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178<br />

Donatella Bontempi<br />

PAESAGGI DELLA MEMORIA. Botanica funeraria nel Cimitero della Villetta a Parma<br />

6. 2<br />

Recinto - por co - porta, lo spazio “altro”<br />

La costruzione di un edi cio sacro è anche delimitazione, dis nzione,<br />

contrapposizione fra sacro e profano: già nel la no ecclesias co il cimitero è de nito<br />

asylus circum ecclesiam 24 , e l’idea di protezione insita nel conce o di asilo conduce<br />

alla de nizione archite onica di uno spazio aperto recintato, un luogo pubblico<br />

racchiuso tra mura, accanto alla chiesa. la locuzione campus sanctus rinvia ad un<br />

luogo ‘sacro’ e inviolabile, ma anche ‘sancito’ e stabilito, dunque ‘concluso’ e<br />

perimetrato. Anche l’immagine del cimitero monumentale è a data alla geometria<br />

del recinto che impronta l’intera composizione, “introverso a tal punto da non cercare<br />

alcun legame con la natura che lo circonda, quale evidente e didascalico segno di una<br />

auspicata segregazione del mondo dei mor da quello dei vivi” 25 .<br />

Il cimitero volge le spalle alla ci à, mostrando una cor na chiusa e compa a, un<br />

‘retro’ che materializza il con ne. Dalle iniziali istanze di allontanamento dalla ci à<br />

dei deposi mortuari, il cimitero moderno vuole piu osto proteggere i mor per<br />

garan re loro rispe o, decoro e tranquillità. Il recinto materializza questa presa di<br />

distanza dall’edi cato, ra orzata da aree verdi di rispe o non-edi candi. All’estremo<br />

opposto di questa concezione è invece l’uso del verde che, accompagnando i traccia<br />

geometrici, “contribuisce ad umanizzarne il signi cato ed il rapporto col mondo<br />

esterno. Nell’Italia di inizio O ocento il recinto archite onico, accompagnato da<br />

lari di alberi, non è più la necessaria barriera che deve assicurare la separazione tra<br />

il mondo ‘impuro’ delle sepolture e quello ‘puro’ della natura, ma può diventare il<br />

punto di conta o tra due diversi paesaggi, il segno di riconciliazione” 26 .<br />

La monumentalità dell’unico ingresso so olinea l’importanza formale e spirituale<br />

della porta, limite e collegamento tra aldiquà e aldilà, espressione formale del rito<br />

di passaggio, così come la tomba è la soglia tra i due mondi nella scala privata. Lo<br />

spazio an stante o retrostante l’ingresso è il luogo della relazione con il percorso<br />

che vi giunge dall’esterno (e quindi con la ci à) e dello scambio simbolico. Nelle sue<br />

vicinanze si raccolgono gli edi ci amministra vi.<br />

Verso l’interno invece, dalla semplicità del muro di contenimento alle teorie di<br />

por ci, gallerie e arcate aperte sullo spazio scoperto, formano la quinta di chiusura<br />

della prospe va dei viali e dei campi di inumazione. Coesistono, con prevalenza<br />

dell’una o dell’altra, stru ure seriali, come il por co, e organiche, come l’ingresso,<br />

aggregate a de nire lo spazio interno e produrre meccanismi di centralità e perifericità<br />

e gerarchie. Le microarchite ure private, addossandosi al recinto o allineandosi

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