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142 Donatella Bontempi PAESAGGI DELLA MEMORIA. Botanica funeraria nel Cimitero della Villetta a Parma Memoriali e cimiteri di guerra Cimiteri di guerra e sacrari militari, mausolei e monumen ai cadu e pantheon che celebrano l’orgoglio nazionale, cos tuiscono un capitolo signi ca vo dell’archite ura cimiteriale a par re dalla Rivoluzione Francese 24 . Da quel momento nasce il culto del soldato comune oltre che dei gradua o condo eri, perché nell’esercito composto da ci adini volontari è forte l’idea di uguaglianza e la dimensione colle va. Il primo cimitero di guerra è tedesco e nasce per caso dopo la guerra franco-prussiana del 1870-71, mentre è per prima la Francia nel 1915 a sancire il diri o di ogni caduto ad un luogo di riposo perpetuo. Il tra ato di Versailles obbliga ogni stato a custodire le tombe dei solda nemici cadu e seppelli sul territorio nazionale. Si sente la necessità di onorare e celebrare la morte come sacri cio, gra tudine, ricordo, dispiacere, perdita, vi oria, sforzo, spreco: “a memorial is a memorial, not a social service [...] memorials, to be successful, must have a spiritual and poe c content” 25 . Negli anni ‘30 il regime fascista consolida il mito nazionalista esaltando l’eroismo dei cadu nella Prima Guerra Mondiale, che ha visto cadere tredici milioni di vi me, e promuovendo la realizzazione sui luoghi delle tragedie (in maggioranza nell’arco alpino) di numerosi Sacrari tra cui quello di Redipuglia, il più grande. Si tra a di sistemazioni monumentali a scala paesaggis ca che a volte coinvolgono professionis provenien dai paesi d’origine delle vi me, a en alla proge azione del paesaggio, con il quale tentano di comunicare signi ca lega alla memoria ed alla commemorazione. Tali monumen ri e ono in tridimensione la grandezza del sacri cio, ed infa non ricordano a a o gli archi di trionfo o i monumen romani di cui prendono a pres to il linguaggio classico, il più ada o a comunicare solennità. È di frequente scelta una collocazione scenogra ca e panoramica sfru ando l’orogra a mossa dei si , per enfa zzare la teatralità dei monumen archite onici che come pun focali convogliano l’a enzione, mentre lo sguardo può spaziare sull’intorno incontaminato. Da un punto di vista distribu vo e funzionale, queste occasioni sono molto interessan perché le sepolture sono in numero noto e chiuso, e ciò perme e di proge are in termini di opera conclusa, de nibile in ogni de aglio e che non evolverà nel tempo. Dal punto di vista culturale, è possibile esprimere un alto valore simbolico ed ar s co che esal la funzione della memoria colle va piu osto che il silenzio e l’immobilità. Alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale il territorio italiano torna ad essere un grande sepolcreto dove giacciono i corpi di solda di ogni nazionalità, ma la mutata concezione della morte conduce ad una realizzazione di erente: sono stermina campi di croci o piccole lapidi che rifuggono ogni retorica e ricercano la

FIG. 5.28 Sacrario del Monte Grappa. [da CURL pag. 334] FIG. 5.29 Sacrario militare di Redipuglia. [da CURL pag. 333] FIG. 5.30 Cimitero tedesco di La Cambre. [da AMERICAN MEMORIALS] FIG. 5.31 Cimitero di Omaha Beach a Saint- Laurent-Sur-Mer. [da AMERICAN MEMORIALS] Parte seconda. Il disegno del verde nell’archite ura funeraria 143 Capitolo 5. La le ura pologica: categorie / modelli sacralità nella geometrica linearità della composizione, che enfa zza il conce o di uguaglianza di fronte alla morte colle va. Declinazioni di uno schema incentrato su due elemen simbolici colloca in posizione centrale, la Croce del Sacri cio e la Pietra della Rimembranza o Cappella della Resurrezione, presentano un linguaggio archite onico minimale derivato da modelli britannici. Gli elemen sono uniformi e privi di decorazioni, le archite ure assecondano l’andamento del terreno che è stato sacralizzato dal sangue versato, e non può ricevere ulteriore violenza. Nell’itera vità degli elemen , il singolo diventa un tassello che contribuisce a creare l’e e o di ‘grande numero’. Qui il verde è rido o all’estensione di un tappeto erboso uniforme e perfe o, a lasciare che siano gli allineamen di steli, croci o altri elemen ripetu a de nire la spazialità. Nel caso di massacri, come nelle Fosse Ardea ne a Roma, spesso i res sono accol in ossari comuni mentre i nomi sono incisi a parte, su un monumento o un muro commemora vo che acquisisce par colare rilevanza simbolica e monumentale. L’intento onori co emerge con forza nella celebrazione colle va della memoria, molto distante dal coevo individualismo borghese delle cappelle di famiglia 26 .

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Donatella Bontempi<br />

PAESAGGI DELLA MEMORIA. Botanica funeraria nel Cimitero della Villetta a Parma<br />

Memoriali e cimiteri di guerra<br />

Cimiteri di guerra e sacrari militari, mausolei e monumen ai cadu e pantheon che<br />

celebrano l’orgoglio nazionale, cos tuiscono un capitolo signi ca vo dell’archite ura<br />

cimiteriale a par re dalla Rivoluzione Francese 24 . Da quel momento nasce il culto del<br />

soldato comune oltre che dei gradua o condo eri, perché nell’esercito composto<br />

da ci adini volontari è forte l’idea di uguaglianza e la dimensione colle va. Il primo<br />

cimitero di guerra è tedesco e nasce per caso dopo la guerra franco-prussiana del<br />

1870-71, mentre è per prima la Francia nel 1915 a sancire il diri o di ogni caduto<br />

ad un luogo di riposo perpetuo. Il tra ato di Versailles obbliga ogni stato a custodire<br />

le tombe dei solda nemici cadu e seppelli sul territorio nazionale. Si sente la<br />

necessità di onorare e celebrare la morte come sacri cio, gra tudine, ricordo,<br />

dispiacere, perdita, vi oria, sforzo, spreco: “a memorial is a memorial, not a social<br />

service [...] memorials, to be successful, must have a spiritual and poe c content” 25 .<br />

Negli anni ‘30 il regime fascista consolida il mito nazionalista esaltando l’eroismo<br />

dei cadu nella Prima Guerra Mondiale, che ha visto cadere tredici milioni di<br />

vi me, e promuovendo la realizzazione sui luoghi delle tragedie (in maggioranza<br />

nell’arco alpino) di numerosi Sacrari tra cui quello di Redipuglia, il più grande. Si<br />

tra a di sistemazioni monumentali a scala paesaggis ca che a volte coinvolgono<br />

professionis provenien dai paesi d’origine delle vi me, a en alla proge azione<br />

del paesaggio, con il quale tentano di comunicare signi ca lega alla memoria ed<br />

alla commemorazione. Tali monumen ri e ono in tridimensione la grandezza del<br />

sacri cio, ed infa non ricordano a a o gli archi di trionfo o i monumen romani di<br />

cui prendono a pres to il linguaggio classico, il più ada o a comunicare solennità. È<br />

di frequente scelta una collocazione scenogra ca e panoramica sfru ando l’orogra a<br />

mossa dei si , per enfa zzare la teatralità dei monumen archite onici che come<br />

pun focali convogliano l’a enzione, mentre lo sguardo può spaziare sull’intorno<br />

incontaminato. Da un punto di vista distribu vo e funzionale, queste occasioni sono<br />

molto interessan perché le sepolture sono in numero noto e chiuso, e ciò perme e<br />

di proge are in termini di opera conclusa, de nibile in ogni de aglio e che non<br />

evolverà nel tempo. Dal punto di vista culturale, è possibile esprimere un alto valore<br />

simbolico ed ar s co che esal la funzione della memoria colle va piu osto che il<br />

silenzio e l’immobilità.<br />

Alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale il territorio italiano torna ad<br />

essere un grande sepolcreto dove giacciono i corpi di solda di ogni nazionalità, ma<br />

la mutata concezione della morte conduce ad una realizzazione di erente: sono<br />

stermina campi di croci o piccole lapidi che rifuggono ogni retorica e ricercano la

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