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278 Donatella Bontempi PAESAGGI DELLA MEMORIA. Botanica funeraria nel Cimitero della Villetta a Parma nella sociologia; l’opportunità di approfondire lo studio del verde in relazione all’archite ura ma non so omesso ad essa, per esprimerne tu e le potenzialità materiali, emo ve e simboliche; l’opportunità di sfru are l’espressività del disegno per evidenziare a nità e di erenze nell’uso della vegetazione, a grande e piccola scala, nelle diverse tradizioni, e per suggerire applicazioni concrete nel presente. Ques argomen hanno ampliato ed arricchito lo studio, no a costruire una stru ura concatenata che lega senza soluzione di con nuità il giardino al cimitero, gli spazi urbani a quelli sacri, l’impianto alle microarchite ure. La funzione, la simbologia e l’este ca del verde emergono in ogni ambito analizzato come materiale proge uale ricco di potenzialità espressive nelle sue diverse ar colazioni dall’elemento, alla stru ura, alla composizione più complessa. Se, come si è appurato, è possibile leggere la storia degli spazi cimiteriali in funzione delle ques oni emerse e delle soluzioni sperimentate nel contesto urbano, così è possibile leggere le ri essioni proposte in merito alla tema ca proge uale contemporanea in chiave di parametri e paradigmi applicabili alla ci à ed al rapporto più generale tra l’archite ura ed il verde pubblico. Si è visto che il cimitero mediterraneo è cara erizzato in senso ‘costruito’ e archite onico, proprio come la ci à storica consolidata. Anche il verde è quindi ‘costruito’, controllato, minimale e marginale, ma vissuto e partecipato dai fruitori “non come elemento residuale ma come forma pensata che cos tuisce un’evidente trama di relazioni fra immagini archite oniche e impian vegetali” 4 . Ipo zzando una traccia di ‘linee guida’ che schema zzino le cara eris che fondamentali a cui il materiale vegetale dovrebbe corrispondere, nella consapevolezza che si tra a nella maggior parte dei casi di micro-interven , che si devono armonizzare con la cara eris ca precipuamente archite onica dei si , si veri ca la similitudine tra l’interno e l’esterno del limite sacro: - armonizzarsi al contesto (all’archite ura e agli spazi mediterranei, preferire essenze autoctone o storicizzate, anche per l’acclimatamento); - gioco di forme/colori (tra sempreverdi e caduche, anche e sopra u o in inverno); - non invasivo/invadente (colori-odori squillan , dimensione e portamento, radici non estese in orizzontale, ri u e scar vegetali non abbondan , non a rare inse , non sporcare o macchiare); - bassa manutenzione (accrescimento lento, ada abilità alla col vazione in vasi e vasche).
Considerazioni conclusive. Con gli occhiali verdi e con la ma ta in mano 279 Capitolo 10. Dal generale al par colare: ques oni aperte FIG. 10.2 - Gioco di ri essi vegetali. [Foto dell’autrice, Ville a O agono]
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PAESAGGI DELLA MEMORIA. Botanica funeraria nel Cimitero della Villetta a Parma<br />
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all’archite ura ma non so omesso ad essa, per esprimerne tu e le potenzialità<br />
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per evidenziare a nità e di erenze nell’uso della vegetazione, a grande e piccola<br />
scala, nelle diverse tradizioni, e per suggerire applicazioni concrete nel presente.<br />
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stru ura concatenata che lega senza soluzione di con nuità il giardino al cimitero, gli<br />
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ricco di potenzialità espressive nelle sue diverse ar colazioni dall’elemento, alla<br />
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Se, come si è appurato, è possibile leggere la storia degli spazi cimiteriali in<br />
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contemporanea in chiave di parametri e paradigmi applicabili alla ci à ed al<br />
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mediterraneo è cara erizzato in senso ‘costruito’ e archite onico, proprio come la<br />
ci à storica consolidata. Anche il verde è quindi ‘costruito’, controllato, minimale e<br />
marginale, ma vissuto e partecipato dai fruitori “non come elemento residuale ma<br />
come forma pensata che cos tuisce un’evidente trama di relazioni fra immagini<br />
archite oniche e impian vegetali” 4 .<br />
Ipo zzando una traccia di ‘linee guida’ che schema zzino le cara eris che<br />
fondamentali a cui il materiale vegetale dovrebbe corrispondere, nella consapevolezza<br />
che si tra a nella maggior parte dei casi di micro-interven , che si devono armonizzare<br />
con la cara eris ca precipuamente archite onica dei si , si veri ca la similitudine tra<br />
l’interno e l’esterno del limite sacro:<br />
- armonizzarsi al contesto (all’archite ura e agli spazi mediterranei, preferire<br />
essenze autoctone o storicizzate, anche per l’acclimatamento);<br />
- gioco di forme/colori (tra sempreverdi e caduche, anche e sopra u o in inverno);<br />
- non invasivo/invadente (colori-odori squillan , dimensione e portamento, radici<br />
non estese in orizzontale, ri u e scar vegetali non abbondan , non a rare inse ,<br />
non sporcare o macchiare);<br />
- bassa manutenzione (accrescimento lento, ada abilità alla col vazione in vasi<br />
e vasche).