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Appara . Lessico e fon 307<br />
A.1. Glossario delle simbologie vegetali<br />
Sfera (cupola, volta) - Trasposizione spaziale del cerchio; nella tradizione pitagorica, alla quale si deve la<br />
scoperta sperimentale dei rappor fra i suoni e l’analogia fra perfezione dei numeri e gure geometriche, il<br />
circolo e la sfera come pure le gure poligonali regolari e quelle della geometria solida, tu e costruibili con<br />
squadra e compasso, erano gli elemen con cui il Dio Supremo aveva costruito armonicamente l’Universo.<br />
Fuoco<br />
Il signi cato naturale del fuoco va dalle anime erran (fuochi fatui, lanterne dell’Estremo Oriente), no<br />
allo spirito divino. È un immagine usata in mol cul come simbolo di puri cazione e rigenerazione. Per<br />
i cris ani è duolice: da un lato rappresenta la dannazione eterna, il fuoco infernale che tu o distrugge e<br />
non consumandosi mai esclude per sempre dalla rigenerazione, dall’altro lo Spirito Santo che puri ca e<br />
dà la Vita, annulla e annienta il male, cancella le colpe commesse. La liturgia ca olica del “fuoco nuovo”<br />
è celebrata nella no e di Pasqua. Cristo è venuto a ba ezzare nello Spirito Santo e nel fuoco e, durante<br />
la Pentecoste, lo Spirito di Dio si è manifestato agli apostoli a raverso lingue di fuoco. Inoltre la sua<br />
potenza incontrollabile e la luminosità abbagliante ne fanno un’immagine di Dio: nel roveto ardente, Dio<br />
si manifesta a raverso le amme, e tra le amme Jahvè si rivolge a Mosè sulla cima del monte Sinai. Nella<br />
tradizione biblica, la stessa Parola di Dio è fuoco.<br />
Fiamma - Simbolo di puri cazione, illuminazione e amore spirituale; la amma è l’immagine dello spirito<br />
e della trascendenza, l’anima del fuoco.<br />
Cenere - Allude alla morte e alla penitenza, il suo simbolismo è stre amente legato a quello del fuoco da<br />
cui è prodota. Nel mercoledì delle Ceneri con le parole Pulvis es et in polverem reverteris, si so olinea la<br />
nullità della creatura umana rispe o al Creatore. La cenere evoca anche, per la sua leggerezza, la polvere<br />
e ricorda all’uomo la propria origine. Indica perciò penitenza, dolore e pen mento. Nell’An co Testamento<br />
è segno di so erenza e lu o. In passato vi era l’uso, conservato a lungo nei monasteri, di stendere i<br />
moribondi per terra sopra una croce di cenere.<br />
Braciere (crogiolo, incensiere) - Il braciere, bruciando, puri ca e, producendo il fumo che sale verso l’alto,<br />
me e in comunicazione il mondo terre stre con il mondo divino. Usato nelle culture del Vicino Oriente, è<br />
presente nei templi del mondo greco-romano. Da sempre legato alla preghiera agli dei, ai sacri ci ed ai<br />
ri di puri cazione e di divinazione, il braciere è simbolo della sfera del sacro. Venivano brucia incensi,<br />
balsami, legni ed essenze profumate in onore gli dei. Modello del focolare domes co, presso i Romani le<br />
vestali erano prote rici del fuoco e curavano che non si spegnesse mai. Secondo alcuni è anche metafora<br />
dell’inferno.<br />
Religione: Colonna di Fuoco, Spirito Santo, Pentecoste, Roveto Ardente, il fuoco della Geenna<br />
Mitologia: Es a/Vesta la dea del focolare<br />
Fiaccola - È un lume su supporto ligneo o metallico, prodo o con sostanze resinose, la cui amma non si<br />
spegne col vento. In epoca romana veniva usata nei sacri ci, nei cortei nuziali (faces o taedae nup ales),<br />
nei funerali (faces o taedae funereae), nelle marce no urne dell’esercito, etc.; talune erano fa e per essere<br />
con ccate in terra, altre per portarsi a mano. Molte divinità greco-la ne sono rappresentate con una<br />
accola in mano (Ecate, Vesta, etc.). Questo simbolo accompagna anche Giovanni Ba sta che annuncia la<br />
venuta di colui che è la luce del mondo. La accola ha un ruolo essenziale in mol cul misterici: nei cul<br />
mitraici simboleggia la vita e la morte. Nell’iconogra a funeraria cris ana esempli ca la sapienza divina, la<br />
cui luce illumina il devoto nel momento più di cile della prova.<br />
Torcia - È una accola composta di funi a orcigliate e imbevute di resina o di cera; in alcuni casi consiste<br />
in un bastone di abete o di altro albero resinoso circondato da stoppino e cera. Le torce rinviano all’an ca<br />
abitudine di seppellire nelle ore no urne: i Romani le usavano durante le esequie, i defun venivano<br />
porta in processione verso la sepoltura ed anche i primi cris ani, costre a tenere i funerali di no e, se<br />
ne servivano per illuminare il percorso nelle catacombe. Venivano chiamate funalia, in stre a relazione<br />
con funes, corde. Nell’iconogra a cris ana, la torcia gura anche tra gli strumen della Passione, come<br />
riferimento all’arresto di Gesù, avvenuto di no e. Illumina il cammino ed è per questo considerata<br />
universalmente emblema di illuminazione. Nel simbolismo massonico la torcia accesa o amma eterna<br />
rappresenta gli “illumina ”, ossia gli inizia alle conoscenze negate al resto della popolazione. Spesso i<br />
termini accola e torcia vengono usa come sinonimi.<br />
Fiaccola-torcia ardente - Ere e arden , ques lumi indicano vita eterna, ricordo e commemorazione. A<br />
volte vengono ra gurate con una amma che sta abbassando, o come schiacciata dal vento, ad indicare<br />
la vita che si sta concludendo. La accola ardente è il simbolo di Eosforo, la stella del ma no, conosciuta