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164 Donatella Bontempi PAESAGGI DELLA MEMORIA. Botanica funeraria nel Cimitero della Villetta a Parma 31 Sono fondamentali preliminari analisi storiche, del sito e della coerenza paesaggis ca. Da L. C. Ferrari, Parchi della memoria. Teoria e caso di studio, in OLTRE MAGAZINE n. 10 e 11/2007. 32 Cit. da Emanuela De Leo, op. cit., p.107. L’autrice individua come parole chiave della proge azione topogra a/super cie e limi /collegamen , evidenziando che l’aspe o quali cante dei proge contemporanei è il rapporto con il contesto. 33 Cfr. Giorgio Bianco, L’impiego dei materiali, in Strappa, Edilizia per il culto cit., p.438. Un’orogra a mossa o in pendenza accentua e facilita il riconoscimento al suolo di un ruolo di primo piano, ma anche la semplice distesa di inumazioni può suscitare un forte impa o. 34 “Per troppo tempo è stato associato all’immagine del cimitero un repertorio gura vo ed este co rigido. L’indi erenza dimostrata verso i nuovi materiali ha contribuito alla stagnazione di un linguaggio severo, di un codice simbolico che, a fa ca, in ques ul mi anni è stato lentamente rivoluzionato. Riuscire ad a rontare un tema così carico di tradizione e signi ca in modo ‘fresco e nuovo’ sembra, appunto, una recente conquista per il proge o cimiteriale. Senza pregiudizi ideologici, vengono u lizza materiali nuovi e an chi, in funzione all’organicità dell’opera e del suo rapporto con il luogo. Alcune volte l’appartenenza a quest’ul mo viene accentuata dall’uso di materiali locali o addiri ura ‘nuovi’ che si ada ano a determinate esigenze croma che, di grana o del luogo in cui nascono” citazione da Emanuela De Leo, op. cit., pp.141- 142. 35 Cit. da Emanuela De Leo, op. cit., p.62. In realtà gli aspe funzionali sono sempre prevalen , ma l’abilità del proge sta sta nel renderli ‘invisibili’ per far emergere gli aspe composi vi, este ci e simbolici. 36 Ul mato ancor prima dell’approvazione del regolamento a ua vo della Legge Regionale 130 del 2001, stante la lunga lista d’a esa. Da R. Balboni, A Milano: Nasce il giardino del ricordo: Al cimitero di Lambrate, accanto ai tre nuovi impian di cremazione, in OLTRE MAGAZINE n. 5/2004. e R. Balboni, Pronto a Milano il primo giardino del ricordo: Finalmente possibile la dispersione delle ceneri, in OLTRE MAGAZINE n. 10/2004. 37 Cfr. Luigi la ni, Cimiteri e disegno del giardino nel paesaggio italiano del novecento, in AA.VV., All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne…, 2007, pp. 197-211. 38 Cit. da Emanuela De Leo, op. cit., p.105. 39 Cfr. Remo Doriga , Gianni O olini, op. cit., p.18 e Emanuela De Leo, op. cit., p.107. 40 “L’inadeguatezza dei modelli storici e la carenza di nuove de nizioni pologiche e standard quan ta vi si rivelano maggiormente nell’a uale momento storico, cara erizzato da nuovi mutamen degli usi funerari e da un rapido diversi carsi dei comportamen ” citazione da Luigi La ni, Cimiteri parco cit., p.192. 41 Cfr. Andrea Vige , op. cit. 42 Cit. da Giampiero Donin, introduzione a Emanuela De Leo, op. cit., p.7. 43 Cit. da Claudio Caramel, op. cit. È interessante rilevare l’interesse non solo materialis co dei tecnici e degli imprenditori del se ore funerario, che spesso si adoperano per promuovere e di ondere la crescita e la consapevolezza dei loro clien anche a raverso inizia ve culturali e dida che. Ad esempio l’U cio Olandese dei Fiori, in occasione di ogni edizione di Tanexpo, propone alles men oreali alla Certosa di Bologna con visite guidate gratuite, oltre che promuovere corsi e pubblicazioni speci che per sensibilizzare sull’uso dei ori recisi come abbellimento delle tombe. Cfr. Marc Mignon in bibliogra a. 44 Cit. da Fabrizio Negrini, op. cit., p.393. Tu avia la de nizione so olinea certe cara eris che e funzioni peculiari del cimitero: “Nei cimiteri cani non hanno accesso, i bambini non giocano sui pra e nessuno si sognerebbe di fare jogging - almeno questo non accade nei cimiteri italiano - pur tu avia, anche nei cimiteri italiani ci sono pra , alberi, panchine, viali, fontane e aiuole orite. Le persone in visita nei cimiteri devono potersi sedere all’ombra, anna are i ori e camminare lungo i sen eri senza infangarsi le scarpe”, p.397. 45 Cfr. Remo Doriga , Gianni O olini, op. cit., p.6, Giuseppe Strappa, Generalità, in Strappa, Edilizia

Parte seconda. Il disegno del verde nell’archite ura funeraria 165 Capitolo 5. La le ura pologica: categorie / modelli per il culto cit., pp.267-268 e 288-289, Laura Bertolaccini, La formazione storica del cimitero moderno cit., p. 283. 46 Cit. di Paolo Portoghesi in Alessandro Del Bufalo, op. cit., p.8. 47 “Un cambiamento ovvio è dato dallo ‘spazio’ occupato dalla salma, nel cimitero questa rappresenta il ‘modulor’; su di essa no a poco tempo fa si è stabilito il passo delle sepolture e il numero dei colombari. L’archite ura riconosce all’uomo e alle sue proporzioni geometriche la forza per la de nizione dello ‘spazio’. Sulle proporzioni del corpo umano vengono tarate le regole dell’ergonomia. La cremazione annulla de ni vamente questo legame [...] la scala ‘umana’ del modello cimiteriale ca olico-tradizionale è dunque des nata a modi carsi” citazione da Emanuela De Leo, op. cit., pp.77-78. Oggi è più che altro la problema ca dei ‘res inconsun ’ a richiedere l’accrescimento degli spazi di inumazione. 48 Cfr. Daniele Fogli, L’i nerario proge uale, in Strappa, Edilizia per il culto cit., pp.453-456; Luigi La ni, Cimiteri parco cit., pp.199-200. La fascia di rispe o è profonda di norma 200 metri, con limite minimo di 50 metri (25 nel caso di ossari e cinerari). 49 Cit. da Emanuela De Leo, op. cit., p.101. 50 L’applicazione è stata demandata alle regioni ed ai comuni, con una prevedibile regolamentazione a macchia di leopardo: in Emilia Romagna, la Legge Regionale 19 del 2004 ed il Regolamento Regionale. 51 Cfr. S.N., Alla Certosa di Bologna un luogo dedicato alla dispersione delle ceneri: Il giardino delle rimembranze, in OLTRE MAGAZINE n. 1/2007. si ri e e sull’obsolescenza del cimitero tradizionale, anche a causa dei memoriali on-line, e sulla persistenza della necessità di individuare un luogo sico in cui elaborare il lu o, che però potrebbe non iden carsi con un cimitero, da H. Stewart, op. cit.: "Non vedo i cimiteri come un luogo soddisfacente da visitare [...] Non mi sento più vicina a quella persona che nel silenzio del mio cuore. Mi piacerebbe maggiormente andare nei boschi e dire: 'Io sono qui per visitare il papà’. O acquistare una panchina in un parco e dedicarla alla memoria del genitore, per sedersi e parlare con lui nella mente. ‘Ora è un posto dove andare per trovare conforto. Per me’". 52 Cfr. Silvano Sirboni, op. cit. 53 Cfr. S.N., La ci à dei mor cit., p. 143-148. La bibliogra a speci ca sull’argomento, dal punto di vista storico e sociologico, è molto vasta. Cfr. ad esempio C. Capone, Uomini in cenere, 2004. A Milano nel 2004 le cremazioni toccavano il 50% del totale delle sepolture, la punta massima in Italia seguita da Bologna con il 30% (2007). Da R. Balboni, A Milano: Nasce il giardino del ricordo cit. e R. Balboni, Pronto a Milano il primo giardino del ricordo cit. Un secondo ordine di mo vazioni è correlato alla propaganda della cremazione come gesto an religioso, e ancora perché a volte è scelta per rendere più sbriga va e de ni va la ques one della morte, analogamente al sen mento di an monumentalità tes moniato dalla riduzione dei monumen e anche di cinerari comuni. Da non so ovalutare è in ne la nota e dramma ca memoria storica evocata dalla vista di un forno crematorio. 54 Roguet spiega i mo vi della posizione della chiesa: “Non è per ragioni do rinali che la Chiesa interdice l’incenerimento: non sarà più di cile a Dio resuscitare Giovanna d’Arco, le cui ceneri sono state ge ate nella senna, che Santa Teresa del Bambin Gesù, le cui spoglie, da qualche anno, si è dissolta nel suolo umido del cimitero di Lisieux [...] La Chiesa interdice l’incinerazione perché ene all’inumazione come a una tradizione di famiglia. Il corpo di Gesù fu deposto nella tomba. I primi cris ani, in un mondo pagano che pra cava l’incinerazione, restarono fedeli all’inumazione. E quest’usanza tradizionale ha un valore pedagogico: l’incinerazione evoca alla nostra immaginazione una distruzione radicale, un annientamento. Al contrario, coricare un corpo nella terra materna, a endere la sua distruzione dalle forze normali della natura, tra arlo come un seme che si depone nel solco per le messi future: tu o questo comportamento suppone e favorisce un grande rispe o per i corpi ba ezza dei nostri defun e la speranza della resurrezione beneaugurante” citato in Robert Auzelle, op. cit., p.125. 55 Cfr. Silvano Sirboni, op. cit., M. Poli , La chiesa: si a cremazione ma niente ceneri al vento, in REPUBBLICA 30 o obre 2009, Paolo Rodari, i vescovi ripensano la cremazione, ma senza spargere le ceneri, in IL FOGLIO 30-10-2009 da www.paolorodari.com. La cremazione è ammessa perché non indichi sce cismo nei confron della resurrezione, e la dispersione indica noncuranza per la sacralità del corpo. Per tacere della trasformazione in diaman che possono essere o enu dalle ceneri...

Parte seconda. Il disegno del verde nell’archite ura funeraria 165<br />

Capitolo 5. La le ura pologica: categorie / modelli<br />

per il culto cit., pp.267-268 e 288-289, Laura Bertolaccini, La formazione storica del cimitero moderno cit.,<br />

p. 283.<br />

46 Cit. di Paolo Portoghesi in Alessandro Del Bufalo, op. cit., p.8.<br />

47 “Un cambiamento ovvio è dato dallo ‘spazio’ occupato dalla salma, nel cimitero questa<br />

rappresenta il ‘modulor’; su di essa no a poco tempo fa si è stabilito il passo delle sepolture e il numero dei<br />

colombari. L’archite ura riconosce all’uomo e alle sue proporzioni geometriche la forza per la de nizione<br />

dello ‘spazio’. Sulle proporzioni del corpo umano vengono tarate le regole dell’ergonomia. La cremazione<br />

annulla de ni vamente questo legame [...] la scala ‘umana’ del modello cimiteriale ca olico-tradizionale<br />

è dunque des nata a modi carsi” citazione da Emanuela De Leo, op. cit., pp.77-78. Oggi è più che altro la<br />

problema ca dei ‘res inconsun ’ a richiedere l’accrescimento degli spazi di inumazione.<br />

48 Cfr. Daniele Fogli, L’i nerario proge uale, in Strappa, Edilizia per il culto cit., pp.453-456; Luigi<br />

La ni, Cimiteri parco cit., pp.199-200. La fascia di rispe o è profonda di norma 200 metri, con limite<br />

minimo di 50 metri (25 nel caso di ossari e cinerari).<br />

49 Cit. da Emanuela De Leo, op. cit., p.101.<br />

50 L’applicazione è stata demandata alle regioni ed ai comuni, con una prevedibile regolamentazione<br />

a macchia di leopardo: in Emilia Romagna, la Legge Regionale 19 del 2004 ed il Regolamento Regionale.<br />

51 Cfr. S.N., Alla Certosa di Bologna un luogo dedicato alla dispersione delle ceneri: Il giardino delle<br />

rimembranze, in OLTRE MAGAZINE n. 1/2007. si ri e e sull’obsolescenza del cimitero tradizionale, anche<br />

a causa dei memoriali on-line, e sulla persistenza della necessità di individuare un luogo sico in cui<br />

elaborare il lu o, che però potrebbe non iden carsi con un cimitero, da H. Stewart, op. cit.: "Non vedo<br />

i cimiteri come un luogo soddisfacente da visitare [...] Non mi sento più vicina a quella persona che nel<br />

silenzio del mio cuore. Mi piacerebbe maggiormente andare nei boschi e dire: 'Io sono qui per visitare il<br />

papà’. O acquistare una panchina in un parco e dedicarla alla memoria del genitore, per sedersi e parlare<br />

con lui nella mente. ‘Ora è un posto dove andare per trovare conforto. Per me’".<br />

52 Cfr. Silvano Sirboni, op. cit.<br />

53 Cfr. S.N., La ci à dei mor cit., p. 143-148. La bibliogra a speci ca sull’argomento, dal punto di<br />

vista storico e sociologico, è molto vasta. Cfr. ad esempio C. Capone, Uomini in cenere, 2004. A Milano<br />

nel 2004 le cremazioni toccavano il 50% del totale delle sepolture, la punta massima in Italia seguita da<br />

Bologna con il 30% (2007). Da R. Balboni, A Milano: Nasce il giardino del ricordo cit. e R. Balboni, Pronto<br />

a Milano il primo giardino del ricordo cit. Un secondo ordine di mo vazioni è correlato alla propaganda<br />

della cremazione come gesto an religioso, e ancora perché a volte è scelta per rendere più sbriga va e<br />

de ni va la ques one della morte, analogamente al sen mento di an monumentalità tes moniato dalla<br />

riduzione dei monumen e anche di cinerari comuni. Da non so ovalutare è in ne la nota e dramma ca<br />

memoria storica evocata dalla vista di un forno crematorio.<br />

54 Roguet spiega i mo vi della posizione della chiesa: “Non è per ragioni do rinali che la Chiesa<br />

interdice l’incenerimento: non sarà più di cile a Dio resuscitare Giovanna d’Arco, le cui ceneri sono state<br />

ge ate nella senna, che Santa Teresa del Bambin Gesù, le cui spoglie, da qualche anno, si è dissolta nel<br />

suolo umido del cimitero di Lisieux [...] La Chiesa interdice l’incinerazione perché ene all’inumazione<br />

come a una tradizione di famiglia. Il corpo di Gesù fu deposto nella tomba. I primi cris ani, in un mondo<br />

pagano che pra cava l’incinerazione, restarono fedeli all’inumazione. E quest’usanza tradizionale ha<br />

un valore pedagogico: l’incinerazione evoca alla nostra immaginazione una distruzione radicale, un<br />

annientamento. Al contrario, coricare un corpo nella terra materna, a endere la sua distruzione dalle<br />

forze normali della natura, tra arlo come un seme che si depone nel solco per le messi future: tu o<br />

questo comportamento suppone e favorisce un grande rispe o per i corpi ba ezza dei nostri defun e la<br />

speranza della resurrezione beneaugurante” citato in Robert Auzelle, op. cit., p.125.<br />

55 Cfr. Silvano Sirboni, op. cit., M. Poli , La chiesa: si a cremazione ma niente ceneri al vento, in<br />

REPUBBLICA 30 o obre 2009, Paolo Rodari, i vescovi ripensano la cremazione, ma senza spargere le<br />

ceneri, in IL FOGLIO 30-10-2009 da www.paolorodari.com. La cremazione è ammessa perché non indichi<br />

sce cismo nei confron della resurrezione, e la dispersione indica noncuranza per la sacralità del corpo.<br />

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