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15.06.2013 Views

Abstract La convinzione che gli elemen del mondo naturale siano in mamente lega al compianto o alla commemorazione dei defun ha origini tanto remote da potersi considerare innata nell’uomo: forse dal gesto di posare una pietra per segnare un luogo di sepoltura, forse dal ciclo della vita che i vegetali perpetuano. Il binomio natura/archite ura è da sempre fondamentale nell’opera edi catrice umana. In special modo nell’archite ura funeraria, la forma ha sempre signi ca ‘altri’, simbolici: verde e costruito qui si fondono, integrandosi e completandosi a vicenda, dalla grande scala della proprietà pubblica alla scala minuta dell’ornamento, dall’esemplare vivente alla sua rappresentazione simbolica ‘pietri cata’, dall’aspe o dinamico dei ri a quello sta co dei luoghi. L’uso del verde come elemento costru vo e ‘materiale vegetale’ nel campo della botanica funeraria si declina quindi secondo diverse modalità che ricalcano i modi in cui l’uomo lo ha introdo o nel suo ambiente quo diano, ovverosia più o meno ‘antropizzandolo’: dal cimitero mediterraneo, essenzialmente costruito e delimitato chiaramente, alle tradizioni anglosassoni e nordiche che propongono una con nuità con il paesaggio, no a scon nare nel parco urbano. Ne deriva un abaco della vegetazione organizzato per elemen , stru ure, composizioni, che riprende in gran parte le tecniche tradizionali dell’arte dei giardini: ai due estremi, l’archite ura e la natura, il terreno nudo ed il bosco sacro. Tale casis ca viene veri cata ed approfondita nel confronto con il caso di studio del Cimitero della Ville a di Parma, il quale, pur presentandosi a prima vista poco ‘vegetale’, perme e di analizzare con su ciente esaus vità sia lo sviluppo della concezione del verde all’interno ed in prossimità del recinto sacro a par re dalle prime proposte per un impianto urbano di nuova concezione, sia le diverse casis che del ruolo del verde in interazione con i monumen funerari, anche esaminando le mancate realizzazioni di audaci idee proge uali. La s da per il futuro è dedurre dal rilievo modelli capaci di integrare la riscoperta dei valori storici e simbolici della botanica funeraria con le a uali esigenze di ges one e manutenzione del verde pubblico e privato all’interno dei recin funerari in relazione alle tema che degli ampliamen e dei restauri, dei Giardini della Memoria adibi alla dispersione delle ceneri, delle nuove forme di sepoltura ecologica, del rapporto tra il recinto e l’intorno urbano sempre più incalzante ai suoi con ni, e più in generale della pressante domanda di qualità, bellezza e ricchezza di signi cato da parte della ci à contemporanea, sia dei vivi che dei mor . III

Abstract<br />

La convinzione che gli elemen del mondo naturale siano in mamente lega al<br />

compianto o alla commemorazione dei defun ha origini tanto remote da potersi<br />

considerare innata nell’uomo: forse dal gesto di posare una pietra per segnare un<br />

luogo di sepoltura, forse dal ciclo della vita che i vegetali perpetuano.<br />

Il binomio natura/archite ura è da sempre fondamentale nell’opera edi catrice<br />

umana. In special modo nell’archite ura funeraria, la forma ha sempre signi ca<br />

‘altri’, simbolici: verde e costruito qui si fondono, integrandosi e completandosi a<br />

vicenda, dalla grande scala della proprietà pubblica alla scala minuta dell’ornamento,<br />

dall’esemplare vivente alla sua rappresentazione simbolica ‘pietri cata’, dall’aspe o<br />

dinamico dei ri a quello sta co dei luoghi.<br />

L’uso del verde come elemento costru vo e ‘materiale vegetale’ nel campo della<br />

botanica funeraria si declina quindi secondo diverse modalità che ricalcano i modi<br />

in cui l’uomo lo ha introdo o nel suo ambiente quo diano, ovverosia più o meno<br />

‘antropizzandolo’: dal cimitero mediterraneo, essenzialmente costruito e delimitato<br />

chiaramente, alle tradizioni anglosassoni e nordiche che propongono una con nuità<br />

con il paesaggio, no a scon nare nel parco urbano. Ne deriva un abaco della<br />

vegetazione organizzato per elemen , stru ure, composizioni, che riprende in gran<br />

parte le tecniche tradizionali dell’arte dei giardini: ai due estremi, l’archite ura e la<br />

natura, il terreno nudo ed il bosco sacro.<br />

Tale casis ca viene veri cata ed approfondita nel confronto con il caso di studio<br />

del Cimitero della Ville a di Parma, il quale, pur presentandosi a prima vista poco<br />

‘vegetale’, perme e di analizzare con su ciente esaus vità sia lo sviluppo della<br />

concezione del verde all’interno ed in prossimità del recinto sacro a par re dalle<br />

prime proposte per un impianto urbano di nuova concezione, sia le diverse casis che<br />

del ruolo del verde in interazione con i monumen funerari, anche esaminando le<br />

mancate realizzazioni di audaci idee proge uali.<br />

La s da per il futuro è dedurre dal rilievo modelli capaci di integrare la riscoperta<br />

dei valori storici e simbolici della botanica funeraria con le a uali esigenze di ges one<br />

e manutenzione del verde pubblico e privato all’interno dei recin funerari in relazione<br />

alle tema che degli ampliamen e dei restauri, dei Giardini della Memoria adibi alla<br />

dispersione delle ceneri, delle nuove forme di sepoltura ecologica, del rapporto tra il<br />

recinto e l’intorno urbano sempre più incalzante ai suoi con ni, e più in generale della<br />

pressante domanda di qualità, bellezza e ricchezza di signi cato da parte della ci à<br />

contemporanea, sia dei vivi che dei mor .<br />

III

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