View/Open - DSpace@Unipr
View/Open - DSpace@Unipr View/Open - DSpace@Unipr
62 Donatella Bontempi PAESAGGI DELLA MEMORIA. Botanica funeraria nel Cimitero della Villetta a Parma questa verdolatria? Perché il verde evoca il vegetale, dunque la cloro lla, e quindi la vita? Senza dubbio, ma basta questo perché il verde, un valore biologico, assurga al ruolo di valore este co, perché questo valore ecologico diven valore paesaggis co? [...] É proprio necessario che il paesaggio sia un vasto cespo di la uga, una minestra di acetosella, un brodo naturale?”. Lo spazio verde, spesso dequali cato a green, si riduce ad una porzione di terreno indi erenziata, residuo inedi cato i cui limi vengono stabili sull’astra o di una mappa. Non si ricorda la storia se il disegno non ene conto del contesto e della tradizione, non trasme e cultura se è sistemato secondo le sole regole della comodità, non è arte se si limita alla confezione: a-topico, a-temporale, an-ar s co, “è un nulla vegetale [...] non si è avanza di un passo nella creazione del paesaggio quando ci si è contenta di sistemare spazi verdi”. Si è quasi al paradosso di dover proteggere il paesaggio dai suoi stessi sedicen prote ori. Lo stesso problema si riscontra nei recin cimiteriali, quando lo spazio verde è solo ‘terreno di risulta’, privo di signi cato e di valore proge uale. È ridu vo considerare come prevalente l’aspe o ecologico della vegetazione, in quanto ne è solo una delle sfacce ature. Al reale problema della cemen cazione e della plas cazione, occorre rispondere con soluzioni complesse, in cui coesistono valori este ci, urbanis ci, storici, sociali, e non si può prescindere da una proge ualità che tenga conto dei signi ca simbolici. La stessa nozione ordinaria di verde urbano è inada a ad a rontare la realtà dei nuovi spazi pubblici: il ridurre la natura a ‘verde’ me e a nudo la povertà del modello culturale. Eppure, tale esigenza legi ma è causata da una mancanza reale: ad essere insu cien ed inadegua sono gli strumen di analisi e proge azione e la comprensione del rapporto di interdipendenza tra l’archite ura e la natura, specialmente all’interno delle ci à. Conseguenza inevitabile è una so os ma delle sue potenzialità espressive, con il rischio di una banalizzazione dei risulta . Riguardo al tema funerario, si nota un’analoga carenza di linguaggio e di signi cato. Le traduzioni non le erali e gli sli amen di signi cato contribuiscono a chiarire come di eren consuetudini storiche, maturate dentro a dis n rappor con la natura, la terra e la morte, abbiano portato al consolidarsi di pra che di sepoltura, e di frequentazione dei cimiteri, dissimili tra i paesi occidentali. Lampante è il caso della locuzione ‘verde cimiteriale’ che, se in italiano è correlata a problemi di manutenzione e usata sovente in termini denigratori, è intraducibile nelle lingue anglosassoni e nordiche, dove termini di eren che suonano come ‘piantumazione’,
Parte prima. Migrazioni lessicali dall’arte dei giardini 63 Capitolo 3. Alcune ri essioni sulla parola verde ‘giardinaggio’ ed ‘or cultura’ so olineano la presenza di conce di eren ed un dissimile approccio alla ques one: non serve de nire il verde del cimitero in modo speci co, perché un cimitero non è concepibile senza il suo corredo vegetale. La straordinaria circolazione di idee e di pensieri anche molto sogge vi consen ta dai nuovi media negli ul mi anni, unita ad un risveglio di a enzione generalizzato per le tema che ambientaliste e l’amore per la natura in generale, portano ora una pro cua contaminazione tra modelli e tra rituali. Da qui prende origine una vera e propria ossessione per il ‘cimitero verde’: nell’epoca dell’individualità, della personalizzazione, dell’a ermazione di sé, c’è spazio per tu di dichiarare la propria iden tà anche dopo la morte, dalla volontà di durata eterna al desiderio di disperdesi tornando polvere. Per tornare a riconoscersi, come società, in ideali comuni. 3. 1 Verde urbano e verde pubblico, “verdolatria” “Nella ci à moderna il verde, presente in forme quan ta ve e qualita ve diverse, rammenta l’esistenza del mondo naturale e vegetale, al quale l’uomo, in varie epoche e modi, si è sempre rapportato; e se, in termini primigeni, la natura ha talvolta signi cato paura dell’ignoto per l’individuo, ques è stato altresì tentato, in diverse e numerose culture, di ricondursi ad essa favorendone la mimesi, vale a dire ricreando con a , comportamen e forme, il suo mondo, elevandola così a essenza stessa dell’arte” 4 . Il bisogno manifestato dalla società contemporanea di poter godere della presenza del verde all’interno della ci à è innegabile, ma è anche fuor di dubbio che questa tema ca, e prima ancora la parola stessa, sia spesso abusata: un mondo rido o ad un colore, ad una moda, ad un numero di metri quadra per abitante, ad uno standard quan ta vo piu osto che qualita vo, ad una legi mazione del proge o, ad un costo di ges one e manutenzione. Rispe o all’archite ura, termini come territorio, paesaggio, ambiente possono essere interpreta come un contesto, una necessaria integrazione non-este ca, o piu osto come facen parte dello stesso campo disciplinare e quindi sogge alla stessa le ura 5 . L’aderire a quest’ul ma posizione pone le basi per il riconoscimento degli organismi vegetali quali elemen del mondo costruito e per il loro studio sistema co. Di conseguenza ne sono individuate in modo preciso le funzioni svolte all’interno dell’ambiente urbano, e da queste le classi cazioni pologiche 6 . Tra le funzioni speci che svolte dal verde urbano, che nella versione de agliata fornita dalla
- Page 24 and 25: 12 Donatella Bontempi PAESAGGI DELL
- Page 26 and 27: 14 Donatella Bontempi PAESAGGI DELL
- Page 28 and 29: 16 Donatella Bontempi PAESAGGI DELL
- Page 30 and 31: 18 Donatella Bontempi PAESAGGI DELL
- Page 32 and 33: 20 Donatella Bontempi PAESAGGI DELL
- Page 34 and 35: 22 Donatella Bontempi PAESAGGI DELL
- Page 36 and 37: 24 Donatella Bontempi PAESAGGI DELL
- Page 39 and 40: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 41 and 42: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 43 and 44: FIG. 2.3 Parterre del Jardin de la
- Page 45 and 46: FIG. 2.4 Esempi di parterres a comp
- Page 47 and 48: FIG. 2.5 Giardino misto. Una metà
- Page 49 and 50: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 51 and 52: FIG. 2.9 Giardino egizio dipinto in
- Page 53 and 54: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 55 and 56: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 57 and 58: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 59 and 60: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 61 and 62: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 63 and 64: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 65 and 66: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 67 and 68: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 69 and 70: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 71 and 72: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 73: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 77 and 78: FIG. 3.1 Hommage à Heincrich Tesse
- Page 79 and 80: FIGG. 3.3-4 Foto aeree di cimiteri
- Page 81 and 82: FIG. 3.5 Cimitero israeli co del li
- Page 83 and 84: FIG. 3.8 Grave-marker di una sepolt
- Page 85 and 86: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 87 and 88: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 89 and 90: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 91 and 92: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 93 and 94: Fig. 3.16 Carrellata degli elemen d
- Page 95 and 96: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 97 and 98: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 99 and 100: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 101 and 102: Parte prima. Migrazioni lessicali d
- Page 103: Parte Seconda IL DISEGNO DEL VERDE
- Page 106 and 107: 94 Donatella Bontempi PAESAGGI DELL
- Page 108 and 109: 96 Donatella Bontempi PAESAGGI DELL
- Page 110 and 111: 98 Donatella Bontempi PAESAGGI DELL
- Page 112 and 113: 100 Donatella Bontempi PAESAGGI DEL
- Page 114 and 115: 102 Donatella Bontempi PAESAGGI DEL
- Page 116 and 117: 104 Donatella Bontempi PAESAGGI DEL
- Page 118 and 119: 106 Donatella Bontempi PAESAGGI DEL
- Page 120 and 121: 108 Donatella Bontempi PAESAGGI DEL
- Page 122 and 123: 110 Donatella Bontempi PAESAGGI DEL
Parte prima. Migrazioni lessicali dall’arte dei giardini 63<br />
Capitolo 3. Alcune ri essioni sulla parola verde<br />
‘giardinaggio’ ed ‘or cultura’ so olineano la presenza di conce di eren ed un<br />
dissimile approccio alla ques one: non serve de nire il verde del cimitero in modo<br />
speci co, perché un cimitero non è concepibile senza il suo corredo vegetale.<br />
La straordinaria circolazione di idee e di pensieri anche molto sogge vi consen ta<br />
dai nuovi media negli ul mi anni, unita ad un risveglio di a enzione generalizzato<br />
per le tema che ambientaliste e l’amore per la natura in generale, portano ora<br />
una pro cua contaminazione tra modelli e tra rituali. Da qui prende origine una<br />
vera e propria ossessione per il ‘cimitero verde’: nell’epoca dell’individualità, della<br />
personalizzazione, dell’a ermazione di sé, c’è spazio per tu di dichiarare la propria<br />
iden tà anche dopo la morte, dalla volontà di durata eterna al desiderio di disperdesi<br />
tornando polvere. Per tornare a riconoscersi, come società, in ideali comuni.<br />
3. 1<br />
Verde urbano e verde pubblico, “verdolatria”<br />
“Nella ci à moderna il verde, presente in forme quan ta ve e qualita ve diverse,<br />
rammenta l’esistenza del mondo naturale e vegetale, al quale l’uomo, in varie epoche<br />
e modi, si è sempre rapportato; e se, in termini primigeni, la natura ha talvolta<br />
signi cato paura dell’ignoto per l’individuo, ques è stato altresì tentato, in diverse e<br />
numerose culture, di ricondursi ad essa favorendone la mimesi, vale a dire ricreando<br />
con a , comportamen e forme, il suo mondo, elevandola così a essenza stessa<br />
dell’arte” 4 . Il bisogno manifestato dalla società contemporanea di poter godere della<br />
presenza del verde all’interno della ci à è innegabile, ma è anche fuor di dubbio<br />
che questa tema ca, e prima ancora la parola stessa, sia spesso abusata: un mondo<br />
rido o ad un colore, ad una moda, ad un numero di metri quadra per abitante,<br />
ad uno standard quan ta vo piu osto che qualita vo, ad una legi mazione del<br />
proge o, ad un costo di ges one e manutenzione.<br />
Rispe o all’archite ura, termini come territorio, paesaggio, ambiente possono<br />
essere interpreta come un contesto, una necessaria integrazione non-este ca, o<br />
piu osto come facen parte dello stesso campo disciplinare e quindi sogge alla<br />
stessa le ura 5 . L’aderire a quest’ul ma posizione pone le basi per il riconoscimento<br />
degli organismi vegetali quali elemen del mondo costruito e per il loro studio<br />
sistema co. Di conseguenza ne sono individuate in modo preciso le funzioni svolte<br />
all’interno dell’ambiente urbano, e da queste le classi cazioni pologiche 6 . Tra le<br />
funzioni speci che svolte dal verde urbano, che nella versione de agliata fornita dalla