
Bubola durante le prove di “Tutto sulle donne” (Foto Dražen Sokčević)<br />
Sono loro che meglio di qualsiasi<br />
altro possono giudicare la validità<br />
del testo in quella determinata<br />
versione. Mi considero molto fortunato<br />
perché finora i miei copioni<br />
sono finiti sempre tra le mani di ottimi<br />
traduttori... È auspicabile che<br />
tra chi si appresta alla trasposizione<br />
e il testo in lavorazione scocchi la<br />
scintilla dell’innamoramento. I migliori<br />
esiti, comunque, si ottengono<br />
nei casi in cui è lo stesso traduttore<br />
a scegliere il testo che vorrà elaborare<br />
”.<br />
Legami indissolubili<br />
tra passato e presente<br />
Nei suoi pezzi teatrali coniuga<br />
volentieri e abilmente divertimento<br />
e pensiero, sorriso e riflessione.<br />
È lo strumento che ha scelto per<br />
racchiudere la realtà in una sceneggiatura?<br />
“Ogni individuo è testimone e depositario<br />
di tutti i pensieri, emozioni<br />
e gesti, con le sue conoscenze è<br />
capace di scandagliare situazioni di<br />
vita e infiniti stati d’animo, che vanno<br />
dal riso alla tristezza, dall’entusiasmo<br />
alle amare delusioni. Il massimo<br />
che si possa ottenere a teatro<br />
è uno spettacolo che riesce a dipin-<br />
gere verosimilmente le trame complesse<br />
della nostra esistenza”.<br />
Molto spesso nei suoi testi è<br />
andato a scavare nelle vicende di<br />
grandi personaggi storici o della<br />
cultura, da Antigone a George<br />
Washington, da Čechov e Tolstoj a<br />
Maria Teresa, Shakespeare ed Elisabetta.<br />
Che cosa cerca e che cosa<br />
riesce a trovare con questo lavoro<br />
di analisi e rilettura?<br />
“Ho realizzato un ciclo di drammi<br />
imperniati su alcuni tra i più illustri<br />
e famosi nomi dell’arte e della<br />
politica del mondo antico (Shakesperare<br />
ed Elisabetta) e di un passato<br />
più recente (Gli amori di George<br />
Washington, Čechov ha detto addio<br />
a Tolstoj, I segreti di Greta Garbo...).<br />
Nei grandi ho cercato sempre<br />
di scoprire gli aspetti più comuni e<br />
quelli meno noti della loro personalità;<br />
nell’osservare i cosiddetti nostri<br />
eroi contemporanei, invece, ho puntato<br />
a individuare le motivazioni che<br />
li hanno portati a diventare protagonisti<br />
di una piéce teatrale. Quando<br />
sono andato a scavare nel passato,<br />
è stato sempre con l’obiettivo di<br />
far emergere le similitudini e i nessi<br />
tra le vicende umane di ieri e la<br />
nostra contemponeaneità. Perché in<br />
tutti contesti storici, gli uomini han-<br />
<strong>Panorama</strong> 15
P arliamo<br />
16 <strong>Panorama</strong><br />
Teatro<br />
Gruppi etnici, «riflesso indotto» sulle maggioranze<br />
della posizione degli scrittori delle minoranze.<br />
Tra gli autori della CNI è opinione diffusa<br />
che nel panorama letterario croato hanno un<br />
ruolo marginale, di semianonimato, ignorati dalla<br />
distribuzione, dalla critica, dai traduttori. Qual’è<br />
il suo giudizio in merito e quale strada si potrebbe<br />
intraprendere per migliorare l’insufficiente grado<br />
d’integrazione?<br />
“Direi che gli scrittori delle diverse etnie in Croazia<br />
partono da una posizione privilegiata, in quanto<br />
intelettualmente e artisticamente possono attingere a<br />
due sorgenti. Il problema sorge con la promozione e la<br />
circolazione delle loro opere. Per affrontarlo sarebbe<br />
auspicabile e necessario procedere a una valutazione,<br />
un esame scrupoloso, una programmazione sistematica<br />
con il coinvolgimento delle maggiori case editrici,<br />
non solo croate ma anche straniere, il reperimento di<br />
fondi per borse di studio e la stampa di riviste bilingui,<br />
iniziative che potrebbero agevolare e incoraggiare<br />
l’affermazione di questi autori...”<br />
In quale misura conosce il contesto culturale,<br />
artistico e di socializzazione dei diversi gruppi etnici?<br />
“Ogni anno giro in lungo e in largo il Paese ed ho<br />
occasione di incontrare e collaborare con appartenenti<br />
a quasi tutte le minoranze che vivono in Croazia.<br />
Inoltre, negli ultimi tempi ho viaggiato molto anche<br />
all’estero e ciò mi ha permesso di discernere la posizione<br />
delle minoranze in tanti luoghi diversi, anche<br />
e soprattutto quella dei croati sparsi per il mondo,<br />
dall’Argentina, all’Ungheria, alla Serbia. In estrema<br />
sintesi, mi sembra di poter constatare che un appagante<br />
livello di integrazione e un sereno vivere dei diver-<br />
no amato e odiato, si sono innamorati<br />
e hanno sofferto, sono stati buoni e<br />
cattivi allo stesso modo e con la stessa<br />
intensità...”<br />
Salvare le ultime<br />
tracce di umanità<br />
Saltiamo a piè pari il fosso che<br />
separa il passato dall’attualità.<br />
Al teatro di Osijek recentemente<br />
è stato messo in scena il suo lavoro<br />
Mondi paralleli nel quale parla<br />
di come ci troviamo lontani gli uni<br />
dagli altri, pur vivendo gli uni accanto<br />
gli altri... In che mondo viviamo?<br />
“Il dramma Mondi paralleli parla<br />
del nostro tempo e del senso di inadeguatezza<br />
che si può provare nelle<br />
spirali di una società dominata<br />
dal culto della competitività e dalla<br />
ossessiva ricerca dell’accumulo,<br />
parla di persone perdenti sul fronte<br />
emotivo, private dei loro punti di riferimento<br />
sociali... Un testo che affronta<br />
la necessità di salvaguardare<br />
quell’umanità che c’è ancora dentro<br />
di noi e di valorizzare il significato<br />
più pieno del termine. Sono molto<br />
felice che l’allestimento sia stato accolto<br />
con favore sia dal pubblico, sia<br />
dalla critica, merito dei venti attori<br />
impegnati e del regista Robert Raponja”.<br />
Lei ha ribadito che da lettore<br />
apprezza maggiormente gli atteggiamenti<br />
di fiducia e speranza, il<br />
valore espressivo e comunicativo<br />
dell’umorismo, sia come momento<br />
catartico e liberatorio, sia come<br />
modalità creativa. Non crede che<br />
il pubblico, forse, si aspetta che un<br />
buon libro, e ancora di più un pezzo<br />
teatrale, assuma un atteggiamento<br />
estremamente critico nei<br />
Le attrici Bubola, Brumini e Nacinovich durante le<br />
prove di Tutto sulle donne (foto Dražen Sokčević)<br />
samente etnici, finisce per avere come riflesso indotto,<br />
il fatto di favorire il benessere emotivo dei popoli di<br />
maggioranza di questi Paesi. E viceversa: nei casi in<br />
cui i gruppi etnici non possono realizzare pienamente<br />
i loro diritti, neanche la popolazione numericamente<br />
più cospicua riesce a sentirsi completamente appagata.<br />
Pertanto, in Croazia come negli altri Paesi, la piena<br />
affermazione, il benessere e la felicità degli appartenenti<br />
alle minoranze nazionali dovrebbe essere una<br />
questione fondamentale, un interesse precipuo di tutta<br />
la collettività. Pur apprezzando moltissimo la musica,<br />
la pittura e tutte le altre arti, ritengo che - assieme<br />
ai diritti economici e politici - per la sopravvivenza e<br />
l’affermazione dei gruppi etnici alfine risultano determinanti<br />
la letteratura, il teatro e il giornalismo”.●<br />
confronti della realtà sociale e politica<br />
e delle strutture di potere, e<br />
non si limiti a essere uno strumento<br />
di analisi?<br />
“Anch’io ho prodotto alcuni testi<br />
impegnati, come l’Antigone di Creonte,<br />
La notte degli dei e Come uccidere<br />
il presidente. Ritengo, comunque,<br />
che in genere l’arte dovrebbe<br />
assecondare le emozioni positive, illustrare<br />
la vera ricchezza della vita e<br />
la pienezza dei rapporti umani, che<br />
non si possono tradurre solo in valori<br />
politici oppure in eventi che si caratterizzano<br />
come negazione assoluta...<br />
La vita è fatta anche dalle cosiddette<br />
piccole cose, concetti non proprio<br />
trascurabili, sui quali ho cercato di<br />
soffermarmi nei miei testi più recenti.<br />
Un argomento che giudico particolarmente<br />
importante per dare una<br />
risposta alla nostra ricerca di felicità,<br />
e che ho affrontato più volte nelle
mie commedie, riguarda la complessità<br />
e la profondità del rapporto uomo-donna”.<br />
I n<br />
Diffusione globale<br />
del suo pensiero<br />
Lei è l’unico drammaturgo europeo<br />
vivente al quale è dedicato<br />
un Festival riservato al suo teatro.<br />
Non in Croazia, ma in Slovacchia.<br />
Come mai? Non sarà mica un ennesimo<br />
caso di Nemo propheta in<br />
patria?<br />
“È successo per puro caso quando,<br />
nel 2003, addirittura sei teatri<br />
della Slovacchia avevano messo<br />
contemporaneamente in cartellone<br />
alcuni miei lavori. Ero decisamente<br />
il drammaturgo straniero più presente<br />
nel repertorio teatrale del Paese,<br />
per cui decisero di allestire la prima<br />
edizione di quello che chiamarono<br />
Gavranfest. Poi, visto il successo<br />
della manifestazione, fu deciso di riproporla<br />
altre tre volte, elevandola a<br />
rango internazionale, con la presenza<br />
di compagnie provenienti da Parigi,<br />
Cracovia, Zagabria, Praga, Celje,<br />
Brno... In questo momento i miei<br />
lavori sono presenti in una quarantina<br />
di palcoscenici in varie parti del<br />
mondo, in alcuni Paesi i miei testi<br />
un’intervista lei si è detto certo che tv, internet<br />
e altri media elettronici non potranno mai “inghiottire”<br />
cinema, teatro, libri... Eppure i gestori<br />
delle sale cinematografiche, gli editori di libri e<br />
giornali, gli operatori teatrali lamentano un preoccupante<br />
calo di utenti, sia lettori sia spettatori...<br />
Teatro<br />
Libri e palcoscenico, ancora unici e insostituibili<br />
Miro Gavran con la scrittrice spalatina Sanja Pilić<br />
“Il teatro croato di oggi è lungi<br />
dal meritarsi toni trionfalistici...”<br />
sono in cartellone con una frequenza<br />
tale, da non venir neanche più considerato<br />
straniero ma inserito tra gli<br />
autori nazionali...”<br />
Lontani da uno stile<br />
unico e originale<br />
Come giudica il livello del teatro<br />
croato contemporaneo?<br />
“All’interno di questa cornice<br />
troviamo un’enorme varietà di<br />
contenuti, alcuni di segno positivo<br />
ma anche tracce di orientamenti<br />
negativi. Direi che in questo calderone<br />
ognuno può trovare qualcosa<br />
che sia di suo gusto, però ogni<br />
espressione di trionfalismo è assolutamente<br />
fuori luogo. Perché siamo<br />
lontani dall’aver affinato uno<br />
stile teatrale che si possa definire<br />
autentico, unico, specifico”.<br />
La Croazia tra diversità culturale,<br />
tolleranza, dialogo: quale<br />
clima si respira nel Paese e soprattutto<br />
nei media?<br />
“Non vorrei generalizzare, ma<br />
nella grande maggioranza dei mezzi<br />
d’informazione osservo una preoccupante<br />
tendenza all’esclusivismo<br />
politico e culturale, alla quale<br />
si accompagnano la costante<br />
dell’affermazione di valori negativi,<br />
della faziosità, della parzialità.<br />
Eppure sono dell’opinione che la<br />
grande maggioranza delle persone<br />
è propensa al dialogo, alla tollenza,<br />
al rispetto reciproco. Purtroppo<br />
la tendenza al sensazionalismo<br />
si è insinuata nella maggior parte<br />
dei media e si manifesta con un rumore<br />
assordante e con l’assenza di<br />
dialogo”. ●<br />
“Un tempo frequentavo regolarmente la Buchmesse<br />
di Francoforte, la maggiore e più prestigiosa fiera<br />
del libro al mondo. Qui venivo a conoscenza di informazioni<br />
aggiornate e affidabili su questo mondo, dalle<br />
quali emergeva che da decenni, di anno in anno, si<br />
continuava a registrare un progressivo e confortante<br />
aumento del numero di libri stampati, del livello di alfabetizzazione,<br />
con risultato un crescente numero di<br />
appassionati lettori e di potenziale pubblico per i teatri.<br />
In quelli croati si registrano più spettatori che alle<br />
partite di calcio... Le nostre biblioteche sono frequentate<br />
da molte persone desiderose di avere tra le mani<br />
un buon libro... Il fatto che la tv abbia strappato una<br />
parte del pubblico alle sale cinematografiche era da<br />
aspettarselo, come il fenomeno Internet che in qualche<br />
segmento ha tolto lettori ai giornali... Ma è importante<br />
che ognuno di questi media prenda coscienza delle<br />
proprie prerogative e sappia conquistare la sua fetta di<br />
pubblico... A mio giudizio, la lettura di un buon libro<br />
non ha ancora un’alternativa valida, come del resto<br />
non lo può avere un teatro di qualità, la cui specificità<br />
è quella, appunto, della condivisione di un’esperienza<br />
irripetibile nei confronti degli altri media”.●<br />
<strong>Panorama</strong> 17
18 <strong>Panorama</strong><br />
Musica<br />
Il mito del grande Fred: la storia di Buscaglione e dell’Italia del dopoguerra in d<br />
Vita, canzoni e intuizioni di un’ico<br />
a cura di Bruno Bontempo<br />
È<br />
la mattina del 3 febbraio 1960.<br />
Le strade della capitale in quella<br />
maledetta alba di metà inverno<br />
erano pressoché deserte - scrive<br />
Maurizio Ternavasio -. D’altronde<br />
alle sei e venti di un mercoledì qualsiasi<br />
i più sono ancora a letto o, al<br />
massimo, si stanno pigramente preparando<br />
per la giornata che va a cominciare.<br />
A quell’ora invece Fred, il<br />
grande Fred, stava apprestandosi ad<br />
andare a dormire dopo una delle tante<br />
notti che non arrivavano mai alla<br />
fine, notti divenute ancora più frequenti<br />
da quando si era separato dalla<br />
moglie Fatima, e aveva lasciato definitivamente<br />
la sua Torino per stabilirsi<br />
in una camera doppia al secondo<br />
piano dell’Hotel Rivoli, ai Parioli,<br />
dove viveva solo come un cane... Ma,<br />
si sa, qualche volta all’alba giungono<br />
a termine le storie d’amore e spesso<br />
svaniscono i miti. Non per nulla Buscaglione<br />
si era ispirato proprio alle<br />
Buscaglione sposa Fatima Robin’s, testimone Gino Latilla (a destra)<br />
primissime ore della mattina per una<br />
strofa di “Cielo dei bars”, una delle<br />
sue ultime, struggenti melodie: Ci vediamo<br />
al fondo di un bicchiere / fino<br />
a quando l’alba in cielo tornerà / e<br />
nell’alba disperata / sarà triste rincasare<br />
/ per attendere la notte / e poterti<br />
ritrovare / al fondo di un bicchiere<br />
/ nel cielo dei bars.<br />
In uno dei passaggi del libro, l’autore<br />
ricostruisce l’incidente stradale<br />
in cui l’artista torinese perse la vita,<br />
un tragico destino che lo accomuna<br />
a Rino Gaetano, morto 21 anni dopo,<br />
sempre a Roma, ma sulla via Nomentana.<br />
Aveva 31 anni mentre Buscaglione<br />
era alle soglie dei 40.<br />
A 50 anni dalla prematura scomparsa<br />
di un grande talento della musica<br />
italiana, il giornalista torinese<br />
Maurizio Ternavasio, classe 1961,<br />
attualmente al quotidiano “La Stampa”,<br />
ha pubblicato con le edizioni<br />
Lindau Il grande Fred. Fred Buscaglione,<br />
una vita in musica, che racconta<br />
la straordinaria e breve avventura<br />
di una vera e propria icona del<br />
decennio Cinquanta: dall’infanzia<br />
contraddistinta agli stenti, dalle esibizioni<br />
in orchestre di terz’ordine<br />
alla guerra in Sardegna, dalle serate<br />
presso il locale torinese “Il Faro” ai<br />
primi timidi successi, fino all’entrata<br />
nell’olimpo degli artisti che rimarranno<br />
per sempre nell’immaginario<br />
collettivo e non soltanto perché colti<br />
dalla morte in giovane età, grazie<br />
alla radio, ai juke-box, al cinema. La<br />
storia di un vero e proprio precurso-
ue libri usciti di recente a mezzo secolo dalla sua morte<br />
na degli Anni Cinquanta<br />
re della musica leggera italiana sia<br />
per l’interpretazione, non più statica<br />
presenza scenica analoga a quella di<br />
mille altri, sia per i testi innovativi e<br />
lontani dal troppo rassicurante panorama<br />
canzonettistico sin lì imperante.<br />
Le vicende umane e professionali<br />
di un talentuoso e carismatico showman,<br />
capace di promuovere imitazioni<br />
e modi di fare, di un eclettico<br />
protagonista che “ragionava in note”,<br />
perché per lui la musica veniva prima<br />
di qualsiasi altra cosa. Il tutto raccontato<br />
e analizzato anche grazie alle testimonianze<br />
di chi, quel decennio, lo<br />
ha visto e vissuto di persona.<br />
”Noi di Torino sembriamo scemi”,<br />
scrive Gianpaolo Ormezzano, acuto<br />
giornalista sportivo, nella prefazione<br />
al volume, “invece abbiamo uno che<br />
canta lo swing; sembriamo provin-<br />
ciali, mentre abbiamo uno che è stato<br />
in America quando neanche sapevate<br />
che esistesse; sembriamo andare piano,<br />
invece ci schiantiamo all’alba su<br />
una Thunderbird rosa. Roma la possediamo<br />
di notte con le nostre auto,<br />
sembriamo niente, sembriamo provinciali<br />
invece abbiamo avuto un Buscaglione”.<br />
Buscaglione è stato un personaggio<br />
indimenticabile. La sua musica<br />
e la sua maschera si sono fissate per<br />
sempre nella storia dello spettacolo<br />
italiano. Le sue canzoni hanno lasciato<br />
una traccia indelebile nel costume<br />
e nella cultura popolare dell’Italia.<br />
Ne “Il grande Fred”, attraverso la sua<br />
vicenda artistica, rivive l’Italia che si<br />
era appena lasciata alle spalle la guerra<br />
e gli anni più difficili e si apprestava<br />
a compiere il grande balzo in<br />
avanti verso il benessere e la modernità.<br />
Quegli anni costituiscono una<br />
miniera di bei ricordi e di grandi personalità,<br />
ancora oggi vivi nell’immaginario<br />
di molti italiani.<br />
Sino ad oggi mancava una biografia<br />
accurata del “grande Fred”, capace<br />
di ricostruirne, sin nei dettagli più<br />
minuti, la parabola umana e artistica.<br />
Attraverso ricerche e testimonianze<br />
inedite, Ternavasio ne traccia un ritratto<br />
ricco e sfaccettato, in grado di<br />
Alla Bussola (1960) con l’attore Navarrini, Fatima e il ct del calcio Pozzo<br />
restituire al meglio la grandezza di<br />
un artista indimenticabile, per molti<br />
versi unico nella storia della musica<br />
popolare italiana. Una biografia che<br />
è anche un’occasione preziosa e unica<br />
per rivivere l’esistenza e i successi<br />
di un artista, la cui lezione - ironica,<br />
provocatoria, surreale - risuona ancora<br />
nelle voci di tanti cantautori.<br />
A ridosso di questo anniversario,<br />
un altro libro fa rivivere il mito<br />
dell’artista torinese che con la sua<br />
Musica<br />
voce, la sua mimica, le invenzioni<br />
jazzistiche e le storie da cinema<br />
evocate dalle sue canzoni, ha impresso<br />
una svolta nella musica leggera<br />
italiana. E si prepara una fiction<br />
tv che lo farà conoscere alle nuove<br />
generazioni. Il ruolo del protagonista<br />
dovrebbe essere affidato a Filippo<br />
Timi. “Anticipato in parte da personaggi<br />
come Alberto Rabagliati e<br />
Natalino Otto, Buscaglione ha creato,<br />
nel breve periodo del suo grande<br />
successo, un immaginario così moderno<br />
da reggere all’usura del tempo<br />
- dice Giancarlo Susanna, critico<br />
musicale e voce storica di Stereonotte<br />
che ha scritto ‘Nientepopodimeno<br />
che... Fred Buscaglione!’, pubblicato<br />
da Arcana nella Collana Songbook<br />
Big -. Difficile pensare alle canzoni<br />
di Paolo Conte o di Vinicio Capossela<br />
senza il passaggio geniale di Fred<br />
Buscaglione e del suo compagno<br />
d’avventure preferito, il paroliere<br />
Leo Chiosso (morto il 26 novembre<br />
2006, ndr)”. Per Susanna, “ripercorrere<br />
la vicenda umana e artistica di<br />
Buscaglione e riesaminare le caratteristiche<br />
della sua lettura del jazz e del<br />
rock’n’roll in chiave tutta italiana,<br />
vuol dire riscoprire una piccolo tesoro<br />
folle e travolgente inventiva. ‘Non<br />
sapete chi sono?’ canta Buscaglione<br />
in ‘Whisky facile’, sono Freddy dal<br />
whisky facile/son criticabile ma son<br />
fatto così. Con la semplicità di un<br />
uomo sopra le righe ma non troppo,<br />
onesto, leale, appassionato e sorprendente.<br />
Un artista nato e non studiato”.<br />
Nel libro Giancarlo Susanna passa<br />
in rassegna la sua vita, i testi delle<br />
canzoni, ma offre anche una galleria<br />
di foto dell’artista, tutti scatti in bianco<br />
e nero contraddistinti dall’immancabile<br />
bicchiere in mano, dalla sigaretta<br />
e dal mitico baffetto. ●<br />
<strong>Panorama</strong> 19
20 <strong>Panorama</strong><br />
Cinema e dintorni<br />
La prima cosa bella di Paolo Virzì ed Il concerto del franco-rumeno<br />
Ricorriamo alla finzione ogni giorn<br />
di Gianfranco Sodomaco<br />
In tempi disastrosi per la nostra madrepatria,<br />
tempi in cui “il Sultano”,<br />
“l’Egoarca”, ha dato dei “talebani”<br />
ai magistrati della Repubblica e il suo<br />
Presidente altro non può fare che “richiamare<br />
tutti al senso di responsabilità<br />
e della misura”..., altro non resta, dopo<br />
essere scesi in piazza col popolo Viola<br />
della Rete, che andarsi a vedere qualche<br />
film per tirarsi su, da ridere, ma intelligente,<br />
magari con qualche bella<br />
canzone dentro, un po’ nostalgica, che<br />
ti riporta ai bei tempi della giovinezza,<br />
quando i sultani stavano solo nel lontano<br />
Oriente (o un concerto)...<br />
“La prima cosa bella che ho avuto<br />
nella vita è il tuo sorriso giovane, sei<br />
tu...”, così faceva il ritornello di una<br />
canzone sanremese degli anni ‘60, e<br />
“La prima cosa bella” è la canzone<br />
che Anna e i suoi due figli, dopo che<br />
lei è stata letteralmente buttata fuori<br />
di casa dal marito, cantano tutti assieme<br />
per sentirsi uniti, passando da<br />
una casa all’altra, da una situazione<br />
più o meno intricata all’altra: La prima<br />
cosa bella è anche il titolo dell’ultimo<br />
film di Paolo Virzì (ormai l’auto-<br />
re più importante di quel genere cinematografico<br />
che ad un certo punto si è<br />
chiamato “la commedia all’italiana” e<br />
di cui spesso abbiamo parlato, anche a<br />
proposito del precedente film di Virzì,<br />
“Tutta la vita davanti”) e che racconta,<br />
appunto, la storia di Anna. Sicché<br />
viene il sospetto, molto fondato, che<br />
“la prima cosa bella”, nel film, non<br />
è, come potrebbe sembrare, il primo<br />
amorino, la prima “cotta” fuggitiva e<br />
romantica tipicamente adolescenziale<br />
ma, molto più seriamente, se volete<br />
“edipicamente”, è, per i figli, in particolare<br />
per il figlio maschio, mamma<br />
Anna; sicché Anna (da giovane Micaela<br />
Ramazzotti, da vecchia, neanche<br />
a farlo apposta, Stefania Sandrelli) e<br />
il figlio Bruno (Valerio Mastrandrea)<br />
diventano, sono i protagonisti principali<br />
del film, che è però un film corale,<br />
dove la vicenda familiare diventa<br />
sempre più emblema di una situazione<br />
sociale, nello specifico della vita di<br />
una città, Livorno (la città, una volta,<br />
più comunista d’Italia...), che è la città<br />
d’origine di Virzì e dove, non solo tecnicamente,<br />
è tornato per girare il film.<br />
Perché Virzi è “tornato” nella sua Livorno?<br />
Perché ha sentito la necessità<br />
di raccontare una storia che “puzza”<br />
di autobiografico a quarant’anni di distanza?<br />
Perché anche lui come tanti,<br />
come tutti?, umilmente, in tempi politicamente<br />
durissimi (e comunque<br />
con cui si è confrontato), ha sentito il<br />
bisogno di ritirarsi, per non perdersi,<br />
nel privato, nel proprio piccolo vissuto,<br />
per ritrovare qualche radice forte,<br />
qualche valore resistente, qualche motivazione<br />
insostituibile per continuare<br />
a vivere e a lavorare.<br />
E allora, andiamo a vedere cosa<br />
racconta, nel dettaglio, Virzì: “Anna,<br />
nel 1971, fu eletta ‘la mamma più bella’<br />
e i maschiacci livornesi presero a<br />
colmarla di grandi attenzioni, creando<br />
scompiglio nella famiglia e scatenando<br />
chiacchiere e pettegolezzi tipici di<br />
una provincetta... Il film è la storia del<br />
ritorno a casa di Bruno, quarantenne,<br />
che si è rifugiato altrove, in una sorta<br />
di esilio. Ritorna malvolentieri, costretto<br />
dalla sorella (Claudia Pandolfi)<br />
per salutare la madre malata e per<br />
scoprire che Anna è ancora una donna<br />
affascinante, vitale, gioiosa. È un<br />
percorso nel passato, con un finale<br />
che induce al desiderio di far pace con<br />
la vita”. E qual è questo finale? Che<br />
Radu Mihaileanu, regista franco-rumeno de “Il concerto”
Radu Mihaileanu<br />
o che passa<br />
Anna chiude definitivamente sposando,<br />
sul letto di morte, un amico che<br />
aveva spasimato per lei tutta la vita ma<br />
di cui lei, distratta da “altri” ma soprattutto<br />
dalla gioia di vivere, non s’era accorta.<br />
Ed è Bruno che organizza la cerimonia,<br />
che ritrova, dopo molti anni,<br />
l’amore per quella madre un po’ “matta”<br />
che (ed è una frase che ad un certo<br />
pronuncia) “gli ha rovinato la vita ma<br />
senza della quale...”.<br />
Il film è pieno zeppo di episodi<br />
grandi e piccoli che riescono a creare<br />
un’atmosfera familiare e sociale comune,<br />
in cui il privato rimanda al collettivo<br />
e viceversa ed è, come abbiamo<br />
detto, certamente questa aria di<br />
casa perduta che Virzì voleva ri-trovare<br />
e ri-costruire: c’ha azzeccato in<br />
pieno. Certo, si ride amaro, come nella<br />
miglior tradizione della commedia<br />
all’italiana, ma resta anche un fondo<br />
dolce di autenticità di rapporti che può<br />
essere ritrovato. Valerio Mastrandrea:<br />
“In trentotto anni di vita ho detto a mia<br />
madre ‘ti voglio bene’ due-tre volte.<br />
Comincerò a dirglielo tutti i giorni”.<br />
Quale miglior commento finale?<br />
Anche ne Il concerto, del francorumeno<br />
Radu Mihaileanu (quello del<br />
famoso “Train de vie”, 1998), si ride<br />
amaro, a conferma che, dentro e fuori<br />
d’Italia, c’è ben poco da ridere! E infatti,<br />
per cominciare: il regista, per fare<br />
questo bel film, ha dovuto ricorrere a<br />
ben quattordici fonti di finanziamento,<br />
francesi, belghe, italiane ecc. La storia:<br />
trent’anni fa, il più ammirato diret-<br />
Cinema e dintorni<br />
Il regista Paolo Virzì (a sinistra) con il cast del film “La prima cosa bella”<br />
tore d’orchestra del Bolscioi di Mosca<br />
è costretto a licenziare i suoi musicisti<br />
ebrei (quasi tutta l’orchestra) perché il<br />
signor Breznev diffida dell’intelligenza<br />
critica degli ebrei (un vizio che non<br />
morirà mai?). Lui rifiuta e così vengono<br />
cacciati tutti, e il direttore diventa<br />
l’uomo delle pulizie del teatro. Un<br />
giorno, per caso, trova l’invito di un<br />
teatro parigino a tenere un concerto e<br />
ne fa lo strumento di una raffinata vendetta:<br />
rimette insieme il vecchio gruppo<br />
e lo sostituisce alla nuova orchestra<br />
del Bolscioi. Tra mille traversie arrivano<br />
a Parigi e anche lì inconvenienti,<br />
pasticci, ebrei che fanno affarucci anziché<br />
andare alle prove, sketches comici,<br />
scontro di culture e chi più ne<br />
ha... Ma alla fine, quando i musicisti<br />
attaccano il “Concerto per violino e<br />
orchestra” di Ciaikovskij, una bellissima<br />
armonia (complice una bravissima<br />
violinista francese, interpretata da<br />
Mélanie Laurent, la protagonista del<br />
tarantiniano “Bastardi senza gloria”),<br />
con una storia “franco-rumena” alle<br />
spalle, lega pubblico e orchestra e...<br />
noi spettatori in sala!<br />
Sentiamo Radu: “Come in ‘Train<br />
de vie’ un gruppo di ebrei, per sfuggire<br />
alle deportazioni, organizza un treno<br />
in cui qualcuno recita la parte del<br />
prigioniero e qualcun altro quello del<br />
nazista, anche qui i protagonisti sono<br />
costretti a rubare le vite degli altri (‘Le<br />
vite degli altri’, bellissimo film tedesco<br />
sulla vita rigidamente ‘controllata’<br />
nella comunista Germania dell’Est,<br />
ndr)..., è quella che io chiamo l’impostura<br />
positiva, una pratica tipica della<br />
natura umana. Dopo tutto, far finta<br />
di essere un altro è quello che facciamo<br />
tutti, tutti i giorni. A volte rubia-<br />
mo le vite degli altri, altre volte peschiamo<br />
tra le mille facce del nostro<br />
carattere... Noi siamo il popolo di Jonesco<br />
e Cioran che, elaborato il dolore<br />
provocato dalla repressione, oggi è in<br />
grado di riprendersi la vita e di riderci<br />
su. Non trascurerei poi l’influenza che<br />
la cultura balcanica (si pensi al cinema<br />
di Emir Kusturica, ndr), orientale<br />
e slava hanno avuto su di noi e la<br />
grande tradizione teatrale che ha formato<br />
generazioni di bravi interpreti.<br />
Mescolate tutti questi ingredienti e<br />
avrete quel movimento culturale vivace<br />
e produttivo di cui Cristian Mungiu<br />
(Palma d’Oro al Festival di Cannes<br />
con “Quattro mesi, tre settimane e<br />
due giorni”, 2007 - ndr) si è preso carico.<br />
Sta lavorando con il governo per<br />
far sì che in Romania ci siano una politica<br />
culturale e una struttura produttiva<br />
capaci di sostenere questa nuova<br />
ondata di creatività. Certo, pesano ancora<br />
gli effetti tragici degli anni della<br />
dittatura di Ceausescu, la paranoia, la<br />
diffidenza, la paura di essere spiati in<br />
ogni momento, sapere che siamo stati<br />
infettati da questo male e che sarà difficile<br />
guarire. Forse è presto, ma sono<br />
certo che tra un po’ arriveranno anche<br />
film capaci di raccontare la nostra storia<br />
più recente. Così come il mio dieci<br />
per cento gitano aspetta l’opera di<br />
un regista rom che racconti le infinite<br />
persecuzioni di cui questo popolo è<br />
vittima. Problema che in Italia conoscete<br />
bene”.<br />
E già... Riflessione: a ciascuno il<br />
suo “sultano”, ieri ai rumeni la dittatura<br />
di Ceausescu, caduta, oggi agli<br />
italiani la democrazia autoritaria di<br />
Berlusconi, ancora in piedi e chissà<br />
quando...●<br />
<strong>Panorama</strong> 21
22 <strong>Panorama</strong><br />
Mostre<br />
Dopo l’Aja, la retrospettiva dedicata al pittore di Ragusavecchia è stata<br />
Faggioni-Bukovac, grande irrequ<br />
di Erna Toncinich<br />
Chissà se Vlaho Bukovac, del<br />
quale è appena stata chiusa<br />
una grande mostra a Zagabria,<br />
sarebbe diventato tra i più celebri pittori<br />
croati dell’epoca moderna se non<br />
avesse avuto la fortuna di conoscere<br />
alcuni personaggi importanti come ad<br />
esempio il vescovo Juraj Strossmayer<br />
ed il letterato Medo Pucić, che<br />
lo aiutarono nell’intraprendere la via<br />
dell’arte. Chissà. Di talento, fuor di<br />
ogni dubbio, il giovinetto ne aveva da<br />
vendere, tanto che se ne erano accorti<br />
già i familiari e parenti nella sua natia<br />
Cavtat, Ragusavecchia, dove era<br />
nato, non però con questo cognome,<br />
che porterà quale ormai personaggio<br />
famoso, bensì come Biagio Faggioni<br />
(facile capire la traslazione). Il padre<br />
infatti proveniva da un “altro mare”,<br />
ovvero dalla ligure Chiavari, la madre<br />
invece era ragusina, proveniente da<br />
gente che poteva dirsi molto più povera<br />
che ricca, per cui a far studiare il<br />
loro (ancora) Biagio (e solo poi Vlaho)<br />
non se ne parlava neppure.<br />
Così, all’età di soli undici anni,<br />
con uno zio, egli varcava l’Oceano,<br />
e da allora la sua vita fu un continuo<br />
girovagare e cambiare attività lavorative.<br />
Fece il marinaio, nell’America<br />
del Sud fu occupato in una fabbrica<br />
di vagoni, fece il disegnatore di<br />
lettere e numeri; in California lavorò<br />
in un caffè come cameriere. Il tempo<br />
libero era però dedicato tutto alla pittura,<br />
molte persone si fecero ritrarre<br />
da quel giovane che in quanto a<br />
bravura non scherzava proprio, cosa<br />
che, d’altra parte, comprensibilmente<br />
gli fruttava qualche guadagno. Sognava<br />
sempre di dedicarsi esclusivamente<br />
alla pittura, di diventare un<br />
vero pittore, un pittore con tanto di<br />
studi adeguati alle spalle e pensava a<br />
Roma come il possibile luogo in cui<br />
poter realizzare quel suo sogno, sogno<br />
che non ebbe modo di avverarsi<br />
perché prese la via che conduceva<br />
alla sua Ragusavecchia. E fece bene,<br />
perché qui ebbe modo di conoscere<br />
persone che riconobbero appieno<br />
tanto il suo talento quanto la sua voglia<br />
di studiare. Fu proprio grazie a<br />
queste persone che poté raggiungere<br />
Parigi.<br />
Nella capitale mondiale dell’arte<br />
il giovane Bukovac avrebbe voluto<br />
entrare nella scuola di Alexandre<br />
Cabanel, conclamato artista di<br />
La mano sinistra appoggiata ad<br />
una pila. Questo il dipinto che gli<br />
fruttò l’accesso alla scuola di Alexandre<br />
Cabanel<br />
composizioni storiche e allegoriche<br />
e rappresentante dell’accademismo<br />
pittorico. Ma la cosa, come ben si<br />
può capire, era tutt’altro che facile<br />
in quanto di allievi desiderosi d’imparare<br />
l’artista francese ne aveva fin<br />
troppi. Il giovane raguseo-chiavarese<br />
(ancora Faggioni) comunque non<br />
si scoraggiò e decise di fare un disegno<br />
molto particolare: ritrasse la<br />
sua mano sinistra, appoggiata ad una<br />
pila di libri, un soggetto che richie-<br />
“La grande Isa”, dipinto esposto al Salone di Parigi nel 1881. Già prima nella capitale francese la sua “Figura<br />
di donna montenegrina” (nell’immagine a destra) era stata giudicata con molto favore dalla giuria di un’importante<br />
manifestazione artistica
ospitata a Zagabria<br />
ieto talento<br />
deva grande maestria. Cabanel ne fu<br />
tanto favorevolmennte impressionato<br />
da farlo entrare nella sua scuola.<br />
La mano, del resto, è un soggetto che<br />
l’artista croato sapeva rappresentare<br />
con somma perizia, bisogna osservare<br />
le mani delle sue figure per capire<br />
la grande abilità nel riprendere<br />
questa difficile parte del corpo umano:<br />
non per niente viene riconosciuto<br />
come grande ritrattista della mano,<br />
frutto, questo, anche di lunghi appassionati<br />
studi della scultura antica,<br />
greca e romana.<br />
Realizzato il sogno di frequentare<br />
una scuola di pittura, al giovane ne<br />
rimase un altro: quello di partecipare<br />
al Salone di Parigi: Era una considerevole<br />
manifestazione artistica e<br />
prendervi parte significava essere riconosciuto<br />
artista in quella che allora<br />
era la capitale dell’arte mondiale.<br />
Il sipario realizzato per il Teatro<br />
nazionale croato di Zagabria denominato<br />
“Risorgimento croato” del<br />
1896, divenuto, nel tempo, immagine<br />
cult della croaticità<br />
È leggendo un romanzo di Bouvier,<br />
“La grande Isa”, pubblicato a puntate<br />
su un giornale della stessa Parigi,<br />
che Bukovac trovò l’ispirazione per<br />
un dipinto con il quale tentò di entrare<br />
nella rosa degli espositori del famoso<br />
Salone. Eseguì il dipinto, ma<br />
la figura femminile che riuscì a fare<br />
era goffa, aveva le gambe corte, era<br />
sproporzionata, così ingaggiò la bella<br />
cameriera di un bar che si prestò a<br />
fargli da modella. Neanche quella era<br />
una Venere, ma lui, che di bellezza<br />
femminile, proporzioni, eccetera... se<br />
ne intendeva avendo studiato bene le<br />
armoniose forme delle statue classiche,<br />
inventò, ci mise del suo, abbellì<br />
ogni cosa. Presentò il lavoro alla giuria<br />
in uno spirito di concorrenza spaventosa,<br />
ma la sua Grande Isa riuscì<br />
a figurare tra le centinaia e centinaia<br />
di opere che furono esposte al Salone.<br />
Era il 1881, Bukovac aveva allora<br />
ventisei anni.<br />
Lasciata Parigi, raggiunse Zagabria.<br />
Era il 1896 e Bukovac, non ancora<br />
quarantenne portò nel capoluogo<br />
croato, dove giunse su insistenza<br />
del suo primo mecenate. Strossmayer,<br />
una ventata di modernità. Era<br />
molto attivo, non solo come artista,<br />
ma anche come organizzatore di una<br />
vita artistica fino ad allora piuttosto in<br />
sottotono. Fu il momento, quello, in<br />
cui realizzò le sue note composizioni<br />
storiche, tra cui Risorgimento croato,<br />
sipario del Teatro nazionale croato di<br />
Zagabria, Il sogno di Gundulić, ed altri<br />
dipinti, senza peraltro abbandonare<br />
il genere che gli era molto caro e<br />
nel quale riusciva bene, anche se, nel<br />
ritrarre le persone raggiunse sempre<br />
la somiglianza del soggetto, non però<br />
la psicologia dello stesso. Richiestissimo,<br />
ritrasse un gran numero di personaggi<br />
in vista della vita culturale e<br />
politica, non solo croata, ma anche<br />
semplici cittadini.<br />
A Zagabria comunque non si sentiva<br />
particolarmente soddisfatto: varie<br />
incomprensioni lo spinsero a lasciarla<br />
per Praga, dove per lunghi<br />
anni insegnò all’Accademia di Belle<br />
Arti. Biagio Faggioni-Vlaho Bukovac,<br />
il “giramondo”, l’artista eclet-<br />
Mostre<br />
Biagio Faggioni - Vlaho Bukovac venne alla luce nel 1855 a Ragusavecchia<br />
(Cavtat) e morì nel 1922 a Praga. L’ “Autoritratto” qui sopra è opera<br />
del 1912. A destra, il catalogo della mostra che, allestita ai Klovićevi dvori<br />
a cura dello storico dell’arte Igor Zidić, ha registrato una significativa<br />
affluenza di pubblico<br />
tico del primo realismo, della luce e<br />
del colore dell’impressionismo, del<br />
puntinismo tutto suo, non alla maniera<br />
dei classici Seraut e Signac e di<br />
altri poentilisti francesi, l’artista che<br />
ha lasciato un grandissimo numero di<br />
opere, eseguite con incredibile sveltezza<br />
e bravura, finì i suoi giorni nella<br />
grigia Praga sognando il mare ed<br />
il cielo azzurri della sua Ragusavecchia.<br />
Era l’anno 1922.<br />
Una mostra comprendente una<br />
cinquantina di opere del pittore croato<br />
è stata allestita il febbraio scorso ai<br />
Klovićevi dvori di Zagabria (essendo<br />
mostra di grande richiamo, doveva<br />
essere aperta più a lungo!) dopo essere<br />
stata presentata in Olanda, all’Aja.<br />
Allora, tra le cento opere esposte (il<br />
doppio di quelle presentate a Zagabria)<br />
ce n’erano tre che provenivano<br />
da collezioni private croate: una<br />
di proprietà dell’aspirante presidente<br />
della Repubblica di Croazia, il taycoon<br />
Nadan Vidošević; un secondo<br />
dipinto di un altro noto taycoon,<br />
il proprietario dell’”Agrokor” Ivica<br />
Todorić. Il terzo dipinto è uscito dalla<br />
casa dell’ex premier Ivo Sanader,<br />
acquistato a Konavle per soli settemila<br />
marchi tedeschi da un signore<br />
costretto a vendere questo bene di<br />
famiglia per fra fronte ai danni che<br />
la sua casa aveva subito negli anni<br />
dell’acquisizione dell’indipendenza<br />
croata. Si sa che quell’area, a sud di<br />
Ragusa, era stata fra quelle più duramente<br />
colpite.●<br />
<strong>Panorama</strong> 23
24 <strong>Panorama</strong><br />
Italiani nel mondo<br />
Operazione eticamente non apprezzabile e giuridicamente disinvolta<br />
Indignati per i tagli all’editoria<br />
a cura di Ardea Velikonja<br />
Con l’approvazione da parte del<br />
Senato del decreto cosiddetto<br />
“milleproproghe” si è chiusa<br />
definitivamente, almeno per ora, la<br />
non edificante vicenda dei contributi<br />
pubblici all’editoria: si è ripristinato<br />
il diritto dei giornali no-profit, di cooperative<br />
e di partito; contemporaneamente<br />
si è ridotto drasticamente<br />
il finanziamento per le radio e tv locali<br />
(per gli abbonamenti alle agenzie)<br />
e per i giornali delle associazioni<br />
dei consumatori e, soprattutto, per<br />
i quotidiani italiani editi all’estero<br />
e per le testate periodiche da e per<br />
gli italiani nel mondo. Siamo soddisfatti<br />
per la parte positiva: assicurare<br />
più occupazione e maggiore informazione<br />
è opera meritoria e condivisibile.<br />
Siamo naturalmente sorpre-<br />
A<br />
si e indignati per l’operazione, un<br />
po’ vigliacchetta, che ha ridotto del<br />
50% i contributi alla stampa italiana<br />
da e per l’estero: tagliare ai più<br />
deboli, politicamente, per darlo ad<br />
altri, politicamente più forti, è un<br />
esempio eticamente non apprezzabile<br />
e dimostra insensibilità morale<br />
e politica, disinvoltura giuridica, disconoscimento<br />
grave delle difficoltà<br />
enormi che si stanno creando alle<br />
aziende editoriali, molte delle quali<br />
a rischio di sopravvivenza. Abbiamo<br />
seguito con contatti costanti e continui<br />
l’impegno di molti parlamentari<br />
eletti all’estero che hanno tentato<br />
invano di far capire l’inaudita gravità<br />
di un intervento non meditato che<br />
può avere conseguenze negative serie<br />
sulla vita delle comunità italiane<br />
all’estero, nel momento in cui, per<br />
ragioni altre, si sta sviluppando in<br />
I patronati pronti ad assistere i pensionati all’estero<br />
Nuova campagna Red Est<br />
partire dal 1.mo marzo - e sino al 30 giugno 2010 - verrà attivata<br />
la nuova campagna RED/Est con cui l’Inps chiede ai pensionati<br />
che risiedono fuori dall’Italia il rendiconto dei redditi di cui<br />
hanno beneficiato nel 2009, per verificare l’eventuale diritto alle<br />
prestazioni legate appunto al reddito come l’integrazione al minimo,<br />
la maggiorazione sociale e i trattamenti di famiglia.<br />
“Anche quest’anno - annuncia l’Inas Cisl in una nota - le sedi<br />
del nostro patronato nei paesi dell’emigrazione italiana saranno a<br />
disposizione dei nostri connazionali per fornire assistenza gratuita<br />
nella compilazione dei moduli e nella raccolta dei documenti richiesti,<br />
e per inviare il tutto all’Inps in modalità telematica.<br />
La novità di quest’anno - anticipano dal patronato - consiste<br />
nel fatto che, d’ora in poi, l’accertamento avrà luogo ogni anno, in<br />
modo da allinearlo con quello che riguarda i pensionati Inps residenti<br />
in Italia: un cambiamento auspicato e più volte sollecitato dai<br />
patronati per contenere il problema degli indebiti”.<br />
“In passato - si ricorda nella nota - è accaduto che pensionati italiani<br />
all’estero percepissero erroneamente anche per anni - in molti<br />
casi senza dolo - prestazioni legate al reddito cui non avevano diritto.<br />
In questo modo, tra un accertamento e l’altro, si trovavano ad<br />
accumulare somme anche ingenti di cui l’istituto, una volta verificato<br />
l’errore, reclamava la restituzione trattenendole sull’assegno<br />
mensile. Non pochi pensionati si sono trovati per questo in serie<br />
difficoltà economiche, tanto che i patronati hanno più volte chiesto<br />
una sanatoria per le situazioni in cui non vi fosse dolo accertato”.<br />
(aise)<br />
Italia un dibattito sul voto all’estero<br />
che può andare oltre le tecniche e le<br />
procedure elettorali.<br />
Diamo atto del loro onesto e generoso<br />
impegno; prendiamo atto,<br />
però, senza nulla togliere alla convinta<br />
stima personale, della loro<br />
quasi irrilevanza politica nel momento<br />
in cui decidono Governo, segreterie<br />
politiche e presidenze dei<br />
gruppi. Un possibile, e da noi pressantemente<br />
richiesto, ripensamento<br />
- ripristino delle somme “scippate”<br />
- sembrerebbe garantito sia dall’accoglimento<br />
dell’ordine del giorno<br />
formalmente presentato al Senato<br />
sia da un concordante impegno alla<br />
Camera. Noi aspettiamo fiduciosamente,<br />
ma siamo pronti a cercare<br />
con la Federazione nazionale della<br />
Stampa - che già autorevolmente si<br />
è molto impegnata -, le altre associazioni<br />
di categoria e tutte le rappresentanze<br />
dell’editoria minore,<br />
forme di protesta ed iniziative politiche<br />
a sostegno di un’informazione<br />
libera, garantita, non discriminata,<br />
senza privilegi.<br />
La Fusie, consapevolmente, porrà<br />
al prossimo congresso, prevedibile<br />
per fine aprile a Roma, tutta<br />
la problematica dell’informazione<br />
italiana all’estero: con il rinnovo<br />
della dirigenza, difesa delle testate,<br />
rispetto delle regole, criteri<br />
chiari, trasparenza e rapidità delle<br />
procedure, riconoscimento di ruolo,<br />
apertura alle nuove forme di comunicazione,<br />
solidarietà e collegamento<br />
con le altre rappresentanze<br />
nazionali dell’editoria. Sarà un’occasione<br />
importante per un dibattito<br />
aperto, con la partecipazione di tutte<br />
le componenti politiche , professionali<br />
e del mondo dell’emigrazione.<br />
(aise)
Italiani nel mondo<br />
Considerazioni di Dino Nardi sulla riforma dell’attuale normativa<br />
Ci vuole un restyling per il CGIE<br />
Affrontando il tema della riforma<br />
dell’attuale normativa dei Comites<br />
e Cgie, che sembra essere diventato<br />
il principale oggetto, se non l’unico,<br />
dell’attenzione del Comitato per<br />
le questioni degli italiani all’estero<br />
del Senato, è opportuno ricordare due<br />
cose. La prima, i Comites sono stati<br />
già riformati nel 2003 e quindi pochi<br />
anni orsono e, comunque, successivamente<br />
all’entrata in vigore della legge<br />
sul voto all’estero (L. 429/2001).<br />
La seconda cosa è che a seguito del<br />
voto all’estero e della riforma della<br />
legge sui Comites (L.286/2003),<br />
lo stesso Cgie iniziò immediatamente<br />
a discutere di una ormai indispensabile<br />
riforma anche della normativa<br />
del Consiglio Generale (datata 1998).<br />
Una discussione che coinvolse l’associazionismo<br />
italiano nel mondo ed<br />
i Comites e che portò il Cgie ad approvare,<br />
quasi all’unanimità nel maggio<br />
2007, un documento su come il<br />
Cgie vedeva una sua autoriforma e<br />
che implicitamente era anche un sollecito<br />
per il legislatore a mettervi le<br />
mani.<br />
Ciò premesso diventa quindi difficile<br />
comprendere la necessità di<br />
una nuova riforma dei Comites limitandone,<br />
oltretutto, la loro istituzione<br />
in quelle Circoscrizioni consolari<br />
in cui risiedono molte migliaia<br />
di italiani. Facendo così scomparire<br />
molti degli attuali Comites quando,<br />
invece, in presenza di un costante<br />
impoverimento del mondo associativo,<br />
ci sarebbe la necessità di un loro<br />
incremento numerico. D’altra parte<br />
è ormai notorio che l’autorevolezza<br />
dei Comites non dipende solo dalla<br />
normativa che li regola, né dal numero<br />
di cittadini che rappresentano<br />
bensì dalla competenza ed autorevolezza<br />
dei suoi membri (con in primis<br />
il presidente) ed anche dalla passione<br />
ed il tempo che gli eletti mettono<br />
in questo loro impegno di volontariato.<br />
E veniamo al Cgie. Ovviamente<br />
questo organismo, con l’introduzione<br />
del voto all’estero per corrispondenza<br />
e l’elezione di diciotto parlamentari,<br />
va sicuramente ritoccato ed<br />
il primo a riconoscerlo, come ho già<br />
ricordato, è stato proprio lo stesso<br />
Consiglio Generale attualmente in<br />
carica. Un restyling che: 1) ne riduca<br />
il numero dei suoi membri rispalmandoli<br />
nei vari Paesi e continenti<br />
sulla base dei dati aggiornati<br />
dell’AIRE e rivedendo la composizione,<br />
anche numerica, di quelli di<br />
nomina governativa; 2) ne riveda la<br />
ripartizione geografica per renderla<br />
conforme a quella della Circoscrizione<br />
Estero; 3) rafforzi il ruolo delle<br />
Commissioni continentali riducendo<br />
ad una sola volta all’anno la<br />
convocazione dell’assemblea plenaria;<br />
4) introduca un limite di mandato<br />
per i suoi membri. Tanto per citare<br />
alcuni esempi. Pertanto, a mio<br />
modesto avviso, al momento, non<br />
c’è alcun bisogno di modificare l’attuale<br />
normativa dei Comites mentre<br />
è assolutamente necessario un restyling<br />
di quella del Cgie e non sicuramente<br />
uno stravolgimento di entrambi<br />
le leggi. Dopo di che subito<br />
al voto ed entro quest’anno senza<br />
ulteriori e incomprensibili rinvii<br />
che sarebbero inaccettabili. Tutto<br />
questo in attesa di capire quale impianto<br />
istituzionale di rappresentanza<br />
nei confronti dello Stato italiano<br />
vorranno poi avere (sempre che lo<br />
Dino Nardi<br />
vogliano davvero) le giovani generazioni<br />
di figli e nipoti di emigrati,<br />
unitamente ai nuovi migranti italiani<br />
(semplici lavoratori, stagisti, ricercatori<br />
e tecnici) che sempre più<br />
popolano il mondo.<br />
Purtroppo di tutt’altro avviso è il<br />
Comitato per le questioni degli italiani<br />
all’estero del Senato che, invece,<br />
si è stranamente incaponito nel<br />
voler riformare in profondità con un<br />
colpo solo sia i Comites che il Cgie<br />
infischiandosene del parere negativo<br />
di tanti Comites e dello stesso<br />
Consiglio Generale. Peccato! Perché<br />
certamente non mancherebbero,<br />
a questo Comitato ed ai senatori<br />
che lo compongono, altri e più sentiti<br />
problemi che hanno oggi gli italiani<br />
all’estero a cui dedicare altrettanta<br />
attenzione e dedizione come, per<br />
esempio, il ripristino dell’esenzione<br />
dell’ICI sulla loro abitazione in Italia,<br />
i tagli alle politiche scolastiche<br />
ed all’assistenza agli indigenti, la<br />
funzionalità della rete consolare e la<br />
chiusura di molti Uffici consolari in<br />
regioni ad alta presenza di emigrati.<br />
Ma tant’è, con buona pace di tutti<br />
coloro che vivono fuori dei confini<br />
nazionali!<br />
Dino Nardi<br />
Coordinatore UIM Europa e membro CGIE<br />
<strong>Panorama</strong> 25
a cura di Ardea Velikonja<br />
La 6.a edizione di Pollice Verde<br />
a Gorizia dà il benvenuto alla<br />
primavera: il quartiere fieristico<br />
apre così le sue porte al verde e<br />
alle meraviglie della natura. Il capoluogo<br />
isontino riscopre la sua storia<br />
di ville e palazzi, di parchi e giardini.<br />
La Fiera dei fiori infatti si svolgerà<br />
da venerdì 19 a domenica 21 marzo<br />
al quartiere di Gorizia fiere dalle ore<br />
10 alle 20 con ingresso libero.<br />
Accanto alla variegata esposizione<br />
di piante e fiori, la mostra-mercato<br />
offre allestimenti floreali e oggettistica,<br />
prodotti per la coltivazione e<br />
l’alimentazione biologica e biodinamica,<br />
arredo da esterni e attrezzatura<br />
da giardinaggio, idee e soluzioni<br />
per il verde urbano e la realizzazione<br />
di giardini e terrazzi, editoria di<br />
settore e molto di più. Per gli amanti<br />
del turismo itinerante e del vivere<br />
all’aria aperta gli espositori della sezione<br />
Caravan e Camper presenteranno<br />
le novità del settore.<br />
“Pollice Verde”, mostra-mercato<br />
dedicata a florovivaismo e all’orticoltura,<br />
è anche una preziosa occasione<br />
per parlare di natura, ambiente<br />
ed ecologia. Un ricco programma<br />
di convegni, seminari, dimostrazioni<br />
pratiche, esibizioni di maestri<br />
fioristi di fama internazionale, treeclimbing,<br />
presentazioni editoriali,<br />
26 <strong>Panorama</strong><br />
Made in Italy<br />
Dal 19 al 21 marzo al quartiere fieristico di Gorizia la Fiera dei fiori<br />
Arriva la primavera con Pollice verde<br />
escursioni con partenza dal quartiere<br />
fieristico e sotto la guida di professionisti<br />
esperti animeranno le tre<br />
giornate della rassegna.<br />
A “Pollice Verde” si rinnova anche<br />
l’appuntamento con la Mostra<br />
Internazionale Cunicola: oltre 150<br />
soggetti, provenienti da Slovenia,<br />
Austria e Italia e alcune cucciolate<br />
per la gioia dei più piccoli visitatori<br />
della rassegna.<br />
Tra i contenuti dell’evento anche<br />
una panoramica sulle diverse<br />
offerte che l’eco-didattica presenta<br />
in Regione, con proposte di educazione<br />
ambientale che coinvolgono<br />
i bambini e ragazzi in attività<br />
gratuite durante tutte le giornate di<br />
apertura della manifestazione. Sviluppato<br />
in collaborazione con gli<br />
espositori che aderiscono all’iniziativa,<br />
Verde Pollicino è uno spazio<br />
esclusivo dove i giovanissimi<br />
visitatori della manifestazione e le<br />
loro famiglie vengono coinvolti in<br />
laboratori naturali, giochi creativi,<br />
presentazioni interattive e miniesperimenti.<br />
La rassegna è supportata da una<br />
consolidata azione promozionale<br />
e da una campagna pubblicitaria<br />
che precede e accompagna la manifestazione.<br />
Particolarmente attesa<br />
e apprezzata dal pubblico isontino,<br />
“Pollice Verde” è meta di un sempre<br />
maggior numero di visitatori prove-<br />
nienti dalla vicina dalla vicina Slovenia,<br />
anche grazie ad un’azione<br />
promozionale oltre confine. ●
Made in Italy<br />
Il Salone Nautico Internazionale dal 18 al 21 marzo prossimo alla Marittima<br />
A Venezia la Fiera del mare<br />
Dal 18 al 21 marzo 2010 torna il<br />
consueto appuntamento annuale<br />
con il Salone Nautico Internazionale<br />
di Venezia. L’evento si svolgerà<br />
nella storica sede della Marittima, con<br />
grandi novità ed importanti partnership.<br />
Insieme ai più prestigiosi marchi<br />
internazionali dei grandi yacht e<br />
della piccola nautica, quest’anno anche<br />
l’offerta del charter per la prossima<br />
stagione estiva. Un weekend da<br />
sogno a Venezia per vedere e provare<br />
la propria barca direttamente in laguna.<br />
“Expo Venice spa” punta a valorizzare<br />
ancora di più le potenzialità<br />
espositive di Venezia con le attività<br />
legate al mare e alla nautica, e la<br />
nuova edizione del Salone Nautico<br />
si propone di volare in alto grazie ai<br />
cantieri espositori, alla valorizzazione<br />
dell’usato di qualità, allo sviluppo<br />
del settore del Charter. Elementi<br />
questi che lo caratterizzano rispetto<br />
ad ogni altro salone italiano ed internazionale.<br />
Nello specifico, per la nona edizione<br />
del Salone Nautico ci sarà<br />
un’area esclusiva dedicata al Charter,<br />
con l’invito a scoprire rotte, imbarcazioni<br />
e servizi per chi vuole programmare<br />
per tempo la propria stagione<br />
estiva.<br />
Curatore di questo innovativo format<br />
fieristico è Lorenzo Pollicardo,<br />
uno dei principali esperti internazionali<br />
del settore nautico, già segretario<br />
generale di UCINA, ed ora consulente<br />
della società fieristica di Venezia<br />
per la realizzazione dell’articolato<br />
programma di eventi legati al mare.<br />
A Rimini Sapore 2010, la Fiera dell’alimentazione<br />
Hanno vinto gli affari<br />
Sapore 2010 ha fatto centro. La prima volta della nuova formula espositiva<br />
di Rimini Fiera che riassume le storiche manifestazioni sull´alimentazione<br />
extradomestica (MIA, MSE, FRIGUS, DIVINO LOUNGE, ORO GIALLO<br />
e PIANETA BIRRA BEVERAGE & CO., svoltesi in contemporanea dal<br />
21 al 24 febbraio), va in archivio con la piena soddisfazione degli operatori<br />
dopo quattro giornate produttive e all´insegna dell´innovazione.<br />
L’esposizione ha totalizzato 76.123 visitatori (-8% sul 2009), con uno straordinario<br />
+25% di operatori esteri. E proprio l´innalzamento del profilo di internazionalità<br />
era la primaria richiesta delle aziende.<br />
Ogni giorno a “Sapore” si sono svolti circa 1.000 business meeting, con<br />
l´ulteriore affermazione del progetto Sapore International Matching che on<br />
line profila l´incontro nelle settimane che precedono la fiera.<br />
Sono stati 612 i giornalisti accreditati all’esposizione ed i servizi sulla stampa<br />
nazionale, regionale e locale hanno raggiunto oltre 41 milioni di contatti.<br />
”Sapore” ha proiettato nel futuro gli operatori del food&beverage mostrando<br />
in anticipo gli orientamenti che il mercato del “fuori casa” proporrà successivamente<br />
al consumatore. Sapore Innovation Area è stata la vetrina di tutte<br />
le proposte più innovative, illustrate anche attraverso la guida “Sapore Innovation<br />
book”. ●<br />
Il Salone Nautico Internazionale<br />
di Venezia vedrà una sua diramazione<br />
anche nell’evento “Mare Maggio”,<br />
che si terrà dal 14 al 16 maggio presso<br />
l’Arsenale di Venezia, luogo simbolo<br />
della marineria e dell’arte navale.<br />
Un’area di grande valore storico,<br />
artistico, produttivo e culturale, finora<br />
inaccessibile ad eventi fieristici.<br />
L’Arsenale ha trovato il gradimento<br />
degli espositori abituali e il concreto<br />
interesse di tutti i grandi marchi internazionali,<br />
dai maxi yacht alle piccole<br />
imbarcazioni e dei maggiori dealer<br />
del Triveneto. Un luogo di esclusività<br />
e tradizione. L’Arsenale veneziano<br />
è capace di catalizzare l’attenzione<br />
di un vasto pubblico: appassionati di<br />
mare e diportismo, esperti naviganti,<br />
addetti ai lavori, curiosi e tutti gli<br />
amanti del mare e della nautica.<br />
“Expo Venice spa” intende continuare<br />
a proporre manifestazioni<br />
espositive sempre più legate allo spirito<br />
della città, ai suoi luoghi, in forte<br />
coordinamento con gli enti, le istituzioni,<br />
i privati, che operano sul territorio,<br />
con l’obiettivo di rendere Venezia<br />
un’area espositiva policentrica.<br />
Oltre al business, nelle fiere si punta<br />
anche all’aspetto culturale, recuperando<br />
la vocazione storica della città<br />
quale luogo di scambi commerciali<br />
e di idee innovative e contribuendo<br />
alla creazione di flussi turistici di<br />
qualità. Così facendo si sviluppa un<br />
mercato di valenza internazionale sul<br />
“palcoscenico” Venezia, e si contribuisce<br />
allo sviluppo economico della<br />
città. ●<br />
<strong>Panorama</strong> 27
28 <strong>Panorama</strong><br />
Reportage<br />
Alla 31.esima Fiera Ortogiardino la prima edizione di Flor Art<br />
La sfida tra Floral designer<br />
testo e foto di Ardea Velikonja<br />
La primavera ce l’ha fatta nei<br />
confronti dell’inverno, almeno<br />
per quanto riguarda i padiglioni<br />
di Pordenone fiere dove, per una<br />
settimana, a Ortogiardino si sono dati<br />
appuntamento più di 250 tra vivaisti,<br />
floricoltori, rivenditori di bulbi e<br />
sementi, concimi, attrezzature per il<br />
giardinaggio, mobili per esterni, ma<br />
anche architetti per parchi e giardini.<br />
Un successo di pubblico, attestato<br />
da oltre 70.000 visitatori, ma anche<br />
commerciale, dato che non c’è stata<br />
persona che non sia uscita dalla fiera<br />
senza la sua bella borsa con la spesa.<br />
La 31.esima edizione di Ortogiardino<br />
ormai è diventata una fiera che attira<br />
parecchia gente anche da Slove-<br />
Omaggio floreale alla giornalista<br />
Non me l’aspettavo certamente che un bellissimo mazzo di fiori creato<br />
da Andrea Rebaudo avrebbe preso la strada di casa mia. Invece<br />
Santillo De Cristoforo, direttore di redazione della Flor Art, una volta che<br />
Rebaudo ha finito il suo mazzo primaverile ha detto al numeroso pubblico<br />
presente nel padiglione: “E adesso questo mazzo di fiori lo regaliamo<br />
all’unica giornalista della Croazia presente che scrive in lingua italiana,<br />
un omaggio per domani 8 marzo, Giornata internazionale della donna”.<br />
Non vi dico la mia sorpresa, ma anche il piacere di ricevere un riconoscimento<br />
simile dalle mani di uno dei più bravi floral designer d’Europa.<br />
Tulipani gialli, gerbere gialle, gigli gialli (il giallo è il colore simbolo della<br />
Festa della donna), il tutto elegantemente “racchiuso” invece che con<br />
la classica carta con un tessuto colorato. Fantastico davvero! ●<br />
La sede di Pordenone Fiere dove si è svolta Ortogiardino<br />
nia e Croazia, tanto che il sabato e la<br />
domenica non si contavano i pullman<br />
di “escursionisti interessati”, provenienti<br />
da Fiume, Zagabria o Pola.<br />
In otto giorni, quanto è durata la<br />
fiera dei colori e profumi primaverili,<br />
tante sono state le manifestazioni<br />
collaterali grazie alla collaborazione<br />
con Flor Art, la prima scuola per floral<br />
designer di Rudiano vicino a Brescia<br />
che sta avendo un grosso successo<br />
internazionale. “Flor Art” è legata<br />
a “Florasat Agrichannel”, l’unica<br />
TV sui fiori esistente in Italia, e si è<br />
presentata ogni giorno con un altro<br />
tema, dai fiori di primavera alla festa<br />
della donna, ma ha anche organizzato<br />
assieme a tre floral designer corsi rivolti<br />
al pubblico e una gara nazionale<br />
tra 8 concorrenti fioristi e quindi una<br />
giuria internazionale ha assegnato il<br />
primo trofeo “Ortogiardino”.<br />
Santillo De Cristoforo, direttore di<br />
redazione di “Florasat Agrichannel”,<br />
ha tenuto su il programma legato ai<br />
floral designer italiani ed europei,<br />
che si sono messi a confronto in suggestive<br />
sfide a colpi di fiori, foglie e<br />
fronde, dinanzi ad un folto pubblico.<br />
Tra loro c’era anche Liliana Stranić,<br />
di Parenzo, proprietaria del negozio<br />
“Bouquet by Lily”. Abbiamo chiesto<br />
a De Cristoforo come Liliana è<br />
arrivata a Pordenone. “Ero in vacan-
La fiera dei colori<br />
<strong>Panorama</strong> 29
Assieme ai fiori si usano frutta,<br />
verdura e i materiali più svariati<br />
Santillo De Cristoforo direttore di redazione di AGRI-<br />
Channel ha saputo intrattenere con maestria il pubblico<br />
Liliana alle prese con i cristalli<br />
30 <strong>Panorama</strong><br />
Per una creazione mozzafiato ad Andrea Rebaudo sono<br />
sufficienti non più di quattro minuti<br />
Il tocco elegante al mazzo<br />
Floral desig<br />
si sfidano a c<br />
Con il filo di ferro, lana e fio
Rebaudo è docente alla prima Scuola<br />
per floral designer che si trova a Brescia<br />
ner europei<br />
olpi... di fiori<br />
ri vi faccio una borsa!<br />
Gli ultimi tocchi: perline e fiori<br />
Liliana Stranić con il collega Rebaudo<br />
mentre spiega quali materiali userà<br />
Ed ecco pronto un centrotavola veramente originale<br />
Ed ecco un’originalissima borsa,<br />
mica facile da fare<br />
<strong>Panorama</strong> 31
Che giardino sarebbe senza<br />
le casette per gli uccellini?<br />
Perché coltivare l’erba se la si può acquistare a rotoli?<br />
32 <strong>Panorama</strong><br />
Arredamenti da terrazza<br />
Fiori sì, ma anche giardino<br />
I cristalli artificiali si abbinano molto bene con i fiori<br />
Non serve più l’acqua per fare il laghetto:<br />
bastano i cristalli e l’effetto luce<br />
Non è un’amaca e non è una poltrona,<br />
ma è comodissima
za a Parenzo e facendo il giro del centro<br />
sono stato attratto dall’eleganza di<br />
un negozio di fiori. Sono entrato ed ho<br />
trovato la simpatica proprietaria. Ho<br />
capito subito che aveva ‘il tocco giusto’<br />
e così le ho consigliato la Scuola<br />
per floral designer. Lei ha detto subito<br />
di sì sicché ora la sta frequentando.<br />
Ha un talento inverosimile: datele due<br />
nastri e un fiocco e vedrete che confezione<br />
riesce a fare. Continuando nella<br />
nostra collaborazione, abbiamo deciso<br />
di farla partecipare a questa Flor Art di<br />
Ortogiardino, la prima edizione simile<br />
organizzata nell’ambito di una fiera<br />
di fiori.<br />
La Scuola per floral designer di<br />
Brescia è nata nel 2005 e in quattro<br />
anni e mezzo è stata frequentata da<br />
1316 ‘studenti’ dai 17 ai 65 anni. La<br />
nostra TV è il primo canale al mondo<br />
che parla la lingua dei fiori, così tutti<br />
possono entrare nel mondo dei fiori,<br />
un mondo dove c’è bisogno di passione<br />
e una vena d’arte. Ed è proprio questa<br />
vena che ‘viene fuori’ alla Scuola<br />
dove si impara tutto sui fiori in teoria<br />
ma si fa anche tanta pratica. Per la pri-<br />
Liliana Stranić, parenzana di nascita,<br />
ama i fiori da quando era<br />
bambina. “Avevo una zia in Italia e<br />
quando da piccola passeggiavamo<br />
per il centro stavo sempre attaccata<br />
con il naso alle vetrine dei tanti<br />
fiorai. Ammiravo la grande quantità<br />
di fiori esposti, le decorazioni e<br />
tutti gli accessori che servono per<br />
fare un bel bouquet. Dato che la<br />
mia passione per i fiori non è mai<br />
scemata finalmente nel 1997 sono<br />
riuscita ad aprire a Parenzo il mio<br />
negozio che si chiama Bouquet by<br />
Lilly ed ho raggiunto ciò che volevo.<br />
Da noi non esiste una scuola<br />
per floral designer e così un paio di<br />
volte mi sono recata a Milano per<br />
seguire dei corsi e qui ho conosciuto<br />
De Cristoforo.<br />
Da noi è difficile trovare i piccoli<br />
accessori necessari alle decorazioni<br />
floreali, sicché li acquisto<br />
in Italia, e lo stesso faccio con i fiori,<br />
che sono i migliori in Europa sia<br />
come qualità che come varietà.<br />
ma volta abbiamo deciso di organizzare<br />
questo ‘Flor Art’ alla fiera Ortogiardino<br />
di Pordenone e la sua riuscita<br />
ci pare palese. La gente è molto interessata<br />
a come si crea ‘qualcosa’ con i<br />
fiori perché credo non ci sia al mondo<br />
una persona che almeno una volta nella<br />
vita non abbia avuto a che fare con<br />
essi. I nostri floral designer hanno svelato<br />
i segreti dell’ armonia dei colori,<br />
della varietà dei fiori, del materiale e<br />
della fantasia usata tanto nei bouquet<br />
quanto anche nelle composizioni floreali”.<br />
Oltre a Liliana era presente Andrea<br />
Rebaudo, uno dei professori di design<br />
della Scuola, proprietario, a Ventimiglia,<br />
di un negozio di decorazioni floreali,<br />
ma soprattutto persona che mette<br />
tanta abilità e fantasia nelle sue creazioni.<br />
“E infatti avete potuto assistere<br />
alla creazione di una borsa con filo di<br />
ferro, perline e lana cotta, il tutto adornato<br />
da fiori freschi: risultato un pezzo<br />
unico da portare a passeggio” ha concluso<br />
Santillo De Cristoforo.<br />
Andrea Rebaudo ci ha raccontato<br />
l’esperienza della scuola: “Abbia-<br />
Reportage<br />
mo allievi di tutte le età che cercano<br />
di entrare nel mondo floreale. La prima<br />
cosa che insegniamo loro è di non<br />
guardare solo alla parte materiale di<br />
questo lavoro. Per farlo bisogna prima<br />
di tutto amare e rispettare i fiori.<br />
Certamente ci vuole un tocco di fantasia<br />
che è individuale per ognuno,<br />
comunque si comincia dalla base, dal<br />
conoscere i fiori, per arrivare agli abbinamenti<br />
e quindi alle creazioni. Negli<br />
ultimi anni va molto di moda l’abbinamento<br />
tra fiori, frutta o ortaggi: ne<br />
vengono fuori delle bellissime composizioni.<br />
Ad una rassegna denominata<br />
‘Natura e Gusto’ abbiamo creato<br />
composizioni con ben dieci quintali<br />
tra frutta e ortaggi. Ad ‘Agrumi fioriti’<br />
invece abbiamo usato 400 chili tra<br />
arance e limoni oltre che logicamente<br />
fiori. Questo è un lavoro che dà grandi<br />
soddisfazioni perché riproduce l’estro<br />
artistico e la fantasia di ogni persona.<br />
Attualmente alla scuola abbiamo gente<br />
di tutte le età provenienti da più parti<br />
d’Europa a cui si aggiungono i tre<br />
punti-scuola che operano in Francia ,<br />
Spagna e Portogallo”.●<br />
Liliana Stranić di Parenzo è una delle migliori floral designer della Croazia<br />
Per i fiori ci vuole passione<br />
Che cosa serve per fare un bel<br />
mazzo di fiori? Semplicemente tanta<br />
passione e rispetto per i fiori e un<br />
tocco di fantasia. Ogni composizione<br />
è particolare, oggi uso abbinare<br />
anche frutta e verdura sicché ne vengono<br />
fuori dei bellissimi centrotavola.<br />
Non credereste su quante piccole<br />
cose ‘poggia’ una buona composizione,<br />
dal filo di rame, alle perline, ai<br />
cristalli, ai nastri, alla lana, ecc. Finora<br />
mi sono occupata di decorazioni<br />
florali nelle grandi catene alberghiere<br />
in Croazia, ma da alcuni anni mi<br />
sbizzarrisco anche nei confetti per<br />
matrimoni, battesimi e altre occasioni.<br />
Che dire, il mio lavoro è anche la<br />
mia passione e forse per questo, secondo<br />
quanto dicono gli altri, lo faccio<br />
piuttosto bene” ha concluso Liliana<br />
Stranić.<br />
È doveroso dire che ha ottenuto<br />
parecchi riconoscimenti internazionali<br />
per le sue composizioni floreali,<br />
ma da persona modesta qual<br />
è non ha voluto soffermarsi nei det-<br />
Il negozio di Liliana a Parenzo<br />
tagli, come del resto non ha voluto<br />
confermare la voce che circola fra i<br />
parentini, secondo cui “non c’è negozio<br />
più elegante della ‘Bouquet<br />
by Lilly’ non solo a Parenzo ma, per<br />
certuni, in tutta la Croazia”. ●<br />
<strong>Panorama</strong> 33
Lo scorso giugno sono stati attribuiti i Premi della<br />
XLII edizione del concorso Istria Nobilissima, che<br />
hanno dato una nuova conferma dei potenziali creativi<br />
del gruppo nazionale italiano nei campi dell’arte<br />
e della cultura. Ritenendo che di tali potenziali debba<br />
fruire il maggior numero di lettori nelle pagine riservate<br />
alle letture, “<strong>Panorama</strong>” propone le opere a cui<br />
siano stati attribuiti premi o menzioni.<br />
Nella sezione “Poesia in lingua italiana” la giuria<br />
ha assegnato la menzione onorevole a CLAUDIO<br />
GEISSA di Capodistria. Il titolo della raccolta di poesie<br />
è ”Acqua su Marte”.<br />
Last minute<br />
Un signore si appoggia al bastone<br />
esce con i sacchetti della spazzatura<br />
fuori brulicano le notizie<br />
ma lui non sente<br />
si attiene al patto del silenzio<br />
esalano anche i ricordi<br />
troppo agguerriti<br />
per un’ inizio di settembre<br />
non dice niente<br />
forse partirà<br />
nella seconda metà del mese<br />
in sospensione fra lontane vacanze<br />
e lunghe assenze<br />
in ogni caso<br />
il vecchio della città<br />
senza mare<br />
sa già dove andare.<br />
Percorsi<br />
Amanti che spasimano<br />
come cavalli affamati<br />
agli angoli della bocca<br />
cola la bava<br />
avanza come la sabbia<br />
sul cuore spento<br />
che avido di memoria<br />
ribatte ancora<br />
nei troppi petti da gonfiare<br />
si conficca nelle orbite<br />
degli occhi penzolanti.<br />
34 <strong>Panorama</strong><br />
Letture<br />
«Acqua su Marte»<br />
Bolle di sapone 1<br />
Rimane tutto intatto,<br />
identico il tuo stupore<br />
identico il mio sentire<br />
viaggi di solo andata<br />
o lunghi ritorni rovinati<br />
per ritrovare la stessa vaghezza.<br />
Bolle di sapone 2<br />
Incerto ancora il cammino<br />
di aspirazioni gelate<br />
fermo da tempo il tempo<br />
fisso senza corona gli ideali<br />
inzuppati di stanco sudore<br />
sul volto rigato per troppo stupore.<br />
Bolle di sapone 3<br />
Ancora ritengo di poter trattenere<br />
a lungo il respiro<br />
ma non mi faccio illusioni<br />
stavolta ti distruggo davvero.<br />
Nessuno<br />
Fra i centomila frammenti<br />
che come schegge<br />
si immergono nella massa informe<br />
sostai davanti al milite ignoto<br />
mi strinsi nelle spalle.
Non ci sono<br />
Per serenità mia<br />
e di nessun altro<br />
non ci sono.<br />
Tènere richieste si mettono a ballare<br />
la musica è completamente disidratata<br />
si moltiplica il bisogno di coprire i nostri corpi<br />
con foglie umide.<br />
L’inizio non cederà<br />
ma ora non ci sono.<br />
Ancora sospiro<br />
per non scoprire<br />
chi passa per caso da queste parti<br />
cerco un riparo che non c’è<br />
fuori di me<br />
che non ci sono.<br />
Quando il silenzio squarciò l’alba<br />
scesi dal guanciale<br />
intorpidito nelle membra di tanti passati<br />
allontanai le urla dei vicini<br />
e delle anime opprimenti<br />
per un’unica notte<br />
il cuore si distraeva con i suoi battiti<br />
non c’era verso di bloccare il suo stupore<br />
onda del vento sui capelli di un tempo<br />
come fossero stati creati sul momento<br />
unicamente per noi<br />
ma io non c’ero.<br />
Oggi risento lo stesso tambureggiare<br />
i figli dei nostri figli assieme ai figli dei loro figli<br />
rifanno involucri d’amore<br />
tutto ciò non basta<br />
si scaraventano ancora troppe parole sospette<br />
da diventare cumuli comuni<br />
lasciati alla fonte degli inchini<br />
dove non è dato di dubitare<br />
guai poi accostarsi senza riverenze.<br />
Non ci sono nei dubbi<br />
nella voglia dello scorrere<br />
ripesco uno sguardo stantio<br />
e un gelido gesto<br />
che irrompono nell’ammirevole<br />
tuo dolce sorriso<br />
stampato sulla stella più prossima.<br />
Destino!<br />
Versare su quell’handicappato conto<br />
contorni di minuti avanzi<br />
rimasugli non sbranati<br />
per scostare<br />
la seccatura delle stampelle<br />
e le cariche<br />
delle sedie a rotelle.<br />
Che destino<br />
essere nato<br />
in contrapposizione.<br />
Letture<br />
Notte di luna<br />
I piedi ancora contorti<br />
di percorsi<br />
di tanfo e imputridimento<br />
è abisso<br />
è inghiottitoio vorace<br />
assoluto abbattimento<br />
qualche nascituro<br />
si schianta già relitto<br />
trasportato dal mare<br />
in questa notte di luna<br />
comunque sia<br />
ci sarà ancora il tempo<br />
di ingannare anche Te<br />
luna dei sogni amanti.<br />
Abbi cura di te amore mio<br />
Ribalto il ribaltabile<br />
rovescio della medaglia<br />
nell’infinito eternare<br />
tramando a te<br />
gioia della mia vita<br />
un sorso di luce<br />
che inciampi io ora<br />
prima di chiudere<br />
questo sogno stanco.<br />
Che destino!<br />
Destino tuo<br />
destino mio<br />
destino<br />
di essere nato in contrapposizione<br />
versare su quell’ handicappato conto<br />
contorni di minuti avanzi<br />
rimasugli non sbranati<br />
per scostare<br />
la seccatura delle stampelle<br />
e le cariche<br />
delle sedie a rotelle.<br />
Disadorno disimpegno<br />
Nel cestino guizzano i fiori<br />
divini petali della risalita<br />
inciampano sul vissuto<br />
le storie dei fanfaroni<br />
ormai abbondante<br />
sorreggono questo ultimo tratto di strada<br />
la sera<br />
lacrima di stelle<br />
sembra una notte in anticipo<br />
ed è questo che conta<br />
quando si avvicina il sipario.<br />
<strong>Panorama</strong> 35
Fuori piove<br />
36 <strong>Panorama</strong><br />
Letture<br />
Marchiata a fuoco<br />
da un ripudio che si specchia<br />
nella via della salvezza<br />
la capacità indebolita<br />
dai tanti piedi mozzati<br />
stento a capire<br />
le contrapposizioni che abbattono<br />
nulla sconcerta la fine<br />
il tronco abbracciato all’albero<br />
i rami e le foglie<br />
sperse nell’universo interiore<br />
e fuori piove.<br />
Gironzolando<br />
Dopo essersi ripresentato<br />
con sberleffi e foschi scenari<br />
l’ineluttabile sipario si schiuse<br />
raccolse gli sghignazzi della prole<br />
che sulla terra azzoppata<br />
bofonchiava a stento<br />
penetrando nelle sue orecchie<br />
dalla bocca spalancata<br />
faceva uscire gemiti<br />
e sorrisi abbondanti<br />
a gesti e spruzzi.<br />
Se potessi insistere<br />
non mi sorprenderei di estrarre<br />
da questa mente altri pareggi<br />
ma i troncamenti strillano<br />
e il vuoto non si arrende.<br />
Il bacio<br />
Riti inebrianti<br />
incoraggiano i fatti<br />
quasi sempre prepotenti<br />
ai cancelli del nulla<br />
a guardia degli echi<br />
dove oscillano le opinioni<br />
sotto gli archi di poveri Cristi<br />
ai piedi degli opulenti<br />
senza aver marcato l’unica differenza<br />
che sta<br />
nell’atto spontaneo del bacio.<br />
Innocenza<br />
Se non fosse più possibile<br />
cosa cambierebbe<br />
in te in me<br />
nell’idea che di noi abbiamo<br />
misurandoci col mondo<br />
per la prima volta in fondo<br />
un’altra riflessione<br />
che si spalma nella mente<br />
sente e accoglie<br />
come un sasso<br />
battezzato in uno stagno<br />
accresce il sogno della fonte<br />
continua ad evitare toni sconvenienti<br />
discorsi duri per uomini apparenti<br />
bestemmiano in silenzio<br />
ad alta voce pregano<br />
di fronte ai loro figli non nati<br />
confondono l’ ambiguità<br />
con una questione di stato<br />
lo scandalo<br />
con nuovi foschi viaggi.<br />
La fine del sentiero<br />
Fissando il cielo<br />
ne parlo con gioia<br />
di questa fine<br />
che ha stregato l’amore<br />
che mi ha lasciato<br />
che mi ha tradito<br />
cambio casa<br />
cambio tutto<br />
solitario fra solitari<br />
dispiaciuto ma convinto<br />
andato e rimasto<br />
cammino per caso<br />
su questo grezzo pavimento<br />
che porta alla tua mano<br />
e la fine del sentiero<br />
si appoggia sul mio cuore.<br />
La speranza<br />
Gli occhi sciupati nel vuoto<br />
a fatica hanno riassunto<br />
l’antico, il poetico,<br />
l’unico e straordinario<br />
antagonismo della luce<br />
quando viene<br />
senza frastuono<br />
al di là<br />
di tutte le albe.
Mi sottraggo<br />
Sull’orizzonte lontano<br />
ho steso questi anni scoloriti<br />
mi affascinano ancora<br />
come un’aurora<br />
un tormento che brilla<br />
oggi mi sento di voler camminare<br />
senza toccare la terra bagnata<br />
nessuno mi conosce<br />
per strada il saluto<br />
alla New York.<br />
Parangal<br />
Sceso da talami pestiferi<br />
dimeno le falde<br />
in anonime improvvisate<br />
sopprimo servizievoli<br />
e zelanti “leccaleonti”<br />
lingue multiculturali di ultima generazione<br />
biforcute all’origine<br />
stentano a scrollarsi<br />
la puzza della patria<br />
ancor peggio se madre puttana<br />
di tutte le epoche.<br />
Senza una meta<br />
Pagine inguaiate<br />
di grande emancipazione<br />
corro per distese bonificate<br />
ascoltando gli uccelli alla radio<br />
senza compromessi ti abbraccio<br />
ancora non so se il ticchettio<br />
di questo orologio arrugginito<br />
renderà nostalgico il mio sentire.<br />
Stati baldracche<br />
Paradosso di date<br />
dalle morali sacre e profane<br />
con spavalda regolarità<br />
sventolano le bandiere puttane<br />
sulle altalene degli stati adulteri<br />
quisquiglie di caratteri<br />
spostano al largo dei battesimi<br />
l’offesa di chi<br />
è un altro.<br />
Letture<br />
Supplizio<br />
Fitte di frecce suggeriscono<br />
un groviglio di commenti<br />
attorno al senso del tempo<br />
prorompono pensieri<br />
ai margini sbiaditi<br />
di parole sconvolte<br />
incompleta la frase assorbe<br />
l’enorme quantità di zampilli<br />
che sgorgano impetuosi<br />
da essere un tormento.<br />
Sussulto<br />
Ogni tanto si interrompe il giorno<br />
chi crede<br />
non si circonda di gabbiani<br />
ma di sole enormi montagne da scalare<br />
ogniqualvolta tremano i polsi.<br />
Tutto passerà<br />
Quello che aspettavi<br />
la delusione per l’attimo<br />
che non hai colto.<br />
Tutto passerà<br />
sarà l’attimo di ieri<br />
che ti ha sorpreso impreparato.<br />
Tutto passerà<br />
quello che aspettavi<br />
è già lontano.<br />
Tutto passerà<br />
in un istante.<br />
Acqua su Marte<br />
Nessuna impronta che chiama<br />
immenso silenzio<br />
immenso e solo un momento<br />
un soffio di dolce candore<br />
che appaga lo slancio<br />
rimango rapito<br />
anch’io “trafitto da un raggio di sole”.<br />
<strong>Panorama</strong> 37
46 <strong>Panorama</strong><br />
Sport<br />
Un ricordo dell’ex portiere, spentosi a 88 anni: con la nazionale Usa disputò i<br />
Gino Gardassanich, un grande del viv<br />
di Igor Kramarsich<br />
Venerdì 12 febbraio è giunta<br />
la notizia che a Westchester,<br />
nell’Illinois (Stati Uniti), si è<br />
spento Gino Gardassanich, uno dei primi<br />
grandi portieri del vivaio calcistico<br />
fiumano. Aveva iniziato la sua carriera<br />
a Zagabria, ma si era affermato a Fiume<br />
per raggiungere poi i più grandi traguardi<br />
in America. Ho avuto occasione<br />
di conoscerlo nell’estate del 2007,<br />
durante la sua ultima visita a Draga<br />
di Moschiena, nel Quarnero, in quella<br />
che ormai era diventata la sua seconda<br />
casa. Un incontro che ha portato Gard,<br />
come era conosciuto negli Usa, a ricordare<br />
gli anni giovanili (era stato amico<br />
di mio padre), l’esilio in Italia e poi il<br />
destino che dalla Sicilia lo aveva portato<br />
Oltreoceano, fino alla partecipazione<br />
ai Mondiali di calcio del 1950 con la<br />
maglia della nazionale statunitense.<br />
Gino Gardassanich era nato il 26<br />
novembre 1922 a Sušak. Sua madre,<br />
Anna Hubler, come tanti fiumani in<br />
quegli anni, passava spesso il confine<br />
italo-jugoslavo sulla Fiumara e fu<br />
così che si trovò a Sušak in visita ad<br />
un’amica quando Gino decise di venire<br />
al mondo. Era il primo figlio di<br />
Piero Gardassanich, commerciante in<br />
pollame e uova all’ingrosso: più tardi<br />
arrivarono Anita, Sonia e Nevio.<br />
Gino visse la sua infanzia a Fiume<br />
in piazza Regina Elena, sopra l’ex pasticceria<br />
Piva. Già da ragazzino mani-<br />
festava una grande passione per il calcio<br />
e le sue doti acrobatiche lo fecero<br />
dirottare in quel ruolo particolare. Una<br />
spinta gli arrivò pure dal portiere della<br />
Fiumana, Stefano Raicovich, che gli<br />
predisse un grande futuro.<br />
Però i genitori avevano altri progetti<br />
per lui e lo fecero frequentare<br />
l’Accademia Commerciale di Zagabria.<br />
Qui si dedicò seriamente pure<br />
all’attività calcistica e le sue doti non<br />
passarono inosservate: alla fine degli<br />
anni ’30 fu ingaggiato dalla più<br />
forte squadra zagabrese dell’epoca,<br />
il Građanski. Il suo idolo era Franjo<br />
Glaser (classe 1913, morto nel 2003),<br />
numero uno del Građanski e della nazionale<br />
jugoslava e croata, che fu pure<br />
suo allenatore. Fare la riserva di un<br />
grande campione era di certo appagante,<br />
il tecnico ungherese Bukovi in<br />
alcune occasioni concesse pure fiducia<br />
al promettente estremo difensore<br />
fiumano, ma con Glaser comprensibilmente<br />
titolare inamovibile tra i pali,<br />
le sue presenze in squadra furono poche<br />
in verità.<br />
Terminati gli studi, rientrò a casa.<br />
Trovare un posto nella Fiumana che<br />
disputava la Serie B, tra Dapretto e<br />
Kanz, fu impossibile e così finì all’Orijent<br />
di Sušak. Dopo un anno ricevette<br />
la doppia offerta di Lauro Pillepich.<br />
che lo chiamò a giocare per i Magazzini<br />
Generali, squadra che si apprestava<br />
a disputare il campionato di Serie C,<br />
ed a lavorare come assistente magaz-<br />
Gino con il “Montgomery Trophy”<br />
di miglior portiere Usa del 1950<br />
ziniere nella stessa ditta. Nonostante<br />
la concorrenza di Brazzoduro, Gardassanich<br />
disputò quasi tutte le partite<br />
ma il campionato fu interrotto per lo<br />
scoppio della guerra. Nel 1943, grazie<br />
alle sue conoscenze linguistiche (oltre<br />
all’italiano parlava pure croato, inglese,<br />
francese e tedesco), trovò impiego<br />
come traduttore nella stessa azienda<br />
occupata dai tedeschi ed ebbe anche<br />
l’opportunità di salvare dalla deportazione<br />
diversi giocatori che, incautamente,<br />
si erano “permessi” di sconfiggere<br />
una squadra tedesca in una partita<br />
di calcio. Finita la guerra, Gardassa-<br />
Gino Gardassanich durante il soggiorno a Draga di Moschiena nel 2007 e, a destra, con l’autore del servizio
Mondiali di calcio del 1950<br />
aio fiumano<br />
nich tornò al suo posto di impiegato e<br />
di portiere nei Magazzini Generali che<br />
trionfarono nel primo vero trofeo cittadino,<br />
la Coppa Maras del 1946, e passò<br />
alla neofondata Quarnero che si accingeva<br />
a disputare il nuovo campionato<br />
jugoslavo di prima divisione. Si<br />
trovò titolare e disputò sei partite prima<br />
di intraprendere, come tanti altri, la<br />
via dell’esodo alla ricerca di un mondo<br />
e di una vita migliore. Nel novembre<br />
del 1946 - quando si era infortunato il<br />
portiere Giuseppe Erbele - Gardassanich<br />
venne acquistato dalla Fiorentina<br />
grazie all’intercessione dell’amico<br />
triestino Alberto Eliani (ex terzino della<br />
Ponziana, scomparso nel 2009 a 86<br />
anni, che indossò le maglie di Modena,<br />
Fiorentina e Roma e da allenatore<br />
scoprì Causio, Tacconi e Zenga). Gino,<br />
però, i campi della Serie A li vide solo<br />
dalla panchina: il titolare dei viola era<br />
Romoli e Gardassanich giocò soltanto<br />
alcune partite amichevoli.<br />
Decise di cambiare aria: non gli andava<br />
di stare in panchina, aveva una<br />
voglia matta di giocare. Passò così al<br />
Marsala in Serie C con gli ex compagni<br />
dei Magazzini Generali, Antonio<br />
Velcich e Oselladore. Questa decisione,<br />
senza saperlo all’epoca, gli cambiò<br />
la vita. Infatti, in Sicilia conobbe la<br />
sua futura moglie, Anna Rizzo, nata in<br />
America da genitori italiani. Nell’estate<br />
del 1948 andò ad infoltire la nutrita<br />
schiera fiumana nella Reggina. Con<br />
Bercarich, Bercich, Lucchesi e Bartolomei<br />
fu spesso titolare nel campionato<br />
di Serie C. Durante quella stagione<br />
si sposò e nell’agosto del 1949, nonostante<br />
la contrarietà della dirigenza<br />
calabrese, decise di seguire la moglie<br />
negli Usa e si stabilì a Chicago,<br />
dove fu tesserato subito dai locali dello<br />
Slovaks. Divenne ben presto titolare<br />
e già nella prima stagione vinse due<br />
trofei: il Nielsen Trophy nella I Divisione<br />
del calcio indoor e il Montgomery<br />
Trophy. Il 10 maggio 1950 disputò<br />
una delle sue più grandi partite, quella<br />
tra i Chicago All Star e il fortissimo<br />
Amburgo. Fu naturalizzato statunitense,<br />
grazie alla moglie, e il suo cognome,<br />
secondo le leggi dell’epoca, fu accorciato<br />
in Gard.<br />
Sport<br />
Gardassanich con il berrettino, tanto di moda tra i portieri dell’epoca<br />
In virtù delle sue prodezze tra i pali,<br />
si meritò la convocazione in nazionale.<br />
Così in meno di un anno, da portiere<br />
della Serie C italiana si trovò a disputare<br />
i Mondiali del 1950! Sembrava<br />
destinato a partire da titolare, ma<br />
alla fine gli fu preferito Frank Borghi<br />
del Saint Louis e per Gard ci fu solo<br />
la panchina nelle tre partite disputate<br />
dagli Stati Uniti. Comunque fu il secondo<br />
fiumano a disputare un campionato<br />
del mondo dopo Mario Varglien,<br />
che con la maglia della Juventus, nel<br />
1934, era stato tra gli azzurri campioni<br />
del mondo con Vittorio Pozzo.<br />
Gardassanich invece disputò in totale<br />
sei partite con la selezione statunitense.<br />
Giocò sempre per lo Slovaks<br />
fino al 1959, quando passò a lavorare<br />
come allenatore e consulente di<br />
importanti squadre americane fino al<br />
1970. Nel 1992 venne inserito nella<br />
Illinois Hall of Fame del Soccer Usa<br />
e nel 2002 nell’Albo d’oro del calcio<br />
statunitense. Lo si ricorda come un<br />
portiere che riusciva sempre a mantenere<br />
la calma, aveva uno spiccato senso<br />
della posizione e difficilmente si lasciava<br />
sorprendere. Grande acrobata,<br />
aveva un’ottima nella presa dei palloni<br />
alti ed era sicuro nelle uscite. Possedeva<br />
mezzi atletici notevoli e si tuf-<br />
fava su ambo i lati con uguale bravura<br />
e tempestività. Giocava regolarmente<br />
con il cappellino, che all’epoca era assai<br />
di moda tra i portieri. Quel che forse<br />
si ricorda meno di lui è che fu pure<br />
ottimo giocatore di pallanuoto nel ruolo<br />
di centroboa, tanto da disputare parecchie<br />
partite per il Victoria di Sušak.<br />
Finita la carriera nel mondo del calcio,<br />
si dedicò anima e corpo al suo lavoro<br />
di gioielliere, attività oggi diretta<br />
dal suo figlio più giovane, Gary, nato<br />
nel 1956 (l’altro è Gino junior, classe<br />
1953).<br />
Anche se la sua seconda patria era<br />
l’America - gli ultimi anni li ha trascorsi<br />
a Westchester, periferia di Chicago<br />
- è rimasto sempre legatissimo<br />
alle sue origini e al Quarnero. Ritornava<br />
quasi ogni anno a Draga di Moschiena,<br />
con le sue due sorelle, Sonia<br />
rimasta a Fiume e Anita che vive in<br />
Germania. Qui trascorreva buona parte<br />
dell’estate facendo delle lunghissime<br />
passeggiate sul lungomare. Nonostante<br />
la sua grande forza di volontà,<br />
i problemi di salute negli ultimi anni<br />
avevano diradato le sue visite nei luoghi<br />
che amava tanto: l’ultima fu quella<br />
dell’estate 2007, quando incontrò anche<br />
diversi suoi ex compagni di squadra<br />
degli anni giovanili a Fiume. ●<br />
<strong>Panorama</strong> 47
Negli ultimi anni sulla scena politica<br />
delle nostre aree è venuta<br />
a consolidarsi la convinzione<br />
che l’elezione diretta dei rappresentanti<br />
del popolo sia uno strumento di<br />
maggior garanzia dello spirito della democrazia.<br />
Così, prima in Italia, poi in<br />
Croazia, nel giro di pochi anni è stata<br />
introdotta l’elezione diretta del sindaco<br />
e del presidente della regione (“zupano”,<br />
“governatore”).<br />
Il principio dell’elezione diretta si<br />
fonda sul convincimento che la scelta<br />
di un candidato ad un’importante<br />
funzione istituzionale sia, da una parte,<br />
un’espressione più coerente della<br />
volontà degli elettori e, dall’altra, rappresenti<br />
un impegno più vincolante per<br />
chi viene eletto direttamente nell’urna<br />
piuttosto che da chi s’introna passando<br />
per liste partitiche e con la mediazione<br />
di consigli, assemblee, parlamenti. In<br />
virtù di questo mandato popolare – che<br />
già in sé è certamente timbro di trasparenza<br />
– l’incaricato gode di parecchi<br />
svincoli rispetto ai piccoli ricatti interpartitici<br />
che avvengono nelle varie aule<br />
(il che lo rende abbastanza protetto dalle<br />
varie “crisi”) e dunque di una libertà<br />
di movimento che non può far che<br />
bene quando ispirata dalle buone intenzioni.<br />
L’elezione diretta consente inoltre<br />
di relegare in secondo piano gli intrallazzi<br />
(vari scambi di favore) che di<br />
norma avvengono all’interno dei partiti<br />
quando giunge il momento di compilare<br />
le liste.<br />
Ragioni di dubbio sulla bontà assoluta<br />
del metodo ce ne sarebbero tante,<br />
ma limiatiamoci a una: si pensì soltanto<br />
ai vari vecchi e moderni dittatori in<br />
giro per il mondo, tutti in carica in virtù<br />
del mandato popolare. Quello stesso<br />
mandato popolare che d’altra parte è<br />
ragione d’orgoglio per chi viene scelto<br />
tramite elezione diretta.<br />
La questione, dunque, non è così<br />
semplice. A complicarla c’è il carattere<br />
stesso del comune cittadino elettore:<br />
molto attento e coinvolto fin che dura<br />
la campagna elettorale, risulta praticamente<br />
disinteressato ed assente per<br />
tutta la durata del mandato. Si è dunque<br />
in presenza di un rapporto diretto<br />
(tra eletto ed elettore) che se è molto<br />
concreto sul come (in campagna elettorale),<br />
risulta invece abbastanza presunto<br />
tale, anemico e fittizio sul “cosa”<br />
58 <strong>Panorama</strong><br />
JKL Il canto del disincanto<br />
(la durata e le azioni intraprese durante<br />
il mandato).E, paradossalmente, durante<br />
il mandato (il “cosa”) a vigilare<br />
sull’azione dell’eletto non sono i cittadini<br />
che gli hanno assegnato il mandato<br />
popolare, bensì proprio quei partiti<br />
(tramite l’azione in aula) che si volevano<br />
evitare in sede elettorale quali possibili<br />
inquinatori della libera e diretta volontà<br />
del popolo!<br />
Anche in seno all’Unione Italiana,<br />
l’organizzazione centrale e unitaria degli<br />
Italiani di Crozia e Slovenia, c’è voglia<br />
di elezione diretta. Se n’è discusso<br />
alla recente Assemblea UI di Abbazia.<br />
In effetti, dopo il ribaltone di vent’anni<br />
fa, un bisogno di rinnovamento si avverte<br />
davvero.<br />
Attualmente in seno all’UI vige la<br />
cosiddetta diarchia perfetta: accanto al<br />
Presidente dell’Assemblea (l’organo<br />
legislativo o, meglio sarebbe dire – decisionale),<br />
convive di pari grado il Presidente<br />
della Giunta (l’organo esecutiva).<br />
Tanto per rendere chiare le cose, i<br />
documenti dell’UI sono validi solo se<br />
firmati da entrambi i presidenti. Manca<br />
invece il Presidente dell’Unione Italiana<br />
(anche se questo titolo appartiene<br />
formalmente al Presidente dell’Assemblea),<br />
inteso come vertice rappresentativo<br />
dell’associazione e dunque, come<br />
tale, privo di poteri reali ma gravido di<br />
un peso morale.<br />
La diarchia, in questi quattro lustri,<br />
è riuscita a creare un buon equilibrio:<br />
non tanto tra la Giunta esecutiva (che in<br />
questi anni ha avuto non soltanto l’esecutività<br />
che le compete, ma anche una<br />
determinante propositività) e l’Assemblea<br />
(che tanto ha deciso – giustamente,<br />
come da statuto – ma poco ha proposto),<br />
quanto piuttosto tra personalità<br />
forti trovatesi contemporaneamente<br />
a ricoprire i due incarichi (bastino gli<br />
esempi Borme / Tremul degli esordi e<br />
Radin / Tremul di oggi)<br />
Ad ogni modo, a parte le impressioni<br />
personali, un’analisi seria sugli effetti<br />
della diarchia in seno all’UI manca.<br />
Ma una cosa è certa: l’eventuale introduzione<br />
dell’elezione diretta in seno<br />
all’Unione porterà all’abolizione della<br />
diarchia perché il mandato popolare,<br />
se tale deve essere, si può assegnare<br />
soltanto ad una persona. A chi? Solitamente<br />
lo si da a chi ha incarichi esecutivi<br />
(i presidenti di Francia e USA,<br />
di Silvio Forza<br />
Elezioni dirette per direttissima?<br />
ad esempio, oppure i sindaci di cui prima).<br />
D’altra parte è difficile immaginare<br />
un Presidente dell’Assemblea eletto<br />
direttamente dal popolo: o viene eletto<br />
dall’Assemblea, oppure non è più presidente<br />
dell’Assemblea. È pur sempre<br />
possibile una terza via, quella di procedere<br />
a modifiche statutarie che prevedano<br />
l’introduzione di un Presidente<br />
dell’Unione Italiana tout court e che ne<br />
indichino chiaramente le competenze<br />
e le modalità di convivenza dialettica<br />
con il presidente dell’Esecutivo.<br />
Nel nostro microcosmo minoritario,<br />
l’elezione diretta a livello locale,<br />
cioè di Comunità degli Italiani, potrebbe<br />
rivelarsi una scelta azzeccata poiché<br />
nelle località piccole ci si conosce<br />
di persona e si può votare con perfetta<br />
cognizione di causa. Più complesso invece<br />
il voto a livello intercomunitario<br />
(cioè di Unione Italiana), poiché inevitabilmente<br />
il voto andrebbe a premiare<br />
quelle tre/quattro persone che negli ultimi<br />
anni hanno avuto grande visibilità<br />
nei media. Da una parte si può dire che<br />
queste tre/quattro persone negli ultimi<br />
vent’anni hanno fatto un ottimo lavoro<br />
e che dunque non ha senso cambiare.<br />
Detto questo, cioè che un avvicendamento<br />
di nomi non è necessariamente<br />
obbligato, si deve pur constatare, a<br />
livello di principio, che con l’elezione<br />
diretta tale cambiamento sarebbe di<br />
fatto impossibile. Chi sta ripetutamente<br />
nei giornali e nelle TV da anni è inattaccabile.<br />
Per non dire che ripetizione<br />
è anche reputazione. Si tratterebbe<br />
di un mandato popolare inquinato per<br />
disparità di trattamento, e non perché<br />
voluta essa dai “vecchi” candidati, ma<br />
semplicemente perché al momento attuale<br />
questa è la natura delle cose, ovvero<br />
perché i nomi nuovi partirebbero<br />
da posizioni di visibilità originaria distante<br />
anni luce rispetto a quella di chi<br />
è ormai noto da decenni.<br />
Ecco perché l’introduzione dell’elezione<br />
diretta degli incaricati UI (così<br />
come la decentralizzazione al suo interno,<br />
oppure la rappresentanza di tutte<br />
le CI in seno all’Assemblea: ma questi<br />
sono altri argomenti), non è una pratica<br />
che si può risolvere in maniera troppo<br />
sbrigativa. Può essere, invece, l’ordine<br />
del giorno fondamentale del mandato<br />
della nuova assemblea che verrà eletta<br />
nella tarda primavera. ●
Vita, colore e sentimento<br />
nella Venezia dell’800<br />
Opere dei maestri più noti dell’800<br />
veneto tra i quali Bartolomeo Bezzi,<br />
Guglielmo Ciardi, Giacomo Favretto,<br />
Pietro Fragiacomo, Cesare Laurenti,<br />
Alessandro Milesi, Luigi Nono, Ettore<br />
Tito, Federico Zandomeneghi. A presentarle<br />
è stata la rassegna Vita a Venezia.<br />
Colore e sentimento nella pittura<br />
veneta dell’800, allestita recentemente<br />
a Milano. Dipinti che esemplificano le<br />
tematiche ricorrenti nella pittura italiana<br />
dell’epoca, fra cui le scene di genere,<br />
il paesaggio e la ritrattistica.<br />
Un esempio ne è il seducente movimento<br />
delle figure nella Piazza San<br />
Marco di Tito. Rimarcano, inoltre,<br />
quella suggestione di vita quotidiana,<br />
numerosi capolavori tra quali spiccano<br />
In pescheria di Laurenti ed El va<br />
di Favretto. Di grande interesse anche<br />
le vedute paesaggistiche che emergono<br />
dalle opere di Guglielmo Ciardi,<br />
Pietro Fragiacomo, Bartolomeo Bezzi,<br />
accomunate dalla ricerca della linea<br />
dell’orizzonte e da un’atmosfera lirica,<br />
intima, malinconica e volutamente alternativa<br />
a quella della consueta veduta<br />
che negli anni Ottanta ha ancora molti<br />
esponenti: da Grubacs a Querena a<br />
Caffi ad Antonietta Brandeis.<br />
Opere come Piazza San Marco, invece,<br />
testimoniano il ritorno in auge<br />
delle scene in costume tipico del revival<br />
settecentesco, grazie alla riscoperta<br />
della pittura tiepolesca e dei temi goldoniani<br />
avvenuta principalmente ad<br />
opera di Pompeo Gherardo Molmenti.<br />
“El và”, olio su tavola di Giacomo Favretto<br />
del 1884. In alto a sinistra: “Piazza<br />
San Marco”, olio su tavola di Ettore<br />
Tito del 1884.<br />
A sinistra: “Sul Canal Grande”, olio su<br />
tela di Pietro Fragiacomo, e a lato: “In<br />
pescheria”, pastello su carta di Cesare<br />
Laurenti del 1887<br />
<strong>Panorama</strong> 59