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128 Donatella Bontempi PAESAGGI DELLA MEMORIA. Botanica funeraria nel Cimitero della Villetta a Parma Meritano un cenno par colare due grandi archite che in diversi momen storici hanno fa o propria la poe ca del sublime in ambito funerario, ciascuno secondo la sua personale interpretazione: E enne-Louis Boullée ed Aldo Rossi. L’architecture parlante di Boullée 7 , nella sua scala sovrumana, con i suoi volumi massicci scava dalle ombre e privi di decorazioni, necessita di un intorno naturale egualmente sublime e grandioso che enfa zzi il cara ere di immutabilità e indi erenza allo scorrere del tempo delle sue opere. Lo si percepisce chiaramente osservando il prospe o del cimitero posto in un paesaggio arcadico. La vegetazione svolge un ruolo importante anche nel disegno dei singoli monumen , dove l’archite o predilige collocare un gran numero di cipressi che somigliano a sculture, per richiamare il mondo romano. Lische di pesce, scheletri ed ossa: l’ossessione osteologica di Aldo Rossi 8 cresce in parallelo con lo sviluppo del famoso proge o per l’ampliamento del cimitero di Modena, in cui la lisca è il principio del disegno. A ribuita alla morte per dire a analogia formale, l’idea dello scheletro è anche la visualizzazione della stru ura e cos tuzione delle cose: vedere l’ossatura dell’edi cio ne me e a nudo l’idea. Nei suoi disegni e nei proge ricorrono così edi ci abbandona e in rovina, che evocano e rappresentano la morte. La casa che ha perduto colori, decori, apparenze, quell’apparato esteriore e super ciale che media rispe o alla vita, agli usi, ai gus , è il ritorno all’essenza e alla nudità della casa, a ciò che è imperituro, mentre l’intorno dell’edi co si riduce ad arido deserto e perde ogni connotato per far risaltare gli elemen cos tu vi. Si è parlato per questo di ‘sublime archite onico’. FIG. 5.5 - Planimetria del Van niano di Brescia, la forma unitaria è concepita n dall’inizio. [da BERTOLACCINI pag. 35] FIG. 5.6 Assonometria della Certosa di Ferrara, 1747. L’impian o clauystrale viene man mano ada ato alle sepolture. [da LATINI pag. 89]
Parte seconda. Il disegno del verde nell’archite ura funeraria 129 Capitolo 5. La le ura pologica: categorie / modelli Tradizione la na: archite ure per la morte Il cimitero mediterraneo (Spagna, Portogallo, sud della Francia) è chiamato ‘archite onico’, ‘monumentale’, ‘a pianta regolare’, termini che ri e ono la vocazione di spazio pre amente costruito. Il modello di riferimento principale è infa il Camposanto di Pisa (oltre che per l’archite ura, anche per l’aspe o museale e di ‘macchina funebre’), a sua volta derivante dalla pologia claustrale medievale. “Corrisponde a una composizione basata essenzialmente su insiemi di tombe delimitate da siepi o alberi taglia , dispos a diverse altezze, su piccole terrazze, un po' alla maniera dei giardini provenzali o italiani. L’elemento essenziale della composizione è questa volta da riferirsi al gruppo delle tombe, più o meno disperso, dove si demanda alla natura, qui di rompere una prospe va, là di mascherare tale elemento ineguale o dife oso” 9 . Sono richies spazi pianeggian , eventualmente terrazza , che vengono chiusi da recin in forme ortogonali regolari che accentuano il cara ere costruito nel proporzionamento delle forme. La densità del costruito è alta e la vegetazione ha un ruolo marginale, piegata alle esigenze composi ve dell’organismo archite onico. Alberi e siepi, u lizza in forme molto geometrizzate riprese dal giardino formale, so olineano i percorsi organizza da assi e nodi e inquadrano alcune prospe ve scenogra che (l’ingresso, la cappella ed edi ci che cos tuiscono pun focali o visuali sull’esterno). Il richiamo al giardino all’italiana è stringente, come ai piani di espansione della ci à. Nelle intenzioni di monumentalità, il recinto rispecchia la dimensione laica e civica, accogliendo il famedio o pantheon, a scopi rappresenta vi, e maestose archite ure private. Vi si esprime la tradizione della civitas romana e l’orgoglio della comunità, mentre gli esempi nordici accentuano l’individualismo. La sua forma più de nita è data dal cimitero neoclassico, chiuso ed immobile. Esemplare in questo senso è il Van niano di Brescia: concepito dall’inizio secondo un proge o unitario da realizzare per stralci, ha mantenuto nel tempo organicità e pulizia delle archite ure. Talvolta è inserita in modo misurato una piccola porzione di giardino tra ata in modo più libero, perché, secondo le parole di Camillo Boito, è bene considerare che alcuni potrebbero prefeire questa pologia di sepoltura nel verde: “gli spazi distribui a giardino sarebbero non molto vas , ombreggia d’alberi a macchie ed a gruppi, con fronde di diversa forma e di diverso colore [...] Qui nell’apparente irregolarità la mano dell’arte dovrebbe pur dirigere tu e cose, ordinare la composizione degli edi ci, degli alberi e delle vie. Così agli ampi spazi per le ordinate sepolture ed ai non grandi giardini si dovrebbero collegare con ordine sapiente le costruzioni archite oniche
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Meritano un cenno par colare due grandi archite che in diversi momen storici<br />
hanno fa o propria la poe ca del sublime in ambito funerario, ciascuno secondo la<br />
sua personale interpretazione: E enne-Louis Boullée ed Aldo Rossi.<br />
L’architecture parlante di Boullée 7 , nella sua scala sovrumana, con i suoi<br />
volumi massicci scava dalle ombre e privi di decorazioni, necessita di un intorno<br />
naturale egualmente sublime e grandioso che enfa zzi il cara ere di immutabilità<br />
e indi erenza allo scorrere del tempo delle sue opere. Lo si percepisce chiaramente<br />
osservando il prospe o del cimitero posto in un paesaggio arcadico. La vegetazione<br />
svolge un ruolo importante anche nel disegno dei singoli monumen , dove<br />
l’archite o predilige collocare un gran numero di cipressi che somigliano a sculture,<br />
per richiamare il mondo romano.<br />
Lische di pesce, scheletri ed ossa: l’ossessione osteologica di Aldo Rossi 8 cresce<br />
in parallelo con lo sviluppo del famoso proge o per l’ampliamento del cimitero di<br />
Modena, in cui la lisca è il principio del disegno. A ribuita alla morte per dire a<br />
analogia formale, l’idea dello scheletro è anche la visualizzazione della stru ura<br />
e cos tuzione delle cose: vedere l’ossatura dell’edi cio ne me e a nudo l’idea.<br />
Nei suoi disegni e nei proge ricorrono così edi ci abbandona e in rovina, che<br />
evocano e rappresentano la morte. La casa che ha perduto colori, decori, apparenze,<br />
quell’apparato esteriore e super ciale che media rispe o alla vita, agli usi, ai gus , è<br />
il ritorno all’essenza e alla nudità della casa, a ciò che è imperituro, mentre l’intorno<br />
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