15.06.2013 Views

View/Open - DSpace@Unipr

View/Open - DSpace@Unipr

View/Open - DSpace@Unipr

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

18<br />

Donatella Bontempi<br />

PAESAGGI DELLA MEMORIA. Botanica funeraria nel Cimitero della Villetta a Parma<br />

dubbio sulla piena acce azione della rinnovata comunione tra vegetazione e sepolcri.<br />

In seguito però anche il verde cimiteriale è trascinato nell’oblio le erario<br />

assieme all’archite ura funeraria in toto 23 . Negli anni 1930-60, che vedono la<br />

sostanziale assenza di contribu teorici e tecnici, l’interesse è marginale e limitato<br />

all’aggiornamento degli standard funzionalis , con la replica di modelli consolida<br />

e la progressiva saturazione degli spazi: si viene a perdere l’equilibrio tra costruito<br />

e spazi aper racchiusi dai recin cimiteriali, il disegno della con gurazione interna,<br />

l’organizzazione delle sepolture ed il legame con la ci à. Si sbiadisce l’idea del cimitero<br />

“come ‘giardino’ o ‘parco’ che appar ene anche alle esperienze più marcatamente<br />

‘meridionali’. Quelle esperienze che il fenomeno di saturazione e mol plicazione<br />

degli edi ci funebri che accompagna l’inurbamento, l’espansione della ci à e il<br />

degrado del paesaggio in genere, rende oggi quasi imperce bili”.<br />

È decisiva, per il risveglio di interesse sul tema, la possibilità di confronto o erta<br />

da alcune occasioni di proge o alla ne degli anni ‘60, da parte di alcuni archite<br />

sensibili alla ques one che propongono nuove interpretazioni cri che degli<br />

arche pi. Sono cita in modo ricorrente tre esempi: Aldo Rossi per l’innovazione<br />

dell’archite ura-edi cio (nel concorso per Modena aggiorna la pologia<br />

o ocentesca della ci à dei mor suburbana), Carlo Scarpa per la sistemazione<br />

paesaggis ca (la poe ca della tomba-giardino a San Vito d’Al vole) e Arnaldo<br />

Pomodoro per la carica emo va (nel concorso per Urbino per la sua le ura del<br />

paesaggio si è parlato di Land Art).<br />

Quando poi negli anni ‘70 del Novecento è superato il tabù della morte e sono<br />

pubblica - e a volte trado in italiano - i primi saggi signi ca vi (Ariès, Baudrillard,<br />

Ragon, Urbain, Vovelle), il verde si ritrova ad essere un capitolo minore rispe o alla<br />

tra azione dell’archite ura, stre o nella de nizione duale cimitero archite onico /<br />

cimitero paesaggis co, relegato a ruolo di sfondo su cui risal no i monumen o di<br />

contesto bucolico in cui passeggiare tra le tombe.<br />

Il diba to anglosassone, francese e tedesco sul paesaggio funerario di stampo<br />

pi oresco, che accompagna con una ricca manualis ca le acquisizioni del parco<br />

urbano o ocentesco no all’a namento di modelli originali, non ha divulgazione<br />

in Italia. Debole traccia se ne riscontra nei tes di archite ura italiani (Vagne e<br />

Strappa in Carbonara, Donghi) che riducono l’immagine paesaggis ca ad un’opzione<br />

‘s lis ca’ con nata in ambito nordeuropeo, e riportano alcune descrizioni di casi<br />

realizza ma non ritenu ado abili nel contesto mediterraneo. Robert Auzelle, con<br />

la sua innova va teorizzazione del cime ère paysager, è l’unico che “nell’Europa<br />

meridionale del XX secolo a da, anche in chiave divulga va e manualis ca, una

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!