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216<br />

Donatella Bontempi<br />

PAESAGGI DELLA MEMORIA. Botanica funeraria nel Cimitero della Villetta a Parma<br />

Da queste premesse, parrebbe che il lavoro debba procedere senza di coltà.<br />

Difa il perito stende subito le s me 39 di veri ca dello stato di fa o, per l’erezione<br />

del muro a separazione del cimitero dal resto dell’orto, per l’a o da versare,<br />

allegando la pianta già approvata dal governo napoleonico, ma anche il “disegno che<br />

aveva prima ideato assai più grandioso, ma non adda ato alle odierne circostanze<br />

perché troppo costoso”, steso con l’aiuto dell’Archite o della Corte. Entrambi sono<br />

descri in una circostanziata relazione che si richiama alle mirabili opere di Napoli,<br />

Bologna, Milano e sopra u o Pisa, dove le ves gia an che e i monumen moderni<br />

ispirano un sen mento di tenerezza e malinconia, ed i ci adini amano frequentare<br />

tali luoghi, in cui nulla traspare di rivoltante, per trarne esempi ed emozioni “che lo<br />

spe acolo della morte accompagnato dall’immagine del riposo, e dell’eternità non<br />

lascia mai di produrre”. L’autore cri ca invece “un pubblico Cimitero, il quale consista<br />

in un certo spazio di terreno circondato unicamente da un muro con una porta<br />

d’ingresso, del quale non si presenta allo sguardo che una serie di fossi, e un informe<br />

amasso di terra scavata, non è propriamente che un orrido deposito di Cadaveri, e di<br />

Scheletri, ove tu o ciò che l’immagine della morte potrebbe avere d’u le, e salutare,<br />

viene totalmente distru o da tu o ciò, che una tal immagine o re ivi di fe do, e<br />

di ribu ante”. Si rammarica di non poter pensare a tale grandiosità per la ci à di<br />

Parma, perché l’importo sarebbe troppo gravoso, ma propone di erigere almeno<br />

l’ingresso, su cui si innes un por co per lato, a modello di quelli che dovranno in<br />

seguito completare il recinto, appoggiandosi al muro già costruito.<br />

Tu avia, la spinosa ques one del ‘cara ere’ del camposanto ci adino si scontra<br />

di nuovo contro l’autorità e la burocrazia 40 , e sia l’archite o, sia il Podestà difendono<br />

la necessità di “innalzarvi un edi cio di ingegno, siccome è già stato proposto<br />

[...] L’aggiunta di un qualche migliajo di franchi non deve sgomentare”. È urgente<br />

provvedere ad una cappella, ma anche una rimessa per le ve ure, la stalla e una<br />

camera mortuaria, il tu o concepito in modo da potersi inglobare in un edi cio più<br />

maestoso: “Quando per un pubblico stabilimento è necessario qualche grandioso<br />

Edi zio, l’en tà della spesa fa sovente decampare da una regolare costruzione, ciò<br />

che al cangiarsi delle circostanza divenute col tempo più favorevoli, produce in chi<br />

governa un inu le pen mento”.<br />

La Duchessa acconsente a cedere tu a la Ville a a favore del Comune, al ne di<br />

sfru are il ricavato della parte col vabile per pagare le opere urgen 41 e provvedere<br />

al mantenimento della stru ura. Il proge sta riforma ancora il disegno: “Io avea<br />

già formato il piano d’un regolare cimitero, quando si pensava d’occupare una sola<br />

parte dell’Orto, ed avea ideata una Capella in faccia all’ingresso, e dei por ci tu o

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