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15.06.2013 Views

22 Donatella Bontempi PAESAGGI DELLA MEMORIA. Botanica funeraria nel Cimitero della Villetta a Parma 7 Altra forma di classi cazione è cimitero ci à analoga (zonizzazione) / cimitero edi cio (archite ure a scala urbana) / cimitero aperto (cara ere paesaggis co). Dall’incontro di ques tre modelli nascono gran parte dei cimiteri moderni. Da Francesco Moschini, Ruderi in ni , in Pavan, Ul me dimore, 1987, p.83-84. 8 Cit. da James Curl, A celebra on of death, 1980, p.1. 9 “Così nasce una nuova parola, lastscape, il cui senso o ‘non senso’ è da ricercare proprio nell’accostamento di due termini, last e landscape [...] quindi, l’ul mo paesaggio, quello cimiteriale, che storicamente ha rappresentato una delle prime esperienze di confronto con il paesaggio” citazione da Emanuela De Leo, Paesaggi cimiteriali europei, 2006, p.106, ha coniato lei il termine. 10 Cfr. Adriana Arena, L’archite ura dei cimiteri e la ci à nel XIX secolo, 2007, 4° di coper na. 11 Celes no Barallat, Principios de botanica funeraria, 1885. Si veda il capitolo 4.4. 12 Cfr. Chiara Visen n, Francesco Bortolini, Geometrie della memoria, tra i luoghi e le immagini di Aldo Rossi e Luigi Ghirri, in Prandi, Archite ura di rara bellezza cit., p.98. La memoria non è la facoltà di avere dei ricordi, ma la membrana che nei modi più diversi (con nuità, discon nuità, av volgimento) fa corrispondere le ‘falde del passato’ con gli ‘stra di realtà’: da G. Deleuze, L'immagine-tempo, 1985, citato in Carmine Piscopo, voce Memoria, in De Poli, Enciclopedia di Archite ura, 2008. Alcuni termini correla : Mnemone o Mnemon: gura is tuzionale nella Grecia an ca, inves ta di vari compi , tra cui conservare la memoria di registrazioni e da . Damna o Memorie: condanna esemplare in uso nell’an ca Roma, consistente nell’eliminazione di tu e le memorie e i ricordi des na ai posteri degli hostes, gli os li, i nemici di Roma e del Senato. Il suo contrario è l’apoteosi: assunzione di onori divini dopo la morte. L’is tuto con nua nel Medioevo no ad oggi, ad esempio nella cancellazione di simboli poli ci. Memento: qualsiasi ogge o u lizzato per ricordarsi di qualcosa. Memento Mori: le eralmente “ricorda che devi morire”, trae origine da un’usanza dell’an ca Roma. Durante il trionfo di un generale vi orioso, il servo più umile aveva l’incarico di ripetergli questa frase per evitare che fosse sopra a o dalla superbia e ricordargli la sua natura umana. L’ordine di stre a clausura dei trappis ado ò questa frase come mo o: i monaci di quest’ordine si ripetevano tra loro con nuamente la frase, e si scavavano - un poco ogni giorno - la fossa des nata ad accoglierli, con lo scopo di tenere sempre presente l’idea della morte e quindi il senso della vita, des nata a nire. Con tale nome si indicano anche le fotogra e post mortem, una pra ca sviluppatasi nell’epoca vi oriana e caduta in disuso a orno agli anni ‘40 del Novecento, e in generale i simboli della caducità della vita, quali la clessidra. 13 Già Quatremère-de-Quincy ha de nito il cimitero un “museo aperto alla scultura”. Da S.N., La ci à dei mor , M&B, 2000, p. 90. Per approfondimen confronta Enrico Valeriani, I cimiteri “monumentali”, inAA.VV., All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne…, 2007, pp.95-100. Il termine ‘museo’ deriva dal greco mouseion, che designava un luogo dedicato alle Muse, le nove divinità ispiratrici delle ar e delle le ere glie di Mnemosine, dea della memoria. Il legame tra museo e memoria ricorre negli scopi dell’Interna onal Council of Museums: "preservare, assicurare la con nuità e comunicare il valore del patrimonio culturale e naturale mondiale, a uale e futuro, materiale e immateriale". Luogo della memoria può essere un museo, un monumento, un archivio, una ricorrenza, tu e cara eris che racchiuse nel cimitero. 14 Cfr. Ch. Blanc-Pamard, G.P. Riaison, voce Paesaggio, in Enciclopedia Einaudi, 1980, citato in Boriani, Quale proge o per quale paesaggio?, in Varon, La rappresentazione del paesaggio e del giardino nel rilievo e nel proge o archite onico, p.157 e Alain Roger, op. cit. 15 Declaratoria del se ore scien co-disciplinare ICAR/17di cui all’art. 1 del D. M. 23 dicembre 1999: “I contenu scien co-disciplinari riguardano la rappresentazione dell'archite ura e dell'ambiente, nella sua ampia accezione di mezzo conosci vo delle leggi che governano la stru ura formale, di strumento per l'analisi dei valori esisten , di a o espressivo e di comunicazione visiva dell'idea proge uale alle diverse dimensioni scalari. Comprendono i fondamen geometrico descri vi del disegno e della modellazione informa ca, le loro teorie ed i loro metodi, anche nel loro sviluppo storico; il rilievo come strumento di conoscenza della realtà archite onica, ambientale e urbana, le sue metodologie dire e e strumentali, le sue procedure e tecniche, anche digitali, di res tuzione metrica, morfologica, tema ca; il disegno come linguaggio gra co, infogra co e mul mediale, applicato al processo proge uale dalla formazione dell'idea alla sua de nizione esecu va.”

Introduzione. Con la ma ta in mano e con gli occhiali verdi 23 Capitolo 1. Mo vi e con ni di una ricerca 16 Cfr. Francesco Cellini, Disegnare un albero, in Cellini, Sabella, Sull’arte dei giardini, 1998, p.67 e Paolo Berardi, Brouillons d’architect, pp.59-60. 17 Cfr. Edoardo Varon, op. cit., pp.13-20. 18 Cit. da Edoardo Varon, op. cit., p.17. 19 Paolo Berardi, op. cit., pp.59-60. 20 “Cimiteri e memoriali, nonostante l’innegabile loro con gurazione di ‘spazio aperto’ appaiono, nel campo della pubblicis ca e della ricerca storica sopra u o italiane, dominio esclusivo del diba to ar s co-archite onico. In par colare, vediamo il mondo degli studi sul giardino e sul paesaggio storico e contemporaneo essere ancora res o a me ere a fuoco un aspe o della storia della ci à e della cultura del paesaggio che ha avuto, in passato, un ruolo cruciale e capillare” citazione da Luigi La ni, Luoghi della memoria. Disegno e cultura del paesaggio nei cimiteri e nei memoriali italiani, in Tongiorgi Tomasi e Zangheri, Bibliogra a del giardino e del paesaggio italiano, 2008, pp.95-103. 21 Cfr. Laura Bertolaccini, Alessandro Valen , Il cimitero archite onico dal monumento colle vo alla tomba di famiglia, in Albisinni, Il disegno della memoria, 1994, p.87; Alessandra Triglia, I cimiteri in Italia ed il loro rapporto con la natura, in AA.VV., L’altra Ci à. I cimiteri monumentali della provincia di Siracusa, 1990, p.43; Adriana Arena, op. cit., p.79. 22 La corrente le eraria che predilige il cimitero rurale quale luogo di meditazione e fonte di ispirazione si di onde nel periodo in cui a Parigi si procede alla distruzione sistema ca dei cimiteri urbani. Nel 1745 è pubblicato Pensieri no urni di Edward Young, nel 1751 l’Elegia scri a in un cimitero di campagna di Thomas Gray. I cimiteri di campagna vengono recupera come modello este co dalla cultura roman ca per essere associa ad un ideale di serenità in stre o connubio con la natura. Da Adriana Arena, op. cit., p.24. 23 Le considerazioni seguen sono ampiamente tra e dal saggio di Luigi La ni, Luoghi della memoria cit., pp.95-103. 24 “Le lacune lasciate dal modesto materiale bibliogra co, di descrizione o di diba to culturale, riferite alle tema che contemporanee, si stanno colmando velocemente con la giusta serietà intelle uale che questo tema richiede. Riviste specialis che, pubblicazioni, convegni e concorsi” citazione da Emanuela De Leo, op. cit., p.104. cfr anche Giampiero Donin nell’introduzione a p.8. 25 "Fa a eccezione per alcuni proge ben illustra , esistono pochi documen di botanica funeraria, infa diventa complesso cos tuire un archivio di disegni in grado di documentare in modo soddisfacente la vegetazione cimiteriale; le informazioni si limitano a pochi schizzi schema ci sulla distribuzione generale e sul passo delle alberature. Esistono comunque cimiteri senza una vera e propria stru ura vegetale, cimiteri senza alberi, dunque, dove l’archite ura sovrasta la vegetazione; possiamo però notare che è maggiore il numero degli impian in cui è presente un’importante stru ura vegetale” citazione da Emanuela De Leo, op. cit., p.86. 26 Cit. da Luigi La ni, Luoghi della memoria cit., pp.95.103. È questo il mo vo per cui la tesi riporta numerose citazioni, “dovute a diverse ragioni tra cui la prima è la volontà di mantenimento delle fon originali di documentazione e di supporto agli argomen tra a , o sostenu nella convinzione che il modo migliore per riferirsi a idee già de e sia riportarle così come sono state de e, inserite nel contesto in cui sono state esposte, così da non snaturarne lo spirito oltre che la forza espressiva, spesso poe ca [...] un po’ come fare un tu o in molteplici le ure, come poter aprire di volta in volta mol libri e ricevere pareri o informazioni da fon dire e” citazione da Lucia Milone, Il verde urbano, 2003, p. 18.

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Donatella Bontempi<br />

PAESAGGI DELLA MEMORIA. Botanica funeraria nel Cimitero della Villetta a Parma<br />

7 Altra forma di classi cazione è cimitero ci à analoga (zonizzazione) / cimitero edi cio (archite ure<br />

a scala urbana) / cimitero aperto (cara ere paesaggis co). Dall’incontro di ques tre modelli nascono gran<br />

parte dei cimiteri moderni. Da Francesco Moschini, Ruderi in ni , in Pavan, Ul me dimore, 1987, p.83-84.<br />

8 Cit. da James Curl, A celebra on of death, 1980, p.1.<br />

9 “Così nasce una nuova parola, lastscape, il cui senso o ‘non senso’ è da ricercare proprio<br />

nell’accostamento di due termini, last e landscape [...] quindi, l’ul mo paesaggio, quello cimiteriale, che<br />

storicamente ha rappresentato una delle prime esperienze di confronto con il paesaggio” citazione da<br />

Emanuela De Leo, Paesaggi cimiteriali europei, 2006, p.106, ha coniato lei il termine.<br />

10 Cfr. Adriana Arena, L’archite ura dei cimiteri e la ci à nel XIX secolo, 2007, 4° di coper na.<br />

11 Celes no Barallat, Principios de botanica funeraria, 1885. Si veda il capitolo 4.4.<br />

12 Cfr. Chiara Visen n, Francesco Bortolini, Geometrie della memoria, tra i luoghi e le immagini di<br />

Aldo Rossi e Luigi Ghirri, in Prandi, Archite ura di rara bellezza cit., p.98. La memoria non è la facoltà<br />

di avere dei ricordi, ma la membrana che nei modi più diversi (con nuità, discon nuità, av volgimento)<br />

fa corrispondere le ‘falde del passato’ con gli ‘stra di realtà’: da G. Deleuze, L'immagine-tempo, 1985,<br />

citato in Carmine Piscopo, voce Memoria, in De Poli, Enciclopedia di Archite ura, 2008. Alcuni termini<br />

correla : Mnemone o Mnemon: gura is tuzionale nella Grecia an ca, inves ta di vari compi , tra cui<br />

conservare la memoria di registrazioni e da . Damna o Memorie: condanna esemplare in uso nell’an ca<br />

Roma, consistente nell’eliminazione di tu e le memorie e i ricordi des na ai posteri degli hostes, gli<br />

os li, i nemici di Roma e del Senato. Il suo contrario è l’apoteosi: assunzione di onori divini dopo la morte.<br />

L’is tuto con nua nel Medioevo no ad oggi, ad esempio nella cancellazione di simboli poli ci. Memento:<br />

qualsiasi ogge o u lizzato per ricordarsi di qualcosa. Memento Mori: le eralmente “ricorda che devi<br />

morire”, trae origine da un’usanza dell’an ca Roma. Durante il trionfo di un generale vi orioso, il servo più<br />

umile aveva l’incarico di ripetergli questa frase per evitare che fosse sopra a o dalla superbia e ricordargli<br />

la sua natura umana. L’ordine di stre a clausura dei trappis ado ò questa frase come mo o: i monaci di<br />

quest’ordine si ripetevano tra loro con nuamente la frase, e si scavavano - un poco ogni giorno - la fossa<br />

des nata ad accoglierli, con lo scopo di tenere sempre presente l’idea della morte e quindi il senso della<br />

vita, des nata a nire. Con tale nome si indicano anche le fotogra e post mortem, una pra ca sviluppatasi<br />

nell’epoca vi oriana e caduta in disuso a orno agli anni ‘40 del Novecento, e in generale i simboli della<br />

caducità della vita, quali la clessidra.<br />

13 Già Quatremère-de-Quincy ha de nito il cimitero un “museo aperto alla scultura”. Da S.N., La ci à<br />

dei mor , M&B, 2000, p. 90. Per approfondimen confronta Enrico Valeriani, I cimiteri “monumentali”,<br />

inAA.VV., All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne…, 2007, pp.95-100. Il termine ‘museo’ deriva dal greco<br />

mouseion, che designava un luogo dedicato alle Muse, le nove divinità ispiratrici delle ar e delle le ere<br />

glie di Mnemosine, dea della memoria. Il legame tra museo e memoria ricorre negli scopi dell’Interna onal<br />

Council of Museums: "preservare, assicurare la con nuità e comunicare il valore del patrimonio culturale<br />

e naturale mondiale, a uale e futuro, materiale e immateriale". Luogo della memoria può essere un<br />

museo, un monumento, un archivio, una ricorrenza, tu e cara eris che racchiuse nel cimitero.<br />

14 Cfr. Ch. Blanc-Pamard, G.P. Riaison, voce Paesaggio, in Enciclopedia Einaudi, 1980, citato in<br />

Boriani, Quale proge o per quale paesaggio?, in Varon, La rappresentazione del paesaggio e del giardino<br />

nel rilievo e nel proge o archite onico, p.157 e Alain Roger, op. cit.<br />

15 Declaratoria del se ore scien co-disciplinare ICAR/17di cui all’art. 1 del D. M. 23 dicembre 1999:<br />

“I contenu scien co-disciplinari riguardano la rappresentazione dell'archite ura e dell'ambiente, nella<br />

sua ampia accezione di mezzo conosci vo delle leggi che governano la stru ura formale, di strumento per<br />

l'analisi dei valori esisten , di a o espressivo e di comunicazione visiva dell'idea proge uale alle diverse<br />

dimensioni scalari. Comprendono i fondamen geometrico descri vi del disegno e della modellazione<br />

informa ca, le loro teorie ed i loro metodi, anche nel loro sviluppo storico; il rilievo come strumento di<br />

conoscenza della realtà archite onica, ambientale e urbana, le sue metodologie dire e e strumentali, le<br />

sue procedure e tecniche, anche digitali, di res tuzione metrica, morfologica, tema ca; il disegno come<br />

linguaggio gra co, infogra co e mul mediale, applicato al processo proge uale dalla formazione dell'idea<br />

alla sua de nizione esecu va.”

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